Cannata Giuseppe - Etere e Relatività
Cannata Giuseppe - Etere e Relatività
Cannata Giuseppe - Etere e Relatività
http://www.volta.alessandria.it/episteme/ep2cann1.htm
ETERE E RELATIVITA'
(Giuseppe Cannata)
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Etere e relativit
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Non c' dubbio che, alla fine del secolo XIX e all'inizio del XX, le numerose ipotesi, contrastanti, sul comportamento essenziale e globale dell'etere, spingevano gli studiosi alla ricerca di un rimedio, che sopprimesse le contraddizioni scientificamente inaccettabili. Nella memoria del 1905 Einstein segu il metodo(!) di Alessandro Magno, che affront la questione del nodo di Gordio, tagliandolo con la spada piuttosto che scioglierlo. Il Macdone ottenne cos il dominio dell'Asia Minore, promesso dalla leggenda, ma con una durata veramente breve. Einstein recise la necessit che l'etere esistesse, sorvolando sul fatto che i fenomeni elettromagnetici hanno effetti locali , non imputabili a trasferimenti di particelle da sorgente a ricevitore, n tanto meno attribuibili ad uno spazio vuoto, di per s non interattivo, cio fisicamente ininfluente... almeno fino a quando le ultime generazioni di fisici, con discutibile coerenza interna, lo hanno riempito di tanti significati. Tanto basta perch siano respinte tutte le considerazioni esposte nella sua memoria del 1905, cosparsa di imprecisioni e di ingenuit, forse veniali, se ci si riferisce alla maturazione scientifica di un secolo fa. La motivazione addotta che le interazioni elettrodinamiche tra magnete e conduttore non presentano le asimmetrie sostenute in quell'epoca, ma dipendono dal moto relativo tra i due corpi, un po' semplicistica, in quanto non sottolinea n l'influenza degli orientamenti sia del magnete che del conduttore, n che in generale l'induzione elettromagnetica si possa manifestare senza movimenti relativi di induttore e di indotto, ma per sole variazioni locali dei campi elettrico e magnetico. Data l'assoluta insopprimibilit del mezzo, non lecito estendere il principio di relativit galileiano ai fenomeni elettrodinamici, senza tenere conto dello stato globale dell'etere nei vari sistemi di riferimento inerziali. Facciamo un semplice esempio. Secondo l'impostazione attuale, una carica puntiforme (non elementare) crea solo un campo elettrostatico se vista ferma da un osservatore, mentre creerebbe un campo elettromagnetico se appare in moto ad un altro osservatore. La realt ben diversa: quando la carica ferma rispetto all'etere globale in cui immersa, sia se vista ferma o in moto da osservatori inerziali, d sempre un campo elettrostatico o meglio elettrostazionario. Viceversa, una carica opportunamente orientata sotto l'azione di un campo elettrico, in moto anche lentissimo rispetto all'etere, d comunque un campo elettromagnetico per tutti gli osservatori inerziali. Ricordiamo poi che l'energia trasmessa, sia per convezione che per irraggiamento, contiene nelle sue dimensioni la massa, nel primo caso per trasferimento diretto di particelle, nell'altro, ondulatorio, per urti successivi delle entit sollecitate, costituenti il mezzo stesso. La definizione einsteiniana di "costanza della velocit della luce indipendente dalla velocit della sorgente" analoga a quella ben verificata in acustica, e non pu destare la meraviglia, ostentata invece in diversi testi scientifici. C' da fare per una precisazione: la velocit della luce (come del suono) riferita al mezzo di propagazione ritenuto in quiete, per cui essa si compone con la velocit globale del mezzo, quando questa rilevata da altro sistema di riferimento . Esempio: L'etere attorno alla Terra per parecchi diametri terrestri solidale o in quiete con essa, quindi da un sistema di riferimento legato alla Terra la velocit della luce riferita al mezzo in quiete. Un osservatore esterno, p. es. nel sistema Sole, dovr comporre la velocit c con la velocit v di rotazione dell'atmosfera d'etere. Non sono certo sistemi inerziali, pura astrazione teorica, ma nei limiti di spazi e di tempi consentiti possono ritenersi tali. Del resto rimane valido il principio che i sistemi materiali di riferimento (osservatori e
