Books by Andrea Beretta
Antologia del francese d'Italia, 2023
Durante il medioevo le relazioni economiche, politiche e culturali favorirono l’afflusso, non sol... more Durante il medioevo le relazioni economiche, politiche e culturali favorirono l’afflusso, non solo dall’Europa continentale ma anche dal bacino del Mediterraneo, di materiale francese nella Penisola italiana. Qui, dopo una prima iniziale diffusione, di cui rimangono tracce indirette nell’onomastica, nella toponomastica e nelle arti figurative, a partire dalla seconda metà del XIII secolo è intensa l’attività di copia, rielaborazione e creazione originale di opere in lingua francese.
Se nelle altre aree sottoposte all’irradiazione della letteratura galloromanza le opere d’Oltralpe vennero importate in lingua oppure fruite attraverso traduzioni e rielaborazioni nei volgari locali, nell’area italoromanza alcuni autori cominciarono a comporre nella lingua culturale dominante, adottando talvolta un mezzo espressivo mistilingue.
Questa antologia comprende testi di natura letteraria, trattatistica, documentaria e murale, databili tra la metà del XIII secolo e la prima metà del XV e ne propone edizioni riviste o allestite per l’occasione. Al contempo, il volume intende fornire una nuova interpretazione del particolare fenomeno del francese d’Italia, nel quadro globale della fortuna medievale del francese antico.
Durante il medioevo le relazioni economiche, politiche e culturali favorirono l’afflusso, non sol... more Durante il medioevo le relazioni economiche, politiche e culturali favorirono l’afflusso, non solo dall’Europa continentale ma anche dal bacino del Mediterraneo, di materiale francese nella Penisola italiana. Qui, dopo una prima iniziale diffusione, di cui rimangono tracce indirette nell’onomastica, nella toponomastica e nelle arti figurative, a partire dalla seconda metà del XIII secolo è intensa l’attività di copia, rielaborazione e creazione originale di opere in lingua francese.
Se nelle altre aree sottoposte all’irradiazione della letteratura galloromanza le opere d’Oltralpe vennero importate in lingua originale oppure fruite attraverso traduzioni e rielaborazioni nei volgari locali, nell’area italoromanza alcuni autori cominciarono a comporre nella lingua culturale dominante, adottando talvolta un mezzo espressivo mistilingue.
Questa antologia comprende testi di natura letteraria, trattatistica, documentaria e murale, databili tra la metà del XIII secolo e la prima metà del XV, e ne propone edizioni riviste o allestite per l’occasione. Al contempo, il volume intende fornire una nuova interpretazione del particolare fenomeno del francese d’Italia, nel quadro globale della fortuna medievale del francese antico.
Collaboratori all'opera (dall'indice): Carlo Beretta, Anna Constantinidis, Cesare Mascitelli, Paolo Gresti, Carlo Rettore, Stephen Patrick McCormick, Marta Materni, Luca Barbieri, Marco Infurna, Massimo Dal Bianco, Fabrizio Cigni, Niccolò Gensini, Véronique Winand, Federico Guariglia, Maria Teresa Rachetta, Silvio Melani, Nicolò Premi, Alvise Andreose, Fabio Zinelli.
Curatele by Andrea Beretta
Niccolò da Verona, Opere. Pharsale, Continuazione dell’Entrée d’Espagne, Passion, a cura di Franca Di Ninni, Venezia, Marsilio, 1992 («Medioevo Veneto»), 2024
Revisione critica del testo
Seminari by Andrea Beretta
Papers by Andrea Beretta
La “bella Petra”. Le rime di Dante fra Firenze e Lunigiana, a cura di Donatella Martinelli e Paolo Rinoldi, Firenze, Cesati, 2023
Filologia italiana, 2022
Nell’ambito della poetica guittoniana trova largo spazio l’adozione di uno stile oscuro, che in p... more Nell’ambito della poetica guittoniana trova largo spazio l’adozione di uno stile oscuro, che in prima battuta potrebbe essere apparentato al trobar clus della tradizione occitanica. Più precisamente, però, tale "paraula
escura" nella maniera morale del Nostro costituisce una barriera tra il lettore e la significazione dei testi, il cui superamento consente un affinamento delle qualità spirituali del fruitore (e si pensi all’Agostino del De doctrina Christiana sull’oscurità delle Sacre Scritture). In questo articolo si propone allora all’attenzione una delle modalità di perseguimento dell’obscuritas in Frate Guittone, quella che coinvolge il lessico. Infatti, oltre ad una nuova edizione critica e commentata dello scambio tra l’anonimo e il poeta di cui al titolo, si offre una rinnovata interpretazione del rimante "bavecche", che determina a cascata una nuova lettura del senso stesso dei due sonetti. Il commento ai testi offre anche uno spaccato della diffusione del catarismo nella penisola italiana, giacché la tenzone verte sul problema del male sulla terra e sull’importanza del libero arbitrio, che, secondo Frate Guittone, contribuisce a sovvertire il dualismo cataro di cui l’anonimo si fa interprete (in verità, in modo non troppo ortodosso).
