Lezione 2
Lezione 2
Lezione 2
Lezione 2
Correnti elettriche -
Campo elettrico e tensione elettrica
Legge di continuità
Si consideri una regione di spazio racchiusa da una superficie chiusa
Sc, orientata secondo il versore normale n con verso uscente dalla
superficie stessa. Si consideri la totale corrente iusc(t) uscente da tale
superficie Sc: 𝛥𝑞 𝑑𝑞 (𝑡) Sc
𝑖 𝑡 = lim = n
→ 𝛥𝑡 𝑑𝑡 dS
Nell’ipotesi di conservazione della carica, la carica
netta Δqusc uscente da Sc nel tempo Δt è opposta alla
variazione della carica Δqint contenuta all’interno di
Sc. Si ha pertanto che Δqusc = - Δqint e quindi:
𝑑𝑞 (𝑡)
𝑖 𝑡 =−
𝑑𝑡
La legge di continuità afferma che la totale corrente iusc(t) uscente da
Sc è opposta alla derivata temporale della carica qint(t) contenuta
all’interno di Sc. 2
1
2.2 Campo di corrente solenoidale
Iusc= 0
2
2.3 Tubo di flusso per il vettore densità di corrente
3
2.4 Legge di Coulomb
Legge di Coulomb
Due cariche elettriche puntiformi disposte in quiete nel vuoto ad una
distanza r risentono ciascuna di una forza dovuta all’interazione tra
le due cariche: è la legge di Coulomb. Tale forza esercitata da una
carica sull’altra è:
-) diretta secondo la retta congiungente le due cariche;
-) attrattiva fra le due cariche nel caso di cariche di segno opposto,
repulsiva fra le due cariche nel caso di cariche dello stesso segno;
-) di modulo inversamente proporzionale al quadrato della distanza
fra le due cariche e direttamente proporzionale al prodotto delle due
cariche.
Legge di Coulomb
Si consideri pertanto, nel vuoto, una carica puntiforme q posta in quiete
nel punto Q e una carica puntiforme q0 posta in quiete nel punto P.
La legge di Coulomb afferma che la carica P 𝑢
𝑟
q esercita su q0 una forza F P , pari a: q0
1 qq0 Q
F P = u 𝑢 q
4πε r
dove u è il versore orientato da Q verso P, rQP è la distanza fra Q e
P. La costante ε0 è detta permittività (o costante dielettrica) del vuoto.
Inoltre la carica q0 esercita su q in Q una forza F Q uguale e
opposta a quella che la carica q esercita su q0 in P:
1 qq0
F Q = −F P = u
4πε r
Nel vuoto ε0 ≈ 8,854 ∙ 10-12 C2/(Nm2). Si osserva che: C2/(Nm2) =
C2/(Jm) = F/m, dove si è introdotto il farad F = C2/J. 8
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2.5 Campo elettrostatico
Campo elettrostatico
Si consideri la legge di Coulomb nel modo seguente. Nel vuoto, la
carica q sia, come già considerato, una carica puntiforme fissa in Q.
La carica q0 sia una carica puntiforme che sia spostata in differenti
punti diversi da Q: in ciascuno di essi la si tenga fissa e si consideri
la forza che agisca su di essa dovuta all’interazione con la carica q.
Si esplora in questo modo lo spazio intorno alla carica q. La carica
q0 è ora detta carica “esploratrice” o carica “di prova”.
P 𝑢
𝑟
q0
Q
q
Campo elettrostatico
Dividendo la forza F P che agisce sulla carica di prova q0 per il
valore q0 della carica di prova, si introduce la forza elettrica
specifica coulombiana E P :
F P P 𝑢
E P = 𝑟
𝑞 q0
Q
che quindi, dalla legge di Coulomb, risulta: q
1 q(Q)
E P = u
4πε r
ed è indipendente dal valore della carica puntiforme di prova.
E P è una grandezza vettoriale, funzione dei punti dello spazio: è un
campo vettoriale. È chiamato campo elettrostatico (o campo elettrico
coulombiano). L’unità di misura del campo elettrostatico è: N/C =
(Nm)/(Cm)= J/(Cm) = V/m, cioè volt su metro, con volt: V = J/C. 10
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2.5 Campo elettrostatico
Campo elettrostatico
-) Il campo elettrostatico ha quindi come “sorgente” la carica q
(carica-sorgente).
