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21.11.12

Certe Partenze...

Buon Mercoledì, cari Amici!
Come procedono questi giorni di pioggia interminabili?!

In questi giorni sono tornata nella terra natìa, nelle mie care Marche, dove ad aspettarmi c'era un freddo quasi polare e nel soggiorno sono stata accompagnata da litri e litri di acqua. E per quanto io sia una fan improbabile della pioggia e delle intemperie in generale, inizio ad accusare il buio quasi totale, dove, se non fosse per l'orologio che picchietta i secondi, il tempo sembrerebbe fermo tra le cinque e le sette del pomeriggio.

Probabilmente il tutto è accompagnato dall'imminente partenza, direzione Toscana, dove sto iniziando a mettere le radici, a cercare i primi legami familiari, dove i giorni iniziano a diventare meno ostili e i volti più sorridenti.
Ammetto che, come le mie più rosee previsioni dicevano (perciò figuriamoci!!), i periodi "no" iniziano a farsi sentire. Chiamatemi Pigra Cronica, ma io sono una di quelle che se sta lì non vuole tornare qui e viceversa, perchè devi fare la valigia, che non sai mai come riempire, perchè parti da casa con la borsa (che è talmente capiente che potrebbe aver risucchiato la vicina di casa, visto quanto pesa!), il computer portatile (che sia mai che lo lasci a Firenze, poi sembra che non puoi interagire con il mondo!!), e la valigia, che dentro non ha niente (perchè quando torni a casa ti accorgi che hai vestiario sufficiente solo per andare a dormire e per i giorni di permanenza rovisti nell'armadio nella speranza che magari, per sbaglio o per previdenza, hai lasciato quella maglia che ti sta tanto bene....ma ovviamente no!) ma pesa come bisonte zoppo, perchè ti trascini per la città, sgomiti nell'autobus sentendo il borbottio delle persone che "proprio non capisco perchè uno va in giro con la valigia..." e un po' ti scombussolano i nervi.

Senza considerare il viaggio. Appena hai fatto il biglietto sei rassegnato. Lo sai! Sei ore di viaggio interminabili che non riesci a giustificarti, soprattutto perchè per portarti a casa c'è un solo autobus, che taglia lo stivale per sbieco e che non si preoccupa di concederti delle alternative. E invece tu sai a memoria quella strada che va da Firenze a Casa, con quel traforo che ti risparmia tipo 3 ore di viaggio, e che non ti costringe a circumnavigare l'Africa prima di rimpatriare. Che poi passi il giorno prima della partenza a trovare qualcosa che non abbia orari tanto casuali, tipo che parte un solo autobus alle 5 di pomeriggio. Il viaggio della speranza...

Ed è qui che sento che "Certe Partenze" sono strane...

Mai capitato di sentirsi intrappolati tra il qui e il lì quasi in un limbo. Ogni volta che parto vado verso "casa", in entrambe le direzioni, ed è bello, perchè vai sempre in un luogo in cui, in un modo o nell'altro, ti senti al sicuro. Ma il problema è proprio partire, non tanto arrivare, la meta la conosci, e a volte a pensarci sei anche lieto di raggiungerla, ma quando parti, lo fai sempre da casa, anche se sono in luoghi molto diversi, con persone completamente diverse. E non puoi non sentire quel magone, quel poco di malinconia che ti prende la bocca dello stomaco e ti fa sentire un po' più lontana-

Lo scrivo proprio ora, che sono in treno (in treno?! essì, tra i vari tentativi per rientrare in terra straniera ho anche trovato un treno, che per arrivarci devi farti 120km in macchina, sfrecciare sotto gli appennini e raggiungere la stazione. Soluzione ottimale, non lo so!!). Sono qui su questo regionale veloce, che fa tutte le fermate del mondo, anche quelle che sono previste da un altro treno in un altro stato di un altro continente, ma che ti sicuramente il tempo di lasciarti pian piano alle spalle una casa e aprire le braccia all'altra, facendo sciogliere a poco a poco quel piccolo groppo che si forma ogni volta che saluti un volto familiare dall'altra parte del vetro. La mia mente fa capriole attorno a tutte le riflessioni che si aggrovigliano agitate, alla ricerca di una serenità equilibrata, che probabilmente il tempo aiuterà a raggiungere.



