Premessa: questo post contiene mie osservazioni personali che al lettore poco abituato potrebbero sembrare discriminatorie. Non lo sono e sappiatelo, quindi qualunque commento che decida di confutare quello che sta qui su tale base, verra' cancellato. Potete contestarmi e fare a pezzi una a una le mie affermazioni, ve ne posso solo essere grata se mi insegnerete qualcosa di nuovo. Gradirei pero' tenere la discussione a un livello pari a quello che io presuppongo in chi mi legge, ognuno si regoli per se.
2 mesi fa, in una lunga estate piovosa, aveva lanciato un
call for papers che a casa nostra traduciamo come "colla per paperi" che si intitolava:
Lo stupido e' la misura di tutte le cose. Mi hanno risposto un sacco di persone intelligenti, con commenti intelligenti e alcuni dicevano di trovare offensiva o seccante la definizione di stupido che toccava a qualcuno. Altri si sono dilungati sulle diverse modalita' e forme in cui si puo' manifestare l' intelligenza, per esempio gente assolutamente geniale in qualcosa che nelle faccende quotidiane sembra un
minus habens o viceversa, altri mi hanno tirato fuori Mario Cipolla che davvero e' stato il mio guru in questioni di intelligenza e stupidita', eccetera. Oh, mi avesse risposto un solo stupido che si sentiva chiamato in causa. Peccato.
Potrei quasi dire che esser stupidi e' la nostra migliore protezione dai dubbi sull' intelligenza. Siccome nella vita pero' la maggior parte dei luoghi in cui ci si forma un' opinione pubblica sembrano pensati da gente che ritiene i propri interlocutori degli incapaci, penso alla TV che ci propinano, al tono della maggior parte dei mass-media che ci circondano, ai forum di discussione ecc. e che gli unici barlumi di speranza ci tocca cercarceli con il lumicino e condividerceli tra noi in contesti ristretti e quasi carbonari, metto a disposizione con piacere questo spazio per una discussione provocatoria e leggera sui pro e contro dell' essere intelligenti.
C 'e' un motivo perche' io spesso mi dibatto in queste cose, chi mi conosce o mi segue su diversi media sa che negli ultimi mesi ho delle situazioni che necessitano di soluzione e che mi costringono a dibattermi su questa domanda, che peraltro ha funestato la mia infanzia, adolescenza ed eta' adulta fino a un paio di anni fa. Ovvero il fatto che dio sia ringraziato per avermi fatto intelligente, ma che seccatura conviverci pero'. Specia quando si vive in un mondo di stupidi.
Insomma un paio di annetti fa, vuoi la maturita', vuoi l' introspezione, vuoi il lavoro su me stessa, vuoi l' analisi, vuoi il fatalismo che sopraggiunge quando ti rendi conto che e' inutile stressarsi per cose che non e' in te risolvere, io ho deciso due cose:
1) che io sono intelligente e su certe cose sfioro il geniale e non permettero' piu' a nessuno di farmi sentire a disagio per questo;
2) se questa cosa puo' dar fastidio agli stupidi che incrocio nella vita, cazzi loro. Basta con l' educazione, e l' understatment, e il minimizzare.
Il che mi puo' comportare qualche piccolo intoppo nel quotidiano, soprattutto perche' vivo in un paese che ha fatto della medieta' il suo valore fondante. In Olanda si dice che i fiori che spuntano piu' alto del resto vanno decapitati, e il guaio e' che lo credono veramente. E trattandosi di un paese civile, evoluto e ricco, ti rendi conto effettivamente che non e' indispensabile essere intelligente per fare tante cose buone nella vita. E viceversa.
Un esempio, mia suocera e' medico, ha 4 figli ognuno a modo suo estremamente intelligente, ha visitato centinaia di bambini dai 0 ai 4 anni misurandone lo sviluppo al consultorio pediatrico. Una sera che cazzeggiando sul web con il mio maschio alfa ci siamo fatti un test (e sappiamo che i test alla cazzo, specie su Internet, lasciano il tempo ch trovano) ed e' risultato che appunto il mio amore e gioia superava in160 punti, le ho telefonato trionfante per comunicarglielo. non che io abbia mai avuto dei dubbi in proposito, senno mica ci facevo 2 figli, che io vengo da una famiglia dig ente che allevava pastori abruzzesi e mio padre da bambina mi spiegava sempre molto seriamente l' importanza di arrazzare con gente di razza, la sua risposta e' stata:
"B. ha 164 di IQ. Non ci credo, e' impossibile". E lo diceva seriamente.
Ecco, per dire i complessi degli olandesi.
