Fa 102

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FIRENZE

architettura

terra agra
2.2010

2.2010
firenze architettura

ISSN 1826-0772 Periodico semestrale


Anno XIV n.2
terra agra
Euro 7
Spedizione in abbonamento postale 70% Firenze
In copertina:

FIRENZE

architettura
© Alex MacLean
Deming, Nuovo Messico
Questo reticolo di strade realizzate nel 1950 era il primo passo per realizzare un insieme di piccole fattorie di
cento metri quadrati l’una. Fallito il progetto, 60 anni dopo i tracciati delle strade sono ancora chiaramente
visibili sul terreno.
Per gentile concessione di Alex MacLean

2.2010

editoriale La terra
Paolo Portoghesi 2
percorsi Toccare la Terra
Dialogo con Kenneth Frampton
Intervista a cura di: Alberto Pireddu e Paula Asturias 6
Volando fra mappa e territorio
Note sul lavoro di Alex MacLean
Andrea Volpe 14
progetti e architetture Paolo Zermani
Intorno al Tempio di Cremazione di Parma
Emanuele Ghisi 26
Fabrizio Rossi Prodi
San Pellegrino
Fabrizio Rossi Prodi 34
Arrigoni Architetti - Natalini Architetti
Dopopioggia
Fabrizio Arrigoni 40
Antonio Capestro
Rocchetta, un borgo di pietra
Antonio Capestro 46
Maria Grazia Eccheli, Riccardo Campagnola con Francesco Collotti
Latomia di luce
Carmelo Provenzani 52
terra agra Renzo Piano
L’architetto e la terra
Antonio Capestro 58
Renato Rizzi con Pro.tec.o
La Superstrada Pedemontana Veneta
Andrea Rossetto 68
opera prima Enrico Molteni Andrea Liverani
Casa unifamiliare a Barlassina, Milano 76
riflessi L’inquadratura del globo
Antonio Costa 82
La terra esiliata
Paola Arnaldi 86
eredità del passato Aldo Rossi.
Progetto di rilievo e ristrutturazione del Monastero Polironiano di San Benedetto Po (MN)
Emanuele Ghisi 92
Il territorio poetico di Edoardo Detti
Urbanistica medievale minore
Francesca Mugnai 98
Versilia, urbanistica e ambiente naturale
Caterina Lisini 102
Con i segni della topografia - Pierluigi Spadolini e l’approccio ambientale all’architettura
Periodico semestrale* del Dipartimento di Architettura - Disegno Storia Progetto Fabio Fabbrizzi 108
viale Gramsci, 42 Firenze tel. 055/2055367 fax. 055/2055399
ricerche Disegnare la terra con rose e con stelle
Anno XIV n. 2 - 2° semestre 2010 Maria Teresa Bartoli 116
Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 4725 del 25.09.1997
ISSN 1826-0772 La pietra di Petra: architetture nella roccia
ISSN 2035-4444 on line Stefano Bertocci 122
Terra e Terre
Direttore - Maria Grazia Eccheli Saverio Mecca 130
Direttore responsabile - Ulisse Tramonti
Comitato scientifico - Maria Teresa Bartoli, Giancarlo Cataldi, Loris Macci, Adolfo Natalini, Ulisse Tramonti, Paolo Zermani I Sassi di Matera
Capo redattore - Fabrizio Rossi Prodi Pietro Laureano 134
Redazione - Fabrizio Arrigoni, Valerio Barberis, Fabio Capanni, Francesco Collotti, Fabio Fabbrizzi, Francesca Mugnai, Alessandro Merlo, Andrea
eventi Galleria dell’architettura italiana
Volpe, Claudio Zanirato Deserto rosa/Luigi Ghirri di Elisabetta Sgarbi - Il film e le fotografie
Info-grafica e Dtp - Massimo Battista Riccardo Butini 140
Segretaria di redazione e amministrazione - Grazia Poli e-mail: [email protected] Paolo Portoghesi - Abitare la terra
Andrea Volpe 146
Proprietà Università degli Studi di Firenze
letture a cura di: Giulio Barazzetta, Fabrizio Arrigoni, Martina Landsberger, Valentina Rossi, Serena Acciai,
Progetto Grafico e Realizzazione - Massimo Battista - Centro di Editoria del Dipartimento di Architettura - Disegno Storia Progetto Fabio Fabbrizzi, Andrea Volpe, Michelangelo Pivetta, Caterina Lisini 150
Fotolito Saffe, Calenzano (FI) Finito di stampare novembre 2010
*consultabile su Internet http://www.progarch.unifi.it/CMpro-v-p-34.html english text 154
La terra

Paolo Portoghesi

La parola terra è ricca di significati di- fa da contrasto al moto delle onde, viviamo fiduciosamente. Il Mondo non è
versi: può designare uno dei pianeti del rivelandone l’impeto con la sua immu- un possibile oggetto che ci stia innanzi
sistema solare, un luogo di tutti i luoghi tabile calma. L’albero e l’erba, l’aquila e che possa essere intuìto. Il Mondo è il
di cui l’uomo può disporre, contrappo- e il toro, il serpente e il grillo assumono costantemente inoggettivo a cui sotto-
sto al cielo, il fertile supporto del mondo così la loro figura evidente e si rivelano stiamo fin che le vie della nascita e della
vegetale, uno dei quattro elementi che in ciò che sono. Questo venir fuori e morte, della grazia e della maledizione
caratterizzano il nostro ambiente natu- questo sorgere, come tali e nel loro ci mantengono estatizzati nell’essere.
rale. Per l’architetto la terra, o meglio la insieme, è ciò che i Greci chiamarono Dove cadono le decisioni essenziali della
crosta terrestre, è anzitutto ciò su cui si originariamente Φυσιζ. Essa illumina ad nostra storia, da noi raccolte o lasciate
fondano le sue opere, ciò che per inevi- un tempo ciò su cui e ciò in cui l’uomo perdere, disconosciute e nuovamente
tabile scelta (per deformazione profes- fonda il suo abitare. Noi la chiamiamo la ricercate, lì si mondifica il Mondo. La
sionale stavo per scrivere) è destinato Terra. Da ciò che intendiamo con que- pietra è priva di Mondo. Piante ed animali
a trasformare non di rado in peggio. sto termine occorre tener ben lontano sono egualmente senza Mondo. Essi
In una determinata accezione terra è ogni idea di massa materiale stratificata appartengono al velato afflusso di un
sinonimo di mondo, parola, a sua vol- o di pianeta in senso astronomico. La ambiente di cui fanno parte. La conta-
ta, con un’area semantica molto vasta Terra è ciò in cui il sorgere riconduce, dina, al contrario, ha un Mondo, perché
che comprende l’universo intero e può come tale, tutto ciò che sorge come nel soggiorna nell’aperto dell’ente. Il mezzo,
sdoppiarsi all’infinito in mondi diversi, proprio nascondimento protettivo. In ciò col suo affidamento, dà a questo Mondo
da quello dei morti a quello delle idee. che sorge è-presente la Terra come la una necessità e una vicinanza appro-
La riflessione più profonda e coinvol- nascondente-proteggente. priate. Con l’aprirsi di un Mondo, ogni
gente sulla parola terra è quella portata Eretto sulla roccia, il tempio apre un cosa acquista il ritmo del suo sostare e
avanti nel secolo scorso da Martin Hei- mondo e lo riconduce, nello stesso del suo muoversi, la sua lontananza e la
degger che contrappone terra e mondo tempo, alla Terra, che solo allora si rivela sua vicinanza, la sua ampiezza e il suo
come votate a un conflitto. come suolo natale.” limite. Nel farsi mondo del Mondo si de-
Parlando dell’Origine dell’opera d’arte, Il mondo, in “essere e Tempo” è un ca- linea l’ampiezza in cui si dona o si rifiuta
Heidegger sostiene che la Terra è “ciò rattere dell’Esserci, ciò in cui un Esserci il custodente favore degli Dei. Anche il
in cui il sorgere riconduce, come tale, effettivo “vive” come tale. L’Esserci, a fato dell’assenza di Dio è un modo in cui
tutto ciò che sorge come nel proprio sua volta, concetto cardine della filoso- il mondo si mondifica”. La terra viene de-
nascondimento protettivo”. La definizio- fia heideggeriana, è l’ente che noi stessi finita con altrettanta chiarezza come ciò
ne conclude la celebre descrizione del sempre siamo e che fra l’altro ha quella che attraverso la materia entra in gioco
tempio greco: “Eretto, l’edificio riposa possibilità d’essere che consiste nel nell’opera d’arte: “Ciò in cui l’opera si riti-
sul suo basamento di roccia. Questo porre il problema stesso dell’essere. ra e ciò che, in questo ritirarsi, essa lascia
riposare dell’opera fa emergere dalla Nell’Origine dell’Opera d’arte viene emergere, lo chiamiamo: la Terra. Essa
roccia l’oscurità del suo supporto, saldo indagato il rapporto tra terra e mondo è la emergente-custodente. La Terra è
e tuttavia non costruito. Stando lì l’ope- attraverso una ulteriore specificazione l’assidua-infaticabile-non-costretta. Su
ra tien testa alla bufera che la investe, del significato dei due termini. “Il Mondo di essa ed in essa l’uomo storico fonda
rivelandone la violenza. Lo splendore non è il mero insieme di tutte le cose, il suo abitare nel mondo. Esponendo
e la luminosità della pietra, che essa numerevoli e innumerevoli, note e ignote. un mondo, l’opera pone-qui la Terra. Il
sembra ricevere in dono dal sole, fanno Il Mondo non è neppure una semplice porre-qui è assunto nel significato rigoro-
apparire la luce del giorno, l’immensità rappresentazione aggiunta alla somma so del termine. L’opera porta e mantiene
del cielo, l’oscurità della notte. Il suo delle cose semplicemente-presenti. Il la Terra nell’aperto di un mondo. L’opera
sicuro stagliarsi rende visibile l’invisibile Mondo si mondifica ed è più essente lascia che la Terra sia una Terra.
regione dell’aria. La solidità dell’opera dell’afferrabile e del percepibile in cui Ma perché questo porre-qui la Terra 1

