Amministrativo 9-

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Amministrativo

Parziale 1

Introduzione al Concetto di Amministrazione


Nel contesto del diritto costituzionale italiano, l’amministrazione riveste un ruolo cruciale nella gestione degli interessi pubblici e
privati. L’amministrazione non è semplicemente la gestione di un’attività, ma diventa un concetto giuridico quando è disciplinata dal
diritto. Questo significa che l’amministrazione assume una struttura e delle regole precise che ne regolano l’operato, garantendo che le
azioni intraprese siano conformi alle normative vigenti.

Amministrazione può essere intesa in due modi principali:

1. Senso Oggettivo: Rappresenta un’attività regolata da norme giuridiche finalizzata al soddisfacimento di interessi pubblici. Ad
esempio, la gestione dei servizi sanitari pubblici rientra in questo ambito, poiché è regolata da leggi specifiche che ne definiscono
le modalità operative.

2. Senso Soggettivo: Si riferisce all’organizzazione amministrativa, ossia alle persone giuridiche pubbliche come enti e organi che
si occupano degli interessi pubblici. Ad esempio, un comune o un ministero rappresentano soggetti amministrativi che gestiscono
diverse funzioni pubbliche.

La Pubblica Amministrazione (P.A.) comprende tutte le entità che, pur essendo formalmente private, svolgono funzioni pubbliche.
Questa definizione include enti istituiti dall’Unione Europea, che devono partecipare a gare d’appalto per preservare il mercato unico e
la concorrenza. Un esempio concreto è ENEL, un ente sostanzialmente pubblico ma formalmente privato, che opera nel settore
energetico.

Le Pubbliche Amministrazioni sono soggette al Principio di Legalità, il che significa che possono svolgere solo le attività previste
dalla legge. A differenza dei cittadini, che possono compiere qualsiasi azione non espressamente vietata, le P.A. hanno vincoli specifici
che ne limitano le funzioni.

Le Pubbliche Amministrazioni operano secondo un diritto proprio, noto come diritto pubblico, che si distingue dal diritto comune
applicato ai cittadini. Questo sistema giuridico speciale garantisce che le attività delle amministrazioni siano orientate esclusivamente
all’interesse pubblico, evitando favoritismi o interessi privati.

Gli organi amministrativi non si limitano alla gestione delle attività, ma possiedono anche poteri regolamentari, ovvero la capacità di
emanare norme interne.

Ad esempio:

• Università: Oltre a gestire l’insegnamento e la ricerca, un’università emana regolamenti interni come lo statuto e i regolamenti
didattici.

• Comuni: Oltre a gestire autorizzazioni ed espropriazioni, possono emanare regolamenti locali per disciplinare la vita della comunità.

È fondamentale che questi organi rispettino sempre il Principio di Legalità, evitando di adottare atti normativi che violano le leggi
superiori, pena l’annullamento degli stessi.

Governare e amministrare sono due attività distinte ma interconnesse:

• Governare: Il governo è un organo esecutivo con un indirizzo politico che attua le decisioni del Parlamento. Esso esprime una
maggioranza politica e guida l’attività degli organi amministrativi tramite regolamenti e direttive.

• Amministrare: L’amministrazione si occupa di perseguire gli obiettivi stabiliti dal governo in modo neutrale e tecnico. Secondo
l’Articolo 97 della Costituzione, l’amministrazione deve essere separata dalle scelte politiche, garantendo competenza tecnica e
imparzialità.

Storia del Sistema Amministrativo


Il sistema amministrativo italiano ha origini nella Rivoluzione Francese del 1789, che ha introdotto principi fondamentali come la
separazione dei poteri, la supremazia del potere legislativo e il principio di legalità. Successivamente, questo modello è stato adattato
dal Modello Napoleonico, caratterizzato da un sistema accentrato e gerarchizzato, e adottato da Cavour per la legislazione
piemontese, estendendosi poi all’Italia unificata.

Negli ultimi decenni, la pubblica amministrazione italiana ha subito diverse trasformazioni per adattarsi ai cambiamenti sociali ed
economici:

1. Attenuazione della Gerarchia: Dagli anni ’90, si è ridotta la rigidità gerarchica, favorendo una maggiore autonomia degli organi
inferiori che devono raggiungere gli obiettivi fissati dai superiori.
2. Decentramento e Maggiore Autonomia: Secondo l’Articolo 5 della Costituzione, il potere è stato distribuito maggiormente
alle regioni e alle autonomie locali.

3. Trasparenza: La pubblicazione di informazioni su spese e stipendi è diventata uno strumento anticorruzione. Ad esempio, se un
cittadino richiede un “Accesso Civico” e non trova le informazioni richieste, possono esserci sanzioni per l’amministrazione.

4. Partecipazione: I cittadini sono ora più informati e possono partecipare attivamente ai procedimenti amministrativi. Ad esempio,
possono contestare provvedimenti di espropriazione notificati preventivamente.

5. Privatizzazione: Negli anni ’80 e ‘90, sotto la spinta dell’UE, molte entità pubbliche sono state privatizzate per favorire la
concorrenza, come ENEL.

6. Digitalizzazione: L’adozione di strumenti digitali ha ridotto l’uso della carta, migliorando l’efficienza e l’accesso ai servizi pubblici.

Diritto Amministrativo
Il diritto amministrativo è una disciplina giuridica che studia la pubblica amministrazione. Si suddivide in:

• Senso Statico: Riguarda enti, organi e beni pubblici.

• Senso Dinamico: Riguarda l’attività amministrativa di diritto pubblico o privato, come i contratti pubblici e le relazioni con i cittadini,
dove questi ultimi si trovano in una posizione di soggezione.

Diritto delle Pubbliche Amministrazioni


Il diritto delle pubbliche amministrazioni è un diritto speciale e autonomo, appartenente al diritto pubblico, nonostante ci sia una
crescente tendenza a utilizzare strumenti di diritto privato in determinate aree. Questo complesso di norme presenta caratteristiche
come:

• Disorganico: Le leggi di bilancio apportano molte modifiche a varie leggi amministrative.

• Lacunoso: Presenta delle lacune che necessitano di interpretazioni o integrazioni.

• Settoriale: Mentre esistono norme generali, spesso manca il dettaglio necessario.

• Contingente-Occasionale: Risponde a emergenze specifiche.

• Instabile: Frequente cambiamento delle normative.

• Assenza di un Codice Unico: Mancanza di una codificazione completa, con molte discipline differenti.

Fonti del Diritto Amministrativo


Le fonti del diritto amministrativo si dividono in:

1. Fonti Primarie: Comprendono la Costituzione, le leggi costituzionali, il diritto primario dell’UE e atti tipici vincolanti come
regolamenti e direttive.

2. Fonti Secondarie: Comprendono regolamenti governativi, ministeriali, regionali e locali. Queste fonti sono una categoria
aperta, poiché possono essere create tramite legge.

L’Articolo 101 della Costituzione stabilisce che il giudice è soggetto solo alla legge e non può giudicare su di essa. Inoltre, la Corte
Costituzionale non si pronuncia sulle fonti secondarie, lasciando questa competenza al Giudice Amministrativo che può annullare i
regolamenti se contrari alle fonti superiori.

Ordinamenti e Pluralità degli Ordinamenti Giuridici


Nel sistema giuridico italiano esiste un Ordinamento Generale Statale che include altri ordinamenti più specifici, detti derivati.
Ad esempio, l’ordinamento amministrativo è un insieme di norme di diritto pubblico che regolano l’amministrazione, includendo vari altri
ordinamenti come quello degli enti locali e della sanità.

Per illustrare meglio il concetto di pubblica amministrazione, consideriamo l’esempio di un’università pubblica. Un’università non solo
gestisce l’attività educativa e di ricerca, ma ha anche il potere di adottare regolamenti interni che disciplinano il suo funzionamento.

Struttura Organizzativa: Un’università è composta da vari organi come il Consiglio di Amministrazione, il Presidente e i
Dipartimenti. Questi organi collaborano per garantire che l’istituzione operi in modo efficiente e conforme alle leggi.

Attività Amministrativa: Include la gestione delle risorse finanziarie, le procedure di ammissione degli studenti e la fornitura di servizi
agli studenti. Ad esempio, se il Parlamento approva una legge che introduce un nuovo corso di laurea, l’università deve tradurre questa
legge in pratica, adottando regolamenti didattici dettagliati e reclutando docenti specializzati.
Attività Normativa: L’università emana regolamenti interni come lo statuto e i regolamenti didattici, che definiscono le modalità
operative e assicurano il rispetto delle leggi nazionali.

Uno dei principi fondamentali della pubblica amministrazione è la neutralità. I dirigenti e i funzionari pubblici devono agire in modo
imparziale, basandosi su competenze tecniche e merito, piuttosto che su orientamenti politici. Questo è garantito attraverso processi di
selezione basati su concorsi pubblici.
Ad esempio, i dirigenti di un comune vengono scelti per la loro competenza tecnica e non per la loro appartenenza politica,
assicurando che le decisioni amministrative siano prese nell’interesse pubblico.

Riserva di Legge
Riserva di Legge è un principio fondamentale nel diritto costituzionale italiano che stabilisce che determinate materie possono essere
regolate solo dalla legge. Questo principio è esclusivamente presente nella Costituzione e si suddivide in due tipi principali:

1. Riserva di Legge Assoluta: In questo caso, solo le fonti primarie (come la Costituzione e le leggi costituzionali) possono
intervenire per regolamentare la materia. Esempio: Le libertà fondamentali dei cittadini sono tutelate dall’Articolo 13 della
Costituzione, che stabilisce che nessuna legge può limitare tali libertà senza una specifica autorizzazione legislativa.

2. Riserva di Legge Relativa: Qui, le fonti primarie stabiliscono i principi generali, mentre le fonti secondarie (come i
regolamenti governativi) possono dettagliare e attuare tali principi. Esempio: L’Articolo 23 della Costituzione richiede che le leggi
disciplinino la libertà di insegnamento, mentre i regolamenti ministeriali possono definire i dettagli operativi.

Riserva di Legge Rinforzata: Questo tipo di riserva impone vincoli specifici stabiliti dalla Costituzione che il legislatore deve rispettare
rigorosamente. Talvolta, è necessario ricorrere a leggi costituzionali per regolamentare determinate materie, rafforzando
ulteriormente la riserva di legge.

Costituzione e Pubblica Amministrazione


La Costituzione italiana contiene numerosi articoli che regolano la pubblica amministrazione. Alcuni degli articoli più rilevanti
includono:

• Articolo 5: Riconosce e promuove le autonomie locali e attua il decentramento amministrativo, adattando la legislazione alle
esigenze delle autonomie.
Principi Fondamentali Derivati dall’Articolo 5:

1. Autonomia: La Repubblica riconosce e promuove le autonomie locali, come comuni, province, città metropolitane, e
regioni. Questi enti sono considerati i livelli più vicini ai bisogni dei cittadini.
Esempio: Un comune ha l’autonomia di gestire i servizi locali come l’urbanistica e la raccolta dei rifiuti.

