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2024
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Workshop WE DANSE - parte il progetto We DanSe, parte di una ricerca interdisciplinare sulla danza/performance urbana come strumento di trasformazione della percezione dello spazio cittadino. Il progetto adotta una duplice prospettiva: ricerca sulle pratiche di danza e un approccio didattico, coinvolgendo cittadini e studenti in attività educative. L'obiettivo finale è promuovere la sicurezza delle donne negli spazi pubblici e ampliare le riflessioni su donne, sicurezza e performance. La ricerca in breve: Le città storicamente riflettono il potere maschile, di fatto escludendo le donne dagli spazi pubblici. Nonostante il riconoscimento formale dell'uguaglianza, vari gruppi minoritari, inclusi quelli basati su genere, etnia e religione, affrontano discriminazioni che limitano la loro partecipazione pubblica. È cruciale trasformare queste dinamiche sociali in pratiche politiche che garantiscano sicurezza e inclusione, specialmente per le donne. Il progetto We-DanSe mira a riappropriarsi degli spazi pubblici attraverso la danza, migliorando la percezione di sicurezza. Analizza le performance di danza urbana e il loro impatto sulla sicurezza percepita, utilizzando una prospettiva transdisciplinare che include geografia, arte visiva e studi giuridici femministi. Studiando casi a Como, Milano o Bologna e Catania, We-DanSe esplora come queste performance possano migliorare la sicurezza per le donne.
Introduzione "Con il libero arbitrio Dio, dopo averli creati, diede agli esseri umani il potere di attuare ogni propria volontà ed ogni proprio desiderio. L'uomo e la donna usarono tale potere sin dal primo momento, cominciando con il soddisfare la propria curiosità di "gustare il sapore del pomo e conoscere la conseguenza che ne sarebbe derivata". Conobbero tutto, ma Dio ottenebrò la loro conoscenza, coprendo l'uomo e la donna con le pelli (corpo fisico), e spingendoli alla "caduta", dai piani superiori dello spirito, sulla terra. L'uguaglianza materiale dei due esseri è soltanto una utopia irrealizzabile sulla terra. Nel piano materiale, la disuguaglianza dovrebbe essere chiara a tutti. Nel piano dello spirito tutto è diverso: per potere raggiungere la "conoscenza", il maschio e la femmina dovranno seguire due vie diverse, sia pure collegate e tendenti a raggiungere lo stesso punto. Tali vie hanno lo stesso valore, nonostante la loro diversità. Come nella base di un triangolo equilatero vi sono due punti estremi, uniti da una linea, i quali, lungo due vie apparentemente opposte, si dirigono allo stesso punto nel quale si uniscono (cioè al vertice). Quando parliamo di vertice, ci riferiamo sempre a quello della piramide tronca, il quale si trova oltre la costruzione materiale. Le due vie sono diverse una dall'altra, pur avendo lo stesso valore di vita, e si riuniscono in una sola nel vertice spirituale. Tanto premesso, rimane sempre valido tutto ciò che ci insegna la tradizione ed in proposito, riteniamo che il problema più importante che l'Uomo e la Donna devono affrontare e risolvere per liberarsi finalmente dal peso della materia, è proprio quello di sapersi autogiudicare. Per un giusto giudizio, l'Uomo e la Donna dovranno
2012
Trattasi del mio saggio su Dante Alighieri facente parte dello studio già presso di Voi titolato "L' Amore allegorico: il Cantico dei cantici, Ibn Arabi, Rumi, Dante, Hafez. Giovanni della Croce. Lo faccio per renderlo più visibile, ritenendo che abbia un particolare valore. Tutti gli autori contemplati sono unanimamente ritenuti esponenti del pensiero mistico amoroso ma , tutti, richiedono una profonda revisione di tipo biografico e critico in senso direi crociano.
