Tutela Della Salute e Sicurezza
Tutela Della Salute e Sicurezza
Tutela Della Salute e Sicurezza
(PARZIALE)
Tra le più importan disposizioni in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dobbiamo citare
sicuramente: il decreto legisla vo 81\2008 e il T.U. in materia di sicurezza sul lavoro.
Il testo Unico è una norma che racchiude tu a la norma va che c’è in una determinata materia. Tu e le
norma ve preceden (tu del 1994\626, non racchiudeva tu a la norma va in realtà) non erano un vero e
proprio tu.
Solo il 15 maggio 2008 è entrato in vigore e ci siamo adegua alla materia dell’infortunis ca.
Tu a la materia del lavoro non ha un regime transitorio. Il D.lgs 106\2009 (decreto corre vo) ha modi cato
il t.u. che aveva diversi errori. Il d.l. 48\2023 conver to in l 85\2023 è l’ul ma norma va in materia di
lavoro.
In tema di sicurezza dobbiamo parlare di : PREVENZIONE e PROTEZIONE dei lavoratori dai rischi in materia
di infortuni e sicurezza sul luogo di lavoro. La Prevenzione si a ua tramite la valutazione dei rischi: il datore
di lavoro dovrà e e uare la valutazione del rischio, andare a valutare quelli che sono gli eventuali rischi che
possono presentarsi all’interno del luogo di lavoro. I rischi possono essere:
• GENERICI: generico è quel rischio\pericolo a cui potrebbe andare in contro il lavoratore a prescindere
dalla sua mansione (caduta dalle scale), si deve cercare di prevenire un’eventuale danno.
• SPECIFICO: Il rischio SPECIFICO è un rischio connesso allo svolgimento della mansione del lavoratore. La
formazione, informazione e addestramento del lavoratore sono necessari.
La valutazione dei rischi ene conto della manutenzione ordinaria o straordinaria, lo stato dell’arte, la
tecnologia, la prevenzione e istruzione. Si cerca innanzitu o di prevenire l’evento; una volta che non posso
eliminarlo del tu o, devo proteggere il lavoratore dal rischio\pericolo.
Andiamo adesso ad analizzare nel de aglio quelle che sono le FONTI.
La norma di apertura (obbligo di sicurezza del datore di lavoro) e chiusura (in mancanza di norma va
speci ca si u lizza questa) del sistema infortunis co risiede nel c.c.: 2087cc. “L’imprenditore è tenuto ad
ado are nell’esercizio della sua impresa, a seconda della par colarità del lavoro (a vità in generale),
l’esperienza (pregressa) e la tecnica (progresso tecnologico) , sono necessarie a tutelare l’integrità sica (art
32 cost) e personalità morale dei lavoratori”.
Le fon da citare quindi sono:
• d.lgs 81\2008
• art 32 cost
• 2087 cc
• Statuto dei lavoratori (l 300\70) Art 9: la rappresentanza colle va dei lavoratori in materia di sicurezza
sul lavoro (diverso dal sindacalista). Gli può colloquiare con i ver ci, anche facendosi dare una copia del
DVR, può partecipare alla stesura della valutazione dei rischi.
Sappiamo che sicuramente nel corso degli anni si è avuta una evoluzione norma va in tema di salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro, ma come è cambiata rispe o alla norma va precedente?
Il problema della sicurezza sul lavoro, e in par colare dell'integrità sica del lavoratore, nei primi decenni
del secolo e no all'entrata in vigore del codice civile, è stato visto dalla do rina e dalla giurisprudenza
come un problema risarcitorio, mirando principalmente alla tutelare dell'imprenditore so o il pro lo
patrimoniale. Quindi non vi era la premura di andare ad a vare quelle misure di prevenzione e quindi di
riduzione del numero di infortuni, che secondo la cultura protezionis ca dell'epoca erano principalmente
fru o di fatalità, come distrazioine. ( -> l ‘infortunio all'interno dell'azienda non era vista come una colpa
dell’imprenditore)
Con l’introduzione del codice del 1942 e successivamente con l’entrata in vigore della cos tuzione, assume
con maggior rilevanza la tutela dell’integrità psico sica del lavoratore, diventando così un obbligo giuridico.
Obbligo giuridico che ritroviamo anzitu o nel codice civile con l'ar colo 2087 che parla della tutela delle
condizioni di lavoro; l'ar colo cita: “L'imprenditore e' tenuto ad ado are nell'esercizio dell'impresa le
misure che, secondo la par colarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare
l'integrità sica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.
Con questo ar colo entra in gioco la persona del lavoratore e la sua tutela, inoltre, c'è anche l'ar colo 32
della cos tuzione a tutelare la salute; grazie a ques cambia la tutela, si è passa da una tutela risarcitoria
patrimoniale ad un tutela volta alla protezione e prevenzione della persona del lavoratore.