2. Decentramento: Il potere centrale può delegare funzioni amministrative agli organi periferici per una gestione più efficiente.
Esempio: Le prefetture, appartenenti al Ministero dell’Interno, gestiscono le funzioni statali a livello locale.

• Articolo 97: è fondamentale per garantire che la pubblica amministrazione operi in conformità con la legge, assicurando
trasparenza, imparzialità ed efficienza. Questo articolo si suddivide in due sezioni principali, ognuna delle quali introduce aspetti
cruciali del principio di legalità applicato alla pubblica amministrazione.
- prima parte dell'articolo 97: stabilisce che le Pubbliche Amministrazioni devono garantire l’equilibrio dei bilanci e la
sostenibilità del debito pubblico. Questo implica che lo Stato può incrementare la spesa solo in circostanze particolari, come
durante crisi economiche, dove un aumento della spesa pubblica è giustificato per affrontare situazioni di emergenza.
Esempio: In caso di una crisi economica, il governo potrebbe decidere di aumentare i finanziamenti per i servizi sanitari o per i
programmi di sostegno all’occupazione, assicurando che tali aumenti siano sostenibili nel lungo termine e giustificati dalle necessità
emergenti.
- seconda parte dell'articolo 97: stabilisce che le Pubbliche Amministrazioni devono essere organizzate secondo disposizioni
di legge per garantire il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione stessa. Questo crea una riserva di legge relativa,
assicurando che le decisioni amministrative siano basate su leggi e regolamenti, piuttosto che su influenze politiche o
personali.
Esempio: Un comune deve seguire rigorosamente le normative nazionali e regionali nella gestione dei servizi pubblici, come la raccolta
dei rifiuti o la gestione degli spazi verdi, garantendo che tali servizi siano erogati in modo efficiente e imparziale.

L’Articolo 97 della Costituzione italiana si articola ulteriormente nel principio di legalità, che si suddivide in due aspetti principali: il
Principio di Legalità Minimo e il Principio di Legalità Massimo.

1. Principio di Legalità Minimo: la pubblica amministrazione non deve adottare atti contrari alla legge.
Questo principio implica che ogni atto amministrativo deve rispettare le leggi vigenti, evitando qualsiasi azione che possa contraddire le
normative superiori.
Esempio: Se un comune emana un regolamento che vieta la costruzione di edifici senza autorizzazione, tale regolamento deve essere
conforme alle leggi nazionali sull’urbanistica. In caso contrario, il regolamento può essere annullato per contrastare le leggi superiori.
2. Principio di Legalità Massimo: I poteri della pubblica amministrazione devono avere un fondamento formale nella legge(La legge
deve attribuire formalmente il potere all’amministrazione di adottare determinati atti) e un fondamento sostanziale nella legge
(L’esercizio del potere deve rispettare le discipline sostanziali previste dalla legge).
Esempio: Anche se una legge conferisce all’amministrazione il potere espropriativo, questo potere deve essere esercitato nel rispetto
delle procedure e delle garanzie previste dalla legge. Ciò significa che l’amministrazione deve seguire passaggi specifici e garantire
che i diritti dei cittadini siano tutelati durante il processo di esproprio.

Articolo 4 del Codice Civile: I regolamenti non possono essere contrari alla legge.
Esempio: Un regolamento ministeriale che introduce requisiti di ammissione agli studi universitari deve rispettare le disposizioni della
legge vigente in materia di istruzione.

Principio di Sussidiarietà
Il principio di sussidiarietà è un concetto chiave nell’organizzazione della pubblica amministrazione, disciplinato principalmente
dall’Articolo 118 della Costituzione. Esso si manifesta in due forme:

1. Sussidiarietà Verticale: Assegna le funzioni amministrative al livello territoriale più vicino ai cittadini, salvo necessità di gestione
unitaria.
Esempio: La difesa è una funzione amministrativa che deve essere gestita dallo Stato in modo unitario, mentre la gestione dei servizi
comunali (come l’illuminazione pubblica) è affidata ai comuni.

2. Sussidiarietà Orizzontale: Favorisce l’iniziativa autonoma dei cittadini e delle associazioni nella gestione di attività di interesse
generale.
Esempio: Le associazioni culturali o sportive possono gestire biblioteche o centri sportivi, supportando lo Stato nell’offrire servizi ai
cittadini.

Principi Collegati:

• Principio di Sussidiarietà: L’ente più piccolo e vicino ai cittadini è il più adatto a gestire determinate funzioni amministrative.

• Principio di Differenziazione: Le funzioni amministrative devono essere distribuite in base alle diverse esigenze e caratteristiche
degli enti coinvolti.

• Principio di Adeguatezza: Deve essere scelto il livello territoriale che permette uno svolgimento adeguato della funzione
amministrativa.

Gli Articoli 95 e 97 della Costituzione delineano due aspetti della pubblica amministrazione:

1. Articolo 95: Stabilisce che il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del governo, mantenendo l’unità di
indirizzo politico e amministrativo. I ministri sono responsabili sia collettivamente che individualmente per gli atti del loro
dicastero.
Esempio: Se il Ministro dell’Economia emette un regolamento per la gestione delle finanze pubbliche, è responsabile politicamente
delle decisioni prese.

2. Articolo 97: Garantisce l’organizzazione delle Pubbliche Amministrazioni secondo disposizioni di legge, assicurando buon
andamento (deve utilizzare le risorse in modo diligente ed efficiente, evitando sprechi e garantendo che i servizi pubblici siano
erogati in modo tempestivo e conforme agli standard richiesti) e imparzialità (La pubblica amministrazione deve agire in modo
imparziale, senza favoritismi o discriminazioni). Questo articolo promuove una P.A. indipendente dal governo politico, basata su
competenze tecniche e meritocratiche.
Esempio: Un dirigente comunale è selezionato tramite concorso pubblico per garantire competenza tecnica, non per affiliazione
politica.

Questi articoli non sono in contrasto ma creano un modello intermedio dove il governo fornisce l’indirizzo politico, mentre la
pubblica amministrazione esegue le decisioni in modo neutro e tecnico.

Separazione tra Politica e Amministrazione


La separazione tra politica e amministrazione è essenziale per garantire l’imparzialità e l’efficacia della pubblica amministrazione
Il Testo Unico del Pubblico Impiego formalizza il principio di separazione tra politica e amministrazione. Questa separazione si
basa sui seguenti principi:

• Organi Politici: Determinano gli obiettivi e verificano i risultati, assumendo responsabilità politica.
Esempio: Il Parlamento approva una legge che stabilisce nuovi standard ambientali. Il governo guida l’attuazione di questi standard.

• Organi Amministrativi: Gestiscono le attività amministrative, tecniche e finanziarie, assumendo responsabilità dirigenziale.
Esempio: Un dirigente di ministero implementa una nuova politica sanitaria senza influenze politiche, basandosi su competenze
tecniche.

Tipi di Rapporti con la Pubblica Amministrazione:

1. Rapporto di Servizio: Riguarda tutti i dipendenti pubblici, garantendo che lavorino in conformità con le leggi e le normative.
Esempio: Un impiegato del comune deve seguire le procedure amministrative per l’emissione di un permesso di costruzione.

2. Rapporto di Ufficio: Riguarda solo i dirigenti, legato all’incarico dirigenziale e alla gestione delle funzioni amministrative.
Esempio: Un dirigente di dipartimento è responsabile della gestione del budget assegnato e dell’efficienza delle operazioni.

Responsabilità:

• Responsabilità Politica: Coinvolge la fiducia e la responsabilità dei ministri verso il Parlamento.


Esempio: Se un Ministro non riesce a raggiungere gli obiettivi prefissati, può essere sfiduciato dal Parlamento.

• Responsabilità Dirigenziale: Riguarda il raggiungimento degli obiettivi amministrativi, con possibili conseguenze in caso di
mancato raggiungimento.
Esempio: Un dirigente che non gestisce correttamente le risorse può essere rimosso o non rinnovato.

• Responsabilità Amministrativa: Coinvolge tutti i dipendenti pubblici in caso di danni al patrimonio o alle finanze della P.A.
Esempio: Un impiegato che commette frodi finanziarie può essere perseguito legalmente.
Ruolo dei Dirigenti:

• Autonomia di Spesa: I dirigenti hanno la libertà di gestire il budget assegnato dal ministro, purché rispettino i limiti e gli obiettivi
stabiliti.
Esempio: Un dirigente può decidere come allocare i fondi per migliorare le infrastrutture universitarie.

• Impegno verso l’Esterno: I dirigenti possono firmare contratti e impegnare la P.A. verso l’esterno, agendo in conformità con le
leggi e i regolamenti.
Esempio: Un dirigente può stipulare un contratto con un’azienda per la fornitura di materiali didattici, assicurandosi che il contratto
rispetti le normative vigenti.

Supponiamo che il Parlamento approvi una legge che introduce un nuovo bonus per studenti. Ecco come avviene l’intero processo:

1. Scelta Politica: Il governo, in base alla volontà del Parlamento, decide di sostenere lo studio degli studenti con un bonus.

2. Legge: La legge stabilisce i principi generali, come chi può beneficiare del bonus e l’ammontare massimo.

3. Regolamento: Il ministero competente redige un regolamento che definisce i dettagli operativi, come i requisiti specifici per
l’accesso al bonus e le modalità di richiesta.

4. Amministrazione: Le Pubbliche Amministrazioni locali (ad esempio, i comuni o le università) gestiscono le domande,
verificano i requisiti e erogano il bonus agli studenti.

5. Controllo: Gli studenti che ritengono di non aver ricevuto il bonus correttamente possono presentare un ricorso al TAR
(Tribunale Amministrativo Regionale) per contestare la legittimità del provvedimento amministrativo.

Poteri Gerarchici nella Pubblica Amministrazione


Nel contesto della pubblica amministrazione, i poteri gerarchici rappresentano i meccanismi attraverso i quali i superiori dirigono e
controllano le attività degli inferiori all’interno dell’organizzazione. Tuttavia, è importante sottolineare che gli organi politici non
possono esercitare poteri gerarchici, ad eccezione dell’amministrazione militare. Questo principio è fondamentale per garantire
l’imparzialità e la neutralità dell’amministrazione nel perseguire gli interessi pubblici.
Tipi di Poteri Gerarchici

1. Ordine: Può essere un comando (ordine positivo) o un divieto (ordine negativo).

• Esempio: Un superiore ordina al proprio dipendente di completare un progetto entro una certa scadenza. Se l’ordine è palesemente
illegittimo (ad esempio, un ordine che viola la legge), il dipendente può presentare una rimostranza, cioè un documento scritto in cui il
dipendente segnala l’illegittimità dell’ordine ricevuto. Se il superiore insiste nell’emanare l’ordine, la responsabilità ricade sul
responsabile.

