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Osteopatia e Prevenzione della Salute

Articolo sulla prevenzione in Osteopatia comparso sulla rivista Diagnosi e Terapia, gennaio 2014

44 DIAGNOSI&TERAPIA GENNAIO 2014 OSTEOPATIA E PREVENZIONE DELLA SALUTE OSTEOPATIA L'osteopatia offre vantaggi in molti campi... Scopriamo quali. Dr. Ezio Rittà, DO MICO Postgraduate John Wernham College of Classical Osteopathy (UK) Docente presso EICO (European Institute of Classical Osteopathy) di Vallecrosia (IM) A lla fine dell’ottocento un medico statunitense, Andrew Taylor Still, inizia a promuovere un metodo alternativo alla cura del corpo umano: l’osteopatia. Era sua precisa convinzione credere che l’organismo disponga di tutte le attitudini per elaborare sostanze chimiche capaci di essere impiegate per la guarigione. Questa brevissima definizione identifica l’osteopatia come una metodica olistica capace di ristabilire le funzionalità primarie del corpo umano. Negli anni questa metodica si è poi espansa a livello mondiale dando origine a varie correnti di pensiero su come intervenire per curare il corpo umano. In Italia conosciamo questa disciplina applicata ad atti manipolativi della colonna vertebrale ed in particolar modo quando un fastidioso dolore o un irrigidimento ci costringono a non poterci più muovere o per lo meno non poter più svolgere i movimenti più comuni. Ma oltre a queste situazioni, l’osteopatia può essere inclusa fra quelle metodiche naturali capaci di fare prevenzione? Un intervento osteopatico ci può mantenere in salute o comunque non farci cadere nel solito fastidioso mal di schiena? Per poter rispondere a queste domande è necessario conoscere gli strumenti nelle mani dell’operatore. Attraverso la sua storia e quindi la sua costante evoluzione, l’osteopatia si DIAGNOSI&TERAPIA GENNAIO 2014 avvale fondamentalmente di tre metodiche che rappresentano le tecniche più utilizzate per il lavoro sul corpo umano. Solitamente si parla di un intervento manipolativo prettamente strutturale il quale interviene sulle strutture articolari, un intervento focalizzato sulle fasce e sui tessuti, fondamentale per ristabilire la struttura ad esempio prima di un evento traumatico ed infine un intervento sul cranio. Vediamo ora nel dettaglio questi tre metodi, considerando che questi si possono o, secondo le necessità, si devono fondere fra di loro dando vita ad un trattamento specifico per ogni paziente. I primi osteopati americani ricordavano ai loro allievi che la migliore tecnica era quella in cui si applicava una minima quantità di forza raggiungendo così i migliori obiettivi; questa regola rimane oggi assolutamente veritiera ed applicabile, considerando il fatto che ci troviamo di fronte sempre più a persone stressate le quali necessitano di trattamenti non invasivi, ma finalizzati a ridare equilibrio allo stato disomogeneo del corpo. Iniziamo con il trattamento solitamente chiamato strutturale. Come dice il nome stesso, questo processo consiste nell’intervenire primariamente su tutta la colonna vertebrale. A causa di posture scorrette la colonna vertebrale assume posizioni che non sono più corrette e che quindi non consentono un movimento armonico. L’intervento strutturale ha la funzione di riportare tratti della colonna vertebrale nella giusta posizione, appunto quella originale, prima cioè dell’errore. Da non dimenticare che anche incidenti di varia natura, vuoi traumatismi sportivi, incidenti sul lavoro o stradali, portano a delle modificazioni del giusto posizionamento della colonna; anche in questo caso il trattamento strutturale è di grande aiuto. Coloro che si sono sottoposti a delle sedute manipolative hanno riscontrato che nel momento in cui l’operatore esegue il suo intervento, si sentono degli scrocchi, molte volte anche evidenti; questo è del tutto naturale ed è la conferma che sono state eseguite le dovute correzioni. In qualunque caso 45 è bene precisare che non sempre ciò avviene, quindi se non si sentono questi strani rumori, non significa che la correzione