2 3
deve aver luogo in modo tale che l’opera perturbamento e della distruzione. Nella attenta ricerca estesa a tappeto in tutto
si ritiri in essa? Che cos’è la Terra perché lotta autentica, i lottanti - l’un l’altro - il mondo rivela l’esistenza di gruppi, per
debba giungere al non-nascondimento si elevano all’autoaffermazione della altro sfiduciati e dispersi, che si battono
proprio in questo modo? La pietra è propria essenza. L’autoaffermazione per la creazione di una nuova sensibilità,
greve e denuncia così il suo pesantore. dell’essenza non è però mai l’irrigidi- dalla diffusione della quale dipende la
Ma questo pesantore, mentre ci si con- mento in uno stato accidentale, ma l’ab- possibilità di un totale rovesciamento
trappone, ci rifiuta ogni penetrazione bandono di sé alla originarietà nascosta degli orizzonti che attraggono l’attuale
in se stesso. Se tentiamo di coglierlo da cui scaturisce il proprio essere. Nella società tardocapitalistica.
facendo a pezzi la pietra, i frammenti non lotta ognuno porta l’altro al di sopra La ricerca architettonica si è divisa in due
ci riveleranno mai qualcosa di interno. La di ciò che esso è. La lotta diviene così schiere: quella maggioritaria che inventa
pietra si ritira nella costante impenetrabi- sempre più rigorosamente e autenti- sempre nuovi stratagemmi per allonta-
lità e nella gravezza dei suoi frammenti. camente ciò che essa è. Quanto più la nare il suo mondo dalla Terra, fornendo
Se cercheremo di raggiungere il nostro lotta si fa intensa e tanto più intransi- un prezioso strumento pubblicitario al
scopo ricorrendo a una bilancia, il pe- gentemente i lottanti si abbandonano potere economico e politico e quella
santore si perderà nel calcolo di un peso. all’intimità del semplice appartenere a minoritaria di chi difende la disciplina
Avremo senz’altro ottenuta una deter- se stessi. La Terra non può far a meno nella sua continuità di specifico sapere
minazione numerica, ma il pesantore ci dell’aperto del Mondo se deve essa umano. Alla prima manca ogni strategia
sarà sfuggito. Il colore splende e vuol stessa, in quanto Terra, apparire nel nella prospettiva di un nuovo rapporto
solo splendere. Quando pretenderemo libero slancio del suo autochiudimento. tra mondo e terra; alla seconda, che
di scomporlo in un calcolo di vibrazioni, Il Mondo, a sua volta, non può distac- pure si sviluppa sul solco della tradi-
ci sarà di già sfuggito. Esso si manifesta carsi dalla Terra se deve, come regione zione e si avvale, rispetto al conflitto tra
solo se resta integro e inesplicito. La e percorso di ogni destino essenziale, Mondo e Terra, di una eredità preziosa,
Terra destina al fallimento ogni tentativo fondarsi su qualcosa di sicuro. manca la forza innovatrice necessaria a
di penetrare in essa e condanna al fal- Nella misura in cui l’opera è l’esposizione debellare le forze antagonistiche.
limento ogni indiscrezione calcolatrice. di un mondo e il porre-qui la Terra essa Ai sostenitori del primo indirizzo le rifles-
Quest’ultima potrà assumere l’apparen- è, ad un tempo, l’attizzatrice di questa sioni di Heidegger appariranno datate
za del dominio e del progresso sotto for- lotta. Ma ciò non avviene in modo tale e inapplicabili, agli altri spetterebbe il
ma di oggettivazione tecnico-scientifica che l’opera, nello stesso tempo, attenui compito di metterle in opera, dando un
della natura, ma tale dominio non è che e appiani la lotta in un compromesso significato concreto alla lotta tra Mondo e
un’impotenza della volontà. Aperta e scialbo, bensì in modo che la lotta resti Terra. Il tema principale di questa messa
illuminata in se stessa, la Terra appare lotta. Esponendo un Mondo e ponendo- in opera sarebbe l’autoaffermazione della
soltanto se è garantita e conservata qui la Terra, l’opera produce questa propria essenza: quella tutta umana del
come la essenzialmente indischiudibile, lotta. L’esser-opera dell’opera consiste mondo e quello slancio dell’autoschiu-
sottraentesi a ogni dischiudimento e nella realizzazione della lotta tra Mondo dersi verso il mondo che esprime l’identità
mantenentesi in un costante rifiuto. Tutte e Terra. Poiché la lotta giunge al culmine della Terra. In un’epoca in cui si impone il
le cose della Terra, essa stessa nel suo nella semplicità di ciò che è intimo, per “salvataggio della Terra” dal rapporto di
tutto, scorrono in un reciproco accordo. questo, nel corso della lotta, ha luogo sfruttamento e di rapina è giusto ricordar-
Ma questo scorrere non è un dissolversi. l’unità dell’opera. La realizzazione della si con Heidegger che il problema non è
Ciò che qui scorre è il pacato corso della lotta è il raccoglimento, costantemente quello di sottomettere il Mondo alla Terra,
delimitazione che confina ogni essente- oltrepassantesi, del movimento dell’op- ma quello di dare occasione ai lottanti di
presente nel suo esser-presente”. ra. È perciò nell’intimità della lotta che “abbandonarsi all’intimità del semplice
Mondo e terra si contrappongono at- trova la sua essenza anche la calma appartenere a se stessi, evitando gli
traverso l’opera fino a delineare un dell’opera riposante in se stessa”. scialbi compromessi ai quali assistiamo
polemos, un conflitto. “La Terra è la non Io credo che se mai può trovarsi, nella quando l’architettura si auto-seppellisce,
costretta apparizione del costantemente riflessione dei pensatori più vicini a noi collocando sotto la terra le sue costruzioni
autochiudentesi, cioè del coprente-cu- nel tempo, una indicazione relativa al o si maschera di pelle vegetale in omag-
stodente. Mondo e Terra sono essenzial- “che fare”, va ricercata in queste pa- gio alla imperante verdolatrìa.
mente diversi l’un dall’altro e tuttavia mai gine che, in conclusione, attribuiscono
separati. Il Mondo si fonda sulla Terra e all’opera d’arte la capacità di mettere
la Terra sorge attraverso il Mondo. Ma la in opera la verità. Viviamo in un’epoca
relazione fra Mondo e Terra non si esau- che ha portato a estreme conseguenze
risce affatto nella vuota unità contrappo- il conflitto tra civiltà e natura. Continua-
sitoria di elementi indifferenti. Riposando mente arrivano notizie di disastri ecolo-
sulla Terra, il Mondo aspira a dominarla. gici che riducono progressivamente la
In quanto autoaprentesi, esso non sop- vivibilità dell’ambiente in cui si svolge
porta nulla di chiuso. Invece la Terra, in la nostra vita e quella delle altre specie
quanto coprente-custodente, tende ad viventi. L’architettura per vincere la sfida Pagina precedente: 2
1
assorbire e a risolvere in sé il Mondo. di questi processi catastrofici ricorre al Paolo Portoghesi
Il contrapporsi di Mondo e Terra è una pensiero calcolante illudendosi di po- Studio per i pilastri della Moschea di Roma, 1973
inchiostro su carta, 15 x 21 cm
lotta. Sarebbe però una banale falsifi- terli arrestare nell’ambito di una visione
cazione della natura di questa lotta se economicistica, basata sul controllo dei 2
Paolo Portoghesi
la si intendesse come contesa e rissa, consumi energetici e sulla ricerca di una Torre per appartamenti a Santa Marinella, 1966
attribuendo ad essa solo i caratteri del astratta qualità ambientale. Solo una inchiostro su carta, 24 x 32 cm

4 5
Toccare la Terra
Dialogo con Kenneth Frampton

Intervista a cura di: Alberto Pireddu e Paula Asturias

1 - Professor Frampton, nel libro Tetto- tura. Gli schizzi che accompagnano il
nica e architettura: Poetica della Forma saggio “Platforms and Plateaus: Ideas of
architettonica nel XIX e XX Secolo lei in- a Danish Architect” sottolineano chiara-
vita a riflettere sul tema della fondazione mente il valore di questi elementi tettoni-
e del basamento quali elementi struttu- ci: in essi il vuoto compreso tra i tetti che
rali della tettonica e, conseguentemen- si librano in alto nello spazio e le piatta-
te, sull’importanza di quella superficie forme vigorosamente ancorate al suolo
di contatto tra il suolo e l’edificio in cui è enfatizzato dall’assenza di qualsivoglia
sembra materializzarsi il “confronto tra struttura o chiusura verticale.
l’ordine tettonico della costruzione e Inoltre la consapevolezza di una dialetti-
l’ordine (intrinseco) della terra”.1 ca tra “la cultura di ciò che è leggero” e
Che cosa significa, secondo lei, “tocca- “la cultura di ciò che è pesante” informa
re la terra” in architettura? -come lei ha evidenziato- gli studi di 1
Utzon sulla “forma transculturale” e
2 - “Toccare la terra” vuol dire anche sulla possibilità di una combinazione tra
contestualizzare l’architettura? Ricono- “paradigmi occidentali ed orientali”.
scere le specificità di un sito? In che modo Utzon “gioca” con le forze
gravitazionali della terra (tra leggerezza
3 - Durata e durabilità sono valori fonda- e pesantezza)?
mentali dell’architettura, che è chiamata C’è un significato cosmico nel rapporto
a sfidare il trascorrere del tempo. tra terra, piattaforma, copertura e cielo,
A tal proposito è emblematica la sua così come suggerito da Sigfried Giedion?
citazione di Auguste Perret “dobbiamo
produrre cose che sembrano essere 5 - “No existe nada en Buenos Aires, pero
sempre state lì”, che richiama i concetti ¡qué línea tan fuerte y majestuosa!”
di radicamento e atemporalità. La linea cui Le Corbusier si riferisce,
Rispetto a questa idea di durata, quale è in una conferenza del 1929 intitolata
il rapporto tra l’architettura e la terra? Buenos Aires puede convertirse en una
de las ciudades más dignas del mundo3
4 - “(…) la cima della montagna è stata trasfor- è quella “línea iluminada por la noche”
mata in una cosa completamente indipenden- in cui si incontrano la terra ed il cielo, la
te e sospesa nell’aria, separata dalla terra, e da pampa e l’oceano. 2
lassù non vedete altro che il cielo e il passaggio Su di essa egli immagina di adagiare i
delle nuvole, - un nuovo pianeta”.2 suoi grattacieli, nel silenzio di una notte
Con queste parole Jørn Utzon descri- stellata in cui tutto è magicamente rifles-
ve le architetture precolombiane e la so dalle acque del Río de la Plata.
“piccola montagna” del Monte Alban Alla pagina 29 del V volume (1946-1952) 1
Le Corbusier
nel sud del Messico, rivelando il suo della sua Œuvre Complète, Le Corbu- Buenos Aires ©FLC by SIAE 2010
profondo interesse per le grandi piatta- sier pubblica l’immagine di una pesante 2
Jørn Utzon
forme sopraelevate. montagna che si appoggia sulle fragili Schizzo dal saggio Platforms and Plateaus:
Il solido, indeformabile, basamento e le guglie di una cattedrale gotica. Ideas of a Danish Architect, “Zodiac” 10
(1962): 113-123
audaci coperture sospese sono i due Il significato di questo enigmatico col- Si ringrazia Jan Utzon per aver autorizzato la
principi sui cui si fonda la sua architet- lage può essere compreso, forse, solo pubblicazione delle immagini

6 7
4

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Le Corbusier
Das Dach der Kapelle trägt Aluminiumplatten
©FLC by SIAE 2010
4
Le Corbusier
La toiture (construction en coque)
©FLC by SIAE 2010