Essere estremamente intelligenti oin realta' non aiuta molto nella vita quotidiana e uno dei motivi e' che tendiamo tutti a presupporre negli altri il nostro stesso livello per scoprire ogni volta, con estrema meraviglia e forse disillusione che non e' cosi'. In questo siamo parecchio stupidi, c' e' da dire. Raramente teniamo conto del livello degli altri, perche' cerchiamo sempre di metterli al nostro. Il grosso vantaggio invece e' che facendo cosi' quando incorci qualcuno di veramente intelligente la cosa e' assolutamente naturale e scontata, ci si annusa, riconosce, ma come se fosse nell' ordine delle cose. Di questo mi sto convincendo sempre di pida quando bazzico blog e social media, che sono un enorme strumento di selezione. Se mese dopo mese continui a seguire e conversare con persone che no conosci, fino a che magari le conosci meglio di tua madre, qualcosa vorra' dire.
Io da piccola ero considerata la bambina intelligente, ed e' una fregatura. Alle elementari ero bravissima, alle medie lo ero nelle materie che mi interessavano, al liceo mi hanno iscritta allo scientifico, che e' un po' l' ultimo posto che mi era congeniale, con l' idea che per imparare a studiare e ad avere un metodo, bisognasse stimolrmi con cose che non mi venivano spontanee e per cui mi dovessi sforzare. Che non era sbagliato come ragionamento, ma non teneva conto del fatto che per 5 anni io mi sia sentita l' ultima dei cretini incapaci. Fino a che il mio amico Sabatino, altro geniaccio matematico, uno che per dire, quando si stendeva a letto quella mezz' oretta dopopranzo si risolveva a memoria le equazioni trigonometriche di secondo grando con tutto il grafico, mentre io cara grazia che abbia imparato a risolverle per quel breve tratto in cui ho dovuto prendere un voto e poi ho dimenticato tutto. L' unica cosa che so fare e' calcolare l' IVA, ma l' ho imparato dopo.
Insomma Sabatino era dio e meno male che era un ragazzo simpaticissimo con cui andavo e vado molto d' accordo, ma per me sul lato matematica e fisica stava su un piedistallo su cui sapevo di non poterlo mai raggiungere. Fino al giorno in cui, discutendo certi temi che ci facevano fare e uno mio che era stato pubblicamente letto, lui con l' aria di chi vede la madonna fa: Certo, ma il fatto che tu hai una gran testa. Pardon, chi io? E me lo dici tu? Ecco, ci ho messo 5 anni a convincermi che quel paio di cose che so fare e che mi piace fare, li' ho poc gente che mi segue.
Essere intelligente mi ha dato un' infanzia solitaria. Che ci posso fare se leggere un libro interessante mi da piu' soddisfazione di barcamenarmi nell' insicurezza dei miei
social skills con i coetanei? I miei insegnanti lo sapevano da sempre che avevo problemi di socializzazione e timidizza enormi, i miei genitori che mi vedevano in moltissimi contesti, soprattutto popolati di adulti, facevano una fatica enorme a crederci e infatti non ci credevano. I miei primi amici a cuore aperto me li sono fatti all' universita', per dire.
Ora io ho due figli parecchio felici e spensierati, che ci vogliamo un gran bene, socializzano ognuno a modo suo, sono bilingue e vivono una situazione familiare che gli permette enormi stimoli, andiamo all' estero in posti che per loro sono casa, vediamo gente, facciamo cose, leggiamo libri interessanti. Ma sono bambini estremamente intelligenti e creativi, che comunque in qualsiasi contesto scolastico ed extrascolastico si notano perche' parlano italiano con me, e dotati di una grande capacita di fare 2 + 2, di esprimere i loro disagi con me e il padre e, e qui e' la combinazione che li frega, estremamente sensibili. Come lo ero io.
Per questo motivo ogni volta che percepiscono uno scollamento tra quello che sono e quello che li circonda, cercano di spiegarselo. E siccome sono bambini intelligenti e sensibili, con dei processi di causa ed effetto molto adulti, ma sempre bambini, la colpa la cercano in se stessi. Sono sbagliato, non sono capace. sono stupido.
I bambini si fa fatica a prenderli sul serio perche ognuno di noi ha in mente cosa debba essere un bambino e cerchiamo di adeguarci a questa idea quando trattiamo con loro. I bambini intelligenti si fa ancora piu' fatica, perche ragionano in maniera cosi soprendente che certe volte ci scordiamo che sono bambini e magari ci aspettiamo che prendano loro decisioni troppo adulte per quel loro momento di crescita.
Tutto questo per dire che Orso da un paio d' anni, con alti e bassi, impensierisce a scuola e a dicembre ha deciso che se nessuno lo prende sul serio lui se ne frega di collaborare. Consegna tutto in bianco e non fa NULLA. Avete presente cosa significhi per una maestra dover ammettere che uno di 7 anni non riesci ad interessarlo? A motivarlo? A raggiungerlo? A capirlo? La sua maestra ha tentato di tutto.
La sua terapeuta ci ha detto, dopo averlo esaminato ed essersi fatta un' idea di come ragiona, che non puo' aiutarlo, ma di farlo testare. Io lo so a cosa pensa a qualcosa nella direzione del deficit di attenzione, ma io continuo a pensare che lui a un certo punto si e' sentito preso poco sul serio e si e' chiuso a riccio. Ha abbandonato la partita, non ci prova neanche piu'. Una sera che gli raccontavo la favola della bambina intelligente a scuola e cercavo di spiegargli che ci sono tanti modi di fare, essere e reagire mi ha detto subito: si e io sono il bambino stupiodo. Ci crede sul serio. E mi ricorda qualcuno.
