MecMacEne-Vol02_Materiali_U37
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1 Triangoli di velocità
I turbocompressori si basano sull’alta velocità periferica della girante (attorno a 300 m/s)
per impartire al gas una quantità di moto sufficiente a portare la pressione fino al valore
richiesto. Come nel caso delle turbopompe, i turbocompressori possono essere radiali (o
centrifughi), assiali e a flusso misto.
Nel compressore radiale l’ingresso del gas è in direzione assiale, ma la corrente del gas
subisce poi una deviazione in modo da presentarsi all’ingresso della pala con velocità asso-
luta c radiale e scarico ancora radiale. All’uscita della girante, il gas entra in un diffusore,
con o senza palette (Figura 37.11) in modo da aumentare ulteriormente la pressione. Il
gas infine viene raccolto nella voluta e avviato alla mandata. Nel compressore assiale le
pale si muovono in un piano perpendicolare all’asse di rotazione; i passaggi del gas hanno
una configurazione anulare e il flusso avviene lungo la direzione dell’asse di rotazione. Lo
stadio consiste in un rotore, su cui si trova una serie di palette mobili, e di uno statore,
su cui si trova una serie di palette fisse. Il gas (Figura 37.12) entra prima nel rotore dove
viene compresso, esce poi dal rotore ed entra nello statore, che agisce da diffusore facendo
aumentare la pressione nel gas.
Girante
Girante
Diffusore Diffusore
β2 w2 c2
cm2
α2
u2
ω
w1 c1
β1
u1
c1 w1
u w2
c2
u
O
α2 β1
β2
c2 α1 w1
c1
ca w2
u
u
c2 cosα 2 − c1 cosα1
SOLUZIONE
a) Per entrare nel diagramma di Balje, occorre innanzitutto calcolare con la 37‑15 la velo-
cità specifica, dal momento che è assegnata la velocità di rotazione del compressore. Il
volume massico ν1, si calcola con l’equazione di stato dei gas 28‑2.
RT1 0,287 kJ/(kg⋅K) × 290 K
p1ν1 = RT1 ⇒ ν1 = = = 0,832 m3/kg
p1 100 kPa
⋅
e la portata in volume V 1 risulta:
⋅
V 1 = m⋅ ν1 = 0,6 kg/s × 0,832 m3/kg = 0,5 m3/s
Dopo aver calcolato la temperatura T2s , con la A‑39.
(γ − 1 ) γ (1,4 − 1 ) 1,4
T2s p 0,14 MPa
= 2 ⇒ T2s = 290 K = 319,3 K
T1 p1 0,1 MPa
l’incremento isentropico di entalpia ∆h, tra le condizioni totali a monte e le condizioni
statiche a valle risulta:
( ) ( )
∆hs = c p T2s − T1 = 1,0035 kJ/(kg⋅K) 319,3 K − 290 K = 29,4 kJ/kg = 29.400 J/kg
Sulla Figura 37.16 vediamo che, per questo valore della velocità specifica, le condi-
zioni di miglior rendimento si raggiungono con un compressore centrifugo (ηc ≈ 0,85) e
che il valore ottimo del diametro specifico è Ds = 4. Con la relazione 37‑15′, che dà il dia-
metro specifico, calcoliamo allora il diametro della girante D.
Il numero di Laval risulta maggiore di quello per cui era stato determinato il dia-
gramma di Figura 37.16 (L = 0,5), ma ancora accettabile per il compressore.
c) Per esaminare la possibilità di utilizzare altri tipi di compressori, conviene convertire
gli assi del diagramma della Figura 37.16 in velocità di rotazione [giri/s] e diametri [m].
I fattori di conversione si ottengono dalla relazione 37‑15 che dà la velocità specifica e
dalla relazione 37‑15′ che dà il diametro specifico.
