2011 07 Airoldi Borchia Grossini 01

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POLITECNICO DI MILANO

Facoltà di Architettura Civile


Corso di Laurea Magistrale in Architettura

TESI DI LAUREA

Villa Adriana
Studio e progetto per la Valle di Tempe

Relatore: Prof. Arch. Angelo Torricelli


Correlatore: Prof. Arch. Gianluca Sortino
Candidate
Mara Airoldi matr.735706
Valentina Borchia matr.735705
Michela Grossini matr.736099

Anno accademico 2010 ‐ 2011


Alle nostre famiglie

2 3
Sommario

ABSTRACT 11

INTRODUZIONE 13
Villa Adriana: l’antico come principio di nuova architettura
da L’architettura di Villa Adriana, lezione in situ di Angelo Torricelli,
professore ordinario di Composizione Architettonica, 31 agosto 2009, Villa Adriana

PARTE PRIMA
Adriano e la sua Villa

1. Adriano, imperatore e architetto 17


1.1 La figura di Adriano 17
1.2 La nascita della Villa 18
1.3 Altre architetture adrianee a Roma 19

2. Lo studio di Villa Adriana: dalla scoperta a oggi 27


2.1 La riscoperta della Villa: i primi scavi 27
2.2 Villa Adriana e gli architetti del Rinascimento 28
2.3 Il primo rilievo: Pirro Ligorio e Francesco Contini 30
2.4 La Villa tra il Seicento e il Settecento: una proprietà frazionata 32
2.5 I Pensionnaires del XVIII secolo 34
2.6 La Villa e Giovanni Battista Piranesi 39
2.7 Lo studio del sito agli inizi del XIX secolo 47
2.8 Gli Envois di Roma 57
2.9 Villa Adriana: un libro per architetti moderni 96
2.10 Gli studi recenti e gli ultimi rilievi 101

3. La composizione della Villa 107


3.1 La natura del sito 107
3.2 I limiti e le fasi costruttive 108
3.3 Le componenti principali 111

4 5
PARTE SECONDA
Un progetto per Villa Adriana

4. Gli elementi della Villa rilevanti per il progetto 117


4.1 Il sistema viario 117
4.1.1 I criptoportici 117
4.1.2 La Via Carrabile 120
4.2 Il tempietto di Venere Cnidia 129
4.3 La Valle di Tempe e il Padiglione 133
4.4 Le ricostruzioni storiche: analisi e interpretazione 138

5. Il progetto
5.1 Interpretazione della Villa e scelta dell’area 141
5.2 Principi e intenti del progetto 141
5.3 Sostenibilità economica 142
5.3.1 Struttura demografica e trend demografico 147
5.3.1.1 Indicatori demografici 147
5.3.1.2 Indicatori di scolarità 147
5.3.1.3 Indicatori economici 147
5.3.2 Indicatori di turismo 148
150
5.3.3 Costo del biglietto
154
5.3.3.1 Villa Adriana: un sito da valorizzare
161
5.3.4 Bilancio e sostenibilità della proposta progettuale 161
5.3.4.1 Introiti della biglietteria 161
5.3.4.2 Introiti dei servizi aggiuntivi 162
5.3.4.3 Altri introiti 162
5.3.4.4 Uscite 162
5.3.4.5 Conclusioni 163

5.3.5 Fattibilità economico‐ finanziaria: preventivo di massima 163


5.3.5.1 Computo metrico estimativo 163
5.3.5.2 Ipotesi di finanziamento 163

Indice delle immagini e delle tabelle


Indice delle tavole
Bibliografia e referenze iconografiche

6 7
8 9
ABSTRACT

“Ogni pietra rappresentava il singolare conglomerato d’una volontà, d’una memoria, a volte
di una sfida. Ogni edificio sorgeva sulla pianta di un sogno”: proprio una sfida, riprendendo
le parole scritte da Margherite Yourcenar nel suo saggio Memorie di Adriano, è stato il voler
affrontare un progetto di architettura in un’area unica come Villa Adriana a Tivoli.
Custode di una memoria di tempi e di luoghi lontani, Villa Adriana è stata al tempo stesso
resa attuale dalla volontà di riscrittura, studio e progetto di architetti e studiosi, dal
Rinascimento ad oggi. Proseguendo questo filone, in questi anni di lavoro, lo studio attento
dei materiali storici insieme ad una conoscenza diretta e ripetuta del sito, hanno permesso
di comprendere come la Villa nasca e si fonda su di uno stretto rapporto: quello tra suolo e
architettura.
Da qui la volontà di analizzare e interpretare questo legame e la scelta di riportarlo in luce in
un’area, la cosiddetta Valle di Tempe, dove l’abbandono e il passare degli anni hanno
negato. Allo stesso tempo si è scelto di rivalorizzare la grande Via Carrabile che Adriano
aveva realizzato con un grandioso progetto sotterraneo: è proprio questo collegamento che
permette di vivere in prima persona, percorrendolo, quello stretto legame che le
architetture hanno con il suolo.
Così dunque come la Villa si costruisce tra addizioni e sottrazioni di materia, con le stesse
modalità si interviene con il progetto in esame, ponendosi come obiettivo la ricostituzione e
rivalorizzazione della Terrazza di Tempe, oggi andata perduta.

10 11
INTRODUZIONE

Villa Adriana: l’antico come principio di nuova architettura


da L’architettura di Villa Adriana, lezione in situ di Angelo Torricelli, professore ordinario di
Composizione Architettonica, 31 agosto 2009, Villa Adriana

Villa Adriana è il luogo archeologico per Come detto Villa Adriana è stata
eccellenza; diversi sono i modi per portare conosciuta nella modernità, cioè nel
alla luce interessi e questioni a riguardo. Rinascimento. Nel 1461 l’umanista Flavio
Villa Adriana è innanzitutto un luogo della Biondo, accompagnando Papa Pio II,
cultura architettonica, è un topos, un testo identifica infatti i resti che venivano
che ritorna ovunque, un testo chiamati Tiber vetus, come fossero la
continuamente rivisitato, ma non sempre vecchia Tivoli, con quella villa che l’Historia
capito. È la modernità il carattere primario augusta descrive molto sommariamente
di questo luogo e ciò che lo rende unico: come la villa dell’imperatore Adriano. È da
Villa Adriana è un testo moderno. quel momento che inizia la storia moderna
Perché un testo moderno? In generale è di una villa di cui si era persa memoria,
vero che qualunque forma di palinsesto è rovine che per 1200 anni erano state cave
un testo che incita a nuove scritture; di per costruire altre architetture: sono
conseguenza la rovina stessa incita a presenti infatti diverse chiese a Tivoli le cui
pensare ai luoghi. colonne sono state spogliate da Villa
Villa Adriana ha di straordinario che non è Adriana, come spesso i grandi monumenti
mai stata conosciuta prima di essere un dell’antichità sono stati antiche cave per la
rudere: non si ha alcuna testimonianza o costruzione di nuovi, come ad esempio i
sua descrizione se non nella modernità, Fori Imperiali a Roma.
quando viene conosciuta come rovina. La storia di Villa Adriana che inizia nel
Quello che vediamo oggi è una delle Rinascimento è la storia di un’architettura
possibili restituzioni, è quello che la cultura che è stata fin da subito conosciuta dagli
del nostro tempo ci ha consegnato, è architetti e dagli artisti non tanto ai fini di
quello che scavi, ricerche e restauro ci mera conoscenza, ma piuttosto per
hanno lasciato insieme al grande dibattito produrre nuove opere d’arte e
sulla questione del restauro dei architetture. Ciò è accaduto ad esempio a
monumenti e dell’archeologia. Francesco di Giorgio Martini, a Giuliano da
Non essendo Villa Adriana sempre stata San Gallo, a Bramante (che disegna il
così, risulta necessario confrontarsi con la Tempietto di San Pietro in Montorio, che
storia dell’iconografia e delle contiene come chiaro riferimento
rappresentazioni. Non interessa sapere fantasiosamente il teatro marittimo, cioè
come era ai tempi dell’imperatore Adriano, un’architettura circolare), a Raffaello (che
così come non interessa la ricostruzione del nel progetto di Villa Madama inserisce la
Gismondi: ciò che ci interessa è quel suo questione della corte circolare), e da un
carattere di testo moderno rispetto al suo allievo, Pietro Maciucca (nella
quale si cercherà di entrare maggiormente Alhambra di Granada). Lo stesso Palladio
nel merito. compie una guida alle antichità di Roma e

12 13
utilizza per produrre nuova architettura ciò che è stata il riferimento progettuale per territoriali come ad esempio nei santuari arricchita e manipolata attraverso lo scatto
che ha visto visitando Villa Adriana. tanti grandi architetti moderni. del Lazio che stanno su un asse che va da dell’architettura circolare che è
È a Pirro Ligorio cui si deve il primo rilievo: Molti hanno cercato di intendere Villa Azio fino a Tibur, divinizzata a Ercole rappresentata dal teatro marittimo e delle
era un architetto erudito, appassionato di Adriana come qualche cosa che potesse Vincitore, possiedono assi che hanno come biblioteche, un’architettura di grandissima
antiquaria, al servizio del Cardinale di essere analogo alle città romane: questi riferimento l’ordine cosmico e sono dimensione con un asse cardinale nord‐sud
Ferrara, Ippolito d’Este che, diventando poi tentativi sono però sempre falliti perché perfettamente orientati da nord a sud o da est‐ovest. Non si tratta di una geometria
governatore di Tivoli, gli commissiona Villa non hanno inteso ciò che è proprio est a ovest così come è orientata la grande che unifica tutto, ma di una geometria che
d’Este, dove passa diversa materia non solo dell’architettura romana e che non è parete del Pecile che costituisce l’impianto è fatta di pezzi che lavorano in una sorta di
ideale, ma anche fisica, proveniente da riscontrabile in quella canonicità, in quegli fondamentale e che modifica montaggio ante litteram, come se si
Villa Adriana. impianti di fondazione della città romana. profondamente la precedente villa di età lavorasse con tecniche moderne: il resto è
Pirro Ligorio, sebbene poco stimato nella La prima città a non essere stata fondata in repubblicana acquisita da Adriano legato a giaciture che stanno nel suolo.
cultura architettonica in quanto dedito alla quel modo è stata proprio Roma. Se esiste attraverso il matrimonio con la moglie Il suolo di Villa Adriana è una sorta di
bizzarria dell’antiquaria più che allo studio dunque una sorta di analogia possibile con Sabina e trasformata dal 117 dC, una volta grande penisola che sta tra due corsi
della teoria architettonica, compie invece una città da parte di Villa Adriana, quella diventato imperatore. d’acqua: una sorta di penisola di tufo con
delle operazioni di grande modernità. Il città sarebbe proprio questa, essendo Aspetto emblematico di Villa Adriana è un’altezza variabile dai 60 ai 125 m sul
modo in cui cita e manipola la storia è un Roma una città fatta di architetture a capire che cosa fosse a partire dalle attività livello del mare, quindi con dislivelli
modo moderno, addirittura quasi post‐ grappolo dove è difficilissimo trovare un che vi si svolgevano. I nomi che hanno cospicui. L’architettura di Villa Adriana è
moderno: una sorta di anticipazione del impianto geometrico unificante, proprio tutte le parti sono stati attribuiti da Pirro l’architettura di questo suolo.
guardare e del vedere tipico della come è impossibile allo stesso modo Ligorio riferendosi alla descrizione Molto spesso si parla nella tecnica
postmodernità. riscontrarlo a Villa Adriana. sommaria della Historia Augusta, e si dell’architettura romana della tecnica del
Da lui in avanti vengono redatte molte Di fondamentale importanza è stato poi il evince che ai pezzi architettonici della Villa terrazzamento, del togliere e
descrizioni e disegni della Villa, soprattutto rapporto che l’architettura romana ha diede i nomi dei luoghi che Adriano visitò dell’aggiungere cioè materia, formando dei
piante. È la pianta infatti ciò che più conta avuto con il suolo di Roma e del Lazio. La nei sui viaggi, nei luoghi del grande Impero piani, come ad esempio quelli che
a Villa Adriana e culmine delle diverse campagna romana è un suolo costituito da ereditato da Traiano. In particolare Adriano caratterizzano il Santuario della Fortuna
rappresentazioni è quella in scala 1:1000 una sorta di grande basamento di cenere di fu un cultore della Grecia e dell’Ellensimo. Primigenia di Palestrina. A Villa Adriana
disegnata e redatta, dopo anni di lavoro sia origine vulcanica antichissima che si è Tutto questo è stato raccontato, ma senza non vi è una costruzione di un suolo
diretto che di raccolta di altri, da Gian consolidata formando un materiale averne la certezza: sono analogie che ci manipolato su cui appoggiano le
Battista Piranesi e pubblicata poi in 6 fogli lapideo: il tufo. Questo grande basamento vengono riportate da un testo poco esatto, architetture, ma sono le architetture ad
congiunti nel 1781 dal figlio Francesco. di tufo nel corso dei millenni è stato quale è l’Historia Augusta, e le essere suolo stesso: proprio le architetture
Questa pianta è stata disegnata da un percorso dai diversi fiumi e torrenti, denominazioni attribuite ai singoli elementi sono in parte dentro e in parte fuori da
incisore che si era dedicato per tutta la vita risultando scavato in quelle sorte di valli e non fanno riferimento a nessuna attività questo suolo. Non vi sono sostruzioni o
alle antichità romane, a partire dal 1740 avvallamenti chiamate forre. Queste hanno funzionale. Proprio questa mancanza ci stilobati o terrazzamenti, ma architetture
quando da Venezia, dove era nato, arrivò a formato degli insediamenti naturali, che già porta a pensare a Villa Adriana in termini che stanno nel suolo e si elevano poi con
Roma. Piranesi è stato un conoscitore gli Etruschi hanno utilizzato, costituendo puramente architettonici e artistici. grandi cupole, guardando l’ordine cosmico
assolutamente profondo dell’architettura quella sorta di internità dello spazio che ha Il rapporto con la città che Villa Adriana dei monti circostanti.
romana e questa sua capacità analitica è sempre caratterizzato l’architettura di possiede è un rapporto a distanza: non c’è Villa Ariana dunque non è propriamente
proprio l’argomento della sua Roma. infatti un impianto stradale. Dalla Villa si una città, se non dal punto di vista
immaginazione progettuale. La pianta del Diversamente dall’architettura greca, dove vedeva la mole del Mausoleo di Adriano dimensionale, ma è un’architettura del
Piranesi è una sorta di progetto: lo spazio è interposto tra un singolo edificio che veniva costruito negli stessi anni (oggi suolo fondata sulla grande pianta, ed è
rappresenta ciò che altri hanno già rilevato ed un altro, Roma è fatta di spazi dotati di Castel Sant’Angelo), anch’esso fondato su questo forse uno degli antecedenti logici
e che lui stesso vede, compiendo però un’”internità”. Questo carattere, su cui una pianta circolare. Nel cerchio viene più importanti dell’idea stessa di villa.
anche una sorta di lavoro interpretativo agiscono le forze ctonie che stanno ripresa l’”internità” dello spazio degli Proprio questo suo carattere viene capito
che si fonda sulla propria conoscenza nell’ipogeo, trova poi il piano della impianti circolari voltati e questo diventa più dagli architetti, che sono dei progettisti,
molto puntuale dell’architettura romana. campagna e rispetto a questo celebra il uno dei caratteri della Villa. che non dagli storici o dagli archeologi.
Piranesi coglie ciò che nessun altro prima paesaggio dei colli e dei monti dell’ordine Dal punto di vista geometrico Villa Adriana Nell’architettura romana, non solo quella
aveva colto: il carattere di Villa Adriana. cosmico. è molto chiara: parte da un impianto di una dell’antica Roma ma anche quella che
Essa non è una città, ma un’insieme di Gli impianti assiali dei Romani, che hanno a villa di età repubblicana che non aveva un proseguirà fino all’architettura
architetture fondato sulla grande pianta volte distanze e grande estensioni orientamento cardinale, divenendo poi, contemporanea, gli ordini classici

14 15
architettonici non sono costitutivi come Salk Institute in California, non riuscendo a PARTE PRIMA
nell’architettura greca, ma sono una sorta trovare in modo soddisfacente un Adriano e la sua Villa
di decoro aggiunto rispetto a quell’opera riferimento a Villa Adriana, finchè
che sta a metà tra natura e artificio, a prendendo un pezzo di carta da lucido non
quella capacità di configurare spazi che ne ricalca l’impianto.
sono la memoria delle forre così come Adriano costruisce durante tutto il corso
l’elevazione verso il cielo. Questo carattere della sua vita di imperatore questa 1. Adriano, imperatore e architetto
di essere opera di natura viene poi architettura di cui poco si conosce dal
compensato dal fatto che l’ordine punto di vista della destinazione e della sua
architettonico aggiunto costituisce una fruizione. Una cosa è però certa: questa
sorta di mediazione tra la scala umana e la architettura è forse il primo dei musei 1.1..1
1.1 La figura di Adriano che Adriano guardava con sospetto. cfr. Elio
scala delle grandi masse delle architetture costruiti consapevolmente, dopo quello di
di Villa Adriana. Chi si è reso conto di ciò, Alessandria d’Egitto. Proprio questo era Terminate le vicissitudini militari che lo Sparziano, op cit.
IV. 10, E. Salza
Publius Aelius Hadrianus nacque nel 76 d.C. trovarono impegnato sul fronte contro i
forse visitando la Villa nel 1911, è stato Le conosciuto benissimo da Adriano (basti Prina Ricotti, Villa
a Italica, presso Siviglia, da una famiglia Parti, Adriano raggiunse Roma nel 118 d.C.
Corbusier: quello che infatti scrive durante pensare che a Canopo, vicino ad Adriana, il sogno di
originaria di Hadria nel Piceno, trasferitasi dove si trovò a far fronte a diverse rivolte. un imperatore.
un viaggio in treno, vedendo il Campo di Alessandria, muore Antinoo): era un luogo
in Spagna nella Baetica. In un’ottica pacifica, allontanandosi dalle L’Erma di
Pisa, “tumulto nell’insieme ordine nel dove tutti i saperi venivano messi a Bretschneider,
Orfano di padre all’età di dieci anni ebbe spinte espansionistiche dell’età traianea,
dettaglio alla scala umana”, annotazione confronto e dove gli studiosi stavano a Roma, 2000.
come tutori suo cugino di secondo grado (il ma vegliando il buon funzionamento
tratta dal testo settecentesco Essai sur produrre conoscenza; il museo e la
futuro imperatore Traiano) ed il cavaliere militare, la sua politica fu principalmente
l'architecture dell’abate Laugier, è adatto biblioteca di Alessandria erano un tutt’uno.
Publius Acilius Attianus, futuro prefetto del volta a consolidare i confini dell’ impero.
perfettamente a Villa Adriana. È l’ordine A Villa Adriana accade qualcosa di simile:
pretorio. Intraprese così una serie di spostamenti, i
che mette in relazione la scala umana e la Villa Adriana è un museo in quanto
Iniziata nel 95 d.C., la sua carriera militare cosiddetti Viaggi Imperiali, attraverso i
scala di questa architettura come fosse raccoglie e mette a confronto l’architettura
fu rapida e ricca di successi: rivelandosi quali riuscì a stabilire una modalità
opera di natura e che conferisce e l’arte di quell’epoca e in particolare del
particolarmente abile tanto nell’uso delle privilegiata per l’esercizio del potere: con la
all’architettura di volta in volta un mondo greco ellenistico a cui faceva
armi quanto nella gestione delle operazioni sua presenza Adriano conferì a territori
carattere. riferimento Adriano. Si tratta di una sorta
strategiche, Adriano entrò nello stato immensi un maggiore senso d’unione, di
Il fatto che di questo ordine aggiunto Villa di unico complesso dove a confronto tra di
maggiore dell’esercito già nel 101 d.C.; fu cui il culto imperiale, che egli sviluppò,
Adriana sia oggi del tutto spoglia dà un loro stanno diversi pezzi di architettura,
successivamente nominato tribuno della rappresentava uno degli aspetti essenziali.
senso di modernità che viene colto ad che sono ciascuno una sorta di evocazione
plebe, pretore e governatore della L’imperatore si adoperò per dare impulso
esempio da Louis Kahn quando, nel 1951, di architetture note. L’assoluta modernità
Pannonia (107 d.C.) e poi della Siria (114 alle province, migliorando e rendendo
durante il soggiorno di tre mesi di Villa Adriana risiede nel fatto che non
d.C.). sicure le vie di comunicazione e
all’Accademia Americana di Roma, vede vengono inventate nuove architetture, ma
Nel 117 d.C. Adriano, mentre era aumentando il numero di porti e città per
l’architettura che lui aveva in mente: si tratta di una sorta di montaggio di
impegnato a combattere la complessa incrementare i commerci e favorire la
l’architettura di oggi è già come se fosse un architetture note e reinventate,
rudere costruito, come se fosse carica di decontestualizzate e ricontestualizzate . guerra dei Parti, ricevette l’adozione da circolazione di persone appartenenti a
parte di Traiano, anche se in realtà si popolazioni diverse. L’impero acquistò così
quella memoria e di quel senso di Queste architetture portano in campo la
farneticò che l’adozione non avvenne da un’unitarietà che superò la composizione
incompletezza che solo il rudere possiede. memoria come fatto costituivo del
parte dell’imperatore, ma fu Attiano multietnica, fondandosi su una floridezza
Proprio questo senso di incompletezza è progetto di architettura e artistico in
(secondo tutore di Adriano) che, economica. Adriano si impegnò
quello che Kahn coglie e in particolare genere.
spacciandosi per Traiano, dettò le sue personalmente anche a migliorare
cerca di usare quando nel 1960 progetta il
ultime volontà, che vennero poi l’aspetto e la funzionalità delle città
stranamente sottoscritte da Plotina (moglie costruendo palestre, templi, scuole,
di Traiano) e trasmesse al Senato 1.1.1. officine e fontane che ne consentirono
Era circa il 100 d.C. quando, probabilmente un’adeguata vivibilità.
su suggerimento di Plotina, Adriano sposò Il regno di conseguenza fu caratterizzato da
Vibia Sabina, nipote di Traiano; il lunghe assenze da parte dell’imperatore:
matrimonio però non fu molto sereno, nei ventuno anni di governo, ne trascorse
forse anche per ragioni politiche, avendo la dodici a Roma e nove viaggiando per le sue
consorte raccolto attorno a sé personaggi terre. Adriano riteneva infatti necessaria la

16 17
1.1.2 1.2.2
Per un ritratto propria presenza per garantire la stabilità furono le fondazioni urbane, così come la avvalendosi, nelle tecniche costruttive, dell’imperatore stesso 1.2.2. Alla perizia A.A.V.V,
dell’Imperatore del potere su genti e terre lontane che costruzione e il restauro di monumenti. dell’approfondita applicazione di discipline tecnica, dimostrata con l’impiego di nuove Adriano
Adriano cfr. M. Architettura e
Yourcenar,
auspicava di ottenere senza intraprendere Dell’imperatore si conobbero anche scientifiche. Ne scaturirono risultati tecnologie e con la consapevolezza delle progetto (Catalogo
Memorie di estenuanti guerre che avrebbero soltanto discorsi, lettere, memorie, componimenti fortemente innovativi nella conformazione potenzialità plastiche del calcestruzzo Mostra Tivoli),
Adriano, Einaudi, impoverito le popolazioni e creato poetici, un interesse per la grammatica e di spazi interni, nella composizione impiegato per esercitare una maggiore Electa, Milano,
Torino, 2005. pericolosi malcontenti. Accanto a diversi scritti in greco: amante della cultura decorativa e nella configurazione di indipendenza del vincolo costruttivo, 2000.
1.2.1
E. Salza Prina
motivazioni di ordine politico, egli era greca, tanto da essere definito graeculus, prospettive urbane. Si presentarono i Adriano associò dunque la regola,
Ricotti, Villa spinto anche dalla curiosità insita nella sua ebbe una vasta preparazione che gli caratteri fondamentali di un’architettura modificandola con una buona nota di
Adriana, il sogno di natura di uomo colto, sempre desideroso consentì di spaziare dall’aritmetica alla capace di svincolarsi dai canoni più rigorosi libertà.
un imperatore. di estendere le proprie conoscenze in ogni geometria, così come dalla letteratura alle del classicismo, con equilibrio e rispetto
L’Erma di
campo. arti, nelle quali si dilettava personalmente. della tradizione.
Bretschneider,
Roma, 2000, p. Dopo aver intrapreso nella primavera del La versatilità della sua complessa natura si Adriano non fu quel genere di collezionista
125. 127 d.C. un primo viaggio verso l’Italia del estese anche all’attività di architetto, cui si di opere d’arte che riportava a casa dai 1.3 Altre architetture adrianee a
Nord, nell’estate del 128 d.C. Adriano dedicò con entusiasmo progettando edifici propri viaggi intere collezioni antiche: Roma
cominciò un secondo grande viaggio di forma insolita e con ardite soluzioni in anche se imperatore dal potere quasi
1.3.1
imperiale: si recò dapprima in Africa e, copertura: proprio una raccolta unica fu illimitato come era, non poté impadronirsi Adriano segnò con le sue opere il punto di Il Pantheon
dopo un breve ritorno a Roma, passò da quella rappresentata da Villa Adriana, un delle Cariatidi dell’Eretteo di Atene, ma arrivo dell’architettura romana, alla cui subì due incendi: il
primo lo
Atene e Sparta, in Asia Minore, per poi cantiere aperto dove esercitare la propria dovette far copiare da una bottega di maestosità aggiunse una spiccata
danneggiò nell’80
raggiungere Efeso, Tralle, Laodicea, abilità e quella dei suoi architetti. 1.1.2 prim’ordine bronzi e marmi, non per il concezione dello spazio così come notevoli d.C., dopo cui
Apamea, Melissa, Antiochia, Palmira e piacere di accumulare copie, ma per virtuosismi tecnici. Egli lasciò tracce venne restaurato
Gerasa, in Giudea, dove fondò Aelia rigenerare l’eredità culturale a cui si consistenti in alcuni imperituri e da Domiziano,
mentre il secondo
Capitolina; fu poi la volta di Gaza, Peleuse e sentiva così vicino. significativi monumenti: essi
lo distrusse
Alessandria, dove realizzò l’omonima 1.2 La nascita della Villa La Villa divenne così una sorta di immago rappresentarono tipologie che per i secoli definitivamente
biblioteca e dove, nel 130 d.C., a caccia sul mundi dove, in un epoca in cui era l’arte successivi costituirono importanti punti di nel 110 d.C. sotto
Nilo, annegò misteriosamente il suo Nei tre anni che precedettero il 118 d.C., greca a dominare presso i Romani, Adriano, riferimento. l’impero di Traiano
e così rimase fino
favorito Antinoo, che l’imperatore fece Adriano soggiornò a Roma ed insieme ai da architetto, fece costruire edifici secondo Con un intervento datato tra il 118 d.C. e il al 125 d.C. quando
divinizzare fondando in suo onore la città suoi architetti, tra cui Apollodoro di il gusto degli Egizi e degli Orientali, come 128 d.C. l’imperatore Adriano ricostruì il l’Imperatore
di Antinopoli. Il viaggio continuò verso Damasco, compose il grande progetto di anche di altre nazioni, secondo le molte Pantheon 1.3.1, edificio che era stato Adriano lo riportò
Tebe e, dopo essere tornato per la terza Villa Adriana. Ben nove anni videro culture conosciute durante i suoi lunghi commissionato da Marco Vespasiano a nuova vita.
Cfr Roma una
volta ad Atene, Adriano rientrò a Roma nel l’imperatore lontano dalla città e viaggi attraverso l’Impero. Ciò nonostante Agrippa all’architetto Luccio Cocceio Acuto
Città, un Impero.
134 d.C.. soprattutto dal cantiere che si estendeva l’impronta latina si distinse nel complesso tra il 27 a.C. e il 25 a.C. ed eretto in Campo Rivista mensile
L’anno 136 d.C. fu segnato dalla morte di per circa due ettari in quei di Tibur, ma, tanto che la dimora dell’imperatore Marzio. L’edificio primitivo fu radicalmente online,
Sabina e dall’adozione di Lucius Aelius nonostante egli fosse impegnato nei lunghi Adriano per quanto si ispirasse alla Grecia, modificato dalle fondamenta: venne infatti www.romarcheom
agazine.com Corso
Caesar, che però morì due anni dopo. Di Viaggi Imperiali, i lavori alla Villa finì con l’essere uno dei più grandi invertito da sud a nord l’orientamento
itinerante i templi
fronte al problema della successione, proseguirono incessantemente. Fu però capolavori della Roma antica. In essa infatti della facciata con la costruzione di un di Roma, Quarto
Adriano nominò come suo successore proprio quando fu presente in situ che la dominò la romanità con la sua logica nuovo ingresso, caratterizzato da un incontro sabato 5
Antonino, domandandogli di adottare a sua costruzione ricevette un maggiore impulso, funzionale nella soluzione di pronao ottastilo che riportava lo spettatore Marzo 2011, Il
Pantheon e il
volta il figlio di Elio Cesare, che diventerà grazie all’approvazione e creazione di nuovi complicatissimi problemi che una all’immagine di un tempio tradizionale, e Tempio di Adriano.
l’imperatore Vero, e Marcus Annius Verus, progetti, a ripensamenti costruttivi in corso costruzione così vasta portava con sé, con l’inserimento della grande rotonda
il futuro Marco Aurelio. d’opera, alla risoluzione di frizioni tra nell’organizzazione di una rete viaria per (Figg. 1.3.1 – 1.3.2). Sulla trabeazione in 1.3.2
“Marco
Gli ultimi anni dell’imperatore non edifici contigui e agli aggiustamenti dei assicurare un perfetto funzionamento ad marmo bianco sorretta dalle otto colonne Agrippa, figlio di
trascorsero nell’affetto del suo popolo: percorsi, come venne dimostrato ogni unità del complesso, o ancora nella Adriano fece inserire con lettere bronzee Lucio, console per
la terza volta,
morì solo e malato a Baia nel 138 d.C.. dall’analisi dei bolli laterizi 1.2.1. creazione di un importante sistema di l’iscrizione “M. AGRIPPA. L. F. COS. edificò”, cfr. F.
Durante il suo regno, Adriano si dimostrò Tra l’epoca di Domiziano e quella di canalizzazione per permettere all’acqua di TERTIUM. FECIT” 1.3.2, attribuendo così la Lucchini,
un governatore interessato alla Adriano l’architettura romana subì scorrere continuamente. Sempre questa costruzione ad Agrippa nell’anno del terzo Pantheon, Carocci,
promozione delle città e allo sviluppo delle trasformazioni, da una parte arricchendosi logica e praticità si rivelarono anche in tutti consolato. Sebbene la composizione di Roma, 2007.
istituzioni municipali, non esitando ad di esperienze formali maturate in Asia quegli accorgimenti predisposti per pronao e rotonda fosse un’operazione
intervenire in modo autoritario: numerose minore e nel vicino Oriente, dall’altra, garantire la massima sicurezza audace per riassemblare edifici differenti,

18 19
Fig. 1.3.1 Giovanni L’equilibrio era assicurato dalla forma della Fig. 1.3.3 Sezione
Battista Piranesi, trasversale del
sezione, più spessa all’altezza dell’imposta
Antichità romane, Pantheon.
Il Pantheon: pianta della volta e più sottile verso l’alto (Fig.
e sezioni, 1756 1.3.3). L’impiego poi di materiali a massa
differenziata da impiegare come inerti
consentivano di realizzare strutture più
snelle: nelle sezioni delle parti più alte della
cupola si utilizzarono inerti più leggeri
come tufi e rocce vulcaniche che
consentivano di ridurre i carichi. Se la parte
dell’estradosso della cupola non era di
rilevante importanza, la perfezione
geometrica dell’intradosso, evocando
importanti significati simbolici, doveva
essere particolarmente curata: l’impiego di
casseforme sagomate consentì così di
ottenere, quasi con semplicità, un profilo
decorato a cassettoni.
La cupola del Pantheon fu l’esito di una
secolare esperienza di costruzione di spazi
coperti che produsse un’evoluzione di
edifici a pianta centrale che perdura ancor
oggi. Altre cupole furono costruite con
identico procedimento per ordine di
tale scelta risultò coerente con il maggior Adriano anche nella Villa tiburtina, come
interesse di Adriano per lo spazio interno ad esempio la cupola emisferica della sala
rispetto quello esterno. Il tempio risultò rotonda delle Piccole Terme, così come
così avere un aspetto perfettamente l’analogo caso delle Grandi Terme, o
Fig. 1.3.2 Giovanni armonico grazie alle proporzioni adottate: ancora il caso della cupola presso il cortile
Battista Piranesi,
la sfera iscritta sintetizzava infatti i dalla sala dei Pilastri Dorici e quella del
Antichità romane,
Il Pantheon: vista complessi rapporti matematici studiati per cosiddetto Heliocaminus (Fig. 1.3.4). In
esterna, 1756 creare un’architettura fatta per l’occhio . La quest’ultimo caso, in particolare, durante il
struttura venne dissimulata nello spessore getto furono fatti sporgere dall’intradosso
del muro, di modo che la cupola apparisse della cupola grossi ganci metallici cui
come sospesa su esili appoggi e lo spazio successivamente venne appesa una calotta
interno fosse percepito come unitario. di rivestimento di materiale più leggero
All’epoca dell’imperatore era ormai data così che potesse passare l’aria calda
per scontata la solidità del calcestruzzo e, a proveniente dalle suspensurae sotto il
riguardo, si rivelarono importanti per la pavimento. Anche il padiglione belvedere,
riuscita del progetto alcuni accorgimenti detto di Roccabruna, presentava affinità
tecnici. Le coperture in opus caementicium con il tempio romano: di pianta quadrata
si presentavano come calotte monolitiche possedeva un portico antistante che dava
che, dal punto di vista statico, sfruttavano accesso ad una sala circolare ricavata
la collaborazione degli anelli orizzontali del all’interno del blocco quadrato e coperta
conglomerato che si estendevano dal muro da una calotta semisferica, priva però di
verticale, sovrapponendosi con soluzione lucernario, sorgendo al di sopra un
di continuità, fino a coprire completamente ambiente circolare periptero a sua volta
l’ambiente che risultava così voltato. coperto da cupola a padiglione.

