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Nuova Museologia

Nuova Museologia è aperta alla collaborazione di quanti si interessano ai problemi e alla vita dei musei. I contributi vengono pubblicati in lingua originale (italiano, inglese, francese, spagnolo). Registrazione del tribunale di Milano numero 445 del 18.06.1999 Salvo indicazione contraria i singoli autori sono proprietari del copyright dei testi. Nessun articolo può essere riprodotto, anche parzialmente, senza l'autorizzazione dell'autore. La Redazione declina ogni responsabilità in merito alle notizie contenute nelle inserzioni pubblicitarie.

NUOVA MU SE o OL giA Giugno 2022 - N° 46 Rivista semestrale di Museologia www.nuovamuseologia.org Sommario pag. 1 Realtà o immaginazione? Giovanni Pinna Nuova Museologia www.nuovamuseologia.it pag. 2 Elia Fiorenza n. 46, Giugno 2022 pag. Segreteria Carlo Teruzzi [email protected] [email protected] 14 I Tesori della Ca’ Granda Le raccolte dell’Ospedale Maggiore di Milano Paolo M. Galimberti pag. Direttore Responsabile Giovanni Pinna Redazione e impaginazione Claudia Savoiardo Nik Spatari: l’uomo, l’artista 18 Le accademie di Belle Arti: grandi contenitori museali Paolo Rotolo pag. 22 Un Museo in 3 pagine Carlo Teruzzi UN MUSEO IN 3 PAGINE Promozione e sviluppo Carlo Teruzzi pag. 23 La Galleria d’Arte Moderna e la Villa Reale di Milano Relazioni esterne Donatella Lanzeni pag. 26 Il Museo Martinitt e Stelline di Milano UN MUSEO IN 3 PAGINE Cristina Cenedella Progetto grafico Antonia Pessina pag. Nuova Museologia è aperta alla collaborazione di quanti si interessano ai problemi e alla vita dei musei. I contributi vengono pubblicati in lingua originale (italiano, inglese, francese, spagnolo). 29 Edoardo Razzetti, Paolo Guaschi, Stefano Maretti, Jessica Maffei, Paolo Mazzarello pag. 32 numero 445 del 18.06.1999 pag. 35 ISSN (on line) 1828-1583 Il Museo per la Storia dell’Università di Pavia UN MUSEO IN 3 PAGINE Il Museo “Camillo Golgi” di Pavia Maria Carla Garbarino, Silvia Sanza, Paolo Mazzarello La Redazione declina ogni responsabilità in merito alle notizie contenute nelle inserzioni pubblicitarie. ISSN (print) 1828-1591 UN MUSEO IN 3 PAGINE Lidia Falomo Bernarduzzi, Maria Carla Garbarino, Ester Maria Bernardi Registrazione del tribunale di Milano Salvo indicazione contraria i singoli autori sono proprietari del copyright dei testi. Nessun articolo può essere riprodotto, anche parzialmente, senza l’autorizzazione dell’autore. UN MUSEO IN 3 PAGINE Kosmos – Museo di Storia Naturale dell’Università di Pavia pag. 38 UN MUSEO IN 3 PAGINE A Morbegno la Storia Naturale della provincia di Sondrio Giulia Tessa UN MUSEO IN 3 PAGINE Il Museo Martinitt e Stelline di Milano Cristina Cenedella Il museo conserva parte del notevole patrimonio culturale Il Museo Martinitt e Stelline a Milano si trova in quella di tre enti assistenziali antichi della città, l’orfanotrofio maschile parte di città appena fuori dalle mura medioevali di Porta dei Martinitt, l’orfanotrofio femminile delle Stelline, e il Pio Vercellina (oggi non più esistenti), lungo l’asse della strada Albergo Trivulzio. Il capitale culturale di questi enti è multiforme romana, la Via Gallica, che conduceva verso Vercelli e quindi e costituito dagli archivi antichi, dalla biblioteca, dalla fototeca, a Torino. dalla quadreria, e da consistenti proprietà architettoniche. Qui nel XV secolo venne edificato il monastero benedettino Una varietà e una stratificazione di fonti che data dal femminile di Santa Maria alla Stella, in seguito trasformato Cinquecento (i documenti più antichi) al XX secolo. L’insieme da San Carlo Borromeo in ospedale dei Poveri Mendicanti e della varietà di fonti riesce ad attirare la nostra attenzione Vergognosi della Stella. anche sulle vicende della Di fronte, nel secondo società milanese, in una Quattrocento, erano sorti accezione volutamente il convento domenicano ampia: la storia delle classi e la chiesa