Collegio Superiore dell'Università di Bologna
I beacon e i musei
Una tecnologia innovativa
al servizio dei beni culturali
di
Fabrizio Lusani e Matteo Marengo
Introduzione
Negli ultimi anni il numero di persone che posseggono uno smartphone è
sempre stato in costante aumento, sia nelle nuove generazioni che tra le persone
più anziane. La tecnologia sta dunque sempre più entrando nella vita quotidiana di
ognuno, e questo comporta anche un modo diverso di relazionarsi con
l'informazione, lo scambio di conoscenze e dati, le arti, la pubblicità e in definitiva
con la cultura, sia quella che viene creata oggi sia quella appartenente alle epoche
passate. L'uso vastissimo infatti che si può fare dei nuovi mezzi tecnologici, e in
particolare smrtphone e tablet, ha un fattore comune, che è la ricerca
dell'immediatezza. Ormai dal proprio telefono si possono effettuare operazioni di
qualsiasi tipo con pochi passaggi: acquisti online, operazioni bancarie, lettura di
articoli o libri (attraverso ad esempio un'app come Amazon Kindle), condivisione
sui social, ascolto di musica di qualsiasi genere, persino guardare interi film.
Questo comporta che molte istituzioni tradizionali, ad esempio la scuola o, in
questo caso, i musei, stiano tentando in questi anni di cambiare il proprio modo di
comunicare con il pubblico, per ottenere una comunicazione più adatta a questo
nuovo modo di vivere la tecnologia e l'informazione.
Soprattutto nel caso dei musei, l'aiuto è venuto dalla tecnologia iBeacon, che
ha permesso una grande innovazione, non ancora esplorata in tutte le sue
possibilità, riguardo ai modi in cui le persone possono visitare le strutture e
conoscere le diverse opere al suo interno. La tecnologia iBeacon indica nello
specifico il sistema brevettato da Apple nel 2013 1, e consiste principalmente
nell'interazione che viene sviluppata tra Beacon, smartphone (o tablet) degli
utenti, app installate, rete wi-fi locale e contenuti online. La prima parte di questa
catena, cioè la comunicazione tra Beacon e smartphone, è quella sicuramente più
innovativa e che ci interessa ora rendere chiara per comprendere meglio i casi
analizzati in seguito.
Prima di tutto cominciamo con una definizione di beacon: essi sono piccoli
apparecchi con una batteria che può durare fino a 2-3 anni che utilizzano la
tecnologia Bluetooth per comunicare con altri dispositivi a loro vicini, fino a un
raggio di 100 metri. La tecnologie Bluetooth qui impiegata è quella definita sotto
1
https://meetingofideas.files.wordpress.com/2013/12/ibeacons-bible-1-0.pdf;
http://www.forbes.com/sites/homaycotte/2015/09/01/beacon-technology-the-what-whohow-why-and-where/#24a37bc4fc19
l'acronimo BLE: "Bluetooth Low Energy" 2. Rispetto alle versioni precedenti, i
dispositivi BLE hanno un consumo limitato di energia e si limitano ad inviare
pacchetti dati molto ristretti3, dei semplici input che vengono ricevuti e rielaborati
dalle app installate sul dispositivo destinatario. I Beacon possono servire in diversi
contesti, e per diverse funzioni anche nello stesso ambiente: nel caso dei musei,
essi possono servire sia ad aiutare il visitatore ad orientarsi durante la propria
visita, nel caso stia seguendo un percorso preciso, sia per indicargli i materiali
extra dedicati alle singole opere o sale. Come abbiamo detto però i diversi beacon
non contengono suddetto materiale: la loro funzione infatti è quella di permettere
alle persone che si trovano nel suo raggio di azione di accedere alle informazioni
relative a quell'area, sempre che possiedano l'applicazione adatta a scaricarle.
Questo significa, ad esempio, che all'interno di un museo solo chi ha sul proprio
cellulare l'applicazione dedicata a quella determinata struttura potrà effettivamente
comunicare con i beacon, e accedere quindi ai materiali online.
Oltre ad iBeacon, anche Google nel corso del 2015 ha rilasciato un proprio
"profilo" beacon, chiamato Eddystone, che si caratterizza per essere compatibile
con diverse piattaforme, in particolare Android e Windows Phone.
Grazie alla versatilità di questa tecnologia, i campi di applicazioni sono
numerosi. Tra i molti usi spiccano quelli nei musei, di cui ci occuperemo, quelli
nei centri commerciali e quelli negli aeroporti. Per quanto concerne quest'ultimo
caso, un esempio significativo è l'areoporto di San Francisco, che ha adottato
questa tecnologia per creare una mappa dell'edificio e guidare così le persone al
suo interno. Inoltre i beacon possono essere utilizzati per tracciare i bagagli.
Nell'ambito commerciali i beacon sono utilizzati per aiutare a trovare parcheggio
nei pressi di grandi centri commerciali, oppure per proporre offerte o dare consigli
ai clienti, come fanno ad esempio negli USA Macy’s, grande distributore al
dettaglio, o Lord & Taylor, antico negozio di lusso. Negli USA è tra l'altro
diffuso l'uso dei beacon negli stadi, applicazione che in Italia si ha solo a Perugia.
Molti sono infine i musei che adottano i beacon per rendere più dinamica ed
interattiva la visita. Di seguito vengono esposti una serie di casi di applicazione
che danno un'idea di come questa tecnologia si stia diffondendo nell'ambito della
valorizzazione dei beni culturali e come stia dando risultati interessanti.
2
Faienza Antonio, “Progettazione ed Implementazione di un sistema di localizzazione di
oggetti tramite Beacon”, 2016
3
http://www.ibeacon.com/what-is-ibeacon-a-guide-to-beacons/
Reggia di Venaria
La Venaria è l'app ideata per accompagnare i visitatori durante la visita della
reggia di Venaria e dei suoi grandi giardini, realizzata da Smart Beacon per
sistemi Android e IOS. L'app è scaricabile tramite Wi-Fi, gratuito all'interno dellla
Reggia1, e permette di accedere a diverse funzioni: dal menù principale si può
accedere alla sezione news, che invia notifiche a seconda degli eventi e ai servizi
che offre la reggia, alla mappa generale dei diversi edifici e dei giardini, e a tre
sezioni separate, dedicate alle diverse parti visitabili: una dedicata al piano della
servitù (il seminterrato), una al piano principale, cioè quello "nobile" dove sono
raccolte la maggior parte delle opere appartenenti alla collezione sabauda, e infine
i giardini. Vi è infine persino una sezione coupon, che permette, quando l'utente si
avvicina a determinati beacon, di ottenere sconti su alcuni prodotti disponibili nel
negozio souvenir della reggia.