non sia avvenuta. La grande capacità del terapeuta è quella di rispettare il corpo di colui che si sottopone ad una seduta di osteopatia, quindi il giusto trattamento strutturale ha la funzione di correggere errori strutturali in funzione delle 46 DIAGNOSI&TERAPIA GENNAIO 2014 caratteristiche soggettive. In riguardo al trattamento strutturale, possiamo citare il Body Adjustment, tecnica nata dalle sapienti mani dei padri dell’osteopatia anglosassone, oggi proposta ed insegnata presso il John Wernham College of Classical Osteopathy di Maidstone (UK). Quali sono le prerogative di questa tecnica? Innanzitutto si considera il corpo umano nella sua totalità e non settorialmente, inoltre questa tecnica coinvolge il ripristino fisiologico di tutti i tessuti; il metodo segue deliberatamente una routine in modo da assicurare che nulla venga omesso nella diagnosi, per ristabilire il ritmo perduto che spesso manca al paziente. Le leve degli arti mettono in gioco ogni inserzione muscolare nella colonna vertebrale e nella pelvi, con un effetto dolce, morbido e rilassante; l’obiettivo primario quindi è il ripristino della normale fisiologia affinchè il corpo attui le condizioni essenziali per la guarigione. Abbiamo quindi parlato di trattamenti su soggetti con problematiche particolari. Questo è utile e sicuramente consigliabile affinchè il corpo umano non debba intervenire da solo per compensare questi deficit i quali debilitano notevolmente il buon funzionamento dell’intero organismo. Ma in questo contesto vogliamo capire se i trattamenti strutturali possono rientrare in un contesto legato primariamente alla prevenzione e quindi al mantenimento della salute. Ma se non sono malato, se non ho avuto di recente un incidente stradale, se in buona sostanza mi sento bene e non ho particolari dolori alla schiena, perchè dovrei sottopormi a tali trattamenti? Ecco che in questo caso l’intervento dell’osteopata può essere di grande aiuto nel mantenere in buona salute le funzionalità della colonna vertebrale. Si tenga presente che sottoporsi periodicamente ad un controllo osteopatico significa molte volte anticipare fastidiosi malesseri della schiena. Questo ragionamento può essere valido sia nel giovane che si trova nella fase della crescita, nell’adulto, e tanto più nei soggetti anziani. Di queste tre categorie, l’anziano è sicuramente quello che ha maggiormente bisogno di interventi. L’invecchiamento della popolazione è tipicamente accompagnato da un aumento del carico delle malattie non trasmissibili come quelle cardiovascolari, il diabete, la malattia di Alzheimer ed altre patologie neurodegenerative, tumori, malattie polmonari ostruttive croniche e non per ultime patologie muscolo scheletriche come tutte le forme artrosi che come è ben noto, con il sopraggiungere degli anni si vengono a perdere quelle caratteristiche tipiche del corpo umano quali elasticità, forza fisica e resistenza allo stress. Con la giusta cautela e con la saggia scelta della metodica, l’operatore finalizzerà il suo lavoro proprio sul mantenimento dell’elasticità di tutte le articolazioni. I mezzi di informazione ci fanno vedere, con nostra sorpresa, persone anziane orientali che attraverso ginnastiche mediche cinesi svolgono movimenti che solo i giovani, crediamo, possano fare. Questa è la conferma che un fisico ben educato ed allenato ai giusti movimenti, pur inevitabilmente invecchiando, può ancora svolgere atti che lo manterranno in buona salute. Cosa possono fare gli anziani per prevenire condizioni degenerative tali da arrivare molte volte alla inattività? Il trattamento osteopatico potrà mantenere in salute le articolazioni attraverso manipolazioni e permettere al sistema arterioso e venoso di funzionare nel miglior modo possibile: non dimentichiamo che arterie e vene in buona salute garantiscono sia una corretta ossigenazione ai muscoli e in secondo luogo, non meno importante, un corretto drenaggio delle tossine dai muscoli stessi e delle articolazioni. Se il trattamento manipolativo importante, come abbiamo