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Omaggio a Franco Summa

"la biblioteca di Via Senato", ottobre 2016

settembre 2016 – la Biblioteca di via Senato Milano 33 inSEDICESIMO L E M O S T R E – I R I C O R D I – L O S C A F FA L E LA MOSTRA/1 OMAGGIO A FRANCO SUMMA Qualche considerazione a cura di luca pietro nicoletti P otrebbe provare un momentaneo momento di spiazzamento chi si recasse in visita al sessantasettesimo Premio Michetti di Francavilla al Mare: da piazza San Domenico, infatti, si accorgerebbe subito che una delle due colonne che incorniciano l’ingresso al palazzo, sede del premio e del relativo museo, si è trasformata in un brillante arcobaleno. È l’intervento site specific di Franco Summa realizzato in occasione della mostra Urban Rainbow con cui la presidenza del premio ha voluto rendergli un dovuto omaggio alla carriera. Non si tratta di una mostra antologica, ma di una esposizione che ripensa gli spazi interni del museo servendosi delle opere di Summa e raccontando alcune tappe della ricerca, che viene poi ripercorsa con ampiezza nel volume Arte urbana, scritto dallo stesso Summa (Carsa edizioni) che accompagna l’evento. Il nodo portante della ricerca di Summa, infatti, sta proprio nel rapporto fra arte e spazio urbano, interrogandosi su come l’intervento artistico possa dare un nuovo senso estetico (oltre che etico) e semantico allo spazio. L’accensione cromatica dell’arcobaleno di Summa smaterializza l’architettura, trasformando le aree del suo intervento in un partito grafico. In certi casi, come nella Porta del mare realizzata nel 1993 per la città di Pescara (e dissennatamente rimossa) è il colore a marcare i piani delle struttura architettonica, appositamente progettata dall’artista per il luogo in cui fu collocata. In altri casi, come a Francavilla oppure nella scalinata di Sant’Angelo (Un arcobaleno in fondo alla via, 1974) che fu oggetto di grandi polemiche, l’architettura rinuncia alla sua plasticità per diventare un registro colorato, sollecitante nei confronti dell’osservatore per la sua presenza la Biblioteca di via Senato Milano – settembre 2016 34 dirompente, che manda in crisi la percezione retinica dello spazio in profondità. Secondo questa via, Summa ha elaborato la propria idea di arte per lo spazio pubblico in chiave di partecipazione sociale. Non a caso, infatti, già nel 1977, dopo averlo invitato alla Biennale di Venezia del 1976, Enrico Crispolti sceglieva una fotografia della sua performance No! realizzata a Pescara nel 1974 in concomitanza col referendum sul divorzio, come copertina del suo Arti visive e partecipazione sociale: il lavoro di Summa incarnava infatti più URBAN RAINBOW. FRANCO SUMMA FRANCAVILLA AL MARE, MUSEO DI PALAZZO SAN DOMENICO 24 luglio - 24 settembre 2016 di altri l’idea di un lavoro partecipativo che comportava un coinvolgimento diretto del pubblico non solo alla fruizione ma alla realizzazione stessa dell’opera. Questo è reso possibile, oggi come in passato, dal fatto che il lavoro di Summa rivela da subito una radice progettuale: è la visione dello spazio in cui inserire un segno forte e inequivocabile, infatti, a fare l’opera, che si concreta nel suo momento ideativo prima della sua messa in opera, pur senza per questo venire meno alla sapienza artigianale dei materiali e dei pigmenti. Sembra quasi uno sbocco naturale della sua idea di spazio urbano e di spazio domestico, forse memore delle lezioni di Argan seguite alla Sapienza di Roma negli anni Sessanta, l’approdo al design e alla realizzazione di oggetti per interni: era la via della ricostruzione futurista dell’Universo, di Balla e di Depero, ricondotte però, come scrisse Enrico Crispolti, all’estetica del postmoderno.