English
[title: "Stylistics and obscurity in Guittone’s Moral Sonnets: a case study on words in rhymes (L 274-275)"]
Obscurity is a typical attitude of Guittone’s poetry and poetics: it might apparently be linked to the trobar clus of the Occitan literary tradition, but in Friar Guittone’s “moral section” its deciphering leads to a refinement of the reader’s spirit (as it happens with Bible’s obscurity, according to S. Augustin’s De doctrina Christiana). My article focuses then on one level of Friar Guittone’s obscurity: the lexical obscurity. In addition to a new critical edition of the tenzone between an anonymous and Friar Guittone (L 274-275), in this study I provide a new intepretation of the word in rhyme "bavecche", which impacts the commentary of the two poems as a whole. As its main topic, the tenzone addresses the question of the Evil on Earth and the importance of Free Will. The anonymous seems to be a Cathar, since he believes in the dualism of Good and Evil, while Friar Guittone points out the role of Free Will. For a better understanding of the historical and cultural context, my commentary also gives an insight on Catharism in the Italian Peninsula between 13th and 14th century.
«Revue Critique de Philologie Romane», XXI (2021), pp. 3-41
Repetita iuvant, perseverare diabolicum. Un approccio multidisciplinare alla ripetizione, a cura di Davide Mastrantonio, Ibraam G. M. Abdelsayed, Marianna Marrucci, Martina Bellinzona, Orlando Paris, Valentina Bianchi, Siena, Edizioni Università per Stranieri di Siena, 2023
L’articolo intende offrire all’attenzione un componimento che si configura come esempio principe ... more L’articolo intende offrire all’attenzione un componimento che si configura come esempio principe di variazioni nella ripetizione, tratto dai Sonetti morali di Guittone d’Arezzo e qui presentato in un testo critico e commentato, derivato dall’edizione in corso di approntamento a mia cura. Si tratta dell’ultimo sonetto della sequenza testimoniata dal canzoniere Laurenziano Redi 9 (L), "Dispregio Pregio, u’ Non-pregi’ à pregianza", che in un vertiginoso gioco di poliptoti e figure etimologiche riassume in sé svariati fili tematici dipanatisi nel corso della serie. Dunque, oltre a legami di tipo metrico, rimico e contenutistico (ai quali qui va solo un accenno, per ragioni di spazio), il macrotesto dei Sonetti del Frate in L contempla anche quest’ultima tessera, la quale lo rende coeso e compatto mediante precisi richiami ai precedenti componimenti, che questo studio si incarica di rilevare e commentare.
Articoli e schede proposti alla rivista sono valutati ed approvati dal Direttore e dai Comitati d... more Articoli e schede proposti alla rivista sono valutati ed approvati dal Direttore e dai Comitati di direzione e redazione; gli articoli sono sottoposti anche al parere vincolante di almeno un esperto anonimo, esterno ai Comitati editoriali. Manuscripts of articles and communications ('schede') submitted to the journal are reviewed by the Editor in chief and the Editorial Boards; articles are also peer reviewed by at least an anonymous referee.
Versione in open-access pubblicata in «Open Journal of Humanities», 8 (2021), pp. 73-120
This article aims at pointing out new perspectives on the development of
that particular literary... more This article aims at pointing out new perspectives on the development of
that particular literary phenomenon whose common label is ‘Franco-italian’. After presenting innovative approaches to the history of reception in the Middle Ages, my study criticizes the traditional classification of the
Franco-italian tradition, in order to indicate how a receptional point of
view might enhance the value of geolinguistical areas neglected until now
as crucial zones for the emergence of Franco-italian itself. Especially, I draw attention to the Eastern Mediterranean region, where, during the Franco-italian age, there was a ‘protocolonial’ society, in which French people, Venetians, Genoans and Byzantines interacted with each other, in contact with native populations of Palestine, Syria and Egypt; this situation led to a hybridization affecting the entire social, cultural, and literary sphere. From this perspective, my article then focuses on the reception of the Otherness in Franco-italian literary works, investigating a poem that specially thematizes the contact with the East and the Other, the Entrée d’Espagne. As it will be clearly shown, this opus maximum incorporates many different cultural patterns, with unexhausted perspective’s exchanges and mimetism phenomena, between Christianity and Islam, faith and rationalism – what makes the Entrée an excellent representative of so-called “Franco-italian”, a receptional and hybridized cultural tradition.
In questo studio si intendono offrire nuovi elementi per dimostrare come alle tre tradizionali di... more In questo studio si intendono offrire nuovi elementi per dimostrare come alle tre tradizionali direttrici di contestazione che Dante muove al «secondo caposcuola della poesia italiana», Guittone d’Arezzo,
e ai suoi seguaci (attacco al poeta licenzioso autore dell’ars amandi o “manuale del libertino”, accusa di ignoranza e critica dello stile, mai virato verso il volgare illustre), possa aggiungersi una quarta pista, di matrice schiettamente intertestuale. Infatti, la “condanna” di Guittone può passare anche attraverso la ripresa di serie rimiche attestate per la prima volta nell’ambito della tradizione letteraria italiana nell’opera guittoniana (dati OVI) e calate da Dante soprattutto nella lugubre cornice del più profondo Inferno: per loro, l’Alighieri ha coniato la memorabile definizione di «rime aspre e chiocce». Esse allargano direttamente nella prassi versificatoria il perimetro stilistico tracciato a livello teorico nel De vulgari eloquentia degli «yrsuta vocabula», i quali, se adoperati in commistione con i «pexa» rendono piacevole l’armonia della composizione letteraria, ma se addossati troppo vicini gli uni agli altri possono determinare spiacevoli stridori. Dal «trovato duro e aspro» di Guittone (canz. XLIX, vv. 163-64) Dante trae dunque materiali per il suo disegno infernale, dannando indelebilmente, insieme alle anime del Cocito, anche la memoria letteraria dell’illustre, e a lui inviso, predecessore.
