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lunedì 30 dicembre 2013

Celebrating the new year coming inside my beloved dolls house - Mrs Abbegale and Miss Rebecca 'Angels at the Hearth'.


" Da molte ore Mrs Abbegale stava preparandosi per festeggiare l'arrivo del nuovo anno, anzi, per meglio dire, del nuovo anno e del nuovo secolo, il XX°.
Era ormai stanco il vecchio anno e, compiuto il suo naturale percorso stava per cedere il passo a quello nuovo, tra manifestazioni di gioia e di entusiasmo.

Poneva tanto amore in ogni sua faccenda, Mrs Abbegale, 





era precisa, attenta e desiderava che in casa ogni cosa fosse al proprio posto, come aveva letto sul manuale di Mrs.Beeton che nel tardo ottocento effigiava la perfetta donna di casa, o per dirla usando le parole dei vittoriani, 'The Angel in the House', 'l'Angelo della Casa' e che era diventato per ogni donna sposata un vero e proprio 'abecedario':

« La pulizia, la puntualità, l'ordine ed il metodo sono essenziali nel carattere di una buona donna di casa. Senza la prima, nessuna famiglia può dirsi ben gestita. La seconda è ugualmente importantissima [...] L'ordine, ancora, è indispensabile, perché è da esso che ci auguriamo venga compreso che " ci dovrebbe essere un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto." Anche il metodo, è oltremodo necessario, perché quando il lavoro è eseguito correttamente, e ciascun compito è disposto in successione regolare, sarà fatto più rapidamente ed in modo più efficace.»1


I vecchi ritratti di famiglia appesi alle pareti,






volti tanto amati che continuavano a proteggere e governare la casa con il loro amore erano ben spolverati, ogni luce era accesa, anche l'ultima lampada brillava di vita





il camino era acceso e stava irradiando il suo calore






dando al vecchio salone un tocco di calda accoglienza; l'odore della legna che ardeva vivace si mischiava con il profumo del pane ancora caldo appena tagliato 





e rendeva l'atmosfera così accogliente che chiunque avrebbe voluto poterne godere, soprattutto in una giornata di fine Dicembre, così tanto gelida e pungente.

Il Natale stava ancora avvolgendo con la sua atmosfera questi ambienti, 





il clima di gioia che da sempre qui ne accompagnavano i festeggiamenti era ancora così presente, e la neve fuori continuava a scendere lieve ... 




Era in piedi dall'alba Mrs Abbegale per gli ultimi dettagli, anzi, ad essere onesti si era destata prima ancora del giorno, il sole era ancora sopito quando aveva sentito muovere al piano di sopra qualche lieve passo e quindi scendere giù dalle scale della soffitta, con la sua inconfondibile grazia, la mamma; al piano di sopra Agatha, l'anziana mamma condivideva con Rebecca, Becky, la sorella più giovane, una stanza a tetto, dal fascino indescrivibile: 









il tepore che saliva dai piani di sotto, il suono della pioggia sui vecchi travi di legno del sottotetto, le voci che lievi giungevano dabbasso e piccoli abbaini che permettevano di gettare lo sguardo fuori ... 





Questa gioconda dimora era davvero splendida: immersa in verdi praterie e brughiere che il vento volentieri accarezzava profumando nella bella stagione l'aria delle dolci note dell'erica selvatica era il frutto di grandi sacrifici; costruita ancora dal nonno di Mrs Abbegale da sempre rappresentava per lei la sua più grande gioia: qui era nata e tra le pareti di questo caldo ed accogliente focolare ella trascorreva ogni giorno, avvolta dall'amore dei suoi cari, i suoi giorni più sereni... amava prendersi cura della casa, cucinare ed accudire i suoi figlioli, Malcom, il primogenito ed Elisabeth, nata da pochi mesi, mentre Becky, nel vano accanto l'ingresso, vendeva uova, latte e formaggi fatti in casa a tutto il vicinato ed anche ai villaggi del circondario.
Becky era inoltre molto abile nel ricamo e nel cucito: spesso trascorreva lunghe ore nello stanzino al piano di sopra dove teneva la sua macchina da cucire,





una delle prime macchine che si siano mai viste in commercio, proprio dove ora sta ultimando di prepararsi l'abito per la serata di festa.





Quella giovane aveva una dedizione, una pazienza ed un senso artistico non comune, guardate le decorazione di questi dolci, sono tutte opera sua !




Nella sua stanzetta il piccolo Malcom sta giocando con Hettie, la cuginetta che abita in una casa vicino, e le mostra i doni ricevuti la notte di Natale ...









amo questa piccola stanza, con il letto posto sotto la finestra, 






colma di giochi e di tanta allegria; accanto vi è quella di Mrs Abbegale e MrTobias con una piccola anticamera, ma guardate chi c'è, nonna Agatha che culla la piccola Elisabeth, 







non trovate anche voi che sia un quadretto dolcissimo ?

Non saprei dirvi in quale angolo di questa casa mi risulti più gradevole soffermarmi .. 
scendendo la scala, per tornare al piano di sotto ci si trova accanto il piccolo stanzino da bagno,






ed il piccolo vano dove lavano e asciugano i panni





e poi percorrendo gli ultimi gradini (ma quanti cuccioli vivono qui ?) 












lo sguardo si posa sul sottoscala adibito alla preparazione e alla stagionatura dei formaggi 







con il piccolo negozietto,






ma la cucina è davvero accogliente, 





arredata con tante piccole utilissime cose .. in questo momento sul fuoco, in un vecchio tegame di rame, sta finendo di cuocere lo stufato di carne e verdure,





mentre Mrs Abbegale sta ultimando di preparare la tavola .. questa dimora era condotta da due giovani donne che erano veri 'Angeli del Focolare', come voleva la cultura vittoriana."