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Nel 2008 il lavoratore diventa parte a va, non vi è più solo parte passiva, infa , secondo l'ar colo 9 dello
statuto dei lavoratori cita: "… Mediante la loro rappresentanza, hanno diri o di controllare l'applicazione
delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle mala e professionali e di promuovere la ricerca,
l'elaborazione e l'a uazione di tu e le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità sica”. Il
lavoratore entra così a far parte del processo di valutazione del rischio, che ricordiamo essere un obbligo
NON DELEGABILE del datore. Il datore può ovviamente avvalersi dell’ausilio tecnico di un professionista
competente, ma che non lo esime assolutamente da responsabilità, anche in caso di concorso di colpa e poi
più avan vedremo perché.
Ma in che modo il lavoratore entra in questo processo, cosa può fare? Può sicuramente partecipare anche
promuovendo a vità di ricerca, la stessa richiesta della redazione del documento di valutazione del rischio,
che tra l’altro deve sempre essere AGGIORNATO, nonché il controllo di a uazione di tu e le misure idonee
a tutelare la loro salute e la loro integrità sica. (FUNZIONE COLLETTIVA)
Dobbiamo considerare che, prima non vi era una norma va unitaria e speci ca, bensì delle singolo
norma ve chiamate “norma ve satelli ”riguardan campi speci ci e con conseguen norma ve speci che
vol alla tutela di alcuni lavoratori.
(es. centrali nucleari, agricoltura ecc..). Alcune di queste sono:
• DPR n.° 547 del 1955 che tra a le materie e prodo pericoli ecc..
• DPR del 1965 che riguarda norme di l’obbligo igieniche sanitarie
Nel 1989 il consiglio europeo ha emanato una dire va speci ca che viene chiamata “dire va madre” la
89\391\CEE dive venivano de ate le norme generali in materia di salute e sicurezza dei lavoratori, a tu i
lavoratori ai sensi dell’art. 2087 nonché all’art. 32 Cost. Questa dire va nel nostro ordinamento entrò solo
nel 1994 con il decreto n.° 626\1994, impropriamente de nito testo unico in quanto non ha abrogato le
norma ve preceden e creò della confusione in campo applica vo.
Con il medesimo si imputò all’imprenditore (datore) l’obbligo di a uare misure di prevenzione. E questa
volta il cespo di applicazione riguardò tu i campi e tu i se ori d’a vità, sia pubbliche che private.
Tra l’altro oltre alla tutela prevista per ogni lavoratore, sempre perché anche parte a va, vi è l’obbligo di
assicurazione contro infortuni ecc..
Oltre agli ar coli prima cita , contenu all’interno del codice civile, vi sono anche delle norme a cara ere
penale da citare. Ma perché, visto la presenza di sanzioni già di po amministra vo? La norma penale, in
questo caso funge da “aggravante”. +
Per quanto invece concerne la Cos tuzione in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro oltre all’art. 32
dobbiamo citare l’art. 41, che cita: “L'inizia va economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto
con l'u lità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla
dignità umana. Anche in questo caso troviamo l’obbligo di SICUREZZA.
Secondo la giurisprudenza una norma va in materia era necessaria, inevitabile e sopratu o inderogabile, in
quanto salute e sicurezza appunto, rientrano tra i beni cos tuzionalmente tutela .
Tornando all’ art. 2087cc, che abbiamo de o essere la nostra norma di rifermento, possiamo estrapolare il
principio di “Massima sicurezza tecnologicamente possibile”. Vedremo infa che il datore al ne di
garan re la massima sicurezza e protezione dai rischi, dovrà garan re la migliore scelta tecnologicamente
possibile per evitare infortuni, ma non solo in base a quello che legge stabilisce ma, come cita la nostra
norma “in base alla pologia, la tecnica e l’esperienza”.
Con la legge 85\2023 sono state introdo e delle novità, andiamo quindi a vedere uno stralcio delle par
confermate delle par aggiun ve rispe o al decreto 81 del 2008.
- All’ar colo 18 comma uno le era a, le parole: "presente decreto legisla vo" sono sos tuite dalle seguen
presente decreto legisla vo e qualora richiesto dalla valutazione dei rischi di cui l'ar colo 28”.
Sempre nell'ar colo 18 con la legge 85 di conversione è stato inserito il seguente: “gli obblighi previs dal
presente decreto legisla vo a carico delle amministrazioni tenute alla fornitura e manutenzione degli edi ci
scolas ci statali si intendono assol con l'e e uazione della valutazione congiunta dei rischi di cui al comma
tre. Due alla quale sia conseguita la programmazione degli interven necessari nel limite delle risorse
disponibili”.
- All'ar colo 21, comma uno, le era a, dopo le parole: " tolo terzo" sono aggiunte le seguen : "non che i
doni e opere provvisionali in conformità delle disposizioni di cui al tolo quarto”
- All'ar colo 25, comma uno: dopo la le era E è inserita la seguente: “ in occasione delle visite di
assunzione, richiede al lavoratore la cartella sanitaria rilasciata dal precedente datore e ene conto del suo
contenuto ai ni della formulazione del giudizio di idoneità.