My article points out a fourth path to the analysis of the literary and ideological criticism Dante Alighieri expressed about his predecessor as the leading exponent of the Italian poetry, Guittone d’Arezzo – the other three being the attack to Guittone as the licentious author of the ars amandi (the so-called “libertine’s manual”), the charge of ignorance and the blame on his style, never touched by the concept of the transregional “volgare illustre” theorized by Dante in his treatise De vulgari eloquentia. This fourth way shows itself as an intertextual “damnation”: indeed,
Dante evokes in the deepest part of his Inferno a series of rhymes, appeared for the first time within the Italian literary tradition in Guittone’s works (data from the search engine of the Opera del Vocabolario Italiano, http://gattoweb.ovi.cnr.it). Dante defined them as the «rime aspre e chiocce», ‘harsh and hoarse rhymes’. They directly enhance in the concrete verse the stylistic features of the «yrsuta vocabula» (‘ruffl e words’) theorized in De vulgari eloquentia. The «yrsuta» are words that embellish every literary work, but only if used in combination with «pexa» (‘combed words’), because «yrsuta»’s phonetic compound could determine, if standing alone, unpleasantly harsh sounds. Therefore, taking some of the poetic elements for his Inferno from Guittone’s
«trovato duro e aspro» (‘arduous and harsh poetry’, canzone XLIX, vv. 163-64), Dante ineffaceably damns not only the souls in the Cocito, but also the literary legacy of his well-known, and unpalatable to him, predecessor.
Le forme del comico. Atti delle sessioni parallele del XXI Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti), Firenze, 6-9 settembre 2017, a cura di Francesca Castellano, Irene Gambacorti, Ilaria Macera, Giulia Tellini, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2019
L’articolo intende mostrare, partendo dalla concezione dantesca ell’utilità e delle modalità di i... more L’articolo intende mostrare, partendo dalla concezione dantesca ell’utilità e delle modalità di impiego del volgare materno, la contrapposizione poetica che apertis verbis Dante instaura agonisticamente con il vecchio caposcuola Guittone, e il superamento di quest’ultimo da parte dell’Alighieri proprio nel ruolo di cantor rectitudinis e di poeta morale. Di là da una concezione strettamente omiliaco-predicatoria tipica della concezione guittoniana della poesia morale in volgare e del suo stesso ruolo nella società, Dante a partire dal «Convivio» riveste il “favellar materno” di un’aura prima attribuita solamente alla gramatica: essere
il mezzo con il quale si può (e, forse, si deve, per farsi comprendere da tutti) far speculazione filosofica e teologica per iscritto. Il “miglioramento” dantesco in questo campo rispetto al “vecchio” Guittone, che pure ebbe il merito di essere l’incontrastato pioniere delle “moralità” in versi e in prosa volgare, spiegherebbe anche la virulenza degli attacchi al Frate godente, che dunque potrebbero essere letti non soltanto come riprovazione delle scabrosità licenziose del Guittone “prima maniera”, ma anche come denigrazione (ancora agente de facto al livello della «Commedia») funzionale all’autopromozione di sé, da parte di Dante, come “nuovo sole” nel panorama della poesia morale. Nel contesto dell’articolo si propongono i sonetti guittoniani «Non già me greve fa d’Amore la salma» e «De vertù de scïenzia, il cui podere» (rispettivamente 220 e 187 dell’ed. Egidi) in saggio di edizione provvisoria e corredati di apparato e parafrasi, dal “cantiere” dell’edizione critica e commentata dei «Sonetti morali» di Frate Guittone d’Arezzo, cui sto attendendo nel quadro della più generale impresa di edizione guittoniana coordinata da Lino Leonardi.
(Con un saggio di edizione del testo)
L'articolo intende dare conto del ritrovamento di un nuovo testimone del volgarizzamento veneto d... more L'articolo intende dare conto del ritrovamento di un nuovo testimone del volgarizzamento veneto dell'Esopus attribuito a Gualterus Anglicus, del quale era precedentemente noto un solo codice (London, British Library, 38023), edito da Vittore Branca. Il manoscritto che qui si presenta (segnato Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, It. Z 74 (4826)) reca anche il testo integrale della fonte latina e si configura dunque come un esemplare notevolissimo nell'ambito della fortuna della favolistica esopica in Italia. L'analisi fornisce una descrizione il più accurata possibile del codice e del suo corredo illustrativo, e illumina i rapporti dei due testimoni latino e veneto in esso compresi con il resto delle rispettive tradizioni testuali. Particolarmente interessante risulta inoltre l'esame dell'aspetto linguistico del testo veneto: la maggiore antichità del codice Marciano (trecentesco) rispetto al (quattrocentesco) Londinese consente infatti di delineare con maggiore chiarezza le diverse componenti di base della lingua del volgarizzamento.
