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HEGEL

Hegel nasce a Stoccarda nel 1770. Hegel fu scrittore molto produttivo. Fra i
suoi lavori giovanili, particolarmente importanti per comprendere la sua
filosofia sono gli scritti teologici(es: la vita di Gesù).
La fenomenologia dello spirito segna una tappa decisiva. Hegel si stacca da
Schelling presentando un pensiero del tutto nuovo e originale. Altre opere che
segnano i vertici del suo pensiero sono: la scienza della logica, l'enciclopedia
delle Scienze filosofiche in compendio, e i Lineamenti di filosofia del diritto.
Tra tutte queste opere ancora oggi non si sa quale rispecchia meglio il
pensiero il metodo e lo spirito di Hegel. Alcuni considerano La fenomenologia
dello spirito come un capolavoro. Ma la Fenomenologia è stata concepita
come una sorta di introduzione al sistema. In passato è stata celebrata
soprattutto l'enciclopedia delle Scienze filosofiche in compendio che presenta
il quadro completo del pensiero e del metodo di Hegel. Ma l'enciclopedia
mette troppa a nudo il difetto del pensiero Hegeliano. C'è stato un periodo in
cui si sono apprezzati invece "i lineamenti di filosofia del diritto" per la celebre
dottrina dello Stato, ma queste dottrine oggi non si presentano più proponibili.
La scienza della logica è stata rivalutata soprattutto a motivo degli stretti
rapporti che in Hegel,l'elemento logico ha con il linguaggio. Ma la logica per
espressa dichiarazione di Hegel è solo una parte del sistema.
CAPISALDI DEL PENSIERO HEGELIANO
I capisaldi ai quali tutto può essere ricondotto sono tre:
1) la realtà in quanto tale è spirito infinito
2) la struttura (la vita stessa dello spirito) è la dialettica
3) la caratteristica di questa dialettica che è la differenza da tutte le altre è l'
elemento speculativo.

1)LA REALTÀ COME SPIRITO


L'affermazione per comprendere Hegel è che la realtà e il vero non sono
sostanza, ma soggetto ovvero pensiero, spirito.
Quindi Hegel critica Fichte: per Finchté l'io pone se stesso, a sè il non
io(ovvero un limite). Ma in questo processo l'io non giunge a compimento in
quanto il limite viene rimosso e allontanato all'infinito ma mai interamente
superato. Questo infinito è per Hegel un <cattivo infinito> poiché è un
processo irrisolto . Un tentativo di superare tutto questo era stato fatto anche
da Schelling ; egli infatti afferma che il principio è assoluto, senza però
spiegare di fatto che cosa si intenda per assoluto. Hegel dunque sostiene che
Schelling è indeterminato, in quanto l’assoluto, nel farsi mondo, perde proprio
la sua assolutezza, perché si differenzia; dunque non si “integra” mai come
assoluto.
LA NUOVA CONCEZIONE DELLO SPIRITO COME INFINITO
lo spirito si autogenera, generando la propria determinazione, e superandola
pienamente. Lo spirito è infinito. Lo spirito in quanto movimento, produce via
via i contenuti determinati e quindi negativi; l'infinito è il positivo che si
realizza mediante la negazione di quella negazione che è proprio di ogni finito,
è superamento del finito. Il finito ha un'esistenza ideale o astratta. Allora lo
spirito infinito hegeliano è come un circolo,in cui principio e fine coincidono in
maniera dinamica. Lo spirito è un <<unum atque idem che si riplasma in figure
sempre diverse>>, e non ripetizione di un qualcosa di identico. Lo spirito
hegeliano è quindi una unità che si fa propria attraverso il molteplice.

