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Contenitori da trasporto da Hadrianopolis (Sofratike - AL)

Anfore da Hadrianopolis (Sofratike, Albania) indagini 2005-2010.

HADRIANOPOLIS Missione archeologica dell’Università degli Studi di Macerata Contenitori da trasporto da Hadrianopolis (Sofratikë - AL) R. Perna, V. Capradossi Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 Fig. 5 Fig. 6 Tra gli obiettivi degli scavi condotti dalla missione italo-albanese presso Sofratikë (Hadrianopolis) uno dei principali è stato quello di indagare il ruolo svolto dall’insediamento in quanto snodo viario di carattere regionale, posto lungo l’asse nord-sud bisettrice della valle del Drino. Fondamentale è dunque lo studio sistematico dei contenitori da trasporto provenienti dalle indagini, già avviato da B.Lahi e B.Shkodra (in R.Perna, D.Çondi (edd.), Hadrianopolis II, Bari 2012, pp. 185-190), che ha reso possibile l’acquisizione di nuove informazioni sui flussi commerciali che interessarono l’insediamento dai primi secoli, fino al VI-VII sec. d.C. Il totale dei frammenti (Fig. 1) ad oggi analizzati ammonta a 4730, di cui 4030 pareti, 109 orli, 479 anse, 86 fondi, 13 anfore parzialmente ricomposte. La maggior parte dei frammenti appartengono ad anfore di produzione locale, le cosiddette Globulari Epirote (Fig. 2), caratterizzate da un rivestimento interno in bitume e contenenti vino. Per quanto non sia ancora possibile fornire dati certi su questa tipologia, tuttavia le assonanze morfologiche con le LRA2 e le anfore globulari bizantine fanno supporre una datazione compresa tra VI e VII sec. d.C. L’abbondanza di frammenti presenti sembrano indiziare un commercio di vino che si svolgeva su piccola scala all’interno della regione. I materiali più antichi mostrano, tra il IV-III sec. a.C., contatti commerciali con l’Attica e con le colonie corciresi, oltre che con i mercati regionali facenti capo ad Apollonia. A partire dal II sec. a.C. sono documentati rapporti con la penisola italica, attestati da 4 orli di anfore Greco-Italiche tarde (Fig. 3) e da un orlo di Dressel 1 databile alla fine del I sec. a.C. I traffici con la penisola italica sembrano mantenersi vivaci per tutto il I sec. a.C. documentati dalla presenza di diversi frammenti di anfora Dressel 2-4 (Fig. 4); inoltre documentato un orlo di Dressel 6B, anfora olearia prodotta nella zona istriana. Il traffico con la penisola italica sembra affievolirsi nel corso del I sec. d.C. come riscontrabile anche in altre zone dell’Impero. Alla fine del I sec. d.C. e per tutto il II sec. d.C. particolarmente attivi sembrano traffici dinamici con la provincia iberica, gallica e, soprattutto, con l’Egeo. Le anfore spagnole presenti ad Hadrianopolis ci indiziano un commercio di pesce e salse di pesce che dalla Spagna arrivava in Epiro: sono attestati un orlo di Dressel 7-11 (Fig. 5), due puntali di Beltràn II (A-B) (Fig. 6), e diversi frammenti di anforette da vino spagnole Dressel 28 dal fondo piatto Contemporanee sono attestate le Pélichet 47 (Fig. 7) anfore vinarie a fondo piatto di provenienza gallica; una caratteristica interessante osservata in tutti gli esemplari sono i fondi asportati volontariamente molto probabilmente con un fine di reimpiego. Ampiamente presenti sono i prodotti egei che a partire dal II sec. d.C. subiscono un rilevante incremento: sono presenti Dressel 43, Camulodunum 184, Dressel 5 e, a partire dal III sec. d.C. molto numerose in particolare le Kapitan II (Fig. 8) con frammenti di dimensioni importanti. Le produzioni africane sono presenti a partire dalla fine del II sec. d.C. La presenza di ingenti quantità di orli e puntali di Africana I e Africana II, in associazione ad un cospicuo numero di pareti associabili a questi tipi, fanno supporre che Hadrianopolis nel III sec. d.C. ricevesse approvvigionamenti in particolare dalla Tunisia. E’ inoltre presente un collo di Tripolitana III che circola nello stesso periodo, ma viene prodotta sulle coste della Libia; in particolare, il nostro esemplare, nella particolarità dell’impasto bicolore, può con certezza essere assegnato ad una produzione di Leptis Magna. Numerose sono anche gli spatheia (Fig. 9), databili al V-VI sec. d.C., e già identificati nel territorio albanese. Le importazioni dall’area orientale risultano per il periodo tardo-antico le più consistenti. Le LRA 1 (Fig. 10), e 2 sono le più attestate; presenti anche le LRA 4 (Fig. 11), le cosiddette “anfore di Gaza” e le LRA 13. Sono presenti anche numerosi frammenti di pareti cordonate, tipiche delle tarde Late Roman Amphorae che, sebbene non inquadrabili in una precisa tipologia, permettono di stimare un’ingente presenza di prodotti orientali. Fig. 7 Fig. 8 Fig. 9 Fig. 10 Fig. 11