Concentrandosi sulla parte dedicata alla vera e propria visita, l'app si qualifica
come una sorta di navigatore visto che, data la brevità delle schede informative
messe a disposizione2, il suo scopo principale non sembra essere quello di rendere
disponibili agli utenti informazioni particolarmente dettagliate o specifiche.
1
http://www.mole24.it/2016/06/22/la-reggia-venaria-diventa-wifi-free/
2
http://www.lavenaria.it/web/it/component/hwdvideoshare/visualizzavideo/169/la-venariareale/app-la-venaria.html
Infatti i beacon non sono posti in corrispondenza di ogni opera (operazione che
sarebbe stata quasi impossibile, e molto dispendiosa a livello economico), ma solo
delle sale più importanti della reggia, o dei punti dei giardini più spettacolari e
rilevanti. Queste informazioni sono scaricabili soltanto quando ci si trova in
prossimità dei beacon di riferimento, ma rimangono accessibili anche dopo
l'uscita dal museo3: in questo modo il visitatore è spinto a visitare l'intera reggia in
ogni sua area, e nell'app resta una sintesi del percorso effettuato personalmente.
Per facilitare tale obiettivo, l'app affianca a queste informazioni anche una mappa
e delle indicazioni per procedere, simili appunto a quelle presenti in una visita
guidata classica. Purtroppo la qualità delle schede, come già detto, non è
altissima, data la loro brevità e a volte genericità.
Nonostante questo, il giudizio non può che essere positivo, data l'interfaccia
molto "user friendly" e coinvolgente (attraverso la possibilità di accumulare
coupon sconto e sbloccare di volta in volta i contenuti extra), la traduzione in tre
lingue (italiano, inglese e francese) e l'evoluzione continua che sta interessando
l'app4, almeno secondo quanto dichiarato da Giovanni Quaranta, uno degli
sviluppatori di Smart Beacon.
3
http://www.lavenaria.it/web/it/multimedia/mobile/app-la-venaria.html
4
http://www.macitynet.it/il-turismo-alla-reggia-di-venaria-e-digitale-con-lapp-di-smartbeacon/
Museo del Novecento a Firenze
L'applicazione del Museo del Novecento di Firenze, premiata nel luglio 2015
all'evento annuale SMAU (stati generali dell'innnovazione toscana) come miglior
app1, si caratterizza rispetto alle altre qui prese in considerazione per diversi
elementi: essa infatti non è stata pensata come un applicazione destinata ai
dispositivi degli utenti, ma è possibile accedervi grazie ai tablet presenti
liberamente all'interno del museo, oppure noleggiabili all'ingresso della mostra (al
costo di 5€2). Questa scelta permette di avere una grande ricchezza e varietà nei
contenuti disponibili, e non pone problemi di archiviazione dei contenuti sui
cellulari dei visitatori, ma limita la facilità di accedervi da parte di questi ultimi.
Come riportato sulla scheda di presentazione del progetto sul sito di SMAU
20153: "Attualmente la guida del museo contiene 6.9 GB di materiale
multimediale e un totale di circa 20.000 oggetti multimediali (testi, foto,
riproduzioni audio, riproduzioni video) con traduzioni in 6 lingue (italiano,
inglese, francese, tedesco, russo e giapponese)". Ciò appunto rende l'applicazione,
chiamata Museo900, superiore rispetto a molte altre per contenuti, accessibilità ai
turisti stranieri, e tecnologia generale, ma questo perchè l'app si avvicina molto di
più ad una postazione interattiva mobile che alle altre disponibili gratuitamente e
scaricabili in ogni momento sul proprio cellulare. Anche per questo Museo900
non consente, ad esempio, di accedere a questi contenuti comodamente da casa,
dopo essere usciti dal museo.
1
http://www.smau.it/firenze15/success_stories/firenze-guida-museo900-unapp-perpotenziare-la-visita-ai-musei/
2
http://www.museonovecento.it/info/
3
http://www.smau.it/firenze15/success_stories/firenze-guida-museo900-unapp-perpotenziare-la-visita-ai-musei/
Il sistema beacon ha un suo ruolo principalmente come "aiuto alla
navigazione" degli spazi interni interagendo con le guide multimediali a noleggio,
che si comportano in modo simile a quello di altri casi: avvicinandosi ad un
beacon, viene inviato un segnale alla guida che in modo molto immediato, poichè
non deve scaricare nulla da wi-fi e contiene già tutte le informazioni extra sulle
opere, indica all'utente tramite notifica la possibilità di accedere al materiale
multimediale su quella singola area o opera.
Per la varietà multimediale e ricchezza dei contenuti, l'app sviluppata al Museo
del Novecento si può considerare veramente come un "secondo museo", cioè
un'esposizione a sè stante che rinnova molto il modo di visitare la struttura, e che
raccoglie schede di alta qualità che aiutano i visitatori a essere veramente
coinvolti nella storia dell'arte contemporanea. Va ricordato inoltre che la maggior
parte di questi materiali viene dagli archivi e dalle collezioni che hanno reso
possibile la nascita stessa del Museo del Novecento, e che non sarebbero
accessibili al grande pubblico altrimenti4.
4
http://www.museonovecento.it/premiata-lapp-del-museo-novecento/
Il progetto App-guida del museo nasce all'interno di un progetto più ampio,
volto a favorire un nuovo sistema informativo nelle aree turistico culturali: il
SICS5, che si è posto l'obbietivo di rinnovare il modo di vivere e visitare Firenze
dal punto di vista tecnologico (nel primo caso potenziando le aree con accesso wifi libero, nel secondo attraverso il posizionamento di diverse postazioni
multimediali nei luoghi di interesse). Lo sviluppo del SICS (Sistema Informativo
della Città dei Saperi), nato nel 2014, è stato finanziato dal comune di Firenze e il
principale incaricato è il centro di servizi Linea Comune S.p.a. 6, che è anche il
principale autore dell'app guida del Museo del Novecento.
Oltre all'app "interna" del museo, nel corso del 2016 è stata resa disponibile
anche un'altra app per sistemi IOS chiamata INMAPS7, che permette di avere un
parziale accesso all'enorme mole di materiali di Museo900: essa è stata creata
all'interno del iniziativa, sempre del comune di Firenze, chiamata INNOVecento,
che ha coinvolto diverse aziende, ognuna delle quali ha creato un proprio
contributo a favore dell'innovazione nell'ambito della conservazione dei beni
artistici e culturali8. INMAPS ha un funzionamento simile alle app sviluppate in
altri musei: può essere scaricata gratuitamente dall'Itunes Store, e permette di
accedere ai contenuti multimediali quando ci si trova nelle vicinanze di un beacon
all'interno del museo. Purtroppo l'applicazione è ancora limitata, come scritto
nella descrizione dell'Itunes Store, ad una selezione ristretta di opere, ma si spera
che il suo sviluppo venga continuato, magari creando anche una versione per
Android e Windows Phone, così da permettere a tutti di accedere gratuitamente a
questa nuova parte del patrimonio artistico del Museo fiorentino.