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5

5
© Giovanni Chiaramonte
Venezia, 2008. Per Carlo Scarpa

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6 7 8 9

entrando nella Cappella di Notre-Dame Preferirei rispondere alle vostre diverse sollevando l’edificio dal suolo attraverso intimamente connesso al processo della interagiscono reciprocamente al fine
du Haut a Ronchamp, dove la copertura domande attraverso un’unica e conti- i pilotis e, secondariamente, riducendo vita. È significativo in questo contesto di garantire la stabilità di una struttura,
in cemento armato pare levitare sulle nua riflessione sul potenziale dell’archi- la copertura ad una superficie piana che architettura è un sostantivo mentre possiamo ancora operare un distinzione
pietre dei muri sottostanti, posandosi tettura in termini di auto-realizzazione che può, paradossalmente, riaffermare ciò che gli inglesi chiamano building è tra la tendenza alla compressione del
delicatamente su pochi elementi puntuali delle specie. Trovo qualche difficoltà nel se stessa come un piano artificiale so- un gerundio. Ma entrambi (architecture basamento e la tendenza alla tensione
e lasciando un respiro d’aria e di luce. comprendere l’espressione “toccare praelevato, miracolosamente sospeso e building) sono ugualmente esposti alle della copertura. Nella “cultura di ciò
Le Corbusier solleva la roccia e costruisce la terra” poiché non ho mai utilizzato sull’atavica terra. debilitanti forze della natura, soprattutto che è pesante” il basamento sollecitato
una nuova montagna sopra il tetto della questo termine. Allo stesso tempo, tale Nell’autorevole saggio di Eduard Sekler ai danni causati dal clima e dall’uso. a compressione si eleva come se do-
chiesa: così, almeno, suggerisce quella concetto sembra essere indirettamente “L’Architettura e il Fluire del Tempo” Tuttavia, proprio perché l’architettura vesse avvolgere l’intero edificio, mentre
fotografia -contenuta anch’essa nella relazionato alla tesi di Vittorio Gregotti (1987), si legge: sta dentro e contro il fluire del tempo, nella “cultura di ciò che è leggero” è la
Œuvre Complète- che ritrae la copertura secondo la quale l’architettura non inizia L’architettura ed il tempo si intrecciano in dovrebbe avere la capacità di essere copertura a prevalere. Jørn Utzon è un
come un immenso prato, sullo sfondo del con la capanna primitiva bensì con il “ri- molti modi e sono soggetti ad un’influenza segnata dal tempo, in altre parole, do- architetto esemplare in questo senso dal
quale un pino sembra nascere dalla terra conoscimento di un sito”, con lo scopo reciproca. Il tempo (chronos), secondo i filo- vrebbe essere in grado di registrare il momento che la sua opera si basa su un
per stagliarsi contro l’azzurro del cielo.4 di stabilire, come egli stesso sottolinea, sofi Orfici, ha come compagno la necessità degrado dovuto agli agenti atmosferici dialogo sempre mutevole tra il basamen-
Quale è, secondo lei, il rapporto dell’opera un cosmos nel primordiale chaos della (ananke). Ma anche l’oblio è un compagno etc. nel lungo viaggio verso il proprio to e la copertura. Tuttavia l’opera di Carlo
di Le Corbusier con la forma tettonica? natura. Il basamento può così essere del tempo, e nella lotta contro il suo potere eventuale declino. Tutto ciò conferisce Scarpa ci obbliga a riconoscere un terzo
In che modo egli “tocca la terra” con le visto come un’elaborazione di questo di divorare ogni cosa, l’architettura è uno dei alla durabilità un significato altamente termine, vale a dire il waterwork come
sue architetture? primo gesto volto alla creazione di più fedeli alleati dell’uomo. complesso, in quanto il passaggio del integrazione al basamento, nello stesso
un microcosmo. I Quattro Elementi Nel passato, un’opera derivava la propria tempo si manifesta insieme culturalmen- modo in cui il podium della capanna
6 - Nell’introdurre il capitolo Carlo Scarpa e dell’Architettura di Gottfried Semper autenticità non solo dalla personalità del suo te e fisicamente. Forse dovremmo anche primitiva di Semper è sollevato dal suolo
l’adorazione del giunto, lei descrive il basa- del 1851, comprendenti il basamento, il artefice, ma anche dal fatto che l’opera era in notare, in questa occasione, la fonda- per facilitarne il drenaggio. In altre parole
mento stereotomico che l’architetto inseri- focolare, il tetto e la leggera membrana totale armonia con i più alti obiettivi spirituali e mentale opposizione tra monumentalità il basamento presuppone il waterwork
sce nel cinquecentesco palazzo della Fon- di chiusura, possono essere semplificati sociali della cultura nella quale nasceva. e strumentale utilità. Nella misura in cui e viceversa. Questo sottoinsieme com-
dazione Querini Stampalia a Venezia: un in una fondamentale opposizione tra il Oggi è più difficile definire simili obiettivi la pratica architettonica contemporanea plementare è particolarmente evidente
ripiano-vassoio monolitico in calcestruzzo, basamento e la copertura. Poiché que- comuni. Spesso essi sono stati sostituiti incrementa la propria strumentalità, nell’opera di Scarpa, sebbene sia pre-
che contiene e rappresenta l’allagamento sta diade può essere rapidamente asso- dal tanto decantato ideale dell’auto-realiz- diviene sempre più nemica del fluire del sente in una forma o in un’altra attraverso
stagionale della città ed è accessibile, ciata con la terra, da un lato, ed il cielo, zazione individuale, un ideale che costringe tempo e tende a tradursi, in questo sen- tutta la cultura architettonica.
contemporaneamente, dal campiello e dal dall’altro, siamo vicini all’heideggeriano l’artista a confidare esclusivamente sulle so, in un bene ammortizzabile.
canale attraverso un leggero ponte e le “quadrato” cosmologico di terra, cielo, proprie forze spirituali; l’autenticità allora di- Per quanto concerne il vernacolare, sono Firenze - New York, Ottobre 2010
arcate di un portego esistente. divinità e mortali. E, allo stesso tempo, viene qualcosa di estremamente personale, stato sempre affascinato dall’universale
L’intervento di Scarpa incarna i carat- diveniamo pienamente consapevoli qualcosa a volte persino discutibile. alternanza tra “la cultura di ciò che è pe-
teri più tipici della tradizione costruttiva dell’orizzonte come di quell’incontro tra Così l’architettura come attività genera- sante” e “la cultura di ciò che è leggero”,
veneziana, risolvendo il problema del la terra ed il cielo che è fondamentale trice di un mondo che trascende la vita in funzione del clima e dell’immediata
passaggio tra l’acqua la terra e con- per tutta l’architettura. Ma ciò non smi- degli uomini è chiamata a contrastare disponibilità di materiali da costruzione
tribuendo a sostenere (idealmente) la nuisce l’importanza dell’opposizione tra le forze erosive del tempo e perciò do- naturali. Nella calura priva di alberi del 1
Vittorio Gregotti, Introduzione, in Kenneth Fram-
pton, Tettonica e architettura. Poetica della forma
delicata architettura soprastante. il basamento e la copertura, neppure col vrebbe, nella sua essenza più profonda, deserto si costruisce con la pietra, esem- architettonica nel XIX e XX secolo, Milano: Skira,
“Toccare la terra” a Venezia possiede fatto che tra i due, il basamento è quello essere durevole. In questa circostanza pio di ciò che è pesante, mentre in una 2007, p. 9-12.
2
Jørn Utzon, Platforms and Plateaus: Ideas of a Da-
da sempre un significato particolare. veramente fondamentale. I Cinque Punti si può distinguere tra la monumentalità foresta dal clima temperato si costruisce nish Architect, “Zodiac” 10 (1962), p. 113-123.
6-9 Quale è, secondo lei, il contributo di della Nuova Architettura di Le Corbusier dell’architettura, così come è acutamen- con il legno, esempio di ciò che è legge- 3
Cfr., Le Corbusier, Buenos Aires puede convertirse
Jørn Utzon en una de las ciudades más dignas del mundo, in
Schizzi dal saggio Platforms and Plateaus:
Carlo Scarpa alla cultura tettonica in re- del 1926 possono essere visti, in questo te espressa dal termine tedesco denk- ro. Da ciò segue un vernacolare basato Precisiones: respecto a un estado actual de la arqui-
Ideas of a Danish Architect, “Zodiac” 10 lazione a questo suo singolare modo di contesto, come un tentativo di invertire mal che etimologicamente lega il pensie- sulla compressione in contrapposizione tectura y el urbanismo, Barcelona: Apóstrofe, 1999.
4
(1962): 113-123 Cfr., Luis Moreno Mansilla, Ronchamp, excava-
Si ringrazia Jan Utzon per aver autorizzato la
toccare insieme la terra e l’acqua? questa antica opposizione, smaterializ- ro al tempo, e la relativa impermanenza ad un vernacolare basato sulla tensione. da. En el sueño de la Sainte Baume, “Circo” n. 5,
pubblicazione delle immagini zando entrambi i termini; in primo luogo, del di per sé rinnovabile vernacolare, E mentre queste forze quasi sempre 1993, p. 1-11.

12 13
1

Volando fra mappa e territorio


Note sul lavoro di Alex MacLean

Andrea Volpe

In ‘Del rigore della Scienza’ Jorge Luis Alex MacLean è un fotografo america-
Borges e Adolfo Bioy Casares immagi- no, architetto per formazione, da anni
nano un Impero dove “l’Arte della Car- impegnato a documentare con la sua
tografia raggiunse tale Perfezione che la macchina fotografica la bellezza, la tra-
mappa d’una sola Provincia occupava sformazione ed il consumo del paesaggio
tutta una Città, e a mappa dell’Impero degli Stati Uniti d’America in un continuo
tutta una Provincia. Col tempo, codeste esercizio di puro equilibrio (aero)dinami-
Mappe non soddisfecero e i Collegi dei co. Non solo perché Alex è capace di
Cartografi eressero una Mappa dell’Impe- scattare foto e pilotare il suo aereo al me-
ro che eguagliava in grandezza l’Impero e desimo tempo, ma soprattutto perché nel
coincideva puntualmente con esso...” suo lavoro confluiscono in egual misura e
Quasi una profezia di quello che possia- senza alcuna contraddizione fotografia di
mo esperire oggi grazie a Google Earth® paesaggio, analisi dei mali dello sprawl
o ad analoghi sistemi informatici di na- urbano, lettura dei fatti urbani ‘à là Jane
vigazione satellitare. Talmente precisi, Jacobs’ e racconto appassionato dell’in-
accurati e disponibili all’interazione con sostenibilità ecologica del modello di
il pubblico da farci confondere oramai sviluppo urbanistico ed economico ame-
la realtà con la sua rappresentazione. ricano, oramai impostosi a livello globale.
Un confine che Jean Beaudrillard in Aspetti che inevitabilmente finiscono per
‘Simulacro e simulazioni’ dichiara oramai influenzare lo stato di salute del nostro 2
eroso e perduto citando non a caso pianeta, l’esaurimento delle sue risorse, il
quella potente finzione borgesiana per suo progressivo riscaldamento.
poi modificarne il finale a sostegno della Temi che generalmente tendiamo a non
sua tesi. Se nel racconto originale è infatti considerare urgenti per distratta comodità
sancito il predominio della realtà e l’inu- o forse per eccessivo terrore preferendo
tilità di una così fedele rappresentazione inseguire la visione di una Mappa iper-
mediante l’abbandono della Mappa “alle reale fatta di centri commerciali sempre
Inclemenze del Sole e degl’Inverni” dei più mirabolanti, da raggiungere con auto
deserti occidentali dove “rimangono sempre più grandi ed inquinanti, secondo
lacere Rovine [...] abitate da Animali e un percorso pianificato con l’ultimo e più
Mendichi”. Nella versione del sociologo sofisticato GPS. Temi che invece MacLe-
francese è la simulazione della realtà, la an riporta alla nostra attenzione seducen-
Mappa, a sostituirsi definitivamente al doci con l’eleganza delle sue immagini.
reale, ovvero al Territorio. Un’inversione Borgesianamente concepite sulla grande
che porta oramai il simulacro a precede- scala del Territorio e del Luogo. Ovvero su Tutte le foto sono riprodotte per gentile
concessione di Alex MacLean
re l’originale; nel campo dei media come un sistema di relazioni, necessariamente
nel marketing, in economia come in poli- più vasto e complesso di ogni singola 1
Alex MacLean in volo sulla Lunigiana, 2010
tica: “D’ora in poi è la Mappa a precedere area di progetto, declinato dal fotografo foto Andrea Volpe
il Territorio -precessione dei simulacri; in un’inesauribile ricerca di patterns grafici 2
© Alex MacLean
è la Mappa che giustifica il Territorio e e textures che solo quel suo particolare Middlebury, Vermont
se dovessimo raccontare la favola oggi, punto di vista – così simile all’occhio alato La decisione di bruciare i terreni agricoli in
seguito ai controlli sui pesticidi è una pratica
sarebbero del Territorio i brandelli che concepito dall’Alberti quale suo emble- controversa a causa del suo impatto sulla
lentamente marciscono sulla Mappa.” ma- può consentirci di decifrare. qualità dell’aria