20 21
Fig. 1.3.4 Sezione Fig. 1.3.5 Giovanni
della sala circolare Battista Piranesi,
con Heliocaminus Antichità romane,
a Villa Adriana Tempio di Venere
e Roma, 1756

1.3.3
Vasari, citato
in A.Bruschi,
Bramante, Roma‐
Bari 1977, p.276.
Cfr: C. Conforti (a
cura di), Lo
specchio del cielo.
Forme significati e
funzioni dalla
cupola del
Pantheon al
Novecento,
Milano, Electa,
1997, p. 21.
1.3.4
Il Velia era
lunga 145 m e larga 100 m, alla cui solidi blocchi marmorei. Le due celle,
uno dei sette colli estremità occidentale s’innalzava di pochi orientate in senso opposto, accoglievano le
di Roma situato tra gradini sulla Sacra Via, mentre all’estremità statue di culto. Quella occidentale, rivolta
il colle Oppio, una orientale si elevava sulla piazza verso la Sacra Via, era sacra a Roma: il
delle propaggini
dell’anfiteatro. I lati lunghi dell'area erano timpano della facciata fu effigiato con un
del colle Esquilino
e il Palatino. La Una ricerca di varietas portò dunque gli dedicato a Venere e Roma, la cui fiancheggiati da portici con colonne di bassorilievo, ora conservato al museo delle
collina venne in architetti di Adriano a sviluppare le costruzione, iniziata nel 121 d.C. e granito grigio aventi negli angoli e nel Terme in Roma, nel quale furono ritratti
parte eliminata potenzialità formali della tecnica interrotta alla morte dell’imperatore, centro edicole simili a propilei (Fig. 1.3.5); Marte, Rea Silvia e la Lupa con i Gemelli,
negli anni 1930 per costruttiva: volte lisce da affrescare, a venne portata a termine dal successore sui lati corti i portici forse non furono eretti probabilmente raffigurazione della
l'apertura di via
dei Fori Imperiali. cassettoni o a ombrello, furono solo alcune Antonino Pio. Per realizzare la grandiosa per non che coprissero le facciate dei fondazione della città. La cella rivolta ad
Sull'area della delle diverse forme che poteva assumere la opera Adriano modificò, cancellandone il templi. Queste avevano dieci colonne oriente era invece già sacra a Venere e si
collina sorgono copertura a cupola, spesso con portico, quanto ancora restava corinzie di marmo bianco, invece le mura apriva sull'area libera verso il Colosseo.
tuttora i resti del
conformazioni il cui assetto statico non era dell’ingresso monumentale della Domus delle celle erano in mattoni rivestiti con Entrambe le celle erano coperte a volte con
tempio di Venere e
Roma, costruito il più favorevole. L’imperatore fissò un Aurea; con l’aiuto di ben ventiquattro
sotto Adriano nel II punto di riferimento imprescindibile per lo elefanti fece spostare dalla sua sede Fig.1.3.6 Vaudoyer
secolo. sviluppo della storia delle costruzioni degli originaria il colosso di Nerone, che si Leon, Tempio di
Venere e Roma,
1.3.5 edifici a cupola: gli architetti presero a erigeva nel punto più alto del Velia 1.3.4,
La base del acquarello, 1830
colosso si conserva studiare con attenzione e ad assumere le cambiandogli la testa e trasformandolo
ancora oggi sotto sue coperture come modello, soprattutto nell’immagine del Sole 1.3.5. Nello spazio
l’angolo nord‐est da quando Bramante riprese a “buttar le liberato sull’altura venne creata una
del portico del volte di getto secondo il modo degli piattaforma e si iniziò la costruzione del
tempio, dirimpetto
l’anfiteatro. antichi” 1.3.3. santuario: il tempio decastilo con doppia
Fu opera di Adriano anche il progetto del cella all’interno, fiancheggiato da due
tempio più imponente della capitale, porticati, sorse così sopra una sostruzione

22 23
1.3.6
ricchi lacunari, avevano pavimenti occidentale del tempio ed il pronao, un della cella: ‘Infatti ‐ disse – se le dee tombe ellenistiche greche e orientali che A.A.V.V,
composti da marmi preziosi, porfido e oratorio chiamato SS. Petri et Pauli in Sacra volessero alzarsi ed uscire non potrebbero collocò nell’ampia porzione di territorio L’attività
architettonica di
serpentino, e presentavano, ricavate nelle via; ad esso succedette, verso l’anno mille, farlo’. A questa risposta così franca, all'estrema periferia di Roma nota come Adriano, in La
pareti e coperte da mezze cupole, le la Basilica di Santa Maria Nova tuttora [Adriano] si sdegnò e provò un gran ager Vaticanus, la cui posizione, storia dell’arte, Il
nicchie per le statue (Fig. 1.3.6). Sulla esistente col nome di Santa Francesca dispiacere, poiché era caduto in un errore fortemente decentrata per il divieto di mondo classico,
spianata dinanzi la cella di Venere furono Romana. Sul tempio di Venere e Roma si che non poteva più correggere, e, non inumare i morti all'interno della città, fece Mondadori Electa,
Milano, 2006, pag.
rinvenute, negli scavi del 1828, numerose riuscirono invece ad avere importanti sapendo più contenere né l’ira né il sì che lungo i lati delle sue due vie 460.
fornaci da calce, da cui si poté avere idea informazioni dallo storico Dione Cassio che, dispiacere, mise a morte l’architetto” 1.3.6. principali ‐ la Cornelia e la Triumphalis ‐ si
della barbara devastazione dell'edificio nel nella Storia Romana, narrò come e con Apollodoro di Damasco, cospirato all’esilio potessero allineare sepolcri e tombe. Il
medioevo. I rovesci di alcune monete quali risultati l’imperatore Adriano avesse da Adriano per non avere creduto nelle sue mausoleo venne collegato al Campo
mostravano poi, a destra ed a sinistra del sottoposto il proprio ambizioso progetto abilità architettoniche, non sbagliò anche Marzio mediante il pons Aelius, l’attuale
tempio, due colonne colossali con statue, ad Apollodoro di Damasco : “[Adriano] gli nelle specifiche critiche al santuario Ponte Sant’Angelo, fatto costruire
forse di Adriano e di Sabina: proprio della inviò il disegno del tempio di Venere e quando si riferì ad un’architettura con appositamente e inaugurato
statua settentrionale sono rimaste le Roma, in modo da mostrargli che si poteva caratteristiche sorprendentemente non dall’imperatore nel 134 d.C. nonostante vi
fondamenta (nell'asse trasversale realizzare una grande opera anche senza di romane e tipicamente ellenistiche: fosse più a valle il pons Neronianus: ciò
dell'edificio) ed un pezzo del fusto di lui, e gli chiese se il progetto fosse l’assenza di podio in un tempio di grandi corrispose a un disegno architettonico
marmo cipollino. Tali resti ancora oggi soddisfacente. [Apollodoro] rispose che il dimensioni, destinato a dominare lo spazio unitario, che collegava in un unico blocco
visibili (Fig. 1.3.7) sono dovuti quasi tempio avrebbe dovuto essere costruito in adiacente al foro ed al Colosseo e dedicato monumentale il mausoleo e la sua via
certamente al restauro operato da alto e il terreno al di sotto avrebbe dovuto a due divinità legate all’ambiente d’accesso (Fig. 1.3.8). Il ponte servì anche
Massenzio dopo un incendio divampato essere scavato, perché, trovandosi in circostante, si trovava invece ad affermare per collegare il sepolcro anche all’ustrinum
all’inizio del IV secolo. Intorno alla sua posizione elevata, avesse un prospetto più la religiosità romana. o recinto funerario dove la coppia
distruzione definitiva non si riuscì ad avere imponente sulla via Sacra e all’interno del Fu Adriano stesso che, seguendo il filone imperiale era stata cremata. Sebbene non
certezza: la tradizione cristiana collegò basamento si potessero collocare macchine inaugurato da Augusto, fece poi costruire sia stato possibile ricostruire con esattezza
questo luogo alla contesa degli apostoli che, predisposte là di nascosto, avrebbero per sé e per i suoi successori un sepolcro l'aspetto originario dell'antico sepolcro, si è
San Pietro e San Paolo con Simone Mago. Il potuto essere introdotte improvvisamente grandioso. Si trattò di un mausoleo dedotto che, nell'impianto generale, esso
pontefice Paolo I costruì nel punto ove gli nell’anfiteatro. Per quanto riguardava le dinastico su modello delle monumentali avrebbe dovuto richiamare proprio
apostoli si erano inginocchiati per far statue, affermò che erano state progettate
cadere Mago, cioè fra le rovine del portico troppo alte in rapporto alle dimensioni
Fig. 1.3.8 Vista di
una ricostruzione
Fig. 1.3.7 I resti storica del
Mausoleo di
oggi visibili del
Tempio di Venere Adriano.
e Roma

24 25
Fig. 1.3.9 Giovanni
Battista Piranesi,
Antichità romane,
Mausoleo di
Adriano, 1756

2. Lo studio di Villa Adriana: dalla scoperta a oggi

2.1.1
2.1 La riscoperta della Villa: i primi l’imperatore Adriano costruì una splendida A. Torricelli,
scavi villa, simile ad un grande borgo. Restano Villa Adriana:
l’antico come
ancor oggi le volte alte e sublimi di templi, principio di nuova
La Villa che Adriano fece costruire tra il 118 si vedono le costruzioni semi‐distrutte delle architettura, da
d.C. e il 138 d.C. non fu mai conosciuta sale e delle stanze, si scorgono i resti dei L’architettura di
prima di diventare rudere: non si ebbero peristili e dei grandi portici a colonne, delle Villa Adriana,
lezione in situ 31
sue testimonianze se non nella piscine e dei bagni.” agosto 2009, Villa
modernità2.1.1. Sebbene, infatti, dopo la Si animò così dalla fine del XV secolo Adriana.
l'Augusteum, il mausoleo di Augusto avevano avuto inizio intorno al 123 d.C., morte dell’imperatore, continuò per un l’interesse di umanisti, mecenati, papi,
2.1.2
certo periodo ad essere utilizzata, come cardinali e nobili per la Villa, interesse che B. Nogara,
realizzato circa un secolo e mezzo prima e venne ultimato solo nel 139 d.C., un anno Scritti inediti e rari
situato a poca distanza, sulla sponda dopo la morte dell'imperatore, dal suo dimostrano i bolli laterizi, dopo la caduta fu soprattutto però di carattere predatorio.
di Flavio Biondo,
opposta del Tevere. Costruito a partire successore Antonino Pio; per circa dell’Impero Romano la Villa iniziò la sua Proprio alla ricerca di statue e marmi Roma 1927, pp.
dalle forme semplici e nette del cerchio e centocinquant’anni il sepolcro assolse decadenza: venne progressivamente furono fatti eseguire i primi scavi da Papa 194‐202.
del quadrato, l’edificio adrianeo consisteva diligentemente la sua funzione, abbandonata e, durante il medioevo, Alessandro VI Borgia tra il 1492 e il 1503
2.1.3
verosimilmente in una base quadrangolare accogliendo i resti degli Antonini. L'ultimo ridotta a terreno agricolo, salvo esser presso l’Odeon, il teatro del settore Piccolomini
impiegata come cava di materiali edili di meridionale della Villa, dove vennero E. S., Commentarii,
cui si sovrapponevano due cilindri di imperatore della cui deposizione si ebbe a cura di L. Totara,
grandezza decrescente coronati forse da notizia certa fu Caracalla, ucciso nel 217 pregio (marmi, mosaici, decorazioni) e riportate alla luce nove statue di muse Adelphi, Milano
un giardino pensile di piante sempreverdi; d.C.; tuttavia il sepolcro ospitò come riserva di pietra da cui estrarre calce. sedute in marmo pario. 1984, vol.2 p.991
agli angoli del basamento si innalzavano probabilmente anche le salme dei Il primo a citare Villa Adriana dopo l’età A questi seguirono le campagne di scavo
gruppi di statue bronzee raffiguranti successori, almeno fino alla sua inclusione, classica fu l’umanista Flavio Biondo che, che, promosse durante gli anni in cui il
uomini e cavalli, mentre sulla sommità si in qualità di avamposto fortificato, nella rilevandone le dimensioni, ne giustificò la cardinale Alessandro Farnese ricopriva la
innalzava una quadriga anch’essa in bronzo cinta muraria voluta dall'imperatore denominazione di Tibur vetus (o Tivoli carica di Governatore di Tivoli (1535‐1538),
guidata dal dio Helios ed affiancata da una Aureliano nel 271 d.C.. Trasformato in vecchia). 2.1.2 si concentrarono soprattutto nell’area del
scultura ritraente l'imperatore. Di questa fortilizio nel Medioevo e utilizzato come Fu proprio il Biondo ad accompagnare il cosiddetto Teatro Marittimo.
originaria struttura romana, oggi pressoché caposaldo del sistema difensivo del pontefice Pio II Piccolomini in un Tra il 1555 e il 1559 scavarono il cardinale
irriconoscibile, sono rimasti solo resti Vaticano, il mausoleo divenne Castel memorabile viaggio compiuto da Roma a Carlo Carafa presso Piazza d’Oro e il
cospicui, come le strutture di fondazione Sant’Angelo durante il Rinascimento, Tivoli nel 1461, occasione di visita alle cardinale Marcello Cervini in un’aerea non
del basamento, l'intero nucleo in muratura derivando il nome della statua che venne antiche rovine. Il Papa, mecenate ed ben precisata, al fine di rinvenire sculture
del corpo cilindrico, l'ingresso collocata sulla sua sommità al posto di umanista, andò oltre le riflessioni del suo per ornare gli Orti presso Villa Giulia.
monumentale realizzato in blocchi di quella dell’imperatore (Fig. 1.3.9). accompagnatore, consegnando alla Alle attività promosse dai cardinali si
pietra, la rampa elicoidale che conduceva posterità nei suoi Commentarii 2.1.3 una affiancarono poi le iniziative intraprese dai
al piano superiore e la camera funeraria, la descrizione in cui mise in evidenza come le privati, tra cui si ricorda Marcantonio
cosiddetta Sala delle Urne, destinata ad dimensioni facevano del sito più una città Paloso che scavò per conto di Giulio III
accogliere i resti dell'imperatore. Il che una villa vera e propria: “Fuori dalla nell’area della Valle di Tempe.
complesso, i cui lavori di costruzione città (di Tivoli), a circa tre miglia

26 27
2.2 Villa Adriana e gli architetti del monumenti sul posto. Egli trasformò il Fig. 2.2.2 Nella
colonna a sinistra,
Rinascimento modello antico riorganizzandolo secondo i in alto: Giuliano da
propri schemi proporzionali, denunciando Sangallo, nella
Villa Adriana esercitò nel Rinascimento una un atteggiamento critico comune agli tavola in alto a
notevole influenza sugli architetti architetti suoi contemporanei. destra Particolare
della volta
dell’epoca, a tal punto da spingerli a Nello stesso periodo anche un altro grande
stuccata delle
reinterpretarne le sequenze e le architetto rinascimentale, Giuliano da Grandi Terme,
concatenazioni di spazi, così come il ricco Sangallo, realizzò alcuni disegni del sito, Roma, Biblioteca
apparato decorativo che essa offriva loro. che vennero compresi nelle tavole del Vaticana, codice
Barberini
Verso il 1465 l’architetto senese Francesco Codice Barberini, occupandone tre fogli. In
di Giorgio Martini visitò la Villa essi raffigurò la pianta del Triclinio, le Fig. 2.2.3 Nella
dell’imperatore Adriano e realizzò almeno tombe vicine alla via Tiburtina e gli stucchi colonna a sinistra,
due piante in scala: una rappresentante il della volta delle Grandi Terme, riportati in basso:
Sebastiano Serlio,
recinto dell’isola e il cortile delle fontane, questi ultimi sul foglio insieme alle Pianta del
l’altra la sala circolare. Tali disegni (Fig. riproduzioni di altre tre strutture, tempietto del
2.2.1) risultano essere i più antichi illustrando così lo stretto rapporto Bramante
documenti grafici relativi ad uno studio esistente fra studi antiquari e disegno
Fig. 2.2.4 Nella
diretto della Villa sopravvissuti ai nostri architettonico del Rinascimento (Fig. 2.2.2).
colonna a destra:
giorni; nelle pagine del Trattato che li Anche altri artisti del XV secolo studiarono Andrea Palladio,
precedono il Martini elencò i motivi che lo le rovine della Villa, quali Bramante e sopra Pianta del
spinsero a riprodurre su carta edifici Raffaello. Nella biografia del primo infatti il recinto dell’isola,
sotto Piante delle
antichi, mettendo in luce le difficoltà che Vasari scrisse che durante il suo primo
Grandi e Piccole
dovette superare per misurare i anno a Roma, prima di ricevere incarichi Terme, 1554

Fig.2.2.1
Francesco di
Giorgio Martini, a
sinistra Pianta del
cortile delle
fontane ovest e del
recinto dell’isola, a
destra Pianta e
sezione della sala
circolare, 1465,
Firenze

opere di questi artisti documentano allo


stesso modo l’importanza fondamentale
della Villa quale fonte dello stile alto‐
rinascimentale. Ne è un esempio il
tempietto del Bramante, edificio a pianta
centrale che, secondo la riproduzione del
importanti, si dispose a disegnare
Serlio, avrebbe dovuto essere collocato
sistematicamente gli edifici antichi della
all’interno di un colonnato rotondo, con
città e dintorni e che in particolare prese
misure di edifici a Tivoli e Villa Adriana, di chiaro riferimento al Recinto dell’Isola (Fig.
2.2.3).
cui in seguito fece uso. Fu Pietro Bembo,
L’interesse rinascimentale per Villa Adriana
segretario di papa Leone X, invece, che
raggiunse il culmine alla metà del
riferì lo studio della villa condotto da
Cinquecento, quando venne citata da
Raffaello. Anche se non sono pervenute le
Palladio nella sua guida alle antichità di
testimonianze grafiche di tali studi, le

28 29
2.2.1
A. Palladio, Roma, pubblicata nel 1554 2.2.1. Quattro cardinalizia voluta dal suo committente a complesso non fu dunque mai portata a Fig. 2.3.2
L’antichità di Frontespizio del
sono i disegni a noi rimasti dove Palladio Tivoli. Lo scavo, che interessò diverse aree termine dall’architetto degli Este, ma alcuni
Roma, Roma 1554, testo di Francesco
p. 31 riprodusse le rovine del sito: due piante del della villa imperiale e si protrasse dal 1550 suoi disegni possono comunque essere Contini,
recinto dell’isola, una pianta delle Grandi e al 1572, fu ampliamente descritto dallo identificati come studi preparatori per parti Ichonographia
Piccole Terme e un foglio di piante generali stesso Ligorio nella Descrittione della ridotte del rilievo (Fig. 2.3.1). Villae Tiburtinae
Adriani Caesaris,
di edifici tra cui la Sala circolare, il superba et magnificentissima Villa Sulla base della Descrittione furono in
1668
Padiglione con curve a S e il cortile delle Hadriana. Si trattava di una sorta di primo seguito predisposti il Trattato delle
fontane est (Fig. 2.2.4). giornale di scavo, dove l’architetto antichità di Tivoli et della Villa Hadriana,
presentò i problemi della costruzione e le aggiornamento non dovuto al Ligorio, ma
soluzioni affrontate: dopo una breve riferibile ad un periodo successivo con
introduzione in cui descrisse la topografia l’aggiunta di ulteriori scoperte, ed il Libro
2.3 Il primo rilievo: Pirro Ligorio e del sito e riportò i nomi elencati da Elio overo Trattato delle antichità della Villa,
Francesco Contini Sparziano nell’Historia Augusta, riportò il che, completato dopo la morte
lavoro intrapreso, presentando in maniera dell’antiquario, riportava alcuni errori del
2.3.1
E. Salza Prina Nella seconda metà del Cinquecento il dettagliata per nuclei topografici le varie Trattato, oltre ad alcune restituzioni
Ricotti, Villa cardinale Ippolito d’Este, governatore di parti della Villa e seguendo, nella ideali2.3.2 .
Adriana, il sogno di
Tivoli dal 1550, decise di esplorare e descrizione, un itinerario proprio di chi Fu l’architetto Francesco Contini a
un imperatore.
L’Erma di scavare sistematicamente il complesso lavorava quotidianamente sul posto di compiere la prima vera indagine 2.3.2
C. Benocci,
Bretschneider, affidandone il compito all’antiquario Pirro scavo. Nel testo l’autore enunciò più volte archeologica della Villa, tesa allo studio La fortuna di Villa
Roma, 2000, p. 27 Ligorio. Anche in questo caso obiettivo la volontà di realizzare una pianta delle emergenze architettoniche del sito e Adriana a Tivoli e
principale del lavoro era di cercare e dell’intero complesso, rilievo che, però, alla redazione di una pianta generale. In della cultura
allegato a tale pianta e redatto per la prima classica nel
recuperare materiale decorativo, quali non fu da lui mai restituito graficamente, occasione infatti dell’incarico volta nel 1634, ma pubblicato solo nel 1668 seicento, in Horti
statue e marmi, da utilizzare nella vicina come lo dimostrava la mancanza nelle sue commissionatogli dal cardinale Francesco nella Ichonographia Villae Tiburtinae Romani Atti del
Villa d’Este. Il Ligorio cercò però anche, descrizioni e nei suoi schizzi di misure, cosa Barberini, governatore di Tivoli dal 1624 al Adriani Caesaris (Fig. 2.3.2), il Contini convegno, M.
come architetto, di cogliere le varie alquanto strana per chi avesse dovuto 1630, il Contini condusse personalmente Cima, E. La Rocca,
presentò le difficoltà che in prima persona L’Erma di
soluzioni costruttive adottate, per poterle cimentarsi con un rilievo in un luogo quale un rilievo topografico della Villa, che lo dovette affrontare nella rilevazione del Bretschneider,
sfruttare nella costruzione della residenza Villa Adriana 2.3.1. La pianta generale del impegnò per due anni e che svolse tenendo sito. Tale prefazione, però, quando venne Roma 1998, p.454
presente le indicazioni del Ligorio. Proprio pubblicata la pianta nel 1671 nel testo del 2.3.3
Fig. 2.3.1 Pirro a quest’ultimo per lungo tempo venne Kircher 2.3.3, venne ignorata, attribuendo la Athanasius
Ligorio, Pianta del ascritta la grande pianta pieghevole, Kircher, Latium
complesso sud
redazione al Ligorio: il Kircher fece infatti vetus et novum,
nonostante nell’introduzione alla reincidere la pianta del Contini con Amsterdam, 1671.
Dechiaratione generale, libretto esplicativo

Fig. 2.3.4
Gismondo Stacha,
Ricostruzione della
Villa, 1657, Roma,
Biblioteca Vaticana

30 31
Fig. 2.3.3
Francesco Contini,
Pianta di Villa
Adriana, Roma,
1668

2.3.4
E. Salza Prina l’aggiunta di un’iscrizione latina in cui tracciate altre piante, se non riproduzioni edifici permanenti come il casino Fede e il in possesso dell’area circostante il Ninfeo,
Ricotti, Villa veniva citato come mero disegnatore. La fantasiose della Villa. Ne fu un esempio la casino Liborio Michilli, oggi usati come dove fece erigere il sopracitato casino, ma
Adriana, il sogno di
stessa omissione fu presente anche nella vista a volo d’uccello dipinta da Giulio centro amministrativo l’uno e come sede le successive acquisizioni da diversi
un imperatore.
L’Erma di terza edizione del 1751 e anche in epoca Calderone sulla parete di un palazzo di del museo didattico l’altro. Intorno al 1725 proprietari estesero la sua proprietà al
Bretschneider, successiva con il Lanciani nel 1800 2.3.4. Tivoli, andata perduta, ma oggi nota grazie il conte Giuseppe Fede infatti acquistò punto da occupare tutta l’area delle
Roma, 2000, p. 54 L’aspetto più sorprendente della pianta del a due riproduzioni successive, una del 1657 quanto più poté dell’antica tenuta e nel Biblioteche, del Palazzo Imperiale, della
2.3.5 Contini (Fig. 2.3.3) risultò essere l’esteso di Gismondo Stacha (Fig. 2.3.4), l’altra di 1730 diede inizio ad alcuni scavi nei terreni Valle di Tempe, del Pecile, delle Piccole
E. Salza Prina
Ricotti, Villa prolungamento meridionale, arrivando a Domenico Palmucci della fine del 1700: si di sua proprietà. Già nel 1704 era entrato Terme e della Piazza d’Oro. Il tutto venne
Adriana, il sogno di comprendere anche i ruderi del colle di trattava di una tondeggiante roccaforte
un imperatore. Santo Stefano. Questa scelta fu molto circondata da mura e costellata da edifici Fig. 2.4.1 Giovanni
L’Erma di probabilmente dovuta al fatto che tali anch’essi rigorosamente chiusi in cinta Ristori Gabrielli,
Bretschneider, Pianta di Villa
Roma, 2000, p.54 rovine erano state citate dal Ligorio nella murarie 2.3.5. Adriana con i
Descrittione: più volte infatti il Contini si possedimenti del
basò sullo studio compiuto dall’architetto Conte Fede, 1770
degli Este, a volte criticandolo e
correggendolo, altre volte cadendo lui 2.4 La Villa tra il Seicento e il
stesso in errore, come fece ad esempio nel Settecento: una proprietà
riportare la presenza di un inesistente frazionata
teatro latino all’estremità settentrionale
della valle est. In ogni caso appare chiaro Nel corso del Seicento le terre occupate
come egli cercò di usare comunque la dalla Villa erano finite in possesso di circa
massima accuratezza nel documentare i quarantacinque proprietari che le avevano
rapporti tra la Villa e il paesaggio, così suddivise in appezzamenti irregolari
come l’interazione tra le parti che la coltivati o tenuti a pascolo, dove fra le
costituiscono e il progetto generale. rovine sorgevano i casolari dei fittavoli. Su
Dopo il lavoro del Contini non vennero alcuni ruderi furono eretti in seguito degli

32 33
2.4.1
W. L. Mac attestato dalla pianta redatta nel 1770 da notevolmente e il Grand Tour divenne un Fig. 2.5.2 Pier
Donald, J. A. Pinto, Leone Ghezzi,
Giovanni Ristori Gabrielli, dove l’area momento importante nell’educazione dei
La costruzione del Gallerie
mito da Adriano a occupata dalla Villa risultava frazionata in giovani aristocratici. Nonostante Roma sotterranee:
Louis Kahn, Electa, tanti campi e dove l’autore ritrasse ai lati avesse perso l’occasione di porsi alla guida sezone e pianta del
Milano, 1997 alcune vedute delle fabbriche agricole che della nascente cultura del Neoclassicismo, retro del soffitto,
pag.262 1724, Roma,
il conte Fede aveva eretto sulle proprie rimase comunque una tappa obbligatoria
Biblioteca
terre (Fig. 2.4.1). per una aggiornata formazione culturale e Apostolica
Alla fine del 1800 il complesso, nonostante per lo studio dell’antico. Vaticana, cod.
il tentativo del conte Fede di riunificarlo, Fu così che Pensionnaires francesi e ricchi Ottoboniano Lat.
3108
risultava essere ancora ripartito fra sette viaggiatori inglesi e tedeschi vennero a
grandi proprietà private, a loro volta Roma per verificare nella realtà le teorie
2.5.1
suddivise dagli appezzamenti dei numerosi apprese nel proprio paese e, già in sintonia E. Salza Prina
fittavoli. con il futuro Romanticismo, per cercare Ricotti, Villa
Questo poté spiegare come i visitatori del nelle campagne circostanti scenari Adriana, il sogno di
un imperatore.
Sette e Ottocento avessero avuto solo una pittoreschi e rovine, segno di una passata L’Erma di
visione frammentaria della Villa e come ricchezza e grandezza. Tali luoghi e Bretschneider,
mai le loro descrizioni sottolineassero una monumenti divennero oggetto sia di Roma, 2000, p. 58
percezione in sequenza e non unitaria del entusiastiche descrizioni, che di accurati
sito 2.4.1. rilievi o vedute più paesaggistiche: proprio
questo fascino dell’antico fece di Villa realmente, tanto da criticare la pianta del però osservare che il suo rilievo non fu così
Adriana il must imposto a ogni viaggiatore Contini che portò con sé nel suo secondo accurato, tanto da presentare errori non
diretto a Roma nel XVIII secolo. viaggio e di cui scrisse di non aver trovato spiegabili 2.5.1.
2.5 I Pensionnaires del XVIII secolo Testimonianza del numero crescente di in essa cose corrispondenti al vero, bisogna Diversi furono gli architetti che si
artisti e studiosi che fecero tappa alla Villa
Il Settecento fu un secolo d’oro per gli studi di Adriano furono le numerose firme Fig. 2.5.3 Charles‐
artistici e antiquari di Villa Adriana: nella lasciate sui muri e sulle volte di alcune Louis Clèrisseau,
Veduta dell’interno
prima metà del secolo i viaggiatori fra il rovine, come ad esempio nel criptoportico del vestibolo del
nord Europa e l’Italia aumentarono della Peschiera. cortile dell’acqua,
Uno dei primi visitatori settecenteschi a 1756
Fig. 2.5.1 Pier lasciare una documentazione sostanziosa
Leone Ghezzi, dei suoi studi antiquari sulla Villa fu il
Pianta del Teatro pittore romano Pier Leone Ghezzi, che vi
Marittimo, 1724,
Roma, Biblioteca soggiornò due volte, nel 1724 e nel 1742.
Apostolica In questi due viaggi ebbe modo di
Vaticana realizzare alcune vedute architettoniche e
alcune piante, come ad esempio quella del
Teatro Marittimo (Fig.2.5.1), interessandosi
non soltanto alle rovine più conosciute, ma
anche ad alcune fabbriche meno note,
come l’edificio di servizio nord e le gallerie
sotterranee. Il disegno in cui ritrasse
queste ultime (Fig.2.5.2), ad esempio,
illustrava come esse prendessero luce
tramite una serie di oculi disposti ad
intervalli regolari, rivelandone la struttura
di base con molta chiarezza. Sebbene il
Ghezzi dichiarò di preoccuparsi sempre di
documentare le cose come apparivano

34 35
Fig. 2.5.4 Charles‐ Fig. 2.5.7 A
Louis Clèrisseau, sinistra, Giuseppe
Accademia, veduta Pannini, Teatro
del Tempio di sud: i prospetti
Apollo, 1756, dell’edificio del
Museo palcoscenico e la
dell’Ermitage San veduta restaurata
Pietroburgo, dell’auditorio e
inv.n.2590 dell’edificio
rotondo, Roma,
1753
Fig. 2.5.8 A destra,
Thomas Hardwick,
Pianta e prospetto
frontale del
triclinio
scenografico,
1777, Londra,
Royal Istitute of
British Architects

sud tracciata dal Ligorio: si dimostra così


come fosse forte l’interesse avuto non solo
nei confronti della Villa stessa, ma anche
gli stessi soggetti raffigurati dal suo per le opere eseguite in sito da altri artisti e
preoccuparono di documentare nei loro Louis Clérisseau (Figg. 2.5.3 – 2.5.4),che si accompagnatore e maestro, studiosi. Nelle riproduzioni Adam rivelò
disegni l’attenzione per le rovine e proprio recò più volte alla Villa tra gli anni quaranta condividendone anche alcune una libertà e una creatività propria di un
da schizzi e piante in scala emerse la cura e cinquanta del Settecento e da cui attinse caratteristiche compositive (Figg. 2.5.5 ‐ architetto tirocinante, spinto da un
di tipo specialistico per certi particolari. Un per la propria esperienza personale per la 2.5.6). Fra i fogli oggi pervenuti compare interesse architettonico più che antiquario
esempio furono le riproduzioni di Charles‐ creazione dei suoi progetti. anche un ricalco della pianta del complesso e dalla voglia di accumulare un repertorio
Anche l’architetto scozzese Robert Adam,
Fig. 2.5.5 A accompagnato a Tivoli nel 1756 dallo Fig. 2.5.9 Giacomo
sinistra, Charles‐ stesso Clérisseau, ritrasse la Villa di Quarenghi, Veduta
Louis Clèrisseau, Adriano: in alcuni suoi disegni rappresentò del teatro sud,
Veduta dell’edificio verso ovest, 1777,
di servizio centrale Bergamo,
incorniciato dalla Biblioteca Civica
volta stuccata
delle Grandi
Terme, 1756

Fig. 2.5.6 A destra,


Robert Adam,
Veduta dell’edificio
di servizio centrale
incorniciato dalla
volta stuccata
delle Grandi
Terme, 1756

36 37
2.6.1
Fig. 2.5.10 John maniera plausibile l’aspetto originario degli il disagio che un architetto dell’epoca Mario Lolli
Soane, Piante delle Ghetti,
edifici sulla base di un attento esame dei avesse potuto avere nel cercare di
Grandi e Piccole Giambattista
Terme, 1780 resti seppur frammentari. Grazie al suo superare il vecchio metodo antiquariale Piranesi a Villa
lavoro, le riproduzioni in scala e le basato sul solo studio erudito: forte Adriana, in
ricostruzioni di un’importante fabbrica avrebbe dovuto essere infatti la necessità A.A.V.V Villa
della Villa raggiunsero per la prima volta il di possedere un accurato rilievo che Adriana, Silvana
Editore, Cinisello
pubblico. Egli infatti condusse unificasse i dati tecnici‐costruttivi, le Balsamo, 1988,
un’approfondita analisi sul Teatro sud che risultanze di attente misurazioni e p.184
lo portò alla restituzione di tre tavole restituzioni grafiche e gli elementi
raffiguranti la pianta, i prospetti e alcune emergenti da saggi di scavo con l'analisi
ricostruzioni (Fig. 2.5.7). metodologica delle fonti, al fine di
La Villa continuò a suscitare interesse produrre un'unica pianta, tale da
anche per tutta la seconda metà del XVIII permettere di cogliere in pieno il senso
secolo: l’architetto britannico Thomas della progettazione originaria nei ruderi
Hardwick vi si recò nel 1777 accompagnato sparsi 2.6.1 .
dall’amico architetto Giacomo Quarenghi Proprio l'importanza della comprensione
ed entrambi realizzarono disegni volti ad totale di un ricco impianto urbanistico
uno studio dettagliato del sito (Figg. 2.5.8 – quale potesse essere Villa Adriana fu ben
2.5.9); fu John Soane invece a redigere i presente in Giovanni Battista Piranesi, che,
disegni della pianta delle Grandi e Piccole tra tutti gli artisti, archeologi e architetti
Terme nel 1780 (Fig. 2.5.10). che nell'arco dei cinque secoli passati
studiarono il sito, si impose come il suo
interprete più ispirato.
Piranesi visitò Roma per la prima volta nel
2.6 La Villa e Giovanni Battista 1740 all'età di vent'anni e l'esperienza
Piranesi determinò il corso della sua vita. Dopo
esservisi stabilito definitivamente nel 1747,
Da quanto detto emerge dunque il ruolo egli si dedicò fino alla fine dei suoi giorni
fondamentale svolto dal disegno nel all'indagine sistematica della città, in
diffondere notizie intorno alla Villa e come particolare dei suoi monumenti antichi, e,
fu il sito stesso, attirando architetti da tutta rinnovando la tecnica dell'incisione
Europa, a facilitare lo scambio di idee e all'acquaforte, realizzò una serie di stampe
teorie in materia di architettura. Se la di grande effetto che, per la cura dei
maggior parte degli artisti e architetti che dettagli, le dimensioni e la grandiosità della
visitarono Villa Adriana nel Settecento concezione, non avevano pari.
sembrò essersi accontentata di disegnare Fu però Villa Adriana che rappresentò ai
solo le costruzioni più spettacolari, poco suoi occhi l'espressione massima della
dopo la metà del secolo cominciò la pratica vitalità e della varietà dell’architettura
di condurre indagini più approfondite. romana. Numerose furono le prove a
Malgrado tanto secolare fervore di studi e sostegno della tesi che negli ultimi anni di
l'impegno di tanti studiosi, il problema dei vita Piranesi stesse preparando la
rilievi scientifici di Villa Adriana, sia per pubblicazione di un'indagine approfondita
di forme cui fare riferimento in seguito, al Tappa importante negli studi su Villa quanto riguarda l'impianto planimetrico della Villa, summa dei suoi lunghi studi
momento della realizzazione di un Adriana fu la documentazione lasciata nel generale ed i rapporti tra le varie fabbriche, sull'architettura romana. La morte,
progetto. L’esecuzione dei suoi disegni fu 1753 dall’architetto Giuseppe Pannini, che che per quanto riguarda le misurazioni sopraggiunta nel 1778, gli impedì di
per questo abbastanza sommaria, rivolta si preoccupò principalmente di parziali di dettaglio dei singoli edifici, era portare a termine il grandioso progetto, col
soprattutto a cogliere i rapporti essenziali documentare con accuratezza ciò che però allora ben lontano dall'essere risolto. risultato che parti significative di questa
tra spazi e volumi e tra luci e ombre. aveva trovato sul sito e di ricostruire in Si può oggi dunque immaginare quale fosse ricerca andarono perdute o rimasero