E così vi chiedo, amici e un po' confidenti, quali sono gli stratagemmi che usate più spesso per allontanare da voi la malinconia del distacco? Esiste un segreto che potete sussurrarmi, un consiglio che volete donarmi, un trucco che potete insegnarmi per sentirmi più leggera quando le distanze aumentano?? Vi prego di aiutarmi, così che torni un po' di allegria anche su queste pagine virtuali, altrimenti sarò costretta a pagarci un analista di gruppo!!

Nel frattempo, per chi avesse bisogno di ridestarsi dal turbolento autunno che miete vittime spargendo cupezza e mal'umore, vi consiglio le pilloline (di saggezza) di Giorgia, blogger di Colors on the Road che seguo con costanza!

.S


P.S. Per tutti quei trucchi, consigli  e segreti troppo delicati per essere spifferati ai venti del mare informatico, potete spedirli all'indirizzo [email protected] dove saranno apprezzati e custoditi con estrema cura!!
E prima di lasciarvi del tutto sono lieta di dirvi che a brevissimo vi parlerò della nuova idea che è cresciuta e maturata nelle nostre teste, con moltissime sorprese!!

13.5.11

Il Mio Personalissimo Flusso di Coscienza

Certe giornate così accadono, che tu voglia o meno, sono giornate in cui ti svegli alle 7.00 di mattina con una di quelle notizie che ti fanno crollare il mondo addosso. E torni a pensare a quando è successo l'ultima volta, a come stavi, a cosa avresti voluto fare, a cosa gli altri hanno fatto per te e a cosa tu potresti fare per loro, adesso, che sono nella stessa tua stessa triste situazione di un anno e mezzo fa. Non faccio nomi, non descrivo cosa è accaduto, penso solo a come mi sono sentita, a come sto ora che sto metabolizzando. Dopo ben più di 12 ore ancora non riesco a realizzare a capire perchè, anche se tutto questo era inevitabile, ci stavamo solo chiedendo quando sarebbe successo. E sembra, brutto a dirsi, un po' una liberazione perchè non ce la fai a stargli vicino vedendo che soffrono anche loro con lei, e sei un po' egoista nel chiedere un po' di serenità per tutti, anche se vuol dire perdere qualcuno.

E' stata una giornata intensa, piena di frasi non dette, perchè se ho sperimentato qualcosa sulla pelle è il sentirsi chiedere come stai quando la risposta è una sola "Non lo so". Vedi solo visi, non capisci a chi appartengono perchè la tua testa è altrove, che cerca di metabolizzare. La guardi da lontano, non riesci a soffermarti sui dettagli, gli occhi si riempiono di lacrime che altro non dicono che "Non ho fatto abbastanza".

E sono queste tristi situazioni che ti lasciano con un milione di dubbi in testa, sono quelle che ti spingono a non rischiare mai per paura di dover dire ancora "Non ho fatto abbastanza." Ti butti sul divano, metti un film che hai già visto e che non richiede davvero la tua attenzione. Sai già come andrà a finire e puoi lasciare che la tua testa si svuoti da ogni pensiero, per non pensare, anche solo per pochi minuti. Hai ceduto, è inevitabile, soprattutto per una come me, che tenta di fare la dura finchè può, finchè gli altri ne hanno bisogno. Poi a casa, sul divano, con la mente vuota, ti lasci andare e non importa se avrai gli occhi rossi, è quello che ti serve, per essere pronta a mostrarti ancora un sostegno.

Ti concedi una cena tranquilla, tra amici, senza grosse risate, ma con la necessità di non continuare a pensare a quella notizia che stamattina ti ha buttata giù dal letto. Ti liberi dei pensieri, dei tuoi blocchi, proprio perchè non hai bisogno di esternare qualcosa, anche se non si tratta della vera tristezza di questa giornata. Tiri fuori le tue paure, perchè anche questa giornata ha contribuito ad aumentare il numero di negatività che ti convincono a restare. Sempre con il pallino fisso del Non fare abbastanza. Forse una scusa.