Vi era allora infatti decisamente molta differenza tra il metodo con cui venivano educati i maschi e quello in cui veniva impartita l'educazione alle femmine che già da fanciulle sapevano, qualsiasi fosse la loro estrazione sociale, che il maggior successo che la vita avrebbe potuto riservare loro sarebbe stato quello di trovar marito.

Si leggeva in un articolo apparso sul The Saturday Review of politics, literature, science, and art (un settimanale londinese fondato nel 1855 da A.J.B. Beresford Hope ) nel 1867, in piena epoca Vittoriana, che ci rende edotti di come della femminilità al tempo avessero una immagine piuttosto triste e riduttiva:

« E' doveroso insegnare alle giovani donne già dall' infanzia che il matrimonio rappresenta il culmine della loro carriera, ed è inevitabile che ad esso debbano dedicare tutte sè stesse al fine di conseguire questo scopo e questo fine sublime, anche a costo di sottrarre tanto alla propria vita.[...] Visto così, l'universo di una giovane ragazza è spesso rappresentato da una collezione di ricchi scapoli in cerca di moglie e di odiose rivali che con lei si contengono questi premi di scarso valore. Ella pensa a null'altro se non ai propri affari privati​​. E' indifferente alla politica, alla letteratura - in una parola, di tutto ciò che richiede il pensiero. Legge sì i romanzi, solo perché nei romanzi si tratta d' amore, e l'amore ha probabilmente qualcosa a che fare con il matrimonio, suo unico grande interesse. La mente di una fanciulla non si spinge al di là di questo.»



Durante il regno dell regina Victoria era imperante l'ideale della donna 'angelo del focolare' che appariva come un fragile fiore delicato, una creatura debole ed indifesa, devota alla casa e ai figli, docile e sottomissiva nei confronti del marito, incapace di prendere decisioni che si spingessero al di là del menu e del garantire alla numerosa prole l'insegnamento degli importanti valori morali; ella doveva far sì che la casa fosse un luogo di conforto per la famiglia ed il marito, spesso bisognoso di essere sollevato dal 'surmenage' conseguente all'avanzare dell' industrializzazione della Gran Bretagna. L'ammodernamento dei processi produttivi rendeva infatti quasi indispensabile che la moglie portasse avanti una grande famiglia e vi mantenesse un clima di serenità in cui ad un uomo non fosse necessario doversi preoccupare di null'altro che di guadagnare denaro.

Diffusa anzi, diffusissima la produzione letteraria che divulgava questa immagine femminile incarnata innanzitutto dalla sovrana stessa che magistralmente, per la prima volta nella storia, riusciva a conciliare impegni di stato e famiglia divenendo esempio per eccellenza di una femminilità incentrata sulla maternità, sulla famiglia e sulla rispettabilità ( sempre accompagnata dall'amato marito Albert e circondata dai numerosi figli nei dintorni sontuosi ma accoglienti del castello di Balmoral, Victoria divenne un'icona della femminilità e della domesticità borghese del tardo XIX° secolo ): dal romanzo per bambini scritto da Susan Coolidge What Katy Did (1872) a The Awakening di Kate Chopin (1899), a The Return of the Native di Thomas Hardy (1878), per giungere infine a quello che forse fu al tempo più importante, The Angel in the House, un poema narrativo scritto da Coventry Patmore, pubblicato per la prima volta nel 1854, ma divenuto enormemente popolare durante il seguito del XIX° secolo ed anche con gli inizi del XX° in cui l'autore racconta in modo idealizzato il corteggiamento della prima moglie, Emily, che per lui, e non solo, corrispondeva alla donna perfetta, e tale fu l'eco sollevato da quest'immagine da giungere ad ispirare persino la pittura del tempo.




Sir John Everett Millais ( 1829 - 1896 ), Emily Augusta Patmore,  1851


E' certo questa forzatura non fece che alimentare reazioni da parte degli spiriti più ribelli tanto che quella del femminismo vittoriano emerse come una potente forza politica (basti pensare al Movimento delle Suffragette che al di là del diritto di voto rivendicavano i diritti della femminilità in senso lato).

Facendo un discorso di carattere generale possiamo dire che nell'epoca vittoriana la maggior parte delle donne accudivano la casa e la famiglia, e solamente una piccola percentuale aveva altre occupazioni: circa il 3% di tutte le donne bianche ed il 25% di tutte le donne di colore facevano parte della forza lavoro e lavoravano come lavandaie, cameriere, infermiere, insegnanti, psichiatre, o assistenti sociali per portare a casa denaro, e perciò solamente una famiglia su dieci necessitava di un aiuto domestico per le pulizie. Oltre a questi lavori le donne che abitavano in campagna traevano guadagno anche dalla vendita di burro, latte e altri prodotti agricoli che provenivano dalla loro fattoria.


Ovviamente le 'ladies' appartenenti alla sfera facoltosa avevano una vita ben meno difficile. Una moglie benestante doveva trascorrere il suo tempo a leggere, cucire, ricevere gli ospiti, recandosi in visita ad amici, parenti, poveri del vicinato, scrivere lettere, sorvegliare il lavoro della servitù e vestirsi adeguatamente per rappresentare il livello sociale del marito; non era difficile, infatti, comprendere quale fosse la classe sociale di appartenenza di una donna, bastava osservarne gli abiti, poichè più era facoltosa e più vestiva in modo avvenente e spesso utilizzava carrozze aperte per spostarsi proprio per esibire la propria opulenza.



Ma della moda femminile e del costume dell'epoca vittoriana mi piace trattare più diffusamente in un'altra occasione, ora credo che il nostro tempo stia volgendo al termine e desidero perciò ringraziarvi per avermi seguita in questa visita nella mia casa delle bambole per la concretizzazione della quale sono grata a mio marito che con tanta pazienza e tanto amore, con la sua ormai nota abilità e precisione nel lavorare il legno, mi ha aiutata costruendola e realizzando la maggior parte degli arredi, un 'gioco' da adulti cominciato anni fa e che ci ha donato tanti momenti di divertimento e di gioia e che mi ha ispirato questo breve, semplice racconto.