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strumenti di misura) non devono al limite scambiare energia con gli oggetti osservati; la variazione della quantit di moto solo in direzione non implica variazione di energia. Le ulteriori interazioni tra sistemi sono in genere, in prima approssimazione, trascurabili. La contrazione delle lunghezze nella direzione del moto da un sistema di riferimento ad un altro ha affascinato gli studiosi, che sono particolarmente attratti dalle meraviglie e dalle magie. La pretesa "contrazione" nasce dall'avere trascurato erroneamente il comportamento dell'etere. La "dilatazione dei tempi" sprigiona le fantasie... Occorrerebbe invece un approfondimento dell'autentico significato meccanico , implicito nel concetto di tempo. Cronotopo, quadridimensionalit fanno sognare, ma ci fanno allontanare dal tanto svilito senso comune, inevitabile quanto auspicabile in un qualificato prodotto pur sempre umano quale la Fisica. Quelle espressioni hanno la loro funzionalit matematica, ma niente di pi. Einstein introduce per esempio la dipendenza della massa dalla velocit per non violare il principio di conservazione della quantit di moto, ben pi serio e fondamentale. Cos si costretti a considerare p. es. i neutrini a riposo. privi d massa [vera astrazione metafisica, che non darebbe peraltro alcuna possibilit di osservazione fisica], per non attribuire loro una massa infinita, paradossale, alla velocit c (1). Ma quali corpi sono a riposo nell'Universo? Ma quale massa noi valutiamo dei corpi celesti, che rispetto a noi si muovono alle pi disparate velocit? Quando saremo in grado di liberarci dalle transumananze einsteiniane per tornare umilmente al senso comune, rendendolo sempre pi buon senso e riconoscendo che la Fisica prodotto umano, migliorabile, ma non trascendente? La famosa formula E = mc2 il cui successo ha rilanciato la Relativit di Einstein pu essere razionalmente dedotta dall'espressione del lavoro compiuto dalla forza F = c dm/dt proporzionale alla velocit della perturbazione elettromagnetica che investe una certa massa nell'unit di tempo. Prima di procedere alla dimostrazione richiamo una mia impostazione che porta ad affermare che tutte le forze classificate finora, dalle nucleari, dalle interatomiche e dalle intermolecolari alle forze dinamiche acceleranti, o alle statiche deformanti, elastiche e non elastiche, alle forze d'attrito, di contatto o del mezzo, a quelle elettriche e magnetiche appartengono ad una delle sole sette specie possibili. Un punto oggetto pu essere individuato in un certo istante da un vettore posizione R = r r (vedi Appendice), in un sistema di coordinate cilindriche di cui qui si trascurer la quota sull'asse z e ci si riferir solo al piano xy. Se nel punto P consideriamo la massa m inevitabilmente presente, anche per transito, in un certo istante, possiamo passare all'efficace rappresentazione del vettore posizione di massa: m = mR = mr r . Una qualsiasi variazione temporale di una delle tre variabili che compongono il vettore m d il vettore quantit di moto [q.d.m] :
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La variazione temporale della quantit di moto p fornisce poi tutte le forze possibili :
dp/dt = r rd2m/dt2 + dm/dt(vr + r dr/dt) + + vrdm/dt + mrdv/dt + mvdr/dt + + w r q dm/dt + mr q dw /dt + mvw q + mw r dq /dt =
= r rd2m/dt2 + vrdm/dt + w r q dm/dt + + vrdm/dt + mrdv/dt + mvw q + + w r q dm/dt + mr q dw /dt + mvw q - mw 2r r = = r rd2m/dt2 + 2vrdm/dt + 2r w q dm/dt + mrdv/dt + 2mvw q + mr q dw /dt - mw 2r r .