( )
0,75
V1 n hs0,75 29.400 J/kg
ω s = 2πn ⇒ = = = 505 giri/s ⇒ n = 505 giri/s × ω s
hs0,75 ωs 2π V1 2 × π 0,5 m3 /s
3,0 D [m]
Li tim
Ds 60
0,
0,
Li tim
01 a to
∏2
ne iz
ot
00
1
n i
ot
a za
40 2,0
1
=
a to
1
Ds
Ds
20 Tur 1,0
Ra boc
om
10
dia
10
Flu pre
0
li s sor
10 0,6 mis so i 0,5
8 to 0,4
6 Ass 0,3
iali
10
4 η= 0,2
00
η= 0,
0,7 0,85 0,8 5
2 Compressori 0,1
volumetrici
1 a lobi 0,05
0,8 0,04
0,6 0,03
0,4
0,01 0,02 0,04 0,1 0,2 0,4 0,6 1 2 4 6 8 10 20 40
0,06 ωs
I nuovi assi sono stati tracciati sulle ascisse in alto e sulle ordinate a destra del dia-
gramma di Figura 37.16. Si vede che non si guadagna nulla in rendimento andando alle
COMMENTI L’esame del diagramma di Figura 37.16 mette in rilievo come per il turbo-
compressore centrifugo il coefficiente di pressione ∏ 2 (37‑13) vale circa 0,9 mentre per il
turbocompressore assiale è circa 0,1 e per il compressore rotativo è circa 10. Questo con-
ferma quanto era stato anticipato nell’Esempio 37.6 e cioè che il lavoro massico, che può
essere trattato nel singolo stadio, è basso nei turbocompressori (di più negli assiali e meno
nei centrifughi), mentre risulta più elevato nei compressori rotativi.
Stabile Instabile
Rapporto di compressione β
Caratteristica β
β
del compressore
βC − βS > 0 βC − βS < 0
Fig. 37.17 - Curve caratteristiche del compressore e del sistema con determinazione del punto di
funzionamento.
75
6 0,80
0,
P
2,5 Linea di P 0,75
5
pompaggio
0, ,70
0,70
65
0 60
=
η 0, 4
2 1,1
5
0,5 1 3
1,5
2 1 1,05
n 0,9 0,95
n0 = 0,8 n
n0 = 0,8
1 1
Portata adimensionale Portata adimensionale
Fig. 37.18 - Prestazioni di compressori con curve di isorendimento per diversi valori della velocità
di rotazione riferita alla velocità di progetto. Il diagramma fa riferimento a condizioni all’aspira-
zione costanti.
a) compressore radiale; b) compressore assiale multistadio.
Coppia [N⋅m]
Punto di 2,0
Potenza [kW]
ia
pp funzionamento 16 1,8
2,2 Co 1,6
Ra 14 1,4
pp
1,0 2,0 ort 1,2
od
Rapporto di compressione
i co
mp 12 1,0
res
za
im ne
Rend 10
Po
Rendimento
0,6 1,6
0,4 1,4
0,2 1,2
0,0 1,0
0,00 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35
Portata in massa [kg/s]
Punto di
Potenza assorbita [kW]
6,0 1,5
funzionamento
1,0
Pot
∆p [kPa]
enz
5,5 1,0 0,8
Rendimento
0,6
e nto
n dim
5,0 0,5 Re 0,4
0,2
4,5 0 0
0 1 2 3 4 5
Portata aria [kg/s]
E
Lo stallo ruota
D in questa direzione
B
Fig. 37.19 - Stallo rotante nella paletta-
tura rotorica di uno stadio di compressore
assiale: il distacco della corrente inizia sulle A
pale B e C. La sezione su cui si ha lo stallo si
sposta progressivamente, ruotando in dire-
u velocità
zione opposta a quella del rotore, ma con
periferica
velocità inferiore; pertanto il moto assoluto
è concorde con quello del rotore.
p2 = ps
p′2
ps
n
Utilizzatore C
M C
p′1 < p1 T ′1 = T1
n
p1,T1
p 1 T1
p1,T1
Fig. 37.20-c - Quando il fluido viene fatto ricircolare all’aspirazione, occorre evitare che il compres-
sore aspiri gas sempre più caldo. Si introduce allora sulla linea un refrigeratore in modo che il gas
compresso venga riportato alla temperatura iniziale T1.