Per Hegel tutto ciò che vale per l'assoluto vale anche per ogni singolo
momento della realtà. In un passo molto famoso della Prefazione
della Fenomenologia Hegel fa l'esempio del bocciolo, del fiore e del frutto. Il
bocciolo nello sviluppo della pianta è una determinazione quindi una
negazione, che viene superata dalla fioritura. A sua volta il fiore è una
determinazione che viene superata dal frutto. In questo processo ogni
momento è essenziale all'altro. Il reale è quindi un processo che si autocrea in
cui il positivo è appunto il movimento stesso che è un progressivo
autoarricchimento.
Hegel sottolinea che il movimento proprio dello spirito è il movimento del
riflettersi in se stesso, è questo il senso della circolarità. Hegel distingue 3
momenti:
1) il primo momento chiamato dell'essere in sè
2) un secondo momento che costituisce il fuori di sé
3) un terzo momento che costituisce il ritorno a sé o l'essere in sé e per sé.
Il movimento dello spirito ha quindi un ritmo "triadico" che si distingue in un
sé, in un fuori di sè, in un per sé.
Il circolo dell' Assoluto, cioè la ragione, si ritma pure nei tre momenti che sono
rispettivamente denominati "idea"," natura" e "Spirito". Solo realizzando il
ricongiungimento del primo e dell’ultimo momento, l’Assoluto giunge al proprio
compimento.
Nella fase matura del pensiero hegeliano questo schema dialettico generale
articola i contenuti di un sistema completo di filosofia, secondo tre momenti
principali: logica (tesi), natura (studiata dalla filosofia della natura )
e spirito (studiata dalla filosofia dello spirito). La prima studia l'idea in sé,la
seconda il suo allinearsi,e la terza il momento del ritorno a sé.
Nella filosofia del diritto Hegel ha scritto che" tutto ciò che è reale è
razionale,tutto ciò che è razionale è reale". Questo significa che l'idea non è
separabile dall'essere reale e l effettuale, ma che il reale o l'effettuale è lo
stesso svilupparsi dell'idea e viceversa. Quindi qualunque cosa esista non è
fuori dell'assoluto, ma è un momento incancellabile.

Panlogismo hegeliano: “tutto è pensiero” cioè che tutto è razionale e


determinazione di pensiero.
Per Hegel è necessario trovare un metodo che renda possibile la conoscenza
dell’assoluto in maniera scientifica. Il compito che Hegel assegna a se stesso
è quello di operare l’innalzamento della filosofia a scienza, mediante la
scoperta di un nuovo metodo. Questo metodo deve poter garantire la
conoscenza scientifica dell’infinito ed Hegel lo trova nella dialettica. Il cuore
della dialettica diviene così il movimento. Questo movimento dialettico è una
sorta di movimento circolare o un movimento a spirale con ritmo triadico.
Questi 3 momenti sono: tesi antitesi e sintesi. Il primo momento è detto da
Hegel il lato astratto o intellettivo,il secondo momento è detto invece lato
dialettico o negativamente razionale, e il terzo momento è detto il lato
speculativo o positivamente razionale.

1) il momento dialettico o negativo-razionale consiste nel capire come


le determinazioni del momento astratte siano implicitamente connesse
tra loro: infatti dire che un certo elemento è una cosa significa che non è
un'altra.
2) Il secondo momento della dialettica è l’antitesi. Una caratteristica della
ragione è andare oltre limiti dell’intelletto, può avere un momento
negativo e uno positivo. Il momento negativo viene chiamato da Hegel
dialettico e consiste nello smuovere la rigidità dell’intelletto e dei suoi
prodotti. Ma questo comporta una serie di contraddizioni e di
opposizioni che erano soffocate dall’irrigidimento dell’intelletto. Ogni
determinazione dell’intelletto si rovescia nella determinazione contraria.
Per esempio il concetto di uno, non appena smosso dalla sua rigidezza,
richiama quello di molti. Questo vale anche per i concetti di simile e
dissimile, uguale e disuguale, particolare e universale, finito e infinito. Il
negativo che emerge nel momento dialettico si rivela come una molla
che spinge verso l’opposizione.
3) Il terzo momento della dialettica è la sintesi, che comprende le
determinazioni contrapposte, ovvero il positivo. Hegel afferma che
l’elemento speculativo e ciò che contiene in sé superate quelle posizioni
a cui si ferma l’intelletto.
LA PROPOZIONE O GIUDIZIO
Le proposizioni filosofiche devono essere proposizioni speculative e non
giudizi formati da un soggetto a cui viene attribuito un predicato. La
proposizione del giudizio tradizionale esprime un giudizio operato
dall’intelletto, con un soggetto a cui vengono attribuiti dei predicati. Invece, la
proposizione speculativa non deve far emergere la distinzione tra soggetto
e predicato, ma quest’ultimi si scambiano reciprocamente le parti in modo da
costituire un’identità dinamica. Quindi mentre la proposizione logica resta
rinchiusa nei limiti dell’intelletto, la proposizione speculativa supera la rigidità
dell’intelletto ed esprime il movimento dialettico.

LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO


L’uomo nel momento in cui filosofa si innalza al di sopra della coscienza
comune per costruire l’assoluto nella coscienza, deve quindi elevare L’io
empirico a io trascendentale, a ragione e spirito. Per fare avvenire tutto
questo Hegel si pone il problema del metodo.
Il primo passaggio è dalla coscienza finita all’assoluto. Questo passaggio
coinvolge l’uomo che non è separato dall’assoluto ma ne è parte strutturale
perché l’infinito Hegeliano è l’infinito che si fa mediante il finito. La
fenomenologia dello spirito è la via che conduce dalla coscienza finita
all’assoluto infinito. Il termine fenomenologia significa il manifestarsi o
l’apparire. Questo apparire è l’apparire dello spirito stesso in differenti tappe
che ,a partire dalla coscienza empirica, sale livelli sempre più alti. Esistono
due piani della fenomenologia dello spirito: un piano è per Hegel la via in
cui lo spirito si è realizzato e conosciuto; un altro piano è del singolo individuo
empirico che deve ripercorrere quella stessa via.
Lo spirito che si determina è la coscienza. L’itinerario fenomenologico
percorre quindi le seguenti tappe: coscienza; autocoscienza; ragione; spirito;
religione; sapere assoluto.
La tappa iniziale è costituita dalla coscienza che si manifesta nella certezza
sensibile, nella percezione e nell’intelletto.
Nel momento della sensazione il particolare appare come verità (auto
contraddittorio perché per comprendere il particolare bisogna passare al
generale); nella percezione l’oggetto è la verità(contraddittorio perché risulta
uno e molti, un oggetto con molte proprietà);
Nel momento dell’intelletto l’oggetto appare come un fenomeno. La coscienza
giunge a comprendere che l’oggetto dipende da qualcos’altro ovvero
dall’intelletto. Così la coscienza diventa autocoscienza, sapere di sé.
La seconda tappa è costituita dall’autocoscienza. Secondo Hegel ogni
autocoscienza ha bisogno strutturalmente dell’altra. La lotta non deve avere
come esito la morte di una delle due ma sottomettere una all’altra. Nasce così
la distinzione tra il padrone e servo. Il padrone ha lottato per il suo essere
fisico mentre il servo ha avuto timore della morte. Il padrone usa il servo e lo
fa lavorare. In questo tipo di rapporto si sviluppa il movimento dialettico che
finirà con il rovesciamento delle parti. Il padrone diventa dipendente dalle cose
mentre il servo finisce per diventare indipendente e le cose.
L’autocoscienza giunge a piena consapevolezza solo attraverso le
successive tappe: lo stoicismo; scetticismo; coscienza infelice. Lo stoicismo
rappresenta la libertà della coscienza, liberando l’uomo da tutte le passioni. lo
scetticismo porta all'auto contraddizione. Nega la validità della percezione e
percepisce, nega la validità del pensiero e pensa, nega i valori dell’agire
morale e pure agisce. La coscienza infelice è il tratto che secondo Hegel
caratterizza il cristianesimo medievale. Questa coscienza cerca l’oggetto in
ciò che solo in un aldilà irraggiungibile. Il superamento del negativo e porta sul
piano della ragione, che costituisce la terza tappa. La ragione nasce nel
momento in cui la coscienza acquisisce la certezza di essere ogni realtà. Le
tappe fenomenologiche della ragione sono tre: ragione che osserva la natura;
ragione che agisce; ragione che acquisisce la coscienza di essere spirito. La
ragione che osserva la natura è costituita dalla scienza e la natura cioè il
mondo è penetrabile dalla ragione, quindi è razionale. La ragione che agisce
corrisponde al momento dell’autocoscienza. L’individuo deve quindi elevarsi
all’universale superando i limiti dell’individualità. La ragione è data
dall’autocoscienza che supera la sua posizione rispetto agli altri.
La quarta tappa è costituita dallo spirito. Lo spirito è l’individuo che
costituisce un mondo che si realizza in libertà. Le tappe fenomenologica dello
spirito sono: lo spirito in sé come eticità; lo spirito che si estranea da sé; lo
spirito che riacquista certezza di se.
La quinta tappa è costituita dalla religione, attraverso la quale lo spirito
prende coscienza di sé e si giunge al sapere assoluto.

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