2. Sostituzione: È il potere del superiore di adottare un atto al posto dell’inferiore che non ha adempiuto ai propri doveri.

• Esempio: Se un funzionario non emette un provvedimento necessario, il superiore può intervenire direttamente per adottare
l’atto mancante.

3. Avocazione: È il potere del superiore di adottare un atto al posto dell’inferiore senza che ci sia stata una mancanza di azione
(inerzia).

• Esempio: Un dirigente decide di emanare un regolamento interno per una nuova procedura amministrativa, anche se l’inferiore
non ha avviato tale processo.

DA QUA
4. Revoca, Annullamento o Ritiro degli Atti: Il superiore ha il potere di revocare, annullare o ritirare atti amministrativi emessi dai
propri subordinati.

• Esempio: Un ministro può annullare un regolamento ministeriale che ritiene illegittimo o non conforme alla legge.

La legge interviene per rimediare a situazioni di inerzia da parte dei dirigenti. In caso di mancata azione da parte di un dirigente, il
ministro può nominare un commissario.
Il commissario è una figura sostitutiva nel diritto amministrativo, nominata per assumere le funzioni di un dirigente inadempiente. Il
commissario agisce per garantire la continuità e l’efficienza dell’amministrazione, mantenendo comunque il potere di annullamento
ministeriale per motivi di legittimità.
Evoluzione della Gerarchia nell’Amministrazione
Tendenzialmente, la gerarchia all’interno della pubblica amministrazione è diminuita, sostituita da una relazione di direzione basata
sulla separazione tra politica e amministrazione. I dirigenti non sono più considerati figure di fiducia politica, ma sono riconosciuti
come tecnici competenti.

Spoils System
Il “Spoils System”, o sistema delle spoglie, si riferisce alla pratica di sostituire i dirigenti amministrativi con nuovi dirigenti scelti per
la loro fedeltà politica al nuovo governo. In Italia, questa pratica non è generalmente consentita, ma alcune leggi regionali negli anni
2000 hanno introdotto parzialmente questo sistema per la nomina dei dirigenti generali.

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il sistema delle spoglie come regola generale, consentendolo solo in casi specifici
e limitati alla dirigenza generale. Questo deve essere preceduto da una verifica dell’operato precedente dei dirigenti che si
intendono sostituire, assicurando così la coerenza con i principi di buon andamento e imparzialità.

La Legge 241/1990, conosciuta come la “Bibbia del Procedimento Amministrativo”, rappresenta uno dei pilastri fondamentali per
l’attuazione dei principi di imparzialità e buon andamento nella pubblica amministrazione (P.A.) italiana. Questa legge stabilisce le
norme per il procedimento amministrativo e l’accesso ai documenti amministrativi, delineando chiaramente i criteri che devono
guidare l’operato della P.A.

L’Articolo 1 della Legge 241/1990 stabilisce i principi generali dell’attività amministrativa, identificando cinque criteri fondamentali:

1. Economicità: La P.A. deve utilizzare le risorse in modo diligente ed efficiente.

2. Efficacia: Deve esserci una chiara relazione tra gli obiettivi programmati e quelli effettivamente conseguiti.

3. Efficienza: È necessario mantenere un rapporto ottimale tra le risorse utilizzate e i risultati ottenuti.

4. Imparzialità: La P.A. deve operare senza favoritismi o discriminazioni.

5. Trasparenza: La gestione delle informazioni deve essere chiara e accessibile, limitando e prevenendo la corruzione.

6. Pubblicità: Garantisce l’adempimento degli obblighi di pubblicazione e comunicazione con i cittadini.

Principio di Proporzionalità
Il principio di proporzionalità, ereditato dal diritto dell’Unione Europea, impone che le misure adottate dalla P.A. siano proporzionate
agli obiettivi perseguiti. Ciò significa che le azioni amministrative devono essere adeguate e necessarie per raggiungere i fini prefissati,
evitando interventi eccessivi o inadeguati.

Motivazione dei Provvedimenti Amministrativi


Un aspetto cruciale dell’operato della P.A. è la motivazione dei provvedimenti amministrativi. Ogni atto amministrativo deve essere
giustificato con ragioni giuridiche e presupposti di fatto, indicando chiaramente il responsabile del procedimento. Questo
garantisce trasparenza e permette ai cittadini di comprendere le basi delle decisioni amministrative.

L’Articolo 28 della Costituzione italiana stabilisce che i funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente
responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi, la responsabilità civile
si estende allo Stato e agli enti pubblici. Questo articolo sottolinea l’importanza di un comportamento etico e legale da parte di chi
lavora nella P.A.

Principi di Azionabilità delle Pretese Giuridiche


L’Articolo 24 della Costituzione afferma che tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. Questo
principio è ulteriormente sviluppato dall’Articolo 113, che stabilisce che il Consiglio di Stato e altri organi di giustizia amministrativa
hanno giurisdizione per la tutela degli interessi legittimi contro la P.A., e in particolari materie indicate dalla legge, anche per i diritti
soggettivi. Questo assicura che i cittadini possano impugnare atti amministrativi ingiusti o illegittimi davanti a tribunali specializzati
come il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) e il Consiglio di Stato.

Sistema Amministrativo: Struttura Giurisdizionale


Il sistema amministrativo italiano prevede diversi livelli di giudizio per risolvere le controversie tra cittadini e P.A.:

1. Primo Grado: TAR (Tribunale Amministrativo Regionale).


2. Secondo Grado: Consiglio di Stato.
3. Terzo Grado: Corte di Cassazione.

La Corte di Cassazione ha giurisdizione su incertezze riguardanti la qualificazione della posizione giuridica (interesse legittimo o
diritto soggettivo) e determina quali materie sono affidate al Giudice Amministrativo tramite l’Articolo 133 del Codice di Procedura
Amministrativa.

I tribunali militari possono agire come giudici amministrativi in quanto le forze armate sono considerate un apparato amministrativo
dello Stato.

L’Articolo 103.2 stabilisce che la Corte dei Conti ha giurisdizione nelle materie di contabilità pubblica e altre specificate dalla legge,
assicurando la corretta gestione finanziaria della P.A.

Problema delle Leggi Provvedimento


Le leggi provvedimento sono leggi che hanno un contenuto puntuale e concreto, incidendo direttamente sulle posizioni giuridiche
soggettive. Questo tipo di leggi crea un problema perché i cittadini non possono impugnare direttamente tali leggi davanti al Giudice
Amministrativo.

Riserva di Amministrazione
Il Legislatore deve rispettare la riserva di amministrazione per garantire una effettiva tutela giurisdizionale per i cittadini. La
riserva di amministrazione prevede che le leggi generali e astratte definiscano le norme, i regolamenti ne definiscano i dettagli e i
provvedimenti amministrativi attuino le decisioni concrete.
Esempio: Prima del 2001, i consigli regionali potevano avere poteri legislativi e regolamentari. Tuttavia, se una legge regionale funge
anche da regolamento, si crea un conflitto con la tutela giurisdizionale, poiché i cittadini non possono impugnare direttamente tali leggi.
Soluzione: La riserva di amministrazione viene risolta attraverso un procedimento in via incidentale per violazione degli Articoli 24
e 113, permettendo ai cittadini di contestare gli atti amministrativi in tribunale.

Diritti e Libertà
La Costituzione italiana distingue tra diversi tipi di diritti e libertà:

1. Libertà Negative: Libertà dallo Stato (es. libertà personale).

2. Libertà Positive: Libertà di fare qualcosa nello Stato (es. diritto di voto).

3. Diritti Sociali: Diritti a prestazioni che si soddisfano attraverso la P.A. (es. diritto alla salute e all’istruzione).

L’Articolo 32 tutela la salute come un diritto fondamentale dell’individuo e un interesse della collettività, garantendo cure gratuite agli
indigenti. Questo implica che gli ospedali e le strutture sanitarie pubbliche devono operare in conformità con le normative che
assicurano la tutela della salute dei cittadini.
Il rimborso delle spese sanitarie sostenute all’estero è possibile quando una persona si sottopone a prestazioni sanitarie
indispensabili che non possono essere ottenute in Italia. In pratica, se c’è un trattamento necessario che non è disponibile o erogabile
nei tempi adeguati in Italia, è possibile recarsi all’estero e poi richiedere un rimborso per le spese sanitarie sostenute.
I LEA sono l’insieme delle prestazioni sanitarie che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) deve obbligatoriamente garantire a tutti i
cittadini, senza discriminazioni, indipendentemente dal reddito o dalla condizione sociale. In altre parole, sono le cure e i servizi che lo
Stato si impegna a fornire.
Il Legislatore non decide in modo arbitrario quali cure devono essere garantite. L’elenco dei LEA viene definito tramite un Tavolo
Tecnico di medici e professionisti della salute. Questo gruppo decide, sulla base delle risorse disponibili, quali prestazioni debbano
essere garantite a tutti.

Persone Fisiche

• Capacità Giuridica: La capacità di essere titolari di diritti e obblighi, acquisita alla nascita.

• Capacità di Agire: La capacità di compiere atti giuridici, acquisita al raggiungimento della maggiore età.

Persone Giuridiche
Le persone giuridiche possono essere

1. Pubbliche: Sono create dalla legge e rappresentano enti pubblici come province, comuni, regioni ed enti pubblici riconosciuti.

• Esempio: INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) è un ente pubblico che gestisce le pensioni e altre prestazioni
sociali.

2. Private: Comprendono associazioni, fondazioni e altre entità create da privati.

• Esempio: Associazioni culturali o fondazioni che operano in vari settori senza scopo di lucro.
La Legge 70/1975 stabilisce che solo la legge può istituire enti pubblici, definendo che tali enti sono soggetti di diritto pubblico e centri
di potere amministrativo. Tuttavia, questa legge non è mai stata pienamente applicata, creando difficoltà nell’identificazione e nella
disciplina degli enti pubblici.

Indici Esteriori di Pubblicità


Per identificare un ente pubblico, la giurisprudenza utilizza diversi indici esterni di pubblicità:

1. Teoria del Fine: Determina se l’ente ha un fine pubblico o privato.

2. Teoria del Doppio Fine: Considera se l’ente ha sia un fine pubblico che privato.

3. Teoria dell’Imperium: Valuta se l’ente esercita poteri pubblici.

4. Teoria del Controllo: Esamina se l’ente è controllato dal governo.

5. Teoria del Finanziamento: Considera se l’ente è finanziato dallo Stato.

6. Teoria dell’Atto Costitutivo: Analizza se nell’atto costitutivo è specificato che l’ente è pubblico.
Nonostante questi criteri, nessuna delle teorie risulta completamente sufficiente. L’unico criterio dirimente è il perseguimento
dell’interesse pubblico da parte di un ente che ha il dovere di perseguirlo e che non può disporre della propria esistenza.