V Vc
+
massimo volume del cilindro Vmax V + Vc V = 1+
ε = = = = V 37‑19
minimo volume del cilindro Vmin Vc Vc
V
1 Stantuffo
2 Stelo dello stantufo
3 Testa a croce
4 Biella
Albero a gomito con contrappesi
5
νm = 2sn 37‑20
37.4 - Il ciclo di lavoro viene rappresentato su un piano che ha per ascissa il volume V della camera e
per ordinata la pressione p all’interno del cilindro. Il diagramma risultante non può essere considerato a
rigore un diagramma termodinamico, il quale dovrebbe essere realizzato facendo riferimento al volume
massico ν del gas e non al volume della camera in cui il gas è contenuto, che, a causa delle fasi di aspira-
zione e scarico, contiene una massa di gas variabile nel tempo. Questo è il motivo per cui si parla di ciclo
di lavoro e non di ciclo termodinamico.
γ
pV = cost
γ
pV = cost
p1 B
A Aspirazione
p V V VB V
Spazio D A
p2 2 morto VC
Cilindrata
p1 1
V
Vmin Vmax
Fig. 37.22 - Ciclo di lavoro idea Fig. 37.23 - Ciclo di lavoro ideale di un compressore alterna-
le di un compressore alterna- tivo con spazio morto. Lo stantuffo nella sua corsa s si muove
tivo senza spazio morto realiz- tra le due posizioni estreme di punto morto superiore, dove la
zato con valvole automatiche camera raggiunge il volume minimo Vmin (VD), e il punto morto
(Figura 37.21). Il ciclo viene inferiore, dove raggiunge il valore massimo Vmax (VB); la cilin-
rappresentato su un piano che drata V è la differenza tra i valori massimo VB e minimo VD
ha per ascissa il volume V della assunti dalla camera. Le fasi A ⇒ B di aspirazione e C ⇒ D di
camera e per ordinata la pres- mandata avvengono a valvole rispettivamente di aspirazione
sione p all’interno del cilindro. e di mandata aperte, con massa variabile a pressione circa
costante; le fasi B ⇒ C di compressione e D ⇒ A di espansione
del gas dello spazio morto avvengono invece a valvole chiuse,
e quindi a massa costante.
L’apertura delle valvole, quasi sempre automatiche, avviene in ritardo, allorché la pres-
sione a monte supera leggermente la pressione a valle della valvola, e dà origine ai picchi
di pressione C′ e A′ evidenziati nella Figura 37.24. Le fasi di aspirazione e di mandata non
sono più a pressione costante, ma nella corsa di aspirazione A ⇒ B, la pressione è inferiore
a quella ambiente, mentre nella corsa di mandata C ⇒ D la pressione è superiore a quella
esistente nel condotto di mandata. Le curve di compressione e di espansione non sono più
adiabatiche con esponente γ, ma politropiche con esponente n determinato dall’entità degli
scambi termici tra il gas e le pareti del cilindro. Le fughe di gas infine si ripercuotono sul
rendimento volumetrico. L’area del ciclo di lavoro, ideale oppure indicato, rappresenta, sul
piano pressione-volume, il lavoro [J] ideale Wid oppure il lavoro indicato Wi richiesto dal
compressore. L’uso del ciclo di lavoro e in particolare del ciclo di lavoro indicato per valu-
tare le principali quantità che caratterizzano il funzionamento della macchina verrà appro-
fondito nella trattazione dei motori alternativi a combustione interna.
A B
p1
A′
Fig. 37.24 - Ciclo indicato del compressore alternativo. L’area racchiusa sul diagramma p‑V è
il lavoro indicato Wi [J] speso nel ciclo dal compressore.
A B
0,1
( )
2
πD 2 π 0,13 m
V = s= 0,105 m = 0,00139 m3 ◀
4 4
È assegnato il volume Vc di spazio morto (VD in Figura 37.23 ) nella misura del 4%
della cilindrata V; è cioè in pratica assegnato il grado di spazio morto µ = Vc ∙V (37‑19).