-) Si vede sperimentalmente che il campo elettrostatico prodotto da
più (un numero finito) cariche puntiformi (cariche-sorgente) in
quiete nel vuoto è pari alla somma vettoriale dei campi elettrostatici
prodotti da ciascuna carica singolarmente: vale il principio di
sovrapposizione. Si ha quindi, nel caso di
1 q(Q)
i) una carica-sorgente puntiforme: E P = u
4πε r
1 q (Q )
ii) N cariche-sorgente puntiformi: E P = u
4πε r
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Campo elettrostatico
-) Considerando una carica-sorgente distribuita con densità
volumetrica, il campo elettrostatico si ottiene considerando
puntiforme la carica dq contenuta in un volumetto dV centrato nel
punto Q (dq=ρc(Q)dV) e facendo la somma vettoriale dei campi
elettrostatici prodotti da ciascuna carica dq (cioè applicando il
principio di sovrapposizione). Si ha:
1 ρ (Q)
E P = u 𝑑𝑉
4πε r
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2.5 Campo elettrostatico
Campo elettrostatico
Osservazione. Il campo elettrostatico è stato introdotto considerando
una carica puntiforme q (carica-sorgente). Nella realtà però la carica q
non sarà puntiforme: ad esempio può essere su una sferetta
conduttrice. Allora, se si ha la carica q su una sferetta conduttrice, la
presenza della carica di prova q0 determina una perturbazione della
distribuzione di q sulla sferetta per l’interazione di natura elettrica fra
cariche. L’azione di disturbo varia con il valore della carica di prova
q0. Pertanto la definizione operativa di campo elettrostatico è:
F P
E P = lim
→ 𝑞
Il passaggio al limite (q0→0) annulla l’effetto di perturbazione della
carica di prova.
13
Campo elettrostatico
Si osserva che il limite di q0→0 va inteso in senso “macroscopico”,
cioè la carica di prova si fa decrescere fino a valori di gran lunga
minori del valore della/e carica/che sorgente/i.
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7
2.6 Materiale in equilibrio elettrostatico
8
2.7 Proprietà del campo elettrostatico
𝐸𝒄 ⃗t dℓ = 0
𝓵
Tale proprietà è vera per il campo elettrostatico, per qualunque
distribuzione di densità volumetrica: ci si riferisce alla modellizzazione
di corpi che occupano un volume finito e ciascuno è rappresentato
mediante la densità di carica volumetrica, funzione limitata e continua.
Dalla proprietà che è nulla la circuitazione del campo elettrostatico su
una qualsiasi linea chiusa, ne consegue che il suo integrale su una
qualsiasi linea aperta dipende solo dalla posizione degli estremi della
linea e non dal percorso di integrazione. 17
E𝐜 ⃗t dℓ = E𝐜 ⃗t dℓ = V A − V(B)
,ℓ
Il potenziale elettrostatico V(P) è un campo scalare. È definito a meno
di una costante: è stato introdotto come una differenza fra due valori
della funzione V. L’unità di misura del potenziale elettrostatico è il volt.18
9
2.8 Campo elettrico
Campo elettrico
Si consideri una carica elettrica puntiforme di prova q0, in quiete, in
presenza di altre cariche puntiformi (cariche-sorgente) che si
muovono. La carica di prova risente in generale di una forza F P, t ,
che è proporzionale al valore q0 della carica di prova.
Dividendo la forza F P, t per il valore q0 della carica di prova, si
introduce la forza elettrica specifica:
F P, t
E P, t =
𝑞
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Campo elettrico
Osservazione. A proposito dell’influenza che la carica di prova può
esercitare sulle cariche-sorgente, si può ripetere quanto già detto per il
campo elettrostatico e quindi definire il campo elettrico attraverso un
passaggio al limite per q0→0 (in senso “macroscopico”). Pertanto
indicata con Δq la carica di prova, questa risente in generale di una
forza ΔF P, t , che è proporzionale al valore Δq della carica di prova.
Dividendo la forza ΔF P, t per il valore Δq della carica di prova e
passando al limite per Δq→0 (in senso “macroscopico”), si introduce
la forza elettrica specifica: ΔF P, t dF P, t
E P, t = lim =
→ Δq dq
che è detta campo elettrico.
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10
2.8 Campo elettrico
Campo elettrico
Il valore del campo elettrico E P, t prodotto da una distribuzione di
cariche-sorgente in moto considerata all’istante t in una certa
posizione nello spazio è in generale diverso da quello che le stesse
sorgenti produrrebbero se fossero in quiete nelle posizioni occupate
all’istante t.
In generale cioè il campo elettrico E P, t è diverso dal campo
elettrostatico.
Si considerano i seguenti casi.
i) Condizione elettrostatica. Si osserva che se le cariche-sorgente
sono in quiete nello spazio e con valore costante nel tempo si ha la
condizione elettrostatica e quindi il campo elettrico coincide con il
campo elettrostatico: E (P)= E (P).
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Campo elettrico
ii) Regime stazionario (Condizione stazionaria). In ogni punto dello
spazio i fenomeni elettromagnetici sono indipendenti dal tempo.
