Lettere

Bartolomeo Perazzini, Ludovico Salvi and Giuseppe Torelli's marginalia written on a copy of Perazzini's Correctiones et adnotationes in Dantis Comoediam owned by the Archivio di Stato of Verona are published in the essay. Perazzini, Salvi and Torelli are three exponents of XVIII th century Dante scholarship, which developed mainly in Verona, obtaining still significant results, especially due to Perazzini's Correctiones, a brief treatise in which numerous emendations to Commedia's vulgate text are proposed. Perazzini's marginalia partly corroborate ideas exposed in the Correctiones, partly suggest new textual or exegetical interventions. Salvi's marginalia are the only relic of his works, since he wanted his papers to be destroyed at his death. Torelli's marginalia represent a new acquisition in addition to his notes to the Commedia, already known by scholars.

Vincenzo Monti intorno al teSto del conVito danteSco I l Saggio diviso in quattro parti dei molti e gravi errori trascorsi in tutte le edizioni del «Convito» di Dante di Vincenzo Monti può essere visto come il prodromo dell'edizione del Convivio (o Convito, giusta la denominazione usata dagli editori) apparsa presso la patavina Società tipografica della Minerva nel 1827 (preceduta da un'edizione non venale in sessanta esemplari uscita l'anno precedente a Milano, presso Pogliani), per opera dei cosiddetti «editori milanesi» Giovanni Antonio Maggi, Vincenzo Monti e Gian Giacomo Trivulzio (con l'apporto di Pietro Mazzucchelli). Ne giunge ora l'edizione critica per cura di Angelo Colombo, 1 che a quella che egli, come già Roberto Tissoni, chiama «filologia trivulziana», e cioè il fervore di studi sorto attorno alla figura del marchese milanese Gian Giacomo Trivulzio (1774-1831), ha già dedicato ampi e decisivi studi. 2 In essi, tratteggiando il quadro della società letteraria di Milano negli anni cruciali del passaggio dal Regno d'Italia alla Restaurazione, Colombo ricostruiva la genesi dell'edizione milanese-padovana del Convivio, tracciando le tappe che portarono dai primi contatti epistolari fra Trivulzio e Fortunato Federici, membro di ri-

The essay is divided in two parts. In the first one, here published, the results of the analysis of all manuscripts containing Dante's epitaphs, and of all the ancient writings that deal with the poet's burying are presented. Boccaccio's Trattatello in laude di Dante misled some copyists, who believed that the epitaph Theologus Dantes was engraved on the poet's tomb. Indeed, the first epitaph posed over the tomb was Inclita fama, while another one, Iura monarchiae, was engraved on it some years later, at the latest by 373-74. The second part of the essay will contain the checklist of all the manuscripts bearing the epitaphs, with a brief description. . Ringrazio Saverio Bellomo, Giuseppe Frasso e Maria Antonietta Marogna per l'attenta lettura e le acute osservazioni, che hanno reso questo contributo meno imperfetto.  «Exigua tumuli Dantes hic sorte iacebas, / squalenti nulli cognite pene situ. / At nunc mar-moreo subnixus conderis arcu / omnibus et cultu splendidiore nites. / Nimirum Bembus Musis incensus Ethruscis / hoc tibi quem imprimis hae coluere dedit». Maiuscole e interpunzione mancano nell'originale, che è scritto in lettere capitali su una lapide posta sul muro destro del tempietto in cui la tomba è collocata. Traggo il testo da RICCI C. 965, p. 34.

Noto soprattutto per la polemica che lo oppose a Scipione Maffei sulla stregoneria, il letterato roveretano Girolamo Tartarotti è anche autore di alcune inedite «Osservazioni sopra il Petrarca» conservate manoscritte presso la Biblioteca Civica di Rovereto. Il contributo prende in esame le «Osservazioni», presentandone la natura e la struttura, al fine di definire in caratteri di questa appropriazione di Petrarca, che avviene in un'area linguisticamente al confine con il mondo tedesco, e che appare connotata da elementi di originalità, vertendo su un approccio linguistico-esegetico più che estetico.