Vc
µ= = 4% = 0,04 ⇒ Vc = µV = 0,04 × 1,39 × 10− 3 m3 = 0,0556 × 10− 3 m3 ◀
V
Il rapporto volumetrico di compressione ε, a seconda che venga espresso in funzione
dello spazio morto Vc oppure del grado di spazio morto µ, è dato da (37‑19):
V + Vc 1 + 1 + 0,04
ε = = = = 26 ◀
Vc 0,04
b) La velocità media dello stantuffo si calcola con la 37‑20, dove n è la velocità di rotazione.
m = ma = mB − mA = ρ B ⋅VB − ρ A ⋅VA = ρ 1⋅ VB − VA ( )
Di conseguenza risulta:
ηv =
mm
ciclo ideale
⇒ ηv,id =
(
ρ1 VB − VA ) = (V
B − VA )
ρ1V ρ1V V
( )
ηv,id = 1 − β 1 γ − 1 37‑21
m πD 2 πD 2 vm
= ma ⋅K ⋅n = ηv ρ1 KVn
m V1 = = ηv KVn = ηv K sn = ηv K 37‑22
ρ1 4 4 2
con K numero di cicli che si effettuano a ogni giro. K vale 1 nel caso del compressore a sem-
plice effetto (Figura 37.21) in cui la portata viene inviata alla mandata ogni due corse dello
stantuffo. K vale 2 nel compressore a doppio effetto in cui la mandata viene effettuata ogni
mezzo giro, cioè a ogni corsa, in quanto lo stantuffo aspira da un lato e contemporanea-
mente comprime il fluido sull’altro lato (trascurando il volume dello stelo, il compressore a
doppio effetto è come se avesse una cilindrata doppia).
Noto il rendimento del compressore ηC, dato (37‑11″) dal prodotto del rendimento interno
ηc e del rendimento organico ηo (o meccanico ηm), si ricava37.5 (37‑12) la potenza assorbita
⋅
Pa [kW = kJ/s = (kN⋅m)/s] in funzione della portata trattata V 1 [m3/s], della pressione ini-
ziale p1 [kPa = kN/m2 ] e del rapporto manometrico di compressione β = p2 ∙p1:
γ −1
Pid 1 γ
Pa = = V1 p1 β γ − 1 37‑23
ηC ηC γ − 1
37.5 - La potenza ideale del compressore volumetrico andrebbe calcolata, a rigore, partendo dal lavoro
ideale richiesto dal compressore per eseguire il ciclo. Per semplicità, nel nostro caso si è utilizzata l’e-
quazione del primo principio della termodinamica (Paragrafo 37.3.1) in condizioni di flusso stazionario
(trascurando gli scambi di calore con l’esterno) tra l’ambiente di aspirazione e quello di mandata. Affinché
sia valida l’ipotesi di moto stazionario, occorre considerare due sezioni del compressore (ingresso e uscita
del fluido) sufficientemente distanti dalla valvola di aspirazione e da quella di scarico.
I I
III
D4
D3
D2
D1
IV
II
Fig. 37.26 - Schema di un compressore orizzontale polifase (a quattro stadi) con stantuffo a gradino.
Il primo stadio è a doppio effetto.
D’altra parte se si effettua la compressione in più stadi è possibile raffreddare tra uno
stadio e l’altro il gas riducendo in modo drastico il lavoro di compressione (Figura 37.8). Si
fraziona allora la compressione in più stadi, realizzando compressori polifase con disposizione
diversa dei cilindri, ad esempio verticale od orizzontale con stantuffo a gradino (Figura 37.26)
oppure a V oppure a L (Figura 37.2‑a); naturalmente tra uno stadio e l’altro il gas viene raf-
freddato. La potenza complessiva viene ottenuta moltiplicando per il numero degli stadi N
la potenza del singolo stadio in quanto, come abbiamo visto nel Paragrafo 37.3.2, conviene
frazionare la compressione interrefrigerata su più stadi che hanno tutti lo stesso rapporto
di compressione βottimo e che richiedono tutti lo stesso lavoro per stadio. Quando un solo sta‑
⋅
dio di compressione viene realizzato su più cilindri, la portata V 1 data dalla 37‑22 va molti-
⋅
plicata per il numero z dei cilindri in modo da ottenere la portata totale V 1t.
SOLUZIONE
a) L’interrefrigerazione è completa o uniforme quando all’uscita di ogni stadio (il numero
degli stadi del compressore è N = 2) la temperatura viene riportata al valore iniziale T1.