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Sempre all'ar colo 25 comma uno dopo le le ere E è inserita la seguente bis in occasione della visita
medica preven vo della visita medica preven va in fase pre assun va di quell'ar colo 41, richiede al
lavoratore di esibire copia della cartella sanitaria di rischio rilasciate alla risoluzione del precedente rapporto
di lavoro ne valuta il contenuto ai ni della formulazione del giudizio di nullità, salvo che ne siano
ogge vamente impossibile il recepimento.
- L’ ar colo 37, confermato, prevede che un nuovo Accordo Stato-Regioni, non ancora emanato, disciplinerà
il monitoraggio dell'applicazione degli accordi in materia di formazione, nonché il controllo sulle a vità
forma ve e il rispe o della norma va di riferimento, sia da parte dei sogge che erogano la formazione, sia
da parte dei des natari della stessa.
- L’ar colo 71, confermato, stabilisce che i sogge priva abilita che e e uano veri che sulle a rezzature
acquisiscono la quali ca di incarica di pubblico servizio e rispondono dire amente alla stru ura pubblica
tolare della funzione di vigilanza nei luoghi di lavoro territorialmente competente.
- L’ar colo 72, confermato, stabilisce che chiunque noleggi o conceda in uso a rezzature di lavoro senza
operatore deve a estarne il buono stato di conservazione, manutenzione ed e cienza per ni di sicurezza.
Inoltre, deve conservare una dichiarazione autocer ca va del sogge o che prende a noleggio o in
concessione l'a rezzatura, o del datore di lavoro, che a es l'avvenuta formazione e addestramento
speci co conformemente alle disposizioni del presente Titolo.
- L’ar colo 73, confermato, prevede che il datore che u lizza a rezzature che richiedono conoscenze
par colari, deve ricevere formazione e addestramento speci co per garan re l'uso adeguato e sicuro delle
a rezzature.
Riassumendo, quali sono quindi le novità rispe o alla versione del decreto n.° 48 del 2023? Possiamo dire
sostanzialmente che il medico competente non chiede più la precedente cartella sanitaria al nuovo
dipendente in fase di assunzione, bensì in occasione di visita medica preven va o in fase pre- assun va. È
previsto inoltre che la cartella non possa essere ogge vamente reperita. Per le sedi delle is tuzioni
scolas che, il documento di valutazione dei rischi deve essere integrato con la programmazione degli
interven necessari a prevenire rischi stru urali al limite delle risorse disponibili.
Inoltre ora, secondo l’ar colo 98, che non ancora avevamo citato, il coordinatore per la proge azione e per
l'esecuzione dei lavori può dimostrare di essere in possesso dei requisi richies anche avendo conseguito
la laurea in tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro.
Quando parliamo di tutela e sicurezza nei luoghi di lavoro dobbiamo far riferimento a delle nozioni ben
precise.
Per SICUREZZA SUL LAVORO, intendiamo quell'insieme di misure, provvedimen , valutazioni e monitoraggi
che bisogna me ere in a o all'interno dei luoghi di lavoro per tutelare l'integrità psico sica dei lavoratori
dei rischi che possono risiedere nel nello stesso luogo di lavoro.
Cosa dobbiamo intendere con i termini “misure" e “monitoraggio”?
Per il termine MISURE, in riferimento all'ar colo 2087 cc, dobbiamo far riferimento a quelle misure “di
prevenzione, che secondo la par colarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare
l'integrità sica e la personalità morale del lavoratore”.
Con il termine MONITORAGGIO, si intende che queste misure poi inseri all'interno del DVR, devono essere
sempre aggiorna ; ad esempio con l'istallazione di nuovi macchinari, con la presenza di un nuovo agente
biologico ecc..
Cosa ci consente il monitoraggio e l'adozione delle misure? Ci consente di eliminare, ridurre o quantomeno
controllare i rischi derivan dei processi lavora vi, inciden e infortuni per i lavoratori e l'insorgere di
mala e professionali.
Il Decreto legge 48\2023 poi confermato e modi cato dal decreto 85\2023 ha impostato dei principi
fondamentali:
1) valutazione rischi
2) eliminare\ridurre\controllare i rischi
3) Consultare i rappresentan dei lavoratori per la sicurezza
Sorgono degli obblighi così non solo in capo al datore che ha l’obbligo non solo di valutare i rischi a cui sono
espos i lavoratori e di informarli, formarli ed addestrali, ma anche in capo ai lavoratori in quanto tra i
sogge a vi e partecipo alla sicurezza sono:
• Il datore
• Il lavoratore
• Dirigente delegato\ RSPP\ ASPP\ MC.
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Prima di passare ad esaminare queste gure, dobbiamo so ermarci sul signi cato di rischio e pericolo che
sono de ni dall’ar colo 2 del testo unico.
Per PERICOLO si intende la proprietà o qualità intrinseca di un determinato fa ore avente il potenziale di
causare il danno.