Cos si hanno tre momenti lineari o q.d.m. Alle espressioni note, date dal prodotto della massa m della particella per la componente radiale della velocit o per la sua componente trasversale o azimutale, si aggiunge la prima, che esprime la q.d.m. in un punto dovuta alla massa che l'attraversa o l'investe nell'unit di tempo (p. es. del vento che batte perpendicolarmente su un punto di una vela). Tra le sette forze ottenute si distinguono quattro radiali , di cui una centripeta, e tre azimutali . La prima la forza elastica di posizione o di vincolo, la seconda quella che si presenta nell'attraversamento di un mezzo con velocit radiale, la terza con velocit trasversale (p. es. nella rotazione), la quarta ovviamente la forza accelerante un oggetto libero da vincoli (proposta da Newton), la quinta d la forza complementare o di Coriolis, la sesta attiva in una rotazione uniformemente accelerata. La settima infine la forza centripeta, presente nella rotazione, normale al senso del moto; non lavora e non esige quindi energia per mantenere il moto, per cui un sistema che ruota uniformemente da considerarsi inerziale. Le forze elettriche, magnetiche, molecolari, atomiche e nucleari rientrano nelle sette forze individuate nella meccanica. Una coraggiosa, razionale ed estremamente semplificatrice interpretazione meccanica delle equazioni di Maxwell lo consente [v. G. Cannata, "Electromagnetism in ether", Atti del Convegno Internazionale 1999 "Galileo back in Italy II", Ed. Andromeda, Bologna, 2000].
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L'energia irradiata dalla forza F = crdm/dt (che si propaga con velocit c = dr /dt ) data da:
W=
F .ds =
(crdm/dt).ds =
(cdm/dt)(cdt) =
c2dm = mc2 .
Gli studiosi discutono anche sulla validit o meno della relativit speciale per osservatori non inerziali. Ricordiamo che la scelta dei sistemi inerziali di riferimento dovuta al fatto che osservatore e strumenti di misura, solidali con i sistemi di riferimento, non devono subire interventi esterni, che non consentono la formulazione di nessuna legge, sui fenomeni osservati, se non si conoscono perfettamente le interazioni con l'esterno. Alla fine accludiamo una Tabella, che consente un certo confronto tra la concezione attuale e quella che andiamo proponendo, pur consapevoli che occorrerebbe trattare molto pi distesamente i tanti punti appena sfiorati e citare altri aspetti non meno importanti. Riepilogando, ribadiamo alcuni punti fondamentali. L'etere, diffuso nell'Universo (in cui noi comprendiamo soltanto tutto quanto fisicamente osservabile, attuale e potenziale), che penetra in ogni dove, costituito da innumerevoli vortici a qualsiasi livello, dagli ammassi galattici via via alle singole particelle elementari. I grandi vortici comprendono quelli minori, tutti sempre a simmetria assiale, pi o meno evidente. Mentre nei loro nuclei la materia condensata, i vortici si estendono con materia pi rarefatta, per esempio allo stato gassoso sempre pi leggero, fino al limite di altri vortici confinanti di uguale livello, con cui, prevalendo quello di massa (o temperatura) maggiore, costituisce un sistema vorticoso di livello pi alto, dove interagiscono raggiungendo stati di equilibrio e consentendo il passaggio di perturbazioni o di processi evolutivi. L'insieme, cos come ogni singola parte, soggetto alle leggi fisiche fondamentali, p. es. i principi di conservazione, e appare complessivamente stabile e nel contempo di grande vitalit. Le cariche elettriche elementari costituiscono vortici primordiali d'etere, che seguono le leggi della fluidodinamica, e hanno simmetria assiale. Gli elettroni (o i protoni) si respingono tra di loro solo quando sono contrapposti i loro assi di flusso entrante d'etere (o di efflusso) ma sono pronti ad attrarsi se i loro assi sono affiancati (al limite paralleli) come quando generano le correnti, sotto l'azione di un campo elettrico. Questo tende ad orientarli e ci riuscirebbe perfettamente alle bassissime temperature attorno allo zero assoluto (superconduttivit), mentre alle nostre temperature ambiente le cariche elementari (in particolare gli elettroni nei conduttori metallici) per l'agitazione termica oscillano, tanto pi rapidamente quanto pi intenso il campo elettrico, irradiando cos onde elettromagnetiche con frequenze crescenti. I neutroni, che appaiono come atomi di idrogeno, "freddi" cio con protone ed elettrone compatti, per pronti a scindersi alle "temperature" esterne ai nuclei, non risentono di attrazioni o repulsioni elettrostatiche, ma subiscono attrazioni fluidodinamiche se gli spin sono paralleli, analogamente alle cariche elementari, ma pi docilmente.