14 15
3
© Alex MacLean
Welsh, Lousiana
Prima di seminare il riso si deve inondare il
terreno con una grande quantità d’acqua
che deve essere mantenuta anche dopo la
semina. Questo procedimento richiede una
grande quantita di acqua che finisce per
incidere sui costi. L’allagamento del terreno
può servire anche per la produzione di gas
metano. Un combustibile 23 volte più tossico
del diossido di carbonio
4
© Alex MacLean
Eloy, Arizona
I sistemi di irrigazione a perno centrale hanno
permesso di raddoppiare le superfici irrigate
permettendo di ottimizzare il consumo di
acqua nelle vaste pianure del sud-ovest degli
Stati Uniti
5
© Alex MacLean
Maurepas, Louisiana
Un tempo coperta di cipressi, quest’area
è stata spogliata completamente e mai
ripiantumata. Tutto ciò che resta sono i canali
usati per il trasporto dei tronchi

4 5

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6
© Alex MacLean
Waltham, Massachusetts
Le aree di parcheggio sono pavimentate
con materiale impermeabile che aiuta a
convogliare l’acqua piovana nei canali di
scolo. In grandi parcheggi come questo l’olio
perso dalle auto al pari delle polveri delle
pastiglie dei freni può contaminare l’acqua
7
© Alex MacLean
Chalmette, Louisiana
Insediamenti di case mobili d’emergenza
imitano nella loro disposizione la forma
delle cisterne per il petrolio. Tre anni dopo
l’uragano Katrina, 40.000 roulotte fornite
dal governo venivano ancora usate come
abitazioni in Louisiana
8
© Alex MacLean
Portland, Oregon
Automobili importate principalmente
dall’Asia vengono scaricate a Portland. Per
fronteggiare la competitività dei prodotti
importati i costruttori americani puntano su
auto con minori consumi di carburante

7 8

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9
© Alex MacLean
Eastpoint, Florida
Dal 1999 il fabbisogno di elettricità degli
Stati Uniti è aumentato del 25%, mentre
l’espansione delle linee elettriche nello stesso
periodo è aumentata del 30%
10
© Alex MacLean
Tehachapi Pass, California
Cinquecento turbine allineate sulle colline
di Tehachapi. Pur rappresentando solo il
3% della produzione elettrica, nel 2007 i
generatori eolici sono aumentati del 45%
11
© Alex MacLean
Homestead, Florida
I canali di Turkey Point funzionano come un
enorme radiatore per raffreddare l’acqua
che è servita al raffreddamento del reattore
nucleare dell’omonima centrale. L’acqua
circola lungo 270 chilometri in 40 ore prima
di essere di nuovo usata dal condensatore.
L’evaporazione dell’acqua causa gravi danni
all’ecosistema delle paludi
12
© Alex MacLean
Daggett, California
Costruito nel 1980 insieme ad altri impianti
simili nel deserto del Mojave questa centrale
solare produce elettricità per 500.000 persone

Pagine successive:
13
© Alex MacLean
Signal, Arizona
Una società immobiliare ha progettato una
griglia di strade nel deserto per realizzare una
nuova lottizzazione di 10 ettari di estensione

9
22 23
14
© Alex MacLean
Henderson, Nevada
Henderson è a 24 chilometri da Las Vegas, è
attualmente la seconda città dello stato per
grandezza
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© Alex MacLean
San Luis, Arizona
Quest’area dedicata alle case mobili fa da
contrasto alla città messicana di confine San
Luis Rio Colorado, densamente popolata
16
© Alex MacLean
Signal, Arizona
La traccia di un singolo lotto di terreno
emerge nella griglia di un altro progetto
speculativo in un deserto intatto
17
© Alex MacLean
Congress, Arizona
Un insediamento misto di case mobili ed
edifici occupa 4 chilometri quadrati nel mezzo
del deserto. Il più vicino centro commerciale
si trova a più di sette chilometri. La città più
vicina, Phoenix, dista novanta chilometri

14

15 16 17

24 25
Paolo Zermani

Intorno al Tempio di Cremazione di Parma


Emanuele Ghisi

“L’abbandono racchiude quanto è custodito”. Varcando il cancello di ingresso, il severo Tempio di cremazione
Wieland Freund fronte sembra ammonirci, esigendo il Parma
Il Tempio di Cremazione si scorge da silenzio. La soglia di ingresso al giardino 2006-2009
lontano, affiancato dal più timido Cimitero anticipa il percorso terreno-ultraterreno a
di Valera, alle porte di Parma: silenzioso, cui il corpo è chiamato: la soglia, come Progetto:
Paolo Zermani
il grande edificio, riposa in quel luogo, in insegna Yves Bonnefoy, è anche il luogo con:
quel lembo di città serbato dalla specu- in cui è possibile “accedere alla verità nel Eugenio Tessoni
lazione edilizia e, come un grande altare, proprio rapporto con se stessi: là dove
Collaboratori:
attende che si consumi il Sacrificio. l’essere nasce dal non avere”.2 Nel giar- Roberto Panara
La varietas di riferimenti e di sottili citazioni dino abbiamo di fronte un frammento di
rimane, nel Tempio di Cremazione, celata classicità; ma è una classicità corrotta dal Foto:
da una leggera coltre di nebbia che sale tempo, spogliata, che sembra ignorare le Mauro Davoli
dalla umida terra per avvolgere le cose. regole sintattiche catalogate nei secoli dai
Sono tre gli elementi che lo orientano: trattatisti, per aderire a quel carattere pa-
l’antico cimitero, un asse parallelo alla dano che distingue solo apparentemente
Via Emilia e un filare di gelsi di fronte le architetture claustrali, vincolate a pluri-
all’ingresso. secolari chiese abbaziali, dai più modesti
Il muro che cinge lo spazio cimiteriale, fienili in mattoni delle corti agricole.
diviene recinto; il recinto porticato “abi- Gli alti pilastri, privi di una funzione stati-
tato dai cellari che ospitano le polveri”1 ca, come resti di un tempio in rovina, si
diviene chiostro. fondono all’interno di uno schema che,
In pianta, il grande recinto rettangolare seppure privo del frontone, trae la sua
contiene la sequenza di quadrati che origine dai profili dei fronti antichi dell’ar-
tracciano il percorso giardino-tempio- chitettura sacra, ma allo stesso tempo
giardino, all’interno della quale si legge, tale riferimento è smentito da un nartece
in filigrana, l’ulteriore successione di che preannuncia la Sala del Commiato.
spazi a base quadrata posti a sviluppare La sala, dove i cari del defunto si riu-
la struttura planimetrica del Tempio: la niscono per porgere l’estremo saluto,
Sala del Commiato per l’accoglienza raffigura, nella sua pura iconoclasticità,
dei parenti del defunto è connessa alla l’ultimo passaggio, il luogo ultimo, della
Sala della cremazione tramite il sacello, vita terrena di un uomo.
fulcro minore tra le due grandi sale, e Riunite, le gravi colonne avvolgono il
cuore di luce dell’intero progetto. perimetro murario della sala frastaglian-
Se il Tempio può essere letto come corpo dolo di luce e ombra. 1
sezionato sui due lati, la dimensione del Paolo Zermani, come nelle chiese pe- Scorcio della facciata verso il giardino
quadrato - ottenuta dal rapporto con lo rugine di S. Giovanni e S. Sisto e nella Pagine successive:
spazio quadrangolare esterno dei due chiesa di Gioia Tauro, insiste nel ripro- 2
Il Tempio nel paesaggio di Valera
giardini e del chiostro, a sua volta, relazio- porre l’aula cinta da colonne libere - 3
nato con l’antico cimitero e con il paesag- tratto distintivo della sua ricerca - dive- Planimetria
4
gio agricolo di Valera - è divenuta Misura nuta modello per una rilettura interpre- Pianta del piano terra e sezioni trasversali
del progetto e ha indicato, con precisio- tativa dello spazio interno come luogo 5
La Stanza della Luce
ne, il momento in cui il corpo dell’edificio in cui luce e ombra si contrappongono 6
avrebbe dovuto essere tagliato. per divenire guida di un percorso. Scorcio della Sala del Commiato

26
Opposto all’ingresso, il sacello, è conte-
nitore di luce: qui l’architetto sottolinea,
in uno spazio a pianta centrale, l’asse
costituito tra il portale di ingresso e la
lama di luce che congiunge la Sala del
Commiato al sacello, come percorso
processionale compiuto dal defunto
prima della sua incinerazione.
La luce, materiale inconsistente - imma-
teriale - inafferrabile come il Tempo che
scorre, ma allo stesso tempo atempo-
rale, è misura delle cose e dello spazio:
Aut lux hic nata est, aut capta hic libera
regnat.3 Affiancati alle due sale, gli am-
bienti di servizio determinano le due ali,
o le due navate laterali, del Tempio.
Nel quadrato costituito dalla sala op-
posta alla Sala del Commiato, avviene
l’incinerazione.
Dopo la cremazione, le ceneri, disperse
nel Giardino del Ricordo, fanno ritorno
alla Terra attraverso l’Acqua.
E il Tempio, con i due fronti uguali ma
opposti come Giano Bifronte che pre-
siede a tutti gli inizi, diviene soglia della
vita ultraterrena.
Quando il Sacrificio è compiuto, nel rito
di passaggio dal mondo terreno a quello
ultraterreno, l’immagine stessa del Tem-
pio diviene immagine del rito; e i ricordi
“permangono ancora a lungo, come ani-
me, a ricordare, ad attendere, a sperare,
sulla rovina di tutto, a sorreggere senza
tremare - loro, goccioline quasi impalpa-
bili - l’immenso edificio del ricordo”.4

1
P. Zermani, Relazione di progetto.
2
Y. Bonnefoy, Nell’insidia della soglia, Torino 1990.
3
“O la luce è nata in questo posto o, qui imprigionata,
libera regna”, come recita uno dei venti esametri latini
che si trovano scritti sulle pareti del vestibolo rettan-
golare della Cappella Arcivescovile a Ravenna.
4
M. Proust, Dalla parte di Swann, in Alla ricerca del
tempo perduto, vol. I, trad. it. G. Raboni, Milano
1983, p. 58.