E non mi aspetto che qualcuno comprenda, approvi, commenti. Non sono cose che mi interessano ora. Si tratta della pura necessità di mettere nero su bianco il turbinio di pensieri che mi affollano la mente. Perchè non sei lucido e non puoi soffocare gli altri con questo mare di parole, in fondo sono un po' tutti nella tua stessa situazione, se non peggio!

In questa giornata ti sei anche sentita una donna un po' trasparente, invisibile agli occhi di chi, in una situazione triste per tutti, non è riuscito ad andare oltre quello che vi ha separati, anche se uniti nello stesso dolore. E continua a intrecciarsi quella matassa incasinata di pensieri che ti fanno scoppiare la testa. Pensi alla maturità che alcune persone non avranno mai. E in una situazione tanto triste ti chiedi come sia possibile restari trincerati dietro alle proprie convinzioni così. E ti fa anche un po' incazzare perchè nessuno ha bisogno delle vostre tensioni ora. C'è solo bisogno di comprensione per chi oggi sta aprendo un capitolo tanto complicato della propria vita, e tu, amico da sempre, devi solo stargli accanto, con tutta la forza che hai.

Non so bene cosa ci sia scritto in queste righe, non so se si capisce davvero qualcosa, ma va bene così.

A una donna meravigliosa, una mamma, una moglie, un esempio.


.S

18.4.11

Bacco, Braciole e Brownie

Bacco, Braciole, Brownie...e Buoni Amici.
Così è trascorsa la nostra Domenica.
Una lunga domenica dove l'ottima compagnia, un buon pasto alla brace e una larga varietà di birra hanno fatto da padroni.
Oggi ci siamo fiondati al  Nascondiglio di Bacco e ci siamo rimboccati le maniche per prepararci, con le nostre "manine sante", il pranzo. Non è stato difficile, insomma, fatta la Brace, unta la Carne, ci vuole solo la Pazienza (ringraziamo Millo per questo!) e il gioco è fatto.
Ci siamo dati all'assaggio di birre varie, ci piace sperimentare, o solo bere un po', chissà!
Tra un raggio di sole e l'altro ci siamo rilassati tra le familiari colline, cercando solo la compagnia dell'altro, e trovando una lunga lista di 36 Regole che vigeranno, senza varianti, nella nostra Futura (futurissima??) Casa.
Sei pazzi, decisamente diversi, rinchiusi entro quattro mura...più che altro ha la faccia di un esperimento. E magari è quello che ha in mente l'artefice di questa folle idea.
E nonostante qualcuno abbia accusato l'abbondanza di cibo, siamo andati a far visita al luogo dell' "esperimento", poi ad altri Amici, giusto per fare due chiacchiere, raccontarsi le novità e prendere un thè.

E' stata una giornata di ristoro, necessaria per poter affrontare la settimana che sta per iniziare.
In assoluto le nostre tre B preferite...

...Bacco


...Braciole



...Brownie



E voi? Come avete trascorso la vostra Domenica?
Spero sia stata abbastanza rigenerante, come la nostra.
Buona Settimana, un bell'augurio a volte è utile!


.S

16.4.11

Alla ricerca della Creatività

"In che misura le letture hanno contribuito a formare il suo modo di pensare?


A quattordici anni abbandonai la scuola -sa, non ero istruito. Andai a lavorare per un architetto. Quando arrivai nel suo studio mi disse «questo è il tuo tavolo». Sgomberai il tavolo e guardai nel cassetto e vi trovai due cose. Una era una rivista che si chiamava «Die Zukunft». Era un settimanale -una rivista molto interessante. In parte era una rivista politica, ma politica nel senso in cui Walter Lippmann discute di politica, non come di una faccenda riguardante i partiti. Diciamo era una rivista culturale. Parlava di musica, di poesia e molto più di rado anche di architettura. Poi trovai un libretto sulla teoria di Laplace. Ecco, le due cose erano queste."

