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Sono lieta di aprire questa sessione sulle Semiotiche urbane, concepita, nell'ambito del seminario Senso dei luoghi, come approfondimento e dibattito a partire da pubblicazioni recenti. Il tipo di approccio rinnova la felice tradizione delle Letture semiotiche, per cui Iuav si è contraddistinto nel panorama degli studi di settore, ma anche interdisciplinari, in Italia e all'estero.
Nuova Museologia è aperta alla collaborazione di quanti si interessano ai problemi e alla vita dei musei. I contributi vengono pubblicati in lingua originale (italiano, inglese, francese, spagnolo). Registrazione del tribunale di Milano numero 445 del 18.06.1999 Salvo indicazione contraria i singoli autori sono proprietari del copyright dei testi. Nessun articolo può essere riprodotto, anche parzialmente, senza l'autorizzazione dell'autore. La Redazione declina ogni responsabilità in merito alle notizie contenute nelle inserzioni pubblicitarie.
I beacon, sensori bluetooth a basso consumo energitico, stanno rivoluzionando la fruizione e la gestione dei musei in Italia e nel mondo. Questo articolo si propone di analizzarne la tecnologia e le diverse applicazioni in ambito museale. Beacons, bluetooth low energy sensors, are innovating the visit and management of museums in Italy and in the world. This paper want to analyse this technology and its applications in museums.
CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS, 2020
Il panorama museale, dal punto di vista della comunicazione dei contenuti, presenta due estremi: il museo 'tradizionale', spazio reale in cui il visitatore acquisisce passivamente informazioni selezionate attraverso un linguaggio scelto a priori, e il museo 'multimediale', spazio virtuale studiato per rendere attivo e partecipato il ruolo del visitatore che sceglie il proprio percorso di visita e seleziona autonomamente le informazioni che vuole acquisire. Tra i due vi è una particolare tipologia di museo che è possibile definire 'transmediale' in cui sono presenti diversi strumenti e linguaggi di comunicazione che trasformano i processi alla base dell'apprendimento e i livelli di attenzione. Fanno tutti riferimento al campo dell'edutainment e possono essere riassunti in: interactive experience, immersive experience, serious games, gamification e universal design. In questi musei emittente e ricevente sono collegati mediante reciproche interrelazioni e correlazioni.
La moda, com'è noto, è un oggetto per molti versi paradossale. Lo è per esempio rispetto al tempo quotidiano, di cui è uno dei metronomi più precisi, dato che scandisce le diverse stagioni e anzi le anticipa di molti mesi, con la comunicazione e gli eventi di presentazione come le sfilate. La moda indossata contribuisce a dare un'identità stilistica al presente, ma al tempo stesso lo eccede continuamente: in inverno sappiamo già come ci vestiremo nella prossima primavera-estate, l'acquisto nell'epoca dei saldi è giustificato dal prezzo, il quale a sua volta è giustificato dal brevissimo spazio di tempo in cui il capo " preso per la coda " sarà ancora attuale e non irreversibilmente démodé. Questa particolare, ansiosa temporalità ci fa vivere con i nostri vestiti perennemente nell' à peu près: nel sentimento del "digià" e del "non ancora" insieme (Jankelevic). In quanto sistema complessivo di tratti in continua variazione (forme, lunghezze, colori ecc.) la moda si vuole espressione del nuovo, il quale però, per essere definito, ha bisogno di continui riferimenti a ciò che è già stato o a ciò che sarà, e, come pratica vestimentaria, consiste nell'imitare ciò che apparentemente è inimitabile. Congelare questo movimento continuo della moda nel museo, che sembra essere per eccellenza il luogo in cui il tempo è sospeso, estrapolato dal suo fluire continuo e contraddittorio, irrigidito in unità di misura ben definite e, soprattutto, passate, sembra dunque un controsenso, o in ogni caso un compito molto difficile da affrontare: ma è una sfida, come vedremo, che è stata raccolta in varie forme, spesso in modo brillante o comunque interessante. Roland Barthes aveva ovviamente riflettuto sulla questione della temporalità al termine del suo libro-trattato Sistema della moda, 1 mettendo a confronto la temporalità della moda con quella teorizzata dagli storici, per i quali "la storia è fatta di vari tempi di durata differente che si sovrappongono": così ci sono avvenimenti che sono puntuali, situazioni o congiunture che durano più a lungo, e infine strutture che durano ancora più a lungo. Secondo Barthes anche il vestito conosce queste tre diverse temporalità: il tempo più lungo è quello delle forme archetipiche del costume di una data civiltà (il sari in India, il caftano in Africa...), all'interno del quale vi sono variazioni di media durata, mentre il tempo della micro-moda, e cioè quello che noi percepiamo come quello specifico del fenomeno di moda, sarebbe piuttosto il prodotto di un'illusione ottica: ciò che in apparenza cambia radicalmente da una stagione all'altra, in realtà è solo variazione contingente rispetto a modelli di maggiore durata. Questa ciclicità interna al sistema, è per Barthes in definitiva assai più importante delle supposte influenze delle situazioni sociali sui tratti di moda, che invece sono quelle generalmente enfatizzate dagli addetti ai lavori del settore.
Aedon, 2017
The article analyses the essential cooperation of public bodies and private operators for the management of museums in different juridical contexts. Moving from the actual legal and institutional environment, the author introduces a comparison between the Italian and British management models in order to recommend an evolution in the national museum management perspective. The analysis is developed through the study of practical cases, such as the comparison between the National Gallery in London and La Galleria Nazionale in Rome which clearly describes the distance between the two national institutional systems and their approach to private bodies. Moreover, thanks to the example offered by the Community Foundations instrument, the article means to express a serious need for Italian museums to be considered and regulated as a common good which asks the whole national community for a firm cooperation.