3 4

30
Fabrizio Rossi Prodi

San Pellegrino
Fabrizio Rossi Prodi

L’intervento riguarda la sistemazione del quello il suo ruolo fondamentale. La realtà


versante che fiancheggia la nuova linea è che lo scenario contemporaneo vede
dell’alta velocità, posta fra due gallerie e un drammatico salto di scala fra le infra-
a fianco del fiume Santerno. Le geome- strutture e la trama minuta del paesaggio,
trie in larga parte erano già definite dal di fronte al quale la disciplina deve attrez-
progetto infrastrutturale: scavi, fondazio- zare alcuni strumenti, senza cadere nello
ni, opere in cemento, in ferro e strutture snobismo della rinuncia o della facile
di sostegno e di attraversamento perpe- condanna. In fondo si ripete qui il con-
travano una violazione dei naturali declivi fronto fra la globalizzazione che introduce
appenninici che il progetto architettonico grandi azioni dettate da livelli decisionali
ha cercato - tardivamente - di risarcire. anche sopranazionali, da un altrove e da
In linea generale questo progetto attiene altri tempi e l’identità della nostra storia e
al rapporto fra le grandi infrastrutture e della nostra cultura che richiedono una
il paesaggio. È un settore parzialmente testimonianza e un rispetto.
dimenticato dall’architettura, un settore Non manca solo la funzione e la tipologia
completamente lasciato alla cultura nel progetto. L’evidenza del nuovo è
tecnica degli ingegneri, dei geologi, degli dimostrata anche dalla difficoltà di rap-
agronomi o tutt’al più dei progettisti di presentazione del progetto, della realtà o
giardini. Perfino in sede di ricerca teorica del processo in atto: questo è il secondo
o di trasmissione didattica gli architetti tema di riflessione dell’intervento. Delle
da tempo hanno smarrito gli strumenti grandi infrastrutture sovente non siamo
per affrontare queste tematiche, occu- informati, ma nemmeno i tecnici ne co-
pati come sono, dal razionalismo in poi, noscono e ne percepiscono appieno lo
a perfezionare il linguaggio del pavilion- sviluppo e l’estensione. È un paradigma
system o a immaginare parti di città. Ma, della civiltà della rete, che ci consente
occupandosi di questa specie di giardino di vedere solo qualche dettaglio, anche
e dedicandosi a decorarne alcuni angoli molto approfondito, ma mai l’insieme,
residui, la disciplina rischia di dimenti- anche se apparentemente la libertà e le
care le grandi sfide sociali, il confronto potenzialità sono enormi. Infatti, intorno
Mitigazione ambientale del San Pellegrino
con le grandi tecniche e l’impatto che al San Pellegrino, per mesi ho stentato ad Alta Velocità Firenze-Bologna
le ragioni dell’economia riversano sulla impadronirmi di un punto di vista globale 2005-2009
struttura e sull’ordine del territorio. del viadotto e delle gallerie. Prima appa-
Progetto:
Dunque, la prima acquisizione di questo riva il progetto, poi alcuni suoi aggiorna- Fabrizio Rossi Prodi
progetto è che esso viene affrontato menti, poi i singoli settori: quando il ferro, con:
senza la risorsa di uno specifico baga- quando le spalle, quando la viabilità, Simone Abbado
Marco Zucconi
glio disciplinare. quando le strutture di corredo, ecc. Poi
Intanto nella sistemazione del San Pel- appariva quello che era stato approvato Collaboratori:
legrino manca la funzione e manca la dagli organi di controllo, che magari non Emiliano Romagnoli
Nicola Spagni
tipologia (quest’assenza è forse il primo coincideva con l’approfondimento di Paolo Giannelli
tema del progetto) e non si definisce me- progetto. Poi appariva quanto già parzial-
glio il ruolo dell’uomo, se non nella dubbia mente realizzato. E via discorrendo. A un Foto:
Paolo Colaiocco
dimensione dell’esteta contemplatore certo punto mi sono chiesto se occorres- il Casone
di paesaggi. Ma forse non è nemmeno se quasi sviluppare una applicazione del- Fabrizio Rossi Prodi

34 35
4

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la teoria degli scarti fra i vari documenti. dalla vegetazione, a fasciare i grandi og- getazione interverrà a confondere tutto
E il paradosso è che i documenti erano getti di cemento armato per moderarne perché, crescendo, tenderà a ruderizzare
moltissimi e ciascuno rivendicava la sua l’impatto (con il dubbio costante di aver questi interventi frutto di un racconto
autonoma correttezza e omogeneità. realizzato in verità un sistema di fascia- geometrico, vi introdurrà del disordine,
A partire da questa osservazione il pro- ture e quasi di cerotti per curare le ferite tutto sarà progressivamente nascosto.
getto si è sviluppato con una radicale inferte alla natura, come il salto di scala E forse questo potrà essere il segno
semplificazione, non attraverso uno della visione, secondo un’ottica pop distintivo del progetto: quando la natura
strumento sempre più all’avanguardia, poteva lasciare credere). Il linguaggio riprenderà possesso del luogo.
ma più antico di tutti: attraverso un pla- architettonico doveva essere adottato Ecco che è emerso il sesto tema del
stico enorme della valle violata dalla fer- dalla storia delle sistemazioni naturali, progetto: il progetto del tempo, dei
rovia. Insomma la settorializzazione delle certamente non doveva costituire un tempi diversi delle persone che da qui
competenze e degli strumenti di rap- elemento di ulteriore novità: così è stato passeranno sul treno (non più di due se-
presentazione erano state bruscamente scelto il linguaggio dei terrazzamenti, del condi) o a piedi (molti minuti), dei tempi
ridotte all’elementarità antica e pratica resto simile all’andamento assai stra- diversi del rapporto fra artificio e natura,
di un enorme plastico, che finalmente tificato dei banchi di pietra serena che del tempo futuro del progetto tecnico,
riconduceva all’unità il punto di vista. emergono sui fianchi delle montagne del tempo a ritroso del progetto archi-
E rivelava il dramma del confronto fra che segnano queste valli. Nel progetto tettonico di sistemazione ambientale.
infrastrutture e natura, che i vari disegni l’andamento dei muri del terrazzamento Al San Pellegrino, l’opera in gran parte
celavano dietro al loro tecnicismo. segue le curve di livello, ma in certo esisteva già ed occorreva riambientaliz-
Ma guardare non è sufficiente. Di solito modo ne forza lo sviluppo, proprio cer- zarla, lavorando con i pochi gradi di liber-
oltre a guardare gli architetti disegnano cando di ripetere le curve e le linee che tà che una decorazione parietale e una
tante volte l’area-studio, proprio per im- costituiscono la sagoma delle strade sistemazione a verde consentono.
padronirsene mentalmente. Ma qui non ferrate nella campagna. Inoltre uno spi- Così ho pensato a un’interpretazione Op-
era possibile più di tanto, perché troppo rito romantico di contrasto fra forme di- tical, che faccia riflettere sul movimento e
variabili i rilievi, troppo diverse le scale verse e di sfaldamento dell’unità, come sulla visione, sui diversi tempi percettivi
di intervento, troppo confuso il rapporto avviene in alcune composizione aaltiane vissuti nel contesto locale (la strada
fra esistente, autorizzato e desiderabile. di legni per i mobili, ordina i rapporti fra statale, le strade vicinali, il passeggio),
Così come, invece di leggere le carte, la i terrazzamenti, impiegando in questo rispetto a quelli del viaggio sul treno ad
rappresentazione era avvenuta tramite il caso una regola compositiva dedotta da alta velocità. C’è poi una questione di di-
plastico, ugualmente il possesso menta- un dettaglio per ordinare l’insieme, se- stanza, o di misura, l’una legata ai grandi
le del problema - invece che disegnando guendo un’impostazione simile a quella spazi della velocità elevata - spazi anche
la realtà - è maturato toccando i rilievi del dei disegno delle grandi infrastrutture mentali - vissuti in movimento e nei flash
plastico, toccandone il ponte, le gallerie, (di solito dominate da esigenze di det- dal treno, l’altra alla vera e propria distan-
le ferite inferte dall’ingegno dell’uomo. taglio), ma rovesciata, perché la regola za fisica che separa la Statale dai muri
Un toccare e accarezzare, e insieme un veniva assunta dalla natura e soprattutto di sostegno: sono misure diverse, che
guardare, che hanno finalmente rico- dalle ramificazioni degli alberi. generano tempi irriducibili.
stituito l’unità della visione, persa negli Il ribaltamento della strategia generale I segni vanno tracciati con la materia
strumenti tecnici di partenza. con la qualità estratta da un dettaglio del luogo, cavata dalle stratificazioni
Al progetto niente poteva offrire la tecnica che viene posta a governare l’insieme circostanti, le sue giaciture e i significati
compositiva recente: niente il principio di costituisce un’inversione della tecnica possono essere rafforzati con l’impiego
organismo, niente il rapporto con la fun- compositiva tradizionale (e forse viene di una bicromia, con misure variate e
zione, niente il sistema dei percorsi, nien- dedotta dalla tecnica ingegneristica): ombre. Sebbene gli elementi siano dati,
te le composizioni classiche simmetriche anche questo elemento costituisce un la sintassi può essere inedita, protesa
o prospettiche, ma neanche il patrimonio quarto tema di progetto. a evocare immagini di percorrenza, di
di regole compositive razionaliste, niente Per i rivestimenti dei muri si è immaginato vettori, forse di convogli ferroviari, così
ancora la referenzialità degli interventi una conformazione simile ai banchi stra- come dei legami fra punti diversi, a rimar-
o la rappresentazione di qualche valore tificati della pietra serena, con frequenti care l’incombere della civiltà contempo-
architettonico o istituzionale. falde, interruzioni sempre orizzontali, e ranea. Il segno è elementare, proprio per
Così è emerso che la difficoltà fonda- grandi pezzi a lastre. la distanza, la velocità e i tempi con cui
mentale era il rapporto di scala fra l’infi- Tutto l’intervento è - in fondo - un rac- viene visto e interpretato dai diversi viag-
nitamente grande della ferrovia e l’infini- conto sull’invenzione di una falsa natura; giatori. Insomma, la stratificazione dei
Pagine precedenti:
tamente piccolo dei rilievi naturali (terzo questo è il quinto tema del progetto. filari coincide ambiguamente con la rap- 1
tema di progetto) e questa difficoltà do- Del resto tutta l’architettura è una falsa presentazione dei vettori, e le file di pietra Dettaglio del muro nella porzione con maggior
sviluppo altimetrico
veva essere raccontata, sviluppando un natura, una sua imitazione; per questo sono tutte astrattamente orizzontali, 2
lavoro sulla scala dell’intervento: dunque il progetto misura il rapporto fra artificio evitando di seguire le giaciture deformate Planimetria generale dell'intervento
(progetto definitivo)
i grandi oggetti dovevano abbattere la e natura, ne sonda il limite - che nella dei muri o le conformazioni circostanti, 3
loro dimensione articolandosi in misure civiltà contemporanea viene sempre per indicare una misura astratta e altre Vista della linea ferroviaria AV dall’imbocco del
tunnel a Nord
più naturali. Inoltre questi grandi manu- più spesso superato - come una regola distanze, altri sistemi di riferimento. 4
fatti dovevano essere rilegati alla confor- geometrica che progressivamente si Vista del fronte Est del muro
5
mazione della valle. Questi due problemi naturalizza. Nella ricostruzione del vero, Prospetto trasversale del muro di contenimento
dovevano essere mostrati e hanno dato filtra sempre una semplificazione e ge-
6
luogo al sistema di terrazzamenti con fa- neralizzazione astraente che è fattore di Particolare del rivestimento che evidenzia la
sce murate e rivestite di pietra interrotte avanzamento della conoscenza. La ve- tessitura ed i differenti cromatismi delle pietre