Per RISCHIO invece si intende la probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle
condizioni di impiego o di esposizione di un determinato fa ore o agente o alla loro combinazione. Il rischio
può essere di po:
• Infortunis co, che riguardano la sicurezza del lavoratore e possono essere considera
responsabili del possibile veri carsi di even durante ad esempio l’uso di macchinari,
a rezzature o per conta o di impian ele rici, sostanze nocive ecc
• Igienico ambientale, che riguardano la salute del lavoratore e riguardano quesi rischi
che possono andare a peggiorare, intaccare lo stato di salute del lavoratore; il rischio
può essere di po:
• Fisico
• Chimico
• biologico
• Trasversale, che sorgono da fa ori psicologici e mo vazionali che vanno ad incidere sul
benessere psicosociale del lavoratore sul luogo di lavoro. (es. stress da lavoro collegato)
Citando prima gli obblighi in capo al datore abbiamo parlato di formazione, informazione e addestramento,
andiamo a conoscere le loro de nizioni.
Secondo l'art. 1 del d.lgs. 81/2008, LA FORMAZIONE è quel processo educa vo a raverso cui vengono
trasferite ai lavoratori delle nozioni e di conseguenza vengono sviluppate dal lavoratore le competenze
necessarie per lo svolgimento in sicurezza del proprio lavoro, e quindi iden cato, ges to e risolto ogni po
di rischio. A raverso la formazione il lavoratore diviene parte a va nella ges one della sicurezza, non solo
verso se stesso ma anche nei confron degli altri sogge con cui viene a conta o dire o, contribuendo alla
ges one, al controllo e alla risoluzione ogni po di rischio. Per il datore, non solo ai sensi dell'art. 2087 c.c.
ma anche ai sensi del d.lgs. 81/2008, sussiste la responsabilità di me ere i lavoratori nelle condizioni di
acquisire informazioni e competenze funzionali alla prevenzione e allo svolgimento delle loro mansioni in
una condizione di salute e sicurezza. La formazione viene di erenziata, nel contenuto e nella durata, a
seconda del po di sogge o a cui è indirizzata, con diverso e mirato aggiornamento professionale.
Per INFORMAZIONE intendiamo invece il mero trasferimento di conoscenze funzionali all’ ide cazione,
ges one ges one e riduzione dei rischi all’interno dell’ambito lavora vo.
Per ADDESTRAMENTO intendiamo l’insieme delle a vità, svolte con lo scopo di far apprendere ius corre o
u lizzo di macchinari, a rezzature, impian , disposi vi e le loro procedure.
Anche l’e e uazione di ques da parte del datore non lo esime da responsabilità.
Andiamo adesso a vedere i toli che formano il testo unico, e quindi il decreto legisla vo 81. Sono 13 i toli
più 51 allega .
Titolo 1° –> Principi comuni
Titolo 2° –> Luoghi di lavoro.
Titolo 3° –> Uso delle a rezzature di lavoro e dei disposi vi di protezione individuale.
Titolo 3° -> Uso delle a rezzature di lavoro e dei disposi vi di protezione individuale, a engono quindi alle
misure necessarie all'a uazione della prevenzione dei rischi
Titolo 4° -> Can eri, can eri temporanei o mobili
Titolo 5° -> Segnale ca di salute e sicurezza sul lavoro
Titolo 6° -> Movimentazione manuale dei carichi
Titolo 7° ->A rezzature munite di videoterminali
Titolo 8° -> agen sici
Titolo 9° -> sostenze pericolose
Titolo 10° -> Esposizione ad agen biologici
Titolo 11° -> Protezione da atmosfere esplosive
Titolo 12° -> Disposizioni diverse materia penale di procedura penale
Titolo 13° -> Disposizioni nali
Per quanto concerne il campo di applicazione del testo unico sulla sicurezza sul lavoro, abbiamo de o che si
applica a tu se ori di a vità, sia pubblici che priva , e che intendiamo “i lavoratori” in senso ampio,
quindi non solo i lavoratori subordina ma tu coloro che hanno un rapporto lavora vo.
I sogge intesi come a vi, par della sicurezza obbliga alla sicurezza sul lavoro sono:
- il datore di lavoro DTL, o meglio l'imprenditore (art. 2087 c.c. parla di imprenditore, mentre il TUS parla di
datore di lavoro);
- il lavoratore (non è più il sogge o su cui si riversa l'obbligo del datore di lavoro ma ora è il sogge o che
grazie all'informazione, alla formazione e all'addestramento deve essere egli stesso parte a va di tale
sistema);
- L’ RSPP, ovvero il responsabile del servizio prevenzione e protezione, ruolo ricoperto normalmente da un
sogge o interno all’azienda, ma può essere anche un sogge o esterno. Come sappiamo la prima
responsabilità in materia di sicurezza del DL è assicurare la valutazione di tu i rischi presen in azienda
e quindi la conseguente stesura e redazione del DVR, u lizzando un piano di adeguamento. Altra
responsabilità consiste nella predisposizione di tu e le misure necessarie di prevenzione e protezione
organizza ve, tecniche e procedurali secondo il principio della massima sicurezza possibile (art. 2087).