In tal caso possiamo applicare la 37‑10′ e ricavare il rapporto ottimo di compressione
del singolo stadio.
1 N 1 2
p 2945 kPa
βottimo = finale = = 29,161 / 2 = 29,16 = 5, 4
p1 101 kPa
La pressione all’uscita del singolo stadio è data dalla pressione d’ingresso dello sta-
dio moltiplicata per βottimo secondo la tabella che segue:
Pid,stadio = V1 p1
γ
γ −1
(β (γ − 1) γ
) ( )
− 1 = 0,0228 m3/s × 101 kPa × 3,5 5,40,286 − 1 = 4,995 kW ≈ 5,0 kW
La potenza ideale complessiva è data dal prodotto della potenza dello stadio per due,
numero degli stadi, dal momento che la quota di potenza richiesta è la stessa per tutti
gli stadi
P 10,0 kW
Pid = 2 × 5,0 kW = 10,0 kW Pa = id = = 14,3 kW ◀
ηc 0,70
c) Dimensionare il compressore significa calcolare corsa e alesaggio dei due cilindri (con
disposizione a V) in cui si effettua la compressione in due stadi. La corsa s è comune ai
due cilindri e vale (37‑20):
vm 4,3 m/s
νm = 2sn ⇒ s= = = 0,086 m = 86 mm ◀
2n 2 × 25 giri/s
πD12 π
( )
2
AI = = 0,13 m = 13,3 × 10− 3 m 2
4 4
A1 13,3 × 10− 3 m 2
AII = = = 2,463 × 10− 3 m 2
β 5,4
● Variazione del volume di spazio morto – Addizionando una capacità allo spazio morto, si
riduce il rendimento volumetrico, a causa dell’aumento del grado di spazio morto; corri-
spondentemente si riduce la portata.
37.6.1 Descrizione
All’interno del cilindro del compressore alternativo si realizza una variazione del volume
massico del gas, in quanto la variazione di volume della camera, determinata dall’avanza-
mento dello stantuffo, avviene quando questa non è più in comunicazione con l’ambiente
di aspirazione e non è ancora in comunicazione con l’ambiente di mandata. I compressori
rotativi invece si comportano essenzialmente come dei trasportatori di gas da un ambiente
a bassa pressione a quello ad alta pressione; anche se si verifica una qualche riduzione del
volume della camera operatrice durante il periodo in cui essa non è in comunicazione né
con l’ambiente a monte né con quello a valle, la compressione rimane affidata in misura
maggiore o minore al rigurgito nella camera del compressore di una porzione di gas già
compresso. Nel funzionamento a regime il compressore invia il gas in un’ambiente in cui
la pressione è maggiore di quella raggiunta all’interno della camera operatrice, nella fase
in cui questa non è in comunciazione con la mandata.
Aspirazione Mandata
Paletta scorrevole
Fig. 37.27 - Nel tamburo, che ruota in modo eccentrico all’interno della cassa del compressore, sono
ricavate delle scanalature radiali entro le quali scorrono delle palette che separano volumi conti-
gui di aria.
I compressori rotativi (si veda come esempio la Figura 37.27) sono autodistributori nel
senso che, grazie al moto relativo delle pareti che costituiscono la camera operatrice, questa
viene messa in comunicazione, per mezzo di due luci di distribuzione ricavate nello statore,
prima con l’ambiente di aspirazione, nella zona in cui il volume cresce fino al massimo, e
dopo con quello di mandata, dove il volume diminuisce fino al minimo. Si tratta quindi di
una distribuzione estremamente semplice, ancor più semplice di quella a valvole automa-
tiche dei compressori alternativi, distribuzione che tuttavia si comporta come una distri-
buzione comandata, nel senso che l’apertura delle due luci avviene in momenti predeter-
minati; in particolare l’apertura della luce di mandata avviene in un punto fisso della linea
di compressione, indipendentemente dalla pressione di mandata raggiunta.
La regolazione dei compressori rotativi avviene per riflusso parziale della mandata attra-
verso un condotto in parallelo (“by‑pass”) che collega i condotti di mandata e di aspirazione.
