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lunedì 7 gennaio 2013

Lista Monti, un rinnovamento "tecnico".


Forte del successo ottenuto durante il suo anno di governo, Mario Monti si presenta alle prossime elezioni politiche con una propria lista.
Beninteso, il "successo" montiano consiste nell'aver evitato all'Italia di fare la fine della Grecia, il che non è poco, ma non è nemmeno molto poichè agli aggravi fiscali ed al conseguente innalzamento di canoni e tariffe non è corrisposta un'adeguata  politica di sviluppo produttivo, per cui la situazione interna è peggiorata di molto ed oggi ci troviamo di fronte ad una vera e propria crisi sociale. Il Professore si giustifica dicendo che il tempo a sua disposizione è stato poco ed è convinto che sia necessario continuare in quella linea di rigore da lui tracciata nel corso del 2012. Eccolo allora formulare "una nuova offerta politica".
La sua sarà una lista civica, cioè non formata da parlamentari, ma da esponenti della società civile. Insomma dopo il governo tecnico ci sarà la novità della "lista tecnica" e sempra proprio che la politica, pur essendo fondamentale per il vivere civile e il fabbisogno dei cittadini, sia l'unico campo in cui non c'è bisogno di "formazione" per potervi avere accesso, (mi chiedo cosa accadrebbe se un'azienda, nell'intento di rinnovare il personale, selezionasse persone che non hanno nessuna esperienza nel campo d'interesse...) Ma tant'è questa è la nuova proposta politica Montiana e devo dire che pur non condivendone i contenuti,  penso sia comunque un fatto positivo, poichè consente a chi è lontano dalle idee del centrosinistra, di non dover obbligatoriamente tornare a votare la politica Bunga-Bunga di Berlusconi.
La cosa che invece mi lascia abbastanza perplesso è la costituzione di due diverse liste per Senato e Camera dei Deputati. Lo ha annunciato lo stesso Monti, nella conferenza stampa del 4 gennaio: "Ci sarà una lista unica al Senato, ('Con Monti per l'Italia' ) mentre alla Camera in coalizione ci saranno tre distinte liste: una della società civile che non includerà parlamentari (Scelta civica - Con Monti per l'Italia), una dell'Udc immagino con il nome di Casini e una di Fli con il nome di Fini".
Un quadro abbastanza complesso, per non dire astruso, che fa tornare alla mente la vecchia  politica delle correnti della DC, dove ogni elemento di spicco del partito aveva il proprio "partitino" con tanto di simboli, tessere etc., che gli permetteva di avere il corrispondente spazio nella direzione centrale e, soprattutto, nelle liste elettorali.
Insomma volente o nolente,  il Professore è dovuto sottostare alle esigenze "logistiche" di Fini e Casini e pur presentando liste prive di parlamentari, finirà poi per dover patteggiare con Udc e Fli i seggi che eventualmente otterrà.
Così il rinnovamento annunciato,  non appare per niente convincente e l'attuale azione politica di Monti, sembra  più che altro un'abile manovra volta a riempire, gradualmente, lo spazio formatosi a seguito della quasi irreversibile decadenza del partito del Cavaliere.
 
 

domenica 6 febbraio 2011

Vira a tribordo la nave governativa.


E' di qualche giorno la notizia che Berlusconi voglia fare un rimpasto del suo governo,  allo scopo di rinforzarlo e poter così andare avanti nella legislatura, incalzato com'è dalla Lega, dopo gli ultimi accadimenti in bicamerale in materia di federalismo.
Il rimpasto riguarda niente meno che Francesco Storace, leader di "La destra" formazione politica che aveva sempre ostentato la sua indipendenza da Berlusconi, fino ad arrivare ad una scissione da cui era nata "La destra-fiamma tricolore" capeggiata da Daniela Santanchè, che invece definiva il proprio partito «la destra leale a Berlusconi» e da cui è stata poi chiamata al governo (sottosegretario alla presidenza del consiglio) pur non essendo stata eletta nel 2008.
Insomma ancora trasformismo politico, che ormai va avanti da quando i "futuristi" hanno abbandonato il Pdl, ma si può dire che Berlusconi ormai gratti il fondo del barile perchè l'apertura a "La destra" seppure in gestazione già dall'intervento di Berlusconi, al congresso di quel partito dello scorso settembre, concluso dal "salutino" romano di berlusconi e dal bacio tra i due leader, sembra comunque un escamotage tanto discutibile quanto inutile.
Non si capisce infatti cosa possa offrire di positivo il partito di Storace che di destra ha solo il nome e poco più. Vero che cavalca alcune idee care ai liberali come la sicurezza, ma fondamentalmente si richiama ai valori del vecchio Msi post-fascista e filorepubblichino che ha sempre guardato con sospetto al sistema capitalista e mantiene una vecchia serie di pregiudizi sull’atlantismo, il ruolo dell’America, la questione israelo-palestinese eccetera. Senza dimenticare le parole di Storace contro il Lodo Alfano  o quelle con cui denunciò,quando Fini nel 2007 si presentò insieme a Berlusconi nell'allora federazione del PDL, "lo scandalo per cui avremmo dovuto accontentarci del rancio che ci veniva offerto, buttando a mare la nostra storia e la nostra gente. Ma noi siamo usciti da An perche' non volevamo entrare nel Ppe, non vedo perche' dovremmo entrarci con Berlusconi". O ancora nel 2008, a proposito della vicenda dei sondaggi falsi al Tg1, quando dichiarò:: "Berlusconi è un fuorilegge. L'unica risposta è in sede penale e soprattutto civile. L'ultima sconcertante esibizione sui sondaggi falsi, al Tg1, denota uno straordinario sprezzo delle regole."
Anche la base de "La destra", almeno dai primi commenti che si leggono su internet, sembra non gradire troppo questo coinvolgimento nel governo e rivolge a Storace la stessa accusa che lui ha rivolto a Fini, quando si alleò con Berlusconi e cioè di essere un traditore.
Già, il nome di Gianfranco Fini torna sempre e l'avversione verso l'ex leader di alleanza nazionale  sembra essere l'unico aspetto che accomuna questa nuova alleanza, l'ultimo  carburante del cabotaggio della nave governativa.