Classificazione degli Enti Pubblici


Gli enti pubblici si dividono in tre categorie principali:

1. Enti Territoriali: Comprendono comuni, province, città metropolitane e regioni.

• Caratteristiche: Hanno autonomia legislativa, normativa, finanziaria e politico-amministrativa.

• Esempio: Un comune autonomo nella gestione dei servizi locali come la raccolta dei rifiuti.

2. Enti Pubblici Economici: Sono enti che esercitano attività imprenditoriale.

• Esempio: Un tempo ENEL o ENI, ora privatizzati, operano formalmente come società per azioni ma devono rispettare il diritto
pubblico per garantire i servizi minimi.

3. Enti Pubblici Non Economici: Includono tutti gli enti che non rientrano nelle categorie precedenti, come istituti di stato e enti di
servizio.

• Esempi:

- Istituti di Stato: ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) che svolge censimenti e analisi statistiche.

- Enti di Servizio: INPS e INAIL che gestiscono la previdenza sociale e gli infortuni sul lavoro.

- Enti Parastatali: Enti creati dallo Stato per svolgere funzioni specifiche, come il Garante della Privacy o l’ANAC (Autorità
Nazionale Anticorruzione), che operano in modo indipendente ma sono sottoposti a controllo statale.

Autonomia Funzionale e Autorità Indipendenti

• Autonomia Funzionale: Enti come le Camere di Commercio o le università hanno autonomia normativa e sono controllati dal
ministero competente.

• Autorità Indipendenti: Enti come il Garante della Privacy o l’ANAC operano in modo autonomo dal governo, garantendo
imparzialità e neutralità nelle loro funzioni.

Teorie di Imputazione degli Atti degli Enti Pubblici


Per attribuire correttamente gli atti agli enti pubblici, si utilizzano due teorie principali:

1. Teoria della Rappresentanza: L’ente pubblico, essendo una persona giuridica, utilizza rappresentanti (organi) per compiere atti
amministrativi.

• Problema: L’atto è attribuito al rappresentante, non all’ente stesso.

• Esempio: Un funzionario che firma un contratto per conto di un ente pubblico.


2. Teoria Organica: L’ente pubblico è considerato un organismo unitario, e gli atti compiuti dai suoi organi sono imputati
direttamente all’ente.

• Vantaggio: Permette di attribuire gli atti all’ente senza problemi di rappresentanza.

• Esempio: Un dirigente che firma un provvedimento amministrativo per l’ente pubblico, rendendo l’atto direttamente imputabile
all’ente stesso.
La teoria organica è quella maggiormente adottata, poiché facilita l’attribuzione degli atti all’ente pubblico e garantisce una chiara
responsabilità legale.

Nella pubblica amministrazione italiana, i concetti di ente e organo sono fondamentali per comprendere la struttura e le
responsabilità. L’ente è il centro di imputazione e viene considerato un soggetto di diritto pubblico, ma non ha la capacità di agire
autonomamente. Gli organi, invece, manifestano la volontà dell’ente e agiscono per esso. Un esempio classico è il Comune di Milano,
che gestisce servizi locali come la raccolta dei rifiuti e la manutenzione delle strade.

L’organo è la persona fisica o giuridica incaricata di manifestare la volontà dell’ente e i suoi atti sono imputabili all’ente stesso. Gli
organi possono essere intesi in senso oggettivo (uffici) o soggettivo (persone fisiche). Ad esempio il sindaco di Roma, rappresenta il
Comune e prende decisioni in nome della città.

Il potere di un ente è distribuito tra diversi organi, ciascuno con una propria competenza. Questa può essere suddivisa per materia,
valore, grado gerarchico o territorio. Ad esempio, il Ministero della Salute è competente in ambito sanitario, mentre un ufficio locale può
avere competenza solo su un’area geografica specifica.

Gli organi si distinguono in:

• Interni o esterni, a seconda se emettono atti all’interno del procedimento amministrativo o verso terzi;

• Centrali o periferici, se operano a livello nazionale o locale;

• Ordinari o straordinari, a seconda se fanno parte della struttura stabile o operano solo in situazioni particolari;

• Attivi o consultivi, a seconda se adottano provvedimenti amministrativi o forniscono pareri;

• Di controllo, come i comitati di revisione, che verificano la gestione in termini di economicità, efficacia ed efficienza.

Un’altra distinzione riguarda la rappresentatività: alcuni organi sono eletti dalla collettività (come i consigli comunali), mentre altri
non lo sono (come molti organi tecnici). Gli organi possono essere monocratici (ad esempio, il sindaco) o collegiali (come il consiglio
di amministrazione di un ente pubblico).

Negli organi collegiali, le decisioni sono prese tramite deliberazione e devono rispettare il quorum strutturale e il quorum
funzionale. In un collegio perfetto, tutti i membri devono essere presenti e nessuno può astenersi dal pronunciarsi.

Nella pubblica amministrazione, la relazione tra gli organi è spesso di tipo gerarchico. L’organo superiore può dirigere e controllare
quelli subordinati, intervenendo quando necessario. I poteri gerarchici comprendono la facoltà di dare direttive, impartire ordini,
sostituire un organo inadempiente o risolvere conflitti di competenza.

Tuttavia, nel contesto attuale, il rapporto tra gli organi è più spesso basato su direzione e coordinamento. La direzione implica che
l’organo superiore stabilisca gli obiettivi, mentre l’organo subordinato ha la libertà di decidere come raggiungerli. Il coordinamento,
invece, riguarda la collaborazione tra organi su un piano di parità per realizzare un fine comune. Un esempio di coordinamento è il
lavoro del Presidente del Consiglio, che dirige e coordina i ministri.

Il rapporto di servizio riguarda la prestazione lavorativa di un dipendente pubblico in cambio di una retribuzione. Un esempio di
servizio onorario è quello del sindaco, che svolge la sua funzione per la comunità, ricevendo solo un rimborso spese. Esistono diverse
tipologie di servizio:

• Servizio Obbligatorio: Ad esempio, la leva militare.

• Servizio Volontario:

• Professionale: Basato su un contratto di lavoro o una nomina, con retribuzione garantita.

• Non Professionale ma Onorario: Funzioni svolte a titolo gratuito, con diritto a compensi come indennità o rimborso spese.
Un esempio è il sindaco o altre cariche elette.

Il rapporto di ufficio consente a un dirigente di rappresentare e agire per conto dell’ente. Gli atti del dirigente vengono imputati all’ente
e l’ente può rivalersi su di lui solo in caso di dolo o colpa grave. Ad esempio, se un dipendente pubblico commette un reato durante il
servizio, l’amministrazione può rivalersi per i danni subiti. Quindi, il dirigente ha sia un rapporto di servizio (contratto di lavoro) sia un
rapporto di ufficio (incarico dirigenziale). NB per il sindaco la situazione è differente in quanto ha un rapporto di servizio onorario
(poiché eletto dai cittadini e non è un dipendente assunto con un contratto di lavoro. Non riceve una retribuzione regolare come un
normale dipendente pubblico, ma percepisce solo indennità o rimborsi spese per il ruolo che svolge.) e un rapporto di ufficio a titolo
onorario (poiché è incaricato di rappresentare il Comune e di esercitare i poteri dell’ente a titolo onorario, cioè senza essere stipendiato
come un lavoratore subordinato).

La responsabilità del funzionario pubblico è sancita dall’articolo 28 della Costituzione, che stabilisce che i funzionari e i
dipendenti dello Stato sono direttamente responsabili per atti che violano i diritti altrui. Questo principio garantisce che anche lo Stato e
gli enti pubblici possano essere ritenuti responsabili civilmente.

Poteri gerarchici tra organi

1. Direttiva

• L’organo superiore stabilisce cosa l’organo inferiore deve fare.

• L’inferiore ha l’obbligo di seguire le direttive stabilite.

• Esempio: Un ministero stabilisce le linee guida per un ufficio territoriale.

2. Ordine

• L’organo superiore emette un comando o un divieto.

• Se l’ordine è considerato illegittimo, l’organo inferiore può presentare una rimostranza (segnalazione scritta).

• Se l’organo superiore insiste, l’inferiore esegue l’ordine senza responsabilità, a meno che non sia palesemente criminoso.

• Esempio: Un superiore ordina di eseguire un atto che potrebbe costituire reato; l’inferiore ha il dovere di non eseguirlo.

3. Sostituzione

• L’organo superiore può adottare un atto al posto di un inferiore in caso di inerzia o inadempienza.

• Esempio: Il prefetto interviene se un sindaco non adotta misure di emergenza necessarie.

4. Avocazione

• L’organo superiore può adottare un atto anche senza inerzia dell’inferiore, prendendo in carico una questione specifica.

• Esempio: Un ministero centrale che si occupa direttamente di una decisione locale per ragioni strategiche.

5. Risoluzione dei conflitti di competenza

• L’organo superiore risolve conflitti tra organi su questioni di competenza, ad esempio per ragioni territoriali.

• Esempio: Disputa tra uffici di diverse regioni per la gestione di una risorsa comune.

6. Ricorso gerarchico

• L’organo inferiore può fare ricorso contro un atto dell’organo superiore, sia per questioni di legittimità che di merito.

• Esempio: Un ufficio locale che contesta un’interpretazione del ministero.

Relazioni tra gli organi

1. Direzione

• Relazione meno rigida rispetto alla gerarchia pura.

• L’organo superiore fissa obiettivi vincolanti, mentre l’organo inferiore ha autonomia su tempi e modalità per raggiungerli.

• Esempio: Un assessore comunale che stabilisce gli obiettivi generali per i responsabili dei dipartimenti locali.

2. Coordinamento

• Gli organi sono indipendenti ma collaborano per raggiungere un obiettivo comune sotto la guida di un coordinatore.

• Esempio: Il Presidente del Consiglio dei Ministri coordina l’attività dei vari ministri.
La costituzione di un organo avviene attraverso atti di nomina o elezione. L’estinzione può avvenire per dimissioni, morte,
scadenza del mandato o revoca. Un principio importante è quello della continuità dell’ufficio, secondo il quale l’organo rimane in
carica fino alla nomina del successore. Se si verifica un impedimento temporaneo dell’organo, come malattia, la legge prevede forme
di supplenza o reggenza da parte di un altro soggetto.

Nel caso di cessazione dell’organo per scadenza del termine, si applica il principio di prorogatio, che consente al titolare dell’ufficio
di rimanere in carica per un periodo limitato fino alla nomina del successore. Tuttavia, una legge del 1994 ha limitato la prorogatio a 45
giorni, e dopo tale periodo gli atti compiuti sono nulli. Durante questo regime, l’organo può svolgere solo attività di ordinaria
amministrazione o atti indifferibili.