Analogamente alle pompe rotative, questi compressori presentano il vantaggio della
notevole semplicità costruttiva accompagnata da un basso costo. Tra gli svantaggi citiamo
l’usura delle parti mobili che strisciano sulla cassa e i rendimenti interni non molto ele-
vati (0,4 ÷ 0,7). Per l’individuazione della cilindrata, il volume cioè idealmente spostato in
un giro dell’albero che comanda il compressore, si rimanda ai manuali forniti dalle ditte
costruttrici. Nota la cilindrata, si effettua il calcolo della portata e della potenza applicando
gli stessi criteri seguiti per i compressori alternativi.
Distinguiamo i compressori rotativi in compressori con camera a volume variabile (es.:
compressori a palette, ad anello liquido e a vite) e in compressori con camera a volume
costante (es.: compressore Roots) a seconda che la camera operatrice vari oppure non vari
il volume durante il periodo in cui essa non è in comunicazione né con l’ambiente a monte
né con quello a valle lungo il percorso del gas.
A′ p
p2 < pi
A D C
B
C′
D C
m⋅
p2 = pi
D′ i = C′
D
p2 > pi
d
D′ D″
B′ C″
p1
A B
m⋅
Vmin Vmax V
Girante (Impeller)
1
Cassa (Casing)
2
Luce di aspirazione (Intake port)
3
Liquido di lavoro (Working liquid)
4
Luce di mandata (Discharge port)
5
N2
Fig. 37.29-b - Schema di come viene realizzato il compressore ad anello liquido per evitare la spinta
radiale.
Rotore
femmina
Rotore
maschio
Mandata
A A A B
B
B A
B
Aspirazione
Il principale problema di questo compressore è rappresentato dal gioco che esiste tra le
pareti laterali della cassa e i lobi rotanti in quanto qui si verificano le perdite volumetriche
di riflusso verso l’aspirazione. A differenza delle pompe dove si arriva a configurazioni con
4 ÷ 6 lobi, nel caso dei compressori le soluzioni più comuni sono a due lobi.
Il compressore a due lobi viene costruito con portate fino a 15 m3/s e con velocità perife-
rica dei lobi fino a 17 m/s nel caso di applicazioni pesanti e da 8 a 11 m/s per quelle leggere.
Il rendimento meccanico è molto elevato, dal momento che le perdite per attrito sono molto
basse: i due rotori non ingranano tra loro (uno dei due alberi è messo in moto dall’esterno con
una cinghia o una puleggia; il moto è trasferito all’altro albero tramite ruote dentate) e non
c’è strisciamento tra rotori e cassa statorica. Eventuali perdite meccaniche, allora, vanno
ricercate solo nei cuscinetti o nelle tenute per l’olio di lubrificazione delle ruote dentate.
La Figura 37.32 mostra il ciclo di lavoro di un compressore Roots, mentre le caratte-
ristiche di un tipico compressore a lobi sono riportate nella Figura 37.33. Si osserva una
diminuzione del rendimento all’aumentare del rapporto esistente tra la pressione pm alla
mandata e la pressione pa esistente nell’ambiente di aspirazione. Le linee a velocità di
pm
n [giri/s]
pa 3,8
30 60 100 130 160 200 230 260
3,4
ηc = 0,5
p 3,0
0,6
D
p2 C 2,6
2,2
0,7
1,8
0,85
1,4 0,8
p1 B 1
A
0 0,04 0,08 0,12 0,16 0,20 0,24 0,28 0,32
⋅
V V V [m3/s]
È necessaria quindi una particolare cura nelle tenute in modo da evitare il rientro di
aria dall’esterno, rientro che annullerebbe il vuoto generato dalla pompa.
Con le pompe rotative meccaniche è possibile scendere dalla pressione atmosferica a
valori di vuoto fino a 0,15 Pa (≈ 0,001 mm di colonna di mercurio). La Figura 37.34‑a illu-
stra il modo di generare il vuoto qualora venga utilizzata una pompa da vuoto a palette.
La Figura 37.34‑b mostra un tipo di pompa a vuoto a lobo singolo per vuoti spinti: la rota-
zione del lobo genera una camera a volume variabile che aspira il gas dall’ambiente per
restituirlo a pressione atmosferica.
