Il taxi che vorrei ce l' ho a Cracovia. L' ho scoperto negli anni in cui ci abitava mio fratello. A Cracovia le compagnie di taxi oltre ad avere il numero di telefono facile, offrono una tessera di fidelizzazione. Con quella, se prenoti telefonicamente, non solo ti fanno lo sconto soci, ma ti offrono un sacco di carinerie, sanno chi sei, dove vai, che fai.
Un tassista mi raccontava di una signora che era rimasta chiusa in casa, perché il marito uscendo aveva automaticamente chiuso una serratura di sicurezza uscendo, che si poteva aprire solo dal di fuori, e la centrale le ha mandato un tassista che ha raccolto al volo la chiave lanciata dalla finestra, è salito nel palazzo e le ha riaperto. O gli anziani che si fanno mandare a prendere le medicine in farmacia.
A Cracovia, dove davanti casa di mia madre il posteggio taxi è più vicino della fermata dei mezzi, quando siamo in 3 o in 4 conviene rispetto all' andare in centro con il tram. Se i tassisti fossero meno stronzi converrebbe anche ad Amsterdam, dove in certi punti i mezzi neanche arrivano.
A Cracovia quell' anno che prenotavo con la tessera di mio fratello, manco dovevo finire di dire l' indirizzo, lo sapevano. E a me con i tassisti polacchi mi piace parlarci.
"Signora, ma mi sbaglio o lei ha un accento straniero?"
"Si, in realtà sono italiana".
"Ah, ma allora è per caso parente di quel signore che viaggia con noi che ha l' agenzia viaggi in via X?"
"È mio fratello, allora lo conosce".
"Non mi dica più niente, ho capito dove deve andare" (non mi ricordavo l' indirizzo e avevo iniziato a dare indicazioni approssimative).
"Perché suo fratello un periodo lo andavo sempre a prendere all' indirizzo Y, ma ha traslocato?"
"Si, lì era casa di mia nonna, adesso abita a Z".
"Ah, ma adesso che mi ricordo allora ho conosciuto anche sua madre, a quell' indirizzo lì".
Insomma, erano tempi precedenti alla normativa sulla privacy, ma se fossi stata la moglie gelosa e un po' furba di mio fratello avrei saputo in men che non si dica tutti i posti dove si andava ad ubriacare, visto che è dopo cose del genere che ti conviene prendere un taxi.
Che poi, una dritta utile, a Cracovia se vai a o vieni dall'aero[porto ti chiedono se vuoi passare per la tangenziale o la via normale, e uno pensa: "per la tangenziale faccio prima". Si, ma per 300 metri che esce fuori zona e poi ci rientra, paghi una tariffa superiore. Questo, inutile dirlo, me lo sono fatta spiegare da un tassista.
Bella cosa, l' abbonamento. Io non capisco perché gli olandesi che sono tanto furbi non si inventino anche loro una roba del genere. Perché se io potessi pagare i taxi un po' meno e potessi prevedere un po' in anticipo quanto mi costano e chi mi carica, quanto sarebbe una bella cosa, li userei molto di più.
E se avessi l' abbonamento, potrei anche andarmi a far prendere i bambini da scuola in situazioni di emergenza, tipo sei bloccata in tangenziale e il doposcuola sta per chiudere. O una volta che mi è morta la macchina mentre stavo per uscire e ho dovuto prenderlo lo stesso perché in ritardissimo, ho pagato una corsa doppia mentre a me ne serviva una singola.
Un' altra volta che stavo male, ricordo nel delirio di aver avuto l' intuizione geniale: ho chiamato il doposcuola, chiesto se c' era qualche genitore che conoscevo e di passarmelo. Ho chiesto al genitore in questione, spiegando la situazione, se mi faceva la carità di chiamare un taxi, caricarci i bambini sopra (4 e 6 anni all' epoca), rassicurare il tassista che ero sulla porta di casa ad aspettarli con i soldi e dargli indirizzo e mio telefono, ed è andata benissimo. Ovviamente se esistesse come prodotto ad hoc non dovrei contare sugli amici che capiscono che voglio e mi caricano i figli a bordo, basterebbe farsi dare dalla centrale il codice del tassista, comunicarlo al doposcuola dandogli l' autorizzazione per telefono, e via.