Philoxenia. Viaggi e viaggiatori nella Grecia di ieri e di oggi. Axion esti: per Lello Zanetto (a cura di Andrea Capra, Stefano Martinelli Tempesta, Cecilia Nobili) - Sesto SG , 2020
studio preparatorio ad un film sul risorgimento, da cui il film: "essi bruciano ancora" http://www.filmitalia.org/p.aspx?t=film&l=it&did=115072
in: Nos (Il naso). Opera in tre atti e un epilogo. Libretto di Evgenij Zamjatin, Georgij Ionin, Aleksandr Prejs e Dmitrij Šostakovič, dall’omonimo racconto di Nikolaj Vasil’evič Gogol’. Musica di Dmitrij Šostakovič, 2011
Un'analisi dell'opera "Il naso" (Nos) di Dmitrij Šostakovič, nel contesto storico musicale e drammaturgico.
2007
Dizionario dei temi letterari, a cura di Remo Ceserani, Mario Domenichelli, Pino Fasano, vol. I, Torino, UTET, 2007, pp. 658-668 Dizionario dei temi letterari, a cura di Remo Ceserani, Mario Domenichelli, Pino Fasano, vol. I, Torino, UTET, 2007, pp. 658-668 1958), fino alle note di Theodor Adorno (Minima moralia, 1951), e ai seminari di Jacques Derrida (Donare il tempo, 1991; Donare la morte, 1992). Nonostante la grande diversità di impostazione, queste riflessioni e studi hanno imposto il dono all'attenzione generale, mettendone in evidenza l'ambiguità e il fascino, nel momento stesso in cui, con sfumature diverse (dalle propensioni antimoderne alle tendenze nostalgiche, dall'inclinazione estetizzante e utopica alla critica sociale) ne evidenziavano l'inattualità. Ma come si legge in un'opera visuale di Joseph Kosuth (The Gift, 1990), che riporta un aforisma di Ludwig Wittgenstein, il dono è soprattutto per i moderni «un problema da risolvere», una sorta di disagio cognitivo che sembra costituire l'elemento comune di tutte queste diversissime visioni critiche del dono: un disagio che riguarda tutta la gamma delle sue possibili declinazioni, dalla scelta del regalo all'etica del donare, e che influenza estensivamente le rappresentazioni del dono nella letteratura e nell'arte moderna e contemporanea. Nondimeno il tema del dono è da sempre presente nella letteratura e nell'arte, e ciò conferma che si tratta di un tema estremamente persistente e vasto. Vale dunque tentare di delimitare alcune modalità ricorrenti della sua rappresentazione. Nella grande varietà di sfumature che la caratterizzano, la rete tematica del dono può essere articolata, sul piano funzionale e simbolico, intorno ad alcune idee preminenti: il dono malefico, il dono fastoso, il dono come sacrificio, come iniziazione, come talento, come grazia, come dote, come pegno, come ricompensa, come opera, come carità. Sono possibili poi ulteriori articolazioni, tuttavia sostanzialmente riconducibili ai tipi di base (dono come intuizione, ispirazione, dispendio, munificenza, consumo, prestito, distinzione, ecc.). Tutte queste tipologie subiscono nel tempo profonde trasformazioni e assumono diversa rilevanza, ovviamente, a seconda dei generi e delle epoche. Tuttavia si può sostenere che mantengano, proprio nel repertorio di gesti, motivi, convenzioni linguistiche che ne accompagnano la rappresentazione, un'unità di fondo o un legame sostanziale.