Aspirazione
Ingresso dell’acqua
Camicia d’acqua
Mandata
Ingresso dell’acqua
Per vuoti più spinti è necessario impiegare il sistema a diffusione, che viene posto in
serie a pompe meccaniche del tipo di quella che abbiamo appena descritto. Il principio
seguito è quello stesso che viene utilizzato per l’eiettore a vapore utilizzato per generare il
vuoto all’interno dei condensatori.
La Figura 37.35 mostra una tipica pompa a diffusione costruita in metallo. Le mole-
cole di gas che vagano alla sommità della pompa vengono richiamate per diffusione nella
corrente del getto di vapore (frecce dirette verso il basso) e raggiungono il cuore (è la parte
più densa) dei vapori che si muovono in avanti; qui le molecole di gas vengono guidate, con
un angolo acuto, verso le pareti della pompa e verso il prossimo stadio di pompaggio. Il
vapore condensa sulle pareti e viene drenato allo stato liquido sul fondo oppure inviato alla
regione di vaporizzazione, dove il liquido viene nuovamente riscaldato fino a circa 200 °C
per generare una corrente di vapore fresco che si innalza fino ai condotti verticali in modo
da alimentare gli ugelli da cui escono i getti di vapore.
Il fluido di lavoro è mercurio oppure olio con bassa tensione di vapore. Gli oli sono soli-
tamente a base di composti al silicone con massa molecolare tra 350 e 500. Le pompe a
vapori di mercurio richiedono un sistema di raffreddamento estremamente efficiente per
intrappolare i vapori di mercurio al di fuori della camera che deve essere evacuata. Le
pompe a diffusione di olio richiedono la purificazione dell’olio durante l’uso per eliminare i
gas disciolti e i prodotti volatili di decomposizione.
πD 2 πD 2 vm
⋅ V1 = ηv K sn = ηv K 37‑22
La portata in volume V 1 del compressore 4 4 2
volumetrico alternativo si può esprime-
⋅
re in funzione della corsa s oppure della V 1 = portata in volume entrante [m3/s]
velocità media del pistone νm. Il nume- ηv = rendimento volumetrico [−]
ro di cicli al giro K tiene conto del tipo di K = numero di cicli al giro [−]
compressore: K = 1 per il compressore a D = alesaggio [m]
semplice effetto e K = 2 per il compres- s = corsa [m]
sore a doppio effetto. n = velocità di rotazione [giri/s]
νm = velocità media del pistone [m/s]
γ −1
1 γ
Pa = V1 p1 β γ − 1 37‑23
La potenza assorbita Pa dal compressore ηC γ − 1
volumetrico alternativo è funzione della
⋅
portata trattata dal compressore V 1 ri- Pa = potenza assorbita [kW]
ferita alle condizioni iniziali di pressione ηC = rendimento del compressore [−]
( p1) e di temperatura (T1), della pressio- ⋅
V 1 = portata in volume [m3/s]
ne iniziale p1 e del rapporto manometri-
p1 = pressione iniziale [kPa]
co di compressione β = p2 ∙p1.
γ = rapporto tra i calori massici [−]
β = rapporto manometrico di compressione [−]
Unità 37 | Sintesi 31
I compressori rotativi si comportano essenzialmente come dei trasportatori di gas da un
ambiente a bassa pressione a quello ad alta pressione. Si distinguono in due categorie:
compressori con camera a volume variabile (es.: compressori a palette, ad anello liqui-
do e a vite) e in compressori con camera a volume costante (es.: compressore Roots) a
seconda che la camera operatrice vari oppure non vari il volume durante il periodo in
cui essa non è in comunicazione né con l’ambiente a monte né con quello a valle lungo il
percorso del gas.