Il contributo presenta una disamina della macrostruttura delle Rime di Dante – specificamente del... more Il contributo presenta una disamina della macrostruttura delle Rime di Dante – specificamente della serie delle canzoni – nella tradizione manoscritta e nelle edizioni critiche Barbi (compresa la selezione effettuatane da Contini) e De Robertis. Da un lato, l’analisi si sofferma sulla divergente seriazione delle canzoni nelle famiglie g e b (individuate nell’edizione De Robertis); dall’altro, lo studio della varia lectio mostra come la famiglia b sia connessa per lezione ad altri gruppi, secondo
dinamiche che travalicano le logiche di congiunzione/separazione, per dilatarsi in una più fluida azione contaminatoria. Innovazione principale di b viene così ad essere l’ordinamento delle canzoni, il quale, grazie a prove paratestuali reperibili in primis sugli autografi boccacciani, e indizi offerti dal Trattatello in laude di Dante, sembrerebbe poter dipendere dall’ipotesi sulla struttura complessiva del Convivio formulata dal Certaldese nel Trattatello. In conclusione, si anticipa la prosecuzione
dello studio sull’ordinamento (antico e paratestualmente fissato) della famiglia g.
Questo studio costituisce parte di un lavoro più ampio: l'edizione critica e commentata dei Sonet... more Questo studio costituisce parte di un lavoro più ampio: l'edizione critica e commentata dei Sonetti morali di Frate Guittone d'Arezzo 1 . Nell'impossibilità materiale di presentare i risultati globali in questa sede, ho scelto di puntare sulla pubblicazione di un componimento particolarmente rappresentativo per i rapporti tra i testimoni mss.: Miri, miri catuno a ccui bisogna 2 . *** Il pezzo si presenta come estremamente singolare anche nell'ambito della già sofisticata tipologia sonettistica con fronte a dieci versi (che Biadene definiva come «modificazione di Monte Andrea» 3 ), praticata da Guittone e Monte. Infatti, la logica dell'argomentazione sembra suggerire che il distico aggiunto alla normale fronte a otto versi non sia costituito * Questo lavoro fu esposto per la prima volta presso l'Università di Ginevra, nell'ambito di uno dei corsi di Filologia italiana tenuti dal Prof. Roberto Leporatti. Insieme a lui, voglio qui ringraziare la Prof.ssa Silvia Isella e il Prof. Cesare Segre, gli altri miei due relatori per la tesi di Laurea magistrale. Al Prof. Lino Leonardi un riconoscente ringraziamento per i suoi consigli; al Prof. Fabio Zinelli devo molto più di un solo tè. Hanno letto e riletto con me questi sedici versi Alice Spinelli e Mauro Ramazzotti: per loro, un "grazie" sarebbe troppo poca cosa.
L'articolo prende in esame l’Atile en prose, testo di metà Duecento, che racconta secondo moduli ... more L'articolo prende in esame l’Atile en prose, testo di metà Duecento, che racconta secondo moduli epico-romanzeschi e leggendari l’invasione dell’Italia da parte di Attila, a metà V sec. L’articolo intende fornire una prima descrizione, in termini di filologia formale, della tradizione del testo, nelle sue versioni franco-italiana, latina e veneta; inoltre, offre spunti innovativi sull’ambiente e sull’epoca di produzione del testo stesso, nel quale, sotto le spoglie di Attila, potrebbe essere adombrata la figura tirannica di Ezzelino III da Romano.
Il contributo riesamina la scripta del ms. Venezia BNM fr. IV. Dapprima viene condotta una vasta ... more Il contributo riesamina la scripta del ms. Venezia BNM fr. IV. Dapprima viene condotta una vasta panoramica su tutte le varietà lombardo-venete tra Due e Trecento, per fenomeni- campione (tra gli altri: palatalizzazione dei nessi di consonante più laterale e trattamento delle vocali atone in sede finale), con possibilità innovative per l’interpretazione. Successivamente, si procede alla localizzazione del ms. sulla base proprio del panorama linguistico delineato e di fattori storico-culturali (ricezione della letteratura franco-italiana) e iconografici determinanti, e si propone di fare perno sull’ampia zona compresa tra Lombardia orientale, Verona, Mantova e l’Emilia.
This paper focuses on the scripta of the MS Venice BNM fr. IV. At the outset, the analysis outlines a linguistic broadscale scenario of the ancient lombardo-veneto between the 13th and the 14th century, moving from some meaningful features (among which: the palatalization of clusters of consonant + l, and vowels in word-final position). The present paper then suggests a new localization for the scripta of the MS, that also takes into consideration the cultural background (the reception of Old French epic literature in the lombardo-veneto) and the iconographic apparatus of the MS Venice BNM fr. IV, individuating a large area between Eastern Lombardy, Verona, Mantua and Emilia.
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Books by Andrea Beretta
Se nelle altre aree sottoposte all’irradiazione della letteratura galloromanza le opere d’Oltralpe vennero importate in lingua oppure fruite attraverso traduzioni e rielaborazioni nei volgari locali, nell’area italoromanza alcuni autori cominciarono a comporre nella lingua culturale dominante, adottando talvolta un mezzo espressivo mistilingue.
Questa antologia comprende testi di natura letteraria, trattatistica, documentaria e murale, databili tra la metà del XIII secolo e la prima metà del XV e ne propone edizioni riviste o allestite per l’occasione. Al contempo, il volume intende fornire una nuova interpretazione del particolare fenomeno del francese d’Italia, nel quadro globale della fortuna medievale del francese antico.