38 39
inedite, mentre altri frammenti postumi, e proprio il nome di Francesco Piranesi, brillante figlio e liquidata dagli archeologi tranne alcuni dettagli, come la dedica al re
dati alle stampe dal figlio Francesco, furono seguito dalla data 1771, documentò la come opera di fantasia. Diversi furono gli di Polonia, Stanislao Poniatovski, aggiunti
largamente ignorati. presenza dell’allora tredicenne figlio interrogativi sulla paternità sia del dal figlio.
L'interesse che Piranesi ebbe nei confronti dell'artista. Tutte queste incisioni furono commento che della pianta della Villa: fino La Carta Ichnografica della Villa Adriana
della Villa di Adriano raggiunse l'apice altrettante testimonianze delle intense a qualche tempo fa la firma e la data di (Fig. 2.6.1), divenne un documento di
appena prima del 1778, ma sui suoi resti ricerche portate avanti nel sito fra il 1765 e pubblicazione avevano indotto gli studiosi notevole interesse per lo studio e la
egli lavorò per tutta la vita. Un graffito del il 1774 e confermarono che la pianta della ad attribuirne al figlio di Piranesi la conoscenza del sito, fornendo importanti
1741 nel criptoportico dell'edificio con Villa fu il frutto di un lavoro durato dieci redazione; ma un interessantissimo notizie su quel che ne precedette la
Peschiera attestò infatti la sua presenza anni. disegno preparatorio custodito presso la pubblicazione: enorme, era stato redatto a
poco dopo l'arrivo a Roma. Negli anni ‘40 e Nel 1781, tre anni dopo la morte di Certosa di San Martino a Napoli, con note e scala identica alla pianta pubblicata e i sei
‘50 del secolo, egli si recò più volte a Giovanni Battista, Francesco diede alle passi scritti da Piranesi padre, non lasciò grandi fogli che lo componevano erano
disegnare sul sito e spesso in compagnia di stampe la grande Pianta delle fabbriche dubbio che l'autore fosse proprio lui e non corrispondenti esattamente alle tavole di
artisti stranieri. Altre scritte incise sui muri esistenti nella Villa Adriana, trascurata Francesco. Pertanto ci si convinse che le quello. Dei sei fogli uniti, il secondo recava
attestarono l'attività dei suoi collaboratori dagli studiosi perché attribuita al meno tavole fossero state incise da Giovanni, la data del 1777 che, insieme le lunghe

Fig. 2.6.1 Giovanni


Battista Piranesi,
Carta Ichnografica
della Villa Adriana,
1777, Napoli,
Certosa di San
Martino

40 41
Fig. 2.6.2 Giovanni leggero per quelle soltanto ipotizzabili o rurale: ogni singola vigna venne
Battista Piranesi,
presunte, ricostruendo così la trama delle evidenziata, così come gli impianti
Pianta delle
Fabriche esistenti relazioni tra le varie parti: quello che non geometrici degli uliveti o il viale di cipressi
nella Villa Adriana, era visibile, né comprensibile dai pochi o i tracciati viari o i fossi vennero indagati
particolare del miseri lacerti di impossibile identificazione, nelle loro caratteristiche.
secondo foglio, ma che veniva reputato assolutamente Un altro tocco illusionistico fu quello della
1781
necessario per la definizione dell'impianto, lunga lastra marmorea dai bordi irregolari
venne così spesso completamente consumati, sorretta da grappe metalliche,
inventato. Piranesi impiegò inoltre linee sulla quale sembrava incisa la pianta. Si
punteggiate per individuare sia l'elaborata trattava di un’evidente allusione alla Forma
rete di vie, corridoi e ambienti sotterranei Urbis Marmorea, il modello in marmo
che le strutture al pianterreno. dell'antica Roma, di cui alcuni frammenti
L'estensione dell'area riprodotta, la ispirarono le descrizioni del sito date da
dimensione nord a sud misura oltre 2 km, Piranesi dopo il 1756. I bordi
pur non mettendo in ombra le costruzioni, apparentemente spessi della lastra
dava risalto al terreno: l'architetto e contrastavano con quelli regolari dei fogli,
progettista pose qui l'accento sulla accentuando l'illusione che la pianta fosse
topografia della Villa. Egli sfruttò incisa sul marmo anziché stampata su
magistralmente l'ombreggiatura per dare carta. Egli intensificò ulteriormente
spicco alle valli e ai crinali che definivano l'effetto sovrapponendo alla lastra altri
l'ampiezza del sito; i suoi contorni non frammenti: l'iscrizione dedicatoria e i bolli
erano inoltre illuminati da una sola fonte, laterizi, così come il tamburo e la parte di
2.6.2
W. L. Mac annotazioni di Giovanni Battista, eliminò elaborati si possono oggi individuare come fosse dal sole, ma da più punti. colonna dorica riportati con i punti
Donald, J. A. Pinto, qualunque dubbio riguardo alla paternità differenze concrete, presenti, in L'autore concentrò poi, con ottica già cardinali.
La costruzione del
dell'intero progetto. A partire dal suo particolare, non tanto nell'area centrale illuminista, l'attenzione sui ruderi esistenti, L'abbondanza di notizie grafiche riportate
mito da Adriano a inserendoli nel loro contesto agricolo‐ sulla pianta venne oltremodo arricchita da
Louis Kahn, Electa, ritrovamento ad opera di Roberto Pane nel della Villa, dove le due piante si presentano
Milano, 1997 1938 2.6.2 questo disegno divenne un abbastanza coincidenti, ma nelle aree più
pag.287 elaborato rappresentativo dell'opera di distanti e periferiche, dove tali differenze Fig. 2.6.3 Giovanni
Piranesi, facendo percepire due tendenze risultano maggiori, permettendo di Battista Piranesi,
2.6.3
E. Salza Prina principali che lo caratterizzavano: da una arricchire le conoscenze delle zone in Pianta delle
Ricotti, Villa parte la tendenza alla pittura scenografica, questione 2.6.3. Fabriche esistenti
nella Villa Adriana,
Adriana, il sogno di che lo portò a trascendere dalla struttura Vero artefice del lavoro fu dunque Piranesi particolare delle
un imperatore. archeologica, allontanandolo dal rigore padre, al quale venne così riconosciuto il note esplicative,
L’Erma di
Bretschneider, monumentale, dall'altra la tendenza merito di aver realizzato uno studio secondo foglio,
culturale lo spinse a rappresentare i fondamentale sulla Villa, divenendo anche 1781
Roma, 2000, p. 59
paesaggi oggetto della sua attenzione con un documento chiave nella storia delle
notevole fedeltà, conferendo rigorosità al descrizioni di siti archeologici.
documento di studio. Di queste due La pianta venne stampata su sei fogli (Tav.
tendenze la seconda dominò sulla prima, 2.6.1) formato in folio che, montati
attribuendo alla mappa un'importante insieme, raggiungevano la lunghezza di
valore archeologico. Il procedimento che oltre tre metri: la grande scala utilizzata
Piranesi seguì dunque per l'esecuzione (1:1000) e l’inarrivabile tecnica di incisore
finale della stampa fu molto probabilmente consentirono all’architetto di illustrare nel
lo studio dell'originale e l'elaborazione di dettaglio ogni elemento della Villa (Fig.
un disegno preparatorio sul quale prese 2.6.2). Da un’attenta analisi di tale
nota anche delle caratteristiche grafiche da documento emerge infatti l'uso di
adottare nel corso della fase dell'incisione convenzioni sofisticate, come il tratto
definitiva. Dall'analisi comparativa tra i due marcato per le strutture esistenti e il tratto

42 43
2.6.4
R.Pane, Le un esteso commento di 434 voci che incisioni di soggetti della Villa, Piranesi Fig. 2.6.4 Giovanni
Acqueforti di Battista Piranesi,
identificavano e analizzavano quasi ogni intendesse riunirle in un volume sulla
G.B.Piranesi, Veduta del muro
Napoli 1938, parte della Villa (Fig. 2.6.3). Nel commento antichità di Tivoli analogo a quelli su del Pecile, 1779,
pp.18‐19 Piranesi articolava i resti del sito in ventuno Albano e Cori pubblicati nel 1764. Getty Center,
zone, ciascuna delle quali veniva prima Tra il 1768 e 1778 Piranesi inserì tra le Resource
Collections
2.6.5 presentata e poi esaminata nel dettaglio, vedute di Roma dieci splendidi fogli
R.Hidalgo, Il
spesso ambiente per ambiente. Le dedicati a Villa Adriana: tavole di vedute
disegno
preparatorio di informazioni fornite erano di quattro tipi: molto fedeli però assolutamente prive di
Piranesi identificazioni fondate sulle funzioni piante, sezioni, rilievi di particolari o
conservato nel presunte, spesso fantasiose, dei ruderi; annotazioni sulle antiche tecniche
Museo di San
descrizioni ampie e solitamente accurate di costruttive. Eppure queste vedute
Martino a Napoli,
in Villa Adriana la ciascun elemento, che spesso risultavano estremamente fedeli alla
pianta del documentavano particolari poi andati situazione reale del monumento, forse
centenario 1906 – perduti; testimonianze preziose sui luoghi ancor più della pianta: dal confronto
2006, B. Adembri,
di ritrovamento delle opere d'arte; diretto tra la situazione ripresa da Piranesi
G. E. Cinque (a
cura di), Petruzzi, indicazioni sulla proprietà di ogni zona, e la situazione attuale degli edifici risulta
Città di Castello dalle quali era possibile ricostruire come infatti evidente come le vedute si siano
(PG), 2006. fosse suddiviso il sito all'epoca. 2.6.4 basate su di un rilievo archeologico
La pianta del Piranesi non si discostò molto dettagliatissimo(Figg. 2.6.4 – 2.6.7).
da quella del Contini, tanto da riprodurre I disegni delle fabbriche della Villa da lui
gli stessi errori: l’inesistente Teatro Latino, eseguiti fornirono dunque la testimonianza
il passaggio della via carrabile sotterranea più diretta ed eloquente del suo duraturo
Fig. 2.6.5 Giovanni
per i depositi di neve, l’angolo errato con interesse per il sito: considerate nel loro Battista Piranesi,
cui la via carrabile si immetteva nel Grande insieme, le raffigurazioni che Piranesi diede Veduta del Triclinio
Trapezio, l’inesistente connessione segnata della Villa costituirono un tema scenografico,
dal Contini tra il Grande Trapezio ed il predominante della sua opera, la cui 1769, Getty
Center, Resource
braccio ovest semicircolare del ninfeo degli importanza crebbe con il maturare
Collections
Inferi e, infine, il rilievo del ninfeo posto sul dell'artista, rappresentando al tempo
lato est dell’Accademia. Senza dubbio però stesso un modo nuovo di vedere e
Piranesi, che citò continuamente le misure documentare il passato. Oltre a fornire una
dei vari edifici da lui controllati, rilevò di testimonianza inestimabile sui ruderi
nuovo tutto il complesso e fu dove non era adrianei e sul loro rapporto con il
possibile vedere quello che c’era e quello paesaggio circostante, le vedute e
che succedeva che molto probabilmente si soprattutto la pianta si posero come
lasciò influenzare dal suo predecessore 2.6.5. altrettanti momenti cruciali della storia
Dal commento che Francesco Piranesi della descrizione dei siti archeologici, il cui
incise aggiungendo la dedica al re di valore risiedeva tanto nella maniera di
Polonia, si poté inoltre notare come la interpretare i resti quanto in quel che
pianta avrebbe dovuto essere veniva documentato. Piranesi applicò con
accompagnata da altre piante più rigore e autorevolezza di gran lunga
dettagliate di singoli nodi e della rete di maggiori che in qualsiasi suo studio
passaggi sotterranei, come pure da una antiquario precedente i principi che aveva
pianta generale mirante a dimostrare il formulato intorno al 1755, arricchendo la
rapporto esistente fra la villa e altri ruderi raccolta di disegni analitici, piante e commento alla pianta, dove si appropriò sua esigenza di raggiungere il traguardo
dei dintorni. Evidentemente, queste piante sezioni. In più, ricreò strutture cadenti o della nomenclatura dell’Historia Augusta ultimo: una ricostruzione completa del
non furono mai date alle stampe, ma scomparse tracciandone una pianta per interpretare la funzione e il significato sito, realizzata nella pianta.
potrebbe essere plausibile che, insieme alla ipotetica e ove possibile rifacendosi ad di alcune fabbriche della Villa. Il ricorso a Piranesi guardò alla diversità e alla capacità
pianta maggiore e ai sedici disegni e antiche fonti letterarie, come nel caso del questi mezzi nacque però soprattutto dalla inventiva degli antichi come a una fonte

44 45
Fig. 2.6.6 Giovanni 2.7 Lo studio del sito agli inizi del XIX Fig. 2.7.1 Antonio
Battista Piranesi, Nibby, Viaggio
secolo
Veduta del portico antiquario ne'
della Peschiera, contorni di Roma,
1776, Getty L’interesse per la Villa rimase vivo anche frontespizio, 1827
Center, Resource per i primi decenni del XIX secolo con
Collections ricercatori che si avvicinarono allo studio
del sito con una sensibilità più moderna
verso l'organizzazione del sapere.
Il lavoro di archeologi quali Antonio Nibby
e Luigi Canina fu più razionale di quello dei
loro predecessori; allo stesso modo due
architetti loro contemporanei, Luigi Rossini
e Agostino Penna, ripresero l'indagine della
Villa dove Piranesi l'aveva interrotta, con
finalità didattiche e risultati espressivi
molto diversi.
Nella prefazione alla commento di una
mappa dei dintorni di Roma da lui
pubblicata nel 1827, Nibby descrisse il suo
interesse per le fonti originali e la sua
diligente ricerca di documenti. L'approccio
Fig. 2.6.7 Giovanni dell'autore avvenne attraverso un'analisi
Battista Piranesi, metodica che diede basi moderne e più
Veduta della sala scientifiche allo studio dei siti archeologici
ottagonale delle
Piccole Terme,
delle località vicine a Roma. L'analisi incoerenze rilevate; pur procedendo con 2.7.1
W. L. Mac
1777, Getty sistematica dell'agro pontino portò Nibby cautela, fece notare come non rimanessero Donald, J. A. Pinto,
Center, Resource alla Villa, che occupò uno spazio tracce del cosiddetto teatro latino e La costruzione del
Collections preminente nel suo Viaggio antiquario ne' mito da Adriano a
riguardo alla sala sud affermò che la pianta
contorni di Roma (Fig. 2.7.1), edito con un Louis Kahn, Electa,
escludeva la possibilità che si trattasse di Milano, 1997
adattamento della pianta del Piranesi. Nel un Odeon. Parlando delle gallerie pag.349
1827 fu data alle stampe la Descrizione sotterranee, osservò inoltre come alcune
della Villa Adriana, resoconto ampliato che porzioni dei muri fossero scavate nel tufo,
prendeva in considerazione le fonti antiche laddove secondo Piranesi si trattava di
quali l’Historia Augusta, ripercorrendo la laterizi, sfruttando dunque le notizie
storia del sito fino al medioevo; nel testo ricavate dagli scavi recenti.
Nibby commentò anche come la maggior Anche Luigi Canina, architetto piemontese,
parte degli autori che si erano occupati operò nella città eterna per più di un
della Villa non avessero quasi fatto altro ventennio e divenne un autorevole
che copiarsi a vicenda, con chiaro interprete di Villa Adriana. Un’ampia
riferimento sull'estesa influenza dei dissertazione su quest'ultima infatti si
manoscritti del Ligorio. trovava nel quinto e sesto volume in folio
Nibby si rivelò un osservatore attento e il della sua monumentale pubblicazione sui
suo lavoro fu ricco di utili informazioni: egli siti antichi nei dintorni di Roma 2.7.1, edita
2.6.6
W. L. Mac d'ispirazione per un'architettura creativa superavano ogn’altro tanto per la loro
suddivise le rovine della Villa in dodici nodi, nel 1856. Il testo era accompagnato da una
Donald, J. A. Pinto, del suo tempo: le osservazioni conclusive magnificenza, che per l'ornamento, e per la
la cui denominazione derivava gran parte pianta dettagliata (Fig. 2.7.2) che si rifaceva
La costruzione del che scrisse sul grande rilievo della Villa loro vaga, e bizzarra figura: Dalle quali
mito da Adriano a dall’Historia Augusta. Egli guardò al rilievo di Piranesi e da venticinque tavole
riuscirono a riassumere mirabilmente le cose, molto possono profittare i professori
Louis Kahn, Electa, criticamente gli studi esistenti, servendosi che documentavano il sito come appariva
Milano, 1997 sue convinzioni: "Conviene perfine di Architettura”. 2.6.6
di prove materiali per confutare le all'epoca, ricostruendone l'aspetto
pag.300 persuadersi, che gli Edifizij di questa Villa

46 47
2.7.3
Fig. 2.7.2 Luigi in molte parti per quanto lo hanno Cfr. Luigi
Canina, Pianta di Rossini, Antichità
permesso le mie forze, atteso che al
Villa Adriana, dei contorni di
particolare, 1856 presente questa villa è ridotta a boscaglie, Roma, ossia le più
ed in molti luoghi è impraticabile, e a vigne famose città del
nelle quali non si permette di fare degli Lazio: Tivoli,
scavi: e ciò sarebbe di grandissima spesa e Albano,
Castelgandolfo,
d'impossibilità alle mie forze.” 2.7.3 (Fig. Palestrina Tuscolo,
2.7.6) Dall'esame delle quattro stampe che Cora, Ferentino.
rappresentano architetture della Villa Roma, 1826.
raffigurate anche da Piranesi stesso, 2.7.4
Cfr. Agostino
emerse come Rossini riprese composizioni Penna, Viaggio
e punti di vista di quest'ultimo, pittorico, Roma,
apportandovi solo qualche leggera 1831 ‐ 1836
modifica; nei tre casi in cui invece affrontò
altri aspetti della Villa, cui il suo
predecessore non si era occupato,
raggiunse esiti originali.
Lo studio più ambizioso e approfondito di
Villa Adriana condotto agli inizi
dell’Ottocento venne rappresentato nei
quattro volumi del Viaggio Pittorico,
risalenti al 1831‐1836, di Agostino Penna,
che così scrisse: “Vedendo poi io che di
questa Villa di singolare magnificenza […]
ogni dì cresceva il disfacimento delle sue
fabbriche, e che un giorno non vi sarebbe
più idea di una così sorprendente antichità,
[…] pensai, nell’anno 1831, di formare
un’Opera di questa delizia, intitolata
VIAGGIO PITTORICO DELLA VILLA ADRIANA,
incominciando dal suo antico ingresso
vicino al ponte Lucano, e terminando alli
così denominati colli si Santo Stefano,
2.7.2 originario: tali ricostruzioni tradivano il riproduzione delle gallerie sotterranee ad un riconoscimento all'omonima grande disegnando ogni monumento con la
Cfr. Angelo
Uggeri, Journées ricorso a una gamma di fonti, in esempio di Pronti (Fig. 2.7.4) indicò la opera del 1756 del suo illustre maggior fedeltà, scoprendo, e misurando
pittoresques dans particolare nei fogli relativi al recinto qualità relativamente povera di queste predecessore. Del 1826 era invece tutte le sue proporzioni”. 2.7.4
les environs de dell'isola. stampe in formato ridotto, che tuttavia Antichità dei contorni di Roma (Fig. 2.7.5), I primi due volumi contenevano 137
Rome, 30 voll., vedute della Villa come appariva all’epoca
Roma, 1800‐1804. Durante il primo quarantennio dell'800 vi svolsero un ruolo importante nel secondo volume di studi dedicati di città e
fu dunque una proliferazione senza diffondere la fama del sito. siti archeologici della campagna romana, e una pianta pieghevole tratta dal Piranesi
precedenti di stampe raffiguranti Villa A differenza della maggior parte dei contenente nove vedute di Villa Adriana e (Fig. 2.7.7). A ogni tavola l’autore dedicò
Adriana: il sito attirava visitatori con vedutisti dell'epoca, Luigi Rossini diede una pianta generale del sito, tratta una pagina, commentando di volta in volta
sempre maggiore frequenza e in invece un contributo concreto alla anch'essa da Piranesi, di cui scrisse: le immagini e consentendo così al lettore di
proporzione cresceva la richiesta di valutazione della Villa in quanto oggetto “Questa pianta l'ho ricavata da quella di esaminare importanti elementi poi andati
immagini poco costose delle sue dello studio storico dell'arte. Sin dall'inizio Pirro Ligorio che fu rettificata da Pietro perduti, oppure sottovalutati dagli studiosi
pittoresche rovine. Per questo incisori di fu consapevole dell'eredità lasciata da Contini a spese del Card. Barberini, e da di epoche successive.
scarso talento, tra i quali Domenico Piranesi: il titolo della sua prima serie quella del Piranesi figlio, presa da questa Nell’introduzione al primo volume, Penna
Pronti e Angelo Uggeri 2.7.2 (Fig. 2.7.3), importante di grandi stampe, Le antichità ma disegnata dall'architetto francese Mons selezionò quattro autori i cui lavori sul sito
approfittarono della situazione: la romane, pubblicata tra il 1819 e il 1823, fu Gondouin, la quale da me è stata riveduta meritavano un encomio, Pirro Ligorio,

48 49
Fig. 2.7.6 Luigi
Rossini, Pianta di
Villa Adriana, 1826

Francesco Contini, Giovanni Battista avevano già creato. Nel commento l’autore occupati della Villa e delle sue opere particolare attenzione ai bolli laterizi e alle
Piranesi e Antonio Nibby, dichiarando di valutò questi e altri studiosi che si erano artistiche, contestando le opinioni dalle tecniche di costruzione. Nella
voler costruire, basandosi su quanto essi quali dissentiva, e fornì una panoramica presentazione dei ruderi, egli seguì un
storica del sito e degli scavi, dedicando itinerario organizzato in maniera tale che
Fig. 2.7.3 Angelo
Uggeri, Vedute
Fig. 2.7.4
pittoriche della
Domenico Pronti,
Villa Adriana,
Via sotterranea
particolare del
che conduce agli
Padiglione di
inferi della Villa
Tempe, 1808
Adriana, n. 87.
Roma 1775

50 51
Fig. 2.7.7 Agostino
Penna, Pianta di
Villa Adriana,
estratto centrale,
1831‐36

ogni veduta e relativa didascalia le convenzioni bidimensionali di una pianta l’esistenza tramite riproduzioni di testi
Fig. 2.7.5 Luigi conducessero alla fabbrica successiva, generale. Nel suo itinerario, egli fornì le precedenti. Per portare a termine il terzo e
Rossini, Antichità
dei contorni di
quasi che il lettore passeggiasse con lui per misure dei principali complessi mostrati e il quarto volume, Penna si servì anche di
Roma, la tenuta. documentò i luoghi di rinvenimento delle altri disegnatori, ma ciò non tolse la sua
frontespizio, 1826 Il contributo del Penna alla principali opere d’arte. paternità della maggior parte dei disegni
documentazione della Villa fu molteplice e Negli altri due volumi del Viaggio Pittorico preparatori alle incisioni (Figg. 2.7.8 –
la ricerca pittorica esauriente; in molti casi, venne elencato in 143 tavole il contenuto 2.7.12)
anzi, le sue furono le uniche illustrazioni artistico della Villa che comprendeva
esistenti di edifici importanti quali la sculture, pitture, mosaici e altri ornamenti.
rotonda del parco, la sala sud, la cisterna Penna fu il primo a riunire su carta le opere
della terrazza est e altre. La sensibilità da d’arte disperse e le rovine architettoniche
lui dimostrata nei confronti del sito si di Villa Adriana, presentandole secondo
estendeva fino ai dintorni; le sue vedute l’ordine del loro ritrovamento e citando
illustravano variazioni di livello, integrando anche pezzi andati perduti di cui conosceva

52 53
Fig. 2.7.8 Agostino
Penna, Veduta
generale degli
avanzi della Villa
Adriana, 1830

Fig. 2.7.9 Agostino Fig. 2.7.10


Penna, Viaggio Agostino Penna,
Pittorico della Villa Viaggio Pittorico
Adriana Roma, della Villa Adriana
Teatro Greco (Tav. Roma, Portico del
n.4), 1831‐ 1836 Pecile (Tav. n. 8),
1831‐ 1836

54 55
2.8.1
Fig. 2.7.11 2.8 Gli Envois di Roma Blondel fu il primo: egli redasse alcune AA. VV., Italia
Agostino Penna, antiqua: envois
piante dello stato effettivo e di un possibile
Viaggio Pittorico degli architetti
della Villa Adriana A partire dalla seconda metà restauro del recinto dell'isola, portando a francesi (1811‐
Roma, Esterno del dell'Ottocento e fino al 1963 il termine un buon lavoro considerate le 1950) : Italia e
quartiere (Tav. n. regolamento dell’Accademia di Francia a condizioni di resti. A lui seguì Charles area mediterranea
83), 1831‐ 1836 : École nationale
Roma prevedeva per gli architetti Girault, che visse a Roma sei anni e scelse
supérieure des
Pensionnaires l’obbligo di “spedire” per i suoi studi il cortile dell'acqua e beaux‐arts, Parigi,
(“envoyer”) a Parigi i rilievi di architetture dintorni immediati; i disegni (Tav. 2.8.9‐ 12 febbraio‐21
antiche accompagnati dalle loro 2.8.14) che presentò alla commissione nel aprile 2002,
restituzioni. Questi Envois, che avrebbero 1885 comprendevano le piante richieste Accademia di
Francia a Roma,
dovuto costituire una collezione, dei ruderi allo stato effettivo e restaurati, Villa Medici,
suscitarono un rinnovato interesse perché cui si aggiungevano le sezioni trasversali e Roma, 5 giugno‐9
spesso risultarono essere gli unici longitudinali delle rovine e il restauro di settembre 2002.
documenti dei monumenti antichi. Fu così entrambe. École
nationale
che i vincitori del Prix de Rome laureati in Il terzo allievo di Daumet che approdò alla supérieure des
architettura all’Ecole des Beaux‐Arts Villa fu Pierre‐Joseph Esquié, il quale scelse beaux‐arts, Parigi,
andarono alla ricerca di siti archeologici di esaminare il terreno tra l'area del tempio 2002, pag .92.
fuori città, proprio come Villa Adriana. dorico e il cortile dell'acqua,
Il primo architetto tra questi che lavorò corrispondente a circa la metà del
effettivamente alla Villa fu Pierre‐Jérome‐ territorio rilevato dal maestro trent'anni
Honorè Daumet: egli, in particolare, studiò prima. Forse fu proprio quest'ultimo a
la zona situata tra l'area del tempio dorico chiederglielo, perché nel frattempo, con
e l'altro estremo del cortile dell'acqua, l'acquisizione da parte dello stato della
Fig. 2.7.12 compresi gli edificio di servizio nord e parte centrale della Villa, le Terme con
Agostino Penna,
l'edificio con peristilio e vasca. Gli esiti heliocaminus erano state in parte
Viaggio Pittorico
della Villa Adriana della sua indagine, presentati nel 1859, disboscate e si era fatta luce su un certo
Roma, Valle del comprendevano una pianta di ruderi numero di dettagli in altre zone della
Canopo (Tav. n. esistenti e una loro ricostruzione accurata, tenuta. Esquié, che terminò il lavoro nel
97), 1831‐ 1836
seppure generica, come pure uno 1887, ricostruì anche in sezione
spettacolare panorama delle rovine viste longitudinale l'area che univa in linea retta
da nord‐est e nord ovest (Tav. 2.8.1– gli edifici del cortile delle fontane alle
2.8.8). Daumet conosceva sicuramente il fontane della residenza, adottando come al
manoscritto del Ligorio e la piante del solito una serie eclettica di elementi interni
Contini e di Piranesi, così come gli studi (Tav. 2.8.15‐2.8.20).
degli architetti successivi. Egli, L'unico dei quattro architetti a sconfinare
riconoscendo l’esigenza primaria di nuovi dal territorio studiato da Daumet e a
scavi, pose l’attenzione sulla composizione condurre le ricerche più approfondite fu
del sito: “Si è colpiti in primo luogo dalla Louis‐Marie‐Henri Sortais: tra i dodici
libertà che sembra aver condizionato disegni del suo studio (Tav. 2.8.21‐2.8.29),
l’articolazione della pianta, ma si è ben portato a termine nel 1893 dopo una
presto convinti del carattere giudizioso e campagna di scavi, comparivano le
pieno di risorse della disposizione di ogni consuete due piante richieste, relative in
parte che, nonostante l’irregolarità, questo caso al triclinio scenografico e ai
partecipa all’insieme producendo effetti dintorni.
pittoreschi”. 2.8.1 Nel 1913 fu Charles‐Louis Boussois che si
Quattro dei suoi allievi architetti, vincitori cimentò con l'indagine della Villa: egli
del Prix de Rome, lavorarono alla Villa in sottopose alla commissione dodici disegni
periodi consecutivi dal 1876 alla 1893. Paul del Canale scenografico e dintorni, tra cui

56 57
Tav. 2.8.1 Tav. 2.8.2

Pierre‐Gérôme‐ Pierre‐Gérôme‐
Honoré Daumet, Honoré Daumet,
Villa tiburtina Villa tiburtina
dell’imperatore dell’imperatore
Adriano, stato Adriano,
attuale, pianta restituzione,
della parte nord‐ pianta della parte
est della Villa, nord‐est della
Roma, marzo 1860 Villa, Roma, aprile
1860
È la pianta dello
stato di fatto È la pianta
dell’epoca della “restituita” della
parte centrale zona del Palazzo e
della Villa della Piazza d’Oro:
comprendente risulta precisa
l’area che si tranne alcune parti
estende dalla poco definite,
Piazza d’Oro a sud‐ come l’area
est (nella parte dell’Edificio con
superiore della Tre Esedre, dello
tavola), sino alla Stadio e
terrazza di Tempe dell’Heliocaminus,
(nella parte ed una serie di
inferiore) con la giardini resi
conserva d’acqua secondo uno
a nord‐ovest. Si spirito alla
possono Schinkel.
distinguere Relativamente alla
nell’area centrale i planimetria delle
corpi delle Tre Esedre,
Biblioteche e del Daumet non
Teatro Marittimo, accoglie alcuni
mentre a destra suggerimenti
parte del Pecile. presenti nella
Colpiscono sia la rappresentazione
scarsità dei resti della pianta della
riconoscibili nel Villa resa da
1860 del Teatro Piranesi. Troppo
Marittimo, sia la regolarizzata, a
quasi parziale pentagono, appare
mancanza di la parte della
murature terrazza superiore
emergenti nelle di Tempe. La parte
aree del Palazzo e a nord‐est del
degli Hospitalia. In Palazzo viene
asse con il segnata
diametro del simmetricamente
Teatro Marittimo richiusa a C, come
Daumet rileva un una platea
monumento sopraelevata.
minore, come Raffigura, inoltre,
anche la fontana a nord del muro di
ad esedra. dell’Ottocento le parti più evidenti fossero il Vestibolo contrario, la parte nord‐occidentale del Palazzo spina del Pecile un
L’Heliocaminus e lo e il Padiglione della Piazza d’Oro, la Sala dei Pilastri sembrerebbe quasi completamente vuota, con giardino a forma di
Stadio appaiono Dorici, il cosiddetto Vestibolo di Palazzo, la Caserma l’andamento planimetrico delle murature poco circo con obelisco
appena accennati. dei Vigili, il Triclinio Imperiale con gli Hospitalia, i comprensibile a destra della parte repubblicana. centrale.
Si ricava così come gruppi gruppi delle Biblioteche e la sala dei Filosofi, di
alla seconda metà cui però la fronte era completamente interrata. Al

58 59
Tav. 2.8.3

Pierre‐Gérôme‐
Honoré Daumet,
Villa tiburtina
dell’imperatore
Adriano, stato
attuale, parte
dell’elevato verso
la via Tiburtina,
Villa Adriana,
settembre 1859

È la raffigurazione del fronte nord‐occidentale di tavola, nella parte bassa, si intravede la platea ove piano ancora inferiore. Molto ben rappresentata è intravede sullo sfondo la semicalotta del grande
un’ampia porzione della Villa, dall’affaccio verso la sorgeva la tholos di Venere Cnidia, ma di cui non anche l’Aula absidata dei Filosofi di collegamento tra Triclinio Estivo. Infine nella parte centrale della sezione
Valle di Tempe (a sinistra) sino ad un settore del muro esistevano che tracce labili all’epoca. Anche del muro Pecile ed isola, che si “appoggia” al perimetro esterno compare la cupola ad unghie e fusi del Vestibolo della
di spina del Pecile (a destra). È accuratamente di spina del Pecile è segnato molto accuratamente lo del Teatro Marittimo. Al di sotto sono resi Piazza d’Oro.
disegnata la serie di sostruzioni che contraffortano la stato di consunzione, specialmente della parte bassa. efficacemente i ruderi della “conserva d’acqua”,
terrazza delle Biblioteche, con ottima resa grafica del Daumet restituisce una doppia serie di sostruzioni su depurati dalle aggiunte settecentesche. Dietro il
degrado delle murature. All’estrema sinistra della due livelli: una subito dietro le Biblioteche, l’altra su un Teatro Marittimo, prima della Biblioteca Greca, si

Tav. 2.8.4

Pierre‐Gérôme‐
Honoré Daumet,
Villa tiburtina
dell’imperatore
Adriano, stato
restituito, parte
dell’elevato verso
la via Tiburtina,
Roma, aprile 1860

La restituzione presenta lo schema centrale relativo aperture, anziché le tre esistenti. Nella parte superiore Biblioteca Greca viene disegnata con una
alle sostruzioni della valle di Tempe modellato della tavola, tra il Teatro Marittimo che Daumet terminazione a torretta su uno dei corpi di fabbrica.
secondo i “restauri grafici” idealizzati delle scale disegna coperto a cilindro e la Biblioteca Greca, è All’estremità sinistra sono restituiti il Padiglione di
simmetriche dei santuari laziali ellenistico‐romani di idealizzata in dimensioni superiori al vero la Tempe e, sullo sfondo, il Padiglione ad esedra della
età repubblicana. A questi si ispira l’interpretazione semicalotta del Triclinio Estivo; sulla sinistra sullo Piazza d’Oro che si affaccia verso Tempe.
della Sala dei Filosofi che Daumet disegna senza sfondo compare un’altra copertura, probabilmente
alcuna traccia di arco, ma con paraste intercluse nella quella del Vestibolo di Palazzo. Leggermente più a
muratura nell’ordine superiore; per il piano inferiore, destra sempre sullo sfondo si vedono restituiti i gruppi
di cui non poteva vedere i resti a terra, riportò cinque della Caserma dei Vigili e dell’Heliocaminus. La

60 61
Tav. 2.8.5

Pierre‐Gérôme‐
Honoré Daumet,
Villa tiburtina
dell’imperatore
Adriano, stato
attuale, parte
dell’elevato sulla
valle di Tempe,
Villa Adriana,
settembre 1859

È la veduta lunga della parte della valle di Tempe del appare anche il rudere a destra del cosiddetto
fronte est della Villa con i vari corpi di fabbrica del stallone, avancorpo a C che il Piranesi segnava come
Palazzo nella parte centrale e, sullo sfondo, le Tempietto. Sullo sfondo è disegnata una prosecuzione
murature alte, del Triclinio Estivo e della Caserma dei ideale: si intravede la Biblioteca Greca con davanti
Vigili, segnate più leggere perché in lontananza. parte del triclinio della Biblioteca Latina. Molto in
Sull'estrema destra si vede la Biblioteca Greca, mentre lontananza, su un'unica prospettiva idealmente
sono riconoscibili il fronte ad arcate del cosiddetto "schiacciata", si notano infine le murature alte della
Stallone ed una lunga serie di sostruzioni ad arcate al Caserma dei Vigili.
di sotto della parte repubblicana del Palazzo. A .
sinistra è rappresentata l'intera zona della Piazza
d'Oro da sotto, con i ruderi del Padiglione ad esedra
che guarda verso la valle di Tempe, ove sono
riconoscibili alcuni degli speroni. Ben rappresentato