Ed ancora una volta ho scelto le parole di Charles Dickens, colui che diede anima e vita al periodo natalizio e che meglio di chiunque altro ancora ne rappresenta lo spirito, per salutarvi insieme con Mrs Abbegale e Miss Rebecca ed augurare a tutti voi, miei cari amici e lettori, un Anno Nuovo prodigo di gioia, di letizia, di salute.


Possa l'anno nuovo essere un anno felice per te e felice per 

tutti gli altri la cui felicità dipende da te. Possa ciascun anno 

essere più felice del precedente, e possa anche il più umile dei 

nostri fratelli e sorelle non essere privato della sua legittima parte 

di quel che il nostro Creatore ha creato per il suo godimento.2



A presto 










Fonti bibliografiche:

Mrs. Beeton Household Management1861

Charles Dickens, Racconti di Natale ( titolo originale dell'opera The Christmas Books ), traduzione di E.Grazzi, ARNOLDO MONDADORI EDITORE, Milano, 1990 

Barbara Weletr, The Cult of True Womanhood: 1820–1860 , 1966


Citazioni:

1 - Mrs. Beeton Household Management, 1861, capitolo 2 paragrafo 55

2 - Charles Dickens, Racconti di Natale ( titolo originale dell'opera The Christmas Books ), traduzione di E.Grazzi, ARNOLDO MONDADORI EDITORE, Milano, 1990, Le campane, pag 424









" For several hours Mrs Abbegale was preparing to celebrate the arrival of the new year, maybe it's better to say the new year and the new century, the XXth.
It was tired, the old year, and made ​​its natural course it was going to give way to the new one, among demonstrations of joy and enthusiasm.

Mrs Abbegale put so much love into every household chore 


- photo 1


she was precise, attentive and wanted everything was in its place at home, as she had read in the Mrs.Beeton's manual that depicted the perfect housewife of the late XIXth century, or to put it in the Victorians' words, 'the Angel in the House', and which had become for every married woman a real 'hornbook':

« Cleanliness, punctuality, order, and method, are essentials in the character of a good housekeeper. Without the first, no household can be said to be well managed. The second is equally all-important [...] Order, again, is indispensable; for by it we wish to be understood that “there should be a place for everything, and everything in its place.” Method, too, is most necessary; for when the work is properly contrived, and each part arranged in regular succession, it will be done more quickly and more effectually.» 1

The old family portraits hanging on the walls,


- photo 2


beloved faces who continued to protect and govern the house with their love were well dusted, every light was on, the last lamp shone of life


- photo 3


the fireplace was lit and was radiating its heat


- photo 4


giving the old living room a warm feeling, the smell of lively burning wood mingled with the scent of warm bread freshly cut


- photo 5


made ​​the atmosphere so welcoming that everyone would want to enjoy it, especially on a day in late December, so much frosty.

Christmas was still wrapping up with its atmosphere these rooms,


- photo 6


the climate of joy that has always accompanied the festivities here was still so alive, and the snow continued to fall slightly outside ...


- photo 7


She was standing in since the dawn, Mrs.Abbegale, for the latest details, indeed, to be honest, she had awakened before the day, the sun was still dormant when she heard slight step moving upstairs and then go down the stairs of the attic, with her unmistakable grace, her mother; upstairs Agatha, her elderly mother, shared with Rebecca, Becky, her younger sister, a room in the roof, from the indescribable charm:


- photo 8

- photo 9



the warmth rising from the floors below, the sound of the rain on the old wooden beams of the roof, voices that softly came from downstairs and small dormers which allowed to throw out the look ... 


- photo 10



This joyous abode was really beautiful: surrounded by green meadows and moors that the wind caressed gladly in the good season perfuming the air with the sweet notes of wild heather was the result of great sacrifices, yet built by the Abbegale's grandfather it has always represented to her her greatest joy, she was born here, and between the walls of this warm and welcoming home she spent every day, surrounded by her family's love, her most happy days ... she loved to take care of the house, cook and look after her children, Malcolm, the eldest son and Elisabeth, born a few months ago, while Becky, in a vain beside the entrance, sold eggs, milk and homemade cheese to the neighborhood and to the villages in the surrounding areas too.
Becky was also very skilled in embroidery and sewing and often spent long hours in the closet upstairs where she kept her sewing machine,


- photo 11


one of the first machines that have ever been seen on the market; right now she's finishing to prepare her dress for the evening party.



- photo 12


In his room the little Malcolm was playing with Hettie, her cousin who lived in a house nearby, and showed her the gifts received on Christmas night ..


- photo 13

- photo 14


- photo 15



I love this little room with its bed placed under the window


- photo 16


full of games and of joy; next to it there's that of Mrs.Abbegale and Mr.Tobias with a small hall, but look who's there, grandmother Agatha cradling the little Elisabeth,


- photo 17

- photo 18



don't you also think it to be a far too sweet picture?


I cannot tell which corner of this house I like more to dwell ..
going down the staircase to get back downstairs, we go next to the small bathroom,


- photo 19

- photo 20



and the little room where they wash and dry clothes


- photo 21


and then walking the last few steps (but how many puppies live here?)


- photo 22

- photo 23


- photo 24


- photo 25


the gaze alights on the subscale used for the preparation and the maturing of cheeses 


- photo 26

- photo 27



and on the little shop,


- photo 28



but the kitchen is really cozy,


- photo 29


furnished with many small useful things .. right now, in an old copper saucepan on the fire, a stew with meat and vegetables is finishing to cook,


- photo 30


while Mrs. Abbegale is completing to set the table .. this residence was conducted by two young women who were true 'Angels at the Hearth', as the Victorian culture wanted."