capito, in tutte e tre le fasi della vita, il trattamento sulle fasce e sui tessuti coadiuva la liberazione delle strutture articolari. Questa metodica è chiamata trattamento viscerale. In buona sostanza consiste nel valutare e ristabilire quelle strutture, chiamate fasce, che contengono nel nostro corpo gli organi. Il trattamento viscerale fonda i suoi principi sul fatto che ogni organo è letteralmente avvolto in una sacca la quale ha la funzione sia di proteggerlo ma anche di poterlo rendere comunicante con un’altra struttura. La maggior parte di noi ha sentito parlare di una grave infiammazione dell’appendice, piccola protuberanza che si trova sul lato destro dell’intestino. Ma sappiamo anche che se questa piccola struttura dovesse ulteriormente infiammarsi, andrebbe in ‘peritonite’. Questo termine prende il nome da una sacca veramente grande che contiene l’intero intestino, chiamata ‘peritoneo’: questa è la sacca di cui si parlava prima e su cui l’operatore potrà andare ad intervenire. É chiaro che il trattamento viscerale non può curare e tanto meno guarire una patologia grave, vedi la summenzionata peritonite. La sua funzione è quella di permettere all’organo che è accolto in essa di svolgere le sue funzioni nel miglior modo possibile: questo è il vero scopo del trattamento viscerale. Un esempio al riguardo è dato DIAGNOSI&TERAPIA GENNAIO 2014 dal fatto che solitamente un trattamento viscerale sul fegato o sullo stomaco migliora le funzionalità digestive; ciò significa che semplicemente questi organi potranno svolgere le proprie funzioni fisiologiche con maggiore libertà, ricevendo nel modo corretto il giusto quantitativo di sangue e nella stessa misura essere dovutamente drenate sia dal sistema venoso che da quello linfatico. Si può fare prevenzione con il trattamento viscerale? Certamente, infatti il mantenere elastiche queste fasce permetterà all’intero organismo di funzionare dovutamente, consentendo una funzionalità organica ottimale. In ultimo parliamo del trattamento che prevalentemente viene svolto sul cranio; stiamo parlando della tecnica cranio sacrale, una metodica che negli ultimi anni ha trovato interessanti applicazioni sia su soggetti traumatizzati che su bambini. Fu il dr. Sutherland a dare vita a questa metodica intorno al 1920 negli Stati Uniti. Nel 1929 presentò uno scritto al Collegio di Kirksville con le prime conclusioni sul “pensiero cranico”; nel 1939 pubblica come autore “La scatola cranica”, prima pubblicazione personale. Questa metodica ha la particolarità di essere estremamente dolce e non invasiva, in alcuni casi sembra quasi una carezza. L’operatore eseguirà il suo operato prevalentemente sul cranio, sulla colonna vertebrale e sull’ultimo tratto della stessa in direzione dei piedi, cioè sul sacro. Questa tecnica ha avuto nel tempo diverse 47 evoluzioni in relazione a ricercatori statunitensi i quali hanno trovato correlazioni molto interessanti tra dolore della schiena e problematiche psicosomatiche. Molti osteopati utilizzano questa tecnica così dolce e assolutamente non invasiva per aiutare soggetti anziani o che comunque su di loro non sarebbe più applicabile un trattamento in chi si debba utilizzare troppa forza fisica. Soggetti adulti, anche relativamente giovani, trovano benefici nella prevenzione dei dolori della colonna vertebrale, in modo particolare quei soggetti che somatizzano a livello emotivo. Si è riscontrato che sedute di cranio sacrale aumentano la resistenza allo stress; oltre a ciò si assiste ad un miglioramento delle normali facoltà intellettive. Parlare di benessere oggi 48 DIAGNOSI&TERAPIA GENNAIO 2014 significa capire l'importanza della giusta e corretta prevenzione in ambito fisico ed emotivo. Erroneamente si è sempre creduto che nel momento in cui non vi sono malattie che alterano il nostro stato di salute, esista la condizione di benessere. Contrariamente a quanto si pensi, benessere è quella condizione che si raggiunge attraverso un'ottimizzazione delle nostre facoltà mentali ed emotive, il raggiungimento di