giovedì 18 novembre 2010

Destra e Sinistra

Nella trasmissione di Fazio e Saviano di lunedì scorso, il segretario del PD Bersani e il Presidente della Camera Fini hanno letto due elenchi che, a loro parere, rappresentano rispettivamente i i valori di Sinistra e Destra. Può apparire singolare la scelta dell'ex esponente di An, data la sua attuale situazione politica,  ma rimane pur sempre un personaggio di spicco, forse il più importante nella storia della destra italiana.
Tuttavia esponenti del governo e dei media che lo sostengono, oltre a criticare tale scelta hanno accusato i due oratori di aver detto cose ovvie e abbastanza banali secondo quella logica del Berlusconismo per la quale le idee degli avversari politici (Bersani da sempre o Fini da poco)se non vengono demonizzate, vengono banalizzate e rese ridicole.
Forse, come già diceva Giorgio Gaber in una delle sue ultime canzoni, la differenza tra le due parti non è più così netta e la modernità esprime temi che le investono trasversalmente, ma si tratta pur sempre di "valori" e non credo sia stata una perdita di tempo enunciarli in una trasmissione televisiva del servizio pubblico.
Ripeto trattandosi di "Valori" non è mai ovvio e banale enunciarli, ma fa anche bene ascoltarli come fa sempre bene tra genitori e figli, piuttosto che in un rapporto di coppia dirsi "ti voglio bene", non pensando mai che ciò sia ovvio o scontato.
Tuttavia anche nella sostanza dei due elenchi ci sono, a mio parere, elementi tutt'altro che retorici  e vorrei puntare l'attenzione su alcuni di essi:

Bersani: "Abbiamo la più bella Costituzione del mondo. La si difende ogni giorno e il 25 aprile si fa festa..." -  non mi sembra sia tanto scontata questa idea, visti gli ultimi discorsi di Berlusconi sull'argomento.
Bersani: " Ci vuole un mercato che funzioni, senza monopoli, corporazioni e posizioni di dominio, ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l'istruzione, la sicurezza" - viste le ultime tendenze del Governo sulla gestione di Scuola Pubblica e  Sanità, anche questa affermazione è tutt'altro che ovvia.
Bersani: "Davanti a un problema serio di salute non ci può essere né povero né ricco, né calabrese né lombardo né marocchino..." non credo che ciò sia scontato per Calderoli e i suoi amici della Lega.
Bersani: " Se devo morire attaccato per mesi a mille tubi, non può deciderlo il Parlamento..." - anche questa affermazione non mi pare scontata, visto il caso Englaro e la Posizione della Chiesa  di Roma.
Fini: "La destra ritiene solidali e quindi meritevoli di apprezzamento le imprese e le famiglie che danno lavoro agli immigrati onesti, i cui figli domani saranno anch'essi cittadini italiani perché la patria non è più solo terra dei padri" - non sembra banale nè ovvio, specie per Lega Nord e PdL.
Fini: "per la destra solo lo Stato deve garantire che legge è uguale per tutti, che deve combattere gli abusi e il malcostume, deve valorizzare l'esempio degli italiani migliori. Per questo bisognerebbe insegnare fin dalla scuola che due magistrati come Falcone e Borsellino  sono davvero eroi..." - anche qui mi sembra un'inversione di tendenza rispetto alla centralità individualista del Berlusconismo.
Fini: "Per la destra l'uguaglianza tra i cittadini va garantita nel punto di partenza, al Nord come al Sud, a uomini e donne, ai figli degli imprenditori, degli impiegati e degli operai...." - non sembra un'ovvietà, una Destra che parla di uguaglianza, che è un ideale storico  della Sinistra.