di Santa Maria dirigenti e di quelle sudelle Grazie, nel cui rebalterne; la ricostruzione fettorio Leonardo realizzò delle condizioni di vita il Cenacolo, e di fianco delle une e delle altre; la si trovava l’ortaglia che realtà economica lombarLudovico il Moro regalò da, con l’ascesa del ruolo all’artista al termine del di Milano come capitale suo immortale affresco. industriale d’Italia; le viPoco oltre si trova il pacende di piccoli e grandi lazzo Busca-Arconati-Viindustriali, di officine e sconti, ora collegio San di artigiani di alto livello, Carlo, risalente in parte delle nascenti classi boral Cinquecento e in parte ghesi, della tipografia e riconducibile a forme badell’editoria... E, parallerocche e neoclassiche, lamente, la storia della con decorazioni di Andrea medicina, della benefiAppiani. Un quartiere oggi cenza e dell’assistenza, ricco di arte e di storia, che si trasformano da fatto patrimonio dell’Unesco. Sala 1, Entrata in orfanotrofio, Museo Martinitt e Stelline, Milano. singolo ad azione coorNello stabile di Santa (© ASPIMMeSePAT, Museo Martinitt e Stelline) dinata di uno Stato più Maria della Stella nel 1758 presente, le realtà dei sinMaria Teresa d’Asburgo goli assistiti e dei loro benefattori: è un brano di storia collocò un orfanotrofio femminile, trasferendovi le ragazze italiana scritto collettivamente nei documenti d’archivio, nelle orfane della città; l’ente rimase in attività sino al 1973. Da fotografie, nelle raccolte iconografiche e pittoriche, negli qui il nome Stelline; Martinitt erano invece detti gli orfani, oggetti pervenuti con i lasciti, negli immobili ereditati. dal nome dell’oratorio di San Martino nei pressi dell’orfanotrofio Il museo dedicato agli orfani Martinitt e Stelline, per tra Via Manzoni e Via Morone. Accanto allo stabile delle rendere fruibile e immediatamente esperibile a tutti l’esteso Stelline, esisteva tra Sette e Ottocento una casa di proprietà patrimonio storico, documentale e artistico gestito, è stato dell’orfanotrofio: ricostruita con fattezze razionaliste nel 1938, pensato per operare con sistemi completamente interattivi e divenne finalmente la sede del Museo Martinitt e Stelline, multimediali. Il progetto è nato, infatti, dal consapevole nel gennaio 2009. 26 MU UN MUSEO IN 3 PAGINE desiderio di portare alla luce una parte della storia della la sua immagine proiettata può apparire e scomparire sui città, non una storia con la S maiuscola, ma la storia più muri delle sale e può accompagnare e invitare il pubblico sommessa, quotidiana e popolare degli antichi istituti di all’entrata del museo, lungo le scale di accesso… Insomma: assistenza milanesi. la fonte archivistica non si fa soltanto leggere, ma si fa Seguendo il portato del Codice dei Beni Culturali, si è ascoltare, si mostra iconograficamente e si propone per una trattato di restituire al pubblico un bene comune, collettivo, interazione con il suo pubblico. Si tratta di un percorso muossia di consegnare ai cittadini una storia che appartiene seologico costituito da vere e proprie scenografie. loro da secoli. Un bene comune importante nella costruzione Per allestire questa scelta museologica, si è dovuta della coscienza collettiva. superare, ovviamente, la barriera della fruizione legata a un Il percorso museale si snoda attraverso le installazioni supporto “fisico”, ossia ci si è dovuti cimentare con le multimediali e interattive, suscitando l’interesse e a volte la moderne tecnologie, le cui chiavi di volta sono la multimemeraviglia per i documenti d’archivio e le fonti storiche in dialità e l’interattività: i documenti visibili al museo sono generale; l’insieme dei singoli fatti testimoniati dai documenti, per lo più virtuali, riprodotti su monitor, proiettati su schermi, dalle fotografie, dagli oggetti, la voce collettiva delle fonti, toccabili e sfogliabili in ricostruzioni simulate. racconta e descrive la vita, le gesta, i personaggi, la politica, Il prodotto di