38 39
Arrigoni Architetti - Natalini Architetti

Dopopioggia
Fabrizio Arrigoni

“Così come si pensa con cervello e nervi, sull’orlo rivolto verso la città. L’arretra-
braccia e mani, ventre e gambe […] mento dell’edificato rispetto al confine
del pari ciò che si pensa, il contenuto della via e il contenuto sviluppo verticale
dei nostri pensieri, è materiale, fisico, libera lo sguardo in direzione della valle
tangibile, sensibile in tutti i sensi, può sino allo sfondamento della cortina
essere provato, viene provato - molto prospiciente i cancelli di Villa la Selva:
spesso mette a dura prova.” una discontinuità che fissa con forza la
Jean-Luc Nancy soglia di ingresso alla scuola.
Le poids d’une pensée, l’approche, 2010 Il disegno organizza le attività collettive
e gli spazi comuni in prossimità di via
Il sito oggetto di trasformazione è a Scacciapensieri; tale opzione permette
ridosso delle colline del Chianti; uno un utilizzo autonomo dell’aula magna
stretto e allungato pianoro che da un con i relativi servizi, della palestra e del
lato fiancheggia la via di Scacciapensieri locale per l’esposizione e la vendita
e dall’altro degrada verso la campagna dei prodotti della fattoria. L’estesa
alternando terrazzamenti con declivi. terrazza affacciata sui coltivi ospiterà
In fronte il colle della Capriola sul cui le manifestazioni e gli eventi intrec-
sperone si stacca il profilo mistilineo del ciati con la vita pubblica dell’Istituto.
convento dell’Osservanza: un impianto Le aule e i laboratori, distribuiti su tre
quattrocentesco sviluppatosi sull’ori- livelli, occupano il fianco più appartato.
ginario romitorio di Bernardino degli Dall’atrio di ingresso due ampi tagli
Albizzeschi e il cui assetto planimetrico nelle murature inquadrano il chiostro
fu di marca tardo seicentesca. E poi, sul della biblioteca e il paesaggio; una
fondo di un cielo alto, mezza mangiata parete coperta di Ficus pumila accom-
dalle alberature scure ecco la “città più pagna la scala principale, divenendo
nobile a scoprirsi di lontano, compatta e la quinta del lungo banco dei custodi.
disegnata come una stampa”, Siena. Di La regolare successione delle stanze,
questa ampia area è stato richiesto un servite a pettine da corridoi compresi
complessivo riordino a favore dell’Istituto in un vano a doppio volume, modella 1

Agrario Bettino Ricasoli. una distribuzione chiara quanto ra-


La matrice insediativa del nuovo edificio zionale nonché medesime condizioni Concorso per il nuovo
deriva dai caratteri profondi del luogo: di irraggiamento solare per tutti gli Istituto Agrario Bettino Ricasoli
località Scacciapensieri, Siena
orientamento, morfologia del suolo e spazi inerenti le attività didattiche. Una 1° premio
disposizione delle fabbriche esistenti strada interna, illuminata zenitalmente, 2008-2009
hanno consolidato le linee principali di serve sette laboratori speciali anch’essi
Progetto:
giacitura dei nuovi manufatti, secondo rivolti a sud. Le serre e i locali dedicati Fabrizio Arrigoni
gli usi individuati dal programma. I volu- alla lavorazione della vite chiudono la Marco Arrigoni
mi che compongono il plesso scolastico processione delle fabbriche aprendosi Adolfo Natalini
Damiano Dinelli
sono paralleli tra loro e con l’andamento sui vicini terreni agricoli. È dalla gerar- con:
del pendio nella parte mediana del lotto, chia degli interni, dunque, che origina Luca Roti
definendo in tal modo un andamento la facciata principale rivolta verso il Marinella Spagnoli
(progetto del verde), 1
a catasta dell’insieme capace di con- meridione: una linea ininterrotta sca- Massimo Bottega-Studio Techné Veduta del progetto dalla Basilica
tenere l’altezza dei singoli corpi anche vata dalle ombre delle logge che ne (progetto impianti e strutture) dell’Osservanza

40 41
2
Veduta da valle
3
Veduta aerea dell’intervento
4
Planimetria generale piano quota di ingresso 3 4

42 43
proteggono l’esposizione. I trapassi e essere limpida e secca come secca
gli scostamenti reciproci delle masse è la terra sarchiata che l’avvolge e
costruite determinano l’alternarsi di sostiene; una espressività che, al pari
cortili e di giardini; l’allestimento di di ogni buona educazione, è per larga
questi vuoti –riconoscibili per dimen- parte fatta di attenzioni e rinunzie. Se
sione, materiali e presenze vegetali l’esperimento avrà un esito felice potrà
– stabilisce un rapporto serrato con gli capitare di osservare il nuovo edificio
ambienti che li circoscrivono. L’edificio e rivivere ciò che accadde non lontano
sarà realizzato con tecniche e materie da queste contrade a Cesare Brandi:
attinte dalla tradizione; un’opzione “fermarsi e guardare delle cose che
capace di garantire costi contenuti e non cercano di farsi guardare, e non
una sperimentata durata e affidabilità. Il sembra neppure che siano fatte per
laterizio sarà la materia più diffusa con essere guardate: sono filari, sono ci-
inserti in cemento armato, in travertino, pressi, sono prati, sono campi lavorati.
in terra cruda; materie tutte capaci di C’è una ragione in tutto questo, uno
patinarsi, col tempo, come metalli. scopo, un utile. E tu invece li guardi, ti
Compostezza, riserbo e misura se- fermi lì, e quasi a bocca aperta, come
gnano la cadenza, il ritmo quadrato, fosse uno spettacolo meraviglioso.”
di questa architettura che vorrebbe (Addio Toscana, 1971)

4 5

5
La Basilica dell’Osservanza vista dalla terrazza
6
Vista dell’ingresso
7
6 7 Vista del cortile d’acqua

44 45
Antonio Capestro

Rocchetta, un borgo di pietra 1

Antonio Capestro

Nel cuore delle Marche, in provincia di chi naturali e piccoli borghi che, sep-
Ascoli Piceno è arroccato il Borgo di pure presentino risorse, necessitano di
Rocchetta, antico centro rurale nato una rilettura delle proprie potenzialità.
intorno al XIII secolo e ormai abbando- Il Borgo di Rocchetta viene proposto
nato dagli anni ’70. È collocato a cer- come sistema ricettivo diffuso con
niera tra il Parco Nazionale dei Sibillini attività di piccolo commercio tematico
ed il Parco Nazionale del Gran Sasso e e promozione della cultura locale. Pur
collegato alle più importanti arterie di preservando l’immagine del borgo
comunicazione che lo inseriscono in un il progetto ne reinterpreta l’impianto
territorio regionale e nazionale. rifunzionalizzando volumi, percorsi e
Frazione di Acquasanta Terme, Roc- collegamenti verticali e di accesso in
chetta si colloca al centro di un’area maniera da permettere una fruizione
di elevato interesse naturalistico e migliore sia sul piano delle destinazioni
culturale per la sua notevole omoge- d’uso che su quello del superamento
neità geologica e botanica e per gli dei dislivelli attraverso l’abbattimento
innumerevoli borghi che punteggiano il integrale delle barriere architettoniche.
territorio. “Borghi di pietra” per le carat- La sequenza di muri in arenaria, di
teristiche architettoniche che, con un contenimento dei dislivelli, che si
forte carattere di verticalità, si incasto- snodano nel paesaggio disegnandolo,
nano nelle pareti rocciose di arenaria a hanno suggestionato il progetto che
sviluppo orizzontale alcune delle quali reinterpreta questi elementi del luogo.
sono reinterpretate come case-grotte. Il muro diventa abitato quando prende
Questi antri rendono il territorio intorno vita amplificandosi in spazi che conten-
a Rocchetta spugnoso e denso di spazi gono attività, dal percorso benessere,
che, introversi ed estroversi, modellano attuale basamento in arenaria su cui Progetto di Recupero del Borgo di Rocchetta
l’andamento del paesaggio naturale. poggia il Borgo reinterpretato come Comune di Acquasanta Terme
Ascoli Piceno
terrapieno abitato con attività legate 2007
L’obiettivo del progetto di recupero del al benessere, alle grotte abitate con (progetto in corso)
Borgo di Rocchetta e del suo contesto attività di commercio tematico, culturali
Committente:
è stato quello di elaborare un quadro e tempo libero fino al Centro di Forma- Picenum srl
operativo per la promozione del territo- zione, Intervento ex novo ai piedi del
rio che individua un indirizzo di svilup- Colle dell’Icona che, reinterpretando il Progetto:
Antonio Capestro
po tra riqualificazione e reinvenzione tema dei muri di arenaria, diventa muro (coordinatore)
delle sue risorse. abitato organizzato con servizi per la Piero Paoli
Le operazioni di riqualificazione si sono ricerca e la cultura del territorio. Bianca Ballestrero
Cinzia Palumbo
articolate attraverso il recupero del Fulvio De Carolis
Borgo come sistema architettonico
significativo dal punto di vista spaziale Collaboratori:
Nadia Migliorato
e semantico; Riccardo Monducci
Le operazioni di reinvenzione hanno
ripensato un ruolo di eccellenza per Consulenti:
Costanino Berardini
Rocchetta nell’ambito di un circuito di Giovanni Massicci
pregio costituito da un sistema di par- Alessandro Vittorini Orgeas

46 47
5

7 8

48 49
10

Pagine precedenti:
1
Vista attuale del Borgo
2 11 13
Nuovo ingresso al Borgo
3
Pianta piano primo
4
Interno Grotte Benessere
5
Esterno Grotte Benessere
6-7-8
Sezioni

9 - 10
Vedute notturne
11
Interno Residenza
12 - 13
Interni Percorso Benessere
14
Percorso Benessere

50
Maria Grazia Eccheli, Riccardo Campagnola
con Francesco Collotti

Latomia di luce
Carmelo Provenzani

“Fu necessario all’estremità del mare creazione e spunto per la riflessione sul
fare alcun ricettacolo o rifugio nei quali rapporto tra preesistenza e progettazio-
fussero i navigli securi dai venti e dai ne, conservazione e trasformazione.
flutti del mare. E questi luoghi quando Una straordinaria occasione per riqualifi-
congrui fussero formati dalla natura care un luogo centrale alla città per anni
si chiamano porti: quando dall’arte abbandonato e fortemente degradato,
umana, si appellano moli”.1 riportato in auge dalla destinazione alla
pubblica esposizione e alle attività di
Francesco di Giorgio Martini scrisse scambio della vita cittadina.
queste premesse, nel prologo del libro Elementi del progetto sono le architet-
sesto del Trattato di architettura civile ture militari della cinta murata di Livorno
e militare, a proposito dei modi di dise- e i padiglioni dei vecchi macelli che,
gnare e di fondare in acqua. all’interno di essa, si sono stratificati
Livorno reca in sé questa memoria di negli ultimi due secoli.
città d’acqua e di porto racchiusa da una Due sono i livelli su cui si imposta l’inte-
grande corona bastionata che nel tempo ro progetto: la quota della città portuale
ha visto l’addizione difensiva del Forte S. e quella dell’antico spalto delle artiglierie
Pietro e di una serie di ammodernamenti del Forte. L’acqua e la terra.
collaterali, che iniziano con la piccola Le sagome elementari dei macelli della
Venezia e si concludono con l’amplia- quota inferiore, attraversando il muro cur-
mento del Rivellino di San Marco. vilineo, si smaterializzano, diventano sem-
Questa carica evolutiva della città storica plici setti murari, leggeri diaframmi che
appare assente nella città contempora- conducono ai piloni giganti di una sala
nea, incapace di generare uno sviluppo ipostila che accoglie gli spazi museali.
ordinato, quasi priva di una coscienza Sono alti fusti tronco piramidali, coperti
spontanea nell’evolversi e delineata “da da volte quasi sospese, come pedine di
contorni grossi che fondano e legano il un grande gioco nello sciabordio silente Ri-costruzione del Forte San Pietro
corpo con l’ambiente”.2 dell’acqua che scorre, come un fiume Livorno
Tuttavia, la città di oggi resta ancorata a verso il suo mare. 2009
un’immagine proletaria, fatta di quartieri E l’acqua, colta nella sua fluidità, si tra- Progetto:
e di strati popolari; simboli visibili oggi muta in forma, diventa piano orizzontale Maria Grazia Eccheli
ripresi dai fotogrammi di Virzì e rimandi e segna un percorso rievocando imma- Riccardo Campagnola
Francesco Collotti
neorealistici di un’entità ancora tradizio- gini di arsenali mediterranei.
nale “dove fu bella giovinezza col suo Il progetto richiama la lezione di Schin- con:
miele di fanciulle e fame”.3 kel nel Palazzo di Orianda, in Crimea, Luca Barontini
Michelanglo Pivetta
Il progetto di Maria Grazia Eccheli e Riccar- nella cui struttura, scrive l’autore “ho Eleonora Cecconi
do Campagnola pone l’attenzione sulla cit- cercato di conferire allo zoccolo una Alessandro Cossu
tà storica e ha come premessa l’indagine e più grande importanza, significato ed Alessio Bonvini
la conoscenza del sito attraverso lo studio eleganza, cosicché ho realizzato l’inter- Sostenibilità:
analitico della cartografia leopoldina. no come fosse una fresca passeggiata Mauro Boasso
In essa il Forte mediceo appare solcato dentro una grotta”.4 Allo stesso modo
Modello:
da un segno lunato, un muro di conte- lo zoccolo del Forte appare come una Serena Acciai
nimento curvilineo che è pretesto per la sottrazione di materia, un’erosione della Cinzia Argenti 1