Ora un po' di taxi e tassisti stronzi li ho beccati a Roma, ma anche ad Amsterdam. Secondo me è questo uno degli effetti della iberalizzazione che si scateneranno ancora di più. La liberalizzazione qui c' è stata qualche anno fa, prima quando hanno autorizzato una seconda compagnia di radiotaxi e c' era la discussione se potessero usare i posti dell' altra (parlo di quando alle fermate dei taxi c' era ancora un telefono da chiamare si ti serviva una corsa).
Veramente ci sono state storie di gruppi di tassisti che si mettevano a menare i concorrenti, o gli andavano a sbattere addosso, o tentavano d buttarli fuori strada. Gli argomenti erano gli stessi di adesso in Italia e la licenza è la mia pensione e ho fatto un mutuo per comprarla, eccetera. Non so come il comune abbia risolto, con qualche forma di compenso credo. Comunque alla stazione è sempre il selvaggio west, c' è stato un periodo che c' erano un vigilante e uno spartitraffico messi apposta per regolare l' ordine di salita, certe volte saltellavi da un taxi all' altro prima di capire chi era quello che aveva diritto a partire per primo.
Fatto sta che da allora i prezzi sono aumentati, i taxi pure e se sali su uno che non appartiene a una compagnia riconosciuta, ti capita di tutto. Gente che non parla inglese ma spesso neanche olandese, i giri fatti apposta per perderti, il tassametro spento ' per sbaglio', la ricevuta che non hanno il blocchetto, tutti i classici motivi per cui uno evita come la peste di prender taxi se solo può. il tassista che sei in ritardo e disperata e si rifiuta di prenderti perché è troppo vicino e perde il posto alla stazione dove gli può capitare il turista pollo da spennare. L' ho denunciato allo sportello apposta.
Io ad Amsterdam mi difendo in due modi: innanzitutto cerco di prendere solo i taxi 7x7, ovvero la compagnia TCA che ha come numero di telefono 020-777 77 77. Ho fatto un paio di volte dei reclami o segnalazioni e mi hanno risposto sempre molto correttamente, mi ha chiamato il capo in persona con il suo bell' accentone locale e gli ho spiegato che non mi puoi far pagare una corsa 30 euro senza darmi la ricevuta da scaricarmi e fare storie se insisto. Purtroppo non avevo avuto la presenza di spirito di segnarmi il numero del tassista, per l' incazzatura, ma la ricevuta me l' hanno spedita comunque. E mi ha suggerito di prendere sempre nota del numero del taxi perché conviene anche a loro che chi è scorretto venga ripreso.
Cosa che avrei dovuto fare una volta che per la fretta e il ritardo ho preso un taxi per l' Hilton, un tragitto che dalla stazione in quel periodo facevo spesso (oh, ci quasi abitavo all' Hilton all' epoca) e mi spara 25 euro per un tragitto che normalmente costa sui 16. Alla mia domanda mi spiega che è perché lui ha l' auto da 6 posti. Eh, ma io sono sola, mica te l' ho chiesta, sono stata costretta a prendere il primo taxi alla fermata della stazione.
Da allora, specie se è di sera, anche se devo prendere un taxi dalla stazione, chiamo il 7x7 e gli chiedo di caricarmi lì accanto, perché proprio a causa della proliferazione selvaggia di tassisti non professionali, i tassisti del TCA, che ha un controllo interno e sono corretti, non fermano volentieri alla stazione proprio per via dei colleghi scorretti che ci stanno. Quindi o attraverso e li cerco alla fermata davanti all' Hotel Victoria, o mi cerco un punto in cui aspettare e me lo faccio mandare.
Ma onestamente, il taxi che vorrei è un mini-taxi o un mamma-taxi.
Il mini-taxi è una smart o tipo una Peugeot 107: la maggior parte delle corse in città sono fatte da una persona sola e senza bagaglio, quindi una macchina piccola costa di meno da comprare e ammortizzare e meno di consumi, deve per forza riflettersi nel prezzo della corsa.
Il Mamma-taxi invece la vedo come un' estensione del concetto dell' auto condivisa, ovvero auto non di lusso con autista donna e abbonamento in modo da conoscersi tra società e utente. Utile per spedire i figli a qualche attività dove tu stessa li scaricheresti davanti al cancello per poi venirteli a riprendere dopo, per le donne che la sera preferiscono un autista più rassicurante dell' energumeno tatuato che non parla olandese e risponde a grugniti, per gli anziani che devono andare dal medico ma nessuno dice che lo debbano fare in mercedes. Insomma, il servizio che alle famiglie di solito procura la vicina gentile o la mamma appunto, che non lavora fuori casa, a un prezzo più ragionevole. E anche per le signore autiste l' abbonamento consente di sapere chi si caricano a bordo, perché il sistema reclami funzionerebbe in due direzioni. Il passeggero molesto viene estromesso dal servizio.