La Costituzione italiana stabilisce alcuni principi generali sull’ufficio pubblico:


- L’articolo 51 garantisce la libertà e uguaglianza di accesso agli uffici pubblici, mentre
- L’articolo 54 impone ai titolari di uffici il dovere di adempiere alle proprie funzioni con disciplina e onore, ispirando l’intera disciplina
sugli illeciti disciplinari.
- Il principio di separazione tra l’interesse dell’ufficio e quello del titolare garantisce che il patrimonio e le responsabilità
dell’ufficio siano separati da quelli personali del titolare.

Responsabilità nella Pubblica Amministrazione


Secondo l’Articolo 28 della Costituzione, i dipendenti pubblici sono direttamente responsabili degli atti compiuti in violazione di
diritti, estendendo la responsabilità civile allo Stato e agli enti pubblici. Le responsabilità si dividono in civile, amministrativa, penale
e disciplinare. I dirigenti hanno una responsabilità dirigenziale legata al mancato raggiungimento degli obiettivi, con la
conseguente perdita del mandato.

La rivalsa della P.A. consente all’ente pubblico di rivalersi su un dipendente solo in caso di dolo o colpa grave (Regime Ordinario) o
per azione (Regime Speciale). Ad esempio, se un dipendente pubblico commette un reato durante l’esercizio delle sue funzioni, la
pubblica amministrazione può richiedere il risarcimento dei danni causati.

Infine, il concetto di funzionario di fatto si applica quando un dirigente non è stato validamente costituito. In tali casi, i suoi atti sono
comunque considerati validi in base ai principi di buona fede e continuità dell’ufficio, evitando un’eccessiva invalidazione degli atti e
garantendo un funzionamento efficiente della pubblica amministrazione. Ad esempio, un dirigente che si ammala e non viene
formalmente sostituito continua ad agire come funzionario di fatto, rendendo validi i suoi atti.

Relazione Gerarchica tra gli Organi nella Pubblica Amministrazione Italiana


Nella pubblica amministrazione italiana, la relazione gerarchica tra gli organi è fondamentale per garantire un funzionamento
ordinato ed efficiente degli enti pubblici. In questo sistema, l’organo superiore detiene competenza su tutte le attività degli organi
subordinati, potendo intervenire e sovrapporsi alle loro azioni. Tuttavia, questa struttura presenta delle criticità in relazione al principio
di imparzialità, poiché l’organo superiore spesso funge anche da vertice politico, influenzando così le decisioni amministrative in modo
non completamente neutrale.

Norme di Relazione e Norme di Azione


Le norme di relazione si trovano nell’ordinamento generale statale e stabiliscono la relazione tra la pubblica amministrazione e i
cittadini. Risolvono conflitti e determinano la posizione giuridica prevalente, rappresentando sempre fonti primarie. Ad esempio, le
norme di espropriazione attribuiscono il potere all’ente pubblico di espropriare proprietà private.

Le norme di azione, invece, si trovano nell’ordinamento speciale della P.A. e disciplinano il corretto esercizio del potere, potendo
risolvere conflitti e operando come fonti primarie o secondarie. Queste norme non risolvono conflitti ma disciplinano il corretto esercizio
del potere amministrativo.

Situazioni Giuridiche Soggettive


Nel diritto amministrativo, le situazioni giuridiche soggettive si distinguono tra potere e diritto soggettivo. Il potere rappresenta la
possibilità di esercitare un certo comportamento consentito dalla legge, attribuito esclusivamente ai soggetti pubblici. Questo potere
può costituire, modificare o estinguere posizioni giuridiche in modo unilaterale, con l’interesse pubblico che generalmente prevale su
quello privato.

Il diritto soggettivo, o posizione giuridica soggettiva, consiste nel riconoscimento di una pretesa garantita da una norma vigente,
come il riconoscimento di un diritto. Ad esempio, il diritto di proprietà è un diritto soggettivo che permette al proprietario di godere e
disporre del proprio bene.

Giudizio di Prevalenza
Il giudizio di prevalenza è un principio secondo cui, quando la legge riconosce un diritto soggettivo, non può attribuire potere, e
viceversa. Quando la pubblica amministrazione esercita potere, si configura un interesse legittimo. Questo giudizio riconosce che:

1. Il potere pubblico è attribuito tramite norme di relazione.

2. Il diritto al cittadino è riconosciuto tramite norme di relazione che attribuiscono diritti soggettivi.

Il principio di legalità prevede che il sacrificio della posizione del privato possa essere previsto solo dalla legge, garantendo che l’ente
pubblico operi entro i limiti stabiliti dalle normative vigenti.
Interesse Legittimo
L’interesse legittimo rappresenta una posizione giuridica soggettiva che consente al privato di contestare la legittimità dell’azione
amministrativa per conseguire o conservare un interesse. Esistono due tipi di interesse legittimo:

1. Interesse Legittimo Oppositivo: Il cittadino si oppone all’esercizio di un potere che potrebbe determinare uno svantaggio, come
nel caso di un esproprio.

2. Interesse Legittimo Pretensivo: Il privato pretende qualcosa dalla pubblica amministrazione, come un’autorizzazione.

L’interesse legittimo conferisce ai privati poteri di partecipazione, accesso ai documenti e poteri di reazione. Ad esempio, un
cittadino che contesta un permesso di costruire illegittimo ha il diritto di partecipare al procedimento e di reagire contro l’atto
amministrativo.

Interesse Procedimentale
L’interesse procedimentale non è un interesse legittimo ma un interesse di fatto. Ad esempio, un passante che desidera un bel
paesaggio non ha un interesse legittimo ma solo un interesse procedimentale durante il procedimento amministrativo, senza tutela
giuridica. Questo interesse non può essere fatto valere in giudizio.

Interesse Superindividuale
L’interesse legittimo è normalmente personale, qualificato e differenziato, poiché è individuato da una norma e varia da persona a
persona. Tuttavia, vi sono due tipi di interesse superindividuale:

1. Interesse Diffuso: Appartiene a una pluralità di soggetti e attiene a beni non suscettibili di fruizione differenziata, come
l’interesse ambientale. Questo tipo di interesse non è considerato legittimo.

2. Interesse Collettivo: Appartiene a una pluralità di soggetti, attiene a beni non suscettibili di fruizione differenziata e i soggetti
sono organizzati in una struttura che rappresenta gli interessi. In questo caso, gli interessi sono considerati legittimi, come nel
caso di un ricorso presentato da un’organizzazione ambientale contro l’insediamento di un impianto industriale.

Provvedimento Amministrativo
I provvedimenti amministrativi sono atti con cui la pubblica amministrazione esercita il proprio potere. Si dividono in due tipi
principali:

1. Provvedimenti Ampliativi della Sfera Giuridica del Destinatario: Generano un effetto positivo sulla sfera del cittadino.
Possono essere:

• Autorizzatori: Richiedono che a monte esista un diritto bloccato nel suo esercizio, che la P.A. sblocca tramite
un’autorizzazione. Ad esempio, ottenere un permesso di costruire richiede il rispetto delle normative di sicurezza.

• Concessiori: Dividono ulteriormente in traslative, trasferendo un diritto dall’ente pubblico a un privato (es. concessione di
servizio pubblico), e costitutive, attribuendo un nuovo diritto al privato (es. concessione d’uso di un bene demaniale).

2. Provvedimenti Limitativi della Sfera Giuridica dei Privati: Sono atti recettivi che limitano diritti soggettivi, salvo clausola
motivata di immediata efficacia per atti cautelari e urgenti. Ad esempio, un ordine di demolizione di un edificio per motivi di
sicurezza.

Provvedimenti Ablatori
I provvedimenti ablatori consistono nel togliere diritti o beni privati e si suddividono in:

• Reali: Come l’espropriazione, che cessa il diritto di proprietà del privato e trasferisce la proprietà alla P.A. con indennizzo previsto
dall’articolo 42.3 della Costituzione.

• Personali: Come ordini amministrativi o divieti, ad esempio, un ordine di demolizione o un divieto di irrigare campi in periodi di
siccità.

• Sanzioni Amministrative: Mirano a punire comportamenti illeciti attraverso misure pecuniarie o interdittive, garantendo il rispetto
del principio di legalità.

Potere di Ordinanza
Il potere di ordinanza è utilizzato in situazioni di emergenza sanitaria o di igiene pubblica, permettendo di emanare ordinanze
contingibili e urgenti che possono derogare temporaneamente la legge. Questo potere è considerato di natura normativa e
amministrativa, poiché derogano la legge per affrontare emergenze specifiche.

La Corte Costituzionale ha stabilito che il potere di emanare ordinanze contingibili e urgenti deve essere conferito dalla legge e può
essere esercitato solo se le deroghe non toccano norme di rango costituzionale o i principi generali dell’ordinamento. Ad esempio,
durante una calamità naturale, il sindaco può emanare un’ordinanza per impedire la costruzione in un’area a rischio crollo, limitando
temporaneamente il diritto di proprietà per garantire la sicurezza pubblica.

Organizzazione e Funzionamento della Pubblica Amministrazione Italiana


La pubblica amministrazione italiana è strutturata in modo complesso per garantire un funzionamento efficiente ed efficace,
rispettando i principi costituzionali di imparzialità, legalità e tutela degli interessi pubblici. Questo testo illustra i concetti chiave
riguardanti la relazione gerarchica tra gli organi, i poteri gerarchici, i rapporti di servizio e di ufficio, la responsabilità dei
dipendenti pubblici, la normativa sui beni pubblici e altri aspetti fondamentali.

Situazioni Giuridiche Soggettive


Nel diritto amministrativo, le situazioni giuridiche soggettive si distinguono tra potere e diritto soggettivo.

• Potere: Rappresenta la possibilità di esercitare un certo comportamento consentito dalla legge, attribuito esclusivamente ai
soggetti pubblici. Questo potere può costituire, modificare o estinguere posizioni giuridiche in modo unilaterale, con l’interesse
pubblico che generalmente prevale su quello privato.

• Diritto Soggettivo: Consiste nel riconoscimento di una pretesa garantita da una norma vigente, come il riconoscimento di un diritto.
Ad esempio, il diritto di proprietà è un diritto soggettivo che permette al proprietario di godere e disporre del proprio bene.

Giudizio di Prevalenza
Il giudizio di prevalenza è un principio secondo cui, quando la legge riconosce un diritto soggettivo, non può attribuire potere, e
viceversa. Quando la pubblica amministrazione esercita potere, si configura un interesse legittimo. Questo giudizio riconosce che:

1. Il potere pubblico è attribuito tramite norme di relazione.

2. Il diritto al cittadino è riconosciuto tramite norme di relazione che attribuiscono diritti soggettivi.

Il principio di legalità prevede che il sacrificio della posizione del privato possa essere previsto solo dalla legge, garantendo che l’ente
pubblico operi entro i limiti stabiliti dalle normative vigenti.