Densità di carica e densità di corrente sono stazionarie (cioè costanti
rispetto al tempo) in ogni punto dello spazio. Ѐ il modello della
conduzione elettrica in regime stazionario (elettrodinamica
stazionaria). Il campo elettrico stazionario è calcolato dalla
distribuzione stazionaria di carica, come in elettrostatica. Il campo
elettrico stazionario è quindi conservativo.
iii) Condizioni variabili generiche. La densità di carica e il campo di
corrente variano nel tempo con legge qualsiasi. Il campo elettrico in
generale non è conservativo.
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2.9 Tensione elettrica
Tensione elettrica
Sia data una linea ℓ aperta (o chiusa), in
quiete, orientata mediante un versore ⃗t. Si ℓ
definisce tensione elettrica l’integrale di linea
del campo elettrico:
t
v(t) = E(P, t) t⃗ dℓ
ℓ
Tensione elettrica
-) Nel caso di linea aperta, si hanno i due estremi
della linea, che, per esempio, si possono indicare ℓ B
con le lettere A e B. L’orientazione della linea
data dal versore ⃗t indica quale dei due estremi è il
t
punto di inizio e qual è quello di fine: in figura, A
l’estremo A è il punto di inizio mentre B è quello
di fine.
-) Dato che il campo elettrico in generale non è conservativo, la
tensione dipende in generale dagli estremi (cioè il punto di inizio e
quello di fine) e dal percorso (ℓ) che si segue per andare da un estremo
all’altro.
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12
2.9 Tensione elettrica
Tensione elettrica
Data la linea ℓ, si possono evidenziare gli B
estremi della linea indicandoli, in modo ordinato,
a pedice della tensione v. La tensione si scrive
vAB ℓ
allora nella forma:
t
v (t) = E(P, t) t⃗ dℓ A
,ℓ
Tensione elettrica
−
-) Al posto dei pedici, spesso si mette un segno + in
corrispondenza del punto di inizio ed un segno – in v ℓ
corrispondenza del punto di fine.
t
+
13
2.9 Tensione elettrica
Tensione elettrica
Data la linea aperta ℓ, come detto, ℓ B ℓ B
utilizzando i pedici la tensione si scrive
nella forma:
t
v (t) = E(P, t) ⃗t dℓ A A
t*
,ℓ
Invertendo il riferimento della tensione, il valore della tensione cambia
di segno. Infatti, invertire il riferimento della tensione vuol dire:
-) invertire il versore tangente alla linea (t⃗*= − t⃗);
-) invertire il verso positivo dell’ascissa curvilinea (ds= −dℓ);
-) andare da B ad A, cioè B diventa il punto di inizio e A quello di fine.
Tensione elettrica
L’integrale di linea di una forza elettrica specifica è detto lavoro
elettrico specifico (svolto da tale forza elettrica specifica lungo la
linea). Dato che il campo elettrico è una forza elettrica specifica,
l’integrale di linea del campo elettrico (cioè la tensione elettrica) è
un lavoro elettrico specifico:
dF d dℒ
v = E t⃗ dℓ = t⃗ dℓ = F t⃗ dℓ =
dq dq dq
𝓵 𝓵 𝓵
L’unità di misura della tensione è il volt V.
Come detto, la tensione elettrica può essere definita anche lungo
una linea ℓ chiusa e orientata, in quiete:
v(t) = E t⃗ 𝑑ℓ
𝓵 28
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2.10 Tensione elettrica e differenza di potenziale
2.11 Voltmetro
Voltmetro
A
Si consideri una linea ℓ aperta, in quiete, orientata,
avente per estremi i punti A e B. La tensione +
elettrica relativa alla linea ℓ viene misurata con uno ℓ
strumento detto voltmetro.
t
Nella figura a lato, in basso, al posto della linea è -
indicato, fra i punti A e B, il voltmetro. Lo B
strumento ha un segno + da una parte ed un segno – A
dall’altra: il segno + è dalla parte alla cui estremità
c’è il punto di inizio della linea ℓ di misura; il +
segno – è dalla parte alla cui estremità è presente il V
punto di fine. Lo strumento ha inoltre due −
conduttori filiformi (detti cordoni) disposti lungo la
B
linea ℓ di misura fra i punti estremi e i segni + e –
dello strumento, come mostrato in figura. 30
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2.11 Voltmetro
Voltmetro
Gli estremi dei cordoni (che individuano gli estremi
della linea ℓ di misura) sono detti puntali. A
Da quanto riportato, misure ottenute con linee di +
misura in quiete differenti fra loro ma tutte con lo V
stesso punto di inizio e punto di fine danno lo stesso −
valore se la tensione è una differenza di potenziale.
Se la tensione non è una differenza di potenziale, il B
valore misurato dipende, oltre che dalla posizione
degli estremi, anche dalla linea di misura.
Il voltmetro ideale è quello che, con la sua inserzione, non modifica
le condizioni preesistenti, cioè non perturba. Inoltre indica istante per
istante il valore (che può essere positivo, nullo o negativo) della
tensione, per quanto rapidamente essa vari.
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