buone prestazioni fisiche attraverso l'attività sportiva, il buon funzionamento organico quotidianamente migliorato da una sana alimentazione ed una attenta cura del nostro corpo. Nella stessa misura troviamo metodi nel mondo della naturopatia che consentono il mantenimento dello stato di salute; si pensi ad una pratica dell’idroterapia chiamata ‘spugnature’. Questa viene consigliata da molti osteopati in quanto ha la capacità di indurre una detossificazione dell’organismo, incluso le articolazioni, con una netta attivazione della circolazione arteriosa e venosa. Nell’ambito dei trattamenti di Idroterapia, le spugnature sono la forma pi delicata e meno aggressiva, utile a tutte le età. L’utilità è quella innanzitutto di riattivare la circolazione dell’intera superficie del corpo umano, dando vita in questo modo ad un processo di disintossicazione. La semplicità di questo autotrattamento permette di essere praticato tutti i giorni, anche in concomitanza con la pulizia quotidiana. L’Idroterapia, intesa come utilizzo dell’acqua per il benessere del corpo, risale ai tempi antichi. La stessa osteopatia anglosassone di fine ottocento si avvaleva moltissimo di questa pratica con risultati molto interessanti. Possiamo terminare questa breve disamina sui vantaggi dell’osteopatia affermando che non esiste una metodica migliore o più utile rispetto ad un’altra; esistono procedimenti e metodi naturali che aiutano il nostro corpo a svolgere nel miglior modo possibile le varie funzioni organiche. PRESENTAZIONE DELLE ATTIVITÀ DELLA SCUOLA DI OSTEOPATIA “EICO-ITALIA” L’European Institute of Classical Osteopathy (Eico-Italia) nasce in Italia come il primo istituto di formazione in Osteopatia Classica, che ha lo scopo di elevare la cultura osteopatica italiana sia attraverso il mantenimento della storia, ricca di principi fondamentali osteopatici e applicazioni classiche, sia attraverso la corretta integrazione delle teorie e delle tecniche moderne nella pratica clinica. Il corso di formazione si divide in Part–Time e Full Time, oltre al Post-Graduate rivolto a coloro che possiedono il diploma di osteopata oppure agli iscritti al quarto anno di formazione in una scuola di Osteopatia riconosciuta. Il corso Full-Time prepara gli studenti che non hanno mai avuto esperienza di studio nelle scienze sanitarie, infatti gli studenti dovranno affrontare materie scientifiche, con docenti qualificati, che saranno complementari allo studio dell’Osteopatia e quindi è rivolto alle persone che hanno conseguito il Diploma di Scuola Superiore quinquennale (o titolo equipollente). Il corso Part-Time è rivolto a coloro che possiedono un titolo universitario di laurea sanitaria per cui gli studenti, con docenti qualificati, dovranno integrare i loro percorsi formativi all’osteopatia. L’Istituto ha iniziato i corsi nell’anno 2009 ed è divenuto un’importante realtà ligure nell’ambito dell’Osteopatia. “Eico-Italia” è in corso di accreditamento presso il R.O.I. (Registro Osteopati d’Italia – importante associazione che riunisce diverse scuole di Osteopatia in Italia) ed ha conseguito il riconoscimento del Sistema Gestione Qualità che soddisfa le normative UNI ISO 9001:2008 (certificato rilasciato in data 3005-2012). Attualmente i corsi si svolgono presso l’Istituto Salesiano Don Bosco di Vallecrosia (IM) che garantisce agli studenti anche la possibilità di soggiornare presso la struttura stessa (anche comprendendo, a richiesta, i pasti) durante i giorni in cui sono previste le lezioni. “Eico-Italia” aiuta inoltre gli studenti a trovare uno sbocco professionale alla fine dei corsi, a tal fine gli studenti stessi hanno la possibilità di entrare in contatto con strutture nelle quali la figura del professionista osteopata è diventata una necessità. Per ulteriori informazioni su “Eico-Italia” si consiglia di prendere visione del sito internet della Scuola di Osteopatia Eico-Italia al seguente indirizzo: www.eico-italia.com e di contattare la segreteria al numero 0184.999347, oppure all’indirizzo mail: [email protected]