Presupposti per il Potere di Ordinanza


Il potere di ordinanza può essere esercitato solo se si verificano due condizioni fondamentali:

1. Contingibilità: Necessità di utilizzare questo strumento perché non è possibile impiegare gli strumenti ordinari a causa della
mancanza di tempo. Ad esempio, non si può attendere il passaggio di un regolamento per intervenire immediatamente.

2. Urgenza: Se non si interviene, si realizza un danno imminente. Ad esempio, un edificio pericolante rischia di crollare e deve
essere immediatamente demolito per prevenire incidenti.

Esempio: Il sindaco di un comune emana un’ordinanza per la demolizione di un edificio pericolante senza attendere il passaggio di un
regolamento specifico, garantendo così la sicurezza pubblica.

• Norma Fatto-Effetto: La norma disciplina un fatto specifico e i suoi effetti. Ad esempio, la legge sulla nascita disciplina il fatto della
nascita e i relativi effetti legali.

• Norma Potere-Effetto: La norma attribuisce il potere a un soggetto (come la P.A.) di produrre un effetto giuridico, richiedendo
l’intermediazione di un soggetto (es. la P.A. che esercita un potere).

Atto di certificazione
L’atto di certificazione è un documento pubblico che attesta legalmente un fatto. Questo documento ha un valore legale, e ciò che
viene dichiarato al suo interno è considerato vero fino a prova contraria, cioè fino a una querela di falso.
Tuttavia, spesso è possibile evitare di richiedere un certificato attraverso le autocertificazioni (ai sensi del DPR 445/2000). Le
autocertificazioni sono dichiarazioni sostitutive della certificazione che hanno la stessa validità del certificato che sostituiscono.
Ciò significa che, se possibile, puoi dichiarare tu stesso alcuni dati senza dover richiedere un certificato alla Pubblica Amministrazione
(P.A.).

Cosa puoi autocertificare? (Art. 46) Data e luogo di nascita, Residenza, Cittadinanza, Godimento dei diritti civili e
politici

Regole per le autocertificazioni:

1. P.A. NON può rilasciare certificati su dati per i quali è possibile fare autocertificazione. Ad esempio, se ti chiedono un
certificato di residenza, puoi autocertificarlo tu stesso.

2. P.A. NON può chiedere un’autocertificazione se è lei stessa l’ente che deve certificare quei dati.
3. P.A. deve accettare le autocertificazioni prodotte dai cittadini, senza fare obiezioni.

Dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà (Art. 47)


Le dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà sono usate per autocertificare tutto ciò che non può essere dichiarato con una
semplice autocertificazione. Queste riguardano dati o fatti che sono direttamente a conoscenza dell’interessato, come:

• Stati, qualità personali o fatti che non possono essere certificati da altri, ma solo dichiarati.

• Autenticazione di copie di documenti originali (ad esempio, la copia di un diploma).

La Pubblica Amministrazione può effettuare controlli, anche a campione, per verificare la veridicità delle autocertificazioni. In caso di
errori o irregolarità, ti verrà data la possibilità di correggere la dichiarazione. In caso di falsità, le conseguenze sono più gravi:
Sanzioni penali e Decadenza dai benefici ottenuti con la dichiarazione falsa

È importante sottolineare che un dipendente pubblico non ha responsabilità se emette atti basati su dichiarazioni false fornite dai
cittadini. La responsabilità per eventuali dichiarazioni mendaci è solo dell’interessato che ha firmato l’autocertificazione.

Beni Pubblici
I beni pubblici sono studiati nell’ambito dell’organizzazione amministrativa e rappresentano una fonte di reddito e mezzi per la
gestione delle attività della P.A. Sono speciali e sottratti alla disciplina del diritto comune, con una vocazione al soddisfacimento
degli interessi pubblici e indisponibilità.

Tipologie di Beni Pubblici

1. Beni Demaniali: Beni immobili o mobili che appartengono agli enti pubblici territoriali (Stato, Regioni, Province, Comuni).

• Esempi:

• Demanio Naturale: fiume.

• Demanio Artificiale: Porto, strada.

• Caratteristiche: Sono inalienabili e non possono essere trasferiti senza autorizzazione. Non possono essere oggetto di
esecuzione forzata.

• Tipi:

• Demanio Necessario: Beni riservati solo allo Stato, come demanio marittimo, idrico e militare.

• Demanio Accidentale: Beni che possono appartenere anche a enti non territoriali o privati, se gestiti da enti pubblici
territoriali.

NB Tutte le acque, sia superficiali che sotterranee, sono considerate beni pubblici e fanno parte del demanio, secondo quanto stabilito
dal codice dell’ambiente (decreto legislativo 152 del 2006). Anche se esiste un regime di gestione che può essere affidato a privati, la
risorsa acqua resta di proprietà pubblica. La gestione privata riguarda servizi come la distribuzione e la depurazione dell’acqua, ma
non la sua proprietà.
Nel referendum del 2011, gli elettori italiani si sono opposti alla possibilità per i privati di ottenere un profitto dalla gestione dei servizi
idrici. La privatizzazione oggetto del referendum non riguardava la proprietà dell’acqua, che resta pubblica, ma la possibilità di affidare
la gestione del servizio idrico a imprese private.
Nel contesto di un’apertura alla concorrenza, sostenuta anche dall’Unione Europea, la gestione di servizi essenziali come acqua,
energia e trasporti è stata progressivamente liberalizzata. Le imprese private che partecipano alla gestione dei servizi idrici investono
nelle infrastrutture e ottengono un profitto dalla gestione, ma l’acqua resta sempre un bene pubblico. Questi investimenti sono cruciali
per mantenere e migliorare le reti idriche, poiché lo Stato da solo non avrebbe le risorse necessarie per farlo.
È per questo che si chiama accidentale, perché di per sé il bene non ha demanialità, ma se appartiene a un ente territoriale, allora è di
natura demaniale e scatta tutta la relativa disciplina.

2. Beni del Patrimonio Indisponibile: Beni immobili e mobili appartenenti a qualsiasi ente pubblico territoriale o non territoriale,
che non possono essere soggetti a trasferimento senza autorizzazione.

• Esempi: Navi da guerra, cave, torbiere.

• Caratteristiche: Sono soggetti a disciplina speciale, inalienabili e non possono essere oggetto di esecuzione forzata.

3. Beni del Patrimonio Disponibile: Beni di proprietà di un ente pubblico che possono generare reddito e sono soggetti alle regole
del diritto privato.

• Esempi: Denaro, patrimonio fondiario.

• Caratteristiche: Possono essere oggetto di esecuzione forzata e sono regolati principalmente dal Codice Civile.
Tutela dei Beni Pubblici
Secondo l’Articolo 823, comma 2 del Codice Civile, la pubblica amministrazione deve tutelare i beni del demanio pubblico per
difendere la proprietà e il possesso. Può utilizzare strumenti ordinari del codice, come azioni possessorie e petitorie, oppure ricorrere
all’autotutela esecutiva mediante provvedimenti amministrativi di polizia demaniale, come ordini di sgombero.

Federalismo Fiscale e Demaniale


Il federalismo fiscale, sancito dall’Articolo 119 della Costituzione, garantisce ai Comuni, alle Province, alle Città Metropolitane e alle
Regioni un’autonomia finanziaria di entrata e di spesa, dotandoli di un proprio patrimonio.

Il federalismo demaniale è un fenomeno accessorio del federalismo fiscale, regolato dall’Articolo 119, comma C. La legge delega
del Parlamento attribuisce a enti territoriali specifici, in base alle loro dimensioni territoriali, capacità finanziarie e competenze, la
gestione di beni del demanio pubblico. Questi beni non possono essere trasferiti senza rispettare il principio di sussidiarietà e
devono mantenere una vocazione pubblicistica forte (beni demaniali) o debole (beni del patrimonio disponibile).
Esempio: Un ente locale può gestire un lido marittimo appartenente al demanio naturale, ma non può trasferire la gestione di una rete
stradale nazionale a livello locale senza autorizzazione.

Obiettivo del Federalismo


L’obiettivo del federalismo in Italia è valorizzare i beni che vengono restituiti al territorio. Questo processo è guidato da tre principi
fondamentali:

1. Sussidiarietà: Garantire che le decisioni siano prese al livello più vicino possibile ai cittadini.

2. Differenziazione: Adattare le politiche alle specifiche esigenze delle diverse regioni.

3. Adeguatezza: Assicurare che le risorse e le competenze siano proporzionate alle necessità locali.
Esempio: Una regione autonoma può sviluppare un progetto specifico per valorizzare un parco naturale, coinvolgendo la comunità
locale attraverso consultazioni popolari telematiche.

Dopo il trasferimento di un bene, l’ente destinatario deve avere un progetto per valorizzare il bene. Questo processo include:

• Massima Valorizzazione Funzionale del Bene: Utilizzare il bene in modo efficiente per soddisfare le esigenze pubbliche.

• Consultazione Popolare Telematica: Coinvolgere i cittadini attraverso piattaforme online per raccogliere feedback e opinioni.

• Informazione della Collettività: Tenere la comunità informata sul processo di valorizzazione.

Esempio: Un comune che riceve un edificio storico può collaborare con cittadini e privati per restaurarlo e renderlo accessibile al
pubblico, utilizzando strumenti digitali per la consultazione e informazione.

Status dei Beni nella Legge Delega


Nella legge delega, i beni pubblici sono classificati in diverse categorie con specifici status:

• Beni del Demanio Marittimo e Idrico: Questi beni rimangono sempre Beni Demaniali, ossia beni pubblici inalienabili destinati a
soddisfare interessi pubblici specifici, come spiagge, fiumi e porti.

• Beni del Patrimonio Disponibile: Gli altri beni diventano Beni del Patrimonio Disponibile dell’ente che li riceve. Questi possono
essere alienati solo previa autorizzazione. Esistono due modalità di trasferimento:

1. Trasferimento Diretto: Applicabile a beni come il demanio marittimo, idrico e aeroportuale.

2. Trasferimento a Richiesta: Applicabile a beni immobili.


Esempio: Un comune può ricevere un terreno come bene del patrimonio disponibile, ma può venderlo solo dopo aver ottenuto
l’autorizzazione necessaria.

Partenariato Pubblico-Privato
Il partenariato pubblico-privato (PPP) è un contratto in cui il privato effettua interventi riqualificativi su una determinata area,
mentre l’ente pubblico concede al privato l’uso di tale area per un periodo definito.
Esempio: Un comune può stipulare un PPP con un’impresa privata per riqualificare un parco urbano, concedendo all’impresa il diritto di
gestire alcune aree del parco per attrarre visitatori e generare entrate.