L’accessibilità dei contenuti (cioè la possibilità di poter accedere alle informazioni ed utilizzarle) è una tematica di studio relativamente recente, che investe molteplici campi, da quello tecnologico, a quello artistico e scientifico. A parte alcune importanti eccezioni, nel campo della museologia scientifica il problema dell’accessibilità ai diversamente abili, ed in particolare ai non vedenti, è stato trascurato. Per i non vedenti (ma anche per altre categorie di utenti, come i bambini) l’uso del tatto (componente aptica) è un’esperienza fondamentale per far propri i contenuti che l’esemplare stesso trasmette. In questo articolo presentiamo la sala tattile realizzata presso il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università di Pisa. Nella sala sono rappresentati tre ambienti (marino, fluvio-lacustre e prato-boschivo), ricostruiti tramite pannelli a muro tridimensionali. Nella sala, visitabile con operatore, è possibile interagire con elementi tattili riportati sia sui pannelli che su due tavoli centrali. La sala, in cui sono disponibili anche cartellini esplicativi in Braille, è stata realizzata secondo le direttive del DPR 384/78 e le recenti normative per l’accessibilità dei disabili. Ogni elemento della sala (dai pannelli, al tavolo, ai reperti da toccare) è stato valutato e saggiato, in corso d’opera, da rappresentanti delle categorie protette. La sala tattile del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa rappresenta il primo passo di una politica volta ad aprire i contenuti anche a categorie con esigenze speciali.
Dopo le indagini archeologiche eseguite fra il 1919 e il 1920 da Roberto Paribeni, fu possibile evitare la demolizione di Palazzo Caffarelli, anche per l'opposizione e le proteste dell'opinione pubblica, testimoniate da molte delle testate giornalistiche dell'epoca. Si giunse così all'accordo fra lo Stato e il Comune di Roma per la cessione a quest'ultimo del palazzo e dell'annesso giardino Caffarelli. In quegli anni operava attivamente a Roma Ghino Venturi (Pisa 1884 -Roma 1970) 1 , coetaneo e amico di Arnaldo Foschini e di Marcello Piacentini, distintosi fino a quel momento per numerosi progetti a Roma e soprattutto per essersi battuto, insieme allo stesso Piacentini e ad altri, per la creazione di una scuola superiore di architettura universitaria, che nacque proprio nell'ottobre del 1919. Nel 1921, con gli stessi Piacentini e Foschini, quest'ultimo suo compagno di studi all'Accademia romana di Belle Arti, progettò a Roma la sistemazione dell'area di Largo di Torre Argentina, ossia dell'isolato fra le vie di Torre Argentina, corso Vittorio Emanuele, San Nicola de' Cesarini e via Florida, uno dei nodi romani più densi di traffico. "Dal corso Vittorio Emanuele, per questa strettoia di via di Torre Argentina, passano oggi numerosissime linee tramviarie, dirette al Viale del Re, al Testaccio, a S. Paolo, a Monteverde, al Gianicolo, in Trastevere ecc., tutti quartieri popolosissimi e tendenti sempre ad ingrandirsi" 2 . Nel 1923 il Comune di Roma bandisce un concorso nazionale per la sistemazione dell'aula consiliare in Campidoglio, con lo scopo di dare una sistemazione "pratica e definitiva alla sala della rappresentanza cittadina"; la commissione giudicatrice premia Ghino Venturi che "ha presentato un progetto variante inteso alla conservazione integrale della massima aula capitolina ed alla sua naturale restaurazione". Il bando stabilisce "la riduzione in altezza ed in lunghezza della grande aula senatoria" e richiede "la decorazione di questo ambiente così inopportunamente rimpicciolito". Venturi, oltre a presentare il progetto rispondente al bando e giudicato il migliore, espone "un secondo progetto nel quale ha svolto il suo concetto mirante alla conservazione dell'aula senatoria, proponendo la costruzione ex novo della sala consiliare" 3 ( . L'associazione artistica fra i cultori di architettura di Roma saluta "attraverso questa bella vittoria, una intelligenza che potentemente si afferma". La variante progettuale prevedeva anche la sistemazione degli
Musei e Relazioni Internazionali, 2023
Il libro tratteggia le molteplici modalità in cui i musei possono influire sulle Relazioni Internazionali. Storicamente, le istituzioni culturali nazionali come i musei hanno contribuito a forgiare la politica culturale e l’identità nazionale degli Stati, costruendo ponti culturali con altri Paesi e attivando varie forme di cooperazione. Il patrimonio culturale ed i musei stessi costituiscono perciò una straordinaria risorsa politica transnazionale. I musei possono essere strumentali ad obiettivi politici ma anche luoghi di contestazione, di incontro e di riconciliazione.
International Journal of Astrobiology , 2024
Revista La Lupa. Colección Fueguina de Divulgación Científica, 2024
Journal of Literary & Cultural Disability Studies, 2009
Journal of Political Sociology, 2024
Gaceta Mexicana de Oncología, 2023
Fazalrahman Sharif, 2020
Historia del Derecho, ¿para qué?, 2021
Sens Public, 2017
Studies in History and Philosophy of Science Part A, 2018
Journal of Service Science Research, 2015
Psychiatric services (Washington, D.C.), 2015
Experimental Gerontology, 2006
Chemistry Letters, 2017
IEEE Transactions on Image Processing, 2019
International Journal of Current Microbiology and Applied Sciences, 2020
Annals of Nuclear Medicine, 2002
Journal of Investigative Dermatology, 2020