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Altro problema di confusione e di distorsione lo sviluppo ben poco regolare della meccanica quantistica, dove ipotesi non dimostrate, spesso ad libitum sono trasformate in leggi, verificabili in ambiti troppo ristretti. E' questo uno sviluppo o meglio un inviluppo dovuto alla soppressione pregiudiziale di uno spazio libero (etere) partecipe essenziale dei fenomeni elettromagnetici. Temo che non sar facile uscire dal ginepraio in cui ci si cacciati. Non si devono dimenticare i tanti meriti di illustri scienziati, ma occorrer distinguere il buon frumento dal loglio invadente, perch riesca l'operazione di revisione, senza esaltazioni o condanne.
Appendice
E' bene sottolineare che ritengo fondamentale e primaria la grandezza vettoriale potenziale magnetico A = AA , che oggi ritenuta secondaria, utile solo nell'ulteriore approfondimento dello studio dei campi elettromagnetici. Il potenziale magnetico, nell'interpretazione meccanica dell'e.m., assume il significato di vettore posizione di un qualsiasi punto d'etere, di cui, con metodo euleriano, si possono individuare le variazioni. Mentre nel sistema M.K.S.A. ha la dimensione [LMT2I-1] certamente di non facile interpretazione; nel sistema puramente meccanico(3) M.K.S. ha la dimensione [L], cio rappresenta una semplice lunghezza. L'opposto della derivata parziale temporale
- A/ t = - (AA)/ t = -A A/ t - A A/ t
costituito da due termini, di cui il primo indica la componente radiale del vettore velocit locale, gi noto come campo elettrico stazionario , che conservativo: Er = - (V) ; il secondo termine la componente trasversale o rotazionale della velocit (che varia infatti solo in direzione), gi noto come campo elettrico indotto : Ei = -A A/ t .
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Dalla relazione E = Er + Ei = - A/ t si ottiene, applicando l'operatore rotore ad entrambi i membri, l'equazione di Maxwell riguardante l'induzione e.m.:
[dove si posto, come usuale, B = rot(A) ; rot(Er) uguale a zero, perch come abbiamo detto questo campo conservativo].
Interessante pure l'interpretazione del vettore di Poynting: N = E H , le cui dimensioni sono [MT-3] in entrambi i sistemi. Esso indica l'intensit di radiazione elettromagnetica, cio la potenza attraversante l'unit di superficie normale alla direzione di propagazione. La presenza inevitabile dello spin nella carica elettrica elementare ne esclude la sfericit, e suggerisce la simmetria assiale di vortice con flusso d'etere uscente dall'asse nel protone (entrante invece per l'asse nell'elettrone), flusso che rientra (o esce, nell'elettrone) lateralmente, con rotazione vorticosa d'etere per l'altro estremo dell'asse.
Protone
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Elettrone
Neutrone
Note
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1 - Un articolo di Elisabetta Durante sul Sole 24 Ore - Informatica del 3/3/2000 inizia cos: "Nel 1930 Wolfgang Pauli ne predisse l'esistenza e venticinque anni dopo Frederick Reines, osservandolo per la prima volta, lo descrisse come la pi minuscola quantit di materia che si possa immaginare; da allora, il neutrino non ha mai cessato di essere quella particella sfuggente e asociale che tiene in scacco la comunit scientifica internazionale. Ancora oggi infatti i fisici non sono in grado di dire se i 330 milioni di neutrini presenti in ogni metro cubo dell'Universo, che a ogni istante attraversano il nostro corpo, abbiano o no una massa: questione non da poco, se si pensa che un neutrino provvisto di massa darebbe un bello scossone a quel pilastro monumentale su cui si regge la moderna concezione dell'Universo e che va sotto il nome di Modello Standard".