Suo fratello grazie alla terapeuta ha imparato a gestirsi. La sua strategia originaria era quella di fare il clown, il simpaticone, farsi accettare per questo, ma la cosa lo stancava enormemente. Adesso ha imparato che non ha bisogno di farlo, ma si ritrova contro tutta una serie di bambini che lo scorso anno erano suoi amici e ne patisce. Al contrario, l' altro amico con cui aveva fatto baruffa, ma che sta esattamente nella stessa barca, solo che e' a un passo piu' avanti perche' e' stato testato, trovato super-iper-extra e dotato di programma individuale a scuola (l' ho appena saputo in confidenza da sua madre, che non vuole si risappia in giro), ecco, con questo amico si sono ritrovati. Continuano a volta a baruffare perche' entrambi convinti di saperne di piu' ed avere ragione, ma si sono ritrovati.
Io insisto con la storia che so qual' e' il problema, ma siamo anche due genitori affaccendati, che le tentano tutte per il bene dei figli, e che vanno un po' a tentoni e sono costretti a fidarsi degli insegnanti e degli esperti che li circondano.
A un certo punto il capo mi ha chiesto per favore di piantarla con la storia dell' intelligenza come fonte di tutti i mali perche' secondo lui inquinavo la discussione e ho tentato di farlo. Ma la mia sensazione di pancia, da due anni, e' che dobbiamo cambiare scuola, a trovarne un' altra che sia meglio, come faccio a saperlo con due colloqui con la direttrice? Perche' la nostra scuola conta alcune maestre meravigliose, ma non c' e' nessuno che da 30 anni lavora con i bambini e ne ha visti passare di tutti i tipi. Parlando con direttrici di altre scuole ne ho trovate che mi davano questa fiducia, ma erano scuole che non avevano posto per entrambi i miei figli.
Insomma, forse adesso ci sono: venerdi ho avuto un appuntamento con una di queste direttrici, con cui a giugno avevo lasciato perdere perche' non volevamo prendere decisioni affrettate prima della conclusione del percorso con la terapeuta ecc. E perche' temi che cambiare ambiente ai bambini sia comunque una fatica per loro, che magari basta dargli il tempo e la fiducia di uscirne fuori da soli. Ma vedo che non e' cosi'. E mi avevano consigliato di non dire troppo a questa direttrice e vedere prima come reagiva lei. Non l' ho fatto del tutto.
Ci sediamo, veniamo interrotte un paio di volte da una bima che si era fatta male e aveva bisogno di essere spalmata di pomata, con un' altra che la accompagnava, la meta' di lei, che le accarezzava la schiena contro il male. Poi da un' altra che doveva fare le fotocopie. Ho visto come ha trattato i bambini.
Poi attacco: sa, Orso da dicembre non fa nulla, pero' nel frattempo ha un livello di lettura di due anni sopra la sua eta' e i test di fine anno sono andati benissimo, ma ci dispiace che non riusciamo a motivarlo e c' e' tutto questo tragitto in corso, e la sua scuola vuole far intervenire un esperto esterno che lo osservi in classe e mi rendo conto che voi siete una scuola appena aperta e magari non avete proprio la possibilita' di accollarvi una situazione complessa in questo momento.
mi ascolta e chiede:
"Ma da quello che lei mi dice mi sembra che si tratti di un bambino di intelligenza superiore alla orma".
Sospiro e mi sento sgonfiare dal sollievo. Mi sta prendendo sul serio.
"Si, e' quello che io dico fin dall' inizio, ma vengo da una famiglia di insegnanti e so come sono seccanti le madri che vanno a scuola a pretendere che il loro bambino sia piintelligente della media".
Mi spiega il loro metodo, so che la loro scuola e la nostra no, partecipa a un programma apposta per questo tipo di bambini, mi fa vedere il materiale. Mi dce che anche suo figlio ha fatto esattamente lo stesso eprcorso di Orso. Io sono conquistata.
"Insomma, lo volete?"
"Io ho una gran voglia di provarci, e ho chiesto alla maestra della classe del fratello, anche se ha gia' 24 bambini, se si sente di prendere il 25 esimo cosi potete portarli entrambi qui se e' piu' semplice. Va bene, ci prendiamo pure Ennio se volete. Pero' se cambiano scuola, va fatto al piu' presto o a gennaio entrerebbero in classi gia' formate e sarebbe piu' difficile per loro ambientarsi".
Sono uscita saltellando e preoccupata: e adesso al capo come lo dico senza che sembri che gliel' abbia fatta alle spalle?
Beh, glil' ho detta cosi' come e' andata e lui vuole venire a parlare con la nuova scuola e provarci.
L' ho detto che ho sposato un ragazzo intelligente.
Adesos incrociamo le dita pero'.