L. M. Van Der Rohe


Mi sono trovata a leggere questa intervista a Mies del 1964 e quello che vi ho riportato qui sopra è uno dei passi che, banalmente, mi ha colpito più di tutti. Mies, con i suoi lavori e la sua filosofia mi ha sempre interessata molto, permettendomi anche di osservare con occhi critico certe sue scelte, così da capire se fosse o meno qualcosa che potessi rielaborare (ovviamente in minimissa parte) in chiave personale e più attuale.
Insomma, leggere questa intervista mi ha fatto notare come «Die Zukunft» sia per me «Internazionale», una rivista di attualità, che racchiude articoli dal mondo sulle situazioni internazionali, ma che parla anche, seppur in forma di minore, di cinema, libri, musica e a volte fotografia. Il suo "libretto sulla teoria di Laplace" è diventato per me «Vers une architecture», bhè, non è un saggio sulla scienza o la matematica, perchè si sa, la matematica non è certo il mio forte.
Quando ho bisogno di farmi venire in mente nuove idee, sgombero la testa e mi metto a leggere, «Internazionale» davanti agli occhi, «Vers une architecture» sotto il cuscino (spero mi entri in testa per osmosi).


Il problema nasce dalla difficoltà che si incontra quando, in un lavoro come il mio, si è costretti ad affollarsi la mente sempre di nuove idee, mai banali e ripetitive, ma accattivanti, personali e in una giusta misura coinvolgenti.
E' più facile sviluppare un'idea piuttosto che crearne una del tutto nuova. E' la difficoltà più grande, almeno per me.
Ed è per questo motivo che, in questi giorni, mi sono messa alla ricerca della Creatività, di una buona idea, di qualcosa che mi faccia scattare la scintilla giusta.
Spesso la cosa migliore che un architetto può fare per farsi venire idee è sfogliare, osservare e appuntare. Un mio professore, più odiato che amato, mi disse qualcosa che tutt'ora mi fa pensare "Lei, signorina, dovrebbe spendere le sue giornate in biblioteca a sfogliare riviste." Probabilmente ha più ragione di quanto io non voglia dargliene, ma non è sempre facile costringersi a non far altro che sfogliare riviste, perchè spesso si finisce schiavi di un processo puramente meccanico, quello di girare pagine, spegnendo il cervello.
Per ovviare a questo problema/bugia ho aggirato il sistema. Invece di andare in Biblioteca me la sono portata a casa, con la scusa di poter intervallare il processo di acquisizione con altri processi più creativi, tipo la rielaborazione o lo spuntino o...no, non proprio creativi.
Proprio ieri, infatti, mi sono tuffata in libreria e ho sfogliato parecchie riviste e parecchi libri prima di convincermi a scegliere quello che mi avrebbe aiutato ad aprire un po' la mente. Mi sono fatta suggestionare dalle copertine, dalle immagini, dai progetti, da ciò che avrei potuto utilizzare per il nuovo progetto, ho cercato di aprirmi il più possibile. Il risultato ancora è sconosciuto, insomma, ci vorrà del tempo per capire se tutto questo ha dato i suoi frutti, ma nel frattempo è valsa la pena spendere per circondarmi di libri e riviste. Anche Mies lo faceva! (Ottima scusa!)
Nel frattempo faccio schizzi, leggo e rifletto, perchè la tesi si avvicina e non ho tempo da perdere.
Ho deciso di Restare per avere spessore nella mia professione, se tutto questo servirà a qualcosa avrò fatto ottimi investimenti, e non solo di tempo.


.S


14.4.11

Working...at Home

Dopo la cupa giornata di ieri, caratterizzata da poco sonno, troppo vento, pioggia e freddo, oggi mi dedico ad un po' di picevole (???) lavoro.
Tanti libri, poche idee, un paio di caffè per tenersi su, un plastico che mi guarda torvo e anche un po' sconsolato, un sole timido timido che si affaccia di tanto in tanto, insomma, che gran tristezza!
Il tempo è cambiato tutto d'un colpo, ieri un freddo quasi polare, oggi non è che si stia meglio.
Insomma non c'è quel sole caldo e leggero che ti fa venire voglia di uscire a passeggiare. Tutt'altro!
Fa freddo, non vale la pena uscire!! Allora è quasi meglio lavorare a casa. (E' una bugia che possiamo anche raccontarci)


Sarà una lunga giornata, soprattutto perchè non c'è null'altro da fare che lavorare e studiare.
Qualcuno ha un programma per la sua giornata tanto allettante da farci venire un po' di sana invidia?!