Tav. 2.8.6

Pierre‐Gérôme‐
Honoré Daumet,
Villa tiburtina
dell’imperatore
Adriano, stato
restituito, parte
dell’elevato sulla
valle di Tempe,
Roma, aprile 1860

Nella restituzione del fronte lungo della Palazzo visto "casa sud" della Piazza d’Oro, ipotizzata come un
da nord‐est, ossia dalla vallata di Tempe, colpisce oltre corpo a simmetria biassiale sormontato da due piccole
alla raffigurazione della torretta al di sopra della torrette. Nella parte centrale del Palazzo si notano due
Biblioteca Greca, l'interpretazione del belvedere al di semicalotte contrapposte: sono le coperture del
sopra del cosiddetto Stallone della Padiglione di Vestibolo di Palazzo e del Triclinio Estivo. Il muro di
Tempe: l'intero edificio è immaginato a tre livelli più spina del Pecile è reso di scorcio, visto in prospettiva,
un coronamento coperto a tetto. Daumet interpreta la al di sopra delle lunghe sostruzioni della valle di
serie di sostruzioni della terrazza di Tempe come una Tempe.
sequenza di arcate e con un portico superiore. Il
padiglione di fondo a sud della Piazza d'Oro appare
cupolato con una copertura leggermente ribassata,
mentre quello ad esedra che si affaccia sulla valle di
Tempe é restituito con una semicalotta a tutto sesto.
All’estrema sinistra della tavola è visibile la cosiddetta

62 63
Tav. 2.8.7

Pierre‐Gérôme‐
Honoré Daumet,
Villa tiburtina
dell’imperatore
Adriano, stato
attuale (in basso)
e stato restituito
(in alto), sezione
longitudinale 1,
Villa Adriana,
settembre 1859 ‐
Roma, aprile 1860

È la vista in sezione, ripresa da ovest verso est, del terminazione a torretta della Biblioteca Greca,
Teatro Marittimo, di alcuni degli ambienti della Daumet nota che oltre i tre livelli indicati dalle volte
Biblioteca Greca, della fontana ad esedra e delle esistenti la costruzione si elevava oltrepassando le
sostruzioni della terrazza superiore delle Biblioteche. volte dell'altra parte del muro: egli pensava infatti che
Nella parte superiore della tavola è riportata una delle potesse levarsi una torre d'osservazione. Il passaggio
restituzioni meno verosimili del Daumet, in cui appare tra Biblioteca e Teatro Marittimo è accentuato da un
confuso il collegamento possibile tra i vari corpi della altro edificio minore a torre, di livello più basso. Per il
suddetta biblioteca. Il complesso è raffigurato isolato Teatro Marittimo, nella parte alta della tavola, viene
rispetto agli altri gruppi limitrofi, quello del Ninfeo restituita la volta a botte anulare dell'ambulacro.
repubblicano e della Biblioteca Latina. Riguardo la

64 65
Tav. 2.8.8

Pierre‐Gérôme‐
Honoré Daumet,
Villa tiburtina
dell’imperatore
Adriano, stato
attuale (in basso)
e stato restituito
(in alto), sezione
longitudinale 2,
Villa Adriana,
settembre 1859 ‐
Roma, aprile 1860

È la sezione longitudinale del Palazzo della Piazza l’ipotesi di una serie di colonnati intorno alle varie
d’Oro (a destra) sino al cortile delle Biblioteche (a corti del palazzo, digradanti sino al cortile delle
sinistra). La sezione non segue una linea unitaria, Biblioteche. Anche il portico della cortile delle
bensì una spezzata che varia in più punti e che rende Biblioteche stesse è rappresentato con spiovente verso
problematico il riconoscimento di vari ambienti. Dopo l'interno, mentre in realtà era coperto a terrazza e
il Vestibolo della Piazza d'Oro nello stato restituito è serviva di accesso a tali architetture. La sezione assiale
ipotizzato un collegamento con una serie di arcate con longitudinale dell'ultimo corpo edilizio alla sinistra
il resto del Palazzo. Tale sezione prosegue tagliata della tavola rappresenta il Ninfeo repubblicano, che è
lungo la Sala dei Pilastri Dorici di cui è correttamente reso perfettamente con la sovrapposizione della volta
resa la volta a botte del peristilio. Il disegno continua, a botte superiore su quella inferiore.
guardando il lato esterno del Vestibolo di Palazzo, con

66 67
Tav. 2.8.9 Tav. 2.8.10

Charles‐Louis
Charles‐Louis Girault, Villa di
Girault, Villa di Adriano, palazzo
Adriano, palazzo dell’imperatore,
dell’imperatore, parte meridionale,
parte meridionale, pianta del
pianta del peristilio e delle
peristilio e delle costruzioni
costruzioni adiacenti,
adiacenti, stato restituzione, 1885
attuale, 1885
È la pianta
È un rilievo molto restituita della
preciso dello stato tavola precedente:
di fatto della Girault ipotizza
Piazza d’Oro. uno stretto portico
Girault sottolinea di collegamento
l'aspetto tra il Palazzo e il
considerevole delle Vestibolo della
sostruzioni erette Piazza d’Oro di cui
al di sotto della ora non resta
collinetta di tufo traccia. Ben
sulla cui sommità è restituita è la
stata ricavata tale coenatio con un
architettura, ulteriore portico
segnandone con semicircolare
estrema cura i estroflesso
ruderi a sud‐est anteriore, aperto
dell'ambiente verso l'arena. La
mistilineo. Sono "casa sud" della
delineati con Piazza d'Oro è
molta precisione rappresentata con
anche i due corpi una serie di
minori ad esedra ai particolari non
due lati del verificabili oggi a
Vestibolo. Meno causa del degrado
chiaro è invece il dell'edificio e del
rilievo dell'area del suo crollo parziale.
cortile centrale: A differenza del
Girault tratteggia Piranesi Girault
all'interno del aggiunge una serie
peristilio una serie di dettagli forse di
di elementi sparsi fantasia. Egli
di vario genere, ipotizza poi una
curvilinei e sorta di portico
mistilinei, che girante su tre lati;
potrebbe aver rappresenta molto
visto bene lo spazio
personalmente. ovale prospiciente
e segna
giustamente tre
pilastrini ad esso
addossati con la
duplice funzione di
contenimento e
ornamento.

68 69
Tav. 2.8.11

Charles‐Louis
Girault, Villa di
Adriano, palazzo
dell’imperatore,
sezione sull’asse
longitudinale del
peristilio, stato
attuale, 1885

È la sezione lunga dello stato attuale della Piazza scrupolosamente riportati inoltre i grandi archi di
d'Oro guardante verso gli edifici affacciantisi sulla scarico negli ambienti ad est del Padiglione di fondo
valle di Tempe. Le unghie della copertura ad ombrello della Piazza d'Oro.
del Vestibolo appaiono completamente appese nel
vuoto. Ben rappresentato anche nello stato di degrado
è il padiglione che dà sulla valle di Tempe. Sono

Tav. 2.8.12

Charles‐Louis
Girault, Villa di
Adriano, palazzo
dell’imperatore,
sezione sull’asse
longitudinale del
peristilio,
restituzione, 1885

È lo stato restituito della sezione precedente. Girault


disegna Piazza d’Oro coperta da una cupola a tutto
sesto, contraffortata da cupolette minori. Una cupola
leggermente ribassata ripara il padiglione guardante
la valle di Tempe. Il collegamento della Piazza d'Oro
con il resto del palazzo avverrebbe con un portico ad
arcate di accesso al Vestibolo. Corretta è la
restituzione in sezione del Vestibolo della Piazza d'Oro.

70 71
Tav. 2.8.13 È la sezione tagliata, guardando a sud, verso la parete
di fondo della Piazza d'Oro, eseguita esattamente al
Charles‐Louis centro del padiglione mistilineo. È reso molto bene il
Girault, Villa di decadimento fisico dei materiali: era già presente
Adriano, palazzo all'epoca la tamponatura nell'abside di sinistra,
dell’imperatore, mentre nell'ultimo corpo di destra esisteva il
sezione sull’asse passaggio con riprese e restauri laterizi.
trasversale del
peristilio, stato
attuale, 1885

Tav. 2.8.14 È lo stato restituito della sezione precedente. Ciò che


colpisce è l'ipotesi della copertura del padiglione
Charles‐Louis centrale di fondo: essa è raffigurata in sezione a tutto
Girault, Villa di sesto con oculo centrale e sorretta da otto coppie di
Adriano, palazzo pilastroni e contraffortata da due semiarchi. Corretta
dell’imperatore, invece appare la rappresentazione degli ambienti
sezione sull’asse laterali alle due estremità che sono disegnati con
trasversale del copertura a botte; del tutto fantastici appaiono, al
peristilio, contrario, gli apparati decorativi disegnati all'interno
restituzione, 1885 degli intradossi dei sistemi voltati.

72 73
Tav. 2.8.15 Tav. 2.8.16

Pierre‐Joseph Pierre‐Joseph
Esquié, Villa Esquié, Villa
dell’imperatore dell’imperatore
Adriano, pianta Adriano, pianta
della parte nord‐ della parte nord‐
est della Villa, est della Villa,
stato attuale, stato restituito,
1887 1887

In questa pianta È la restituzione


Esquié si concentra della pianta
sulla zona delle precedente. Alcune
residenze del sono le
Palazzo e dei imperfezioni che
gruppi di edifici fanno ipotizzare un
immediatamente eccesso di
circostanti: simmetrismo
escludendo la intorno al grande
Piazza d'Oro, peristilio del
raffigura al centro Palazzo: Esquié
del disegno il suppone una sorta
Teatro Marittimo, di filtro colonnato
le due Biblioteche tra le parti fondali
e il Ninfeo del palazzo e i
repubblicano. La cortili centrali.
Sala dei Pilastri Qualche errore si
Dorici è segnata nota anche nella
come una piazza restituzione
rettangolare planimetrica del
vuota, con un Padiglione di
accenno alle basi Tempe al livello
dei pilastri ancora superiore, così
in situ nell'angolo come non risulta
nord. Viene corretto il
enfatizzato il Viale collegamento tra il
dei Cipressi del Teatro Marittimo e
Conte Fede, che va l’Heliocaminus con
dal casino del una doppia esedra
medesimo conte di quest'ultimo
verso l'apertura quasi tangente alla
laterale del muro muratura esterna
di spina del Pecile. del teatro.
Immaginaria
appare anche la
sistemazione a
verde degli spazi,
con una sorta di
unione tra
boschetti naturali colonnato. Viene ipotizzato poi una sorta di passaggio
e giardini lungo e stretto lungo il fianco orientale degli
all'italiana. Ben Hospitalia sino al padiglione della Piazza d'Oro che
restituiti sono gli guarda verso Tempe. Come Daumet, Esquié ipotizza la
Hospitalia, presenza di un colonnato di fronte alle sostruzioni di
compresa la Tempe.
latrina a nord‐est,
e il quadriportico
con Peschiera,
giustamente
riportato con il

74 75
Tav. 2.8.17

Pierre‐Joseph
Esquié, Villa
dell’imperatore
Adriano, facciata
nord‐ovest della
Villa, stato
attuale, 1887

È una rappresentazione dello stato di fatto del fronte


nord‐occidentale della porzione di Villa Adriana che va
dal muro di spina del Pecile (a destra), che risulta visto
di scorcio, sino al criptoportico, che corre, in sezione,
al di sotto della terrazza di Tempe. Da destra a sinistra
sono riportati, oltre ad un ampio tratto del muro di
spina del Pecile, i due alti muri perimetrali della Sala
dei Filosofi, l'anello esterno del Teatro Marittimo, i
gruppi delle Biblioteche e del Ninfeo repubblicano,
sino al Triclinio Estivo e al Padiglione di Tempe, con il
sottostante criptoportico all’estrema sinistra. Oltre le
Biblioteche si possono vedere sul retro, segnati con
colore più chiaro, i gruppi degli edifici del Palazzo e al
di sotto le arcate sostruttive.

Tav. 2.8.18

Pierre‐Joseph
Esquié, Villa
dell’imperatore
Adriano, facciata
nord‐ovest della
Villa, stato
restituito, 1887

È la restituzione della facciata nord ovest della Villa peristili che collegherebbero sul retro i diversi gruppi di
della tavola precedente. All'estrema destra è edifici che compongono le due Biblioteche ed il Ninfeo
raffigurato il muro di spina del portico del Pecile con repubblicano. Quest'ultimo risulta però restituito in
copertura giustamente a doppia falda. Esquié ipotizza maniera confusa, quasi fosse un tutt'uno con la
una sorta di arco trionfale d'ingresso ad un solo Biblioteca Latina. Esquié ipotizza infine una sorta di
fornice nella parte bassa della Villa quasi al di sotto copertura mobile sul Teatro Marittimo, come dei
della Sala dei Filosofi. Quest'ultima è disegnata con la velari.
facciata a doppio ordine con colonnato nell'ordine
inferiore. Viene rappresentato inoltre un obelisco a
nord del muro di spina del Pecile. Al termine del fronte
sostruttivo che sostiene il terrazzamento delle
Biblioteche è disegnato un patio con una serie di

76 77
Tav. 2.8.19

Pierre‐Joseph
Esquié, Villa
dell’imperatore
Adriano, sezione
longitudinale della
Villa, stato
attuale, 1887

È la sezione longitudinale dello stato di fatto del nei criptoportici al Triclinio Imperiale), e verso la
Palazzo. È tagliata secondo una linea spezzata dal Biblioteca Latina, sezionando altresì il Ninfeo
limite della Piazza d'Oro (non compresa), scendendo in repubblicano.
lieve declivio verso l'esterno della Sala dei Pilastri
Dorici, passando per il corpo che spicca alto del
Vestibolo di Palazzo, poi lungo il palazzo medesimo (di
cui sono riconoscibili in sezione le gallerie dei
criptoportici e i ruderi del palazzo stesso), fino a
digradare, con un secondo salto di quota, verso gli
Hospitalia, che sono visti tagliando il cortile del
Biblioteche, guardando verso il Padiglione di Tempe
sopra il cosiddetto Stallone (si noti l'arco che immette

Tav. 2.8.20

Pierre‐Joseph
Esquié, Villa
dell’imperatore
Adriano, sezione
longitudinale della
Villa, stato
restituito, 1887

È la sezione longitudinale restituita del Palazzo, Padiglione di Tempe, della Biblioteca Latina e del
digradante verso il cortile delle Biblioteche e verso le corpo sezionato del Ninfeo (che immagina con un
Biblioteche stesse. Esquié disegna Vestibolo con una secondo livello) sono ipotizzate a torre con altezze
copertura a semicalotta con oculi e immagina un differenti.
peristilio a doppio ordine per il cortile delle
Biblioteche. La biblioteca del Palazzo è raffigurata a
doppia altezza con volta a botte e lacunari, sulla cui
parete di fondo si aprono tre nicchie in cui sono
disegnate delle statue. Le terminazioni in verticale del

78 79
Tav. 2.8.21 grande interesse Tav. 2.8.22 raggiungibili anche dai
documentario risulta il terrazzamenti che le
Louis‐Marie‐Henri rilievo degli edifici Louis‐Marie‐Henri sovrastano da est e in
Sortais , Canopo, occidentali, la cui teoria Sortais , Canopo, parte da ovest. Il bacino,
Villa Adriana, di grandi ambienti Villa Adriana, alquanto stretto, non si
pianta generale, rettangolari aperti sul pianta generale, insinua nella valle per la
stato attuale, Canopo appare stato restituito, sua intera lunghezza; è
1894 notevolmente 1894 preceduto da un altro
rimaneggiata in specchio d'acqua minore,
Questa pianta corrispondenza della In questa pianta antistante il portico ionico
notevole di casina Braschi. Per Sortais propone del Serapeo; si conclude
precisione ed quanto riguarda la valle una lettura con un emiciclo bordato
esattezza illustra propriamente detta si dell'originario da un colonnato
lo stato delle nota l'assoluta mancanza aspetto del mistilineo. Alcuna traccia
conoscenze di tracce sul terreno della Canopo in più è stata invece rinvenuta
sull’area del vasca canale e del lungo punti distante delle gradinate supposte
Canopo quali colonnato che la bordava dalla situazione sul da Sortais e sulla sua scia
erano non solo al da est. terreno. La dal Boussois. Lungo il
momento della sua maggiore fronte della casina Braschi
redazione, ma inserzione rispetto vengono collocati pilastri
anche sino a tutta ai rilievi dello stato con parasta delimitanti un
la prima metà del attuale è profondo portico. Il
Novecento. Uno rappresentata ballatoio poggiava
degli aspetti di dalla presenza del tuttavia su modesti
maggior pregio grande bacino pilastri in muratura che
consiste nella d'acqua non formavano alcun
particolare identificato con portico. Per quanto
ampiezza dell’area l’Euripo del concerne il cosiddetto
rappresentata e Canopo egiziano, emiciclo sito sull'angolo
limitata dai peraltro sud‐est della valle del
potenti muri di immaginato in Canopo, la messa in
terrazzamento tutte le valore di un supposto asse
orientale e ricostruzioni longitudinale che
meridionale che precedenti dal dall'abside centrale del
separano la zona Contini al Piranesi padiglione si
del Canopo al Canina. Rispetto prolungherebbe lungo la
dall’Accademia e ai suoi terrazza orientale grazie
dai giardini di predecessori ad un sistema di siepi
quest’ultima. In tal Sortais restituisce all'italiana, determina la
modo viene un grande bacino restituzione simmetrica
pienamente longitudinale dell'impianto come
valorizzato il posto sull'asse del riproduzione in scala
contesto Serapeo, ristretto ridotta e semplificata
paesaggistico nel nella parte della pianta del Serapeo.
suo insieme settentrionale e Anche in questo caso
costituito in primo circondato da alte numerose sono le deroghe
luogo dalla valle gradinate dal contesto archeologico:
vera e propria, simmetriche, più dal numero delle porte
dagli annessi posti basse quelle d'ingresso, ridotte a due
a delimitarla da sull'estremità da cinque, all'inesistente
ovest (attuale settentrionale. vasca semicircolare nel
Antiquarium, Una stretta padiglione centrale, alle
casina Braschi), dal banchina borda ali, affatto isolate anzi
cosiddetto Tempio l'intera vasca legate ad altre strutture
di Serapide e consentendo non ancora
dall'edificio l'accesso del nord completamente esplorate.
absidato posto a verso il Serapeo e Di pura invenzione sono
sud est di questo tramite scalette infine i pavimenti
(definito trasversali l’ascesa riprodotti in quasi tutti gli
Hemycicle). delle gradinate, ambienti coperti o
Ugualmente di quest'ultime supposti tali.

80 81
Tav. 2.8.23 Tav. 2.8.24

Louis‐Marie‐Henri Louis‐Marie‐Henri
Sortais , Canopo, Sortais , Canopo,
Villa Adriana, Villa Adriana,
particolare della sezione
pianta, stato trasversale, stato
attuale, 1894 attuale, 1894

La planimetria
ripropone con
maggior dettaglio
l'area occupata del
corpo di fabbrica
principale, il La sezione prospettica est‐ovest reca la fronte del nel riprodurre quasi per intero il prospetto
cosiddetto cosiddetto Serapeo immediatamente a sud della linea dell’emiciclo orientale sulla collinetta retrostante con
Serapeo, e dalle delle colonne. Nella resa del contesto naturale si nota un ampio angolo visuale quasi improbabile.
soprastanti una forte matrice impressionista con una certa
strutture compreso atmosfera pittorica. Sortais prende delle licenze anche
l'edificio definito
Hemycicle. Di
particolare Tavv. 2.8.25‐26
precisione risulta
proprio la pianta di
Louis‐Marie‐Henri
quest'ultimo, nella
Sortais , Canopo,
quale Sortais
Villa Adriana,
disegna
sezione
correttamente un
trasversale, stato
prospetto
restituito, 1894
rettilineo aperto
verso la valle del
Canopo, sebbene a Le due tavole
casa dell'ingente rappresentano a
interro interpreti scale differenti la
quali aperture le sezione del fronte
due nicchie ai lati del cosiddetto
dell’abside Serapeo. Gli
principale. obelischi e le
statue egitizzanti
coronate da vasi
canopici sono posti
in primo piano e
introducono con la
trasparente
allusione
iconografica al
tema del decoro.
Mentre
l'interpretazione
del padiglione
centrale quale
sorta di grande
ninfeo non si
discosta di molto
dal vero, colpisce
la particolare due corpi di fabbrica: l'uno rettangolare coperto a volta del padiglione centrale di due massicce terrazze
pesantezza nella terrazza, l'altro di dimensioni inferiori al precedente allietate da un aereo pergolato e da una ricca
resa dei vani caratterizzato come un tempio di età classica prostilo decorazione scultorea.
laterali al con fregio dorico. Il supposto tempietto nulla è se non
colonnato ionico. un vano scala anch'esso coperto a botte. Ugualmente
Essi si articolano in arbitraria è l'inserzione al secondo piano ai lati della

82 83
Tav. 2.8.27

Louis‐Marie‐Henri
Sortais , Canopo,
Villa Adriana,
sezione
longitudinale
sull’asse del
canale, facciata
lato ovest, stato
attuale, 1894

La sezione mostra in primo piano il cosiddetto Serapeo inserimento del Serapeo nella valle, costituisce ancora disposte irregolarmente su due livelli; tuttavia lo stato travertino. Per quanto riguarda infine il tratto di
all'estremità meridionale della valle; in secondo piano, una volta un documento prezioso dello stato delle pericolante delle costruzioni, a tratti in rovina come pendici, esso appare privo di resti monumentali.
figurano le costruzioni immediatamente contigue al strutture alla fine del secolo scorso. In particolare, nel caso dell'edificio meridionale, rivela con la
Serapeo e più oltre gli edifici che delimitano sul lato l'aspetto della casina Braschi riflette il momento caratteristica forma dei crolli l'originale struttura del
ovest la valle del Canopo. Tali edifici sono articolati in conclusivo di una lunga vicenda costruttiva. La manufatto. Questa constava di una serie di cameroni
due corpi di fabbrica posti a differenti quote, il facciata dell'ala ancora in uso non presenta alcun rettangolari con volta a botte aperti verso il Canopo e
secondo dei quali s'identifica con la casina Braschi. Il ingresso verso la valle del Canopo (esso si trova infatti soppalcati, sui quali si levava un terzo piano con
disegno, che illustra mirabilmente il grandioso ancora oggi sul lato a monte), ma solo finestre ballatoio esterno in muratura su archi con mensole di

Tav. 2.8.28

Louis‐Marie‐Henri
Sortais , Canopo,
Villa Adriana,
sezione
longitudinale
sull’asse del
canale, facciata
lato ovest, stato
restituito, 1894

Le sezioni prospettiche ricostruttive del Canopo accentua: lo studioso di architettura antica cede il disegno utile più allo storico dell'architettura moderna
sviluppano con coerenza le deduzioni effettuate da posto al progettista, che utilizza lo studio delle antiche che all'archeologo.
Sortais a partire dai resti sul terreno. Tuttavia rispetto rovine per offrire un saggio delle proprie capacità
alla pianta restituiva il distacco da tali evidenze si integrative e creative. Di conseguenza si tratta di un

Tav. 2.8.29 Un potente muro di terrazzamento con paramento in


blocchetti di tufo borda da oriente la valle del Canopo
Louis‐Marie‐Henri per tutta la sua lunghezza, dal Pretorio all’emiciclo
Sortais , Canopo, orientale. La scarpata sottostante il muro forma con
Villa Adriana, essa un sistema articolato su due livelli scandito sulla
muro di sostegno scorta di un recente studio in quattro terrazze
lato est, stato longitudinali sistemate a giardino. L'estremità nord‐
attuale, 1894 orientale della valle è dominata dalla torre aggettante
dal lato occidentale del Pretorio di cui l'autore ne
disegna il prospetto.

84 85
Tav. 2.8.30 ex Triboletti. A
destra, oltre il
corso d'acqua
Charles‐Louis minore
Boussois , Villa dell'Acquaferrata,
imperiale di Tibur, riprendendo la
pianta del denominazione di
complesso, stato Piranesi e Penna,
attuale, 1912 nomina quel tratto
di terrazza
È lo stato di fatto naturale come “Le
generale della Villa Penée”.
in planimetria. La
pianta è quasi
perfetta per la
conoscenza
dell'epoca grazie
anche ai rilievi
apparsi nel 1905
ad opera della
Scuola degli
Ingegneri. Oltre ai
principali gruppi di
monumenti, sono
segnate le
alberature, i filari
di cipressi piantati
dal Conte Fede alla
metà del 1700 e,
con tonalità più
scure, le parti
orograficamente
più elevate. Anche
la parte di
Roccabruna e
dell'Accademia
sono rilevate con
precisione: si
notano le strutture
della scena ancora
visibili dell’Odeion,
del Tempio di
Apollo e dell'Aula
Ottagona. Non
appare segnata la
parte del
cosiddetto
Trapezio. È
significativo che
Boussois segni
anche i principali
edifici
settecenteschi
della Villa, in
colore grigio,
differenziandoli
così
cromaticamente
dai ruderi: il Casino
Fede, quello
Bulgarini e quello

86 87
Tav. 2.8.31

Charles‐Louis
Boussois , Villa
imperiale di Tibur,
facciata nord,
stato attuale,
1912

È uno stato di fatto della Villa preso da un punto di con dislivello maggiore, nonché l'intero muro di spina grande accuratezza i fori per gli incassi delle travi della
vista insolito, da nord, ma idealizzato, poiché non è del Pecile, fino, al centro del disegno, alla Sala dei copertura del portico. Al di sopra del muro perimetrale
possibile da quel punto abbracciare nel loro intero Filosofi e al Teatro Marittimo. Dietro al muro di spina del Teatro Marittimo si intravede l'edificio della
sviluppo murature poste su livelli differenti. Tale rilievo del Pecile si notano i gruppi di ruderi di edifici alti, che Caserma dei Vigili, con un'apertura di restauro. Segue
va dalle Cento Camerelle a nord‐ovest (sul lato destro dal particolare punto di vista del Boussois, poi il gruppo di edifici delle Biblioteche, delle terrazze
della tavola), sino al limite nord‐est del Palazzo, con la sembrerebbero essere quelli dell'edificio con Tre (superiore ed inferiore) e delle arcate sostruttive, sino
vista dei giardini superiori (a sinistra), fino ad un Esedre e dell'edificio soprastante lo Stadio. Nel muro ai gruppi di contenimento del Palazzo.
settore di ulteriori sostruzioni, più basse (quelle della di spina del Pecile sono riportate le due aperture,
Terrazza di Tempe viste di scorcio), al limite orientale. quella originaria restaurata la fine dell'Ottocento e
Si può vedere un settore delle Cento Camerelle, quello quella aperta dal Canina. Sono disegnati anche con

Tav. 2.8.32

Charles‐Louis
Boussois , Villa
imperiale di Tibur,
facciata nord,
stato restituito,
1912

È il prospetto restituito della tavola precedente. Di della Sala absidata dei Filosofi e la solita torretta che
estremo interesse appare la restituzione delle sovrasta la Biblioteca Greca. Alle spalle del Pecile si
sostruzioni delle Cento Camerelle, con una serie di notano in secondo piano e su un livello più alto altri
ballatoi per ogni livello, essendo una delle poche edifici restituiti, che potrebbero essere i gruppi delle
esistenti di questo elemento di margine, in genere Terme e del Pretorio. Nella tavola compaiono inoltre
dimenticato della Villa. All'estremità ovest è una serie di edifici della cosiddetta Palestra, per i quali
raffigurato il fronte timpanato del tempio ipotizzato non sembra che Boussois potesse aver avuto elementi
da Piranesi. La parte curva del portico del Pecile sufficienti per un restauro grafico attendibile.
soprastante le Cento Camerelle è immaginata con una
serie di arcate. Nella ricostruzione è altresì
rappresentato il portico del muro di spina del Pecile
con copertura a capanna, un prospetto immaginario

88 89
Tav. 2.8.33

Charles‐Louis
Boussois , Villa
imperiale di Tibur,
facciata est, stato
attuale, 1912

È una sezione prospetto dello stato di fatto del fronte tratto di muratura del lato esterno del vestibolo delle
occidentale della Villa, che va dalle Cento Camerelle, Terme in migliore stato di conservazione rispetto ad
salendo, con salti di quota, sino alle spalle del oggi. Delle Grandi Terme è rilevato con precisione in
Serapeo. Da sinistra a destra sono visibili le sostruzioni prospetto il complesso sistema voltato. Dell'edificio
delle Cento Camerelle, a partire dai quattro livelli del Pretorio subito dopo le Grandi Terme è
sovrapposti, con al di sopra il muro di spina del Pecile riconoscibile il grande sperone di consolidamento della
in diagonale con le due aperture e, dietro, l’edificio a metà dell'Ottocento posto di contro scarpa. Inizia, poi,
forma di torre della Biblioteca Greca; le sostruzioni a livello più alto, il grande sistema di sostruzioni che
viste di scorcio passano, prima a tre (sul fondo si noti separano la valletta del Canopo, che non era ancora
l'edificio absidato dei Filosofi), poi a due, e infine a un scavata, dalla parte superiore della Villa. Infine, a sud‐
livello nel tratto lungo che va dal Pecile al vestibolo ovest all'estrema destra della tavola, è visibile il
delle Terme. In questo tratto è sezionato anche il gruppo del Serapeo con la grande semicalotta ad
terreno che sale e si distinguono chiaramente, da unghie e fusi.
sinistra a destra, l’edificio con Tre Esedre, l'edificio
sopra lo Stadio, le Piccole e Grandi Terme, con un

Tav. 2.8.34

Charles‐Louis
Boussois , Villa
imperiale di Tibur,
facciata est, stato
restituito, 1912

È il prospetto restituito del fronte orientale della Villa.


Dall'estremo limite sud‐est, Boussois immagina: un
prospetto su tre livelli della casa sud della Piazza
d’Oro, mostrando la volta del Padiglione e la cupola a
ombrello del vestibolo, di cui ritiene coperto il grande
spazio del padiglione mistilineo, nonché, verso
l'osservatore, la semicalotta a tutto sesto del
padiglioncino ad esedra a nord‐est della Piazza d'Oro,
che si affaccia sulla valle di Tempe. A questo lato della
Piazza d'Oro si salirebbe con una serie di scale che la
raccorderebbero anche con edifici minori. Il Padiglione
di Tempe è ipotizzato su tre livelli. Dopo i gruppi edilizi
del Palazzo, a nord‐ovest delle lunghe sostruzioni della
terrazza di Tempe, è ipotizzata la tholos di Venere
Cnidia; infine è visibile anche la restituzione del Teatro
Greco.

90 91
Tav. 2.8.35

Charles‐Louis
Boussois , Villa
imperiale di Tibur,
sezione sul
Palazzo, stato
attuale, 1912

È la sezione vista da ovest dello stato di fatto della addossati alle murature meridionali, che furono
Villa dalla cortile delle Biblioteche a nord (a sinistra rimossi alla metà degli anni Sessanta. All'estremità
della tavola), sino alla Piazza d'Oro a sud (al margine nord del disegno appare sezionato il Ninfeo
destro del disegno). Si nota ancora uno degli speroni repubblicano con la doppia volta sovrapposta.