Qualora la gura dell’RSPP concedesse con il DL allora vi è coincidenza anche nell'obbligo forma vo, se
non è il DL, deve essere un sogge o con una speci ca capacità e speci ci requisi professionali (indica
nel TU) in materia di sicurezza sul lavoro, cioè nell'ambito della ges one in materia di sicurezza. È
designato dal DL, al quale risponde in caso di inadempimento. Le sue mansioni consistono nel:
• Coordina il servizio di prevenzione e protezione. Questa gura non coincide con I'RLS
(rappresentante dei lavoratori per la sicurezza). Ha l'obbligo di coordinare il servizio di
prevenzione e protezione, e analizzare, valutare ed elaborare proposte circa la prevenzione e
protezione dei rischi lavora vi.
• Individua quelle che sono le potenziali fon di pericolo e quindi le eventuali situazioni
pericolose e i connessi rischi. L'RSPP risponde al datore di lavoro, riferendo a quest'ul mo in
materia di sicurezza, fornendo una sorta di consulenza in materia di sicurezza, andando ad
individuare speci camente i sogge che possono essere espos ai rischi, e quindi deve
elaborare i sistemi di controllo e delle misure di prevenzione e protezione, con speci co
compito di collaborare con gli ASPP.
• Deve individuare tu e le misure di prevenzione e protezione che comprendono le misure
tecniche, impian s che, comportamentali, organizza ve, informa ve e forma ve (parte del
processo del sistema informazione, formazione e addestramento).
- ASPP, ovvero l’adde o al servizio prevenzione e protezione, può essere un dipendente incaricato o
l'incaricato esterno che collabora con RSPP nella ges one del servizio di protezione e prevenzione. È
sempre nominato dal datore di lavoro e deve:
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- Possedere determinate cara eris che e requisi speci ci professionali indica dal TU, ha una
formazione speci ca sia per quanto riguarda la qualità che la quan tà della formazione, e di
aggiornamento professionale.
- Realizzare la formazione, l'informazione e addestramento del personale dipendente;
- documenta l'avvenuta formazione e riferisce eventuali cri cità e carenze.
- Coordina le a vità necessarie alla ges one delle emergenze (an ncendio, evacuazione e
emergenze).
- Ha un ruolo a vo in quanto si occupa della formazione e individua le eventuali cri cità, con
conseguenza per il DL di a uare l'obbligo di aggiornamento del DVR.
- Il MC, il medico competente in tema di sorveglianza sanitaria può essere un libero professionista, un
dipendente pubblico o privato, un dipendente con il semplice possesso della specializzazione speci ca in:
medicina preven va, medicina del lavoro, o semplicemente un docente. Anche il medico competente
deve essere formato in maniera speci ca e deve seguire corsi di formazione e aggiornamento
professionale, in quanto il suo compito e la sua responsabilità abbracciano la prevenzione dei danni alla
salute dei lavoratori causa dalle condizioni di lavoro, dai metodi di lavoro o dall'ambiente di lavoro. Il
controllo sanitario è misura di prevenzione dei rischi. Comunica e consegna al DL e ai lavoratori alla
cessazione dell'incarico la documentazione sanitaria in suo possesso. II medico previene i rischi e
protegge il lavoratore dai rischi derivan dalla presenza di agen potenzialmente dannosi nell'ambiente o
derivan dalle condizioni di lavoro. Monitora a raverso lo strumento della sorveglianza sanitaria (SS) lo
stato di salute del lavoratore, collaborando alla prevenzione del rischio. Deve informare in merito ai
risulta della sorveglianza sanitaria o rilasciare copia della sua valutazione. Deve e e uare la
sorveglianza sanitaria almeno una volta all'anno. Consente al datore di lavoro di adibire ad un impiego
consono allo stato di salute il lavoratore (anche inferiore) risultato dal controllo sanitario.
- RLS ovvero il rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
Tu ques sogge , avendo tale tolo di responsabilità e di conseguenza tali obblighi, sono sogge ad un
regime sanzionatorio, di cara ere amministra vo e penale.
Abbiamo n qui esposto in più occasioni, la responsabilità in capo al datore di lavoro in merito alla
sicurezza, alla prevenzione, alla protezione dei lavoratori. Quando nonostante tu e le accortezze possibili
ed esperibili dal datore vi è un infortunio o altro fa o che leda la salute del lavoro, entra in gioco la
di erenze tra:
- CULPA IN ELIGENDO che si ha quando il datore sbaglia a scegliere in merito ad esempio su un macchinario,
un insegnante e questo ricade sul lavorare quindi magari sulla sua formazione ecc..