E non ci dimentichiamo che invece di pagare ogni volta, capire se ho i soldi o se dobbiamo fermarci (a pagamento, ovvio) al bancomat prima e aspettare la ricevuta se te la danno, arriva a casa ogni mese una fattura delle singole corse che ti fai pagare direttamente dal conto.
Il problema è che per come sono le regole adesso, mi spiegava un tassista che studia economia e vuole scrivere la tesi proprio sul suo lavoro, ci vogliono macchine di una certa cilindrata e di un certo tipo per fare questo lavoro. La licenza per la 107 non te la daranno mai. Il che dimostra che finché ci sono i protezionismi di qualsiasi tipo non è possibile inventarsi i servizi a misura delle esigenze dei clienti, non è possibile liberalizzare davvero i prezzi e le regole che si cercano di mettere per garantire un minimo di uniformità spesso sono regole meccaniche.
Allora a me piacerebbe una regolamentazione non per le auto ma per i tassisti. Visto che tutti abbiamo un navigatore più o meno aggiornato e che tutti lo usano (a un tassista giovane e timido che si vergognava di usarlo perché dei clienti lo avevano ripreso e mi aveva spiegato che siccome avevano bloccato un paio di strade grosse per cui non si ricapava, ho suggerito di spiegare ai clienti che lui lo usa per una questione di correttezza e trasparenza in modo che il turista capisca che non sta cercando di fregarlo facendo i giri tortuosi. Perché adesso che i telefonini ce li abbiamo, i sistemi computerizzati di prenotazione auto ci sono, i navigatori anche, perché non usarli per creare un servizio più comodo, invece che più bizantino?
E invece di catalogare le auto cataloghiamo i tassisti. Diamo la licenza a persone simpatiche, che conoscano la propria città, che guidino rispettando le regole del traffico e della umana cortesia, che non ti attacchino pippe contro gli stranieri, contro i tifosi dell' altra squadra e contro il governo. Che parlino se interrogate e che siano gentili con i passeggeri e flessibili nelle richieste, che non si impermaliscano se devo fare meno di 2 km. alla tariffa fissa di € 7,50 e che siano profondamente consapevoli che la mancanza di lavoro non deriva dalle liberalizzazioni, ma dalla brutta immagine del servizio che uno usa solo se proprio non può farne a meno a costo di sbudellarsi.
Datemi un taxi a misura di mamma e vedete se poi non lo prendo con piacere e non lavoriamo meglio e lavoriamo tutti. E se mi copiate adesso l' idea del min-taxi o del mamma-taxi prima che trovo qualcuno a cui venderlo, sappiate che vi passo sopra con la greenwheels. Anche se siete sulle strisce.
Visualizzazione post con etichetta cracoviana. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cracoviana. Mostra tutti i post
mercoledì 25 gennaio 2012
mercoledì 11 gennaio 2012
A spasso per Cracovia con la mamma
Il secondo giorno a Cracovia abbiamo spedito i maschi all' Aquapark (ne sono usciti 6 ore dopo) e con mamma ci siamo fatti un piccolo pellegrinaggio tutto nostro e tutto corto, sbagliandoci sui biglietti dell' autobus. E siamo andate in piazza, e poi a Podgorze, il quartiere in cui è cresciuta e che tanto tempo fa era un comune autonomo da Cracovia. Questa è la chiesa.
Poi siamo andati nella nostra pasticceria preferita in Starowislna, che si chiama Cichocy.
Per me un rientro a Cracovia non è un rientro se non mi sparo almeno 4-5 kremówki a soggiorno, nello specifico Kremówka wiedeńska, ovvero alla viennese, con la crema chantilly. Diffidare da quelle con la crema gialla, dura, e che non dà soddisfazioni (e che si trovano ovunque sotto il nome di Kremówka Wadowicka, ovvero di Wadowice, che scusate, ma quanto a pasticceria con Vienna non c' è paragone).
Quando in Olanda, per compensare un minimo, mi mangio i Tom Pouce, che tentano di imitarle, ma de che, tutti si meravigliano come riesca a tagliare con la forchettina la crostaccia finto millefoglie dura industriale del Tom Pouce senza far schizzare fuori il ripieno. Il fatto si è che mi sono formata alla scuola della Kremówka fin dalla prima infanzia (a questo giro mi sono mancati invece i pączki, che sarebbero una specie di bombolone ripieno di marmellata di rose, anche questi ormai sputtanati dalla fabbricazione industriale e quelli buoni tocca cercarli con il lumicino).