5
http://www.smau.it/firenze15/success_stories/firenze-guida-museo900-unapp-perpotenziare-la-visita-ai-musei/
6
http://www.smau.it/firenze14/success_stories/sistema-informativo-citta-dei-saperi-unarete-digitale-evoluta-per-regalare-al-turista-una-firenze-a-misura-dei-propri-interessi-ilcomune-di-firenze/, http://www.lineacomune.it/attivita-a-progetto
7
https://itunes.apple.com/it/app/inmaps-museo-novecento/id1100718607?mt=8
8
http://www.archeomatica.it/musei/innovecento-il-museo-novecento-di-firenze-apre-unlaboratorio-dedicato-alle-tecnologie-per-beni-culturali; documento ufficiale riguardo
all'iniziativa INNOVecento:
http://www.comune.fi.it/materiali/bandi/altri_bandi_e_avvisi_2015/20150312_AvvisoIN
NOVecento.pdf
ETT S.p.A.
ETT S.p.A. è un'azienda italiana nata a Genova nel 2000 che si occupa di
innovazione tecnologica e culturale, sviluppo software e consulenza. Grazie ad un
approccio multidisciplinare opera in diversi ambiti applicativi, in particolare
Smart Governance, New Media, Research & Innovation e ICT Consulting.
Attualmente impiega più di 100 persone, possiede, oltre alla sede principale a
Genova, sedi distaccate a Roma, Milano, Pescara, Palermo e Napoli, nonché una
filiale a Londra e ha seguito circa 250 clienti per un totale di 750 progetti.
Quest'impresa ha saputo cogliere la sfida dei beacon, applicandone la tecnologia
in molti dei suoi progetti, in particolar modo in quelli relativi alla valorizzazione
del patrimonio artistico italiano.
Di seguito si presentano i casi più recenti e significativi.
Gallerie dell'Accademia di Venezia
Il 9 maggio del 2015 nelle Gallerie dell'Accademia sono state aperte, in un'ala da
anni chiusa al pubblico, 5 nuove sale che offrono un percorso di visita innovativo
frutto di un progetto voluto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo che ha visto impegnati Venetian Heritage come coordinatore, Samsung
come provider tecnologico e co-finanziatore e la ETT per quanto riguarda gli
allestimenti multimediali.
Le Gallerie dell'Accademia occupano la sede della Scuola Grande di Santa Maria
della Carità, antica confraternita laica veneziana. Il museo ospita dipinti di artisti
veneziani e veneti che coprono un arco temporale che corre dal Trecento al
Rinascimento per arrivare fino al Settecento, artisti del calibro di Bellini,
Giorgione, Tintoretto, Tiziano, Tiepolo e Canaletto.
All'ingresso sei monitor da 32'' accolgono il visitatore offrendo informazioni
sull'allestimento delle sale e sulle opere in esse esposte (autore, stile, collocazione
precedente all'interno della città) e consigliano una serie di percorsi tematici che
possono essere scaricati sul proprio dispositivo mobile.
In ognuna delle tre sale espositive sono invece presenti due monitor touch, uno
statico e l'altro interattivo. Quello statico presenta la sala e le opere in essa esposte
con una grafica che non distrae il visitatore dalla visione dei quadri. La lingua
impostata di default è l'italiano, ma con un semplice tap può essere cambiata.
Quello interattivo, invece, consente al visitatore di approfondire le diverse opere,
osservando i particolari più minuti grazie alla possibilità di visualizzare sullo
schermo e ridimensionare immagini ad elevata risoluzione.
Vi è infine una sala caratterizzata da un videowall formato da 9 schermi che
mostra un tour virtuale che illustra la storia e l'evoluzione della struttura
dell'Accademia e dell'Insula nel tempo.
Al visitatore è inoltre fornito un ulteriore strumento per rendere la visita
maggiormente divertente, dinamica ed istruttiva: l'app mobile già installata su
tablet Galaxy Tab noleggiabili in sito o scaricabile sui dispositivi personali nelle
versioni per Android e per iOS. Quest'app, disponibile in lingua italiana e inglese
e adattabile secondo tre diversi profili (Bambino 1, Ragazzo2, Adulto), offre
contenuti dedicati alle varie fasce d'età, consentendo anche ai più piccoli di
apprezzare la visita.
L'app è realizzata con il linguaggio nativo Objective C per iOS e con quello Java
per Android e presenta contenuti elaborati con Unity 3D
Per quanto riguarda i profili Bambino e Ragazzo, questi offrono 4 giochi (presenti
anche nel profilo Adulto): Puzzle, Memory, Caccia al tesoro e Trova le differenze.
Naturalmente in base al profilo cambiano la difficoltà e il grado di interazione con
il museo vero e proprio, ad esempio in quelli Ragazzo e Adulto si richiede di
utilizzare la fotocamera per individuare le opere all'interno dell'esposizione al fine
di risolvere i quiz.
Per quanto concerne invece il profilo Adulto, esso propone, oltre ai suddetti
giochi, percorsi tematici, scaricabili anche nella prima sala attraverso l'apposito
QR Code, e schede di approfondimento delle opere (descrizione, informazioni
tecniche, biografia dell'autore e bibliografia di riferimento) con contenuti anche
multimediali. Uno di questi utilizza la fotocamera del dispositivo: puntandola su
alcune opere e toccando lo schermo, è possibile grattare via uno strato e scoprire
ciò che i restauri e le analisi ai raggi X hanno individuato.
Grazie ai beacon il visitatore può ricevere, appena entra in una sala, le
informazioni relative alle opere in essa contenute, senza doverle cercare nell'app.
1
5-10 anni
2
11-16 anni
Museo della Scienza Leonardo Da Vinci
Sicuramente uno dei casi più complessi e importanti in Italia, il sistema di
beacon installato nel museo della scienza di Milano nasce all'inizio del 2015 in
corrispondenza con i preparativi cittadini per l'EXPO. In linea con questo grande
evento, sicuramente uno degli obiettivi principali del progetto è stato quello di
contribuire all'innovazione tecnologica della città, e di creare un modello per un
modo nuovo di vivere e visitare i musei italiani. Inoltre quest'app rientra in una
più grande strategia di sviluppo e arricchimento del museo, che vuole rendere il
digitale un "tessuto connettivo, che unisce le molteplici finalità, anime e attività
del Museo, le rinnova, le potenzia e le pone in dialogo regalando all’istituzione e
ai suoi fruitori nuove opportunità"1. Va ricordato che il Museo della Scienza di
Milano è il più grande museo dedicato al sapere scientifico in Italia, ma la sua
collocazione non è stata creata per questo scopo: esso si trova infatti all'interno di
un ex-monastero, la cui struttura, caratterizzata da grandi ali separate tra loro, non
favorisce certamente una visita organica e intuitiva delle mostre.