Tav. 2.8.36

Charles‐Louis
Boussois , Villa
imperiale di Tibur,
sezione sul
Palazzo, stato
restituito, 1912

È la sezione restituita che abbraccia la parte della Villa Palazzo e il Tablinum sono raffigurati con coperture
compresa tra il cortile delle Biblioteche e la Piazza cassettonate; la biblioteca del Palazzo viene
d'Oro. Boussois immagina il padiglione di fondo della rappresentata con uno sviluppo a doppia altezza e con
Piazza d'Oro copertola cupola, con volta ad ombrello. la presenza di statue nelle tre nicchie della parete di
Il padiglioncino ad esedra guardante la valle di Tempe fondo. Vengono poi inseriti gruppi di vegetazione,
è immaginato coperto con una semicupola forse immaginari, costituiti da cipressi.
leggermente ribassata; il vestibolo della Piazza d'Oro e
reso in sezione con le costolonature evidenti. Corretta
appare la restituzione dell'andamento del portico,
coperto a doppia falda, della Piazza. Il vestibolo del

92 93
Tav. 2.8.37

Charles‐Louis
Boussois , Villa
imperiale di Tibur,
sezione sul
Palazzo, stato
restituito, 1912

È una restituzione
in assonometria
della Villa vista
dalla parte di
Roccabruna presa
grosso modo dal
medesimo punto di
vista di quella del
Penna, che
certamente
Boussois deve aver
conosciuto. Egli
suppone un'altezza
delle Cento
Camerelle, nel
tratto verso il
vestibolo delle
Terme, uguale a
quella del settore
che si estende
sotto il Pecile e che
in realtà è molto
più alto. Immagina
sostanzialmente
un'altezza
dell'ordine
superiore uguale a
quella del
quadriportico del
Pecile. Di fronte,
sull'altra parte del
pianoro,
rappresenta il
tempietto
rappresentato dal strano cupolino. Individua poi una serie di segni a valletta del Canopo eccessivamente regolarizzato
Piranesi come un terra e di giardini dalla forma stretta e allungata rispetto alla realtà. In sostanza lo scopo di questa
esastilo, coperto a nell'area dove effettivamente sorge la fontana delle assonometria sembra più quella di offrire un'idea
capanna. Confusa terrazza delle Biblioteche. Nella spianata al di sotto a complessiva della distribuzione generale e della
appare la nord delle Biblioteche segna altresì una sorta di volumetria dei vari gruppi di edifici che non quella di
rappresentazione cenotafio rotondo, circondato da cipressi. La tholos di una rappresentazione esatta dei singoli corpi di
della torretta Venere Cnidia è abbastanza ben resa nella sua fabbrica.
angolare nel punto immagine ipotetica. È segnato un percorso curvilineo
di unione dei due che dall'ingresso della Villa conduce a Roccabruna e
tratti rettilinei resta tangente all'Accademia. Contrariamente alla
delle Camerelle e planimetria, la restituzione assonometrica di
delle prospicienti quest’ultima risulta approssimativa con l’Odeion posto
fontane, immerse sull'estremità più elevata, da cui si sviluppano una
nella vegetazione. serie di patii a forma quadrata e di giardini posti su
Questa torretta terrazzamenti digradanti. Ben resa invece è la tholos
semi cilindrica sul belvedere di Roccabruna. Anche il cenotafio presso
viene disegnata la Piazza d'Oro è reso come una tholos cupolata. È
coperta con uno segnato un sistema simmetrico di sostruzioni nella

94 95
una ricostruzione della facciata del all'antichità romana, le opere di questi Fig. 2.9.2 Le
Corbusier, Il
triclinio basata in parte sulle opere di architetti resero disponibile a un pubblico Canopo, 1911
Canina e Sortais, nonché una pianta competente in materia ricostruzioni e
totale del sito (Tav 2.8.30‐2.8.37). vedute architettoniche degli edifici della
Fu dunque la necessità di conoscere un Villa fondate in genere su solidi dati di
complesso architettonico storicamente fatto. Esse dimostrarono inoltre la
ricco quale Villa Adriana attraverso il continuità dell'interesse che si ebbe verso il
mezzo dello scavo e del rilievo preciso sito fino all'avvento del modernismo.
che accomunò tutti gli architetti francesi
del XIX secolo. Essi misero in gioco e
discussero infatti su tre tematiche: la
prima relativa al carattere aneddotico 2.9 Villa Adriana: un libro per
della composizione d’insieme, la seconda architetti moderni
riferita all’imitazione e all’invenzione
nelle architetture della Villa, edifici molto La Villa seguitò ad attirare progettisti di
diversi che andavano a costituire un vero talento, alcuni di formazione radicalmente
e proprio museo d’architettura a cielo diversa, la cui percezione differiva sotto
aperto, e infine la terza riguardante molti aspetti da quella degli architetti che
proprio l’importanza dello scavo l’avevano visitata in epoche precedenti.
2.9.1
archeologico. Ne fu un valido esempio Le Courbusier I disegni (Figg. 2.9.1‐2.9.2) eseguiti da Le che conservavano una pregnante attualità. Eugenio
Il lavoro dei francesi venne portato (1887‐1965): formatosi secondo i metodi Gentili Tedeschi,
Corbusier alla Villa di Adriano occupavano Fu proprio con questo spirito moderno che
Giovanni Denti, Le
avanti quasi senza soluzione di continuità dei Beaux‐Arts, fu infatti il primo una buona parte del penultimo Carnet Le Corbusier osservò e interpretò i Corbusier a Villa
dagli architetti americani formatisi nella personaggio di rilievo del movimento della serie utilizzata durante il Voyage frammenti dell'antichità classica, memoria Adriana : un
tradizione dei Beaux.‐Arts, vincitori di moderno a dedicare uno studio attento alla d’Orient e furono eseguiti durante il di un futuro di modernità. atlante, Alinea,
borse di studio, istituite dall'Accademia Villa dell’imperatore Adriano. percorso di ritorno, dopo le visite a Questi disegni diedero un’idea delle Firenze 1999, pag.
10
Americana di Roma. Nell’ottobre del 1911 visitò il complesso e Costantinopoli, Pompei e Roma. Si trattava reazioni che suscitò in lui il monumentale
A prescindere dal loro valore di l’esperienza fu destinata a esercitare una di trentasette fogli di schizzo a matita delle complesso, insieme alle didascalie 2.9.2
K. Baedeker,
testimonianza delle tecniche e degli forte influenza sullo sviluppo delle sue rovine tracciati in due momenti diversi e sintetiche, ma spesso acute, che li Guide to Central
ideali dei Beaux.‐Arts applicati teorie e del suo lavoro d’architetto. inframmezzati da altri racconti sulla vicina accompagnavano. Da tali annotazioni Italy and Rome,
Leipzig 1909, pp.
Villa d'Este. Egli rappresentò lo studio di un emerse che per identificare i singoli edifici 471‐474.
singolo complesso monumentale, molto Le Corbusier consultò l’edizione del 1909
Fig. 2.9.1 Le articolato, nel quale s'integravano senza della guida Baedeker dell’Italia centrale e di 2.9.3
Cfr. Le
Corbusier, Muro di
soluzione di continuità episodi Roma 2.9.2 e proprio da qui trasse una Corbusier, Verso
spina del Pecile,
1911 incessantemente variati, che offrivano riproduzione della pianta del sito (Fig. una architettura, a
sorprese a ripetizione, organizzazioni 2.9.3) che inserì anche all’inizio del capitolo cura di Pierluigi
Cerri e Pierluigi
spaziali di enorme effetto grazie ad una intitolato La lezione di Roma nel suo Vers Nicolin, Longanesi,
sapientissima regia, i cui risultati une architecture 2.9.3, edito nel 1923. Nella Milano, 2005.
sorpassavano spesso la specifica qualità risposta grafica che Le Corbusier diede
architettonica dei singoli elementi 2.9.1. della Villa si riflettevano i confini della zona
L'attenzione dell'autore passava infatti archeologica: negli schizzi egli ritrasse
senza interruzioni da un particolare ad soltanto i ruderi di proprietà demaniale, in
immagini di insieme, in cui si trovavano una successione che seguiva in genere
spesso particolari effetti prospettici o modi proprio l’itinerario suggerito dalla
di giocare con la luce. Baedeker.
I carnet esprimevano un modo moderno di Quando in seguito decise di riprodurre
porsi davanti all’eredità della storia, questo e altri schizzi in Vers une
venendo criticamente osservata e architecture, egli scrisse a riguardo: “Nella
interpretata per evincerne quei significati Villa Adriana, piani orizzontali stabiliti in

96 97
2.9.6
Fig. 2.9.3 Pianta di naturale che li circondava, si riconobbero progettisti del nostro secolo ne W. L. Mac
Villa Adriana Donald, J. A. Pinto,
affinità formali e spirituali con il sito interpretarono le rovine alla luce di una
tratta dalla guida La costruzione del
Baedeker, 1909. In adrianeo. La sequenza di volte massicce percezione della struttura formale mito da Adriano a
bianco è segnato il che coprono il palazzo di Giustizia di decisamente moderna. Louis Kahn, Electa,
percorso seguito Chandigarh ricorda infatta gli schizzi Anche nell’opera di Louis Kahn (1901‐1974) Milano, 1997
da Le Corbusier pag.363
dell’edificio di servizio centrale e, sempre a si possono trovare notevoli esempi della
durante la sua
visita al sito. Chandigarh, la rozza tessitura del concezione secondo la quale Villa Adriana 2.9.7
T. Vreeland in
calcestruzzo grezzo utilizzato evoca la era una fonte dalla quale attingere idee a “L.A. Architect”,
muratura cadente delle grandi terme piacimento. Nel 1951 Kahn trascorse tre febbraio1987, p.7
raffigurata in uno dei disegni giovanili. Così mesi all’Accademia Americana in Roma e in
come i nudi muri della Villa privati del quel periodo visitò la Villa.
rivestimento e coperti dai rampicanti Nel 1960 mentre progettava il Salk
assunsero una qualità organica che li Institute di la Jolla, Kahn propose di
legava alla terra, le superfici di calcestruzzo prendere Villa Adriana a modello per la
di Le Corbusier, in apparenza modellate da realizzazione di un complesso di sale da
secoli di vento e pioggia, acquisirono un pranzo e residenze chiamato Accademia,
carattere che sembrava renderle eterne che tuttavia non fu mai costruito. Vreeland
2.9.6 2.9.7
. , che in quell’occasione lavorava al suo
I resti di Tivoli interessarono dunque Le fianco, raccontò come: “ tenendo sempre
Corbusier proprio perché si trattava di aperto il libro su quel progetto tardo
rovine, forme quasi primigenie che romano di grande ricchezza e varietà,
rivelavano l'essenza del processo cercai ripetutamente di compiacere il mio
costruttivo, archetipi postumi datore di lavoro con i miei disegni. Ma ogni
dell'architettura. volta capivo dall’espressione di disgusto del
Se i concetti dominanti di ordine e armonia suo viso quanto fossi lontano
2.9.4 diedero forma alle reazioni che la Villa dall’obbiettivo. Decisi allora di fargliela
Ibidem, pag. accordo con la piana romana; montagne dovevano guidare alla lettura del
156
suscitò negli architetti rinascimentali, i vedere e tracciai su un foglio di carta da
che chiudono la composizione, stabilita, del paesaggio. Egli vide e rappresentò le rovine
resto, rispetto a esse”. 2.9.4 come opere d'arte e la natura che li
2.9.5
Giovanni La particolarità di Villa Adriana, con il suo circondava come opera d'arte per Fig.2.9.4 Interventi
Denti, La ricerca di Thomas
paesaggio nel quale architettura e natura si eccellenza.
delle leggi e Vreeland per Louis
dell’ordine, in fondevano in un’unità indissolubilmente Le Corbusier invocò Villa Adriana quale Kahn sulla pianta
Eugenio Gentili sedimentata dall'azione coesiva del tempo, sprone per i moderni progettisti impegnati del Salk Institute,
Tedeschi, Giovanni influenzò sicuramente le idee che Le nella trasformazione creativa del passato. La Jolla, California,
Denti, Le Corbusier 1960.
Corbusier andava maturando in quegli Com’era sua caratteristica, egli la esaltò a
a Villa Adriana : un
atlante, Alinea, anni. In un luogo dove artificio e natura spese degli elementi canonici
Firenze 1999, pag. sembravano compenetrarsi, le forme dell’architettura classica tanto ammirati dai
13 dell'architettura apparivano come suoi maestri, radicati ancora nella
materializzazione della natura stessa, che, tradizione dei Beaux‐Arts.
con il tempo, sovrappose il suo ordine a Proprio l’influenza della Villa si fece
quello di una civiltà estinta, della quale si avvertire nella produzione successiva
conservò un'impronta indelebile 2.9.5. Il dell’architetto e precisamente quando,
fatto di manifestarsi in forma di rovine, deluso dalla “estetica della macchina”,
volumi depurati da qualsiasi riferimento ricorse a un vocabolario più elementare
stilistico e decorativo, stimolò le intuizioni per evocare le forme naturali. In
dell’architetto: egli le rappresentò infatti monumenti espressivi di singolare potenza
come invarianti ordinatrici, emergenze che quali la Cappella di Ronchamp e il Centro
aiutavano a capire la trama del tessuto governativo di Chandigarh, in India,
dell'ambiente naturale, assi cartesiani che eroicamente commisurati all’ambiente

98 99
2.9.8
Ibidem lucido i confini irregolari e facilmente Il ricalco di Vreeland (Fig. 2.9.4) ricordava Kahn ottenne tramite un’abile geometrie, i suoi edifici originalissimi e lo
riconoscibili del sito di Salk; poi lo poggiai alcuni frammenti della pianta piranesiana manipolazione di proporzioni, straordinario repertorio complessivo.
sul libro e, incurante delle differenze di sia nei contorni irregolari, sia nel modo di geometriche, materiali ed elementi di
scala, ricalcai solo quella parte della pianta configurare gli edifici noti troncandoli raccordo.
antica che rientrava nei confini. Quando arbitrariamente. L’innesto della pianta Oggi, dunque, gli architetti traggono spesso
Kahn ritornò nella stanza, si illuminò tutto e adrianea nel sito destinato al Salk Institute ispirazione dalla Villa di Adriano: il luogo, 2.10 Gli studi recenti e gli ultimi rilievi
si congratulò con me per l’ottimo progetto, inaugurò una fase nuova del progetto: per lungo tempo conosciuto solo tramite le
senza accorgersi minimamente del plagio. lasciati da parte i riferimenti specifici alla vedute, rivive adesso non soltanto nelle Lo studio moderno del sito si fa risalire
E a quel punto scoppiammo tutti a ridere!” Villa, si adottarono criteri più generali di parole e nelle fotografie, bensì all’uscita della seria e documentata
2.9.8
. distribuzione gerarchica e integrazione che nell’architettura stessa, con le sue monografia di Hermann Winnefeld,

Fig. 2.10.1 Rilievo


topografico di Villa
Adriana eseguto
dalla Scuola degli
Ingegneri di Roma,
1905

100 101
2.10.1
Fig. 2.10.2 disegni analitici. Essa rappresenta le fabbriche comprese Antonio
Particolare della Ianni, L’esperienza
Al confronto, l’opera di Salvatore dentro i confini della proprietà dello Stato,
mappa del Fondo del rilievo di Villa
Catasto Rustico Aurigemma del 1961 risultò meno rigorosa e accessibili liberamente ai visitatori. Ne Adriana, in B.
della provincia di ma, poiché prendeva in esame gran parte rimangono esclusi il Teatro Latino, gli Inferi Adembri, G. E.
Roma, versamento del sito, illustrandone bene i ruderi, le e l’Odéo, gli avanzi dei quali appartengono Cinque (a cura di),
UTE, serie Mappe, Villa Adriana la
opere d’arte e le vedute, la sua influenza fu ai privati.” La qualità della pianta
nuova segnatura pianta del
326, comune di altrettanto significativa. pubblicata dal Lanciani, come da lui stesso centenario 1906 –
Tivoli. A partire dal Novecento furono eseguiti rimarcato, fu il motivo per cui tale rilievo 2006. Petruzzi,
rilievi planimetrici più completi e precisi rivestì per molto tempo una fondamentale Città di Castello
dell’intero complesso: il primo venne importanza e avrebbe continuato a (PG), 2006, pag. 47
elaborato tra il 1904 e il 1905 dalla Scuola rivestire se nel frattempo il demanio non
degli Ingegneri di Roma (Fig. 2.10.1), con le avesse acquisito altri terreni e la Villa non
dovute correzioni conseguenti al fosse stata oggetto di ulteriori scavi e
progredire degli scavi. Tale lavoro venne ricerche, che, oltre a provocare alterazioni
inserito nel testo del Lanciani, La Villa della situazione corografica testimoniata
Adriana. Guida e descrizione 2.10.1, il quale nella pianta del 1906, portarono alla luce
così riportò “La pianta, la cui riduzione dal altri edifici e complessi il cui rinvenimento
500 al 3000 noi offriamo agli studiosi e ai richiese una corretta localizzazione.
visitatori, è stata rilevata dagli alunni della A questo si accompagnarono i rilievi redatti
Scuola degli Ingegneri di Roma nel giugno dalla Soprintendenza e quelli del catasto
del 1905 […]. È la prima e la sola pianta del (Fig.2.10.2), relativi però ad aggiornamenti
Tiburtinum Hadriani che meriti fede precedenti e risalenti al 1858.
assoluta, sia per la diligenza degli Venne iniziato invece nel 1969 il rilievo
operatori, sia per la perfezione degli eseguito da Eugenia Salza Prina Ricotti,
strumenti geodetici usati per rilevarla […]. che, protrattosi per una trentina d’anni,

Fig. 2.10.3
Restituzione del
rilievo della Villa di
pubblicata a Berlino nel 1895 con una Dopo la guerra, Giuseppe Lugli pubblicò
Adriano eseguito
pianta comprendente anche zone e una serie di articoli di rilievo sulla Villa da Eugenia Salza
fabbriche di proprietà privata: l’altura, il preadrianea (1927), sulla Villa nella tarda Prina Ricotti.
complesso e la sala sud, le gallerie antichità (1932) e sul belvedere ovest
sotterranee con qualche commento al (1940), mentre nel 1937 apparve in volume
riguardo. il lavoro di Herbert Bloch sui bolli laterizi;
Alla sua monografia fece seguito in quello stesso anno, Italo Gismondi
l’imponente pubblicazione di Pierre realizzò il plastico della Villa, oggi lì esposto
Gusman del 1904, illustrata con molte in una sua versione aggiornata del 1955.
preziose restituzioni, disegni tratti da Nel 1950 la ricerca ricevette nuovo impulso
fotografie e fotocalcografie di opere d’arte. dalla pubblicazione dell’opera di Heinz
Rispetto a Winnefeld, Gusman si rivelò più Kähler, che si apriva con una visione
uno storico dell’arte che un archeologo, generale del sito e la descrizione di sei dei
tanto che le loro opere si poterono quindi suoi edifici progettualmente più avanzati,
definire complementari: all’epoca della per poi proseguire con l’analisi delle loro
prima guerra mondiale, infatti, chiunque qualità architettoniche e spaziali, parte più
avesse accesso ai loro testi avrebbe potuto importante dell’opera; quest’ultima si
farsi un’idea più chiara della Villa di concludeva con un’acuta dissertazione su
Adriano di quanto non fosse stato possibile Adriano e i suoi obiettivi. Le piante di
fin allora. Kähler erano ben realizzate come pure i

102 103
Fig. 2.10.4 Pianta
della Villa Adriana
secondo il rilievo
eseguito dagli
studenti
dell’Università di
Roma Tor Vergata,
2006.

venne eseguito di pari passo con quello pedonali . analizzarne le singole parti che non tutto il 1975, di A. Hoffmann per il cosiddetto
della parte sotterranea, nella quale si Da ricordare sono poi gli studi dell’ultimo complesso. Esemplari sono i rilievi di F. Stadio nel 1980 e di Mathias Ueblacker per
ricavò sia il tracciato della grande via trentennio che determinarono un Rakob nel 1967 e di C. F. Giuliani nel 1975 il Teatro Marittimo nel 1985.
carrabile che collegava tutti gli edifici cambiamento nel modo di porsi davanti per la Piazza d’Oro, di P. Verducchi per le Ultimo rilievo ad oggi eseguito è quello
(Fig.2.10.3) che quello delle gallerie alle architetture adrianee, più finalizzato ad Terme cosiddette con Heliocaminus nel redatto nel 2006, la cui pianta deriva dalle

104 105
2.10.2
B. Adembri, operazioni di misurazione dell’intera area
G. E. Cinque (a demaniale della Villa condotte dagli
cura di), Villa
Adriana la pianta studenti della Facoltà di Ingegneria
del centenario dell’Università di Roma di Tor Vergata,
1906 – 2006. sotto la direzione della professoressa
Petruzzi, Città di Giuseppina Enrica Cinque, ed elaborata
Castello (PG), 2006
attraverso l’uso dell’intero corredo
strumentale attualmente a disposizione
per l’acquisizione dei dati dimensionali e 3. La composizione della Villa
geografici, nonché secondo i moderni
principi del rilevamento architettonico e
territoriale. 2.10.2

3.1 La natura del sito sensazione di sentirsi “al di dentro” dei


luoghi.
La profondità della terra acquista con le
forre un rapporto nuovo con il cielo: le
La regione romana è di origine vulcanica: il pareti di questi orridi terminano come
territorio è costituito da una spessa e troncati dalla campagna uniforme che
tenera crosta, il tufo. Nei secoli l’azione passa al di sopra di essi, in maniera simile
dell’acqua e del vento ha definito l’aspetto ad edifici a schiera coronati da un
attuale del territorio caratterizzato da valli cornicione. L’architettura vernacolare nella
e colli; in particolare, l’azione torrentizia regione romana si rifà a questo carattere:
dei corsi d’acqua ha dato origine alle forre, le case, raggruppate a cortina, appaiono
tipiche configurazioni del suolo della come ricavate da una massa unitaria,
Toscana e del Lazio, ovvero fossati ripidi e mentre l’effetto naturale è accentuato
scoscesi che interrompono la continuità dalle piccole forature delle finestre e della
della campagna dando luogo ai cosiddetti disomogeneità con cui i blocchi di tenero
orridi. tufo vengono accostati mettendo in rilievo
Le forre si articolano al di sotto della l’irregolarità del colore e delle schiere che
neutra campagna romana, lacerandola e culminano con tetti a spiovente appena
creando una specie di rete viaria sporgenti. Gli edifici così ricavati sembrano
sotterranea che ha continuamente delle scaturire dalle pareti di tufo, definendosi
piccole variazioni sul bordo della roccia come precisazione delle forme naturali e
dalle quali si può derivare l’archetipo del segnando i lineamenti strutturali più
costruire romano; esse sono state caratteristici del paesaggio, come anche
largamente utilizzate dagli etruschi che avviene proprio in Villa Adriana.
negli “inferi” scavavano le pareti per Mentre la natura delle forre crea una rete
ricavarvi vere e proprie città dei morti. sotterranea nella campagna, i colli Albani si
Tuttavia l’operazione di scavo della roccia elevano al di sopra, definendosi come un
tufacea è un’attività che si è conservata nel volume ben delineato. Di origine vulcanica,
passare dei secoli: tutt’oggi esiste, infatti, hanno una semplice forma conica, laddove
la professione del grottaiolo. sulle cime si aprono laghi circolari nei
La funzione principale delle forre, quindi, è crateri profondi. Non stupisce che alcuni di
stata quella di matrice dei luoghi: esse questi coni, nel Rinascimento, furono
trasmettono una caratteristica importante, individuati per la costruzione della via dei
un archetipo dell’architettura romana, la Santuari Mariani, riconoscendosi infatti

106 107
immediatamente come masse nello spazio sfruttare i vicini giacimenti di pozzolana, nel suolo. Questo derivava dalla presenza da Ponte Lucano, si dirigeva verso i colli di
della quieta campagna romana. che, impiegata insieme all’acqua delle di tubature in piombo che i Romani Santo Stefano andando a servire le altre
sorgenti, consentiva l’impasto della malta; impiegavano nel sistema di irrigazione di ville repubblicane sorte lungo il percorso,
le pendici dei monti fornivano inoltre orti e giardini: confrontando i campioni di ma escludendo i terreni oggi detti della
abbondanti risorse di legname per il terreno prelevati nei suoli archeologici con Valle di Tempe che Adriano acquistò con
3.2 I limiti e le fasi costruttive cantiere e non ultima era la possibilità di quelli della campagna circostante, la molta probabilità in epoca successiva.
sfruttare direttamente il substrato della presenza di tracce di piombo consentì di Verso sud, la strada continuava e il confine
3.2.1
J. E. Foss, E. Villa Adriana sorse ai piedi di Tivoli, antica villa: un’importante risorsa di tufo delimitare l’area irrigata, quindi il confine della villa proseguiva lungo il suo margine,
Salza Prina Ricotti, Tibur, su una vasta piattaforma di tufo, una direttamente in situ. della proprietà. Inoltre una quantità per poi tagliare verso l’interno fino a
Lead Pipes Use in sorta di penisola tra i fiumi Ferrata a est, Per definire i limiti del complesso gli maggiore di piombo era indice del fatto raggiungere la valletta oggi contenente il
Ancient Roman
Irrigation System che la divideva da Tivoli, e Risicoli ad ovest, studiosi che se ne occuparono fecero che il terreno era stato più a lungo Canopo e ripiegare a nord includendo
and Content of Pb verso Roma. riferimento in prima istanza alle carte sfruttato, consentendo di conseguenza di l’area su cui successivamente sorsero le
in the Soil of Probabilmente in questo luogo sorgeva una storiche pervenute, insieme a campagne di definire anche i limiti delle varie fasi Terme e l’Edificio a Tre Esedre,
Archaeological villa di epoca repubblicana già scavo mirate alla ricerca di tracce perdute; costruttive. Fu così possibile definire i quest’ultimo facente parte del terreno
Sites in Bullettin of
the Metal appartenente alla moglie dell’imperatore negli anni a venire anche le risorse confini della precedente villa repubblicana irriguo appartenente alla proprietà
Museum, Vol. 26, Adriano, Sabina, che doveva avere anche tecnologiche aiutarono notevolmente tale su cui venne edificata la Villa repubblicana. Infine il confine raggiungeva
1996, pp. 37‐47. un’ottima localizzazione per le risorse che studio. Il metodo di ricerca impiegato, in dell’imperatore Adriano: i lati il Pecile per poi raccordarsi ancora con la
offriva: dalle colline tufacee era possibile particolare, dal Prof. Foss e il suo team 3.2.1 settentrionale e orientale erano adiacenti strada proveniente da Ponte Lucano.
infatti estrarre materiale da costruzione e si basò sull’analisi del contenuto di piombo ad una via repubblicana che, provenendo Adriano, ritornato a Roma nel 118 d.C.,

Fig. 3.2.1 Le fasi


costruttive della
Villa di Adriano.

108 109
3.2.2 3.2.5
Tra gli pose subito mano al grande progetto della Piranesi riportò nella pianta resti di imperiale della Villa anche oltre l’area Piccole Terme, la parte del Palazzo E. Salza Prina
importanti sua Villa sui terreni già della esistente villa architetture solo oggi sotto scavo, come le individuata come il Liceo, ma sul territorio affacciata verso il Pecile, lo Stadio, l’Edificio Ricotti, Villa
avanzamenti circa Adriana, il sogno di
gli studi sulla Villa repubblicana e su quelli di nuova Palestre, che chiudeva il confine verso la non restarono tracce, se non ancora oggi a Tre Esedre, il Teatro Marittimo, le Terme un imperatore.
ricordiamo autori acquisizione, definendo così i nuovi limiti Valle di Tempe. da scavare. con Eliocamino e le Grandi Terme, anche se L’Erma di
come E. Salza della villa imperiale. Questa venne L’architettura romana, a differenza Proprio l’esistenza della suddetta Grande in parte incomplete. Del periodo compreso Bretschneider,
Prina Ricotti, Villa costruita su un terreno collinoso che si dell’architettura greca che considerava gli Via Carrabile sotterranea, capace di tra il 125 e il 135 d.C. appartennero invece Roma, 2000.
Adriana, il sogno di
un imperatore. apriva in due rilievi principali divergenti, edifici come corpi articolati, composti da collegare tutte le grandi architetture del il Canopo, il Grande Vestibolo, l’Accademia,
L’Erma di separati verso nord in una valletta dove fu membra “individuali” 3.2.4, concepiva le complesso, dimostrò come Villa Adriana la Mimizia e l’Odeon, il Pretorio, il Tempio
Bretschneider, collocato il bacino del Canopo. Ai lati architetture come spazi chiusi collegati da non venne realizzata come summa di di Pluto e il Liceo (Fig.3.2.1).
Roma, 2000. esterni dei due rilievi scorrevano le acque un complesso sistema urbano più vasto, edifici semplicemente accostati a caso, ma
3.2.3
E. Salza Prina
dei fiumi Ferrata e Risicoli che costituito in Villa Adriana dalla Grande Via come un grande unitario progetto, ben
Ricotti, Villa probabilmente segnavano il limite del Carrabile. Questa faceva parte di un ponderato in tutto e per tutto.
Adriana, il sogno di podere, anche se il confine vero e proprio sistema di comunicazione, il più mirabile Procedendo con la datazione delle parti del 3.3 Le componenti principali
un imperatore. era plausibilmente spostato più vicino alla nella Villa, che consentiva il transito di complesso, l’analisi dei bolli laterizi fu uno
L’Erma di
Villa dove la morfologia del terreno e lo servitori, manovali e carichi verso ogni strumento utile per individuare le ultime La vasta zoccolatura di morbido tufo su cui
Bretschneider,
Roma, 2000, p.78. sfruttamento del bordo di cava dell’area destinazione interna a e verso l’esterno nel opere eseguite, dimostrando, inoltre, come sorse Villa Adriana è impostata su più
presso la Valle di Tempe fino a Piazza più discreto transito di uomini e merci. In il computo metrico venne calcolato con livelli, che compensano l’andamento delle
3.2.4
C. Norberg ‐ d’Oro, da una parte, e del Pecile, dall’altra, guisa ad un’osservazione di E. Salza Prina estrema esattezza: furono rilevati infatti quote del terreno irregolare sui versanti
Schulz, Roma formavano delle vere e proprie barriere Ricotti (1972), che trovò e rilevò i lucernari solo occasionali acquisti di mattoni orientale, occidentale e settentrionale,
interrotta. Officina
naturali che, insieme ai muri di della Via Carrabile che proseguivano oltre il avvenuti dopo il 124 d.C., probabilmente allungandosi, poi, verso mezzogiorno e
edizioni, Roma,
1978, p.13. contenimento delle terrazze artificiali, braccio ovest del Grande Trapezio, si occorrenti per le modifiche in corso rivestendosi di folta vegetazione.
come nel caso di Tempe stessa e dimostrò come questo complesso sistema d’opera ordinate dall’imperatore. I fronti della basis villae sono uno dei
Roccabruna, impedivano l’ingresso a di comunicazione arrivava a servire tutta Da tale analisi 3.2.5 risultò dunque che gli principali elementi della composizione
malintenzionati e avventurieri. l’area del Liceo. Non fu da escludere edifici costruiti prima del 125 d.C. furono: della Villa: costituiscono un ostacolo alla
La definizione dei confini imperiali verso un’eventuale estensione del confine la Caserma dei Vigili, gli Hospitalia, le penetrazione dall’esterno verso l’interno
meridione e verso settentrione fu di più
difficile stima: gli studi fatti 3.2.2 e i rilievi Fig. 3.3.1 Schema
effettuati in epoche precedenti, come delle direzioni
quelli del Contini e del Piranesi, furono di principali rispetto
aiuto. I due bordi in questione non cui si compone la
Villa.
godevano di limiti naturali che nei secoli e
soprattutto in epoca recente avevano
impedito il proliferare di abitazioni “poco
ortodosse” che hanno sconvolto l’area e
sfalsato l’antica topografia 3.2.3.
Le prime tracce utili per la definizione del
limite settentrionale della Villa furono
rintracciabili nella zona detta dal Contini il
Pantanello, un’area paludosa bonificata
alla fine del 1700 in cui furono ritrovati
resti di statue e capitelli e, come suggerì E.
Salza Prina Ricotti, fu plausibile che il
laghetto dovesse trovarsi all’interno del
confine, altrimenti non si sarebbe potuto
spiegare il perché nascondere dei beni così
preziosi in un’area esterna al confine
imperiale. Sempre da quel lato,
proseguendo verso il confine orientale,

110 111
della residenza imperiale e soprattutto chiarezza ed è possibile individuare come Fig. 3.3.3 La
Grande Via
fondano già parte del progetto su cui si sia il suolo stesso a collaborare con Carrabile nel tratto
sviluppa Villa Adriana, il suolo diviene l’architettura, sviluppandosi insieme ipogeo verso la
architettura e i muri di contenimento del secondo direzioni principali in un unico Valle di Tempe.
terreno nei casi più arditi divengono grande progetto.
sostruzioni abitate come nell’esempio più La Villa assume tre direzioni fondamentali
famoso delle Centocamerelle, ma anche che si incrociano in due cerniere, più una a
nel Pretorio. sé stante sull’asse dell’Accademia
Le terrazze che così si formano sono (Fig.3.3.1). La direzione principale è quella
sostenute da muri di mattoni che vengono est‐ovest dell’asse del Pecile con il muro e
realizzati come dei grandi loggiati la grande spianata geometrica della
tamponati ricorrendo alla forma dell’arco a terrazza che si affaccia verso Roma; ad essa
tutto sesto tra le sequenze di contrafforti si conformano un aggregato di edifici come
che irrigidiscono e controbilanciano le l’Edificio a Tre Esedre, il Giardino Ninfeo‐
spinte del terreno raccolte da “camere Stadio e l’Edificio con Peschiera. La
d’aria” poste dietro il muro a contatto con preesistente villa repubblicana, in parte
la terra. Sono esemplari i casi di Valle di mantenuta e rivisitata, costituisce il
Tempe, di Venere di Cnido, del Canopo e secondo asse fondamentale, N‐O/S‐E: su
quello che ne resta del muro di tale direzione si attesta quella parte di Villa
contenimento che partendo da Roccabruna Adriana che si trova allineata con la
contiene la terrazza dell’Accademia. cosiddetta Valle di Tempe; tra le due
La giacitura del sistema di terrazze direzioni il Teatro marittimo funge da
bordo del grande zoccolo di tufo ma è in servizio delle altre residenze sorte sui Colli 3.3.1
E. Salza Prina
apparentemente casuale sembra cerniera. La terza direzione è quella che si
parte infossata in una valletta. La cerniera di Santo Stefano. Con l’inizio dei lavori per Ricotti, Villa
assecondare unicamente l’irregolarità trova allineata con l’asse principale del
di raccordo con l’asse proveniente dal la realizzazione della grande villa imperiale, Adriana, il sogno di
dell’andamento del terreno, ma a Villa Canopo, su cui si attestano il Canopo un imperatore.
Pecile si configura con l’edificio delle la via repubblicana fu a tratti modificata e
Adriana l’architettura nasce dal sottosuolo: stesso, il Pretorio, gli edifici delle terme e il L’Erma di
Piccole Terme. Il quarto ed ultimo resa più efficiente: fu fatta passare dietro il Bretschneider,
in questa lettura tutto si lega con maggiore Vestibolo. Questa parte non si sviluppa sul
allineamento è descritto dalla spianata cosiddetto Teatro Greco e fatta continuare Roma, 2000, p. 85.
Fig. 3.3.2 Imbocco dell’Accademia con in testata Roccabruna; lungo il fianco della collina fino quando,
in trincea della si dispongono sullo stesso asse i sistemi raggiungendo il Tempio di Venere Cnidia,
Grande Via sotterranei o semi‐sotterranei del Grande dove la strada si infossava in una trincea,
Carrabile verso la Trapezio, della Mimizia e dell’Odeon. per migliorare la comunicazione in salita
Terrazza di Tempe.
Il consistente zoccolo tufaceo ospita la rete tra la zona del Teatro e la Valle di Tempe,
di gallerie e criptoportici che organizzano fu necessario suturare tali due porzioni,
nel sottosuolo, continuando in parte colando sulle pareti in tufo della trincea
all’aperto, il complesso sistema di percorsi una volta a botte in conglomerato
della Grande Via Carrabile, prima citato. cementizio, della cui armatura ne restano
Un imperatore che aveva impedito che le visibili i segni degli incassi delle travi nelle
diligenze a cavallo entrassero in Roma 3.3.1, pareti (Figg. 3.3.2‐3.3.3). Uscita dalla
certamente non avrebbe potuto tollerare il galleria, la strada continua in trincea, fino a
passaggio di animali e servi proprio nel bel raggiungere il piano della terrazza di Valle
mezzo della sua residenza. La Via Carrabile di Tempe. Qui sembra corresse spalleggiata
consentiva, quindi, un rapido e comodo dal bordo della terrazza superiore, quello
collegamento interno tra tutti i principali delle Biblioteche, e continuasse (così è
edifici della dimora, creando una vera rete riferito nei disegni di Contini, Penna e
di spazi ctonii. In origine questa arteria Piranesi) infilandosi nel Padiglione di
sfruttava il sedime della via repubblicana Tempe, per sbucare, come denunciò in un
che passava da Ponte Lucano, continuava disegno il Penna, dall’altro lato, correndo a
lungo il bordo della Villa per proseguire a mezza costa lungo il muraglione della

112 113
3.3.2
L’Arch. E. Salza terrazza degli Hospitalia fino a Piazza
Prina Ricotti portò d’Oro, quando raggiunge il primo bivio. La
avanti l’intuizione
di cui si parla circa diramazione che continuava verso ovest
il Grande Trapezio sarebbe poi sbucata, grazie ad un ripido
occupandosi scalone negli ambienti dell’edificio di
personalmente Piazza d’Oro, mentre il ramo orientale
degli scavi che
confutarono la Sua correva nel sottosuolo fino ad incontrare le
tesi circa le gallerie del Grande Trapezio. Il Grande
mangiatoie. Trapezio, cosiddetto per via delle quattro
Cfr. E. Salza Prina gallerie disposte a quadrilatero di cui si
Ricotti, Villa
Adriana, il sogno di compone, in cui taluni credono che
un imperatore. aleggino ancora le musiche dei culti
L’Erma di misterici, come ci conferma E. Salza Prina
Bretschneider, Ricotti è il più grande svincolo del sistema
Roma, 2000, pp.
97‐101. carrabile ctonio della Villa e anche luogo di
sosta e rifocillamento per le carovane che
3.3.3
Per tutti i portavano le provviste: furono, infatti
percorsi che qui ritrovate numerose mangiatoie per muli e
non sono stati
cavalli lungo uno dei bracci della
menzionati si
rimanda a F. galleria3.3.2. Il Grande Trapezio, come detto,
Chiappetta, I è anche uno svincolo, da cui partono delle
percorsi antichi di diramazioni che conducono in varie parti
Villa Adriana,
del complesso. Dal suo ingresso nei pressi
Quasar, Roma,
2008. di Piazza d’Oro, percorrendo il lungo
braccio orientale della galleria, si arriva,
grazie ad una diramazione, ad una cava di
pozzolana, mentre continuando lungo il
braccio meridionale del Grande Trapezio, si
arriva a trovare un'altra diramazione che
porta ad emergere dal sottosuolo nei
pressi del Liceo.
Dal braccio occidentale si può accedere alle
ramificazioni della gallerie che portano alla
Mimizia (cosiddetta da Pirro Ligorio) e
all’Odeon, mentre continuando lungo il
ramo principale, si arriva ad un’altra arteria
che mette in comunicazione con
l’Accademia.
Naturalmente in passato esistevano
numerosi altri tragitti, sotterranei e non,
carrabili e pedonali, servili e padronali che
andavano a creare una vastissima rete di
percorsi che quasi mai si incontravano così
da garantire la tranquillità dell’imperatore,
quella della sua corte e l’efficienza delle
manovalanze, sempre pronte a servirlo
ovunque si trovasse nella sua Villa 3.3.3.

114 115
PARTE SECONDA
Un progetto per Villa Adriana

4. Gli elementi della Villa rilevanti per il progetto


Nell’affrontare un progetto di architettura per Villa Adriana è stato necessario compiere
alcune scelte, prima fra tutte quella relativa all’area, motivate da uno studio attento di
alcuni elementi considerati caratterizzanti l’intero complesso. Per una lettura completa del
percorso progettuale vengono per tanto di seguito riportati tali approfondimenti.