questo concetto espositivo è un museo l’economia di una società intera in un determinato periodo. multisensoriale, che invita il fruitore alla curiosità e alla Questa voce collettiva tratteggia la storia e diviene espressione ricerca, ne sollecita i sensi e quindi l’attenzione; un museo della nostra società e perche induce all’immedesitanto parte di noi stessi. mazione ideale (ma anche Attraverso l’uso della psicologica) con gli orfani multimedialità la storia e i cittadini dei quali racdella collettività è stata conta la vita quotidiana; portata alla luce, mostrata un museo, comunque, rie disvelata a ogni fruitore. gorosamente fedele e anIl museo diviene così un corato al dato storico. luogo simbolico, dove la Da luoghi privilegiati molteplicità delle fonti per la conservazione di stratificate nei secoli (in preziosi documenti e di grandissima maggioranza opere d’arte, sia l’archivio documentarie, come si è sia il museo sono divenuti, visto, ma anche librarie, nel nostro caso, luoghi artistiche, fotografiche da visitare e da vivere, ecc.) si compenetra e comcon partecipazione e dipendia nel percorso espovertimento e con la forte sitivo, per offrire al fruitore integrazione tra la città e un reale “luogo della mela sua storia. I percorsi Sala 9, I Benefattori, Museo Martinitt e Stelline, Milano. moria”. Non soltanto un multimediali potenziano (© ASPIMMeSePAT, Museo Martinitt e Stelline) museo e non unicamente la capacità di comunicaun archivio. zione attraverso un sisteLa multimedialità consente al documento d’archivio (ma ma interattivo integrato, grazie al quale il pubblico non è anche alla fonte libraria o fotografica) di essere letto da un soltanto spettatore, di immagini, suoni, animazioni, ricostruzioni, attore e riprodotto in sala al fruitore; il documento storico filmati, ma direttamente attore delle azioni proposte nelle può anche essere accompagnato da gigantografie e iconografie installazioni del percorso. di settore che ne mostrino il contenuto; può essere conteL’utilizzo di allestimenti multimediali e interattivi all’interno stualizzato storicamente con l’ausilio di proiezioni filmiche di ambienti museali consente notevoli possibilità espositive: e immagini di storia cittadina; può essere accompagnato da il potere evocativo delle immagini e dei suoni offre una colonne sonore dell’epoca o da rumori fuori scena, che gamma di opportunità che alla parola scritta o al singolo ricordino gli oggetti o i fatti di cui si parla nei documenti reperto sarebbero inevitabilmente negate; le installazioni, stessi; può semplicemente aprirsi virtualmente come un libro inoltre, prevedono un’attiva partecipazione dello spettatore, e invitare il visitatore a sfogliarne le pagine; può concretizzarsi che viene coinvolto e stimolato a scoprire storie di oggetti e nella rilettura scenica dei libri di testo utilizzati nelle scuole; di personaggi passati. MU 27 UN MUSEO IN 3 PAGINE Si tratta di un luogo di eccellenza nel panorama culturale milanese perché, oltre a rispondere a tutti i criteri di scientificità, divulgazione e conservazione, il museo ha la virtù di eliminare ogni possibile barriera nei confronti del fruitore attraverso l’uso degli allestimenti multimediali e interattivi. Percorso espositivo Il pubblico viene introdotto alla visita del museo dalle immagini di Martinitt e Stelline proiettate lungo la scala che porta al primo piano, accompagnate in sottofondo da risate, parole sussurrate, rumori di passi e scalpiccii. Il primo piano La prima sala è dedicata all’ammissione degli orfani e delle orfane nei due istituti: su un monitor interattivo, accanto ai regolamenti del 1865 degli orfanotrofi, appaiono documenti e fascicoli personali dei ragazzi selezionati dal visitatore, mentre su uno schermo scorrono immagini della Milano popolare ottocentesca. Una seconda sala è dedicata alla vita negli orfanotrofi: il pubblico può selezionare su un monitor l’edificio delle Stelline o quello dei