Il progetto, sviluppato con il supporto dalla ETT e con finanziamenti da parte
del comune di Milano e di Samsung Italia 2, si pone per questo molti ambiziosi
obiettivi, sia per l'importanza del museo, sia per i molti problemi a cui ha cercato
di porre rimedio. L'applicazione cerca dunque di essere veramente una guida non
solo nella scoperta delle singole installazioni, ma anche della struttura fisica del
museo: ciò è possibile grazie al modo in cui è stata gestita la creazione dei
"percorsi", sicuramente una delle parti più innovative dal punto di vista tecnico,
nonché quella più personalizzabile dal singolo utente.
1
Vedi cartella stampa del progetto su
http://www.museoscienza.org/areastampa/museoscienzapp/
2
http://www.archeomatica.it/musei/museoscienzapp-l-app-con-tecnologia-beacon-delmuseo-nazionale-della-scienza-e-della-tecnologia-di-milano e
http://www.ettsolutions.com/ProjectDetails.aspx?id=252
Ma andiamo con ordine: gli inizi di MuseoscienzApp sono nel 2014, ed è il
progetto gemello alla realizzazione della nuova ala del museo dedicata allo
spazio3, inaugurata il 28 ottobre 2014.
In questa nuova esposizione, realizzata sempre da ETT, viene appunto
sperimentato un nuovo modo per visitare il museo, più interattivo e con varie
postazioni provviste di giochi e altri strumenti interattivi per esplorare il museo e
gli oggetti della mostra4. La nuova ala fa parte appunto di un progetto lungo oltre
un anno che si chiuderà il 21 gennaio 2015, il giorno del lancio ufficiale di
MuseoscienzApp5. Al termine di questi lavori, grazie anche ai finanziamenti di
Samsung, nel museo sono stati installati circa 300 beacon dal raggio di interazione
di 70 metri, così da avere una copertura di campo sufficiente per i 25.000 metri
quadrati su cui si estende il museo, e quindi creare una mappatura completa della
struttura grazie alla tecnologia BLE6. Inoltre già negli anni precedenti a questo
progetto era presente all'interno della struttura una rete wi-fi gratuita e facilmente
accessibile dagli utenti, che quindi possono scaricare i contenuti aggiuntivi
direttamente all'interno del museo, senza alcun costo aggiuntivo. Inoltre l'app è
stata rilasciata fin da subito sia in italiano che in inglese, rendendo più accessibile
il museo anche per i visitatori stranieri.
3
http://www.museoscienza.org/gallery/gallery.asp?gallery=189
4
http://www.ettsolutions.com/News.aspx?id=733
5
Vedi il comunicato stampa su http://www.museoscienza.org/areastampa/museoscienzapp/
6
http://www.pcprofessionale.it/news/i-beacon-sbarcano-al-museo-della-scienza-e-dellatecnologia-di-milano/
MuseoScienzApp, L'applicazione del museo, è divisa in diverse sezioni,
corrispondenti ai diversi servizi che offre ai clienti: c'è una parte legata alle novità,
che contiene informazioni sulle mostre temporanee e sulle conferenze, una parte
in cui è organizzata la vera e propria "guida" al museo, in cui si inseriscono i
contenuti scaricabili riguardo le singole opere e le informazioni sulle diverse
mostre permanenti, poi vi sono le due parti più interessanti: quella dedicata ai
percorsi e l'ultima dedicata alla funzione navigatore. In queste sezioni,
strettamente collegate, l'utente ha varie opzioni: la prima è seguire uno dei
percorsi tematici creati dagli sviluppatori, che permettono di visitare in modo
completo una singola ala del museo, ad esempio la già citata ala dedicata allo
spazio; oppure il visitatore può decidere egli stesso i propri punti di interesse, ed
essere semplicemente aiutato a raggiungerli grazie al navigatore interno
all'applicazione. Qualsiasi opzione si scelga, il visitatore verrà accompagnato
dall'app fino al punto da lui indicato, che sia l'inizio di una mostra o una specifica
opera, e, all'arrivo, il beacon più vicino invierà una notifica che indicherà la
possibilità di scaricare il materiale online riguardo l'opera interessata 7. Questo
sistema personalizzabile è sicuramente una grande conquista del lavoro realizzato
da ETT e dal personale del museo, e si basa sulla continua comunicazione che si
crea tra beacon, dispositivi dell'utente e wi-fi interno al museo.
Come affermato nel comunicato stampa del 21 gennaio 2015, MuseoscienzApp
è "il più ampio e ambizioso progetto mobile con tecnologia beacon che ad oggi sia
stato realizzato in un museo a livello internazionale"8.
7
http://www.museoscienza.org/news/dettaglio.asp?idnotizia=919
8
http://www.museoscienza.org/areastampa/museoscienzapp/
Mercati di Traiano
Il Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano ha ospitato per due mesi, a
partire dal 14 ottobre 2015, il progetto “Museo Glass Beacon: il museo per il
futuro”, realizzato dalla ETT in collaborazione1 con Mirko Di Ciaccio, vincitore
del bando “Cultura Futura” promosso dalla Regione Lazio.
Questo progetto ha previsto l’uso di 14 beacon collocati in corrispondenza di
altrettanti punti di interesse dislocati nel primo e nel secondo piano dei Mercati,
nonché all’esterno sulla prima terrazza e su Via della Torre. Questi beacon
trasmettevano ai 9 glass, visori a realtà aumentata messi gratuitamente a
disposizione dei visitatori, contenuti di vario genere in lingua inglese ed italiana,
in particolare audio, video e ricostruzioni 3D e 2D.
I contenuti hanno dato vita alle opere esposte, dando l’impressione che fossero i
personaggi stessi a raccontare la propria storia: Apollodoro di Damasco,
l’architetto del Foro di Traiano, introduceva i Mercati ai visitatori, la statua di
Costantino e quella di Provincia raccontavano la storia del proprio ritrovamento e
il Dace illustrava le campagne daciche dell’imperatore.
Durante i due mesi di attività sono stati raccolti i pareri di 97 visitatori italiani e di
18 visitatori stranieri e questo sondaggio ha permesso di comprendere meglio la
disposizione del pubblico nei confronti di questo genere di iniziative, anche in
vista di applicazioni future.