2 - Richiamiamo le componenti e le derivate temporali del versore radiale r, e del versore azimutale q nel piano xy: r = cos(q )i + sin(q )j , q = -sin(q )i + cos(q )j dr/dt = [-sin(q )i + cos(q )j]dq /dt = q dq /dt = w q dq /dt = [-cos(q )i -sin(q )j]dq /dt = -rdq /dt = -w r d2r/dt2 = q (dw /dt) - w 2r d2q /dt2 = -r(dw /dt) - w 2q .
3 - Nel sistema "puramente meccanico" si tratta di esprimere per esempio il Coulomb con le sole dimensioni L, M, T. Per ottenere ci, si pu partire dalla legge di Coulomb, in forma scalare, F = qq'/4pe0r2 , il cui secondo membro deve mantenere le dimensioni di una forza, [F] = [ma] = LMT-2, come il primo. Giacch non esistono cariche prive di massa, naturale fare in modo che possa apparire al numeratore della citata espressione, per il prodotto qq', una massa al quadrato, per in rapporto a un quadrato del tempo. Poich la massa compare solo al primo grado nell'equazione dimensionale della forza, una massa dovr allora intervenire, ancora al primo grado, nel coefficiente e0 al denominatore. Infine, il semplice termine L nel numeratore della LMT-2 si pu ottenere dimensionalmente pensando a un termine di spazio al cubo nel denominatore di e0 . In definitiva si ottiene, con efficace analogia fluidodinamica: carica elettrica = massa/tempo = portata di massa e0 = massa/volume = densit (ovviamente relativa al mezzo, densit di massa d'etere, vedi la successiva Tabella).
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TABELLA
Verranno indicati, nell'ordine: - Denominazione, Simbolo, Dimensione nel sistema M.K.S.A., Dimensione nel sistema puramente meccanico M.K.S. - Significato meccanico, ulteriori informazioni.
Costante dielettrica, e0 , L-3M-1T4I2 , L-3M Densit di massa d'etere in aria rarefatta. Si deduce dalla legge di Coulomb, vedi nota 3. e 0 = 8.85*10-12 Kg/m3 . Si pu ottenere anche dalla densit spaziale di energia del campo elettrico, w = e 0E 2/2 .
Carica elettrica, q , TI , MT-1 Portata di massa = flusso della quantit di moto per unit di volume, attraverso una superficie chiusa. Equazione di continuit (Gauss): D.dS = q .
Campo elettrico, E , LMT-3I-1 , LT-1 Campo di velocit locale, radiale, di etere perturbato da sorgente attiva (carica elettrica). Valore limite di E = rigidit dielettrica Er ; per mica: Er = 2*108 m/s < c = 3*108 m/s .
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Spostamento elettrico, D = e 0E , L-2TI , L-2MT-1 Impulso o q.d.m. di volume unitario d'etere = densit superficiale della portata di massa. Densit superficiale di carica s e .
Potenziale elettrico, V , L2MT-3I-1 , L2T-1 Potenziale di velocit in flusso irrotazionale d'etere; potenziale scalare j di velocit v . Analogia idromeccanica: v = - j ; in elettromagnetismo: E = - V .
Intensit di corrente, I , I , MT-2 Energia per unit di superficie nella sezione di un filo conduttore attivo. Corrente determinata dall'orientamento di cariche elementari libere, sotto l'azione del campo E .
Inverso di permeabilit magnetica m 0 , 1/m 0 , L-1M-1T2I2 , L-1MT-2 Modulo di compressibilit d'etere = energia per unit di volume. In meccanica: kc . La relazione H = B/m 0 equivale alla relazione meccanica: t = kcq , dove t il momento torcente e q l'angolo di torsione.
Induzione magnetica, B , MT-2I-1 , L0M0T0 Angolo di deformazione, dovuto a momento torcente. Si ha la densit volumica d'energia: w = H.dB . In meccanica rotazionale l'energia di torsione W = t .dq .