There was then in fact quite a lot of difference between the method by which males were educated and the one in which education was imparted to females who already knew since as little girls, whatever their social background was, that the most successful thing that life could have given them was to find a husband.

We read in an article appeared in The Saturday Review of politics, literature, science, and art (a London weekly newspaper founded in 1855 by A.J.B. Beresford Hope) in 1867, in full Victorian era, that makes us acquainted of how about femininity at the time they had a rather sad and reductive image:

« Teach young women from their childhood upwards that marriage is their single career, and it is inevitable that they should look upon every hour which is not spent in promoting this sublime end and aim as so much subtracted from life. [...] As it is, the universe to her is only a collection of rich bachelors in search of wives, and of odious rivals who are contending with her for one or more of these two wary prizes. She thinks of nothing except her private affairs. She is indifferent to politics, to literature - in a word, to anything that requires thought. She reads novels of a kind, because novels are all about Love, and love had once something to do with marriage, her own peculiar and absorbing business. Beyond this her mind does not stir. » 

- picture 31 on the left - During Queen Victoria's reign it was dominant the ideal of the woman 'Angel at the Hearth' who looked like a delicate and fragile flower, a weak and helpless creature, devoted to her home and children, docile and submissive to her husband, unable to take decisions that went beyond the menu and teaching to her numerous offspring the important moral values; she had to make sure that the house was a place of comfort for the family and for her husband, often in need of being lifted from 'overwork' resulting in the advance of the industrialization of Great Britain. The modernization of manufacturing processes made ​​it almost imperative that the wife would bring forward a large family and maintaining a climate of serenity in which a man wasn't necessary to have to worry about nothing more than to earn money.

Quite diffuse, rather widespread, was the literary production that depicted this feminine ideal embodied above all by the same sovereign who masterfully, for the first time in history, was able and competent to reconcile the commitments of state and of family and becoming a prime example of womanhood focused on motherhood, amily and respectability (always together by her beloved husband Albert, encompassed by the many children in the sumptuous but welcoming surroundings of Balmoral Castle, Victoria became an icon of the bourgeois of the late XIXth century femininity and domesticity): from the children's novel written by Susan Coolidge What Katy Did (1872) The Awakening by Kate Chopin (1899), The Return of the Native by Thomas Hardy (1878), to finally arrive at what was perhaps the most important at that time, The Angel in the House, a narrative poem written by Coventry Patmore, published for the first time in 1854, but became enormously popular during the later XIXth century and even the beginnings of the XXth in which the author recounts of an idealized courtship of his first wife, Emily, that for him, and not only, matched the perfect woman, and such was the echo raised from this image from reaching to inspire even the painting of the time.


- picture 32 - Sir John Everett Millais (1829 - 1896), Emily Augusta Patmore, 1851


It's sure that this override feed reactions from the most rebellious spirits so much that the Victorian feminism emerged as a potent political force ( just think of the Suffragette Movement that beyond the right to vote claimed the rights of femininity in a broad sense ). 
Making a general speech we can say that during the Victorian era most of the women looked after their home and family, and only a small percentage had other occupations: about 3% of all white women and 25 % of all black women were part of the labor force and worked as laundresses, maids, nurses, teachers, psychiatrists, and as social workers to bring home money, and therefore only one out of ten family needed a maid for cleaning. In addition to this works, the women who lived in the countryside also derived gain from the sale of butter, milk and other agricultural products that came from their farm.


Obviously the 'ladies' belonging to the wealthy sphere had a much less difficult life. A wealthy wife had to spend her time reading, sewing, receiving guests, going visiting friends, relatives and the poor of the neighborhood, writing letters, supervising the work of the servants and dress appropriately to represent the social status of her husband; it wasn't difficult, in fact, to understand what was the social class of a woman, it was enough to observe her clothes: as more wealthy she was as more she wore sligtly and charming and often used open carriages to move just to show off her opulence.

- picture 33 on the right - But about women's fashion and costume of the Victorian era I like to treat more fully on another occasion, I now believe that our time is coming to an end and therefore I want to thank you for having followed me during this visit in my dollhouse, for the realization of which I am grateful to my husband who, with so much patience and love, with his well-known precision and skillness in working wood, helped me building it and making the most of the furniture, in a 'game' as adults began years ago and which has given us so many moments of fun and joy and that inspired me this short, simple story.


And once again I've chose the words of Charles Dickens, who gave life and soul to the Christmas season better than anyone else and of which undoubtedly still represents the Spirit, to greet you together with Mrs Abbegale and Miss Rebecca, and wish all of you, my dear friends and readers, a joyful, happy and healthy New Year.



May the new year be a happy year for you and happy for

all those whose happiness depends on you. May each year

be happier than the last, and can even the humblest of

our brothers and sisters not to be deprived of his legitimate share

of what our Creator has created for his joy and fruition.2



See you soon










Bibliographic sources:

Mrs. Beeton Household Management, 1861

Charles Dickens, Racconti di Natale ( titolo originale dell'opera The Christmas Books ), traduzione di E.Grazzi, ARNOLDO MONDADORI EDITORE, Milano, 1990 

Barbara Welter, The Cult of True Womanhood: 1820–1860 , 1966


Quotations:

1 - Mrs. Beeton Household Management, 1861, capitolo 2 paragrafo 55

2 - Charles Dickens, Racconti di Natale ( titolo originale dell'opera The Christmas Books ), traduzione di E.Grazzi, ARNOLDO MONDADORI EDITORE, Milano, 1990, Le campane, pag 424




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giovedì 1 agosto 2013

Le bambole della Regina Vittoria.