Girolamo Tartarotti, Italian man of letters mostly known for the controversy about sorcery who opposed him to Scipione Maffei,  wrote some «Observations on Petrarch» that lay in a manuscript of the Civic Library in Rovereto (Trento). This paper presents the «Observations», work written in an area close to the German-speaking world. In Tartarotti's observations Petrarch's poems are analyzed rather from a linguistic-interpretative than a aesthetic point of view.

Molteplici sono i temi che emergono nelle 228 lettere costituenti il carteggio fra Giovanni Iacopo Dionisi e Bartolomeo Perazzini, eruditi e letterati veronesi. Oltre all’allestimento delle varie opere dantesche di Dionisi, seguiamo anche la preparazione delle due edizioni bodoniane: "Commedia" nel 1795, "Rerum vulgarium fragmenta" e "Triumphi" nel 1799, edizione, quest’ultima, che vide la luce in un momento storico travagliato (invasione francese di Verona). Non mancano notizie circa altre opere pubblicate dal prolifico Dionisi, come per esempio la traduzione dei "Trattati" di s. Zeno, nella quale (il dato emerge per la prima volta) il ruolo di Perazzini fu fondamentale. Il filone boccacciano che percorre il carteggio verte soprattutto sul «Codice Mannelli» del Decameron, il noto manoscritto fiorentino dell’opera considerato a lungo il più affidabile, prima della scoperta novecentesca dell’autografo berlinese. I temi e i personaggi che popolano le lettere sono molti altri: i rapporti con gli eruditi fiorentini (Angelo Maria Bandini, Gaetano Cioni, Francesco Fontani, Giovanni Lami, Marco Lastri, Lorenzo Mehus, Domenico Moreni, Giuseppe Pelli Bencivenni) e non (solo qualche esempio: Johann Bernhard Merian, direttore dell’Accademia delle scienze di Berlino, l’astronomo muranese Vincenzo Miotti, Girolamo Tiraboschi), i manoscritti danteschi consultati da Dionisi alla ricerca di varianti al testo vulgato del poema, alcuni dei quali finora non collegati al canonico veronese, la ricerca erudita, la costante volontà di «promover le lettere» (lettera di Perazzini a Dionisi del 16 marzo 1777). L’Introduzione, dopo un profilo biografico dei due eruditi coinvolti nel carteggio, presenta la consistenza di quest’ultimo (precisando anche la curiosa vicenda di molte lettere, che ebbero una prima trascrizione a fine Ottocento), ne tratteggia i temi e gli spunti più significativi ed enuncia i criteri di trascrizione delle missive. Ogni lettera è dotata di commento.

RECENSIONI 169 nella lirica dantesca anche rispetto alle petrose, rispetto alle quali nota coincidenze lessicali e compie una fondamentale distinzione: nelle prime il tormento discende dall'inaccessibilità della donna, nel discordo dal mancato mantenimento d'una promessa.

Analisi del manoscritto del «Convivio» che gli "editori milanesi" (Giovanni Antonio Maggi, Pietro Mazzucchelli, Vincenzo Monti, Gian Giacomo Trivulzio) allestirono in preparazione della stampa del trattato dantesco (1827). Il saggio contiene alcune riflessioni sul modo in cui gli editori usarono gli antichi manoscritti del «Convivio» per la loro edizione, e giunge alla conclusione che li sfruttarono in un secondo tempo, dopo una prima fase di lavoro in cui le "emendationes ope ingenii" furono predominanti.

Analysis of the manuscript prepared by the "Milanese editors" (Giovanni Antonio Maggi, Pietro Mazzucchelli, Vincenzo Monti, Gian Giacomo Trivulzio) as a proof for their edition of Dante's treatise (1827). Some reflections on how the editors used ancient manuscripts of the «Convivio» are added; the conclusions are that they exploited them only in second place: in the first instance of thier work, they were mainly focused on textual criticism based on a rational way of emending the text ("emendationes ope ingenii").