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Quel mascherone "urlante" sul colle Meta

1995, Prospettive Siracusa

Folklore di Sicilia: Storie, leggende e tradizioni popolari di Carlentini (SR)

Riapre la Fiera del Sud Progetto globale ovvero lo sviluppo Le fragole di Barreca nel mondo Storie, leggende e tradizioni popolari di Carlentini Quel mascherone "urlante" sul colle Meta Da una scop e rta archeologica alla riscoperta di un antico folclore - La figura della vecchia quaresima nel racconto del Marchese Villabianca 61 Le sovrapposizioni operate dall'inconscio collettivo Sebastiano Rizza Può capitani anche questo: che la no tizia, letta su un giornale, di una scoperta archeologica ti possa far pensare a un fatto folcloristico. Come nel caso del ritrovamento, sul Colle Meta, nei pressi di Carlentini, d'un maschero ne "urlante". Intagliato, chissà da chi e chissà quando, sulla roccia viva, probabilmente a sco po apotropaico: cioè messo lì, apposta, per scacciare le forze malefiche che ostacolavano il passo al viandante. Un maschero ne urlante che ti richiama alla mente un personaggio fantastico del folclore carlentinese, che si materializzava, in un giorno preciso dell'anno, assumendo le spoglie d'una vecchietta brutta e sdentata, interpretata da una donna del luogo. Era la Mammaserra! Colei che si dava pena di percorrere le vie del paese con il fine preciso di punire i bambini cattivi e rendere così giustizia ai genitori, sempre buoni e comprensivi. La vita della Mammaserra era grama. Viveva legata sul "poju i Panculi", sul Monte Pancali , e solo a "menza quarantana", cioè dall'indomani di Carnevale, "a cuntari vinti jorna", riusciva a sciogliersi. Verso mezzogiorno, avvolta in uno scialle che lasciava appena trasparire il volto grinzoso, essa, un campanaccio al collo, un sacco, scendeva in paese e, urlando e agitando la falce che stringeva in pugno, minacciava quei poveri innocent i, non ancora smaliziati dalla Tv, di sgozzarli con un sol colpo. Compiuto il suo giro, se ne tornava alla sua abituale dimora. E lì rimaneva per tutto l'anno. La figura della Mammaserra deve certamente riall acciarsi a quell'antica usanza conosciuta come "si rrata di la vecchia" o "di la monica", di cui però, in Sicilia, si è perduta da secoli la memoria, rimasta viva, invece, fino ad alcuni decenni fa, in varie regioni italiane e in Spagna. La "sirrata di la vecchia" (o "segavecchia" , come si disse in Toscana) era la rappresentazione simbolica d'un omicidio rituale, che aveva una sua funzione sociale in quanto serviva ad allentare la tensione causata dalle restrizioni imposte dalla religione in certi periodi dell' anno , come la lunga quaresima. A tramandarci la notizi a di prima mano, non è il solito Pinè - perché già ai suoi tempi questa ritualità non si rappresentava più -, bensì il marchese di Villabianca, il quale ci ha lasciato il bozzetto che in parte qui riassumiamo. Giusto a metà quaresima, quasi ad alleviare quel "malinconico luttuoso vivere", un fantoccio di cenci, dall' aspetto di vecchia, veniva caricato su un carrozzone tritato e sballottato di strada in strada, per essere offerto al pubblico ludibrio. Quando il corteo, scortato da Lazzari a cavallo, giungeva in piazza, dov'era eretto il patibolo, "scendeva la vecchia dal suo carro di morre, saliva la scala del catafalco e qui dai carnefici con una sega si fingeva di serrarle la testa, che veramente in quell'atto gron- dava sangue, cavato da una vescica che ella teneva involta sul co llo. A quest' atto di giustizia rideva il popolo - continua il Villabianca - e non piangeva perché quasi tutti l'andavano a finire accompagnando la finta morta alle pubbliche osterie, che dei plebei son le gran chiese, nelle quali si caricavan di crapole e di brindisi di buoni vini". Sempre il Villabianca ci dice, infine, che l'ultima rappresentazione a Palermo si ebbe forse nel 1737. Fino a qualche decennio fa è sopravvissuta invece la figura della Mammaserra; e fra le ultime interpreti - m'informa un amico carlentinese - si ricordano ancora due popolane, conosciute come "a za Lucia" e "a cummari Giuvanna a Butera". T ornando ora al quesito, che ho lasciato traspari re all'inizio di queste note, su un possibile rapporto , sotto il profilo etnologico, fra il maschero ne di roccia e la Mammaserra, mi sembrà opportuno sottolineare due coincidenze: l' aspetto " urlante" delle due figure e l'ubicazione del maschero ne, sul Colle Meta, non lontana appunto da quel Monte Pancali, dove la fantasia popolare ha pOSto la casa della Mammaserra. Due modesti indizi che, se non ci permettono di dare una risposta definitiva, non ci vietano tuttavia di sospettare che, in una fase di rielaborazione del materiale folcloristico, alla figura della "vecchia di quaresima" l'inconscio collettivo abbia sovrapposto quella del mascherone, dando cosÌ vi ta alla Mammaserra. II, 9> ....; ~ --""f;3 .-.; ~ ~ ;-. -. ~ ~ ~~ Per citare quest’articolo in formato elettronico: Sebastiano Rizza, Quel mascherone ‘urlante’ sul Colle Meta Sicilia Sikeli¿a ‫̣ى‬iqillīa Dialetto cultura e tradizioni popolari Url pagina: http://digilander.libero.it/sicilia.cultura/mascherone.pdf Homepage: http://digilander.libero.it/sicilia.cultura