4.1 Il sistema viario rientrano nelle categorie precedenti e


destinati a effetti scenici come gli horrea o
Una delle letture possibili del complesso di con scopi puramente funzionali come i
Villa Adriana, che risulta rilevante per il depositi di neve (Fig. 4.1.1).
progetto, avviene attraverso lo studio dei Di seguito vengono trattati i primi due
percorsi. L’intera area si presenta come un sistemi in cui rientrano gli elementi che si
grande pianoro di tufo intagliato da trovano a stretto contatto con l’area di
passaggi e gallerie, ma anche luoghi di progetto e coinvolti nel progetto stesso.
sosta che vanno direttamente a integrarsi
con gli elementi architettonici e naturali Fig. 4.1.1 Agostino
Penna, Viaggio
caratteristici del sito. Pittorico della Villa
Il progetto del complesso è stato studiato Adriana Roma,
da Adriano e dai suoi architetti nei minimi Depositi di neve
dettagli per servire tutti gli edifici senza (Tav. n. 126),
1831‐ 1836
creare interferenze tra le differenti utenze
e funzioni dei percorsi, attraverso l’utilizzo
di soluzioni ingegneristiche che non
mancarono mai di gusto estetico.
L’intero sistema, riportato e studiato nei
principali rilievi della Villa, può essere
suddiviso in quattro categorie se ci si basa
sulla loro destinazione d’uso. Alla prima 4.1.1 I criptoportici
appartengono i criptoportici veri e propri
con funzioni primarie di ambulacro, Il termine criptoportico, dall’antico crypta,
costruiti in muratura o scavati indica un preciso elemento tipologico di
direttamente nel tufo; alla seconda si rifà il influenza ellenistica assimilabile ad un
complesso sistema di collegamento tra le ambulacro coperto, chiuso e ‘nascosto’ con
diverse zone della Villa, sia pedonali che sviluppo prevalentemente longitudinale,
carrabili, sia in galleria che all’aperto. Del generalmente coperto con volta a botte,
terzo gruppo invece fanno parte i percorsi incassato in tutto o in parte nel terreno e
interni di collegamento, tutti pedonali e di illuminato da finestre a gola di lupo aperte
minore dimensioni e importanza, mentre, all’altezza dell’imposta della volta (Fig.
infine, della quarta categoria fanno parte 4.1.1.1).
tutti quegli elementi sotterranei che non

116 117
Fig. 4.1.1.1 A Fig. 4.1.1.4 Le
sinistra, grandi finestre
Criptoportico della della Peschiera
zona repubblica in viste dall'esterno
cui sono presenti
le principali
caratteristiche di
questa tipologia
costruttiva

Fig. 4.1.1.2 A
destra,
Criptoportico in
cui è visibile la
valenza ritmica
della luce

4.1.1.1
G. Gullini, Il La sua introduzione nell’architettura strutture soprastanti. Normalmente essi trova nella zona repubblicana della Villa, origine repubblicana, la cui funzione è
criptoportico romana risale all’epoca repubblicana di sono percepibili dall’esterno limitatamente composto da quattro gallerie a volta a quella di passeggiata e di collegamento tra
nell’architettura botte interamente scavate nel tufo e la terrazza e la zona ad essa sottostante
pari passo con la tecnica costruttiva al sistema di illuminazione, la cui valenza
repubblicana, in
dell’opus caementicium, utilizzata per la architettonica nelle vedute viene messa in disposte in modo da formare un attraverso una scala, oggi non più
Les
cryptoportiques costruzione di basamenti ‘alleggeriti’ dalla risalto se collabora alla resa volumetrica rettangolo. Di forma simile è quello che si individuabile perché franata. Il sistema, in
dans l’architecture presenza di ambienti con lo scopo di del basamento o, al contrario, viene trova nella cosiddetta Peschiera (Fig.
romaine. Actes du 4.1.1.3): quattro bracci coperti a volta a
contenere e regolarizzare il terreno tramite dissimulata se lo scopo è quello di non Fig. 4.1.1.5 Vista
Colloque de Rome
terrazze o di creare un podio per le compromettere l’effetto di solidità e botte che ricalcano l’analogo portico posto dell'interno del
(Ecole Française de
al piano superiore. A differenza del criptoportico sotto
Rome, 19‐23 avril compattezza di quest’ultimo. A conferma
il tempietto della
1972), Collection di ciò vi è il punto di vista di Giorgio Gullini precedente, questo criptoportico è dotato Venere di Cnido
de l’Ecole di grandi aperture e risulta intonacato e
che definisce questo elemento tipologico
Française de
come un “portico incluso entro una diversa dipinto, caratteristiche che ne fanno
Rome, Roma,
1973, vol.14, pp. struttura – perciò non rivelato dall’esterno supporre l’uso di ambulacro per ripararsi
137‐142. – tecnicamente sostegno dell’ulteriore dagli eccessi dell’inverno e dell’estate (Fig.
4.1.1.2 elevato della struttura, ma esteticamente 4.1.1.4). Il terzo esempio individuato è
E. Salza
Prina Ricotti, Villa
valutabile solo dall’interno” 4.1.1.1. quello delle Grandi Terme che coniuga le
Adriana, il sogno di La valenza di porticus è data dalla cadenza funzioni di passeggiata a quelle di ispezione
un imperatore. dovuta dalla sequenza ritmica dei punti del sistema idraulico, acquistando la
L’Erma di luce (Fig. 4.1.1.2), paragonabile all’effetto valenza sonora di una fontana.
Bretschneider, Il quarto è quello costituito da due
Roma, 2000.
ottenuto dall’apertura di una serie di
ambienti ortogonali alla galleria. In tutta ambulacri ai lati del vestibolo degli Inferi,
Villa Adriana vi è la presenza di questa completamente scavati in roccia, decorati
tipologia architettonica, dagli esempi più con tartari ed illuminati da aperture nella
antichi ‘ereditati’ dall’edificio repubblicano volta. Infine l’ultimo è quello direttamente
preesistente a quelli di epoca adrianea coinvolto nel progetto e si trova nel
nelle parti nuove del complesso. Eugenia basamento su cui sorge il Tempietto della
Fig. 4.1.1.3
Criptoportico della
Salza Prina Ricotti nei suoi scritti 4.1.1.2 ne Venere di Cnido (Fig. 4.1.1.5). Esso fa parte
Peschiera individua cinque. Il primo è quello che si degli ambienti sostruttivi, in parte di

118 119
Fig. 4.1.1.6 Pianta Fig. 4.1.1.8
e sezione del Giovanni Battista
criptoportico sotto Piranesi, Pianta
il tempietto della delle Fabriche
Venere di Cnido esistenti nella Villa
Adriana, 1781.
Particolare del
primo e del
secondo foglio in
cui è visibile
l'innesto tra il
criptoportico e la
Via Carrabile

parte in muratura e in parte scavato nel cementizio (Fig. 4.1.1.7): quest’operazione


tufo, è costituito da un corridoio voltato a potrebbe essere stata fatta per separare i
botte con finestrature laterali disposto su due percorsi, irrobustire le fondazioni della
due livelli diversi collegati da una scalinata zona del tempietto o per permettere
che probabilmente si innestava in un tratto l’inserimento della scala sopracitata e di cui 4.1.2.1
cfr. il
attualmente risulta ancora visibile e puntuali aperte nella volta, lateralmente o
della galleria della Via Carrabile (Fig. non si hanno notizie certe sulla cui paragrafo 4.1.1 I
percorribile in alcuni tratti. centralmente, che vanno a costituirne una
4.1.1.6). Infatti, percorrendo quest’ultima collocazione. A sostegno di questa tesi vi è criptoportici.
Anche se durante il suo percorso essa caratteristica e le conferiscono un fascino
nel tratto interrato, si nota un cambio di anche il rilievo eseguito da Piranesi, in cui
acquista conformazioni differenti per i particolare. 4.1.2.2
C. F. Giuliani,
materiale nella parete settentrionale, in si può vedere l’attacco tra i due sistemi
diversi elementi con cui si relaziona, vi Dal punto di vista tipologico, alcuni suoi Contributi allo
corrispondenza di una variazione di altezza distributivi, quello carrabile e quello
sono delle caratteristiche che ne tratti ipogei possono essere assimilati a dei studio della
della volta, dove il tufo lascia posto a un dell’ambulacro (Fig. 4.1.1.8). Al tipologia dei
costituiscono le peculiarità. Essendo una criptoportici, o come meglio indica Giuliani
tamponamento di conglomerato criptoportico corre parallela una 4.1.2.2 criptoportici, in Les
strada, essa è lastricata con basoli a una via tecta che si insinua cryptoportiques
canalizzazione, proveniente dalla
attualmente visibili sono in alcuni tratti, attraverso la natura e l’architettura della dans l’architecture
Fig. 4.1.1.7 soprastante Conserva d’acqua, che
soprattutto in quelli in cui non sono Villa. romaine. Actes du
Cambio di alimenta una serie di fontane per poi Colloque de Rome
materiale nella avvenute sostanziali modifiche del terreno Come di consuetudine presso i Romani,
parete
confluire nella vasca natatoria del ninfeo (Ecole Française de
dovute a interventi agricoli. Raramente il essa ricalca in parte il tracciato di una Rome, 19‐23 avril
settentrionale posto all’estremità settentrionale. Nel
sistema viario risulta disposto in aperta strada preesistente che attraversava la 1972), Collection
della Via Carrabile tratto superiore dell’ambulacro si trova
campagna: per lo più il tracciato è proprietà per collegare la via Tiburtina con de l’Ecole
anche un ambiente con pareti grezze, una Française de
accompagnato da una spalla costituita da le ville repubblicane presenti sui Colli di
sorta di esedra scavata nel tufo che dava la Rome, Roma,
interventi in muratura di contenimento del Santo Stefano. Questo avviene soprattutto
possibilità di riposare su di una seduta 1973, vol.14, pp.
suolo o direttamente scavata nel tufo, in nella prima parte, quella che, proveniente 79‐115.
ricavata nella pietra.
modo da non far risultare la Via troppo da Ponte Lucano, corre alle spalle del
visibile e da non interferire con il Teatro Greco seguendo l’andamento della
4.1.2 La Via Carrabile
complesso imperiale. L’altro elemento collina soprastante, spalleggiata da un
caratterizzante è il sistema di illuminazione terrapieno che invita verso l’ingresso
Come detto, altro elemento rilevante del
dei tratti sotterranei: come si è detto sotterraneo (Fig. 4.1.2.1). Non furono
sistema viario della Villa è la cosiddetta Via
precedentemente 4.1.2.1 un fondamento apportate in questo caso ingenti modifiche
Carrabile che, pur mantenendosi periferica,
nell’uso della luce è la cadenza e il ritmo poiché l’originale tracciato era tale da non
permetteva il collegamento di tutte le zone
che essa conferisce agli spazi, facendoli influenzare la calma e l’estetica del luogo.
del complesso grazie a numerose
quasi assimilare a dei porticus. Questo In origine, all’altezza del Tempietto della
diramazioni e svincoli sotterranei
avviene anche lungo la Via Carrabile, Venere di Cnido, la Via Carrabile correva in
integrandosi con gli edifici stessi e che
interamente illuminata da aperture una trincea direttamente scavata nel tufo

120 121
Fig. 4.1.2.1 A (Fig. 4.1.2.2). Fu quindi creata una galleria sedime lievemente scavato della Via
sinistra, Accesso al
lunga circa 40 metri, larga 2,30 m e di Carrabile e dal piano orizzontale della
primo tratto in
galleria altezza variabile, illuminata esclusivamente Terrazza stessa che si apre verso il
caratterizzato dalla da finestre rettangolari aperte nella volta. paesaggio e i Monti Tiburtini (Fig. 4.1.2.4).
presenza del Sulle pareti, in parte in tufo scavato, in Procedendo verso sud il tracciato della Via
basolato e dalla parte in muratura, sono ben visibili i segni Carrabile si perde e non è più possibile
spalla in muratura
lasciati dai mozzi delle ruote dei carri a seguirlo con certezza. Escludendo che essa
Fig. 4.1.2.2 A
circa 70 cm da terra. Come accennato in superasse con un’inclinazione notevole il
destra, Tratto precedenza parlando dei criptoportici, circa dislivello che vi è tra la Terrazza di Tempe e
sotterraneo nei a metà della parete settentrionale si nota quella soprastante, quasi certamente la
pressi del l’inserimento di un tamponamento strada doveva proseguire verso il
Tempietto della
Venere di Cnido all’altezza dell’incrocio del sistema Padiglione di Tempe, una costruzione che
carrabile e dell’ambulacro delle sostruzioni sporge dal fianco del colle, passandovi al di
repubblicane del Tempietto di Venere, sotto all’interno di una galleria inglobata
esattamente in corrispondenza di uno nel corpo di fabbrica. Attualmente non
scarto della volta a botte. sono visibili né l’entrata né l’uscita di
Più avanti la strada basolata in trincea questo passaggio coperto, ma a sostegno
riprende quota fino a raggiungere quella di questa tesi ci sono due disegni eseguiti
della Terrazza di Tempe (Fig. 4.1.2.3): la nel 1800 da Agostino Penna (Figg. 4.1.2.5‐
sezione in questo punto è caratterizzata 4.1.2.6), in cui è ben visibile un’arcata nel
per addolcire la pendenza, ma in epoca gettata di conglomerato cementizio, di cui dalla presenza costante di una spalla in fianco del Padiglione, e i rilievi di Contini e
adrianea, per evitare l’interruzione del si vedono gli incassi per l’armatura, unendo muratura che costituisce il contenimento Piranesi che inseriscono nella pianta il
pendio che veniva così a crearsi, fu deciso in questo modo la terrazza della Venere della Terrazza inferiore delle Biblioteche, tracciato della galleria (cfr. Figg. 4.4.1‐
di voltare il solco nel terreno con una con il terrazzamento della Valle di Tempe dall’affioramento di tufo su cui si trova il 4.4.2).

Fig. 4.1.2.3 Tratto Fig. 4.1.2.4 La Via


della Via Carrabile Carrabile alla
in trincea quota della
Terrazza di Tempe
leggermente
scavata nel tufo

122 123
Fig. 4.1.2.5 zona repubblicana della Villa. Sempre nella Fig. 4.1.2.7
Agostino Penna, Biforcazione della
vista del Penna si può vedere come la
Viaggio Pittorico Via Carrabile sotto
della Villa Adriana, strada procedesse su un terrazzamento Piazza d'Oro
Roma, Uscita della verso Piazza d’Oro, ma a causa dei lavori di
Via Carrabile dal aratura, si può solo ipotizzare che il suo
Padiglione di tracciato affiancasse il muro di
Tempe, 1831‐
1836 contenimento del giardino soprastante,
posizione analoga a quella più antica
posizionata a mezza costa che fu rettificata Fig. 4.1.2.8
e inglobata per adattarsi alle esigenze Agostino Penna,
Viaggio Pittorico
monumentali del progetto. Dopo aver della Villa Adriana
attraversato questo piano, la strada si Roma,
immette sotto la Piazza d’Oro e l’attraversa Biforcazione della
secondo un percorso che non ricalca Via Carrabile sotto
Piazza d’Oro (Tav.
perfettamente le fondazioni dell’edificio, n. 43), 1831‐ 1836
confermando in questo modo come la
galleria fosse costruita su un tracciato
preesistente nonostante le difficoltà
tecniche che si sarebbero dovute
affrontare. In corrispondenza con poi restringersi a 3,20 m e anche qui, come
l’ingresso, il muro di contenimento del nel caso precedente, sono ben visibili i
giardino risulta smussato a 45° per creare solchi lasciati dai mozzi delle ruote dei
Fig. 4.1.2.6 l’invito e facilitare la svolta, spigolo che in carri, segno inequivocabile del suo utilizzo
Agostino Penna,
epoca molto tarda fu rimaneggiato, come percorso carrabile durante il periodo
Viaggio Pittorico
della Villa Adriana, probabilmente da pastori, per riuscire a adrianeo. Da questo punto la strada segue
Roma, Uscita della sfruttare il vano d’ingresso come ricovero il lato orientale di Piazza d’Oro e dopo circa
Via Carrabile di per animali. 26 m vi è una biforcazione (Fig. 4.1.2.7),
sotto lo stallone,
All’imbocco la galleria è larga 5,40 m per visibile anche in un’altra delle incisioni di
presa dal fondo
della Valle di
Tempe, 1831‐ Fig. 4.1.2.9 A
1836 sinistra, Ramo
della Via Carrabile
sotto Piazza d'Oro

Fig. 4.1.2.10 A
destra, Una delle
uscite del ramo
della Via Carrabile
sotto Piazza d'Oro

Dopo l’uscita da questa costruzione il terra gettata in corrispondenza dell’uscita


sedime della Via Carrabile risulta ancora del tunnel durante gli scavi eseguiti nella
più difficile da individuare a causa della

124 125
Fig. 4.1.2.11 Uscita risulta che solo pochi mezzi autorizzati scavata in un banco di cappellaccio (Fig. Fig. 4.1.2.13
della Via Carrabile Diramazione della
avevano accesso all’area e potevano 4.1.2.13). In quest’ultima parte la volta ha
che conduce Via Carrabile verso
all'Arena raggiungere le due uscite di cui era dotato diametro maggiore rispetto alla larghezza sud
il tunnel, una verso l’area posta davanti al della trincea, lasciando scoperto una
vestibolo di Piazza d’Oro, l’altra emergente porzione del banco stesso: su di esso sono
sulla piana a occidente di tale complesso ben visibili i segni lasciati dagli strati di
(Fig. 4.1.2.10). Altro fatto da sottolineare è sottofondo (lo statumen) della strada
che i carri provenienti dagli Inferi non repubblicana e si può quindi affermare che
potevano svoltare nella diramazione l’antico percorso in questo punto saliva
suddetta per l’angolo volutamente creato fino a raggiungere la quota della Piazza
nel punto della biforcazione. In d’Oro, mentre quello adrianeo proseguiva (cfr. Fig. 4.1.1), ma non integrandosi con
corrispondenza della diramazione vi è orizzontalmente rimanendo ipogeo.
essi come erroneamente riportava
anche un’uscita in rapporto diretto con la Sempre in questo tratto si nota una
Piranesi.
Valle che conduce all’arena e alla zona in particolare sezione dovuta all’usura del Una diramazione passa sotto la tomba
cui avrebbe dovuto sorgere lo Stadio mai cappellaccio da parte delle ruote dei carri e
circolare con direzione nord‐sud, scavata
realizzato (Fig. 4.1.2.11). la conseguente scalpellatura per portare il interamente nel tufo ed illuminata da oculi
Entrambi i rami della Via Carrabile sono piano della parte centrale a un livello
di 2 m di diametro aperti nella volta a botte
caratterizzati da una larghezza di 3,20 m, inferiore e per rendere più omogenea la
a una distanza di 11‐12 m. A causa di una
un’altezza variabile e un’illuminazione che pendenza. Da notare è che l’asportazione frana dovuta a una voragine naturale, essa
avviene attraverso finestre rettangolari a della pietra nelle zone delle fondazioni
non fu mai utilizzata, ma risulta
Penna (Fig. 4.1.2.8): il ramo principale gola di lupo, a oriente per il braccio che delle pareti è avvenuto solo per il muro interessante perché l’improvvisa
prosegue verso sud per raggiungere gli prosegue vero sud (Fig. 4.1.2.12), a orientale, mentre si è preferito preservare
interruzione dei lavori permette di capire
Inferi, l’altro svolta a destra e segue settentrione per quello che svolta verso una base più ampia per quello occidentale come venivano costruite queste gallerie: si
l’andamento dell’edificio soprastante. In ovest. Essi sono costruiti in muratura con che deve maggiormente sostenere la trattava infatti di un tunnel pilota di ridotte
quest’ultimo (Fig. 4.1.2.9) è da notare la pareti in opus reticulatum e volta a botte; spinta del terreno (Fig. 4.1.2.14).
dimensioni. La prima fase di costruzione
presenza dei cardini di un cancello da cui solo la diramazione verso sud è in parte La galleria che attraversa Piazza d’Oro, consisteva nel tracciare il percorso in
dopo un tratto a cielo aperto (Fig.
superficie per mezzo di una groma e
4.1.2.15), può essere percorsa solo fino
Fig. 4.1.2.12 successivamente aprire una serie di pozzi
Agostino Penna, all’angolo sud‐est dell’edificio a causa di
Viaggio Pittorico una ostruzione che impedisce di proseguire Fig. 4.1.2.14 A
della Villa Adriana la sua esplorazione. Basandosi sui rilievi sinistra, Sezione
Roma, Il sistema di della diramazione
precedenti è possibile affermare come essa della Via Carrabile
illuminazione della
Via Carrabile nel proceda verso sud rimanendo sempre verso sud
ramo verso sud e sotterranea e passando vicino alla Tomba
in primo piano circolare e ai cosiddetti Depositi di Neve Fig. 4.1.2.15 A
l'Arena, 1831‐ destra, Tratto della
1836 Via Carrabile a
cielo aperto nei
pressi di Piazza
d'Oro

126 127
Fig. 4.1.2.16 A Il sistema del Grande Trapezio fungeva, Fig. 4.1.2.19
sinistra, Tratto Assonometria di
come detto in precedenza, anche come
della Via Carrabile uno dei bracci del
verso gli Inferi in svincolo sotterraneo: per questo motivo Grande Trapezio
cui è visibile la lungo tali gallerie sono presenti ulteriori secondo l'ipotesi
caratteristica diramazioni che permettono il di Eugenia Salza
illuminazione Prina Ricotti
collegamento con altre zone della Villa.
zenitale
All’angolo sud‐est è presente un tunnel di
Fig. 4.1.2.17 A dimensioni ridotte che porta all’antica cava
destra, Agostino di pozzolana: la presenza degli incassi di un
Penna, Viaggio
cancello e la larghezza di solo 1,50 m non
Pittorico della Villa
Adriana Roma, permetteva il passaggio di animali da
Biforcazione soma, e presumibilmente fu creato e
all’interno del utilizzato durante le prime fasi dei lavori di
Grande Trapezio, verticali equidistanti fino a raggiungere la poste nella volta di diametro di 3 m a una
distanza di circa 10‐12 m (cfr. Fig. 2.5.2). I costruzione del complesso.
1831‐ 1836 quota di calpestio voluta. Dalla base dei
due bracci minori misurano 100 e 140 m, I bracci corti non avevano ramificazioni:
4.1.2.3
pozzi si procedeva a scavare
E. Salza orizzontalmente collegando i pozzi contigui mentre quelli maggiori sono di circa 300 m. unica loro funzione era quella di collegare i
Prina Ricotti, Villa
Avendo tutto il sistema sotterraneo un due bracci maggiori. Da quello occidentale
Adriana, il sogno di con il citato tunnel pilota, che veniva in sistema di percorsi fu pensato e realizzato
unico senso di percorrenza per l’esigua partono invece quattro gallerie: la prima,
un imperatore. seguito ingrandito fino a raggiungere le all’inizio della costruzione dell’intera Villa,
larghezza delle gallerie, viene naturale posta all’estremità settentrionale, è larga
L’Erma di dimensioni previste dal progetto. ma il fatto stesso che la strada fu pensata
Bretschneider, interpretare questa zona come un grande 3,60 m e alta 3,00 e dà accesso al giardino
Da questa zona, la Via Carrabile si dirige per collegare le varie zone ancor prima che
Roma, 2000.
verso sud in corrispondenza con la valletta svincolo e un luogo di sosta. dell’Accademia; la seconda, oggi ostruita,
fossero edificate è prova di una
Sul Grande Trapezio sono stati fatti molti larga 1,15 m e alta 3,00, si immette a circa
degli Inferi a cui è collegata attraverso pianificazione globale presente fin dal
l’ambulacro orientale del Vestibolo. La studi ed ipotesi sulla sua funzione, tra 27 m di distanza dalla precedente e
principio.
questi sono da ricordare gli scritti di conduceva all’edificio posto tra l’Odeon e
galleria in alcune zone non è percorribile a
Eugenia Salza Prina Ricotti 4.1.2.3. Nei rilievi l’Accademia, costituendo un horreum; la
causa del materiale precipitato attraverso i
fori di illuminazione (Fig. 4.1.2.16), ma la studiosa riporta la presenza di una serie terza, posta dopo 52 m e larga 2,50 m, dà
di incassi nella parete esterna del braccio accesso all’Odeon; mentre l’ultima, posta
proprio per la presenza di questi è 4.2 Il tempietto di Venere Cnidia
comunque individuabile l’intero tracciato orientale, poi riscontrati anche in quello all’estremità meridionale, di dimensioni
occidentale: si tratta di una sequenza di abbastanza ampie, conduce al Liceo.
fino ad arrivare alla chiusura del sistema Uno degli elementi coinvolti dal progetto è
buche di dimensioni differenti che si Quasi sicuramente tutto questo articolato
sotterraneo (Fig. 4.1.2.17). Questa è il poggio su cui sorge il Tempietto di
rappresentata da quattro gallerie scavate ripetono a intervalli regolari, sia sulla Fig. 4.2.1 Agostino
nel tufo e disposte a trapezio, larghe 5 m e superficie verticale, sia sul pavimento (Fig. Penna, Viaggio
Pittorico della Villa
alte altrettanto, illuminate da aperture 4.1.2.18). L’ipotesi più accreditata è che
Adriana Roma,
esse fossero destinate ad alloggiare Terrazzamento del
Fig. 4.1.2.18 Una strutture in legno con lo scopo di Tempietto di
delle gallerie del compartimentare la galleria: confrontando Venere, 1831‐
Grande Trapezio in 1836
altezza, dimensioni e distanza degli incassi
cui sono visibili gli
con i moderni manuali di costruzione si è
incassi sulla parete
potuta appurare la corrispondenza con gli
impianti di ricovero di equini con le relative
mangiatoie (Fig. 4.1.2.19). In base a questa
intuizione si può calcolare che vi fosse
posto per lo stazionamento di 51 tra cavalli
e muli e di 80 asini, mentre i 140 m di
galleria privi di incassi erano destinati ai
carri. Il tutto è avvalorato dalla presenza di
una canalina di scolo lungo la parete
opposta a quella delle mangiatoie.

128 129
Fig. 4.2.2 attorno al quale si trovava nella parte Fig. 4.2.4 A
Tempietto della sinistra, Il viale dei
occidentale un portico a semicerchio
Venere di Cnido cipressi
pavimentato con opus sectile alle cui
estremità sorgevano due padiglioni, uno Fig. 4.2.6 A destra,
dei quali oggi è inglobato nel casino, Sostruzioni sud‐
orientali con
mentre l’altro è visibile solo come segno a
l'accesso al
terra. Le caratteristiche che hanno criptoportico
permesso di associarlo all’originale greco
sono le dimensioni quasi identiche e la
posizione panoramica, anche se 4.2.2
recentemente è stata ritrovata la dedica il terreno circostante con piantumazioni di cfr. il
paragrafo 4.1.1 I
4.2.1
del tempio ad Atena. pini marittimi e cipressi che caratterizzano
G. Ortolani, Il Venere e su cui successivamente il conte criptoportici.
La struttura circolare associata al portico ancor oggi il paesaggio della Villa (Fig.
padiglione di Fede fece edificare la sua dimora. Il nome è può essere interpretata, oltre ad un 4.2.4).
Afrodite Cnidia a
dovuto al ritrovamento negli anni ’50 di aspetto dell’eclettica cultura Il tempio gode di uno sguardo privilegiato
Villa Adriana:
progetto e una replica della famosa statua marmorea dell’imperatore, come volontà di sulla natura circostante e questo è
significato, eseguita da Prassitele e con esso viene consolidamento dell’unità dell’impero: possibile grazie all’opera sostruttiva (Fig.
Università degli indicato non solo la struttura circolare ma caratteristica comune a molte architetture 4.2.5), di cui si è in parte parlato trattando
Studi di Roma ‘La
Sapienza’,
tutto l’insieme del terrazzamento (Fig. adrianee è quella di accostare stili lontani dei criptoportici 4.2.2, posta agli antipodi del
Editrice Librerie 4.2.1). nel tempo e nei luoghi, qui visibile nel belvedere di Roccabruna. Si tratta di
Dedalo, Roma, Si tratta di un giardino belvedere il cui contrasto tra il tempio greco centrale e il un’opera cementizia con orientamento est‐
1998, pag. 21. Grosse modifiche furono apportate alla
fulcro è un tempietto rotondo (Fig. 4.2.2) portico che lo avvolge, realizzato con ovest i cui prospetti sono articolati tramite
zona dal conte Giuseppe Fede che nel 1704
ad imitazione del famoso Tempio di arcate su colonne, di chiara origine la presenza di nicchie con funzione sia
edificò la sua residenza in prossimità della
Afrodite Euploia di cui parla Luciano 4.2.1, ellenistica orientale. strutturale che estetica. Quello orientale,
costruzione circolare (Fig. 4.2.3) e sistemò

Fig. 4.2.3 Il Casino Fig. 4.2.5 Il


Fede e il terrazzamento del
Tempietto di Tempietto di
Venere Venere nel suo
insieme

130 131
lungo il quale corre la galleria scavata nel 4.3 La Valle di Tempe e il Padiglione di tufo presenti, salti di quota autonomi o,
tufo di cui è visibile l’accesso (Fig. 4.2.6), è più spesso, integrati nel sistema di terrazze
caratterizzato da una serie di nicchie Valle di Tempe è il nome con cui viene digradanti che distinguono l’affaccio
rettangolari fiancheggiate da semicolonne indicata la depressione naturale situata ad orientale. Attualmente questa sua
in muratura e poste su un alto podio (Fig. est della Villa lungo il corso d’acqua della particolarità risulta attenuata dal crollo di
4.2.7). Altro elemento di questo affaccio è Ferrata (cfr. Fig. 4.2.1.6). Essa prende il alcuni dei muri di contenimento e dal
la presenza asimmetrica di un ninfeo nome dall’omonima valle greca situata nel materiale asportato dagli scavi nelle
absidato ricoperto di tartari nella parte nord della Tessaglia, caratterizzata dal un terrazze soprastanti e gettato nella Valle,
nord (Fig. 4.2.8), nella cui vasca natatoria andamento lungo e stretto con pareti in che in parte nasconde anche l’originale
confluisce l’acqua proveniente dalla roccia profondamente scavate dalle acque tracciato della Via Carrabile.
Conserva posta sulla terrazza soprastante. del fiume Peneo (Fig. 4.3.1). L’affaccio orientale si apre a nord con la
L’unico fattore comune tra i due siti è la presenza del Tempietto della Venere di
Fig. 4.2.7 A forte presenza materica del suolo: il Cnido e del Casino Fede che, con le loro
sinistra,
confine est della villa tiburtina è in parte opere sostruttive, rendono l’idea di come
Sostruzioni
orientali con le definito da pareti verticali ricavate era impostata tutta la zona.
arcate sostenute scavando direttamente negli affioramenti Procedendo verso sud, alla stessa quota
da semicolonne

Fig. 4.2.8 A destra, Fig. 4.3.1 A


Il ninfeo absidato sinistra, La Valle di
ricoperto di tartari Tempe in Tessaglia

Fig. 4.3.2 A destra,


Fig. 4.2.9 Il muro di
Sostruzioni contenimento
settentrionali della Terrazza di
Tempe
caratterizzato da
contrafforti

Fig. 4.3.3 La
Terrazza di Tempe
con il declivio che
la raccorda alla
terrazza
soprastante

Il prospetto occidentale risulta articolato in conte Fede, per la presenza di speroni con
modo analogo ma meno accentuato, in cui funzione statica (Fig. 4.2.9) e di una scala
il rivestimento a tartari e pomici e la serie che permetteva l’accesso alla zona del
di rientranze ricordano il tipo della basis Tempietto.
villae, visibile anche nel muro di
contenimento del piazzale a nord delle
Biblioteche. Si discosta da quanto appena
detto il lato settentrionale che risulta
irregolare, oltre che per l’ampliamento del

132 133
Fig. 4.3.4 Il Fig. 4.3.5 Schema
padiglione di compositivo del
Tempe Padiglione
secondo la prima
ipotesi

del Tempietto di Venere, vi è un’altra risulta la chiusura di tutto il sistema che


Fig. 4.3.6 Schema
terrazza, quella di Tempe, creata comprende le Biblioteche, gli Hospitalia e il compositivo del
artificialmente tramite l’inserimento di un Triclinio imperiale, insieme di edifici che Padiglione
muro di contenimento che insiste nella può essere soggetto a una duplice secondo la
parte meridionale su un affioramento di interpretazione. La prima (Fig. 4.3.5) seconda ipotesi

tufo ed è rinforzato da una serie di consiste nell’individuazione di un asse


contrafforti distanti circa 7,50 m (Fig. principale, tangente alle Biblioteche e
4.3.2). Con il passare del tempo, parte della passante per uno dei bracci del cortile ad
muratura è crollata e il profilo attuale di esse adiacente, che funge da sistema
questa terrazza non risulta più netto e distributivo di tutta l’area a cui si accostano
pulito come era in origine, ovvero gli altri ambienti: nella zona verso oriente
perfettamente orizzontale in cui era ben esso si identifica come una serie di
visibile il solco della Via Carrabile: infatti, passaggi coperti che permette l’accesso
anche a causa di un analogo crollo della diretto alle diverse costruzioni e che nella
terrazza soprastante, il terrazzamento è parte terminale si immette nell’attuale
oggi raccordato alla quota superiore da un terrazza belvedere. La seconda (Fig. 4.3.6)
declivio e non più da pareti verticali (Fig. è forse quella più immediata e che può
4.3.3). essere applicata in parte a tutta la Villa e
A metà della Valle ed adiacente alla consiste nel leggere gli edifici come più
Terrazza di Tempe vi è l’omonimo corpi distinti ed autonomi che hanno una
Padiglione (Fig. 4.3.4), un corpo sporgente propria unità compositiva interna,
dal poggio artificiale sotto cui passava la costituita da una parte edificata e da una
Via Carrabile attraverso una galleria voltata parte destinata a giardino, e che vengono
a botte. Compositivamente il belvedere est disposti e accostati lungo una direzione

134 135
Fig. 4.3.7 A Fig. 4.3.10 La Valle
sinistra, Vista di Tempe nei
laterale del pressi di Piazza
Tempietto d'Oro

Fig. 4.3.8 A destra,


Vista dall'alto del
Tempietto in cui si
può comprendere
l'intera planimetria

Fig. 4.3.11 La Valle


prevalente. In base a questa seconda paesaggio risulta mancante. di Tempe e sullo
lettura il Padiglione, oltre che costituire la Dell’alta torre che si affacciava verso i sfondo i Monti
chiusura e la testata di questo asse, è Monti Tiburtini e la città di Tibur oggi resta Tiburtini
interpretabile come un’unità di cui ora è solamente la parte basamentale e qualche
presente solo la parte costruita, mentre muro al piano superiore, mentre le scale
l’ambito più aperto e di affaccio verso il che congiungevano le due quote poste a 9

Fig. 4.3.9 La cavità


naturale visibile
nella Valle

4.3.1
metri di differenza sono andate perse e ne probabilmente corrispondeva a uno dei cfr. Antonio
si ha testimonianza solo nei rilievi storici, pianerottoli di sosta lungo il percorso verso Nibby, Viaggio
antiquario ne'
come ad esempio quello di Piranesi. La la terrazza soprastante. Poco più a nord si contorni di Roma,
parte bassa è caratterizzata all’esterno ergono i resti, per lo più oggi leggibili a 1827
dalla presenza di tre arcate profonde, terra, di ciò che Piranesi indicava come un
mentre l’unico ambiente interno, detto Tempietto (Figg. 4.3.7‐4.3.8): non si hanno
Stallone, si presenta come un ninfeo notizie più specifiche a riguardo, se non
completamente rivestito da pomici. Nella l’interpretazione da parte del Nibby, come
zona della scala è presente un vano luogo di sosta. 4.3.1
coperto da volta a botte che

136 137
4.3.2
cfr. il A sud del Padiglione, la Valle di Tempe caratterizzato da una serie di arcate simili a qui analizzata e in particolare relativa ciò che egli definiva come Tempietto, un
paragrafo 4.1.2 La acquista una maggiore valenza tettonica quelle dello Stallone (Fig. 4.3.10), mentre all’area della Terrazza di Tempe. piccolo ambiente che si affacciava
via Carrabile
per la marcata presenza di affioramenti di più a sud si ha un semplice muro che cela la Già nel disegno di Contini (Fig. 4.4.1) è direttamente nello spazio coperto
4.4.1
cfr. il capitolo tufo accuratamente modellati galleria del percorso sotterraneo e di cui si facilmente individuabile una struttura che andandosi a configurare come un suo
2. Lo studio di Villa artificialmente per ottenere, assieme a percepisce solamente il sistema di corre parallela al muro di contenimento di ampliamento. L’importanza di questa
Adriana: dalla delle opere in muratura, dei netti salti di illuminazione. tale terrazzamento e che verrà poi ripresa riproduzione è dovuta alla capacità
scoperta a oggi
quota. Questo attualmente è in parte Complessivamente la Valle di Tempe risulta anche nei rilievi successivi: tra questi risulta dimostrata da Piranesi di rendere
nascosto dalla vegetazione ma è visibile quindi un paesaggio artificiale interamente significativo quello di Piranesi (Fig. 4.4.2) in comprensibile il rapporto tra il sopra e il
ampiamente nelle viste ad opera degli modellato dall’uomo ma che rimarca la sua cui sono chiaramente distinguibili una serie sotto della Villa, tra la sua componente
artisti francesi del XIX sec. che ritraggono le appartenenza alla natura per gli elementi e di elementi che si dispongono paralleli al architettonica e la sua componente
opere di contenimento del terreno sotto i materiali utilizzati e per la costante bordo di terrazza e che ne scandiscono lo sotterranea in un’unica rappresentazione,
l’area repubblicana della Villa (cfr. Tav. apertura verso l’esterno (Fig. 4.3.11). spazio. Procedendo dall’interno verso elaborando il rilievo dello stato di fatto e
2.8.3). In una prima zona vi è lo scavo in l’esterno è possibile leggere nel disegno facendolo diventare un progetto vero e
tufo, sovrastato da una parete che un’area introversa, chiusa da un lato dalla proprio. Per queste stesse ragioni, la
presenta una serie di nicchie, lungo il quale terrazza superiore e dall’altro da un rappresentazione simultanea di livelli
si trova il sedime della Via Carrabile che 4.4 Le ricostruzioni storiche: analisi e boschetto, una zona‐filtro data dalle diversi e la facile riconducibilità a note
tramite una salita raggiungeva un pianoro interpretazione alberature stesse, un portico leggermente tipologie edilizie può anche portare ad
prima di diventare ipogea. Nel fianco di arretrato rispetto il bordo e infine una zona affrettate interpretazioni, come quella di
quest’ultimo, interamente costituito da Come spiegato nella prima parte 4.4.1, di affaccio sul paesaggio completamente sostenere la presenza di una stoà greca a
roccia scavata, si trova una cavità naturale numerosi furono gli studiosi che si libera. In questo contesto manca ridosso del bordo di terrazza mettendo in
(Fig. 4.3.9), responsabile del crollo di cui si occuparono di rilevare il sito di Villa l’elemento della Via Carrabile che per relazione le colonne e i setti di rinforzo del
è parlato trattando della Via Carrabile. 4.3.2 Adriana e, tra questi, molti si cimentarono l’autore di questa carta si pensa passasse al muro di contenimento. Sebbene negli scavi
Nella zona di Piazza d’Oro, subito dopo anche nel restituire l’aspetto originario di sotto dell’ambiente porticato per poi non sia mai stata trovata conferma
l’accesso carrabile, il prospetto è dell’intero complesso, compresa la zona proseguire sempre ipogea in prossimità di dell’esistenza del portico citato, la maggior

Fig. 4.4.1 Fig. 4.4.2 Giovanni


Francesco Contini, Battista Piranesi,
Pianta di Villa Pianta delle
Adriana, Roma, Fabriche esistenti
1668. Particolare nella Villa Adriana,
dell’area 1781. Particolare
comprendente la del secondo foglio
Valle di Tempe. in cui è visibile la
Terrazza di Tempe
e l’area
circostante.