Per concludere, le accuse addotte dai detrattori di Fini e Bersani appaiono più lo scomposto scalciare di un "muscolarismo berlusconiano" in piena difficoltà, che una critica basata sui contenuti espressi.

wiska...chi lotta vive!

lunedì 15 novembre 2010

Governo a pezzi?..Pezzi di governo!

Il governo Berlusconi sembra ormai giunto al capolinea della sua attività politica. Partito con proclami enfatici circa la sicura e duratura azione di governo, avendone del resto tutti i numeri (quasi 100 parlamentari in più rispetto all'opposizione), ha ben presto dimostrato limiti di coesione tra i componenti della coalizione, manifestatisi già alla vigilia delle Elezioni Amministrative, causa le disfunzioni organizzative in quasi tutto il territorio nazionale, con punte clamorose nei famosi casi della presentazione delle liste a Roma e in Lombardia. Poi è stato soprattutto il Presidente della Camera Gianfranco Fini a minarne la consistenza, sottolineando i vari "scivoloni" personali e non del Premier e soprattutto le non condivise scelte operate dal governo in materia di Etica (caso Englaro, coppie di fatto etc.), sull'immigrazione (tentativo di obbligare i medici alla denuncia degli "irregolari" e la polemica con la Lega circa il respingimento dei clandestini) e sul Ddl sulle intercettazioni, tanto caro a Berlusconi.
 Ultimamente la differenzazione di Fini si è spostata,in materia economico-finanziaria, anche sui tagli lineari operati dal ministro Tremonti, per non parlare dei molti dubbi palesati sulla bozza di riforma della giustizia presentata dal ministro Alfano culminando il tutto con la perentoria richiesta delle dimissioni del Premier.
Per cui tutto ciò farebbe pensare che ormai non ci sia nessun ulteriore spazio di manovra per il Governo Berlusconi IV, tranne forse l'approvare il piano di stabilità e bilancio dello stato, anche su invito del presidente Napolitano.
Invece alcuni  pezzi di questo ex governo sembrano  e navigare verso nuove alleanze  e guarda caso, sono proprio quelli che hanno contriibuito ad affondarlo, cioè i finiani, che s'incontrano con il Ccd di Casini e l'Api di Rutelli per pianificare una strategia parlamentare comune, in attesa di una futura nuova coalizione di Centro, non disdicendo nemmeno occhiate accondiscenti al resto dell'opposizione per la formazione di un ipotetico governo tecnico-parlamentare volto a cambiare l'attuale legge elettorale.
Fuori da questo "teatrino" della politica c'è il popolo italiano con tutti i grandi problemi del momento che sta lì ad aspettare che la politica, incapace di risolvere i problemi reali,  dia almeno un esempio di responsabilità e rispetto nei confronti di tutti i cittadini.

martedì 9 novembre 2010

"Mina la petra e scunni la manu!" Fini a Bastia Umbra

L'intervento di Fini nell'incontro di  Bastia Umbra, a cui hanno partecipato circa seimila  fedelissimi, ha dato il via politico a Futuro e Libertà, il movimento nato dalla scissione dal PdL, che a gennaio diverrà Partito vero e proprio.
Nulla da eccepire al discorso di Fini sotto il profilo analitico della sua esperienza nel Pdl, di cui ha tracciato una severa e arguta ricusazione e nulla da eccepire nemmeno sotto il profilo dell'analisi storica della prima repubblica, in cui ha auspicato un ritorno, che anch'io condivido, a una politica più sobria e soprattutto più attenta ai contenuti. A tal proposito ha citato,con un parallelo veramente ardito, che magari sarà oggetto di un altro post, personaggi politici come Almirante, La Malfa, Moro e Berlinguer. Anche i riferimenti ai valori etico-sociali sono sembrati coerenti con la modernità insistente sulla nostra società e sul pensiero che da sempre ha animato l'azione politica dell'ex leader di AN.
Ciò che invece mi ha lasciato perplesso è stato il lato della proposta politica in cui, a mio parere,  Fini ha detto tutto e il contrario di tutto: come il chiedere a Berlusconi di dare le dimissioni, per poi investirlo nuovamente, malgrado la succitata constatazione dell'attuale fallimento politico, della carica di capo di un nuovo governo (magari con qualche ministro futurista in più?), oppure criticare duramente la politica della Lega Nord e  il pesante condizionamento politico operato nei confronti del Premier, per poi addolcire la pillola chiedendo l'attuazione del "Senato delle Regioni", che è una vecchia proposta del Carroccio, dando l'impressione che, in ogni momento, la situazione politica possa scomporsi o ricomporsi e che in realtà la proposta dei Finiani, al momento, varia al variare dell'atteggiamento di Berlusconi e Bossi.
Insomma il Presidente della Camera fa clamore lanciando il sasso nello stagno, ma  rivisitando il proverbio salentino "Mina la petra e scunni la manu", dopo il lancio, nasconde subito la mano!

wiska...chi lotta vive!