Poi ho scoperto questo sistema, che funziona in estate, per noleggiare le bici da queste rastrelliere, facendo una tessera.
Da bambina un elemento fisso di ogni vacanza con i nonni e zio Stefan e Ciocia Tosia era la gita in battello sulla Vistola, coronata da una bottiglina di Pepsi, chiedetemi come mai, ma in Polonia c' era la Pepsi, cosa che in fatto di cola ha dato l' imprinting definitivo ai miei gusti.
La casa con i cervi, adesso che hanno ripulito tutta la facciata, come nella maggior parte degli edifici di Cracovia, si vedono bene. Ma quando ci venivo io a suo tempo, il carbone era ancora uno dei combustibili più usati, infatti me ne manca l' odore per strada e quando lo sento da qualche parte mi viene la botta di nostalgia. Solo che il carbone sporca da matti e per questo decenni fa Cracovia e un po' tutta la Polonia erano sommerse dalla patina grigiastra. Adesso invece è tutto un altro vedere, specialmente tutti i palazzi bellissimi in centro.
E come vedete il nostro miglior prodotto culturale degli ultimi anni è diventato anche articolo di importazione, li possino, sti vandali, innamorati ma vandali.
giovedì 29 dicembre 2011
Cracovia e' una torta a strati
Le citta' sono tutte delle torte a strati e di quelli di Cracovia ne conosco un po'. Non solo perche' ci vengo da quando ero nella pancia e un po' degli ultimi strati li ho visti formarsi negli ultimi quaranta e rotti anni. Insomma, non sono neanche stati rivolgimenti da poco.
Quando venivo qui da bambina superavo nientepopodimenoche la Cortina di Ferro, mica pizza e fichi e tutti di qua e di la' che si preoccupavano. Gli itliani perche' adavo in un pese del ocialismo reale e a seconda delle inclinazioni personali dilla' o si mangiavano i bambini o splendeva il sol dell' avveire e da bambina fai fatica a spiegare che no, tu in fondo vai a trovare i nonni e gli infiniti zii. Che giochi nei giardino tra i palazzoni con infiniti bambini e che quando decidevamo di andare in piscina si partiva al mattino in gruppi da trenta, ognuno con il suo asciugamano, panino e qualche zloty per pagarsi l' ingresso e la pepsi.
Perche' tra i misteri del socialismo reale e' che in Polonia c' era la Pepsi che si produceva in loco su licenza e uindi a me e' rimasto quest' imprinting qui, la coca per favore la beva qualcun altro.
"Ma non e' pericoloso?" chiedevano. No, non mi pare. Vero che me lo chiedeva gente per cui andare da Sulmona al mare a Silvi era gia' un' avventura.
"Ma tu vivi in Italia, e avete il terrorismo e le Brgate Rosse, ma non e' pericoloso?" chiedevano dilla'. no, non mi pare, io vivo in Abruzzo e la cosa piu' vicina che sapevo era il tema sul rapimento di Aldo Moro che ci fecero fare e a cui io mi ribellai ferocemente, perche' non e' una cosa seria a 8 o 9 anni dover fare un tema sul rapimento di Aldo Moro, scusatemi.
Insomma, queste robe qui.
Poi fecero papa Giampaoletto II, e si scopri' che esisteva, vivaddio, la Polonia. Noi che andavamo in udienza e abbiamo pure la foto del papa che solleva e sbaciucchia il mio fratellino biondo e tondo, che se poi nella vita ha avuto sfig un motivo ci sara', se uno e' superstizioso ("Ma quanto assomiglia al papa Italo", dicevano a Tortoreto. Eccerto, faccia da polacco tutti e due.)
Poi venne Solidarnosc e al mio liceo i ciellini facevano grandi manifestazioni e toccava spiegargli che la bandiera polacca la mettevano sottosopra ed era meglio se la rigiravano. E per tigna andavo in giro con la spilletta di Solidrnosc addosso.
Poi decisi di farci un semestre universitario come libero auditore alla facolta' di russo dell' UJ, che si legge ujot e sta per Universitas Jagellonica, che con la facolta' di russo non fini' tanto bene, ma con la meravigliosa biblioteca universitaria si. E conobbi i catalani con cui ci facemmo una retrospettiva di film di Almodovar, e le italiane che stavamo sempre a fare le commari.