                                                 La piccola Alexandrina Victoria



"L'istinto che induce una bambina a giocare il ruolo di madre con le proprie bambole non è reso meno interessante ed affascinante dal fatto che sia comunemente diffuso in tutta l'infanzia femminile, ma diventa più significativo se vi si aggiunge un tocco di arte ed una profonda nota di immaginazione. E se l'immagine di una bambina tra le sue bambole cattura la nostra attenzione, se scopriamo il disvelarsi in essa di premonizioni di spiccata individualità e di fantasie alate che daranno il proprio frutto in futuro, questo studio diventa ancor più interessante ed accattivante qualora ravvisiamo in questa piccola bambina una principessa che è innanzitutto una bambina come tutte le altre e, al contempo, da tutte le altre così tanto differente.
Una piccola creatura, non ancora 'appesantita' da una corona, ma già costretta a condurre una vita appartata ed adombrata dal potere supremo.





La principessa all'età di tre anni con la madre, Duchessa del Kent, in un dipinto di Henry Bone (1755 - 1834) acquistato dalla Regina Vittoria nel 1861 ca.
Supplied  by Royal Collection Trust © HM Queen Elizabeth II 2012 RCIN 404239 (http://www.queen-victorias-scrapbook.org/contents/1-1.html)




Queste le prime righe di una corposa ed interessantissima recensione sulla collezione di bambole della Regina Vittoria pubblicata nel n. 21 del The Strand Magazine (Settembre 1892), con, non solo il benestare, ma anche la collaborazione diretta di Sua Maestà che corresse ed arricchì con note a piè pagina il testo, pubblicazione che riscosse già al tempo grande interesse e curiosità presso il popolo britannico legato da un profondo sentimento di affetto e di ammirazione per la propria Regina - fanciulla.





The Strand Magazine era una rivista mensile fondata da George Newnes e pubblicata nel Regno Unito dal gennaio 1891 al marzo 1950. Probabilmente la rivista più popolare tra quelle periodiche illustrate in epoca tardo vittoriana ed edoardiana, essa vantava una stesura di oltre 400.000 copie al mese, era costituita generalmente da un'insieme di storie a puntate per adulti, saggistica di cultura generale e pubblicazioni per bambini ed era riccamente illustrata contenendo più di 100 illustrazioni ogni numero. E noto come molti romanzi di narrativa siano stati pubblicati a puntate nel The Strand Magazine, in particolare le brevi storie con protagonista Sherlock Holmes, scritte da Arthur Conan Doyle. 


Ma torniamo alla nostra piccola Principessa Victoria, 


    Princess Victoria all'età di quattro anni in un dipinto di Stephen Poyntz Denning (1823)




chiusa all'interno di Kensington Palace, cresciuta quasi sempre senza la compagnia di altri bambini: "Miss Victoria Conroy - in seguito Mrs Hanmer - le faceva visita una volta la settimana e solo occasionalmente altri bambini giocavano con lei, ma, con queste eccezioni, era lasciata sola in compagnia delle sue bambole" disse Sir Henry Pononby 1 ... ma non pensate a bambole universalmente intese come paradigma di bellezza e leggiadria, le bellissime e prestigiose bambole in voga all'epoca con visi dalla pelle quasi trasparente di fine porcellana e capelli veri, stiamo parlando di bambole di legno, umili e semplicissime, stilizzate, dai lineamenti appena accennati, dall'aspetto un po' teutonico ( Dutch doll- not Dutch - type of face), senza mento, con un piccolo naso, talvolta spostato sulla destra, il collo allungato, guance rosse, quasi marionette, con lievi differenze nell'espresssione, ma somiglianti nella fisiognomia e nell'abbigliamento alle persone che facevano parte della vita della piccola Victoria .. è come se ella avesse interpretato, pirandellianamente, la proprie giornate come scaturenti da un canovaccio e avesse voluto riprodurle in altre "pieces teatrali" con le trame da inventare di volta in volta: le sue bambole erano riproduzioni di membri della servitù, degli aristocratici appartenenti alla corte, di personaggi del mondo dello spettacolo seguiti e conosciuti a teatro, persone vere, reali, con cui poter giocare.




  Princess Victoria all'età di nove anni in un dipinto di Stephen Catterson the Elder Smith



Era alquanto facile vedere la Principessa Victoria aggirarsi nei giardini di Kensington Palace con in mano un blocco per appunti su cui disegnava e annotava i dettagli che più la colpivano della realtà che la circondava




            Princess Victoria all'età di undici anni in un dipinto di Richard Westhall (1830)




e ne aveva uno in particolare, dalla copertina blu, dedicato esclusivamente alle proprie bambole che reca il titolo, scritto con i tratti incerti propri di una grafia ancora infantile, "Archivi di bambole" (List of my dolls):





                            Copia del frontespizio del quaderno dedicato alle bambole



in esso annotava il nome della bambola, i dettagli del suo abito, chi doveva rappresentare, e qualora si trattava di una ballerina, il titolo del balletto, la data in cui vi aveva assistito ed il periodo storico in cui era ambientato .. pensate con quanta meticolosità ella si dedicava a questo suo "impegno", quanta precisione scrupolosa riponeva solo che nel nel progettarle e la loro straordinarietà risiede proprio in questo, nella cura con cui sono abbigliate, nei particolari e nei dettagli che caratterizzano i vestiti, gli accessori, i cappelli, e dal fatto, infine, che almeno trentadue toilettes delle centotrentadue che compongono l'intera collezione, sono state realizzate da lei stessa ( le altre sono state confezionate perlopiù dalla Baronessa Lehzen, l'affezionata istitutrice della piccola Principessa ).

Riuscite a vedere le mani della piccola Victoria mentre, ispirata dal suo talento artistico, cuce i piccoli abiti in seta preziosa delle sue prestigiose bambole, tutti diversi uno dall'altro, ferma con ago e filo piccolissime pieghe nel sontuoso pizzo delle loro sottane, ritaglia "francobolli" di tessuto per farne minuscole tasche per i grembiuli di quelle più umili, ricama orli e cifre in fazzolettini quasi inafferrabili .. ?!