1
Hanno inoltre contribuito l’Assessorato alla Cultura e allo Sport di Roma, la
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la Direzione del Museo, la RAI, l’istituto
per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali (ITABC) del CNR
Degli italiani2 quasi la metà aveva già visitato musei con allestimenti multimediali
e più del 75% si è stato soddisfatto nelle sue aspettative. L’utilizzo dello
storytelling e delle ricostruzioni 3D abbinato a questo tipo di tecnologia è stata
particolarmente gradita dal pubblico, anche in funzione di un maggior
coinvolgimento del pubblico giovane. Resta da migliorare l’audio, la ricezione dei
beacon per un avvio più rapido ed efficace dei contenuti e l’ergonomia dei glass
per permetterne l’utilizzo anche a chi porta occhiali da vista.
Il pubblico straniero3 è risultato meno uso a questo tipo di allestimento museale 4, è
rimasto totalmente soddisfatto e, oltre ai consigli condivisi con gli italiani, ha
suggerito di rendere disponibili i contenuti in più lingue.
La particolare congiuntura tra storytelling e tecnologia (glass e beacon) si è
rilevata decisamente vincente. II visitatori hanno potuto vivere un’esperienza
immersiva e al tempo stesso educativa ed il museo ha avuto la possibilità, grazie
al suo approccio innovativo, di entrare nella rete di eccellenza V-Must5.
A questo progetto sono stati associati 10 incontri per le scuole con l’obiettivo di
sensibilizzare gli studenti all’applicazione delle tecnologia per la valorizzazione
del patrimonio artistico e culturale.
2
Il 43,8% di essi è composto da giovani tra i 18 e i 30 anni, seguiti dagli adulti tra i 31
e i 45 anni
3
La maggior parte del campione studiato è costituito da giovani tra i 18 e i 30 anni
4
Per l’88,9% dei visitatori stranieri questa è stata la prima esperienza multimediale
all’interno di un museo
5
Un progetto internazionale dedicato ai musei virtuali sponsorizzata dall'Unione
Europea
Acquario di Genova
In occasione del 25° anniversario dell’Acquario di Genova1, forse il più grande in
Europa e tra i primi dieci a livello mondiale, la Filmmaster events ha ideato un
progetto di rinnovamento dell’offerta espositiva. In questo contesto la ETT si è
occupata della realizzazione di due nuove sale e un’app mobile innovativa basata
sulla tecnologia beacon, cioè la parte di maggior interesse di questo progetto che
ha previsto anche il rinnovo delle aree esterne, dei due negozi di souvenir e della
ristorazione.
La prima sala è quella multimediale dedicata al Fish-making, che presenta tre
postazioni di gioco touch screen ove il visitatore può realizzare il proprio pesce
ideale ed immergerlo nell’ambiente marino più adatto, potendolo poi osservare in
una delle due vasche virtuali collocate di fronte alle console. E' inoltre scaricabile
a partire dall'app mobile dell'Acquario una versione del gioco per smartphone e
tablet che permette di continuare a giocare anche a casa.
La seconda è quella Abissi VR, una delle prime installazioni permanenti di realtà
virtuale in Italia ed in Europa, che con visori Samsung Gear VR e poltrone dotate
di audio permette al visitatore di esplorare gli abissi oceanici attraverso
un’esperienza totalmente immersiva.
1
L’Acquario di Genova è stato inaugurato nel 1992
Infine l’applicazione mobile, nelle sue versioni per Android e iOS per smartphone
e tablet, consente l'acquisto dei biglietti, fornisce un calendario degli incontri con
lo staff, indicazioni stradali e per il parcheggio, aggiorna sulle news relative alle
attività dell'Acquario, risponde alle domande più frequenti e costituisce una vera e
propria guida digitale. Come guida, l'app accompagna il visitatore offrendo le
piante dei tre piani in cui si articola l'edificio segnalando percorsi di visita relativi
a tre profili: biologo marino, esploratore e capitano Nemo. 25 beacon sono stati
collocati nei principali punti di interesse e tramite l’app inviano ai dispositivi dei
visitatori schede di approfondimento, audio e video, consentendo ai fruitori
dell'acquario di orientarsi e di vivere un’esperienza maggiormente formativa.
Ultraviolet
Ultraviolet è un'altra importante azienda italiana impegnata nel campo dei
beacon, ma non solo. Si occupa infatti anche di progettazione Web, creazione di
App e di Internet of Things. La sua dinamicità è stata coronata dalla vittoria
nell'ambito dell'edizione emiliana 2013 della StartCup.
Ultraviolet ha sviluppato la piattaforma IMApp, che sfrutta la tecnologia
iBeacon. IMApp si compone di un pannello di controllo per la gestione dei
contenuti e di un'app per Android e iOS.
L'obiettivo della piattaforma è quello di offrire uno strumento utile tanto ai
visitatori di una mostra, di un museo o persino di una città, quanto ai gestori. Essa
permette ai visitatori di orientarsi e trovare rapidamente le opere e i luoghi di
interesse e di fruire dei suoi contenuti sia prima, sia dopo la visita, in quanto
questi restano salvati sul dispositivo. Ai gestori, invece, dà la possibilità di
raccogliere dati relativi al pubblico (provenienza, gradimento delle opere, ecc.) e
di migliorare la propria interazione con esso facilitando iniziative di gamification
e di potenziamento dell'offerta formativa. I gestori sono infatti in grado di
monitorale in tempo reale l'afflusso e i comportamenti dei visitatori all'interno
dell'area mappata dai beacon. L'app offre infine pubblicità gratuita, dando modo al
visitatore di condividere la propria esperienza sui principali social, e riduce
notevolmente i costi legati al predisporre audio guide tradizionali, i cui contenuti
non possono essere aggiornati con la stessa facilità con cui possono essere
modificati nell'app.
Di seguito si illustrano alcuni dei progetti realizzati.
Musei di Palazzo Farnese
La prima esperienza italiana di applicazione della tecnologia iBeacon in un
museo si è avuta nei Musei civici di Palazzo Farnese a Piacenza, un complesso
museale che si articola all'interno del palazzo cinquecentesco e della cittadella
trecentesca.
49 beacon sono stati distribuiti inizialmente solo all'interno dell'appartamento
nobile, con lo scopo di sperimentare la nuova tecnologia. L'app era scaricabile
attraverso il QR code collocato all'ingresso o dal sito del museo e forniva al
visitatore una serie di contenuti aggiuntivi che venivano visualizzati sul
dispositivo non appena il visitatore si avvicinava all'opera dotata di beacon. Una
mappa permetteva l'orientamento all'interno delle sale indicando quali fossero le
opere arricchite dai beacon e come raggiungerle.