138 139
parte degli architetti e archeologi
continuarono a rappresentarlo: quasi tutte
le piante eseguite in epoca successiva
riportano, in alcuni casi con piccole
modifiche, il disegno del doppio colonnato
di Piranesi su cui si innesta il cosiddetto 5. Il progetto
Tempietto. Anche studiosi di cui sono
pervenuti solo resoconti scritti citano la
ricostruzione piranesiana: è il caso di
Antonio Nibby che tenta di collegare i 5.1.1
rinvenimenti archeologici con il rilievo e 5.1 Interpretazione della Villa e scelta costruirlo attraverso aggiunte e sottrazioni Durante la
dell’area di materia. Le architetture stanno nel suolo fase progettuale è
cerca di dare delle destinazioni funzionali
stato realizzato un
ipotizzando una passeggiata coperta con e da questo si elevano, andando a formare, modello di studio
una piccola esedra come zona di riposo. Lo studio attento e l'analisi approfondita di attraverso muri di contenimento e con rappresentate
Significativi sono inoltre gli alzati di Pierre‐ Villa Adriana hanno permesso, insieme sostruzioni, delle grandi terrazze che le sole curve di
anche alla conoscenza diretta del sito configurano così il sito (Fig. 5.1.2 ). livello per
Jérome‐Honorè Daumet (cfr. Tavv. 2.8.4 ‐ comprendere la
2.8.6) che permettono di comprendere le stesso, di capire e individuare quali fossero A mettere in evidenza le modalità di configurazione del
volumetrie dell’intero affaccio orientale gli elementi caratterizzanti su cui questo costruzione dell'intero complesso e tale suolo della Villa .
della Villa e in particolare l’andamento luogo basa la propria identità. rapporto che l'architettura della Villa
terrazzato oggi andato perduto: egli riuscì a A dominare è il suolo con la sua instaura con il suolo concorre il sistema
rendere chiaro ed esplicito il carattere conformazione: una grande penisola di della grande Via Carrabile. Anch’essa
dell’intera Valle in cui, come si è detto, tufo con dislivelli cospicui (Fig. 5.1.1) 5.1.1. risulta progettata rispetto la topografia e
svolgono un ruolo fondamentale i salti di L'architettura di Villa Adriana è proprio lungo il suo percorso si raffronta con il
quota e la componente materica del tufo. l'architettura del suolo: sono le terreno secondo diverse modalità: in alcuni
architetture stesse ad essere suolo e a tratti all'aperto appoggiandosi al suolo, in

Fig. 5.1.1 Studio


del suolo e delle
terrazze in Villa
Adriana. Foto del
modello.

140 141
Fig. 5.1.2 Rapporto Fig. 5.2.2 Zona
tra suolo e espositiva al di
architettura in sotto il pergolato
Villa Adriana derivato dalla
interpretazione del
progetto di
Piranesi. Vista
prospettica.

5.1.2
Cfr. il altri creando trincee scavate nella roccia, in rapportano con il suolo, come il Padiglione
paragrafo 4.1.2 La altre ancora diventando un passaggio di Tempe e il sistema di sostruzioni
Via Carrabile. interno alle architetture stesse. 5.1.2 presenti sotto la terrazza su cui sorge il
Queste considerazioni hanno portato a tempietto di Venere Cnido, la Via Carrabile,
riscoprire a nord‐est della Villa un luogo che proprio in questo tratto si presenta in
dove si ha la compresenza di tali elementi tutte le modalità indagate (Fig. 5.1.3),
considerati fondanti il sito stesso: la zona nonché il rapporto con il paesaggio Nello stato attuale il terreno digrada dal spazi ipogei scavati nel terreno. (Fig. 5.2.1)
5.2.1
Cfr. il
della Valle di Tempe. La conformazione a diventano così i punti su cui focalizzare livello di calpestio della Via Carrabile verso Un ruolo chiave ha assunto paragrafo 4.4 Le
terrazze, la presenza di architetture che si l'attenzione e su cui basare i principi per un ricostruzioni
il muro di sostruzione con un dislivello di l'interpretazione del disegno che Piranesi storiche: analisi e
progetto di architettura che possa circa 4 m: per non cancellare tale rappresenta per quest’area 5.2.1. Proprio il interpretazione.
rivalorizzare quest'area oggi irrisolta. configurazione si è deciso di intervenire sul percorso colonnato che egli immagina
Fig. 5.1.3 Modalità suolo creando due livelli, uno a quota 0.00 lungo tutta la terrazza diventa un segno
di conformazione m che andrebbe a ricostituire l'altezza forte del progetto: un lungo percorso di
della Via Carrabile. originaria della terrazza, l'altro a quota ‐ accesso agli spazi interni a livello inferiore
Sezioni trasversali. 5.2 Principi e intenti del progetto 4.00 m per mantenere in questo modo la scandito visivamente dalla presenza a
situazione oggi presente in prossimità del livello superiore di un pergolato. (Fig. 5.2.2)
Principio base del progetto è stato quello di muro di sostruzione, andando così a creare Stretto è anche il rapporto che il progetto
intervenire sulla terrazza della Valle di
Tempe per cercare di ricostruirne l'aspetto
Fig. 5.2.1 Sezione
originario oggi andato perduto, sia a causa trasversale del
della vegetazione che della stratificazione progetto.
di terreno nel corso dei secoli.
Questo ha comportato da una parte il
ripristino del livello originario del terreno
alla quota di calpestio del Padiglione di
Tempe, dall'altra la scelta di riportare in
luce il tracciato della via carrabile all'aperto
lungo la parete di contenimento della
terrazza soprastante e il suo passaggio
interno attraverso il piano inferiore del
padiglione.

142 143
Fig. 5.2.3 Fig. 5.2.6 Accesso
Particolare della dal fondo della
piazza coperta. Valle di Tempe,
Vista prospettica. all’altezza del
Padiglione. Vista
prospettica.

viene ad assumere con il paesaggio, che si in parte a causa dello schiacciamento della compositiva sia a livello inferiore degli sistema distributivo, sia dalla Via Carrabile
configura sia a livello ipogeo, lungo la copertura stessa (Fig. 5.2.3) e infine, al di là spazi ipogei con una contrapposizione di da cui, attraverso una scalinata si può
loggia che si affianca al muro di sostruzione del pergolato, lasciata totalmente libera pieni e vuoti, che a livello superiore con la percorrere un lungo ambiente semi‐ipogeo
romano, sia a livello superiore. In questo con l’affaccio completo dalla terrazza verso scansione delle quinte di sostegno della che definisce con un taglio diagonale il
caso, attraverso l’inserimento di un terzo i monti tiburtini. copertura che vanno a creare una limite della terrazza. Proprio quest’ultimo
livello definito da un grande guscio di Dal punto di vista compositivo si è cercato riconquista spaziale e visiva degli ambienti ha permesso di ricostruire l’angolo oggi
copertura permeabile, la vista del di dare un ruolo nel progetto alla rovina di sotterranei. (Figg. 5.2.4 ‐ 5.2.5 ) perduto della terrazza, andando a creare
paesaggio viene dapprima negata per chi quello che Piranesi definiva come L’accesso agli ambienti ipogei avviene sia un collegamento visivo con la terrazza di
percorre la via carrabile, poi scoperta solo Tempietto: esso diventa regola dal pergolato dove è stato inserito il Venere Cnido, nonché un ulteriore accesso

Fig. 5.2.4 Pianta Fig. 5.2.5 Pianta


del piano interrato del piano a quota
a quota – 4,00m. 0,00 m.

144 145
Fig. 5.2.7 5.3 Sostenibilità economica Tivoli, nella statistica Istat 2010, si pone al
Particolare di uno
quinto posto tra i comuni più popolosi della
dei laboratori di
restauro. Sezione 5.3.1 Struttura demografica e trend provincia di Roma, con ben 56.275 abitanti,
prospettica. demografico ed ha un buon tasso di natività, l’11,2, che
è maggiore di quello a livello regionale e
L’analisi demografica a livello locale, come provinciale rispettivamente (9,7 e 9,9),
quella estesa a livello regionale, provinciale nonostante un altrettanto elevato indice di
e nazionale, deve servire a riconoscere vecchiaia 129,5% (Tab. 5.3.1.1.2).
quali sono i fattori socio‐economici Indagando, in particolare, la situazione del
all’interno della popolazione che la Comune di Tivoli nel rapporto tra la
rendono definibile “popolazione attiva”; popolazione anziana e quella più giovane
nel caso in esame, la “popolazione attiva” (Fig. 5.3.1.1.2), si nota come la popolazione
corrisponde a quella parte di abitanti che con età ≤ 19 anni sia circa il 19% della
per fascia d’età e reddito sono appetibili popolazione totale di Tivoli, quindi una
all’area di progetto tramite una rampa che come possibili fruitori di Villa Adriana, grossa incidenza di individui giovani in età
costeggia il muro antico. creando le condizioni per le quali sia scolare potrebbero essere appetibili
Due ulteriori sistemi di risalita permettono legittimo effettuare determinate scelte fruitori della Villa (avvicinamento alla Villa
il collegamento da una parte con il loro progettuali riguardo un intervento di grazie a visite didattiche organizzate dalle
inserimento in adiacenza al Padiglione di potenziamento delle strutture aggiuntive in scuole primaria e secondaria). Non elevata
Tempe con le altre architetture della Villa Villa Adriana. è la percentuale di popolazione al di sopra
repubblicana, dall’altra con la Valle stessa dei 70 anni di età (13%), così resta circa
al di sotto della terrazza ripristinata davanti 5.3.1.1 Indicatori demografici l’80% della popolazione (cercando di
allo Stallone. (Fig. 5.2.6) escludere i neonati) che potrebbe
Con la possibilità di conoscere in prima Il trend demografico appare con costante diventare parte dei possibili fruitori della
persona la Villa si è vista la mancanza e di
conseguenza la necessità in un’area così Tab. 5.3.1.1.1
Trend demografico
vasta di spazi destinati alle attività di
italiano, della
ricerca e studio degli archeologi. Pertanto regione Lazio, di
dal punto di vista funzionale si è scelto di Roma e di Tivoli.
destinare gli spazi ipogei del progetto a (*fonte GeoDemo
Istat 2002‐2010)
piccoli laboratori di restauro e ricerca (Fig.
5.2.7) , a cui si va ad affiancare a livello Fig. 5.3.1.1.1
ipogeo un percorso espositivo dei diversi Istogramma
materiali ritrovati nelle varie campagne di rappresentante il
trend demografico
scavo interno, permettendo inoltre a livello
italiano, della
superiore un affaccio diretto da parte del regione Lazio, di
visitatore alla scoperta delle attività svolte. Roma e di Tivoli.
Sull’asse
orizzontale
compaiono gli anni
relativi al
campione,
sull’asse verticale
aumento dal 2002 al 2009 (Tab. 5.3.1.1.1), Villa e dei servizi ad essa correlati. la
come mostrato dal grafico (Fig. 5.3.1.1.1) in popolazione.(*font
cui sono messe a confronto la situazione 5.3.1.2 Indicatori di scolarità e GeoDemo Istat
nazionale, regionale, provinciale e 2002‐2010)
comunale riscontrando un incremento Un’analisi comparata dei dati è da
costante della popolazione nei quattro casi effettuare sulla scolarità a tre livelli
esaminati. (nazionale, regionale, provinciale). Come

146 147
Tab. 5.3.1.1.2 Tab. 5.3.1.2.1
Struttura Statistiche
demografica della nazionale,
regione Lazio, di regionale,
Roma e di Tivoli. provinciale degli
(*fonte iscritti alle scuole
Censimento Istat di primo livello
2010) dall’anno
scolastico
Fig. 5.3.1.1.2 2004/2005
Istogramma all’anno scolastico
rappresentante la 2008/2009 .
distribuzione per (*fonte Ministero
fasce d’età nel della Pubblica
comune di Tivoli. Istruzione)
(*fonte Istat 2009)

5.3.1.2.1
cfr. il già è stato introdotto 5.3.1.2.1, si può 5.3.1.3 Indicatori economici
paragrafo 5.3.1.1 ipotizzare che Villa Adriana in Tivoli sia una
Indicatori delle mete appetibili per le gite scolastiche L’analisi degli indicatori economici, come le
demografici delle scolaresche italiane. dichiarazioni Irpef, sono dati che vanno
Si è scelto di indagare (Tab. 5.3.1.2.1) le interpretati sempre nella logica di
scuole primaria e secondaria di primo verificare se si ha di fronte una
livello in quanto sono queste le sedi in cui il “popolazione attiva” quindi una situazione
corpo docente organizza uscite didattiche, economica favorevole che possa consentire
anche fuori sede, motivo per cui la ricerca l’agio alle famiglie di spendere parte del
si sviluppa anche in ambito nazionale. denaro guadagnato per approfondire la Tab. 5.3.1.3.1
I dati mostrano un crescente aumento del cultura o particolari interessi turistici verso Reddito Dichiarato
numero degli studenti iscritti dal 2004 ad le cosiddette mete artistiche. Medio ai fidi
oggi; questo dato risulta essere quindi Il trend del reddito medio procapite per dell’imponibile
Irpef, 2005/2008,
positivo, in quanto incrementa il numero di entrambi i comuni aumenta dal 2005 dei comuni di
possibili fruitori della Villa. passando al 2008 (Tab. 5.3.1.3.1); Tivoli, Roma e Tivoli .
Tale constatazione, insieme al dato che certamente non si trova nelle stesse (*fonte Ministero
nella condizione di avere una fascia dell'Economia e
precedente raccolto relativamente alla condizioni socio economiche di Roma, produttiva cospicua (circa il 70% degli delle Finanze)
cospicua percentuale di membri giovani mantiene un reddito medio non molto abitanti di Tivoli) con un reddito medio
nella comunità di Tivoli, avvalora la inferiore rispetto alla capitale. Si è quindi procapite discreto.
possibilità di una buona riuscita della
proposta progettuale.

148 149
5.3.2 Indicatori di turismo picco di arrivi nei mesi di marzo, aprile,
maggio, novembre e dicembre, mentre per
Non trascurabili sono i dati provenienti gli stranieri gli arrivi e le presenze sono
dalle dinamiche turistiche a livello elevate nel periodo marzo‐ottobre (Tabb.
provinciale che permettono di individuare 5.3.2.1– 5.3.2.2, Fig. 5.3.2.1).
un target di riferimento. A livello comunale è possibile indagare le
Per quanto riguarda gli Italiani si ha un presenze turistiche passando anche ad un

Tab. 5.3.2.1 Arrivi


e presenze dei
turisti italiani e
stranieri nella
provincia di Roma,
2003/2007.
(*fonte
Osservatorio
Nazionale del
Turismo)

Tab. 5.3.2.2
Permanenza
media dei turisti
italiani e stranieri
nella provincia di
Roma, Lazio, Italia;
2003/2007.
(*fonte
Osservatorio
Nazionale del
Turismo)

150 151
Fig. 5.3.2.1 Arrivi e Tab. 5.3.2.4
presenze dei turisti Capacità recettiva
italiani e stranieri delle strutture
nella provincia di nazionali, della
Roma, 2003/2007. regione Lazio,
(*fonte della provincia di
Osservatorio Roma e del
Nazionale del comune di Tivoli
Turismo) suddivise per
tipologia. (*fonte
Osservatorio
Nazionale del
Turismo)

Tab. 5.3.2.3
Capacità di spesa
dei turisti termali
(Bagni di Tivoli e
limitrofi nel Lazio)
nel campo di
nostro interesse.
(*fonte ISNART, dell’offerta di tipologica (qualità/spesa) economiche ridotte) che richiedono posti
Istituto nazionale delle strutture recettive della provincia e letto in corrispondenza con le numerose
Ricerche del comune di Tivoli. A Roma vince l’offerta attività che nel mese di settembre e in
Turistiche) altro dato (Tab. 5.3.2.3) che nel comune di network che con le giuste scelte di
Tivoli corrisponde alla presenza di strutture marketing potrebbe influenzare le entrate più prestigiosa che incorpora le strutture quelli primaverili coinvolgono la Villa
termali che recepiscono una fascia di di altri sistemi ad esso esterni, come le recettive come gli alberghi con una (eventi culturali tipo Premio Piranesi,
popolazione appetibile, per età e interessi. strutture prese in esame dal progetto migliore offerta (alberghi 3, 4, 5 stelle). Nel concorso internazionale di architettura,
I dati non incrementano particolarmente il affrontato. comune di Tivoli, benché la categoria di spettacoli teatrali e musicali, eventi
numero dei possibili fruitori della Villa, ma Un’ulteriore approfondimento ragiona alberghi 3/4 stelle vada per la maggiore, si temporanei di altro genere che richiedono
evidenziano che strutture più specifiche ancora sul target: le statistiche condotte assiste ad un leggero aumento degli alloggi tempi di allestimento cospicui) (Tab.
come i bagni termali e il potenziamento di sulla recettività dei luoghi può essere in strutture complementari ed alternative 5.3.2.4). Benché questo genere di utenza
altre strutture recettive anche di più affinata indagando come la popolazione (Bed & Breakfast, alloggi in affitto, etc.), acceda spesso gratuitamente alle aree,
specifico interesse possono creare un turistica si distribuisca per fasce all’interno probabilmente per l’afflusso di molti possiamo comunque credere che gli stessi
studenti e operatori (quindi con possibilità usufruiscano spesso dei servizi

152 153
complementari, quali bookshop, Gli istituti a pagamento nei tre casi sono Fig. 5.3.3.1
Istogramma
caffetteria, ristorante, influendo sugli minori degli enti gratuiti e il numero di rappresentante il
introiti provenienti dai servizi aggiuntivi. visitatori paganti è in media circa il 60% del trend dei visitatori
totale, con un picco nell’anno 2000, annui per le aree
5.3.3 Costo del biglietto quando grazie all’evento del Giubileo si è archeologiche e
monumenti.
arrivati all’88% di visitatori paganti a Roma.
(*fonte MIBAC)
In un’indagine del Ministero per i Beni Gli introiti provenienti specificatamente
Culturali e le attività Culturali (MIBAC) si dalla vendita dei biglietti, tuttavia, si
mette a confronto, nel panorama italiano e mantengono costanti nel tempo ma
più in particolare del Lazio e di Roma, decisamente poco influenti sugli introiti
quanti istituti (musei e siti archeologici) totali: è possibile quindi supporre che la
siano gratuiti e quanti a pagamento e tra maggior parte dei guadagli di questi enti
questi ultimi quali siano le percentuali di provenga dai servizi aggiuntivi che spesso
visitatori paganti e non paganti per arrivare costano molto più dell’ingresso, come
ad una stima degli introiti di ogni istituto in audio guide, visite guidate, gadget, etc..
rapporto al numero dei visitatori paganti Il grafico, elaborato sulle statistiche del
(Tab. 5.3.3.1). MIBAC, (Fig. 5.3.3.1) riporta il trend dei

Tab. 5.3.3.1
Statistiche visitatori nell’arco degli anni 1998/2006, archeologiche, ma più nel dettaglio è un
nazionali, regionali
e provinciali, considerando l’Italia, il Lazio e Roma. Tale dato che nel complesso ha delle oscillazioni
riguardanti istituti andamento è anomalo se confrontato con minime.
quali musei/aree il grafico successivo (Fig. 5.3.3.2) che Parallelamente al decremento delle visite
archeologici e rientra di più nelle logiche oggettive degli registrato tra la popolazione con età <45
monumenti.
(*fonte MIBAC)
eventi che si sono verificati agli inizi del anni si registra un forte aumento delle
nuovo millennio portando con se milioni di visite di persone con età >45 anni.
visitatori (tra turisti e fedeli) nella Capitale. Per quanto riguarda le classi di
A livello nazionale è possibile osservare popolazione, i maggiori visitatori sono
una leggera inflazione nel numero di laureati (51,7 % nel 2007) e detenenti un
visitatori di monumenti e aree titolo di studio di licenza media superiore

Fig. 5.3.3.2
Istogramma
rappresentante il
trend delle entrate
provenienti dalla
vendita dei
biglietti delle aree
archeologiche e
monumenti.
(*fonte MIBAC)

154 155
(31,6 % nel 2007), spinti forse da particolari una media nazionale oscillante ma non in Tab. 5.3.3.3 Prezzi
interi medi relativi
interessi o forse semplice curiosità di picchiata e un afflusso di laureati notevole alla categoria dei
approfondimento su tematiche affrontate rispetto il totale. musei archeologici
in ambito scolastico (Tab. 5.3.3.2). I prezzi dei biglietti nei musei le cui presenti nelle
Questi dati possono essere comunque dinamiche, sebbene non siano “TOP10 Dossier
TCI” 2007, 2008,
positivi per il caso in esame, in quanto si ha strettamente correlate al valore e
2009. (*fonte
all’importanza delle collezioni esposte, costo intero del biglietto (da 6,20€ nel Dossier TCI 2007,
Dossier TCI 2008,
Tab. 5.3.3.2 possono in parte condizionare i 2007, a 7,89€ nel 2009) e un quasi
Dossier TCI 2009)
Persone di 6 anni e comportamenti di acquisto dei visitatori, proporzionale incremento dei biglietti
più che hanno specie per coloro che non hanno una forte erogati con riduzione (Tab. 5.3.3.3). 5.3.3.1
Dati
visitato
motivazione alla visita. D’altra parte, alcuni Come si evince dal grafico (Fig. 5.3.3.3), Nazionali riferiti ai
monumenti e siti
identificano nella gratuità dell’ingresso ai Villa Adriana (Tivoli) (che entra al decimo dieci musei
archeologici nei 12
archeologici più
mesi precedenti musei, o in un costo del biglietto tutto posto a far parte della Top10 2008, tra i visitati in Italia
l'intervista per sommato contenuto, un elemento di musei archeologici più visitati dell’anno), si (*fonte TCI,
sesso, classe d'età,
titolo di studio,
potenziale “svalutazione” dell’offerta localizza con il prezzo del biglietto intero Dossier 2007,
museale stessa poiché non consente di far leggermente sotto della media nazionale Dossier 2008,
regione. ‐ Anni
Dossier 2009)
1998 ‐ 2007 (per cogliere, anche a partire dalla variabile (6,50 € di Villa Adriana rispetto ai 7,33 €
100 persone con le prezzo, il valore culturale dell’offerta. nazionali), mantenendo una possibile
stesse
caratteristiche).
In questo caso, l’analisi condotta vuole competitività confrontando i servizi erogati
(fonte* Istat, rimanere sul piano strettamente (bookshop, caffetteria, audio guide) e il
Indagine quantitativo e non intende dare un giudizio patrimonio artistico (Villa Adriana è
multiscopo di merito sulla tariffazione applicata dai Patrimonio dell’UNESCO) rispetto alle altre
"Aspetti della vita
quotidiana")
singoli musei oggetto di studio. 5.3.3.1 presenze della Top10.
Come primo dato è stato calcolato il prezzo A seguire, l’indagine diviene più specifica:
medio del biglietto intero e ridotto dei si passa dalla raccolta dei dati relativi alle
musei oggetto di analisi. Tutti musei statistiche nazionali ad un ambito più
rientranti nelle classifiche Top 10 limitato rispetto l’area di interesse.
prevedono tariffe di accesso agevolate per Nelle tabelle sono stati raccolti i prezzi dei
determinate categorie di visitatori. Nel musei archeologici (intese anche le aree
corso dei tre anni presi in esame (2007, archeologiche cosiddette) di cui sono
2008, 2009) si è verificato un aumento del tabulati i costi del biglietto intero, di quello

Fig. 5.3.3.3 Prezzi


interi relativi alla
categoria dei
musei archeologici
presenti nelle
“TOP10 Dossier
TCI” 2008. (*fonte
Dossier TCI 2008)

156 157
Tab. 5.3.3.4 Prezzi Tab. 5.3.3.5 Prezzi
interi e ridotti interi e ridotti
relativi alla relativi alla
categoria dei categoria dei
musei archeologici musei archeologici
e aree e aree
archeologiche archeologiche
presenti nel Lazio presenti a Roma e
(2010) nella Provincia
(fonte PIERRECI,
soprintendenza
speciale per i beni
archeologici di
Roma, 2010).

ridotto e l’eventuale percentuale di visite guidate non organizzate, guardaroba,


riduzione. security, etc. di cui dispongono altre aree
Si evince dal confronto tra le due tabelle, la con prezzo d’ingresso più alto, es.
prima (Tab. 5.3.3.4) relativa ai centri Colosseo, Castel Sant’Angelo), applicando
d’interesse archeologico del Lazio esclusa una riduzione di prezzo del 46,2% per
la capitale e la seconda (Tab. 5.3.3.5) particolari categorie (applicata a gruppi di
relativa ai centri archeologici di Roma e almeno 10 persone paganti, ragazzi dai 6 ai
provincia, come nel primo caso la maggior 17 anni compiuti, studenti singoli entro 26
parte delle aree indagate sia gratuita o anni muniti di tessera o libretto, insegnanti
comunque con un’alta percentuale di delle scuole dell'obbligo statali e parificate,
riduzione di prezzo sui biglietti. militari e forze dell'ordine non in servizio,
Nell’altro caso diminuisce fortemente la singoli regolarmente iscritti ad associazioni
presenza di aree ad ingresso gratuito e aventi finalità istituzionali di tipo socio‐
spesso non si verifica alcuna riduzione di culturale ed umanitario su presentazione di
prezzo, specie nei casi in cui il biglietto tessera(es.: FAI, ADA o WWF, AIDO, AVIS) e
abbia un costo iniziale già basso (Roma, la gratuità dell’ingresso per i minori di 18
Area Archeologica di Vejo, Roma, Area anni e i maggiori di 65 anni, rimanendo
Archeologica Santa Croce in Gerusalemme, dunque in linea ai musei archeologici ad
Tivoli, Santuario di Ercole Vincitore, etc.); in essa paragonabili.
altri casi nella Capitale, anche dove il L’indagine condotta sulle location di
prezzo è più sostenuto, la riduzione del interesse artistico archeologico presenti
biglietto è circa del 20%, in modo da nell’area del comune di Tivoli mostra che il
garantirsi un buon introito. prezzo applicato per l’ingresso di Villa
Villa Adriana si situa nella categoria di Adriana è conforme ai prezzi delle altre
biglietti a costo medio‐alto, in maniera aree, anche se la percentuale di riduzione
conforme all’offerta di cui dispone (audio di sconto del biglietto resta la più bassa
guide, bookshop, caffetteria, etc., ma non (Tab. 5.3.3.6).