Pensate che alcune bambole sono davvero piccolissime, la loro statura infatti varia da tre a nove pollici per cui stiamo parlando di lavori artigianali di altissima precisione, ingegno ed artisticità, per i quali è richiesto un gusto ed una pazienza difficilmente rapportabili all'età di una bambina di dieci, dodici anni di età.

Ed ancora con quale estro riusciva a creare veri e propri "quadri" valendosi della loro mobilità: ogni bambola ha cosce, ginocchia, gambe, gomiti, spalle perfettamente articolate .. ma addentriamoci nella lettura ed osserviamole più da vicino.


"Le bambole vestite da Sua Maestà erano nella maggior parte dei casi personaggi del mondo del teatro, Ladies della Corte ed anche tre maschi (nell'intera collezione ve ne sono non più di sette, otto) e qualche bimbo, piccole creature fatte di stracci con il volto di mussola dipinta "2.

Victoria rappresentò M.lle Duvernay (17), famosa ballerina del tempo, come la vide nel balletto 'Sleeping Beauty', "vestita come una fatina con un abito di tarlatana bianco da cui si dipanano piccoli orpelli scintillanti verde, oro e cremisi; il suo bel collo è cinto di perle e reca una parrucca sul capo. Una veste con un immensa quantità di lavoro di cucito e di livello più artistico è indossata da Mrs Dudley (30), ex M.lle Leontine Héberlé, come è apparsa nel balletto 'L'Anneau Magique', nel 1832 , 'realizzato dalla Principessa Vittoria'. E 'di bianco satin ricoperto di tessuto spagnolo a rete anch'esso bianco e presenta su ciascun lato della gonna piccoli pannelli bianchi profilati in raso, legati a ciascuna estremità con fiocchi di nastro bianco infinitamente piccoli ed è ornato da circa metà altezza con piccoli mazzi di rose rosa. La bella e la precisa simmetria delle ghirlande e dei pannelli; il rivestimento delicato di ogni parte del vestito, la cura con cui la corona in argento e quella di rose sono state disposte sul capo, costituiscono un lavoro che è, a suo modo, se si può usare un termine così grande, un piccolo 'capolavoro' che renderebbe soddisfatto e lieto il cuore di Mr. Ruskin. Le ghirlande di fiori e nastri sono, io credo, più uniche che rare, e sono disposto a pensare che essi siano stati fabbricati per questo speciale scopo. Il nastro, ampiamente utilizzato per le guarnizioni, è la cosa più bella del suo genere, è molto stretto, ben al di sotto di un quarto di pollice di larghezza, ed è composto da due, e talvolta tre, tonalità di colore, nei morbidi toni del rosa, giallo, malva, e del blu (...) Ogni piccola rosa ha il suo centro verde ben regolare ed il gambo e le foglie che la completano sono state tutte di volta in volta tagliati e sagomati con strabiliante abilità."3






M.lle Duvernay nella foto in alto a sinistra, Mrs Dudley al centro della foto in basso a destra.




Ed ancora Marie Taglioni vista nei balletti 'La Bayadère' ( 7), 'La Sylphide' (10) e "William Tell" (14), M.lle Proche (43) come appariva nel balletto 'Un jour à Naples' e .. potrei continuare ancora, l'elenco è quasi .. infinito, credetemi !!

Ma insieme con grandi dame vestite in lunghi abiti e strascichi, appariscenti parrucche ed ampi cappelli ( tra cui primeggia la Contessa Catherine di Claremont (91)il cui mantello di raso rosa bordato di ermellinocon un'ampia mantellina della stessa pelliccia, è tra gli abiti decritti il più "costoso". La sontuosità della sua toilette è accresciuta da un lungo strascico di raso rosa ricamato in argento, e da un elaborato copricapo di rete biancapizzo e fiori in oro."4) vi sono personaggi meno appariscenti che non vanno assolutamente tralasciati, quali Mrs Martha, la governante (82), che indossa una cuffia davvero esemplare; così la descrive Frances H. Low nella suddetta recensione: "è una bambola più grande e più consistente rispetto alle altre, con un volto grasso, tondo, dall'aspetto bonario, un naso largo e un'aria di prospera compiacenza che riporta con la mente a vecchie cassapanche di quercia, lenzuola profumate di lavanda pressata .. è l' attraente governante di famiglia di un tradizionale romanzo domestico. Il suo vestito è così appropriato e vero, come doveva essere al tempo, una lunga tonaca bianca, un corpetto pieno con maniche disegnate ai polsi, e un lungo grembiulone deliziosamente vecchia - maniera nelle tonalità di intensi e cupi toni di porpora, quasi sconosciuto ai nostri tempi. Una cuffia di retina bianca, con pizzo bianco, fronzoli e volants è legata sotto il mento rotondo da un nastro rosae se sono davvero esistite governanti prosperose nei tempi antichi dal volto così piacente non c'è da stupirsi che i romanzieri si siano lasciati tanto ispirare da loro."5




                                    
                                       (Mrs Martha è nella foto in alto a sinistra)



E che dire della dolcissima Miss Arnold (81), "avvolta nel più semplice degli abiti in mussola bianca, con un nastro a fascia lilla intorno al collo. Sulle spalle reca uno scialle in pizzo che scende ai lati fino ai piedi e a guardare il suo volto serio da ragazzina puritana sotto la grande cuffia antracite si dimentica che si ha di fronte una bambola in legno con le guance pitturate. Quanto fascino in questa poke-bonnet (cuffia con ampia visiera legato sotto il mento) punteggiata di giallo paglierino, tagliata con l'occhio di un artista per il colore, le linee severe e la scelta del nastro viola con cui legarla sotto il mento!"6  






                                         (Miss Arnold è nella foto in alto a sinistra)




E chissà se questa bambola, così priva di annotazioni, corrisponde ad una ragazzina vista realmente dalla Principessa o piuttosto dobbiamo pensare che incarnasse il suo ideale di umiltà, dolcezza, purezza ...