Inizialmente in lingua italiana, l'app è stata aggiornata con una versione in
inglese e poi sostituita nel 2015 dall'app Piacenza, di cui parleremo in seguito.
Il peso notevole dei contenuti dell'applicazione e l'elevato consumo energetico
richiesto costituivano i difetti di quest'app, che si adattava più a dei tablet
noleggiabili che ai dispositivi personali dei visitatori. Nel complesso, però, come
prima sperimentazione italiana, è stata decisamente un successo.
Kit del turista
Kit del turista è l'applicazione creata da Ultraviolet in occasione dell'European
Tourism Forum, svoltosi il 30 e il 31 ottobre del 2014 a Napoli presso il Museo di
Capodimonte e il Museo MADRE, Museo d’Arte contemporanea DonnaREgina.
L'evento, organizzato dalla Commissione europea e dalla presidenza italiana
dell'UE, ha visto la partecipazione dei ministri dei 28 Paesi dell'Unione Europea
ed ha trattato, tra le varie questioni, anche la digitalizzazione e l'innovazione nel
settore del turismo.
L'app aveva l'obiettivo di fornire informazioni sia sulle conferenze e i dibattiti
del Forum, sia sulle collezioni presenti nei due musei. La mappa disponibile
sull'app ha permesso ai partecipanti di orientarsi nei due spazi museali, le cui
opere potevano essere consultate direttamente sul dispositivo, segnalate anche
attraverso l'innovativo sistema di beacon.
Kartell Museum
Kartell Museum è un'app per iOS e Android sviluppata da Ultraviolet, in
collaborazione con Applix, che guida i visitatori alla scoperta del Museo Kartell,
fondato nel 1999 e collocato alle porte di Milano. Grazie agli 8000 oggetti, ai
5000 disegni e alle 15000 fotografie che lo rendono uno dei più importanti musei
d'impresa del mondo, esso illustra la storia dell'azienda che ha dato l'avvio alla
“cultura della plastica” mostrandone l'evoluzione nelle tecnologie produttive, nel
tipo di materiali plastici lavorati e nelle strategie di comunicazione e
distribuzione.
Attraverso i piccoli beacon associati a vari oggetti, quando il visitatore si
avvicina per osservare viene riconosciuto e sul suo dispositivo compaiono
automaticamente descrizioni, immagini e video che gli consentono di
approfondire la storia e le caratteristiche del materiale esposto.
L'app mette anche a disposizione dell'utente una mappa interattiva dell'area
museale, dove può individuare gli oggetti che possono offrire contenuti
multimediali e con la quale può ricevere informazioni sul percorso migliore per
raggiungere gli oggetti di interesse. Alcuni percorsi di visita (es. visita completa o
visita breve) sono già presenti nell'app per facilitare e rendere più gradevole la
fruizione del museo. Vi è poi un motore di ricerca che, secondo i criteri anno,
designer e oggetto, permette di esplorare ulteriormente il museo, anche prima o
dopo la visita, ed una sezione news per restare aggiornati sulle iniziative del
museo.
Piacenza
La città di Piacenza, dopo il successo nei Musei di Palazzo Farnese di cui si è
già discusso, ha deciso, nel maggio del 2015, in concomitanza con l'apertura di
Expo Milano, di estendere il progetto all'intera città creando un'app utile non solo
ai turisti, ma anche ai cittadini che vogliono vivere al meglio la propria città e
restare aggiornati sulle news legate a eventi culturali e di altro genere.
Innanzi tutto l'app offre una mappa interattiva che presenta percorsi tematici
attraverso i principali punti di interesse storico-artistico, i quali possono anche
essere selezionati singolarmente, salvati tra i preferiti e raggiunti dall'utente, che
viene guidato dall'app come da un navigatore. I punti di interesse sono sempre
correlati da una descrizione e da eventuali contenuti multimediali e possono
essere condivisi sui principali social network.
Oltre ai 39 beacon dislocati in tutta la città, la tecnologia iBeacon porta l'app
anche all'interno dei musei1 e delle gallerie d'arte2, dove essa segnala al visitatore
le opere più importanti e significative, fornite di contenuti di approfondimento.
Essendo al servizio anche dei cittadini, l'applicazione raccoglie tutti i centri di
pubblica utilità, come ospedali, biblioteche e farmacie, consentendo all'utente di
ottenere rapidamente informazioni circa gli orari d'apertura, i contatti e le funzioni
pricipali. Il dispositivo riceve inoltre dall'app notifiche riguardanti gli eventi e le
news cittadine.
1
L'app dei Musei di Palazzo Farnese è stata sostituita da questa nuova app ed ora l'intero
complesso museale è dotato di beacon
2
Nello specifico la Galleria d'Arte Ricci Oddi e la Galleria Alberoni
Pinacoteca di Faenza
La Pinacoteca di Faenza è sicuramente un caso interessante rispetto alla
diffusione della tecnologia beacon avvenuta in questi ultimi anni: infatti si tratta di
un museo non particolarmente grande ma con una lunga storia alle spalle (la
collezione di arte moderna nasce già alla fine del '700) e, come si può
immaginare, di grande importanza a livello regionale. Come abbiamo visto in altri
casi, i musei che hanno costituito "l'avanguardia" nell'installazione dei beacon
(Museo della Scienza a Milano, Museo del Novecento a Firenze, ecc.) non
rispondono di solito a questa descrizione, ed è dunque interessante notare come
anche una collezione che in apparenza sembra avere un interesse soltanto locale
possa valorizzarsi proprio attraverso la creazione di un'applicazione al passo con i
tempi.
Per comprendere meglio quali idee abbiano guidato lo sviluppo
dell'applicazione che vediamo oggi bisogna almeno conoscere a grandi linee il
contenuto delle diverse collezioni. Il museo ospita fondamentalmente due
collezioni, molto varie al loro interno: La prima è la Sezione Antica, che accoglie
alcuni reperti dell'epoca romana e alto medioevale, e si sviluppa poi attraverso la
parte più consistente del museo, costituita da quadri che vanno dal Duecento sino
all'inizio dell'Ottocento. La seconda è invece la Galleria d'Arte Moderna, che si
costituisce nel 1879 per accogliere le opere prodotte a partire dalla metà
dell'Ottocento, e ad oggi continua ad arricchirsi grazie ad acquisti e donazioni di
privati. Nelle sale trovano posto anche molte sculture, in particolare quelle di
inizio Novecento, provenienti dall'area toscana e romagnola, alcuni busti di
Auguste Rodin, ma soprattutto la collezione di ceramiche, che rispecchia una
grande tradizione dell'artigianato cittadino. Si tratta quindi di un museo che al
proprio interno comprende moltissime correnti artistiche, periodi storici, ambienti
culturali, ed artisti più o meno famosi e influenti1.