- CULPA IN VIGILANDO si ha invece quando il datore, pur avendo optato per la migliore scelta, scelto in
maniera corre a, non ha vigilato, controllato su questa e non si è assicurato il rispe o di tu e le norme in
tema di sicurezza.
Tu i rischi, le scelte devono risultare del documento di valutazione rischi, e abbiamo de o che per la
compilazione di questo il datore può decidere di a ancarsi delle gure aven , secondo quello che l' ar colo
32 del decreto 81\2008, de nisce con “capacità e requisi professionali”. Queste gure sono ovviamente i
prima cita RSPP e ASPP. Per quanto concerne a loro nozione è l’ar colo 2 del decreto a de nirli e abbiamo
anche la descrizione della loro preparazione professionale. Per quanto riguarda gli RSPP, ques devono
completare 3 moduli:
A) il 1°modulo è comprensivo di 28 ore e riguarda una formazione propedeu ca;
B) Il 2° modulo di ben 48 ore riguarda un corso speci co per determina se ori
C) Il 3° modulo di 24 ore tra an quelli che sono i rischi psico-sociali, organizza vi ed ergonomici.
Alla ne si dovrà sostenere l’esame di valutazione nale ed ogni almeno 5 anni si dovrà provvedere ad un
aggiornamento di formazione di 40 ore.
Vi è però, per chi è in possesso di laurea speci ca, la possibilità di esonero dal corso iniziale. Ma chi può
essere un RSPP?
• Dipendente di azienda
• Sogge o esterno professionista
• Datore di lavoro
Abbiamo de o prima che la nomina spe a al datore, ma come avviene? La nomina è un obbligo NON
DELEGABILE, deve avere una forma scri a avente data certa, iden care il sogge o scelto, vi deve essere la
so oscrizione sia da parte del datore che dal futuro responsabile e questo modulo deve essere conservato
insieme al documento di valutazione del rischio. La mancata nomina comporta per il datore una sezione.
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Abbiamo nora parla della valutazione dei rischi e del documento di valutazione rischi, chi ha l’obbligo di
ridarla ecc… ma non ancora l’ abbiamo de nito. Secondo il decreto 81\2008 la VALUTAZIONE DEI RISCHI è
una valutazione globale e documentata di tu i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presen
nell’ambito dell’organizzazione in cui prestano la loro a vità, nalizzata ad individuare le adeguate misure
di prevenzione e protezione, ed elaborare delle misure inidonee a garan re il miglioramento nel tempo dei
livelli di salute e sicurezza.
L ’esame di tu i potenziali rischi cui i la oratori sono espos è mirato ad elaborare le misure idonee a
eliminare, o quanto meno ridurre o controllare i rischi presen . La valutazione deve essere reda a tenendo
conto di due fa ori principali:
1. Gravità del danno
2. Probabilità
Si andrà quindi ad applicare la formula R= P x D.
Quindi il datore nella valutazione deve individuare tu i potenziali rischi, che possiamo dividere in macro
aree:
- Rischi per la salute -> I rischi da cui potenzialmente può derivare un'alterazione dell'equilibrio biologico
dei lavoratori che sono espos ad essi. Si tra a prevalentemente di rischi igienico ambientali o lega
all'esposizione a fa ori degradan o dannosi per l’organismo. Nello speci co si tra a di rischi derivan
dall'esposizione a: scarse condizioni igieniche, redazioni, agen chimici, biologici, cancerogeni, rumore,
vibrazioni.
- Rischi per la sicurezza -> in questa categoria rientrano tu quei rischi di natura infortunis ca e, di
conseguenza, le situazioni in cui lavoratore può andare incontro un incidente; tali rischi derivano spesso
da carenze stru urali e da una non idoneità delle cara eris che di sicurezza rela ve a: ambiente di
lavoro, macchine, apparecchiature u lizzate, modalità opera ve organizzazione del lavoro o disposi vi di
protezione colle va e individuale. Nello speci co, si tra a di quegli inciden in cui il lavoratore subisce
l'impa o sico trauma co con uno strumento, una certa sostanza, o comunque una stru ura presente in
azienda. Ques rischi hanno diverse cara eris che, e possono essere di natura: meccanica, chimica,
ele rica, termica.
- Rischi organizza vi -> si de niscono anche i rischi trasversali e sono tu quei rischi che derivano dalle
dinamiche aziendali e dal rapporto tra i lavoratori e i disagi derivan dalle mansioni che svolgono
all'interno del contesto professionale.
Nella valutazione dei rischi ques devono essere precisa e inoltre, deve seguire una a enta individuazione.