E vivevo con i miei nonni ed e' stato un privilegio conoscere da quasi adulta i miei nonni vecchi, che da bambina sono i tuoi nonni, ma un po' come le figurine del presepe. E mio nonno, che forse l' eta', finalmente si sbottonava e ogni tanto mi raccontava dei campi di concentramento, di cui non aveva mai fatto parola a nessuno fino a che il suo amico una volta in pensione decise di scrivere un libro di memorie in cui parlava anche di lui e lui ne compro' una copia per ognuno dei quattro figli.
In quel periodo cadde pure il muro di Berlino. Poi si sposo' mio fratello e ando' a viverci lui, e quanto ' ho invidiato per quello.
Perche' se c' e' un altro posto in cui io mi sento perfettamente a casa e' Cracovia, che quando passo in centro e vedo un' ottica voigt io lo so che il vecchio Voigt era un caro amico di mio nonno e che il figlio mi aveva ancora misurato delle lenti a contatto. Quando passiamo sula Staroislna io lo so ancora quando si chiamava via degli Eroi di Stlingrado, e poi siamo tornati al nome di prima della guerra, che era anche l' unio che si usava a casa mia.
Io quando vedo passare un tram con cpolinea cimitero Rakowicki lo so che li sta sepolta mia bisnonna Regina, e ditemi voi se Regina non e' un tipico nome da ebrea convertita.
E quando andiamo a spararci una cioccolata calda in piazza in quella che e' una nuova cioccolateria figa, ma prima era solo il negozo delle cioccolate e torte al cioccolato e wafer di E. Wiedel, be che c' entra, ho appena saputo che mia nonna e' entrata a lavorare in quella fabbrica a 12 anni, che al lavoro poteva mangiare tutto quello che voleva e forse per questo e' poi cresciuta e si e' sviluppata in quel periodo a forza di cioccolato e burro, e che le dispiaceva di non poter portare niente a casa per i vari fratellini, allora il sabato le si macchiava il grembiule di cioccolato fuso, lei lo arrotolava per portarlo a casa a lavarlo e a casa, staccavano i pezzi di cioccolato cosi' che anche i bambini potessero mangiarne un po'. E il padrone che le diede responsabilita' e le chiavi e la mando' a scuola due giorni alla settimana a spese sue.
Oggi mi sono fatta un bel giro in citta', a iedi e in tram con mia mamma, e abbiamo tirato fuori altri strati.
Ci vorra' un po' ma questa torta mi sta ievitando da qulche parte nella pancia e ci ricordiamo tutti come e' andata la volta scorsa, quando mi giravano intorno troppe storie stratificate.
Il mio buon proposito per il 2012 e' di infornare la mia guida sentimentale di Cracovia. Non diventero' mai un grande romanziere, ma conosco un sacco di storie.
PS. il mio cugincognato giovane si e' appena offerto di portrsi Ennio al campo scout quest' estate, tocchera' insegnargli un po' i polacco. E mia zia si prende Orso per fargli lezioni di pittura. Ecco.
Quando venivo qui da bambina superavo nientepopodimenoche la Cortina di Ferro, mica pizza e fichi e tutti di qua e di la' che si preoccupavano. Gli itliani perche' adavo in un pese del ocialismo reale e a seconda delle inclinazioni personali dilla' o si mangiavano i bambini o splendeva il sol dell' avveire e da bambina fai fatica a spiegare che no, tu in fondo vai a trovare i nonni e gli infiniti zii. Che giochi nei giardino tra i palazzoni con infiniti bambini e che quando decidevamo di andare in piscina si partiva al mattino in gruppi da trenta, ognuno con il suo asciugamano, panino e qualche zloty per pagarsi l' ingresso e la pepsi.
Perche' tra i misteri del socialismo reale e' che in Polonia c' era la Pepsi che si produceva in loco su licenza e uindi a me e' rimasto quest' imprinting qui, la coca per favore la beva qualcun altro.
"Ma non e' pericoloso?" chiedevano. No, non mi pare. Vero che me lo chiedeva gente per cui andare da Sulmona al mare a Silvi era gia' un' avventura.