Il direttore della pinacoteca Claudio Casadio, che ha supervisionato il
progetto, ha avuto il merito di trovare un modo per esprimere questa ricchezza
costitutiva della Pinacoteca pur attraverso un limite tecnico2: non sono infatti stati
installati beacon per ogni opera, ma solo relativamente ad ogni sala. La soluzione,
semplice ma elegante, è stata quella di creare un applicazione discreta e
accessibile che permette di scaricare schede complete per ogni opera, da leggere o
ascoltare in modalità audio-guida, nel momento stesso in cui si entra in una nuova
sala: in altre parole non si è cercato di creare nuovi modi per visitare il museo, ma
di permettere ai visitatori di approfondire liberamente le opere che più li
interessavano. Seguendo questa linea, i percorsi tematici inseriti nell'applicazione
sono ancora pochi, due per l'esattezza: uno riguarda la storia della
rappresentazione del fiasco di vino nell'arte dal cinquecento ad oggi, e l'altro aiuta
ad orientarsi nelle sale dedicate alle ceramiche faentine3.
Riguardo le specifiche tecniche dell'applicazione, AmaMusei, sviluppata
dalla società bolognese Janus, essa non è dedicata alla sola Pinacoteca di Faenza,
ma comprende ad oggi guide per diversi musei italiani. Interessante notare che
all'interno di questa applicazione coesistono la tecnologia del QRcode, che sta
ormai entrando in disuso almeno per l'ambito museale, e quella del BLE propria
dei sistemi di beacon4.
1
http://pinacotecafaenza.racine.ra.it/ita/collezionistoria.htm
2
http://www.beaconitaly.it/intervista-al-direttore-claudio-casadio/
3
http://www.amamusei.it/
4
http://pinacotecafaenza.racine.ra.it/ita/appinprova.htm
La guida per la Pinacoteca di Faenza sfrutta la tecnologia Eddystone, e si
può accedere ai suoi contenuti anche da casa, senza dover essere effettivamente
all'interno del museo vicino ai beacon: infatti essa può essere scaricata usando un
codice presente sul sito internet della Pinacoteca 5. Questo rende la guida
estremamente accessibile anche per chi non riesca a recarsi effettivamente in loco,
e rende il funzionamento dell'app più immediato, poiché tutti i contenuti vengono
scaricati in un sola volta sul telefono, e quindi una volta ricevuta una notifica da
un beacon non si deve aspettare per il download.
5
http://www.micfaenza.org/it/cultura-a-faenza/1508-la-pinacoteca-comunalepromuove-due-lezioni-sull-app-tracce-di-storia.php
Musei Beacon nel mondo
Numerosi sono i musei che nel mondo applicano la tecnologia dei beacon alle
loro esposizioni. Di seguito se ne presentano alcuni.
Rubens House
La casa-museo di Rubens ad Anversa, grazie al lavoro dell'agenzia di
comunicazione digitale Prophets, si è dotata di un sistema di beacon prodotti dalla
Estimote che interagisce con gli iPad forniti dal museo o con i dispositivi
personali. I visitatori possono così conoscere l'evoluzione architettonica del
portico, semplicemente accedendovi, oppure vedere le opere ai raggi X o
ricostruirle come dei puzzle.
Brooklyn Museum
Il Brooklyn Museum di New York, oltre all'utilizzo tradizionale dei beacon per
dare informazioni al pubblico, ha sfruttato questa tecnologia per individuare i
punti di maggior interesse all'interno del museo per poi collocarvi degli esperti
d'arte. L'idea era che questi rispondessero alle domande dei visitatori, ma il
sistema non si rivelò del tutto efficace.
Attraverso l'app ASK, il dialogo con l'esperto è stato spostato sul dispositivo
mobile del visitatore, con il quale egli può porre domande e riceverne risposte in
tempo reale.
Philips Museum
Il Philips Museum di Eindhoven, nei Paesi Bassi, ha applicato i beacon
realizzati dalla Estimote nell'ambito della “gamification”. Ha realizzato cioè un
gioco, Mission Eureka, che, attraverso quiz, puzzle e altri giochi e con
l'interazione degli utenti con i beacon, unisce attività ludica e attività educativa,
dando un ruolo attivo ai visitatori più giovani e permettendo loro di esplorare il
museo in una maniera non convenzionale
Metropolitan Museum of Art
Anche il MoMA di New York ha adottato la tecnologia beacon per arricchire il
percorso di visita e accompagnare i visitatori attraverso contenuti multimediali.
A rendere maggiormente immersiva l'esperienza di visita in questo museo
contribuisce la possibilità di creare una playlist di brani musicali da ascoltare
mentre si ammirano le opere d'arte.
Conclusioni
Come abbiamo visto analizzando questa selezione di casi, l'utilizzo dei beacon
nei musei si sta diffondendo abbastanza rapidamente nella realtà italiana,
seguendo una tendenza comune a molti paesi occidentali. Questa nuova
tecnologia è sicuramente ben vista dal grande pubblico, poiché rende molto più
interattiva e persino, in alcuni casi, più divertente le visite ai musei. Inoltre la
maggior parte delle applicazioni qui analizzate permette effettivamente di portarsi
a casa un ricordo preciso del proprio percorso al museo, a cui si può accedere in
ogni momento, che può essere d'aiuto per riflessioni e ricerche personali.
Possiamo concludere dicendo che i beacon stanno effettivamente
rivoluzionando l'immagine del "museo" che, da semplice luogo di conservazione
delle opere, sta diventando agli occhi del pubblico sempre più come un luogo di
apprendimento, in linea con i principi della "gamification" 1. Ciò significa
coinvolgere sempre di più il pubblico nei progetti stessi del museo, che possono
essere ideati ad esempio a partire dalle analisi delle ale più visitate, dei materiali
extra più scaricati, insomma da ciò che è possibile ricavare riguardo al
comportamento delle persone in base alle informazioni che ci danno beacon e
applicazioni.
Inoltre questa unione tra tecnologia e cultura tradizionale dimostra ancora una
volta come esse siano complementari, e spinge gli specialisti di un settore (siano
essi programmatori o storici dell'arte) a conoscere sempre meglio anche altre
realtà, sia per applicare le proprie capacità sia per dare nuova linfa alla propria
disciplina e alle altre.
Nel complesso i confronto tra i diversi casi rivela anche che l'utilizzo di queste
tecnologie è ancora molto vario, e ci si augura dunque che sia musei che aziende
sviluppatrici sappiamo sempre trovare soluzioni più solide e innovative, così da
sviluppare a pieno il potenziale di queste tecnologie, sia in termini tecnici che di
divulgazione scientifica e artistica.
