Due settimane fa, a seguito di un esame che non sto a specificare per rispetto di chi potrebbe leggere dopo aver mangiato, ci dissero che "quello" che sanguinava non era dove sarebbe potuto essere e sarebbero stati cazzi, ma in un posto molto più accessibile.
Gioia e sgomento. il nodo nel mio stomaco si è sciolto e con una positività assolutamente, col senno di poi, inopportuna abbiamo attesa fino ad un altro esame, mercoledì scorso, che sarebbe dovuto essere risolutivo.
Colonscopia, che vuoi che sia. fa pure rima.
E invece il colonscopatore ha deciso di perforargli il colon. così. operato d'urgenza, di nuovo.
il buio, di nuovo, il terrore, le lacrime, le ore nei corridoi a combattere con i grilli nel cervello. tutto di nuovo, tutto da capo.
il buio, di nuovo, il terrore, le lacrime, le ore nei corridoi a combattere con i grilli nel cervello. tutto di nuovo, tutto da capo.
Avrei voluto iniziare questo blog con tutt'altra flemma. quando ho scritto il post precedente pensavo, stupida me, che con quell'esame avrebbero cicatrizzato con il laser ciò che sanguinava e risolto una volta per tutte le questione, che mi sarei portata a casa il mio papà questo weekend e avrei dimenticato tutto.
Ci è andata bene, di nuovo. anzi meglio, forse, forse operando per riparare il "guasto" hanno risolto il problema. forse, si vedrà solo con il tempo. Lui è dieci giorni avanti rispetto al recupero dell'operazione di febbraio. forse ci siamo, forse. Non so come ho fatto a non crollare ma credo che vedere che questa volta mia madre non stava reggendo il colpo mi abbia fatto trovare ancora della forza nascosta chissà dove.
Ego quel giorno è scappato dall'ufficio ed è rimasto fino alla fine con me e mia mamma a barboneggiare nei corridoi dell'ospedale, cosa che ho apprezzato molto. il giorno dopo è arrivato prima di me, ha riordinato e mi ha preparato la cena. Quando ero ormai convinta che un herpes gli avesse infettato il cervello facendolo impazzire, sabato mattina mi ha dato subito segni di lucidità lamentandosi di non avere mutande pulite ed esplodendo poi domenica in un isterica crisi di capricci e urletti, togliendomi ogni dubbio.
Eh no, non sta mettendo i dentini.
Sono tre mesi che lo trascuro, che esistiamo solo io e mio padre, che non vivo e non faccio vivere lui. Gli do dell'egoista ma in realtà l'egoista sono io che in tre mesi non gli ho mai chiesto come stava e non mi sono mai preoccupata di fargli passare serate e weekend in tristezza a casa. Credo che non mi siano mai caduti i maroni con una tale potenza.
Eh no, non sta mettendo i dentini.
Sono tre mesi che lo trascuro, che esistiamo solo io e mio padre, che non vivo e non faccio vivere lui. Gli do dell'egoista ma in realtà l'egoista sono io che in tre mesi non gli ho mai chiesto come stava e non mi sono mai preoccupata di fargli passare serate e weekend in tristezza a casa. Credo che non mi siano mai caduti i maroni con una tale potenza.
E così... sembra proprio che oltre ad andare a lavorare, sfruttare la pausa pranzo per fare la spesa, riordinare casa o fare fatture di un altro ufficio, correre in autostrada appena uscita dall'ufficio, farmi maltrattare da una versione nervosissima di mio padre, subire tutte le minchiate di mia madre, rispondere alle telefonate dei parenti con banalità inutili da propinarmi, organizzargli la cena, fare in modo che la casa non esploda di sporco e immondizia.... io debba anche preoccuparmi di come sta lui, imparare a programmare le lavatrici telepaticamente dall'ufficio, cucinare arrosti e lasagne, fargli un massaggino ai piedi ogni tanto, mostrargli il mio entusiasmo nel vederlo, aver voglia di uscire il sabato sera, farmi bella per lui, improvvisare performance sensuali tutte le sere, indossare langerie pulita, essere simpatica e... non dimagrire troppo (perché mi sta "sparendo il culo"- a forza di darne delle fette in giro, forse.)
e certo. andalè, andalè.