ssumendo a oggetto di un recente intervento la presenza di Dante nell'opera in versi di Umberto Saba, Gabriella Di Paola Dollorenzo ne investiga tèmi e soprattutto forme, individua lessemi e stilemi, isola, con criterio esplicitamente antologico, determinati componimenti, in cui tale debito sarebbe più cospicuo, riconosce nella funzione nobilitante che eserciterebbe il modello illustre, su una poesia di per sé, com'è noto, improntata a un classicismo antinovecentesco, la sua cifra peculiare. 1 Credo, tuttavia, che, approfondendo i preziosi suggerimenti ivi forniti, si possa appuntare lo sguardo su un altro testo sabiano, per il quale mi sembra lecito riconoscere in filigrana una neppur tanto celata influenza dantesca. 2 Mi riferisco ad Amai, lirica «molto famosa perché si confi-1 Cfr. G. di Paola dollorenzo, Dantismo e dantismi di Saba, «Rivista di letteratura italiana», XXVI, 2-3, 2008 (= Saba extravagante. Atti del Convegno internazionale di studi (Milano, 14-16 novembre 2007), a cura e con introduzione di G. Baroni), pp. 203-205 (la studiosa afferma espressamente: «La vocazione alla classicità e all'epicità avvicina Saba a Dante» [ivi, p. 203]). Una sintesi dell'articolo ha steso V. CresCente, «La rassegna della letteratura italiana», CXIII, 1, 2009, p. 170. Qualche lume in materia gettano già tre interventi anteriori, che, non menzionati dalla Di Paola Dollorenzo, cito senza pretesa di esaurire la bibliografia pregressa: l. sCorrano, Dante in Saba, in Per le nozze di corallo 1955-1990 di Enzo Esposito e Citty Mauro, Ravenna, Longo, 1990, pp. 137-149 (riprodotto, con lievissimi ritocchi, in id., Presenza verbale di Dante nella letteratura italiana del Novecento, Ravenna, Longo, 1994, pp. 113-125 [bibliografia specifica sull'autore a p. 190]), F. BruGnolo, Il Canzoniere di Umberto Saba, in Letteratura italiana. Le opere, Direzione: A. Asor Rosa, IV: Il Novecento. I. L'età della crisi, Torino, Einaudi, 1995, pp. 497-559: 543-545 e m. GuGlielminetti, Dante e il Novecento italiano, in «Per correr miglior acque …». Bilanci e prospettive degli studi danteschi alle soglie del nuovo millennio. Atti del Convegno internazionale di Verona-Ravenna (25-29 ottobre 1999), Roma, Salerno, 2001, I, pp. 515-531: 517-518. 2 Preciso che per il Canzoniere sabiano cito dalla medesima edizione adoperata dalla studiosa (cfr. G. di Paola dollorenzo, Dantismo cit., p. 204, nota 5): u. saBa, Il canzoniere , Introduzione di N. Palmieri, Torino, Einaudi, 2004, edizione che riproduce, «con le necessarie correzioni», quella (la terza) del 1957 (ivi, p. li); ho tuttavia consultato con profitto anche quella mondadoriana, comprendente pure i componimenti esclusi dall'ultimo Canzoniere (Poesie rifiutate e Poesie disperse, nell'insieme il Canzoniere apocrifo): u. saBa, Tutte le poesie, a cura di A. Stara, Introduzione di M. Lavagetto, Milano, Mondadori, 1988Mondadori, (2004 ), ove -mi piace riportarlo -circa la riscoperta dei classici della letteratura italiana (fra cui Dante) e la loro ripresa nelle poesie degli esordî, a detta di M. laVaGetto, «si A
2012
Arthur C. Danto (1924) è un filosofo statunitense la cui vasta produzione investe ambiti quali la filosofia (analitica) della storia, l'epistemologia, la filosofia dell'azione e la filosofia dell'arte. A questo versante d'indagine va aggiunto quello dell'interesse per autori e problemi di taglio più continentale, espresso nelle monografie dedicate a Friedrich Nietzsche e a Jean-Paul Sartre e nella riflessione sulla filosofia dell'arte hegeliana. All'attività di filosofo Danto ha unito, per oltre vent'anni, quella di critico d'arte: una lunghissima collaborazione con "The Nation" e, recentemente, con il Corriere della Sera, numerose monografie dedicate ad alcuni degli artisti più influenti del ventunesimo secolo lo hanno reso uno dei critici d'arte di riferimento nel panorama artistico internazionale, oltre che una delle voci più influenti del panorama filosofico contemporaneo.
Academia Letters, 2021
ARQUITECTURA Y URBANISMO DEL CUSCO INKA, 2021
Revista Latino-Americana de Estudos Científicos, 2023
Sri Sri Nama-cintamani
Comparative and Global Framing of Enslavement , 2023
Ecuminica Journal , 2024
Sensors
Social Science Research Network, 2015
Malaria Journal, 2012
JBRA Assisted Reproduction, 2015
International Conference on Community Development, 2023
International journal of applied earth observation and geoinformation, 2019