Queste individuazioni devono essere riassunte e verbalizzate all’interno del documento di valutazione dei
rischi, in quanto lo stesso decreto 81 lo prevede. Queste fasi posso riassumersi così:
1. Innanzitu o bisogna appunto individuare appunto le fon di rischio,
2. Poi individuare i sogge espos ai potenziali rischi,
3. Poi valutare e applicare le misure di prevenzione e protezione per eliminare o comunque ridurre o
contenere i rischi
4. E in ne monitorare l’e cacia delle misure ado ate
Abbiamo de o già diverse volte che ovviamente deve essere reda o dal datore con eventualmente l’ausilio
di personale quali cato, ma quando va reda o il DVR? Il DVR deve essere reda o in occasione della
cos tuzione della società o comunque entro 90 giorni dall’inizio dell’a vità, al veri carsi di ogni occasione o
situazione nuova il documento dovrà essere aggiornato. Del DVR deve essere consegnata a tu sogge
responsabili del servizio della prevenzione \ protezione come ASPP, RSPP ecc… e anche una poi una copia in
azienda per rilasciarne la visione in caso ad esempio di incendio ecc…
L’ar colo 16 del decreto 81 prevede la cosidde a “Delega di funzione” che trasferisce le competenze
organizza ve e ges onali ad un terzo sogge o; questo ovviamente però non esclude il datore dall’obbligo di
villania sul delegato, e quindi dalla cosidde a culla in VIGILANDO.
È solo con il Testo Unico del 1994 che questa disciplina trova posto, prima veniva riconosciuta
indire amente: erano infa indicate quelle funzioni INDELEGABILI. La delega deve:
- Avere forma scri a con data certa,
- Il sogge o individuato deve avere tu i requisi di professionalità ed esperienza tecnica rispe o alla
funzione delegata,
- Contenere l’a ribuzione al delegato e tu i poteri di organizzazione, ges one e controllo rispe o alla
natura della ges one delegata,
- Inoltre deve essere so oposta a pubblicità adeguata e tempes va.
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Abbiamo nora esposto i pi di rischi, tu a la documentazione necessaria, i sogge incarica ecc.., adesso
andiamo ad esaminare quelli che sono i danni che ne possono derivare.
Sappiamo che nel nostro ordinamento tutela il danno alla persona e le pologie di danno che possiamo
individuare nell’ordinamento sono:
- DANNO PATRIMONIALE -> per danno patrimoniale è quel danno che nell’ordinamento individuiamo
nell’ar colo 2043 cc “Qualunque fa o doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga
colui che ha commesso il fa o a risarcire il danno” e quindi, lo troveremo nel pregiudizio subito dalla
parte danneggiata immediatamente e naturalmente valutabili in termini monetari. In questo caso
facciamo una dis nzione tra:
- Danno emergente che consiste nel denaro che viene speso dal danneggiato per
rimediare al pregiudizio subito e, nei limi del possibile, per ripris nare lo status quo
ante.
- Lucro cessante che consiste nel mancato guadagno di quella somma di denaro come
conseguenza dell’evento dannoso.
- DANNO NON PATRIMONIALE -> il danno non patrimoniale lo individuiamo invece nell’ar colo 2059 cc “Il
danno non patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determina dalla legge”. Il danno non
patrimoniale è quel danno che reca un pregiudizio derivante da una lesione di beni immateriali che non
hanno valutazione economica, e comprende:
- Danno esistenziale, riguarda la lesione e ai diri e interessi cos tuzionalmente prote
che riguardano la persona umana, e dalla rinuncia forzosa di a vità non remunera vi,
ma fonte di benessere. (a vità non collegate)
- Danno morale, ossia il cosidde o “prezzo del dolore” causato dalle so erenze pa te. Il
danno morale, quindi, cos tuisce la so erenza subita dal sogge o a seguito di lesioni
siche e comprende ansie, angoscia, so erenze psichiche, patemi d’animo.
- Danno biologico che riguarda una lesione della dimensione sica e psichica di una
persona; l’integrità della persona è un bene primario che deve essere tutelatomi tu e le
ipotesi in cui la menomazione abbia determinato un depauperamento dal valore
biologico dell’individuo. Questo ricomprende:
- Danno alla salute
- Danno alla sfera sessuale
- Danno alla vita di relazione
- Danno este co
Sentenza importante da citare in merito è la n.° 23183 del 2014. Secondo questa il danno
biologico terminale, sebbene temporaneo, è massimo della sua en tà di intensità, tanto
che la lesione alla salute è così elevata da non essere susce bile di recupero ed è tale da
sfociare nella morte. la stessa corte evidenziato la necessità di tener conto dei fa ori di
personalizzazione escludendo che la liquidazione possa essere e e uata a raverso la
meccanica applicazione dei criteri contenu in tabelle. Ribadisce, quindi, la corte che il
danno terminale è comprensivo di un danno biologico da invalidità temporanea totale cui
può sommarsi una componente di so erenza psichica e che, nel mentre nel primo caso la
liquidazione può ben essere e e uata sulla base della tabella rela va all'invalidità
temporanea, nel secondo risulta integrato un danno non patrimoniale di natura a e o
peculiare che comporta necessità di una liquidazione che si a da a un criterio equita vo
puro che sappia tener conto dell'enormità del pregiudizio.