Nel 1894 lo stesso Frances H.Low darà alle stampe un libro intitolato Queen Victoria's Dolls 







illustrato con i graziosi acquerelli di Alan Wright tratti proprio dalle foto pubblicate sul The Strand Magazine.





Termino qui questo mio viaggio affascinante tra le piccole opere d'arte della Regina Vittoria, è giunto il momento di salutarci, ma vi lascio con questo video che vi illustra una dozzina delle straordinarie bambole di cui oggi abbiamo parlato .... osservate e stupitevi !!
Un saluto affettuoso.






A presto 



Dany



Fonti bibliografiche:

Frances H. Low, Queen Victoria's Dolls, The Strand Magazine - An Illustrated Monthly, edited by George Newnes LTD., 8, 9, 10 & 11 Southampton Street and Exeter Street, Strand, London, n.21, Settembre 1892,
(ne trovate copia on line al seguente link: http://archive.org/details/StrandMagazine21)

Citazioni:

1 - op. cit.,  pag.224
2 - op. cit., pag. 225
3 - op. cit., pag. 228 - 229
4 - op. cit., pag 234
5 - op. cit., pag. 232
6 - op. cit., pag. 237 - 238











Queen Victoria's Dolls.

- picture 1 - The little Alexandrina Victoria


THE instinct that prompts the normal little girl to play the part of mother to her dolls is not the less interesting and charming that it is common to all female infancy ; but it becomes something more characteristic when to this is added a touch of art and a strong note of imagination. And if the picture of any little girl amongst her dolls is one that attracts us, if we delight to discover premonitions
if unfolded individuality and winged fancies that will presently bear fruit,
how much more absorbing and interesting does this study become when that little player is a child-princess who is at once a child like any other, and yet at the
same time how unlike. A little being, as yet unweighted with a crown, yet set apart and shadowed by sovereignty.



picture 2 - The Princess at the age of three years with her mother, Duchess of Kent, in a painting by Henry Bone (1755 - 1834) purchased by Queen Victoria in 1861 approx. Supplied by the Royal Collection Trust © HM Queen Elizabeth II in 2012 RCIN 404239 (http://www.queen-victorias-scrapbook.org/contents/1-1.html)


These are the first lines of an extensive and interesting review on Queen Victoria's dolls collection published in the issue no. 21 of The Strand Magazine (September 1892), with not only the approval and goodwill but also the direct collaboration of Her Majesty who corrected and enriched the text with footnotes, a publication that, already at that time, collected great interest and curiosity among British people bound by a deep feeling of affection and admiration for their Queen - girl.


picture 3


The Strand Magazine was a monthly magazine founded by George Newnes and published in the UK from January 1891 to March 1950. Probably the most popular magazine among the periodic illustrated in the late Victorian and Edwardian times, it featured a draft of over 400,000 copies per month, generally consisted of a set of serialized stories for adults, nonfiction of general culture and children publications and was richly illustrated containing more than 100 illustrations each number. It is well known that many fiction novels have been published in The Strand Magazine, in particular short stories featuring Sherlock Holmes written by Arthur Conan Doyle.
But let's come back to our little Princess Victoria,


picture 4 - Princess Victoria at the age of four years in a painting by Stephen Poyntz Denning (1823)


closed within Kensington Palace, which grew almost always without the company of other children, "Miss Victoria Conroy - afterwards Mrs Hanmer – came to see her once a week and only occasionally others played with her, but, with these exceptions, she was left alone with the companionship of her dolls", said Sir Henry Pononby 1 ... but you don't have to think about dolls universally known as paradigm of beauty and lovelinessthe charming and prestigious dolls with almost translucent biscuit faces and real hair as they were in vogue at that time, we're talking about wooden dolls, humble and simple, stylized, with just sketched features, looking a bit 'Dutch doll-not Dutch - type of face', without chin, with a small nose, sometimes shifted to the right, a long neck, painted cheeks, almost puppets, with slight differences in their expression, but similar in physiognomy and clothing to the people who were part of the little Victoria's life .. it is as if she had read her life as arising out of an outline ( so Pirandello did ) and wanted to play it in other "theater plays" with the plots to be invented from time to time: her dolls were reproductions of members of the easement, aristocratics belonging to the Court, characters of the show followed and known at the theater, real people, alive, with which be able to play.


picture 5 - Princess Victoria at age nine in a painting by Stephen Catterson the Elder Smith


It was quite easy to see Princess Victoria wandering in the gardens of Kensington Palace, holding a note - book on which she drew and wrote down the details of the reality that surrounded her that most struck her


picture 6 - Princess Victoria at the age of eleven years in a painting by Richard Westhall (1830)


and she had one in particular, with a blue cover, dedicated exclusively to her dolls, where we can read the title, written with a still uncertain childish handwriting, 'List of my dolls':


picture 7 - A copy of the title page of the note - book dedicated to dolls


there she noted the name of the doll, the details of her dress, who was supposed to represent, and if she was a dancer, the title of the ballet, the date on which she was present at the play and the historical period in which it had set .. just think with how much meticulous care she was devoted to its "commitment", how much devotion  she placed only in the design them and their uniqueness lies precisely in this, in the care with which they are dressed, in the details characterizing the clothes, accessories, hats, and on whether, finally, that at least thirty-two toilets of the hundred thirty-two that make up the entire collection, were made by herself (the others were made in most part by Baroness Lehzen, the little Princess's governess).



