A Roma martedì è successa una cosa drammatica: un ragazzo di 15 anni, studente del liceo Cavour, si è tolto la vita nella propria abitazione. Di fronte ad episodi di questa portata, vengono a mancare le parole. Ed è bene che ne vengano usate il meno possibile. Di fronte al profluvio di ricostruzioni giornalistiche, mediatiche, pubbliche apparse in questi giorni, su possibili atteggiamenti omofobi di qualche compagno di scuola, su presunti episodi di cyber-bullismo, mi sento di richiamare soltanto due parole: rispetto e prudenza.
Rispetto per il dolore inimmaginabile che ha colpito i familiari del ragazzo e anche gli amici, gli insegnanti, la dirigente scolastica del liceo Cavour. Rispetto per una vicenda che si colloca nell’ambito del mistero della vita umana e della sua fine. E prudenza sulle ragioni di un gesto simile, che sono impossibili da trovare, per chi non ha fatto parte da vicino della vita quotidiana di questo ragazzo.
I numeri ci dicono qualcosa di terribile, ma di reale: l’adolescenza è un periodo di sconvolgimento senza pari nell’identità di ciascuno. Cambia il corpo e ancor più cambia la testa. E la vita comincia a mostrare ai ragazzi una dose ineliminabile di pericolo e cattiveria. Un piccolo, sempre troppo grande, numero di adolescenti, non regge, non ce la fa. E sceglie di mollare, a volte con gesti che si vogliono dimostrativi, a volte con suicidi veri e propri. Non voglio dire affatto che si tratta di vicende ineluttabili. Voglio dire con forza, però, che prima di coinvolgere in un turbine mediatico il ragazzo e la sua famiglia, i professori e i compagni, additando colpe e responsabilità, serve rispetto e prudenza.
Il resto spetta ad eventuali indagini, ma soprattutto a interventi educativi condotti di concerto con la scuola e con le famiglie, all’interno di un luogo “salvo” quale deve essere sempre la scuola. Capace di accogliere e di fare spazio anche al dolore dei giovani, capace di farsene carico in modo adulto, dentro la relazione educativa.
A questo proposito ricordo che il Ministero dell’Istruzione, per la prima volta il 17 maggio scorso, ha inviato una circolare alle scuole invitando a mettere in campo interventi educativi sul tema. Alcuni materiali sono disponibili sul nuovo sito www.noisiamopari.it.
Si deve fare di più, ma un cammino la scuola lo ha già cominciato.