All’indomani dell’uscita del codice civile, e per diversi decenni, do rina e giurisprudenza non hanno avuto
dubbi sul fa o che il danno alla persona risarcibile potesse essere solo quello patrimoniale.
Per danno patrimoniale si intendeva quella perdita una perdita secca del patrimonio quan cabile e
calcolabile, e che fosse dimostrata in modo inequivocabile.
Per danno non patrimoniale era invece considerato irrisarcibile, salvo in caso di reato. L’ar colo 2059 cc
limita il risarcimento “ai soli casi previs dalla legge”, nel senso ristre vo del termine facendo rientrate il
solo risarcimento dal danno morale previsto dal diri o penale.
Fino agli anni 80, quindi il sistema era così schema camente delineato:
• Danno patrimoniale risarcibile sempre, ma solo se sussisteva una comprovata perdita patrimoniale,
• Danno non patrimoniale o morale risarcibile solo in caso di reato, in quanto era convincimento comune
che il diri o civile potesse occuparsi solo degli interessi patrimoniali, mentre quelli non patrimoniali
potessero essere disciplina solo dal codice penale.
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A par re dagli anni 80, la giurisprudenza iniziato a riconoscere la risarcibilità del danno biologico e del
danno alla salute, dando la prevalenza all'ar colo 32 della cos tuzione sull'ar colo 2059. In quegli anni,
dunque, il sistema del danno alla persona si è voluto sino a diventare così schema zzabile:
• Danno patrimoniale: risarcibile in caso di comprovata perdita patrimoniale;
• Danno non patrimoniale o morale: risarcibile i caso di reato;
• Danno alla salute: risarcibile in ogni caso, indipendentemente dalla sua patrimonialità o meno, grazie
all'applicazione dire a dell'ar colo 32 della cos tuzione
A par re dagli anni 2000 inizia ad essere riconosciuta dalla giurisprudenza la gura del danno esistenziale,
quindi il sistema a par re dal 2000 no al 2008 è schema lizzabile in questo modo:
• Danno patrimoniale: risarcibile sempre
• Danno non patrimoniale o morale: risarcibile solo in caso di reato;
• Danno alla salute: è risarcibile in ogni caso, indipendentemente dalla sua patrimonialità per l'applicazione
dire a all'ar colo 32 della cos tuzione;
• Danno esistenziale: considerato, secondo la do rina e giurisprudenza prevalen , come danno non
patrimoniale, risarcibile nel caso si possa dimostrare una e e va compromissione della capacità di
potere alcuni aspe della vita.
Della cassazione con la sentenza 26.972 del 2008, hanno so olineato la necessità di ristorare integralmente
il pregiudizio. Quindi, superando de ni vamente la nozione di danno-evento in favore del danno
conseguenza, le sezioni unite hanno precisato che:
a. Danno biologico deve intendersi come lesione del bene salute;
b. Danno morale si sostanza nel patema d'animo o nella so erenza interiore subita dalla vi ma
dell'illecito, ovvero nella lesione arrecata la dignità integrità morale, quale massima espressione della
dignità umana;
c. Danno esistenziale è cos tuito dallo svolgimento delle abitudini del sogge o danneggiato.
In par colare, le sezioni unite hanno a ermato con ciò, che la so erenza psichica e il dolore in mo
cos tuiscono, al pari del danno esistenziale, solamente voci dell'anno biologico, con la conseguenza che,
pur essendo ammissibile il risarcibilità della so erenza morale e o degli aspe esistenziali viola , rimane
comunque esclusa la possibilità di riconoscere nel danno morale nel danno esistenziale autonomi categorie
di danno. Pertanto, nell'applicazione concreta è stata elaborata la nozione di personalizzazione del danno in
modo tale da consen re una congrua liquidazione del danno biologico con riferimento le sue componen di
danno morale e danno esistenziale.
Successivamente sono sta inseri altri pi di danni risarcibili nei casi in cui vi è un inadempimento da parte
del datore di lavoro, ques sono i casi sono: il demansionamento o dequali cazione, e facciamo riferimento
all'ar colo 2103 del cc e il danno da mobbing.
Ques due fenomeni sono par colarmente di eren in quanto il primo, a ene ad un unico a o, mentre il
mobbing, oltre a potersi rami care in altre so ocategorie come ad esempio il bossing, screening, il burnout
è un a o ripetuto e reiterato nel tempo e sopra u o parliamo di a vessatori.
Altra di erenza è la mancanza di una norma va speci ca all'interno del nostro ordinamento al quale fare
riferimento e per questo vedremo che la norma in bianco da u lizzare in caso di mobbing è il 2087 del
codice civile.
Vedremo successivamente che il mobbing è appunto una un comportamento vessatorio che si a ua nei
confron del lavoratore, e che poi vedremo successivamente sono sta addiri ura indica delle fasi di
individuazione dell’ evoluzione del mobbing; è anche intervenuta anche la giurisprudenza nell'individuare
una tempis ca minima per l'individuazione di questo fenomeno e parliamo di sei mesi.
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