Se nelle altre aree sottoposte all’irradiazione della letteratura galloromanza le opere d’Oltralpe vennero importate in lingua originale oppure fruite attraverso traduzioni e rielaborazioni nei volgari locali, nell’area italoromanza alcuni autori cominciarono a comporre nella lingua culturale dominante, adottando talvolta un mezzo espressivo mistilingue.
Questa antologia comprende testi di natura letteraria, trattatistica, documentaria e murale, databili tra la metà del XIII secolo e la prima metà del XV, e ne propone edizioni riviste o allestite per l’occasione. Al contempo, il volume intende fornire una nuova interpretazione del particolare fenomeno del francese d’Italia, nel quadro globale della fortuna medievale del francese antico.
Collaboratori all'opera (dall'indice): Carlo Beretta, Anna Constantinidis, Cesare Mascitelli, Paolo Gresti, Carlo Rettore, Stephen Patrick McCormick, Marta Materni, Luca Barbieri, Marco Infurna, Massimo Dal Bianco, Fabrizio Cigni, Niccolò Gensini, Véronique Winand, Federico Guariglia, Maria Teresa Rachetta, Silvio Melani, Nicolò Premi, Alvise Andreose, Fabio Zinelli.
Curatele by Andrea Beretta
Seminari by Andrea Beretta
Papers by Andrea Beretta
escura" nella maniera morale del Nostro costituisce una barriera tra il lettore e la significazione dei testi, il cui superamento consente un affinamento delle qualità spirituali del fruitore (e si pensi all’Agostino del De doctrina Christiana sull’oscurità delle Sacre Scritture). In questo articolo si propone allora all’attenzione una delle modalità di perseguimento dell’obscuritas in Frate Guittone, quella che coinvolge il lessico. Infatti, oltre ad una nuova edizione critica e commentata dello scambio tra l’anonimo e il poeta di cui al titolo, si offre una rinnovata interpretazione del rimante "bavecche", che determina a cascata una nuova lettura del senso stesso dei due sonetti. Il commento ai testi offre anche uno spaccato della diffusione del catarismo nella penisola italiana, giacché la tenzone verte sul problema del male sulla terra e sull’importanza del libero arbitrio, che, secondo Frate Guittone, contribuisce a sovvertire il dualismo cataro di cui l’anonimo si fa interprete (in verità, in modo non troppo ortodosso).
English
[title: "Stylistics and obscurity in Guittone’s Moral Sonnets: a case study on words in rhymes (L 274-275)"]
Obscurity is a typical attitude of Guittone’s poetry and poetics: it might apparently be linked to the trobar clus of the Occitan literary tradition, but in Friar Guittone’s “moral section” its deciphering leads to a refinement of the reader’s spirit (as it happens with Bible’s obscurity, according to S. Augustin’s De doctrina Christiana). My article focuses then on one level of Friar Guittone’s obscurity: the lexical obscurity. In addition to a new critical edition of the tenzone between an anonymous and Friar Guittone (L 274-275), in this study I provide a new intepretation of the word in rhyme "bavecche", which impacts the commentary of the two poems as a whole. As its main topic, the tenzone addresses the question of the Evil on Earth and the importance of Free Will. The anonymous seems to be a Cathar, since he believes in the dualism of Good and Evil, while Friar Guittone points out the role of Free Will. For a better understanding of the historical and cultural context, my commentary also gives an insight on Catharism in the Italian Peninsula between 13th and 14th century.
that particular literary phenomenon whose common label is ‘Franco-italian’. After presenting innovative approaches to the history of reception in the Middle Ages, my study criticizes the traditional classification of the
Franco-italian tradition, in order to indicate how a receptional point of
view might enhance the value of geolinguistical areas neglected until now
as crucial zones for the emergence of Franco-italian itself. Especially, I draw attention to the Eastern Mediterranean region, where, during the Franco-italian age, there was a ‘protocolonial’ society, in which French people, Venetians, Genoans and Byzantines interacted with each other, in contact with native populations of Palestine, Syria and Egypt; this situation led to a hybridization affecting the entire social, cultural, and literary sphere. From this perspective, my article then focuses on the reception of the Otherness in Franco-italian literary works, investigating a poem that specially thematizes the contact with the East and the Other, the Entrée d’Espagne. As it will be clearly shown, this opus maximum incorporates many different cultural patterns, with unexhausted perspective’s exchanges and mimetism phenomena, between Christianity and Islam, faith and rationalism – what makes the Entrée an excellent representative of so-called “Franco-italian”, a receptional and hybridized cultural tradition.
e ai suoi seguaci (attacco al poeta licenzioso autore dell’ars amandi o “manuale del libertino”, accusa di ignoranza e critica dello stile, mai virato verso il volgare illustre), possa aggiungersi una quarta pista, di matrice schiettamente intertestuale. Infatti, la “condanna” di Guittone può passare anche attraverso la ripresa di serie rimiche attestate per la prima volta nell’ambito della tradizione letteraria italiana nell’opera guittoniana (dati OVI) e calate da Dante soprattutto nella lugubre cornice del più profondo Inferno: per loro, l’Alighieri ha coniato la memorabile definizione di «rime aspre e chiocce». Esse allargano direttamente nella prassi versificatoria il perimetro stilistico tracciato a livello teorico nel De vulgari eloquentia degli «yrsuta vocabula», i quali, se adoperati in commistione con i «pexa» rendono piacevole l’armonia della composizione letteraria, ma se addossati troppo vicini gli uni agli altri possono determinare spiacevoli stridori. Dal «trovato duro e aspro» di Guittone (canz. XLIX, vv. 163-64) Dante trae dunque materiali per il suo disegno infernale, dannando indelebilmente, insieme alle anime del Cocito, anche la memoria letteraria dell’illustre, e a lui inviso, predecessore.