52 53
terra, ma anche una fondazione lasciata di uno spazio ora reso alla città, che può
a vista dove l’idea di scavo e di costru- finalmente guardare l’orizzonte marino
zione coincidono secondo una visione dall’alto della terrazza assolata.
dualistica dello spazio. Un progetto, quindi, che non si fonda
Nella penombra di questa latomia, una soltanto sulla conoscenza intellettuale,
flebile luce penetra lo spazio, attraverso ma che si configura come summa di
tagli regolari, come fenditure della terra e sensazioni e percezioni derivate dalla
nel riverbero dell’acqua mettono in sce- terra e dalle sue vibrazioni.
na chiaroscuri teatrali. Una sorta di funzionalismo ideologico nel
Il sistema di volte recupera la quota d’im- quale la memoria e la materia diventano
posta dell’antico terrapieno difensivo e principi e ragione di un nuovo atteggia-
il lungo muro ricurvo, traccia dell’antico mento progettuale.
spalto del bastione, è fiancheggiato
Pagine precedenti:
1
da una promenade che raggiunge la
La rampa, limite dell’antico terrapieno, copertura esterna: un vasto piano, per-
promenade al giardino pensile
fettamente orizzontale, che riequilibra la
Modello: complessità dello spazio sottostante.
2
Il Forte San Pietro e il quartiere “La Venezia”
Una grande lastra, rimando archetipo a 1
Francesco di Giorgio Martini, Trattati di Architet-
3 un massiccio blocco di pietra megalitica, tura, Ingegneria e Arte Militare, a cura di Corrado
La copertura - nuovo giardino mediterraneo Maltese, Ed. Il Polifilo, Milano, 1967
4
diventa così il giardino mediterraneo del- 2
Vasco Pratolini, Il quartiere, Mondadori, Milano, 1970
La sala ipostila e i frammenti dei muri dei la città fatto di alberi, tepore e luce. I pini 3
ibidem
4
vecchi macelli Attualità di Schinkel in K.F. Schinkel, l’architetto
5
marittimi, protesi tra cielo e mare come del Principe 1781-1841, catalogo della mostra, ed.
Geometrie militari braccia verso il Tirreno, rafforzano l’idea Albrizzi-Cluva, Venezia, 1982 5

54
6
Luci - ombre - riflessi d’acqua nella sala ipostila
7
Dettaglio: pilastri di ordine gigante accolgono
le essenze mediterranee 5 6 7

56
Renzo Piano

L’architetto e la terra
Antonio Capestro

Da qualche tempo si stanno registrando che in vari ricorsi storici più volte si è
tendenze in architettura che sembrano riformulata per l’architettura: la tendenza
evolversi in spazi e forme alla ricerca di alla standardizzazione, all’internaziona-
un rapporto più ancestrale e materico lizzazione fino ad arrivare alla globalizza-
con la terra. zione come omologata e incondizionata
Dopo un lungo processo che ci ha assenza di identità e radici.
portato fisicamente e virtualmente al di E il genius loci?
là dei luoghi culturalmente riconosciuti Nelle enormi possibilità offerte dalle nuo-
sembra si avverta il bisogno di ripensare ve tecnologie sociologi, filosofi, urbanisti,
l’architettura saldata ad uno dei principi architetti e la società intera hanno intravi-
che l’uomo da sempre indaga, dal mito sto la possibilità di ribadire la propria sog-
alla filosofia alla scienza. La terra ridiven- gettività in un sistema di relazioni globali,
ta materiale da progettare in architettura in una sorta di Rinascimento del secondo
come “l’insieme delle modifiche e delle millennio. Peccato che si sia smarrito uno
alterazioni introdotte sulla superficie dei termini del binomio e che la sopravvis-
terrestre in vista delle necessità umane” suta globalizzazione abbia rischiato o ri-
come già aveva sostenuto William Mor- schi di portarci al nichilismo dei riferimenti
ris alla fine dell’Ottocento. più essenziali per abitare un luogo.
Quando negli anni Ottanta si paventava Lavorare la terra in architettura ripropo-
1
la necrosi urbana da più parti il dibattito ne il sentimento dello STARE hic et nunc
della ricerca architettonica verteva sulla con la consapevolezza di poter esperire
formulazione di spazi che, tra bisogni il mondo come soggetti consapevoli.
e desideri, avrebbero potuto riproporre Per questo non ci basta più poter fare
una nuova vitalità per la città e l’archi- tutto in ogni luogo e nello stesso modo;
tettura grazie alle opportunità offerte si avverte il desiderio di un valore ag-
dalle tecnologie di comunicazione. Tra giunto al bisogno che è l’esperienza
le innumerevoli chiavi di interpretazione del FARE attraverso lo scambio con le Zentrum Paul Klee
emergeva una in particolare: il net- persone e gli spazi. Bern, Switzerland
work quasi infinito di possibilità offerte 1999-2005
dalle nuove tecnologie aveva bisogno Il “Vulcano buono” di Nola di Renzo Piano Committente:
comunque di punti sensibili radicati e vuole testimoniare semplicemente questo. Maurice E. and Martha Müller Foundation
riconoscibili tanto da permettere che la In un coacervo di infrastrutture, inserito in
Progetto:
globalizzazione fosse una opportunità un contesto pregnante ma depauperato Renzo Piano Building Workshop
imperdibile di trasmissione delle diver- da incursioni speculative emerge dalla in collaborazione con ARB, architetti (Bern)
sità. Ma il fluttuare incondizionato delle terra una architettura che vuole supporta-
Consulenti:
diversità che perdono le coordinate di re alcune attività vitali attraverso il senso di Ove Arup & Partners, B+S Ingenieure AG;
riferimento che le ha generate è un pro- appartenenza al luogo, mediante il richia- Ove Arup & Partners, Luco AG,
cesso che pericolosamente allontana da mo morfologico, e al carattere conviviale Enerconom AG, Bering AG;
Emmer Pfenninger Partner AG; A. Walz;
quel necessario bisogno di sentirsi parte dell’urbanità partenopea. Ludwig & Weiler;
di un luogo perché questo corrisponde Allora la forma dell’agorà centrale diven- Grolimund+Partner AG;
nel tempo e nella cultura a chi fruisce e ta un vuoto progettato per permettere Müller-BBM; Institut de sécurité;
Hügli AG; M. Volkart;
si riconosce in esso. E pericolosamente l’orientamento ma anche per far accade- Schweizerische Hochschule für
ci siamo avvicinati ad una tendenza re l’inatteso e l’imprevisto, per soddisfare Landwirtschaft, F. Vogel; Coande 2

58 59
3

5 6

Pagine precedenti:
1
Visto da Est il Zentrum Paul Klee rivela la sua
forte relazione con il paesaggio collinare
Photo 2005 © Denancé Michel, Paris, France Pagine successve:
2 8
Renzo Piano Modello per il Zentrum Paul Klee
Schizzo per il Zentrum Paul Klee Photo © Rpbw, Renzo Piano Building, Genova
Photo © Rpbw, Renzo Piano Building, Genova 9
Modello per la California Academy Sciences
3 Photo Goldberg Stefano - Publifoto © Rpbw,
Sezione sull’ingresso Renzo Piano Building, Genova
Photo © Rpbw, Renzo Piano Building, Genova 10
4 Renzo Piano
Sezione sulla “collina” settentrionale Schizzo per la copertura della California
(auditorium, cinema) Academy Sciences
Photo © Rpbw, Renzo Piano Building, Genova Photo © Rpbw, Renzo Piano Building, Genova
5 11
Sezione longitudinale delle tre “colline” Vista del tetto giardino
Photo © Rpbw, Renzo Piano Building, Genova Photo 2008 Mc Neal Jon
6 © Rpbw, Renzo Piano Building, Genova
Verso la cima 12
Photo 2005 © Denancé Michel, Paris, France Sezione sulla “Piazza”
7 Photo Goldberg Stefano - Publifoto © Rpbw,
Il Zentrum Paul Klee visto da Ovest Renzo Piano Building, Genova
Le coperture imitano le dolci ondulazioni del 13
paesaggio circostante Dettaglio dei lucernari
Photo 2005 © Denancé Michel, Paris, France 7 Photo © Rpbw, Renzo Piano Building, Genova

60 61
desideri e non solo i bisogni che un centro a sottolineare il riferimento ai principi
commerciale e di servizi può offrire. Tutto ordinatori nei quali i filosofi presocratici
intorno spazi erbosi per eventi, pannelli e individuavano l’archè. Materie antiche
tessuti colorati per il controllo solare, ac- rivisitate in chiave contemporanea da chi
cessi e parcheggi che, nella forma e nella sa che sono risorse finite, preziose che
funzione, coinvolgono quelle barriere bisogna conoscere con una esperienza
infrastrutturali invece che estraniarle. che le rispetti ma anche che le reinventi in
maniera creativa senza banalizzarle in una
Allo stesso modo il “Museo di Paul Klee” cristallizzazione. La sostenibilità di questa
a Berna promuove l’esperienza dello architettura si esprime attraverso terra,
stare e del fare attraverso un rapporto vetro, acqua, specie vegetali che concor-
profondo con la terra modellata come rono a dare forma ad uno spazio di ricerca
sistema di relazioni e di spazi. Complice e di esperienza disponibile a tutti.
una fortunata combinazione di opportuni- California Academy of Sciences
San Francisco, USA
tà: la famiglia Klee che dona le opere d’ar- Non più volumi sospesi come l’aeroporto 2000-2008
te, un generoso finanziamento di Maurice di Osaka e lo stadio di Bari come elogio
Muller e il Cantone di Berna che dona il alla leggerezza. Renzo Piano ritorna Committente:
California Academy of Sciences
terreno. La terra si corruga aprendosi con alla terra che gli permette di mettere in
forme che captano l’interesse verso l’in- atto la poetica del fare come poetica Progetto:
terno dove gli spazi non si distribuiscono del costruire, ripensando una materia Renzo Piano Building Workshopin
in collaborazione con Stantec Architecture
come museo ma come luogo dove l’arte antica attraverso l’ingegno e la creatività (San Francisco)
si fa conoscere e si fa esperire. contemporanea per esplorare una nuova
Concepito come un centro culturale che espressività di questo materiale cesellato Gruppo di progettazione:
M. Carroll, O. de Nooyer
spiega la natura complessa e interdisci- dal luogo e per il luogo ma capace di es- (senior partner and partner in charge)
plinare dell’artista stimola opportunità di sere richiamo anche in un network di re- with S. Ishida (senior partner), B. Terpeluk,
conoscenza interiore personali: la strada lazioni più ampie per l’eccezionalità delle J. McNeal, A. De Flora, F. Elmalipinar,
A. Guernier, D. Hart, T. Kjaer, J. Lee, A.
del museo, come passeggiata che per- ruolo che ricopre come nel caso del mu- Meine-Jansen, A. Ng, D. Piano,
corre le tre colline abitate dalle opere di seo Klee e dell’Academy of Sciences. W. Piotraschke, J. Sylvester;
Klee, si offre come percorso artistico tra La materia terra viene reinterpretata and C. Bruce, L. Burow, C. Cooper,
A. Knapp, Y. Pages, Z. Rockett, V. Tolu,
informazione, conoscenza ed esperienza come elogio alla sostenibilità che ri- A. Walsh;
che si articola attraverso spazi espositivi propone un rinnovato rapporto con I. Corte, S. D’Atri, G. Langasco, M. Ottonello
e per eventi, laboratori didattici e di stu- l’ambiente fondendo materiali antichi (CAD Operators);
F. Cappellini, S. Rossi, A. Malgeri, A. Marazzi
dio, bookshop e caffetteria. a tecnologie attuali: risorsa finita dalle (models)
potenzialità infinite.
La “California Academy of Sciences” Non sembra che queste architetture si Consulenti:
Ove Arup & Partners
declina ricerca ed esperienza con il fine impongano come autocelebrazione della (engineering and sustainability);
di esplorare, spiegare e proteggere il terra come risorsa da transennare. Al di Rutherford & Chekene (civil engineering);
mondo naturale. là dei luoghi comuni sono architetture SWA Group (landscaping);
Rana Creek (living roof);
Di nuovo la terra come materiale da mo- che si assumono la responsabilità di PBS&J (aquarium life support systems);
dellare per trasmettere tutto ciò. reinterpretare il genius loci in maniera Thinc Design, Cinnabar, Visual-Acuity
Renzo Piano la estrude per farla diventare innovativa attraverso una materia, come (exhibits)
architettura, richiama il mare attraverso la terra, che ha ancora molto da comuni- General contractor:
un acquario che collega due livelli quasi care e da dare. Webcor Builders 10