Trasferimento dei Beni Demaniali: Vecchio Procedimento vs. Decreto del Fare

Vecchio Procedimento

1. Comunicazione dei Beni da Escludere: Tutte le pubbliche amministrazioni (P.A.) comunicano i beni che non intendono
trasferire.
2. DPCM per Attribuire i Beni del Demanio Marittimo, Idrico e Aeroportuale.

3. Elaborazione degli Elenchi dei Beni Trasferibili.

4. Domanda delle P.A. per l’Acquisizione dei Beni.

5. Attribuzione dei Beni tramite DPCM.

6. Pubblicazione dell’Elenco dei Beni Inoptati: Beni non richiesti da nessuno.

7. Determinazione delle Modalità di Riduzione delle Risorse agli Enti Beneficiari.


Problema: Troppe discussioni nella Conferenza Unificata su quali beni trasferire.

Decreto del Fare


Il Decreto del Fare introduce un meccanismo più veloce per il trasferimento dei beni demaniali:

1. Agenzia del Demanio: Ha competenza diretta.

2. Domanda degli Enti: Gli enti territoriali fanno richiesta per i beni presenti sul loro territorio.

3. Accoglienza o Rifiuto: L’Agenzia del Demanio accoglie o rifiuta la richiesta.

4. Formalizzazione del Trasferimento: L’Agenzia del Demanio formalizza il trasferimento della proprietà dell’immobile.
Vantaggio: Riduce le lungaggini burocratiche e accelera il processo di trasferimento.

Intervento Sostitutivo del Governo


Secondo l’Articolo 120 C della Costituzione, il Governo può sostituirsi agli organi delle Regioni, Città Metropolitane, Province e
Comuni in caso di:

• Inadempienza/Inerzia riguardo a Trattati Internazionali o Norme UE.

• Pericoli Gravi per Incolumità e Sicurezza Pubblica.

• Tutela dell’Unità Giuridica o Politica.

Legge 2003: Stabilisce che se un ente non utilizza il bene nel rispetto delle finalità e tempi indicati nella relazione, il Governo può
esercitare il potere sostitutivo.
Esempio: Se un comune non gestisce adeguatamente un parco pubblico, il Governo può intervenire per garantire la sua corretta
amministrazione.

Federalismo Demaniale Culturale


I beni demaniali culturali hanno una disciplina specifica. Secondo la Tesi Prevalente, esistono beni culturali privi di rilevanza
nazionale, con rilevanza locale. Il Testo Unico dei Beni Culturali prevede eccezioni in cui si possono alienare questi beni, a
condizione che esistano accordi di valorizzazione tra Stato ed Enti.
Esempio: La concessione d’uso di un teatro storico a un’associazione culturale richiede un accordo che ne garantisca la valorizzazione
e il rispetto delle finalità culturali.

Regioni e Autonomie Locali: Enti Territoriali Minori


Articolo 5 della Costituzione
La Repubblica Italiana, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua il più ampio decentramento
amministrativo nei servizi che dipendono dallo Stato; adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia
e del decentramento.
Limite: La Repubblica è indivisibile, il che limita l’estensione dell’autonomia locale.

Principi Fondamentali

1. Autonomia: Riconosce e promuove le autonomie locali preesistenti, rendendole effettive.

• Autonomia Normativa: Capacità di emanare norme giuridiche.

• Autonomia Politica e Amministrativa: Definizione di indirizzo politico e assetto organizzativo.

• Autonomia Finanziaria: Utilizzo di risorse finanziarie proprie o attribuite dallo Stato.


Esempio: Una regione autonoma può emanare regolamenti specifici per la gestione delle scuole nel proprio territorio.

2. Decentramento:

• Creazione di Uffici Periferici: Come prefetture e questure.


• Trasferimento di Competenze Amministrative: Dallo Stato agli enti territoriali minori (regioni, province, comuni).

Articolo 114 della Costituzione


La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. Introduce il principio
di pari ordinazione tra Stato ed enti territoriali, valorizzando l’importanza di tutti gli enti.

Enti Territoriali Minori

1. Regioni:

• Possono avere Statuto Ordinario o Statuto Speciale.

• Statuto Ordinario:

• Articolo 116.3: Introduce il regionalismo differenziato, permettendo alle regioni a statuto ordinario di richiedere
maggiore autonomia.

• Potestà Statutaria: Emanare uno statuto che disciplina la forma di governo regionale, principi di organizzazione,
referendum su leggi regionali, ecc.

• Procedimento di Approvazione dello Statuto: Richiede due deliberazioni ad intervallo di due mesi, pubblicazione,
possibilità di impugnazione da parte del Governo e di referendum.

• Statuto Speciale:

• Regioni: Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta.

• Caratteristiche: Dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, derogando alla disciplina generale fissata
dalla Costituzione.

• Motivo: Legato agli eventi della Seconda Guerra Mondiale.

2. Enti Locali:

• Comuni, Province, Città Metropolitane.

• Autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.

3. Funzioni degli Enti Locali:

• Funzioni Proprie: Riguardano la popolazione e il territorio locale.

• Funzioni Conferite: Deleghe dalla legge statale o regionale.

• Funzioni Fondamentali: Obbligatorie, come polizia locale, istruzione pubblica, ecc.


Esempio: Un comune è responsabile della gestione delle scuole primarie e della manutenzione delle strade locali.

Autonomia delle Regioni


Autonomia Legislativa
Secondo l’Articolo 117 della Costituzione, la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della
Costituzione, dell’ordinamento comunitario e degli obblighi internazionali.

• Materie Esclusive dello Stato: Norme di principio.

• Materie Concorrenti Stato-Regioni: Lo Stato stabilisce i principi, mentre le Regioni definiscono i dettagli.

• Materie Residuali: Competenza esclusiva delle Regioni (es. agricoltura).


Esempio: Lo Stato può stabilire principi generali per l’istruzione, mentre le Regioni definiscono i dettagli operativi delle scuole.

Potestà Regolamentare
Secondo l’Articolo 117.6 C, la potestà regolamentare è attribuita:

1. Allo Stato: Governo e ministri per materie esclusive; su delega delle Regioni per materie concorrenti.

2. Alle Regioni: Materie concorrenti e residuali.

3. Agli Enti Locali: Organizzazione e svolgimento delle funzioni loro attribuite.


Principio del Parallelismo: Le funzioni legislative e regolamentari devono essere parallele. Prima del 1999, la potestà regolamentare
era del Consiglio Regionale; ora generalmente è della Giunta Regionale.
Esempio: La Giunta Regionale può emanare regolamenti per la gestione delle scuole regionali, in conformità con le leggi quadro
statali.

Autonomia Organizzativa, Finanziaria e Amministrativa

1. Autonomia Organizzativa: Capacità di strutturare l’organizzazione interna e definire le proprie norme.

• Esempio: Una regione autonoma può creare nuovi uffici per gestire specifici settori, come la sanità o l’ambiente.

2. Autonomia Finanziaria: Capacità di gestire risorse finanziarie proprie o attribuite dallo Stato.

• Esempio: Un comune può raccogliere imposte locali e destinarle alla manutenzione delle strade e alla fornitura di servizi
pubblici.

3. Autonomia Amministrativa: Potestà di gestire le proprie funzioni amministrative secondo i principi di sussidiarietà, garantendo
efficienza e trasparenza.

• Esempio: Un ente locale autonomo può decidere come organizzare i servizi sociali per rispondere meglio alle esigenze della
comunità.

Funzioni degli Enti Locali


I Comuni, Province e Città Metropolitane sono responsabili di diverse funzioni:

1. Funzioni Proprie: Riguardano direttamente la popolazione e il territorio locale.

• Esempio: La gestione dei servizi di polizia locale o la manutenzione delle scuole primarie.

2. Funzioni Conferite: Deleghe ricevute dalla legge statale o regionale.

• Esempio: La gestione delle emergenze sanitarie ricevuta dallo Stato.

3. Funzioni Fondamentali: Obbligatorie per legge, come la polizia locale e l’istruzione pubblica.

Rapporti delle Regioni con l’Unione Europea


Le Regioni possono concludere accordi internazionali con Stati ed Enti esteri nelle materie di propria competenza. Partecipano alla
formazione degli atti UE e, nelle materie di competenza concorrente e residuale, provvedono all’attuazione ed esecuzione degli atti UE.
Esempio: Una regione autonoma può collaborare con un ente europeo per sviluppare progetti di sostenibilità ambientale,
implementando direttamente le direttive europee nel proprio territorio.

Organizzazione della Regione nella Costituzione Italiana (Articoli 121-123 C)


La Repubblica Italiana è suddivisa in diversi enti territoriali minori (Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni) che esercitano
autonomie specifiche secondo i principi della sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza. Gli Articoli 121-123 C della
Costituzione definiscono l’organizzazione e il funzionamento delle Regioni e degli altri enti locali.

1. Consiglio Regionale
Il Consiglio Regionale è l’organo legislativo della Regione.

• Elezione: Eletto a suffragio universale e diretto per un mandato di 5 anni.

• Funzioni Principali:

• Esercita la Potestà Legislativa Regionale: Crea leggi regionali.

• Proposte di Legge: Può proporre leggi al Parlamento.

• Indirizzo e Controllo sulla Giunta: Supervisiona l’operato della Giunta Regionale.

• Composizione: Composto da Consiglieri Regionali e dal Presidente del Consiglio Regionale, eletto tra i consiglieri.
Esempio: Il Consiglio Regionale può emanare una legge per promuovere lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali della Regione.

2. Giunta Regionale
La Giunta Regionale è l’organo esecutivo della Regione.

• Funzioni Principali:
• Attua Leggi e Delibere del Consiglio Regionale.

• Amministra il Patrimonio Regionale.

• Controlla la Gestione dei Servizi Pubblici.

• Dirige gli Uffici Regionali.

• Predispone il Bilancio Preventivo.

• Delibera Provvedimenti Amministrativi in Caso di Urgenza.

• Composizione: Formata da Assessori e dal Presidente della Giunta Regionale.

• Assessorati Competenti per Materia: Ogni Assessore si occupa di specifiche aree come sanità, istruzione, ambiente, ecc.
Esempio: La Giunta Regionale può decidere di avviare un programma di riqualificazione energetica degli edifici pubblici.

3. Presidente della Giunta Regionale


Il Presidente della Giunta Regionale è il capo esecutivo della Regione.

• Elezione: Eletto a suffragio universale e diretto, salvo modifiche statutarie.

• Ruoli e Responsabilità:

• Rappresenta la Regione a livello nazionale e internazionale.

• Promulga Leggi ed EmanRegolamenti Regionali.

• Indice i Referendum.

• Promuove la Questione di Legittimità Costituzionale in caso di leggi statali o regionali contrastanti.

• Dirige le Funzioni Amministrative Delegate dallo Stato.

• Nomina e Revoca i Componenti della Giunta.

• Convoca la Giunta per riunioni e deliberazioni.