My article points out a fourth path to the analysis of the literary and ideological criticism Dante Alighieri expressed about his predecessor as the leading exponent of the Italian poetry, Guittone d’Arezzo – the other three being the attack to Guittone as the licentious author of the ars amandi (the so-called “libertine’s manual”), the charge of ignorance and the blame on his style, never touched by the concept of the transregional “volgare illustre” theorized by Dante in his treatise De vulgari eloquentia. This fourth way shows itself as an intertextual “damnation”: indeed,
Dante evokes in the deepest part of his Inferno a series of rhymes, appeared for the first time within the Italian literary tradition in Guittone’s works (data from the search engine of the Opera del Vocabolario Italiano, http://gattoweb.ovi.cnr.it). Dante defined them as the «rime aspre e chiocce», ‘harsh and hoarse rhymes’. They directly enhance in the concrete verse the stylistic features of the «yrsuta vocabula» (‘ruffl e words’) theorized in De vulgari eloquentia. The «yrsuta» are words that embellish every literary work, but only if used in combination with «pexa» (‘combed words’), because «yrsuta»’s phonetic compound could determine, if standing alone, unpleasantly harsh sounds. Therefore, taking some of the poetic elements for his Inferno from Guittone’s
«trovato duro e aspro» (‘arduous and harsh poetry’, canzone XLIX, vv. 163-64), Dante ineffaceably damns not only the souls in the Cocito, but also the literary legacy of his well-known, and unpalatable to him, predecessor.
il mezzo con il quale si può (e, forse, si deve, per farsi comprendere da tutti) far speculazione filosofica e teologica per iscritto. Il “miglioramento” dantesco in questo campo rispetto al “vecchio” Guittone, che pure ebbe il merito di essere l’incontrastato pioniere delle “moralità” in versi e in prosa volgare, spiegherebbe anche la virulenza degli attacchi al Frate godente, che dunque potrebbero essere letti non soltanto come riprovazione delle scabrosità licenziose del Guittone “prima maniera”, ma anche come denigrazione (ancora agente de facto al livello della «Commedia») funzionale all’autopromozione di sé, da parte di Dante, come “nuovo sole” nel panorama della poesia morale. Nel contesto dell’articolo si propongono i sonetti guittoniani «Non già me greve fa d’Amore la salma» e «De vertù de scïenzia, il cui podere» (rispettivamente 220 e 187 dell’ed. Egidi) in saggio di edizione provvisoria e corredati di apparato e parafrasi, dal “cantiere” dell’edizione critica e commentata dei «Sonetti morali» di Frate Guittone d’Arezzo, cui sto attendendo nel quadro della più generale impresa di edizione guittoniana coordinata da Lino Leonardi.
dinamiche che travalicano le logiche di congiunzione/separazione, per dilatarsi in una più fluida azione contaminatoria. Innovazione principale di b viene così ad essere l’ordinamento delle canzoni, il quale, grazie a prove paratestuali reperibili in primis sugli autografi boccacciani, e indizi offerti dal Trattatello in laude di Dante, sembrerebbe poter dipendere dall’ipotesi sulla struttura complessiva del Convivio formulata dal Certaldese nel Trattatello. In conclusione, si anticipa la prosecuzione
dello studio sull’ordinamento (antico e paratestualmente fissato) della famiglia g.
This paper focuses on the scripta of the MS Venice BNM fr. IV. At the outset, the analysis outlines a linguistic broadscale scenario of the ancient lombardo-veneto between the 13th and the 14th century, moving from some meaningful features (among which: the palatalization of clusters of consonant + l, and vowels in word-final position). The present paper then suggests a new localization for the scripta of the MS, that also takes into consideration the cultural background (the reception of Old French epic literature in the lombardo-veneto) and the iconographic apparatus of the MS Venice BNM fr. IV, individuating a large area between Eastern Lombardy, Verona, Mantua and Emilia.
Se nelle altre aree sottoposte all’irradiazione della letteratura galloromanza le opere d’Oltralpe vennero importate in lingua oppure fruite attraverso traduzioni e rielaborazioni nei volgari locali, nell’area italoromanza alcuni autori cominciarono a comporre nella lingua culturale dominante, adottando talvolta un mezzo espressivo mistilingue.
Questa antologia comprende testi di natura letteraria, trattatistica, documentaria e murale, databili tra la metà del XIII secolo e la prima metà del XV e ne propone edizioni riviste o allestite per l’occasione. Al contempo, il volume intende fornire una nuova interpretazione del particolare fenomeno del francese d’Italia, nel quadro globale della fortuna medievale del francese antico.
Se nelle altre aree sottoposte all’irradiazione della letteratura galloromanza le opere d’Oltralpe vennero importate in lingua originale oppure fruite attraverso traduzioni e rielaborazioni nei volgari locali, nell’area italoromanza alcuni autori cominciarono a comporre nella lingua culturale dominante, adottando talvolta un mezzo espressivo mistilingue.
