quello che sto per scrivere - e partiamo già male - senza le dovute premesse fatte di racconti che partono dalla nascita della vita sul pianeta terra o almeno degli accadimenti dell'ultimo semestre, non era nelle mie intenzioni. Avrei voluto/dovuto prima trasportare l'ipotetico lettore nel vortice del disgusto verso una madre, la mia, che tale non è, una donna di quelle con l'età anagrafica per essere una Signora ma purtroppo solo quello. Avrei così potuto arrivare ad oggi e scrivere quello che sto per scrivere senza potenzialmente disegnarmi persona cattiva e figlia ingrata. In ogni caso non posso esimermi dal mettere per iscritto questa mia rivincita, ricca di soddisfazione, che ogni tanto fa un giro anche da me.
Mia madre sta frequentando un corso, decisa finalmente ad iniziare a fare qualcosa anche lei nella vita, e questo prevede un di tirocinio nel mese di febbraio. La scuola organizza il tirocinio per cui decide chi va dove e con chi. Mia madre non ha mai guidato, ciliegina sulla torta della sua personalità passiva e parassita in tutto e per tutto. Sperava quindi di essere destinata in un posto vicino a casa e magari pure con qualche compagno di corso per poter così ancora una volta rimandare l'utilizzo della sua patente e dell'auto che giace inutilizzata in garage - che poi era la mia fino a meno di un anno fa. E invece ieri mi ha annunciato agitata che l'hanno destinata in una struttura di un paese che dista circa dieci km da casa sua e sopratutto da sola. Ecco, che sfiga avrebbe detto chiunque altro. io invece ho stappato una simbolica bottiglia e ho brindato alla vita che a volte è anche giusta e da a tutti ciò che si meritano. Sarà costretta a guidare e finalmente ad entrare nel mondo delle persone normali che scendono in garage ad accendere una macchina gelata tutte le mattine, attendono che si scaldi un attimo, poggiano le mani sul volante gelido, si immettono nel traffico di migliaia di altre persone come loro e si dirigono a guadagnarsi la pagnotta, di corsa, pensando a mille altre cose insieme, cosa che lei non ha mai fatto nella sua vita pretendendo non solo di mangiarsi la pagnotta degli altri ma anche di averne una sua personale senza essersela guadagnata, perchè lei è buona e sorride a tutti. Sarà sola, in mezzo a persone che non conosce, che lavorano lì per davvero. magari in mezzo a individui frustrati, nervosi e scazzati e a cui sicuramente non frega una mazza dei suoi problemi relazionali. anzi, se troverà colleghe tipo le mie, la prenderanno pure per il culo. spero che trovi la classica merda che c'è da tutte le parti , quella che ti dice signora a me dei suoi problemi personali non me ne frega nulla, alzi il culo. che si senta sola e indifesa, che si senta inadeguata e debba da sola difendersi e crescere a suon di mazzate sui denti, come abbiamo fatto tutti, come ho fatto io e lei manco se ne rendeva conto perchè era mio padre a sorbirsi tutti i miei testoni, lei in dieci anni che lavoro qui dentro non ha mai imparato nemmeno a pronunciare il nome dell'azienda in maniera corretta. Non le auguro di soffrire o trovarsi male, le auguro semplicemente di vivere momenti di vita vera, di scendere tra gli umani e iniziare a capire cosa normalmente ogni giorno tutti affrontano, lei che ha vissuto nella sua bambagia di vita da casalinga senza mutuo e spese alcune con abbastanza soldi da sperperarseli al gioco del Lotto, con abbastanza energia per lamentarsi costantemente di tutto senza avere lontanamente idea di tutto quello che tutte le altre donne, madri, mogli, fanno ogni giorno. per poi arrivare adesso dopo trent'anni di vita da privilegiata a pretendere ancora risarcimenti, liquidazioni, eredità in nome di stocazzo, che se fossi al posto dell'avvocato mi sbellicherei dal ridere ad ogni sua richiesta. Benvenuta nel mondo reale.
Sputato fuori tutto il mio veleno, quello riferito a ieri s'intende, passo a mostrare con somma soddisfazione le mie "crezioni" natalizie anche solo per doveroso rispetto di chi si è sorbito tutti i miei post pre-natalizi carichi d'ansia da prestazione:
Bottiglia di sapone per lavatrice home-made e biscotti di frolla montata per i parentiseprenti:
come da previsioni ho passato la Vigilia ad impastare e infornare sull'orlo di una crisi di nervi. ho appreso pochi giorni prima che un cucchiaino di lievito e uno di fecola di patate avrebbero cambiato radicalmente la consistenza dei miei odiati biscottini peccato che ho evidentemente esagerato così i primi infornati, gli alberelli, nel tempo di una pipì sono diventati delle masse informi, crude. ho poi contenuto il disastro facendoli cuocere in due fasi, appena iniziavano a gonfiare fuori dal forno a raffreddare e poi dopo ancora dentro un paio di minuti per far si che fossero cotti davvero. sono così riuscita ed evitare di fare un altro impasto ma l'ansia è salita a livelli inauditi. sono arrivata al cenone dai suoceri stremata ma molto felice e soddisfatta di me stessa. ovviamente non voglio più vedere biscotti per il prossimo decennio anche se mia cuginanevrotica mi ha regalato per Natale delle formine interessanti con tanto di set per bucarli e renderli versatili ad essere cibo ma anche decoro per l'albero e sono pronta a scommettere che verso ottobre prossimo mi ripartirà la vena creativa di biscottaia.
La reazione dei parentiserpenti è stata sorprendente. La famigliafacciadimerda è rimasta davvero stupita in positivo, in particolare mio ziofaciadimerda è rimasto visibilmente entusiasta dell'idea, teoria confermata il giorno seguente con la sua foto su whatsapp della colazione mentre lui e la nuovatipa si magnavano i biscottini. Quella che ho visto essere meno contenta del mio regalo è stata miacuginanevrotica, ma non ne sono certa data la sua risaputa inespressività, ed è l'unica a cui ho abbinato anche un altro pensierino.
Questa invece è la scatola realizzata per mia nipote LaGrande, costata serate di fatica più che altro logistica che verniciare in una casa di trentasei mq ammobiliata ad incastro con un Ggatto che salta in ogni dove come un ossesso non è cosa semplice:
Le applicazioni fanno parte di una ghirlanda in feltro che ho smantellato e attacato con l'attak, la scritta è composta da ritagli di carta da regalo conservati, un pezzo per ogni regalo di compleanno da quando è nata, applicati con colla vinilica. All'interno del coperchio ho attaccato questa canzone della mia amata Elisa, che appena ho sentito ho collegato a lei... perchè come non ho mai nascsoto, tutti e quattro i nipoti sono pezzi del mio cuore ma lei, la prima, la più grande, è il pezzo più groosso.
Nonostante le bestie che l'hanno generata lei è una bambina ben educata che sa ringraziare con fasulla sentita gratitudine e poi dire dopo a casa che il regalo le fa cagare. ero davvero agitata all'idea di non capire se le piacesse davvero o meno ma per quel che la conosco credo sia rimasta sicuramente sopresa e discretamente contenta. il giorno dopo le ho chiesto se avesse letto la canzone e lei mi ha risposto: un pezzo Madrina, è lunga.
Questa creazione partecipa al DIY di Mammachedisordine, per chi fosse interessato trovate tutte le informazioni a riguardo nel suo bellissimo blog, esattamente qui - Ale, se non si poteva sponsorizzare avvertimi!