Campo elettrico indotto, Ei , LMT-3I-1 , LT-1 Campo di velocit locale, rotazionale, d'etere, con variazione temporale solo in direzione. In meccanica, vorticit: w = v .
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Forza per unit di volume, in filo conduttore sotto tensione elettrica. j = s E (legge di Ohm) con s = conduttivit elettrica.
Conduttivit elettrica, s , L-3M-1T3I2 , L-3MT-1 Densit spaziale di carica libera effettiva in un conduttore; portata di massa per unit di volume. Dipendente solo dalla presenza di cariche libere, non dalla struttura del conduttore.
Conduttanza elettrica, G, L-2M-1T3I2 , L-2MT-1 Densit superficiale della portata di massa, omogenea con lo spostamento D. Densit superficiale di carica sulla sezione trasversale del conduttore.
Resistenza elettrica, R, L2MT-3I-2 , L2M-1T Area della sezione del conduttore per carica unitaria. Grandezza inversa della conduttanza. Non ha niente a che fare con l'attrito che le cariche incontrerebbero nel reticolo.
Capacit elettrica, C, L-2M-1T4I2 , L-2M Densit superficiale di massa, dovuta alla condensazione superficiale della carica. Addensamento di massa sulle armature, per cariche opposte.
Densit spaziale di carica, r , L-3IT , L-3MT-1 Densit spaziale della portata di massa. Omogenea con conduttivit acustica, detta invece usualmente resistivit acustica.
Induttanza, L , L2MT-2I-2 , L2M-1T2 Superficie per unit di corrente concatenata. Inverso della densit superficiale di corrente.
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Momento meccanico dell'unit di volume, analogo in meccanica al momento t di una forza. Dimensioni uguali a quelle di 1/m 0 .
Vettore potenziale magnetico, A=AA , LMT-2I-1 , L Vettore posizione di un punto d'etere, nel metodo euleriano, in cui si pu individuare la perturbazione. E' il vettore fondamentale primario nell'elettromagnetismo. La derivata azimutale -A (A)/ t il campo elettrico indotto Ei ; rot(A) = B d ulteriore significato a B; E e B sono grandezze derivate di A .
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Giuseppe Cannata nato ad Acireale, il 23 novembre 1923. Laureato in Fisica (1949). Prof. ordinario, e poi Preside, di Fisica ed Elettrotecnica presso gli Ist. Tecn. Nautici di Trieste e di Palermo. Assistente di Fisica II (Ingegneria) e Prof. incaricato di Fisi ca (Ingegneria) presso l'Universit di Palermo, dal 1966 al 1994. E' autore di: Fisica Elettricit e magnetismo (pp. 454, Palermo 1973); Onde elettromagnetiche (pp. 15, Palermo 1980); L'etere, questo sconosciuto - Relativit ed elettromagnetismo (pp. 103, Palermo 1981), nel quale si sostiene l'insopprimibile esistenza dell'etere e si rilevano incoerenze fondamentali della Relativit ristretta; Mechanical image of electromagnetism (pp. 20 Proceedings of the Conference on Foundations of Mathematics and Physics, Perugia 1989), nel quale si propongono una reinterpretazione delle equazioni di Maxwell ed una esauriente dimostrazione classica dell'espressione del quanto di Planck; Le funzioni di stato e le conseguenze della disequazione di Clausius (pp. 23, Ed. Andromeda, Bologna 1990), nel quale si rilevano alcune incoerenze nella trattazione attuale delle propri et dei "cicli termodinamici irreversibili", e si prova la necessit della diminuzione dell'entropia, il cui significato diventa convincente, e permette la dimostrazione dei postulati empirici del 2 Principio della termodinamica (mentre la temperatura, da grandezza empirica anomala, assume le dimensioni di intensit di radiazione energetica); Il potenziale vettore magnetico nelle equazioni di Maxwell (Congresso Internazionale "Cartesio e la Scienza", Perugia 1996); Il red-shift cosmico e l'ipotesi del big bang (Congresso Internazionale "Cartesio e la Scienza", Perugia 1996); Electromagnetism in ether (Congresso Internazionale "Galileo Back in Italy II", Bologna 1999).
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