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mercoledì 15 dicembre 2010
Lavoretti di Natale
Dovevano essere addobbi natalizi minimalisti quest'anno, perché ho appena dato una parvenza d'ordine al soggiorno e vorrei tenermela almeno fino alla vigilia, quando verranno gli amici, non posso manco pensarci a dover scopettare gli aghi da un abete in agonia e poi staccare le palle, rimetterle a posto, romperne quella decina nel processo e districare i fili delle lucette. A parte che non ritrovo la scatola di Natale e mi dispiace un sacco soprattutto per il Presepe. Ma i bambini saranno per tutte le vacanze dai nonni, quindi meglio semplificarsi la vita.
L'albero quindi bidimensionale, fatto con lo scotch a pizzo sul vetro della porta. Ho riciclato acune decorazioni in feltro dello scorso anno e quando avrò ulteriori resti ne farò altre. Forse.
Comunque domenica abbiamo afferrato l'uniposca e abbiamo decorato lo specchio della scarpiera e la finestra davanti con Orso in piedi sullo schienale del divano. e per aiutare Ennio a ricordarsi i testi del coro per sabato, e soprattutto perché è un canone che mi piace adesso che lo cantiamo in macchina, ci abbiamo scritto sopra il Puer nobis.
L' altroeri invece nel quarto d'ora di buco tra scuola e coro di Ennio ho fatto una deviazione per Vilta in Donker Curtiusstraat, che tanto era di strada. E così mi è anbdato in fumo il minimalismo. Vilta è un negozio pieno di rotoloni colorati di feltro e gomma in tutti gli spessori. Prima o poi attacco con la gomma.
"Ho bisogno di feltro per dei lavoretti di Natale".
"Se va sopra vicino alla finestra ci sono tutta una serie di scampoli che se le vanno bene diamo a poco".
Andavano più che bene. Poi io non sono mai stata tipo da lavoretti. La mia mamma si. La mia migliore amica si. Zia Filomena all'ennesima potenza. Io no. Mi ci ha ributtato dentro Roberta con un filmino su youtube su come fare un basco all'uncinetto. E da allora uncinetteggio baschi e berretti. Più l'idea per la ghirlanda di Natale, io semplifico per non cucitori le idee bellissime ch ha lei, sono una popolarizzatrice insomma.
E il feltro. allora diciamo che prima di Roberta c'è stata Cristina con il workshop sugli scialli di feltro. E insomma, ci sono dentro fino al collo. È che a me piacciono i colori, guardate che belli questi, che la foto non rende manco un decimo (quello scuro è un verdone). Come diceva la Corsi, Elvezia, mia prof di disegno al liceo: Summa, però lei ha un bel senso cromatico, perché era tutto quello che c'era da dire di positivo sui miei disegni artistici.
Il turchese poi mi ha colpito la fantasia e ho deciso di farmici una gonna. Io non so cucire (for the life of me), ma grazie a tutte le proiezioni ortogonali che Tanzi alle medie e la Corsi al biennio, mi hanno fatto fare, so tagliare. A mano libera, ca va sans dire. (E so anche fare i parcheggi complessi, quelli con tre cm. di spazio avanti e due dietro. Il potere delle proiezioni ortogonali).
Qui comincia il tutorial ghirlanda
Io da Vilta ci ero andata per cercare dei colori per la ghirlanda, quella in alto. su una ciambella di polistirolo ho avvolto un rettangolo di feltro rosso della stessa lunghezza della circonferenza esterna e larghezza abbondante. A intervalli ci ho cominciato a cucire dei bottoni colorati (quelli verdi erano di un'ex portapiumone a mele verdi, si, per essere una che non sa tagliare e non sa cucire colleziono bottoni invece).
Poi ho ritagliato delle foglie come capitava, gli ho tagliato un'asola, quando mi è venuta la fantasia di farci dei dettagli con il filo da ricamo era meglio lasciar perdere (tranne che un punto dietro per stringere il picciolo della foglia non è una cattiva idea), ho infilato le foglie nei bottoni, ci ho fatto un giro di filo bianco e rosso da arrosti intorno e l'ho appeso alla porta facendo passare il filo dalla buca delle lettere e fissandolo dietro.
Dove Ennio, appena rientrato da scuola, l'ha afferrato energicamente per paura che fosse un sistema per aiutare i ladri ad aprire la porta da fuori, e ha spaccato in più punto la ciambella di polistirolo. (Lo dicevo io che la dovevo fare di stoffa).
Nel frattempo Orso che era in casa il pomeriggio, all'ultimo momento ha deciso che invece di venire con me dal medico preferiva andare al corso di lavoretti davanti casa (perché a lui invece i lavoretti piacciono, e pure un sacco, sarà come certi tratti ereditari, il naso, la voglia, che saltano una generazione), e per fortuna c'era già la signora con la lista presenze anche se era un quarto d'ora prima, e l'ho lasciato a lei con in tasca i 50 centesimi per il corso e le chiavi di casa.
Che quando sono tornata e mi ha riaperto ho visto che le aveva persino rimesse al loro posto nel cassettino delle chiavi all'ingresso. (Adesso bisogna insistere sul rimettere le scarpe in scarpiera quando entriamo).
Ecco i fiocchi di neve che ha fatto lì, ma in realtà in questa foto storica si vede meglio quanto è bello il turchese e in un angolino la madre cucitrice, un'immagine da tramandare ai posteri.
Con il turchese, dicevo, mi sono fatta la gonna, copiando un modello ipermini di uno spettacolo teatrale e allungandolo e facendo l'orlo lungo disegnandolo vagamente a mano libera pure quello. (poib qualcuno mi spiega perché io su un turchese del genere disegno la forma con una penna blu, una fatica bestia per vedere il segno. ah, senso pratico, dove sarai mai?)
Il bello del feltro, per una che non sa cucire, è che non ha bisogno di orli, le asole basta tagliarle (anche se qui le fermerò con un paio di punti a contrasto in filo da ricamo) e visto che so solo attaccare bottoni, in tutti i sensi, terrò fermo il tutto con bottoni colorati.
Il tutorial gonna ve lo rimando alla prossima.
Però la conclusione è che a me forse leggermi il blog di Soulemama rischia di non farmi tanto bene.
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