.S

8.4.11

....Perchè Restare....Perchè Partire

Parlando con degli Amici di Progetti di Vita è saltato fuori questo strano argomento, già ampiamente dibattuto nel mio piccolo, ma questa volta guarnito di motivazioni, spunti, aspettative, viste con gli occhi di chi, più grande di me, si incammina verso scelte importanti.
C'è chi ha scelto di Partire, chi Restare, ma ognuno, a modo suo, ha scelto di continuare a lottare per il proprio futuro, per quello di chi si ama e, perchè no, per tornare a respirare un po', in un momento in cui ci si sente soffocare.
Molto spesso mi sono chiesta "Partire o Restare".
In ogni occasione ho preso la mia decisione, ho scelto di Restare, e ho scelto di Partire.
Scelte accompagnate da motivazioni (o giustificazioni, ogni tanto capita) che in quel momento esatto sembravano essere  giuste. A volte, per fortuna, è stato così, altre volte no e sono quei momenti, ben stampati nella tua testa, che ti permettono di "addrizzare il tiro" per la mossa successiva.
Ho scelto di  Partire quando dovevo capire il mio percorso formativo, lontano da tutti, lontano da tutto, per intorrogarmi, senza lasciarmi influenzare, su quello che avrei dovuto, o meglio, Voluto fare per Me.
Ho scelto di Restare quando ho deciso il mio percorso formativo e per questo devo ringraziare quel tornado che mi gironzola attorno quando torno a casa dall'Università, quella teppista che quanto mi vede (o forse non ci vede bene) mi dice che sono bellissima, mia nipote...Rebecca. E' stata il "Pro" che ha battuto molti "Contro".

Tutte scelte vissute e ben digerite prima di essere prese.

In questi giorni però mi sono posta questa domanda, presa dall'onda delle emozioni, presa dal coraggio che queste persone hanno dimostrato nella loro scelta, e mi sono accorta di trovarmi in una fase di stallo.
Partire o Restare.
Se provo a fare una lista di pro e contro riesco a raccontarmi tantissime bugie e me ne vergogno.
Proprio ieri sera, in macchina, ho chiesto "Restare per paura di Partire vale come Motivazione?" C'è chi ha riso, chi non si è pronunciato, io ho continuato a pensare.

E mi sono detta....

Resto...
perchè non voglio arrendermi
perchè non voglio darla vinta al mio Professore
perchè voglio Laurearmi
perchè voglio andare fiera della mia Laurea, sudata....
perchè voglio costruirmi qualcosa qui, dove sono nata e dove ho i miei affetti, e poter dire che "ce l'ho fatta"
perchè ho voglia di vedere come va a finire, spero sempre nel lieto fine
perchè voglio continuare a starmene il Sabato in pantaloncini corti
perchè voglio Partire e poter tornare, è una delle parti del viaggio che preferiso
perchè ho Paura di lasciare le mie sicurezze, che continuano a sopportarmi dopo ogni revisione
perchè non ho il Coraggio di allontanarmi troppo
perchè temo che Partendo starei Meglio che Restando
perchè ho una nipote stupenda che si fa leggere Margherita Dolcevita
perchè tutto sommato, in questo Bel Paese, ho ancora un giardino felice in cui rifugiarmi
perchè mi sento ancora viva
perchè così posso lamentarmi con chi è Partito e dire che qui si sta male
perchè posso dire a chi è Partito che può tornare, almeno ogni tanto
perchè posso fare qualcosa
perchè lo scelgo io
perchè voglio continuare a poter scegliere se Partire o Restare

Per ora Resto, sì, Resto...ma mi riservo la possibilità di cambiare idea.......

Con la stima e l'affetto per chi ha scelto di Osare e Restare e chi di Osare e Partire
.S