La storia
che sto per raccontarvi non appartiene a me né agli altri protagonisti. Questa
storia come ogni altra bella storia è di chi la legge, la fa sua e la racconta
ad altri. Questa storia è la storia di un grande sogno che, come le migliori
storie è incominciata e non si è compiuta.
Questa è la
storia che racconta un incontro avvenuto tra due persone che per anni pur
abitando a poche centinaia di metri non si sono mai(quasi)incontrate.
E’ la storia
di due persone cercatori ed esploratori di tradizioni, di gusti, di folklore e
abitudini della gente di appartenenza.
E’ la storia
dell’incontro tra me e Pasquale del blog I Sapori del Mediterraneo.
L’intenzione
di incontrarci era latente in entrambi già da parecchio, ma durante i giorni di
Pasqua è partita in me quella caparbietà di organizzarci a tutti i costi.
Perché proprio Pasqua? Perché lui pubblicava dei post che man mano avrei voluto
fare uguali anche io, ma che per una serie di eventi che non sto qui a
raccontare sono stata impossibilitata. Erano le tradizioni di casa mia, erano
le cose che mi aveva insegnato la mia cara nonna, era tutto ciò che per anni si
era messo puntualmente sulla nostra tavola di Pasqua, ma quest’anno no! Ed
arrivato lui, così familiare, così vicino, a ricordarmi di non spezzare quelle
tradizioni sacrosante per la mia famiglia. No, mi sono detta, questa persona è
da conoscere, deve venire fuori dal web, deve venire a casa mia!
Il mio primo
incontro con Pasquale risale ad appena 15 giorni fa. E’ entrato e mi è sembrato
di rivedere l’amico caro e fidato che conoscevo da sempre. Approccio: gli ho
pestato un piede e la sensazione di avere il suo piede sotto il mio me la sono
portata dietro per l’intero giorno. Poi si è iniziato a parlare senza essere convenzionali , con una disinvoltura
tipica di due persone che si conoscevano da sempre e che riprendevano un
discorso interrotto ma da continuare. Subito ci siamo messi alla ricerca di
qualcosa in comune, ed è venuto fuori
che le nostre rispettive mamme hanno lo stesso cognome: una parentela lontana
sì, ma discendenti dalla stessa “razza”, con un DNA comune, e con una verve
tipica di cotanto cognome.
Poi l’invito
da parte mia, a pranzo da me, per la domenica successiva. Invito accolto da
Pasquale e dalla sua deliziosa moglie con gioia autentica.
Ma non è
finita con lui: il sabato, il giorno precedente al pranzo, arriva a casa mia,
insieme a Pasquale, Franco Russo, l’amico poeta, colui che ha pubblicato delle
poesie sul blog di Pasquale, e una delle
quali mi toccò tanto da vicino che mi ha dato la possibilità di entrare in
contatto anche con questa nuova persona.
E’ arrivato
con il chingo, la terracotta sulla quale fino a cinquant’anni fa si cuoceva il
migliaccio, quella focaccia di mais che ha sfamato i contadini delle nostre
terre.
Anche con Franco
l’impatto è stato quello di rivedere un vecchio caro amico.
Abbiamo
trascorso una piacevolissima ora chiacchierando e sorseggiando del gradito thè
verde. Si è parlato di ricordi, di valori, di piatti che stanno rischiando di
scomparire, di spiritualità, di se stessi.
Il nostro
incontro rispecchia perfettamente una poesia che ho preso dal suo libro “E’
tempo di correre ai ripari”:
Calore Antico
Scavi spesso tra le ragnatele,
invecchiate dal tempo che nasconde
i passi di un progresso tanto attuale
che già vetusto sembra all’indomani,
tanto non s’accorge quanto corre,
negandoti il respiro di un momento
che aiuti non soltanto a riposare,
ma dietro sguardi spiega la memoria,
troppo occupata solo per istanti
che invadono la vita tuo malgrado.
Allora guardi indietro e vai lontano
Negli anni, quelli andati dell’infanzia,
fatta di sogni, giochi ed avventure,
quei semplici ingredienti amalgamati
da mani ruvide, sapienti, tanto amiche,
maestre appassionate, dure sentinelle
di atavici tabù, divieti e marachelle.
Certo non scordi quei momenti amari,
avari di ricchezze e tavole imbandite,
non alla moda i dignitosi stracci,
scarpe sfondate, con toppe e senza lacci.
Ma quel che serbo in cuore volentieri
È quell’incontro amato e mai scordato,
al focolare acceso e circondato
dai familiari affetti lì riuniti,
attento con l’udito ad ascoltare
antichi fatti e semplici novelle
finché poteano gli occhi già socchiusi
sulle ginocchia stanche della madre,
piegato il capo, accarezzato a lungo
dal tenero calore delle sue mani.
(Franco Russo)
Ci siamo
salutati con l’intenzione di rincontrarci al più presto.
Domenica
inizia per me il giorno tanto aspettato. Non resisto nel letto, mi alzo alle 5.
Tutto già
meticolosamente organizzato: la spesa
fatta il giorno prima; piatti, bicchieri e posate tirati a lucido e come
sentinelle messi lì tutti allineati; tovaglia e tovaglioli di fiandra freschi
di stiro. Non ci dovrebbe essere nulla da preoccuparmi, infatti con molta
serenità inizio le mie preparazioni, rispettando quella scaletta mentale che
già da giorni era chiara in me. Inizio pulendo e sbollentando le verdure, preparo
la frutta, poi le basi e le marinate, poi è il momento del dolce. Ok tutto
fatto, si deve procedere solo con le cotture, mi posso fermare, sono le 10
quindi è il momento di una doccia, un trucco leggero, i vestiti puliti e di nuovo il mio
inseparabile grembiulone. Il tempo di ritornare in cucina che sento il
citofono: eccoli sono arrivati insieme alle loro due bimbe e a un bustone dove
fa capolino il manico di quella padella di alluminio che ho avuto il piacere di
vedere in ogni suo post. E come dalla borsa di Mary Poppins, oltre la padella, vengono
fuori fumetto, Carnaroli, prezzemolo fresco e una deliziosa crema di scampi che
annuso cadendoci quasi con il naso dentro: che bella sorpresa quel risotto che
si intrufola nel mio menù studiato tanto dettagliatamente.
E’ ora di metterci a l'opera: do il grembiule a Pasquale e gli chiedo di preparare il sugo di uno dei miei primi, mentre io procedo con gli antipasti e accendo il forno per il secondo. Di nuovo il citofono, arriva il mio secondo invitato insieme alla sua dolce moglie: è il mio caro cugino Antimo, amante anch’egli della cucina e del buon mangiare; grembiule anche per lui.
Le nostre metà preparano la tavola:
E’ ora di metterci a l'opera: do il grembiule a Pasquale e gli chiedo di preparare il sugo di uno dei miei primi, mentre io procedo con gli antipasti e accendo il forno per il secondo. Di nuovo il citofono, arriva il mio secondo invitato insieme alla sua dolce moglie: è il mio caro cugino Antimo, amante anch’egli della cucina e del buon mangiare; grembiule anche per lui.
Le nostre metà preparano la tavola:
e noi tre come un vecchio team di cuochi affiatati ci destreggiamo tra fornelli e forni, tra taglieri e coltelli, tra pentole e padelle.
Però un altro po' di pazienza, è tutto pronto, tra poco metteremo in tavola, e ne avrete per riempirvi i pancini con tanti bei manicaretti.Però questi ve li racconterò la prossima puntata.......