"Ma tu vivi in Italia, e avete il terrorismo e le Brgate Rosse, ma non e' pericoloso?" chiedevano dilla'. no, non mi pare, io vivo in Abruzzo e la cosa piu' vicina che sapevo era il tema sul rapimento di Aldo Moro che ci fecero fare e a cui io mi ribellai ferocemente, perche' non e' una cosa seria a 8 o 9 anni dover fare un tema sul rapimento di Aldo Moro, scusatemi.
Insomma, queste robe qui.
Poi fecero papa Giampaoletto II, e si scopri' che esisteva, vivaddio, la Polonia. Noi che andavamo in udienza e abbiamo pure la foto del papa che solleva e sbaciucchia il mio fratellino biondo e tondo, che se poi nella vita ha avuto sfig un motivo ci sara', se uno e' superstizioso ("Ma quanto assomiglia al papa Italo", dicevano a Tortoreto. Eccerto, faccia da polacco tutti e due.)
Poi venne Solidarnosc e al mio liceo i ciellini facevano grandi manifestazioni e toccava spiegargli che la bandiera polacca la mettevano sottosopra ed era meglio se la rigiravano. E per tigna andavo in giro con la spilletta di Solidrnosc addosso.
Poi decisi di farci un semestre universitario come libero auditore alla facolta' di russo dell' UJ, che si legge ujot e sta per Universitas Jagellonica, che con la facolta' di russo non fini' tanto bene, ma con la meravigliosa biblioteca universitaria si. E conobbi i catalani con cui ci facemmo una retrospettiva di film di Almodovar, e le italiane che stavamo sempre a fare le commari.
E vivevo con i miei nonni ed e' stato un privilegio conoscere da quasi adulta i miei nonni vecchi, che da bambina sono i tuoi nonni, ma un po' come le figurine del presepe. E mio nonno, che forse l' eta', finalmente si sbottonava e ogni tanto mi raccontava dei campi di concentramento, di cui non aveva mai fatto parola a nessuno fino a che il suo amico una volta in pensione decise di scrivere un libro di memorie in cui parlava anche di lui e lui ne compro' una copia per ognuno dei quattro figli.
In quel periodo cadde pure il muro di Berlino. Poi si sposo' mio fratello e ando' a viverci lui, e quanto ' ho invidiato per quello.
Perche' se c' e' un altro posto in cui io mi sento perfettamente a casa e' Cracovia, che quando passo in centro e vedo un' ottica voigt io lo so che il vecchio Voigt era un caro amico di mio nonno e che il figlio mi aveva ancora misurato delle lenti a contatto. Quando passiamo sula Staroislna io lo so ancora quando si chiamava via degli Eroi di Stlingrado, e poi siamo tornati al nome di prima della guerra, che era anche l' unio che si usava a casa mia.
Io quando vedo passare un tram con cpolinea cimitero Rakowicki lo so che li sta sepolta mia bisnonna Regina, e ditemi voi se Regina non e' un tipico nome da ebrea convertita.
E quando andiamo a spararci una cioccolata calda in piazza in quella che e' una nuova cioccolateria figa, ma prima era solo il negozo delle cioccolate e torte al cioccolato e wafer di E. Wiedel, be che c' entra, ho appena saputo che mia nonna e' entrata a lavorare in quella fabbrica a 12 anni, che al lavoro poteva mangiare tutto quello che voleva e forse per questo e' poi cresciuta e si e' sviluppata in quel periodo a forza di cioccolato e burro, e che le dispiaceva di non poter portare niente a casa per i vari fratellini, allora il sabato le si macchiava il grembiule di cioccolato fuso, lei lo arrotolava per portarlo a casa a lavarlo e a casa, staccavano i pezzi di cioccolato cosi' che anche i bambini potessero mangiarne un po'. E il padrone che le diede responsabilita' e le chiavi e la mando' a scuola due giorni alla settimana a spese sue.
Oggi mi sono fatta un bel giro in citta', a iedi e in tram con mia mamma, e abbiamo tirato fuori altri strati.
Ci vorra' un po' ma questa torta mi sta ievitando da qulche parte nella pancia e ci ricordiamo tutti come e' andata la volta scorsa, quando mi giravano intorno troppe storie stratificate.
Il mio buon proposito per il 2012 e' di infornare la mia guida sentimentale di Cracovia. Non diventero' mai un grande romanziere, ma conosco un sacco di storie.
PS. il mio cugincognato giovane si e' appena offerto di portrsi Ennio al campo scout quest' estate, tocchera' insegnargli un po' i polacco. E mia zia si prende Orso per fargli lezioni di pittura. Ecco.
Iscriviti a:
Post (Atom)