158 159
5.3.3.1.1
Tab. 5.1.3.6 5.3.3.1 Villa Adriana: un sito da questi, incrementerebbe certamente il cfr. M.
Concorrenze Yourcenar,
valorizzare numero di ingressi al sito.
specifiche Memorie di
nell’area limitrofa Adriano, Einaudi,
a Villa Adriana Strettamente collegato al tema dei prezzi è 5.3.4 Bilancio e sostenibilità della Torino, 2005.
presso Tivoli. l’adesione dei musei a reti o circuiti proposta progettuale
(fonte siti ufficiali museali o a network di offerta integrata di
dei Siti
Archeologici destinazione, come le city card e i biglietti Lo scopo dello studio delle entrate e delle
corrispondenti) cumulativi. uscite dell’area archeologica è stato quello
Tali iniziative di coordinamento fra di appurare l’autonomia economica della
Tab. 5.1.3.7
strutture museali o fra queste e altri stessa, di evidenziare l’importanza che
Concorrenze
specifiche operatori della filiera turistica risultano l’introduzione di nuovi servizi ha avuto
nell’area limitrofa abbastanza sviluppate se si fa riferimento negli ultimi anni e, in conseguenza, di
a Villa Adriana ai dati riportati dai dossier TCI (Touring valutare la sostenibilità e l’impatto che
presso Tivoli.
Club Italiano) in riferimento ai musei inclusi potrà avere il progetto.
(fonte siti ufficiali
nelle tre Top 10.
dei Siti Un’altra considerazione sul costo del che ammonta a 7,33€ 5.3.3.2), riservandosi di
Archeologici Anche nelle politiche di prezzo si sta 5.3.4.1 Introiti della biglietteria
corrispondenti) biglietto può essere effettuata aumentare la quota per l’allestimento di
assistendo a un ampliamento della gamma
confrontando le iniziative che ciascuna eventi temporanei (mostre, concerti, etc.).
delle possibilità: oltre al biglietto intero e In base all’atto di concessione e
5.3.3.2
cfr. il area‐museo offre. In tabella (Tab. 5.3.3.7) Focalizzando l’obiettivo su Villa Adriana, le
ridotto, molti istituti praticano ulteriori convenzione accessoria per la gestione del
paragrafo 5.3.3 vengono elencate una serie di iniziative a statistiche del Touring Club Italiano (Tab.
agevolazioni rivolte ai gruppi, a chi visita servizio di biglietteria del 1999, relativo al
Costo del biglietto confronto per le tre Ville nel territorio di 5.3.3.8) riportano il totale di visitatori
congiuntamente esposizioni temporanee e quadriennio 2000‐2004, viene riconosciuto
Tivoli. Tali dati rendono più evidente come annui. Si nota come la variazione
permanenti o a chi fruisce di più sedi all’ATI che si occupa della gestione del
il prezzo del biglietto sia proporzionato percentuale calcolata sugli ingressi a Villa
espositive come nel caso di network e servizio l’11% del prezzo di vendita dei
anche ai servizi offerti. Villa d’Este con Adriana (ma anche Villa d’Este) sia in
circuiti museali. biglietti. In conseguenza l’89% degli introiti
8,00€ di ingresso offre molti più servizi recesso: ‐27% dei visitatori tra il 1996 e il
A riguardo il caso di Villa Adriana è spetta alla Soprintendenza per i Beni
rispetto alle restanti due mete, tra cui il 2009; il confronto con Villa d’Este (‐25%)
emblematico, pur essendo conosciuta in
servizio disabili che raramente viene mostra che il fenomeno non è circoscritto
tutto il mondo (patrimonio dell’Unesco, Tab. 5.3.4.1.1
contemplato per siti archeologici di questo all’area archeologica di Villa Adriana, ma
essa rappresenta un caso più unico che Introiti relativi alla
genere. Villa Adriana dà una buona offerta interessa anche Villa d’Este. Il trend
raro nel quale la natura e l’architettura vendita di biglietti
di servizi extra, riuscendo a mantenere negativo dei musei italiani sembra indicare negli anni 2000‐
collaborano strettamente; a questo si
contenuto il prezzo d’ingresso 6,50€ non tanto una crisi delle singole strutture 2009 (fonte
associano le leggende sul conto SISTAN)
(leggermente al sotto la media nazionale quanto un calo generalizzato “di settore”.
dell’imperatore Adriano e la particolarità
della figura di Antinoo, insieme ai romanzi
Tab. 5.3.3.8
Affluenze a Villa e saggi, pubblicati in tutto il mondo sul
Adriana conto della Villa dei suoi protagonisti 5.3.3.1.1
1996/2009, Top 30 e di Piranesi) resta distante dal centro di
di Musei,
Roma e tutt’ora non è agevolmente Archeologici del Lazio.
Monumenti e Aree
Archeologiche. raggiungibile attraverso i mezzi pubblici. Nonostante il calo di biglietti venduti negli
(fonte Dossier Il potenziamento delle linee urbane che ultimi due anni, si nota come i proventi
2008, TCI) conducono in prossimità della Villa, una siano notevoli, soprattutto se confrontati
maggiore chiarezza nell’esporre ai turisti con le entrate dovute ad altri servizi (Tab.
sulla modalità di raggiungimento e di 5.3.4.1.1). Questo sottolinea l’importanza
accesso alla stessa, una strategia di di andare ad intervenire con una politica di
marketing che preveda la promozione della valorizzazione e di promozione che possa
Villa all’interno dei più visitati luoghi avere un riscontro immediato sul numero
adrianei nella Capitale (Castel Sant’Angelo, di visitatori dell’area archeologica.
il Pantheon, etc.) e possibilmente la
promozione di biglietti cumulativi con

160 161
5.3.4.2 Introiti dei servizi aggiuntivi (considerando il fatturato medio degli cura del verde, mantenimento della incidenza e in conseguenza il costo
ultimi tre anni pari a 620.000 Euro). viabilità interna, l’illuminazione e la effettivo delle opere non elencate nel CME.
Per quanto riguarda i servizi aggiuntivi, la sicurezza.
loro gestione viene normalmente affidata a 5.3.4.3 Altri introiti 5.3.5.2 Ipotesi di finanziamento
delle ATI (Associazione Temporanea di 5.3.4.5 Conclusioni
Impresa) che sono in possesso di tutte le Anche se di meno rilevanza, sono da Per una spesa di 2.376.204 € (Tab.
competenze necessarie allo svolgimento ricordare gli introiti dovuti alla concessione Il bilancio economico del sito archeologico, 5.3.5.2.1) si può ipotizzare un mutuo da 15
delle attività richieste. in uso a privati degli spazi dell’area anche se non risulta possibile calcolarlo nel anni a tasso fisso del 5,73% con una rata
In Villa Adriana sono presenti dal 1999 i archeologica per l’organizzazione di eventi: dettaglio, risulta sufficiente per annuale di 240.362 €.
servizi di Prenotazione/Prevendita, Visite nel 2004 Villa Adriana è risultata il quinto ammortizzare la creazione e la costruzione Ragionando sui dati relativi ai biglietti
guidate, Audioguide e Bookshop, mentre la sito per numero di manifestazioni, 30 tra di un nuovo edificio che ha la finalità di venduti e la percentuale dei visitatori
caffetteria è attiva dal 2004. spettacoli, cene, riprese cinematografiche ospitare i laboratori di restauro e una zona paganti è possibile calcolare un incremento
Come si può notare (Tab. 5.3.4.2.1) gli e televisive, per un introito complessivo di espositiva strettamente connessa al lavoro del costo del singolo biglietto, giustificato
incassi sono in crescita soprattutto a 19.230 Euro (fonte Corte dei Conti). che vi si svolge. dall’inserimento di un nuovo servizio e
seguito dell’attivazione del servizio di Come detto in precedenza, più che il Inoltre, come si è visto studiando le entrate della relativa zona espositiva, in modo tale
caffetteria. La quota destinata alla guadagno economico deve essere presa in degli ultimi anni ma anche prendendo in da andare a coprire, interamente o in
Soprintendenza per i Beni Archeologici del considerazione la visibilità e la possibilità di considerazione l’esempio di altri musei e parte, le spese della rata annuale.
Lazio, come risulta anche dall’atto di accrescere la valorizzazione e la poli culturali, i servizi destinati agli utenti La Villa nel 2009 ha registrato 236.735
concessione e convenzione accessoria per conoscenza della Villa stessa. hanno acquisito un peso economico visite e in base ai dati MIBAC i paganti nella
la gestione dei servizi aggiuntivi del 1999, è Da aggiungere ci sono donazioni e fondi sempre più rilevante. Alla luce di quanto Regione Lazio sono il 62 %, pari, in questo
pari al 12,5% del fatturato annuo lordo stanziati per le manutenzioni straordinarie esposto risulta quindi appropriata la caso, a 146.776 turisti. Attualmente il costo
realizzato nella gestione dei servizi, ad e l’apertura di nuovi scavi provenienti da proposta progettuale per l’inserimento di del biglietto d’ingresso è di 6,50 €, mentre
eccezione di quello di enti privati o da amministrazioni pubbliche. un ulteriore servizio nell’area archeologica. la media nazionale delle aree
Prenotazione/Prevendita che non viene Anche se rivolto a una categoria ristretta di archeologiche del 2009 è di 7,89 €:
conteggiato. 5.3.4.4 Uscite utenti, esso può apportare, assieme alle effettuando un adeguamento a 7,90 €,
Sempre dall’atto di concessione si conosce strategie di marketing, visibilità e maggiore annualmente si avrebbe un’ulteriore
il canone che la ATI deve versare alla Per quanto riguarda le spese di gestione e lustro alla Villa. entrata di 205.486 € che andrebbe a
Soprintendenza, 150.000.000 lire. manutenzione riguardanti gli immobili e gli coprire buona parte delle spese relative
Ragionando sui dati che si ha a diposizione spazi relativi ai servizi aggiuntivi, esse sono 5.3.5 Fattibilità economico‐ finanziaria: alla costruzione del nuovo edificio.
si può ipotizzare la somma aggiornata che interamente a carico della ATI incaricata. preventivo di massima
l’ATI dovrebbe versare alla Soprintendenza Le uscite direttamente a carico della
oggi: il canone fissato nel 1999 è pari alla Soprintendenza risultano quindi quelle 5.3.5.1 Computo metrico estimativo
metà del fatturato dell’anno stesso e strettamente connesse alla manutenzione
facendo un ragionamento simile quello ordinaria dell’area archeologica in sé, quali Per la quantificazione finanziaria
attuale dovrebbe aggirarsi sui 300.000 Euro i consolidamenti e i restauri delle rovine, la dell’intervento progettuale, stante il livello
di dettaglio del progetto, si è ricorsi ad un
Computo Metrico Estimativo di massima
Tab. 5.3.4.2.1
calcolato tramite il Prezziario della Regione
Incassi dei servizi
aggiuntivi negli Lazio del 2007 e aggiornato a marzo 2011
anni 1999‐2009 tramite il coefficiente ISTAT del Costo di
(fonte SISTAN) costruzione. I costi totali sono stati
determinati su base probabilistica con
riferimento al costo parametrico ordinario
di opere simili (Prezziario tipologico) (Tab.
5.3.5.1.1).
Rifacendosi al Prezzario tipologico è
possibile quantificare la percentuale di

162 163
Tab. 5.3.5.1.1
Computo Metrico
Estimativo (fonte
Tariffa dei Prezzi
2007 della Regione
Lazio e ISTAT).

Tab. 5.3.5.2.1
Costi totali e al mq
(fonte Prezzi
Tipologie Edilizie,
DEI Tipografia del
Genio Civile, 2007)

164 165
Indice delle immagini e delle tabelle

Fig. 1.3.1 Giovanni Battista Piranesi, Antichità romane, Il Pantheon: pianta e sezioni, 1756, pag. 20
Fig. 1.3.2 Giovanni Battista Piranesi, Antichità romane, Il Pantheon: vista esterna, 1756, pag.20
Fig. 1.3.3 Sezione trasversale del Pantheon, pag. 21
Fig. 1.3.4 Sezione della sala circolare con Heliocaminus a Villa Adriana, pag. 22
Fig. 1.3.5 Giovanni Battista Piranesi, Antichità romane, Tempio di Venere e Roma, 1756, pag. 23
Fig.1.3.6 Vaudoyer Leon, Tempio di Venere e Roma, acquarello, 1830, pag. 23
Fig. 1.3.7 I resti oggi visibili del Tempio di Venere e Roma, pag. 24
Fig. 1.3.8 Vista di una ricostruzione storica del Mausoleo di Adriano, pag. 25
Fig. 1.3.9 Giovanni Battista Piranesi, Antichità romane, Mausoleo di Adriano, 1756, pag. 26

Fig.2.2.1 Francesco di Giorgio Martini, a sinistra Pianta del cortile delle fontane ovest e del recinto
dell’isola, a destra Pianta e sezione della sala circolare, 1465, Firenze, pag. 28
Fig. 2.2.2 Giuliano da Sangallo, nella tavola in alto a destra Particolare della volta stuccata delle Grandi
Terme, Roma, Biblioteca Vaticana, codice Barberini, pag. 29
Fig. 2.2.3 Sebastiano Serlio, Pianta del tempietto del Bramante, pag. 30
Fig. 2.2.4 Andrea Palladio, sopra Pianta del recinto dell’isola, sotto Piante delle Grandi e Piccole Terme,
1554, pag. 31
Fig. 2.3.1 Pirro Ligorio, Pianta del complesso sud, pag. 31
Fig. 2.3.2 Frontespizio del testo di Francesco Contini, Ichonographia Villae Tiburtinae Adriani Caesaris,
1668, pag. 32
Fig. 2.3.3 Francesco Contini, Pianta di Villa Adriana, Roma, 1668, pag. 33
Fig. 2.3.4 Gismondo Stacha, Ricostruzione della Villa, 1657, Roma, Biblioteca Vaticana, pag. 34
Fig. 2.4.1 Giovanni Ristori Gabrielli, Pianta di Villa Adriana con i possedimenti del Conte Fede, 1770 ,
pag. 35
Fig. 2.5.1 Pier Leone Ghezzi, Pianta del Teatro Marittimo, 1724, Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana,
pag. 35
Fig. 2.5.2 Pier Leone Ghezzi, Gallerie sotterranee: sezone e pianta del retro del soffitto, 1724, Roma,
Biblioteca Apostolica Vaticana, cod. Ottoboniano Lat. 3108, pag. 36
Fig. 2.5.3 Charles‐Louis Clèrisseau, Veduta dell’interno del vestibolo del cortile dell’acqua, 1756, pag. 36
Fig. 2.5.4 Charles‐Louis Clèrisseau, Accademia, veduta del Tempio di Apollo, 1756, Museo dell’Ermitage
San Pietroburgo, inv.n.2590, pag. 37
Fig. 2.5.5 Charles‐Louis Clèrisseau, Veduta dell’edificio di servizio centrale incorniciato dalla volta
stuccata delle Grandi Terme, 1756, pag. 37
Fig. 2.5.6 Robert Adam, Veduta dell’edificio di servizio centrale incorniciato dalla volta stuccata delle
Grandi Terme, 1756, pag. 37
Fig. 2.5.7 Giuseppe Pannini, Teatro sud: i prospetti dell’edificio del palcoscenico e la veduta restaurata
dell’auditorio e dell’edificio rotondo, Roma, 1753, pag. 38
Fig. 2.5.8 Thomas Hardwick, Pianta e prospetto frontale del triclinio scenografico, 1777, Londra, Royal
Istitute of British Architects, pag. 40
Fig. 2.5.9 Giacomo Quarenghi, Veduta del teatro sud, verso ovest, 1777, Bergamo, Biblioteca Civica,
pag. 42
Fig. 2.5.10 John Soane, Piante delle Grandi e Piccole Terme, 1780, pag. 43

166 167
Tav. 2.6.1 Giovanni Battista Piranesi, Pianta delle Fabriche esistenti nella Villa Adriana,1781, pag. 45. Tav. 2.8.7 Pierre‐Gérôme‐Honoré Daumet, Villa tiburtina dell’imperatore Adriano, stato attuale (in
Fig. 2.6.1 Giovanni Battista Piranesi, Carta Ichnografica della Villa Adriana, 1777, Napoli, Certosa di San basso) e stato restituito (in alto), sezione longitudinale 1, Villa Adriana, settembre 1859 ‐ Roma, aprile
Martino , pag. 45 1860, pag, 58‐95
Fig. 2.6.2 Giovanni Battista Piranesi, Pianta delle Fabriche esistenti nella Villa Adriana, particolare del Tav. 2.8.8 Pierre‐Gérôme‐Honoré Daumet, Villa tiburtina dell’imperatore Adriano, stato attuale (in
secondo foglio, 1781, pag. 46 basso) e stato restituito (in alto), sezione longitudinale 2, Villa Adriana, settembre 1859 ‐ Roma, aprile
1860, pag, 58‐95
Fig. 2.6.3 Giovanni Battista Piranesi, Pianta delle Fabriche esistenti nella Villa Adriana, particolare delle
note esplicative, secondo foglio, 1781, pag. 46 Tav. 2.8.9 Charles‐Louis Girault, Villa di Adriano, palazzo dell’imperatore, parte meridionale, pianta del
peristilio e delle costruzioni adiacenti, stato attuale, 1885, pag, 58‐95
Fig. 2.6.4 Giovanni Battista Piranesi, Veduta del muro del Pecile, 1779, Getty Center, Resource
Collections, pag. 48 Tav. 2.8.10 Charles‐Louis Girault, Villa di Adriano, palazzo dell’imperatore, parte meridionale, pianta
del peristilio e delle costruzioni adiacenti, restituzione, 1885, pag, 58‐95
Fig. 2.6.5 Giovanni Battista Piranesi, Veduta del Triclinio scenografico, 1769, Getty Center, Resource
Collections, pag. 50 Tav. 2.8.11 Charles‐Louis Girault, Villa di Adriano, palazzo dell’imperatore, sezione sull’asse
longitudinale del peristilio, stato attuale, 1885, pag, 58‐95
Fig. 2.6.6 Giovanni Battista Piranesi, Veduta del portico della Peschiera, 1776, Getty Center, Resource
Collections, pag. 50 Tav. 2.8.12 Charles‐Louis Girault, Villa di Adriano, palazzo dell’imperatore, sezione sull’asse
longitudinale del peristilio, restituzione, 1885, pag, 58‐95
Fig. 2.6.7 Giovanni Battista Piranesi, Veduta della sala ottagonale delle Piccole Terme, 1777, Getty
Center, Resource Collections, pag. 51 Tav. 2.8.13 Charles‐Louis Girault, Villa di Adriano, palazzo dell’imperatore, sezione sull’asse trasversale
del peristilio, stato attuale, 1885, pag, 58‐95
Fig. 2.7.1 Antonio Nibby, Viaggio antiquario ne' contorni di Roma, frontespizio, 1827, pag. 52
Tav. 2.8.14 Charles‐Louis Girault, Villa di Adriano, palazzo dell’imperatore, sezione sull’asse trasversale
Fig. 2.7.2 Luigi Canina, Pianta di Villa Adriana, particolare, 1856, pag. 52
del peristilio, restituzione, 1885, pag, 58‐95
Fig. 2.7.3 Angelo Uggeri, Vedute pittoriche della Villa Adriana, particolare del Padiglione di Tempe,
Tav. 2.8.15 Pierre‐Joseph Esquié, Villa dell’imperatore Adriano, pianta della parte nord‐est della Villa,
1808, pag. 54
stato attuale, 1887, pag, 58‐95
Fig. 2.7.4 Domenico Pronti, Via sotterranea che conduce agli inferi della Villa Adriana, n. 87. Roma
Tav. 2.8.16 Pierre‐Joseph Esquié, Villa dell’imperatore Adriano, pianta della parte nord‐est della Villa,
1775, pag. 54
stato restituito, 1887, pag, 58‐95
Fig. 2.7.5 Luigi Rossini, Antichità dei contorni di Roma, frontespizio, 1826, pag. 55
Tav. 2.8.17 Pierre‐Joseph Esquié, Villa dell’imperatore Adriano, facciata nord‐ovest della Villa, stato
Fig. 2.7.6 Luigi Rossini, Pianta di Villa Adriana, 1826, pag. 55 attuale, 1887, pag, 58‐95
Fig. 2.7.7 Agostino Penna, Pianta di Villa Adriana, estratto centrale, 1831‐36, pag. 55 Tav. 2.8.18 Pierre‐Joseph Esquié, Villa dell’imperatore Adriano, facciata nord‐ovest della Villa, stato
Fig. 2.7.8 Agostino Penna, Veduta generale degli avanzi della Villa Adriana, 1830, pag. 56 restituito, 1887, pag, 58‐95
Fig. 2.7.9 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana Roma, Teatro Greco (Tav. n.4), 1831‐ Tav. 2.8.19 Pierre‐Joseph Esquié, Villa dell’imperatore Adriano, sezione longitudinale della Villa, stato
1836, pag. 56 attuale, 1887, pag, 58‐95
Fig. 2.7.10 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana Roma, Portico del Pecile (Tav. n. 8), Tav. 2.8.20 Pierre‐Joseph Esquié, Villa dell’imperatore Adriano, sezione longitudinale della Villa, stato
1831‐ 1836, pag. 56 restituito, 1887
Fig. 2.7.11 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana Roma, Esterno del quartiere (Tav. n. Tav. 2.8.21 Louis‐Marie‐Henri Sortais , Canopo, Villa Adriana, pianta generale, stato attuale, 1894, pag,
83), 1831‐ 1836, pag. 56 58‐95
Fig. 2.7.12 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana Roma, Valle del Canopo (Tav. n. 97), Tav. 2.8.22 Louis‐Marie‐Henri Sortais , Canopo, Villa Adriana, pianta generale, stato restituito, 1894,
1831‐ 1836, pag. 56 pag, 58‐95
Tav. 2.8.23 Louis‐Marie‐Henri Sortais , Canopo, Villa Adriana, particolare della pianta, stato attuale,
Tav. 2.8.1 Pierre‐Gérôme‐Honoré Daumet, Villa tiburtina dell’imperatore Adriano, stato attuale, pianta 1894, pag, 58‐95
della parte nord‐est della Villa, Roma, marzo 1860, pag, 58‐95 Tav. 2.8.24 Louis‐Marie‐Henri Sortais , Canopo, Villa Adriana, sezione trasversale, stato attuale, 1894,
Tav. 2.8.2 Pierre‐Gérôme‐Honoré Daumet, Villa tiburtina dell’imperatore Adriano, restituzione, pianta pag, 58‐95
della parte nord‐est della Villa, Roma, aprile 1860, pag, 58‐95 Tavv. 2.8.25‐26 Louis‐Marie‐Henri Sortais , Canopo, Villa Adriana, sezione trasversale, stato restituito,
Tav. 2.8.3 Pierre‐Gérôme‐Honoré Daumet, Villa tiburtina dell’imperatore Adriano, stato attuale, parte 1894, pag, 58‐95
dell’elevato verso la via Tiburtina, Villa Adriana, settembre 1859, pag, 58‐95 Tav. 2.8.27 Louis‐Marie‐Henri Sortais , Canopo, Villa Adriana, sezione longitudinale sull’asse del canale,
Tav. 2.8.4 Pierre‐Gérôme‐Honoré Daumet, Villa tiburtina dell’imperatore Adriano, stato restituito, facciata lato ovest, stato attuale, 1894, pag, 58‐95
parte dell’elevato verso la via Tiburtina, Roma, aprile 1860, pag, 58‐95 Tav. 2.8.28 Louis‐Marie‐Henri Sortais , Canopo, Villa Adriana, sezione longitudinale sull’asse del canale,
Tav. 2.8.5 Pierre‐Gérôme‐Honoré Daumet, Villa tiburtina dell’imperatore Adriano, stato attuale, parte facciata lato ovest, stato restituito, 1894, pag, 58‐95
dell’elevato sulla valle di Tempe, Villa Adriana, settembre 1859, pag, 58‐95 Tav. 2.8.29 Louis‐Marie‐Henri Sortais , Canopo, Villa Adriana, muro di sostegno lato est, stato attuale,
Tav. 2.8.6 Pierre‐Gérôme‐Honoré Daumet, Villa tiburtina dell’imperatore Adriano, stato restituito, 1894, pag, 58‐95
parte dell’elevato sulla valle di Tempe, Roma, aprile 1860, pag, 58‐95

168 169
Tav. 2.8.30 Charles‐Louis Boussois , Villa imperiale di Tibur, pianta del complesso, stato attuale, 1912, Fig. 4.1.1.8 Giovanni Battista Piranesi, Pianta delle Fabriche esistenti nella Villa Adriana,
pag, 58‐95 1781.Particolare del primo e del secondo foglio in cui è visibile l'innesto tra il criptoportico e la Via
Tav. 2.8.31 Charles‐Louis Boussois , Villa imperiale di Tibur, facciata nord, stato attuale, 1912, pag, 58‐ Carrabile, pag. 121
95, pag, 58‐95 Fig. 4.1.2.1 Accesso al primo tratto in galleria caratterizzato dalla presenza del basolato e dalla spalla in
Tav. 2.8.32 Charles‐Louis Boussois , Villa imperiale di Tibur, facciata nord, stato restituito, 1912, pag, muratura, pag. 122
58‐95 Fig. 4.1.2.2 Tratto sotterraneo nei pressi del Tempietto della Venere di Cnido, pag. 122
Tav. 2.8.33 Charles‐Louis Boussois , Villa imperiale di Tibur, facciata est, stato attuale, 1912, pag, 58‐95 Fig. 4.1.2.3 Tratto della Via Carrabile in trincea, pag. 122
Tav. 2.8.34 Charles‐Louis Boussois , Villa imperiale di Tibur, facciata est, stato restituito, 1912, pag, 58‐ Fig. 4.1.2.4 La Via Carrabile alla quota della Terrazza di Tempe leggermente scavata nel tufo, pag. 123
95 Fig. 4.1.2.5 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana, Roma, Uscita della Via Carrabile dal
Tav. 2.8.35 Charles‐Louis Boussois , Villa imperiale di Tibur, sezione sul Palazzo, stato attuale, 1912, Padiglione di Tempe, 1831‐ 1836, pag. 124
pag, 58‐95 Fig. 4.1.2.6 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana, Roma, Uscita della Via Carrabile di
Tav. 2.8.36 Charles‐Louis Boussois , Villa imperiale di Tibur, sezione sul Palazzo, stato restituito, 1912, sotto lo stallone, presa dal fondo della Valle di Tempe, 1831‐ 1836, pag. 124
pag, 58‐95 Fig. 4.1.2.7 Biforcazione della Via Carrabile sotto Piazza d'Oro, pag. 125
Tav. 2.8.37 Charles‐Louis Boussois , Villa imperiale di Tibur, sezione sul Palazzo, stato restituito, 1912, Fig. 4.1.2.8 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana Roma, Biforcazione della Via Carrabile
pag, 58‐95 sotto Piazza d’Oro (Tav. n. 43), 1831‐ 1836, pag. 125
Fig. 2.9.1 Le Corbusier, Muro di spina del Pecile, 1911, pag. 96 Fig. 4.1.2.9 Ramo della Via Carrabile sotto Piazza d'Oro, pag. 125
Fig. 2.9.2 Le Corbusier, Il Canopo, 1911, pag.97 Fig. 4.1.2.10 Una delle uscite del ramo della Via Carrabile sotto Piazza d'Oro, pag. 125
Fig. 2.9.3 Pianta di Villa Adriana tratta dalla guida Baedeker, 1909. In bianco è segnato il percorso Fig. 4.1.2.11 Uscita della Via Carrabile che conduce all'Arena, pag. 126
seguito da Le Corbusier durante la sua visita al sito., pag.98
Fig. 4.1.2.12 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana Roma, Il sistema di illuminazione
Fig.2.9.4 Interventi di Thomas Vreeland per Louis Kahn sulla pianta del Salk Institute, La Jolla, della Via Carrabile nel ramo verso sud e in primo piano l'Arena, 1831‐ 1836, pag. 126
California, 1960, pag.98
Fig. 4.1.2.13 Diramazione della Via Carrabile verso sud, pag. 127
Fig. 2.10.1 Rilievo topografico di Villa Adriana eseguto dalla Scuola degli Ingegneri di Roma, 1905,
Fig. 4.1.2.14 Sezione della diramazione della Via Carrabile verso sud, pag. 127
pag.99
Fig. 4.1.2.15 Tratto della Via Carrabile a cielo aperto nei pressi di Piazza d'Oro, pag. 127
Fig. 2.10.2 Particolare della mappa del Fondo Catasto Rustico della provincia di Roma, versamento
UTE, serie Mappe, nuova segnatura 326, comune di Tivoli, pag.100 Fig. 4.1.2.16 Tratto della Via Carrabile verso gli Inferi in cui è visibile la caratteristica illuminazione
zenitale, pag. 128
Fig. 2.10.3 Restituzione del rilievo della Villa di Adriano eseguito da Eugenia Salza Prina Ricotti, pag.102
Fig. 4.1.2.17 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana Roma, Biforcazione all’interno del
Fig. 2.10.4 Pianta della Villa Adriana secondo il rilievo eseguito dagli studenti dell’Università di Roma
Grande Trapezio, 1831‐ 1836, pag. 128
Tor Vergata, 2006, pag.103
Fig. 4.1.2.18 Una delle gallerie del Grande Trapezio in cui sono visibili gli incassi sulla parete, pag. 128
Fig. 4.1.2.19 Assonometria di uno dei bracci del Grande Trapezio secondo l'ipotesi di Eugenia Salza
Fig. 3.2.1 Le fasi costruttive della Villa di Adriano, pag.104
Prina Ricotti, pag. 129
Fig. 3.3.1 Schema delle direzioni principali rispetto cui si compone la Villa, pag.108
Fig. 4.2.1 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana Roma, Terrazzamento del Tempietto di
Fig. 3.3.2 Imbocco in trincea della Grande Via Carrabile verso la Terrazza di Tempe, pag.111 Venere, 1831‐ 1836, pag. 129
Fig. 3.3.3 La Grande Via Carrabile nel tratto ipogeo verso la Valle di Tempe, pag.112 Fig. 4.2.2 Tempietto della Venere di Cnido, pag. 130
Fig. 4.2.3 Il Casino Fede e il Tempietto di Venere, pag. 130
Fig. 4.1.1 Agostino Penna, Viaggio Pittorico della Villa Adriana Roma, Depositi di neve (Tav. n. 126), Fig. 4.2.4 A sinistra, Il viale dei cipressi, pag. 131
1831‐ 1836, pag. 117
Fig. 4.2.5 Il terrazzamento del Tempietto di Venere nel suo insieme, pag. 131
Fig. 4.1.1.1 Criptoportico della zona repubblica in cui sono presenti le principali caratteristiche di
Fig. 4.2.6 Sostruzioni sud‐orientali con l'accesso al criptoportico, pag. 131
questa tipologia costruttiva, pag. 118
Fig. 4.2.7 Sostruzioni orientali con le arcate sostenute da semicolonne, pag. 132
Fig. 4.1.1.2 Criptoportico in cui è visibile la valenza ritmica della luce, pag. 118
Fig. 4.2.8 Il ninfeo absidato ricoperto di tartari, pag. 132
Fig. 4.1.1.3 Criptoportico della Peschiera, pag. 118
Fig. 4.2.9 Sostruzioni settentrionali, pag. 132
Fig. 4.1.1.4 Le grandi finestre della Peschiera viste dall'esterno, pag. 119
Fig. 4.3.1 La Valle di Tempe in Tessaglia, pag. 133
Fig. 4.1.1.5 Vista dell'interno del criptoportico sotto il tempietto della Venere di Cnid, pag. 119
Fig. 4.3.2 Il muro di contenimento della Terrazza di Tempe caratterizzato da contrafforti, pag. 133
Fig. 4.1.1.6 Pianta e sezione del criptoportico sotto il tempietto della Venere di Cnido, pag. 120
Fig. 4.3.3 La Terrazza di Tempe con il declivio che la raccorda alla terrazza soprastante, pag. 133
Fig. 4.1.1.7 Cambio di materiale nella parete settentrionale della Via Carrabile, pag. 120
Fig. 4.3.4 Il padiglione di Tempe, pag. 134
Fig. 4.3.5 Schema compositivo del Padiglione secondo la prima ipotesi, pag. 134

170 171
Fig. 4.3.6 Schema compositivo del Padiglione secondo la seconda ipotesi, pag. 134 Tab. 5.3.2.1 Arrivi e presenze dei turisti italiani e stranieri nella provincia di Roma, 2003/2007. (*fonte
Fig. 4.3.7 Vista laterale del Tempietto, pag. 135 Osservatorio Nazionale del Turismo) , pag. 47‐153
Fig. 4.3.8 Vista dall'alto del Tempietto in cui si può comprendere l'intera planimetria, pag. 135 Tab. 5.3.2.2 Permanenza media dei turisti italiani e stranieri nella provincia di Roma, Lazio, Italia;
2003/2007. (*fonte Osservatorio Nazionale del Turismo) , pag. 47‐153
Fig. 4.3.9 La cavità naturale visibile nella Valle, pag. 135
Tab. 5.3.2.3 Capacità di spesa dei turisti termali (Bagni di Tivoli e limitrofi nel Lazio) nel campo di
Fig. 4.3.10 La Valle di Tempe nei pressi di Piazza d'Oro, pag. 136
nostro interesse. (*fonte ISNART, Istituto nazionale Ricerche Turistiche) , pag. 47‐153
Fig. 4.3.11 La Valle di Tempe e sullo sfondo i Monti Tiburtini, pag. 136
Tab. 5.3.2.4 Capacità recettiva delle strutture nazionali, della regione Lazio, della provincia di Roma e
Fig. 4.4.1 Francesco Contini, Pianta di Villa Adriana, Roma, 1668. Particolare dell’area comprendente la del comune di Tivoli suddivise per tipologia. (*fonte Osservatorio Nazionale del Turismo) , pag. 47‐153
Valle di Tempe Fig. 4.4.2 Giovanni Battista Piranesi, Pianta delle Fabriche esistenti nella Villa Adriana,
Tab. 5.3.3.1 Statistiche nazionali, regionali e provinciali, riguardanti istituti quali musei/aree
1781. Particolare del secondo foglio in cui è visibile la Terrazza di Tempe e l’area circostante. , pag.
archeologici e monumenti. (*fonte MIBAC) , pag. 47‐153
139
Tab. 5.3.3.2 Persone di 6 anni e più che hanno visitato monumenti e siti archeologici nei 12 mesi
precedenti l'intervista per sesso, classe d'età, titolo di studio, regione. ‐ Anni 1998 ‐ 2007 (per 100
Fig. 5.1.1 Studio del suolo e delle terrazze in Villa Adriana. Foto del modello, pag. 141 persone con le stesse caratteristiche). (fonte* Istat, Indagine multiscopo "Aspetti della vita
Fig. 5.1.2 Rapporto tra suolo e architettura in Villa Adriana, pag. 142 quotidiana"), pag. 47‐153
Fig. 5.1.3 Modalità di conformazione della Via Carrabile. Sezioni trasversali , pag. 142 Tab. 5.3.3.3 Prezzi interi medi relativi alla categoria dei musei archeologici presenti nelle “TOP10
Fig. 5.2.2 Zona espositiva al di sotto il pergolato derivato dalla interpretazione del progetto di Piranesi. Dossier TCI” 2007, 2008, 2009. (*fonte Dossier TCI 2007, Dossier TCI 2008, Dossier TCI 2009) , pag. 47‐
Vista prospettica, pag. 143 153

Fig. 5.2.1 Sezione trasversale del progetto, pag. 143 Tab. 5.3.3.4 Prezzi interi e ridotti relativi alla categoria dei musei archeologici e aree archeologiche
presenti nel Lazio (2010) , pag. 47‐153
Fig. 5.2.3 Particolare della piazza coperta. Vista prospettica, pag. 144
Tab. 5.3.3.5 Prezzi interi e ridotti relativi alla categoria dei musei archeologici e aree archeologiche
Fig. 5.2.4 Pianta del piano interrato a quota – 4,00m, pag. 144 presenti a Roma e nella Provincia (fonte PIERRECI, soprintendenza speciale per i beni archeologici di
Fig. 5.2.6 Accesso dal fondo della Valle di Tempe, all’altezza del Padiglione. Vista prospettica, pag. 145 Roma, 2010)., pag. 47‐153
Fig. 5.2.5 Pianta del piano a quota 0,00 m, pag. 145 Tab. 5.1.3.6 Concorrenze specifiche nell’area limitrofa a Villa Adriana presso Tivoli. (fonte siti ufficiali
Fig. 5.2.7 Particolare di uno dei laboratori di restauro. Sezione prospettica, pag. 146 dei Siti Archeologici corrispondenti) , pag. 47‐153
Fig. 5.3.1.1.1 Istogramma rappresentante il trend demografico italiano, della regione Lazio, di Roma e Tab. 5.1.3.7 Concorrenze specifiche nell’area limitrofa a Villa Adriana presso Tivoli. (fonte siti ufficiali
di Tivoli. Sull’asse orizzontale compaiono gli anni relativi al campione, sull’asse verticale la dei Siti Archeologici corrispondenti) , pag. 47‐153
popolazione.(*fonte GeoDemo Istat 2002‐2010) , pag. 147 Tab. 5.3.3.8 Affluenze a Villa Adriana 1996/2009, Top 30 di Musei, Monumenti e Aree Archeologiche.
Fig. 5.3.1.1.2 Istogramma rappresentante la distribuzione per fasce d’età nel comune di Tivoli. (*fonte (fonte Dossier 2008, TCI) , pag. 47‐153
Istat 2009) , pag. 148 Tab. 5.3.4.1.1 Introiti relativi alla vendita di biglietti negli anni 2000‐2009 (fonte SISTAN) , pag. 47‐153
Fig. 5.3.2.1 Arrivi e presenze dei turisti italiani e stranieri nella provincia di Roma, 2003/2007. (*fonte Tab. 5.3.4.2.1 Incassi dei servizi aggiuntivi negli anni 1999‐2009 (fonte SISTAN) , pag. 47‐153
Osservatorio Nazionale del Turismo) , pag. 152 Tab. 5.3.5.1.1 Computo Metrico Estimativo (fonte Tariffa dei Prezzi 2007 della Regione Lazio e ISTAT).,
Fig. 5.3.3.1 Istogramma rappresentante il trend dei visitatori annui per le aree archeologiche e pag. 47‐153
monumenti. (*fonte MIBAC) , pag. 155 Tab. 5.3.5.2.1 Costi totali e al mq (fonte Prezzi Tipologie Edilizie, DEI Tipografia del Genio Civile, 2007, pag. 47‐153
Fig. 5.3.3.2 Istogramma rappresentante il trend delle entrate provenienti dalla vendita dei biglietti
delle aree archeologiche e monumenti. (*fonte MIBAC) , pag. 155
Fig. 5.3.3.3 Prezzi interi relativi alla categoria dei musei archeologici presenti nelle “TOP10 Dossier TCI”
2008. (*fonte Dossier TCI 2008) , pag. 157

Tab. 5.3.1.1.1 Trend demografico italiano, della regione Lazio, di Roma e di Tivoli. (*fonte GeoDemo
Istat 2002‐2010), pag. 47‐153
Tab. 5.3.1.1.2 Struttura demografica della regione Lazio, di Roma e di Tivoli. (*fonte Censimento Istat
2010) , pag. 47‐153
Tab. 5.3.1.2.1 Statistiche nazionale, regionale, provinciale degli iscritti alle scuole di primo livello
dall’anno scolastico 2004/2005 all’anno scolastico 2008/2009 . (*fonte Ministero della Pubblica
Istruzione) , pag. 47‐153
Tab. 5.3.1.3.1 Reddito Dichiarato Medio ai fidi dell’imponibile Irpef, 2005/2008, dei comuni di Roma e
Tivoli . (*fonte Ministero dell'Economia e delle Finanze) , pag. 47‐153

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Indice delle tavole

Tav 1_ Analisi: il rapporto tra l’architettura e il suolo in Villa Adriana e nel progetto
Tav 2_ Analisi: il sottosuolo e la Via Carrabile in Villa Adriana
Tav 3_ Carte storiche
Tav 4_ Stato di progetto e stato di fatto
Tav 5_ Planivolumetrico e prospetto
Tav 6_ Pianta piano ‐4,00, pianta piano +0,00 e sezione trasversale
Tav 7_ Particolare pianta ‐4,00, sezione trasversale e viste prospettiche
Tav 8_ Dettaglio tecnologico

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Bibliografia e referenze iconografiche

Su Villa Adriana
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