1 https://www.researchgate.net/publication/232702042_Mobile_games_in_Muse
ums_from_learning_through_game_play_to_learning_through_game_design
Sitografia
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/arte_e_cultura/16_luglio_05/fire
nze-museo-novecento-cambia-passo-guarda-futuro-57001e0a-428d-11e6-a86d8989f37d0b26.shtml
http://estimote.com/
http://inmaps.co/
http://pinacotecafaenza.racine.ra.it/
http://smartbeacon.it/
http://www.acquariodigenova.it/
http://www.amamusei.it/
http://www.ansa.it/campania/notizie/europa/2014/09/26/a-napoli-il-forumeuropeo-del-turismo-il-30-e-31-ottobre_a8481cc5-065d-4516-a2436e711c6b5c28.html
http://www.ansa.it/canale_expo2015/venaria/news/2015/10/28/reggia-venaria-sivisita-anche-con-app_175feea6-eb44-4c95-b009-0bf4d4493016.html
http://www.archeomatica.it/
http://www.beaconitaly.it/
http://www.comune.fi.it/materiali/bandi/altri_bandi_e_avvisi_2015/20150312_Av
visoINNOVecento.pdf
http://www.diarioditorino.it/torino/articolo/?nid=20151117_365751
http://www.ettsolutions.com/
http://www.faenzanotizie.it/articoli/2016/08/26/in-pinacoteca-a-faenza-tablet-auso-gratuito-per-consultare-lapp-di-visita.-auricolare-in-omaggio.html
http://www.gallerieaccademia.org/
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2016-03-23/l-acquario-genovasi-rinnova-e-lancia-sala-realta-virtuale-152830.shtml?uuid=ACybAbtC
http://www.intoscana.it/site/it/articolo/Il-Museo-del-Novecento-si-apre-al-futuroApp-3D-e-nuove-tecnologie/
http://www.janus.it/
http://www.kartell.com/experience/museum/
http://www.lastampa.it/2015/05/09/multimedia/tecnologia/con-samsung-avenezia-il-museo-diventa-digitale-RHoU4m9fsQ0hzVHM6MZchJ/pagina.html
http://www.lastampa.it/2016/07/14/tecnologia/idee/che-cosa-sono-i-beacon-ecome-potrebbero-cambiarci-la-vita-7QpatlBiflX7dgdRxuavXO/pagina.html
http://www.lavenaria.it/web/
http://www.macitynet.it/il-turismo-alla-reggia-di-venaria-e-digitale-con-lapp-dismart-beacon/
http://www.macitynet.it/il-turismo-alla-reggia-di-venaria-e-digitale-con-lapp-dismart-beacon/
http://www.mercatiditraiano.it/
http://www.micfaenza.org/it/cultura-a-faenza/1508-la-pinacoteca-comunalepromuove-due-lezioni-sull-app-tracce-di-storia.php
http://www.mole2
http://www.mondointasca.org/2015/11/18/smart-beacon-reggia-di-venariasmartphone/
http://www.museonovecento.it/
http://www.museoscienza.org/
http://www.palazzofarnese.piacenza.it/
http://www.pcprofessionale.it/news/i-beacon-sbarcano-al-museo-della-scienza-edella-tecnologia-di-milano/
http://www.philips.nl/a-w/philips-museum.html
http://www.prophets.be/
http://www.quinewsfirenze.it/premiata-la-app-del-museo-del-novecento.htm
http://www.rubenshuis.be/
http://www.smau.it/firenze15/success_stories/firenze-guida-museo900-unapp-perpotenziare-la-visita-ai-musei/
http://www.smau.it/firenze15/success_stories/firenze-guida-museo900-unapp-perpotenziare-la-visita-ai-musei/
http://www.vivereturismo.it/2015/12/04/piemonte-la-reggia-di-venaria-e-su-unaapp/3291/
http://www.wired.it/mobile/app/2014/09/26/come-i-beacon-rivoluzionerannomusei-e-spazi-culturali/
https://it.wikipedia.org/
https://itunes.apple.com/it/app/inmaps-museo-novecento/id1100718607?mt=8
https://www.academia.edu/
https://www.brooklynmuseum.org/
https://www.imapp.it/
https://www.researchgate.net/
https://www.ultravioletapp.it/
ibliografia
Paola Negrin, Giuseppe Catalfamo, Mauro Mezzenzana, "AMAmI Antico e
Moderno Ambient Intelligence", 2015.
https://liuc.sharepoint.com/SmartUp/_layouts/15/guestaccess.aspx
%3Fguestaccesstoken%3DaNUe
%252Bwbd1r24yqixjgLjNHHziJnHhnG16azGAO5Wb6k%253D%26docid
%3D0033402ecfa464a1eb743e78edc24e13c+&cd=4&hl=it&ct=clnk&gl=it
De Marchi V., “Beacon e musei: la Pinacoteca di Palazzo Farnese a Piacenza”,
Trovabile, 14 giugno 2015. http://trovabile.org/beacon-musei
Stefano Alletto, Rita Cucchiara, Giuseppe Del Fiore, Luca Mainetti, Vincenzo
Mighali, Luigi Patrono, and Giuseppe Serra, “An Indoor Location-Aware System
for an IoT-Based Smart Museum”, IEEE Internet of Things Journal, Vol. 3, No. 2,
aprile 2016
Roberto Frasca, Antonio Mazzeo, Davide Pantile, Matteo Ventrella, Giovanni
Verreschi, “Innovative Systems For The Enjoyment Of Pictorial Works. The
experience of Gallerie dell'Accademia Museum in Venice”, Genova
Nikoleta Yiannoutsou, Nikolaos M. Avouris, “Mobile games in Museums: from
learning through game play to learning through game design”, settembre 2012.
https://www.researchgate.net/publication/232702042_Mobile_games_in_Museum
s_from_learning_through_game_play_to_learning_through_game_design
Zhiqiang He, Binyue Cui, Wei Zhou, Shigeki Yokoi, “A proposal of interaction
system between visitor and collection in museum hall by iBeacon”, The 10th
International Conference on Computer Science & Education (ICCSE 2015), 22-24
luglio 2015, Fitzwilliam College, Cambridge University, UK
A. Chianese, F. Marulli, V. Moscato and F. Piccialli, “A 'smart' multimedia guide
for indoor contextual navigation in Cultural Heritage applications”, 2013
International Conference on Indoor Positioning and Indoor Navigation, 28-31
ottobre 2013
Francesca Fabbri, Marco Boeri, “La Tecnologia Beacon al Servizio del
Patrimonio Culturale. Il caso di Palazzo Farnese e della città di Piacenza”,
Archeomatica N°3, settembre 2015