Questa antologia comprende testi di natura letteraria, trattatistica, documentaria e murale, databili tra la metà del XIII secolo e la prima metà del XV, e ne propone edizioni riviste o allestite per l’occasione. Al contempo, il volume intende fornire una nuova interpretazione del particolare fenomeno del francese d’Italia, nel quadro globale della fortuna medievale del francese antico.
Collaboratori all'opera (dall'indice): Carlo Beretta, Anna Constantinidis, Cesare Mascitelli, Paolo Gresti, Carlo Rettore, Stephen Patrick McCormick, Marta Materni, Luca Barbieri, Marco Infurna, Massimo Dal Bianco, Fabrizio Cigni, Niccolò Gensini, Véronique Winand, Federico Guariglia, Maria Teresa Rachetta, Silvio Melani, Nicolò Premi, Alvise Andreose, Fabio Zinelli.
escura" nella maniera morale del Nostro costituisce una barriera tra il lettore e la significazione dei testi, il cui superamento consente un affinamento delle qualità spirituali del fruitore (e si pensi all’Agostino del De doctrina Christiana sull’oscurità delle Sacre Scritture). In questo articolo si propone allora all’attenzione una delle modalità di perseguimento dell’obscuritas in Frate Guittone, quella che coinvolge il lessico. Infatti, oltre ad una nuova edizione critica e commentata dello scambio tra l’anonimo e il poeta di cui al titolo, si offre una rinnovata interpretazione del rimante "bavecche", che determina a cascata una nuova lettura del senso stesso dei due sonetti. Il commento ai testi offre anche uno spaccato della diffusione del catarismo nella penisola italiana, giacché la tenzone verte sul problema del male sulla terra e sull’importanza del libero arbitrio, che, secondo Frate Guittone, contribuisce a sovvertire il dualismo cataro di cui l’anonimo si fa interprete (in verità, in modo non troppo ortodosso).
English
[title: "Stylistics and obscurity in Guittone’s Moral Sonnets: a case study on words in rhymes (L 274-275)"]
Obscurity is a typical attitude of Guittone’s poetry and poetics: it might apparently be linked to the trobar clus of the Occitan literary tradition, but in Friar Guittone’s “moral section” its deciphering leads to a refinement of the reader’s spirit (as it happens with Bible’s obscurity, according to S. Augustin’s De doctrina Christiana). My article focuses then on one level of Friar Guittone’s obscurity: the lexical obscurity. In addition to a new critical edition of the tenzone between an anonymous and Friar Guittone (L 274-275), in this study I provide a new intepretation of the word in rhyme "bavecche", which impacts the commentary of the two poems as a whole. As its main topic, the tenzone addresses the question of the Evil on Earth and the importance of Free Will. The anonymous seems to be a Cathar, since he believes in the dualism of Good and Evil, while Friar Guittone points out the role of Free Will. For a better understanding of the historical and cultural context, my commentary also gives an insight on Catharism in the Italian Peninsula between 13th and 14th century.
that particular literary phenomenon whose common label is ‘Franco-italian’. After presenting innovative approaches to the history of reception in the Middle Ages, my study criticizes the traditional classification of the
Franco-italian tradition, in order to indicate how a receptional point of
view might enhance the value of geolinguistical areas neglected until now
as crucial zones for the emergence of Franco-italian itself. Especially, I draw attention to the Eastern Mediterranean region, where, during the Franco-italian age, there was a ‘protocolonial’ society, in which French people, Venetians, Genoans and Byzantines interacted with each other, in contact with native populations of Palestine, Syria and Egypt; this situation led to a hybridization affecting the entire social, cultural, and literary sphere. From this perspective, my article then focuses on the reception of the Otherness in Franco-italian literary works, investigating a poem that specially thematizes the contact with the East and the Other, the Entrée d’Espagne. As it will be clearly shown, this opus maximum incorporates many different cultural patterns, with unexhausted perspective’s exchanges and mimetism phenomena, between Christianity and Islam, faith and rationalism – what makes the Entrée an excellent representative of so-called “Franco-italian”, a receptional and hybridized cultural tradition.
e ai suoi seguaci (attacco al poeta licenzioso autore dell’ars amandi o “manuale del libertino”, accusa di ignoranza e critica dello stile, mai virato verso il volgare illustre), possa aggiungersi una quarta pista, di matrice schiettamente intertestuale. Infatti, la “condanna” di Guittone può passare anche attraverso la ripresa di serie rimiche attestate per la prima volta nell’ambito della tradizione letteraria italiana nell’opera guittoniana (dati OVI) e calate da Dante soprattutto nella lugubre cornice del più profondo Inferno: per loro, l’Alighieri ha coniato la memorabile definizione di «rime aspre e chiocce». Esse allargano direttamente nella prassi versificatoria il perimetro stilistico tracciato a livello teorico nel De vulgari eloquentia degli «yrsuta vocabula», i quali, se adoperati in commistione con i «pexa» rendono piacevole l’armonia della composizione letteraria, ma se addossati troppo vicini gli uni agli altri possono determinare spiacevoli stridori. Dal «trovato duro e aspro» di Guittone (canz. XLIX, vv. 163-64) Dante trae dunque materiali per il suo disegno infernale, dannando indelebilmente, insieme alle anime del Cocito, anche la memoria letteraria dell’illustre, e a lui inviso, predecessore.