Martinitt, scoprendone la disposizione interna degli ambienti, e poi attivare su uno schermo alcuni video di approfondimento, in cui i documenti riportano alla luce spaccati di vita quotidiana. Nella terza sala è ricostruita un’aula scolastica, in cui si svolgono le lezioni di una IV classe elementare dei Martinitt dell’anno scolastico 1872-1873, fedelmente ricostruite attraverso i testi scolastici dell’epoca. Il pubblico può scegliere le materie delle lezioni su uno schermo interattivo, sedersi ai banchi di scuola e interagire con un maestro virtuale che compare di fianco alla lavagna. L’ultima sala è suddivisa in due ambientazioni: la biblioteca e l’archivio. Nella biblioteca il visitatore può sfogliare su un monitor interattivo i testi ottocenteschi di Felicita Morandi e di Emilio De Marchi, che ricoprirono incarichi dirigenziali nei due istituti e scrissero racconti e romanzi appositamente per gli orfani; nell’archivio le postazioni interattive permettono di scoprire, sullo sfondo di un video con immagini d’epoca, le biografie di Martinitt, Stelline e altri personaggi importanti che hanno partecipato alla storia degli istituti. Il secondo piano La prima sala rievoca gli ambienti dell’apprendistato e del lavoro in cui i Martinitt venivano inseriti. Attraverso degli spioncini è possibile ascoltare la corrispondenza dei datori di lavoro, che richiedevano apprendisti all’istituto, mentre un video mostra le realtà artigiane, principale sbocco lavorativo dei Martinitt. Nella seconda sala uno schermo mostra le immagini della città e delle fabbriche milanesi di inizio Novecento. 28 La terza sala è dedicata alla formazione educativa e lavorativa delle Stelline e alle conquiste dei diritti della donna nell’Ottocento. Su di un grande tavolo da lavoro con dei ferri da stiro, appaiono le immagini di indumenti sgualciti accompagnate da un’etichetta, che è il titolo di un argomento associato: “stirando” l’indumento si svelano gli approfondimenti, mentre un video racconta la condizione femminile nell’Ottocento. Le ultime due sale sono dedicate ai benefattori degli istituti: gli ambienti ricostruiscono gli studi di un nobile e di un borghese, con oggetti d’arredo originali e alcuni ritratti alle pareti. Sugli scrittoi compaiono, proiettati, la biografia e i documenti testamentari dei benefattori, mentre in una cornice vuota un video alterna la visione completa dei ritratti con i particolari più significativi. Cristina Cenedella, laureata in Storia Medioevale, specializzata alla Scuola APD di Milano, docente dell’Università Cattolica, dirige il Museo Martinitt e Stelline. Bibliografia Andreini A. (a cura di), 2010 - Il museo che accoglie. Firenze. Baio Dossi E., 1994 - Le Stelline. Storia dell’Orfanotrofio femminile di Milano. Franco Angeli, Milano. Biscottini P. (a cura di), 1990 - Duecento anni di solidarietà milanese nei cento quadri restaurati da Trivulzio, Martinitt e Stelline. Milano. Bodo S. (a cura di), 2000 - Il museo relazionale. Riflessioni ed esperienze europee. Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, Torino. Canella M., Cenedella C. (a cura di), 2007 - La vita fragile. Dipinti, ambienti, immagini di Martinitt, Stelline, Pio Albergo Trivulzio nella Milano del lungo Ottocento 1815-1915. Catalogo della mostra. Galleria Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline, 14 settembre - 27 ottobre 2007. Nexo, Milano. Cirifino F., Giardina E., Rosa P. (a cura di), 2011 - Studio Azzurro. Musei di narrazione, percorsi interattivi e affreschi multimediali. Silvana, Cinisello Balsamo. Karp I., Mullen Kreamer C., Lavine S.D. (a cura di), 1995 Musei e identità. Politica culturale delle collettività. CLUEB, Bologna. Perin L., 2007 - Cose da museo. Avvertenze per il visitatore curioso. Elèuthera, Milano. Severino F. (a cura di), 2007 - Comunicare la cultura. Franco Angeli, Milano. Museo Martinitt e Stelline • Corso Magenta 57, 20123 Milano • http://www.museomartinittestelline.it MU