32 Unità 37 | Sintesi
ESERCIZI
37.16 - Calcolare la velocità media νm del D = 55 mm, mentre la velocità media del
pistone sapendo che corsa e velocità di rota- pistone è νm = 1,4 m/s. Calcolare portata in
⋅
zione valgono rispettivamente s = 105 mm volume V 1 conoscendo il rendimento vo-
e n = 16,667 giri/s. lumetrico ηv = 0,80. Calcolare poi la po-
νm = 3,5 m/s tenza assorbita Pa, noto il rendimento del
compressore ηC = 0,70. Calcolare infine la
⋅ corsa s sapendo che la velocità di rotazione
37.17 - Calcolare la portata V1 di un compres- è n = 23,33 giri/s.
sore alternativo a semplice effetto monocilin- ⋅
V 1 = 0,00125 m3/s; Pa = 0,39 kW; s = 30 mm
drico, noti rendimento volumetrico ηv = 0,77,
alesaggio D = 75 mm, corsa s = 63 mm e ve-
locità di rotazione n = 23,33 giri/s.
⋅
37.20 - Un compressore alternativo, a sem-
V 1 = 0,005 m3/s plice effetto con 2 cilindri a V in due stadi
interrefrigerato, comprime l’aria dalla
pressione ambiente p1 = 0,1 MPa fino alla
37.18 - Un compressore alternativo a sem- pressione p2 = 1,6 MPa. Sono assegnati:
plice effetto e a singolo stadio per un fri- alesaggio del cilindro di bassa pressione
gorifero industriale ad ammoniaca (con DI = 90 mm, corsa s = 75 mm, velocità di ro-
rapporto tra i calori specifici γ = 1,312) ha tazione n = 25 giri/s, rendimento volumetri-
z = 8 cilindri a V e comprime il vapore tra co ηv = 0,80 e rendimento del compressore
le pressioni p1 = 291 kPa e p2 = 1005 kPa. ηC = 0,70. Seguendo la procedura illustrata
Le dimensioni sono: alesaggio D = 130 mm nell’Esempio 37.9, calcolare cilindrata V,
e corsa s = 105 mm. La velocità di rotazio- velocità media del pistone νm, portata in
ne è n = 16,667 giri/s. Calcolare rapporto di ⋅
volume V 1, rapporto di compressione com-
compressione β, cilindrata unitaria V, cilin- plessivo β, rapporto di compressione ottimo
⋅
drata totale Vt, portata in volume V 1, cono- del singolo stadio βottimo nell’ipotesi di in-
scendo il rendimento volumetrico ηv = 0,80. terrefrigerazione completa, potenza ideale
Calcolare poi la potenza assorbita Pa, noto dello stadio singolo Pid,stadio, potenza ideale
il rendimento del compressore ηC = 0,75. complessiva Pid e potenza assorbita Pa. Si
β = 3,45; V = 0,00139 m3; Vt = 0,011 m3; proceda infine al dimensionamento dell’a-
⋅
V 1t = 0,147 m3/s; Pa = 82,1 kW lesaggio DII del cilindro di alta pressione
che ha la stessa corsa del cilindro di bassa
pressione.
37.19 - Un compressore alternativo mono-
cilindro a semplice effetto comprime l’aria V = 0,477 × 10-3 m3; νm = 3,75 m/s;
⋅
dalla pressione ambiente p1 = 0,1 MPa alla V 1 = 9,5 × 10-3 m3/s; βottimo = 4;
pressione p2 = 0,55 MPa. L’alesaggio vale Pid,stadio = 1,61 kW; Pa = 4,6 kW; DII = 50 mm
Unità 37 | Esercizi 33
VERIFICA DELL’APPRENDIMENTO
⋅
14. La portata in volume V 1 del compressore volumetrico alternativo espressa in fun-
zione della corsa s è ; quando invece viene espressa in funzione
della velocità media del pistone νm è .
15. Nel compressore alternativo a semplice effetto la portata viene inviata alla mandata
a ogni corsa del pistone, mentre nel compressore a doppio effetto la mandata viene
effettuata ogni due corse del pistone.
Vero □ Falso □
17. I compressori rotativi Roots sono in grado di raggiungere rendimenti maggiori dei
turbocompressori a flusso misto.
Vero □ Falso □
19. Nella regolazione del compressore con cui si riduce la portata di gas all’utilizza-
tore facendo rifluire parte della portata all’aspirazione è necessario introdurre un
refrigeratore sulla linea, che va dalla mandata all’aspirazione, per evitare che il
compressore aspiri del gas caldo.
Vero □ Falso □