My article points out a fourth path to the analysis of the literary and ideological criticism Dante Alighieri expressed about his predecessor as the leading exponent of the Italian poetry, Guittone d’Arezzo – the other three being the attack to Guittone as the licentious author of the ars amandi (the so-called “libertine’s manual”), the charge of ignorance and the blame on his style, never touched by the concept of the transregional “volgare illustre” theorized by Dante in his treatise De vulgari eloquentia. This fourth way shows itself as an intertextual “damnation”: indeed,
Dante evokes in the deepest part of his Inferno a series of rhymes, appeared for the first time within the Italian literary tradition in Guittone’s works (data from the search engine of the Opera del Vocabolario Italiano, http://gattoweb.ovi.cnr.it). Dante defined them as the «rime aspre e chiocce», ‘harsh and hoarse rhymes’. They directly enhance in the concrete verse the stylistic features of the «yrsuta vocabula» (‘ruffl e words’) theorized in De vulgari eloquentia. The «yrsuta» are words that embellish every literary work, but only if used in combination with «pexa» (‘combed words’), because «yrsuta»’s phonetic compound could determine, if standing alone, unpleasantly harsh sounds. Therefore, taking some of the poetic elements for his Inferno from Guittone’s
«trovato duro e aspro» (‘arduous and harsh poetry’, canzone XLIX, vv. 163-64), Dante ineffaceably damns not only the souls in the Cocito, but also the literary legacy of his well-known, and unpalatable to him, predecessor.
il mezzo con il quale si può (e, forse, si deve, per farsi comprendere da tutti) far speculazione filosofica e teologica per iscritto. Il “miglioramento” dantesco in questo campo rispetto al “vecchio” Guittone, che pure ebbe il merito di essere l’incontrastato pioniere delle “moralità” in versi e in prosa volgare, spiegherebbe anche la virulenza degli attacchi al Frate godente, che dunque potrebbero essere letti non soltanto come riprovazione delle scabrosità licenziose del Guittone “prima maniera”, ma anche come denigrazione (ancora agente de facto al livello della «Commedia») funzionale all’autopromozione di sé, da parte di Dante, come “nuovo sole” nel panorama della poesia morale. Nel contesto dell’articolo si propongono i sonetti guittoniani «Non già me greve fa d’Amore la salma» e «De vertù de scïenzia, il cui podere» (rispettivamente 220 e 187 dell’ed. Egidi) in saggio di edizione provvisoria e corredati di apparato e parafrasi, dal “cantiere” dell’edizione critica e commentata dei «Sonetti morali» di Frate Guittone d’Arezzo, cui sto attendendo nel quadro della più generale impresa di edizione guittoniana coordinata da Lino Leonardi.
dinamiche che travalicano le logiche di congiunzione/separazione, per dilatarsi in una più fluida azione contaminatoria. Innovazione principale di b viene così ad essere l’ordinamento delle canzoni, il quale, grazie a prove paratestuali reperibili in primis sugli autografi boccacciani, e indizi offerti dal Trattatello in laude di Dante, sembrerebbe poter dipendere dall’ipotesi sulla struttura complessiva del Convivio formulata dal Certaldese nel Trattatello. In conclusione, si anticipa la prosecuzione
dello studio sull’ordinamento (antico e paratestualmente fissato) della famiglia g.
This paper focuses on the scripta of the MS Venice BNM fr. IV. At the outset, the analysis outlines a linguistic broadscale scenario of the ancient lombardo-veneto between the 13th and the 14th century, moving from some meaningful features (among which: the palatalization of clusters of consonant + l, and vowels in word-final position). The present paper then suggests a new localization for the scripta of the MS, that also takes into consideration the cultural background (the reception of Old French epic literature in the lombardo-veneto) and the iconographic apparatus of the MS Venice BNM fr. IV, individuating a large area between Eastern Lombardy, Verona, Mantua and Emilia.
In particolare, l’approfondimento e il commento condotto in questo studio su alcuni sonetti amorosi, presenti in testimonianza unica su V, potrebbe illuminare certi momenti del movimento variantistico, ormai acclarato per i sonetti amorosi, tra Vaticano lat. 3793 e Laurenziano Redi 9
Link: https://gallerie-estensi.beniculturali.it/blog/lattila-flagellum-dei-di-nicolo-da-casola-e-il-manoscritto-estense-che-lo-tramanda/
Ecco, ripartendo proprio dall’esame della varia lectio all’interno della tradizione delle canzoni, per come è stata presentata da De Robertis nel primo tomo dell’Introduzione all’edizione, forse in questo intervento potranno essere raggiunte conclusioni parzialmente differenti e innovative rispetto alle scelte di ordinamento effettuate da De Robertis [....]
Spunti per un riesame della costellazione letteraria franco-italiana, p. 5
CHARMAINE LEE
Letteratura franco-italiana nella Napoli angioina?, p. 69
MARTA MATERNI
Le chevalier Guiron in Italia: un portolano bibliografico per le coste pisano-genovesi, p. 91
PHILIP E. BENNETT – LESLIE ZARKER MORGAN
The Avatars of Orable-Guibourc from French chanson de geste to Italian romanzo cavalleresco. A Persistent Multiple Alterity, p. 141
ANDREA BERETTA
Per un riesame della scripta del ms. Venezia Biblioteca Nazionale Marciana fr. IV (con nuovi spunti per la localizzazione), p. 181
ALVISE ANDREOSE
Marco Polo’s Devisement dou monde and Franco-Italian tradition, p. 219