Esempio: Il Presidente può promuovere un referendum regionale per decidere sulla costruzione di un nuovo impianto di energia
rinnovabile.

4. Consiglio delle Autonomie Locali


Il Consiglio delle Autonomie Locali è un organo di consultazione tra Regioni ed Enti Locali (Comuni, Province, Città Metropolitane).

• Funzioni:

• Facilita il dialogo e la collaborazione tra diverse autonomie locali.

• Disciplina le relazioni e i rapporti tra Regione ed Enti Locali secondo lo statuto regionale.
Esempio: Il Consiglio può organizzare incontri per discutere la gestione condivisa delle risorse idriche tra diverse province.

Controllo dello Stato sulle Regioni


Lo Stato ha poteri di controllo sulle Regioni per garantire il rispetto delle leggi costituzionali e internazionali.

1. Potere di Sostituzione:

• Articolo 120 C: Il Governo può sostituirsi agli organi delle Regioni e degli Enti Locali in caso di:

• Inadempienza/Inerzia riguardo a Trattati Internazionali o Norme UE.

• Pericoli Gravi per Incolumità e Sicurezza Pubblica.

• Tutela dell’Unità Giuridica o Politica.

• Legge 2003: Se un ente non utilizza un bene nel rispetto delle finalità e dei tempi indicati, il Governo può esercitare il potere
sostitutivo.
Esempio: Se una Regione non rispetta le direttive europee sulla gestione dei rifiuti, il Governo può intervenire per garantire l’adeguata
gestione.
2. Potere di Scioglimento:

• Il Governo può sciogliere il Consiglio Regionale e la Giunta con un Decreto Motivato del Presidente della Repubblica,
previa delibera del Consiglio dei Ministri.

• Motivi per lo scioglimento:

• Sicurezza Nazionale.

• Atti contrari alla Costituzione.

• Gravi Violazioni di Legge.


Esempio: Se emergono prove di corruzione all’interno di una Giunta Regionale, lo Stato può sciogliere il Consiglio e nominare una
giunta sostitutiva.

Organi del Comune


Gli organi di governo di un Comune sono:

1. Sindaco

• Elezione: Eletto a suffragio universale e diretto per un mandato di 5 anni.

• Ruoli e Responsabilità:

• Capo della Giunta: Nomina e revoca gli assessori e il vicesindaco.

• Responsabile dell’Amministrazione del Comune.

• Rappresenta il Comune a livello locale e nazionale.

• Adotta Ordinanze Contingibili e Urgenti per gestire situazioni di emergenza.

• Ufficiale di Governo: Esercita funzioni statali come l’anagrafe, lo stato civile, l’ordine pubblico.
Esempio: Il Sindaco può emanare un’ordinanza per chiudere temporaneamente le strade in caso di alluvione.

2. Consiglio Comunale

• Elezione: Consiglieri eletti a suffragio universale e diretto.

• Funzioni:

• Organo di Indirizzo e Controllo Politico-Amministrativo.

• Approva Atti Fondamentali del Comune: Statuto, regolamenti, piani urbanistici, bilanci.

• Definisce Indirizzi di Azione per il Sindaco.

• Verifica l’Operato del Sindaco.


Esempio: Il Consiglio Comunale approva il bilancio annuale del Comune, definendo le priorità di spesa.

3. Giunta Comunale

• Ruolo: Organo Esecutivo che collabora con il Sindaco.

• Funzioni:

• Svolge Funzioni in Materie non attribuite ad altri organi.

• Adotta Regolamenti per Organizzare Uffici e Servizi.

• Composizione: Composta dagli assessori nominati dal Sindaco.


Esempio: La Giunta Comunale può adottare un regolamento per la gestione dei rifiuti urbani.

4. Rapporto di Fiducia

• Sindaco e Giunta Regionale devono avere la fiducia del Consiglio Comunale.


• Sfiducia a Maggiore Assoluta: Un quinto dei Consiglieri Regionali può chiedere la sfiducia, portando allo scioglimento
simultaneo del Consiglio e della Giunta.
Esempio: Se il 20% dei Consiglieri comunali vota per la sfiducia, il Sindaco e la Giunta devono dimettersi.

5. Segretario Comunale/Provinciale

• Nomina: Nominato dal Sindaco o dal Presidente della Provincia.

• Funzioni: Assistenza Giuridico-Amministrativa: Controlla che gli atti e le attività dell’ente siano conformi a leggi, statuto e
regolamenti.
Esempio: Il Segretario Comunale verifica la legalità di un contratto stipulato per la costruzione di una nuova scuola.

6. Direttore Generale Comunale

• Nomina: Nomina effettuata dal Sindaco previa delibera della Giunta nei Comuni con più di 100.000 abitanti.

• Ruoli e Responsabilità:

• Vertice Amministrativo del Comune.

• Sovrintende alla Gestione perseguendo obiettivi di efficacia ed efficienza.

• Risponde Direttamente al Sindaco.


Esempio: Il Direttore Generale può implementare un sistema informatizzato per la gestione delle pratiche edilizie.

Organi della Provincia


Le Province oggi svolgono funzioni specifiche come la pianificazione territoriale provinciale, la gestione delle strade provinciali e
l’edilizia scolastica.

1. Presidente della Provincia

• Elezione: Eletto tra i Sindaci dai Sindaci e Consiglieri Comunali della Provincia.

• Mandato: 4 anni.

• Funzioni:

• Presiede il Consiglio Provinciale e l’Assemblea dei Sindaci.


Esempio: Il Presidente può coordinare la manutenzione delle strade provinciali per garantire la sicurezza stradale.

2. Consiglio Provinciale

• Composizione: Consiglieri eletti tra i Sindaci e Consiglieri Comunali.

• Mandato: 2 anni.

• Funzioni: Organo di Indirizzo e Controllo e Approva Regolamenti e Bilanci.


Esempio: Il Consiglio Provinciale approva un regolamento per la gestione dei parcheggi nelle aree urbane della provincia.

3. Assemblea dei Sindaci

• Composizione: Composta dai Sindaci dei Comuni della Provincia.

• Funzioni:

• Compiti Propositivi, Consultivi e di Controllo.

• Adotta Statuto della Provincia.


Esempio: L’Assemblea può proporre un progetto di sviluppo urbano per migliorare le infrastrutture della provincia.

Città Metropolitane
Le Città Metropolitane sono enti territoriali di vasta area che sostituiscono le Province e gestiscono l’organizzazione dei servizi
pubblici.

1. Sindaco Metropolitano

• Elezione: È di diritto il Sindaco del Comune capoluogo.


• Ruoli: Presiede il Consiglio Metropolitano e la Conferenza Metropolitana.
Esempio: Il Sindaco Metropolitano di Roma coordina le politiche di trasporto pubblico nella città metropolitana.

2. Consiglio Metropolitano

• Composizione: Consiglieri eletti tra i Sindaci e Consiglieri Comunali.

• Mandato: 5 anni.

• Funzioni: Organo di Indirizzo e Controllo e Approva Regolamenti e Bilanci.


Esempio: Il Consiglio Metropolitano può approvare un piano per la riqualificazione delle aree industriali dismesse.
3. Conferenza Metropolitana

• Composizione: Composta dai Sindaci dei Comuni della Città Metropolitana.

• Funzioni: Compiti Propositivi, Consultivi e di Controllo e Adotta Statuto della Città Metropolitana.
Esempio: La Conferenza Metropolitana può proporre misure per migliorare la gestione dei rifiuti urbani.

Unioni di Comuni
Le Unioni di Comuni sono enti locali costituiti da 2 o più Comuni che si associano per svolgere funzioni e servizi comuni.

• Obbligo: I Comuni con meno di 5.000 abitanti devono esercitare le funzioni fondamentali tramite un’Unione di Comuni.

• Funzioni Fondamentali: Interesse generale, urbanistica, polizia locale, edilizia scolastica, ecc.
Esempio: Due piccoli comuni possono unirsi per gestire congiuntamente un impianto sportivo, condividendo le risorse e i costi.

Comunità Montane e Isolane/Arcipelago


Le Comunità Montane e Comunità Isolane/Arcipelago sono Unioni di Comuni con caratteristiche specifiche:

• Comunità Montane: Costituite da Comuni situati in aree montane.

• Esempio: Una Comunità Montana può gestire le infrastrutture turistiche e promuovere il turismo sostenibile nelle regioni alpine.

• Comunità Isolane/Arcipelago: Costituite da Comuni di isole o arcipelaghi.

• Esempio: Una Comunità Isolana può coordinare la gestione delle risorse idriche e dei trasporti tra le varie isole di un
arcipelago.

Controllo dello Stato sugli Enti Locali


Lo Stato esercita diversi poteri di controllo sugli enti locali (Comuni, Province, Città Metropolitane) per garantire il rispetto delle leggi
e della Costituzione.

Controllo sugli Atti Amministrativi

1. Annullamento Straordinario degli Atti Illegittimi:

• Governo può annullare atti amministrativi illegittimi emessi dagli enti locali.

2. Controllo Preventivo di Legittimità:

• Prefetto controlla preventivamente la legittimità delle deliberazioni relative ai contratti stipulati dagli enti locali.
Esempio: Se un Comune stipula un contratto che viola le norme urbanistiche, il Prefetto può annullarlo prima che entri in vigore.

Controllo sugli Organi degli Enti Locali

1. Potere di Sostituzione:

• Articolo 120.2 C: Il Governo può sostituirsi agli organi degli enti locali in caso di:

• Mancato rispetto di norme e trattati internazionali.

• Pericoli gravi per incolumità e sicurezza pubblica.

• Garanzia dei diritti civili e sociali.

2. Potere di Scioglimento:

• Decreto Motivato del Presidente della Repubblica, previa delibera del Consiglio dei Ministri, per:
• Atti contrari alla Costituzione.

• Mancata approvazione del bilancio nei tempi previsti.

• Infiltrazione e condizionamento mafioso.


Esempio: Se emerge un’infiltrazione mafiosa all’interno di un Consiglio Comunale, lo Stato può sciogliere il Consiglio e nominare una
nuova Giunta.

Organi di Raccordo Stato-Regioni-Enti Locali


Gli Organi di Raccordo facilitano la collaborazione e la comunicazione tra Stato, Regioni ed Enti Locali.

1. Conferenza Stato-Regioni

• Funzione: Coordinare le politiche tra Stato e Regioni.

2. Conferenza Stato-Città-Autonomie Locali

• Funzione: Facilitare il dialogo e la collaborazione tra Stato, Città Metropolitane ed Enti Locali.

3. Rappresentante dello Stato per i Rapporti con il Sistema delle Autonomie

• Funzione: Gestire i rapporti tra Stato e Autonomie locali, assicurando la coerenza delle politiche pubbliche.
Esempio: Durante una crisi sanitaria, questi organi coordinano le azioni tra Stato, Regioni e Comuni per una risposta efficace e
unitaria.

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