Can you see Victoria's little hands while, inspired by her artistic talent, sews little dresses in precious silk of its prestigious dolls, all different from each other, stops with needle and thread in the sumptuous lace small folds of their skirts, cuts off "stamps" of fabric to make tiny pockets for the most humble's aprons, embroiders hems and initials in almost elusive tissues .. ?! You have to know that some dolls are really very small, in fact their stature varies from three to nine inches so we are talking about high precision crafts, ingenuity and artistry, that require a patience and a taste hardly relatable to the age of a child of ten to twelve years of age.
And yet with such talent she could create real "pictures" making use of their mobility: each doll has her thighs, knees, legs, elbows, shoulders perfectly articulated .. 

Let's go and look at them reading more closely.

“The dolls dressed by Her Majesty are for the most part theatrical personages and Courtladies, and include also three males (of whom there are only some seven or eightin the whole collection)and a few little babies, tiny creatures made of rag, with painted muslin faces.”2.
Victoria  represented M.lle Duvernay (17), famous dancer of the time, when she saw her in the ballet 'Sleeping Beauty', "dressed as a fairy dress with a white tarlatan from which unfold little tinsel sparkling green, gold and crimson, and the her fair neck is surrounded by pearls and bears a wig on his head. a robe with a huge amount of work in sewing and artistic level is worn by Mrs. Dudley (30), former Mlle. Héberlé Leontine, as she appeared in the ballet 'The Anneau Magique ', in 1832 'made by Princess Victoria.' It is of white satin covered with white Spanish net, and has on each side of the skirt tiny panels made of white satin piping, tied at each end with infinitesimally small bows of white ribbon, and ornamented about half way up with tiny bunches of pink roses. The beautiful precision and symmetry of the bows and panels;the delicate finish of every part ofthe dress ; the care with which the silver coronal and wreath of pink roses have been disposed on the head, constitute a piece of work which is, in its way, if one may use so big a word, little " masterpiece " that would satisfy and gladden the heart of Mr. Ruskin.The wreaths and ribbons are, I think, quite unique, and I should feel disposed to the belief that they were manufactured for this especial purpose.
The ribbon, extensively used for the trimmings, is the prettiest thing of its kind. It is very narrow, well under a quarter of an inch in breadth, and is composed of two, and sometimes three, shades of colour, in the softest pinks, yellows, mauves, and blues (...) Every piece, has its neatly adjusted green centre and stalk and accompanying leaves, all of which in their turn are cut and shaped with wonderful skill.” 3



picture 8 - Mlle Duvernay in the photo at the top left, Mrs. Dudley at the center of the bottom right one.


And yet Marie Taglioni saw in the ballets 'La Bayadère' (7), 'La Sylphide' (10) and "William Tell" (14), M.lle Proche (43) as she appeared in the ballet 'One day in Naples' and ... I could go on, the list is almost .. neverending, believe me!

But togheter with great ladies dressed in long dresses with trains, showy wigs and large hats (among which stands out the Countess Catherine of Claremont (91)whose cloak of pink satin edged with ermine,and having a deep pelerine of the same fur, is of the most costly description. The sumptuousness ofher toilette is increased by a long pink satin train embroidered in silver, and an elaborate headdress of white net,lace, and gold flowers.”4) there are less inconspicuous characters that shouldn't be disregarded such as Mrs. Martha, the housekeeper (82), wearing a truly exemplary cap; so Frances H. Low in the review me mentioned above, describes her She is a bigger and more substantial doll than the rest, with a fat, round, good-humoured face, a broad nose, and an air of prosperous complacency which send your thoughts back to oak chests, lavender - pressed sheets, and the attractive "family housekeeper " of a certain type of domestic novel. Her dress is as appropriate and " real " as it could be ; a long, full, white lawn frock, full bodice, with sleeves drawn in at the wrist, and a long pinked-out apron of that delicious oldfashioned shade of deep rich purple which is almost unknown in modern stuffs. A white net cap, with white lace frills and flying pink ribbons, is tied on under her round chin; and if there were many such pleasant-faced, buxom housekeepers in the olden days, it is no wonder that the romancers make so much of them.” 5



picture 9 - Mrs Martha is in the photo at the top left


And what about the far too sweet Miss Arnold (81) ”just a sweet natural young girl a gentlewoman, every inch of her in the simplest of white muslin frocks with a faintly tinted lilac sash and neck ribbon. Over her shoulders is a lace fichu reaching in long ends to her feet. You forget for an instant about wooden joints and painted cheeks; and, peering beneath her coal-scuttle bonnet, look eagerly for the fair and serious face that goes along with this Puritan maiden.
What a bewitching thing this poke bonnet is, too, of rich yellow straw, trimmed with an artist's eye for colour, in severe lines of purple ribbon tying under the demure chin !” 6




picture 10 - Miss Arnold is in the photo at the top left



I wonder if this doll, so devoid of annotations, corresponds to a girl really seen from the Princess, or rather we have to think that she embodied her ideal of humility, gentleness, purity …

In 1894 the same Frances H.Low published a book called Queen Victoria's Dolls


picture 11


illustrated with the charming watercolors by Alan Wright taken from the photos published in The Strand Magazine we've just read.


picture 12


This fascinating journey of mine through Queen Victoria's small masterpieces of art is going to end, the time to say goodbye has come, but I'm leaving you with this video that shows a dozen of the extraordinary dolls of which we talked about today.... watch and be amazed!
An affectionate greeting.






See you soon ♥




Dany



Bibliographic sources:

Frances H. Low, Queen Victoria's Dolls, The Strand Magazine - An Illustrated Monthly, edited by George Newnes LTD., 8, 9, 10 & 11 Southampton Street and Exeter Street, Strand, London, 21, in September 1892,(you can find a copy on line at the following link: http://archive.org/details/StrandMagazine21)


Quotations:
1 - op. cit., p.224
2 - op. cit., p. 225
3 - op. cit., p. 228 - 229
4 - op. cit., p 234
5 - op. cit., p. 232
6 - op. cit., p. 237 - 238



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