62 63
12 13

64 65
14

“Il Vulcano Buono”


Nola (Naples), Italy
1995-2007

Committente:
Interporto Campano S.p.A.

Progetto:
Renzo Piano Building Workshop
14
Renzo Piano Consulenti:
Schizzo del “Vesuviello”
Photo © Rpbw, Renzo Piano Building, Genova
Favero & Milan; Manens Intertecnica;
15 Austin Italia; G. Amaro; E. Trabella;
Veduta aerea Maire Engineering; Studio Archemi;
Photo 2008 Moreno Maggi G. Amaro; P. Castiglioni;
© Rpbw, Renzo Piano Building, Genova E. Skabar, H. Coumoul

66
Renato Rizzi con Pro.tec.o

La Superstrada Pedemontana Veneta


Andrea Rossetto

Per comprendere questo progetto a fondante non solamente nel risultato


scala paesaggistica legato alla realizza- specifico, ma addirittura nel metodo
zione della Superstrada Pedemontana con cui affronta il problema in questio- Gruppo di Progettazione:
Veneta, è necessario contestualizzare ne. Si tratta infatti di un rovesciamento 1
tale lavoro: troppo spesso infatti, l’atten- culturale molto profondo, poiché il fine Renato Rizzi
Responsabile Della Ricerca
zione dedicata al problema “paesaggio” dell’opera non è più interno a se stessa,
sfuma in maniera superficiale, senza al suo scopo materiale, ma è un fine Roberto Rossetto
colpire l’essenza del problema e mo- theologico, universale, in cui l’opera è il Roberto Giacomo Davanzo
strando invece i limiti della disciplina. Il “mezzo per raggiungere lo scopo finale Andrea Rossetto
progetto in questione nasce in un’occa- da sempre contenuto nell’inizio”.1 Per Alessandro Andreolli
sione in cui due vie solitamente distinte tentare di raggiungere questi presup-
Walter Pavanello
si incrociano, unendo professione e posti, è necessario prima di tutto avere Alessia Lorenzoni
ricerca. Si tratta quindi di un progetto consapevolezza del proprio sguardo, ed Andrea Gabatel
di ricerca, la cui occasione è però uno avere la capacità di rivolgerlo verso l’ori- Laura Stroszeck
Emiliano Granzotto
Studio di Impatto Ambientale connesso gine, in modo tale che il proprio sia una Andrea Pennisi
con le approvazioni ministeriali neces- agire autentico verso l’opera e la discipli- Kuno Mayr
sarie, secondo la pratica professionale, na stessa capace di rivelare l’identità del Sergio Pauletto
alla concessione della realizzazione di luogo e dell’opera. Il metodo, allora, ap- Daniel Tiozzo
un opera in project-financing. Ciò per pare fondante perché si dedica a rappre- Emiliano Forcelli
sottolineare la forza che questo progetto sentare nell’ambito estetico, a portare in Petra Scorzato
Alessandro Bonadio
ha nello scardinare le normali categorie figura, le qualità proprie del paesaggio, Alessia Levorato
di indagine con cui si tenta di occuparsi in maniera tale che sia questo stesso Lorenzo Sivieri
del problema paesaggio. D’altronde la “metodo” a condurre al di là. E non è Marcello Orlandini
Andrea Galanti
stessa definizione di Impatto Ambien- forse quello estetico l’ambito al quale si Elisabetta Biffis
tale presuppone l’idea che l’opera da dovrebbero rivolgere gli architetti nella Caterina Pregazzi
realizzare produrrà un qualche danno pratica della propria disciplina? Chiara Zambello
Matteo Silverio
all’ambiente, danno da ridurre il più “Il principio di responsabilità - enunciato Zeljama Vidovic
possibile con interventi di “mitigazione”, da Jonas negli anni novanta - colloca gli Marina Giarratano
come cerotti da applicare a posteriori. architetti in prima fila, come principali Olivia Carli
Carla Rossetto
Eppure, nella disciplina architettonica, agenti progettuali della trasformazione Valentina Cendron
l’idea di progetto è molto differente. Il della crosta terrestre, tra i responsabili di Bin Camilla
progetto è sempre un’azione di gettare un insensato conflitto tra l’uomo ed il suo Crucil Elisabetta
Cudicio Alessia
avanti a sé qualcosa che traini tutto il fare ambiente nel ruolo di braccio secolare di Mozzato Andrea
alla realizzazione di quell’idea. Il progetto un potere politico accecato dal primato Perbellini Umberto
dovrebbe essere un atto fondativo, che di un punto di vista economico rispetto Rizzato Elisabetta
Zaia Andrea
contiene in sé la la storia passata e il tem- ad ogni altro. L’auspicato avvento di
po futuro come previsione complessiva una geo-architettura ha, nel progetto Fotografie:
di tale atto. Cosa impossibile quando per la Pedemontana Veneta, un primo Pietro Savorelli
Umberto Ferro
manca una visione unitaria dell’opera e importante momento di affermazione
del fare progettuale, scindendo invece i di uno dei settori più delicati e signifi- Consulente Idrogeologico:
tempi in cui si concepisce l’opera e solo cativi per la strategia di “rigenerazione Giovanni Abrami
dopo la si inserisce nel paesaggio. del paesaggio”; strategia culturale che Consulente Ambientale:
Ecco allora che questo progetto si rivela potrebbe ridare un valore etico preciso Andrea Allibardi 2

68 69
3 4 5 7 8 9

6 10

Pagine precedenti: all’azione degli architetti italiani”.2 Por- appunto, il paesaggio esterno a noi. Sono norme tecniche, ma che sia una vera e della difesa della terra. Se infatti è vero 9
1 I tracciati autostradali esistenti ed il tracciato
L’orizzonte geografico minimo di riferimento:
toghesi, in questo stralcio richiama tre in gioco, quindi, categorie ben più ampie propria occasione per potersi confrontare che la responsabilità degli architetti è della nuova superstrada in relazione con le
l’Italia nord-orientale nella triangolazione concetti fondamentali: geo-architettura di quelle che possono essere contenute con una realtà di polverizzazione formale enorme, dato il loro ruolo di “agenti pro- principali valli: Valdastico, Valsugana, Val
Milano-Ancona-Lubiana Feltrina
2
(un problema di scala), rigenerazione del nel semplice ambito eco-ambientale. disseminata sul territorio da 50 anni di gettuali”, c’è allora da chiedersi come 10
L’unità minima di paesaggio definita dalla paesaggio (problema culturale), valore Proprio per questo motivo lo sguardo crescita delle nostre città, quantomeno poter rispondere a tale responsabilità. L’inversione del paesaggio: l’immagine,
scala della Pedemontana in relazione con le immagini 2, 6 e 11, fa
etico (problema disciplinare). si predispone a cinque diversi livelli ten- nel tentativo di restituirne le qualità intrin- Anche dato che oramai stiamo parlando emergere la grande figura dei bacini di
3 Per affrontare un problema di scala - ge- tando di riconoscere le figure originarie seche. Dal dopoguerra, infatti, la pianura di ground-building, di “trasformazione” bonifica ed il reticolo delle acque pensili.
Theatrum Adriae: il modello rappresenta per Tutto il territorio compreso nella cornucopia
intero l’anfiteatro delle prealpi venete, che con
oarchitettura - occorre avere una visione appartenenti a quel determinato luogo. veneta si è trasformata ad un ritmo e una dell’intera crosta terrestre. Una risposta, arcuata è in realtà territorio che viene
la pupilla di Venezia volge necessariamente lo la cui ampiezza sia adeguata alla scala, in E da ognuno di questi 5 ambiti (sguardo scala inaspettate, perdendo inesorabil- più che citata, è il celebre motto di Do- mantenuto in vita grazie alla tecnica.
sguardo ad oriente Solamente il sistema di bacini ed idrovore,
4
questo caso si diceva all’inizio, paesag- Theorico, Archeologico, Zenitale, Ver- mente l’identità che si era formata nei stojevski, “La bellezza salverà il mondo”. infatti, permette il controllo millimetrico delle
Vista di trequarti da sud est: in primo piano la gistica. Ma cosa intendiamo come pae- ticale, Interiore) emergono figure che si secoli. Ma proprio al mito virgiliano della Ecco quindi che il tentativo di questa acque e quindi la sopravvivenza del territorio
laguna veneta, sullo sfondo le alpi stesso
5
saggio? Ci appelliamo all’idea romantica pongono come archetipi per il progetto, bugonia, ovvero della rigenerazione da ricerca è proprio quello di rappresen-
Vista di trequarti da est. Ai piedi delle montagne del sublime, o lo guardiamo con l’occhio proprio perché ogni figura viene restituita- cadavere, ci si rivolge per capovolgere tare, nuovamente, il fascino stesso del Pagina successiva:
il sito per il tracciato della superstrada 11
6
freddo ed analitico della scienza moder- rappresentata sul piano estetico. il rapporto tra soggetto ed oggetto: paesaggio, affinché le sue proprie forme Il progetto: la grande figura della scena
Il paesaggio delle risorgive: l’immagine deriva na? Partiamo allora da una definizione di La rigenerazione del paesaggio necessita un’opera a scala paesaggistica, come possano lasciarsi contemplare e vivere paesaggistica pedemontana si relaziona con
da una iconografia del XV sec. conservata i due grandi paesaggi che la comprendono, a
presso l’archivio di stato di Venezia
paesaggio dello stesso Renato Rizzi: “Il dell’inversione tra soggetto ed oggetto. la Pedemontana Veneta, è l’occasione nuovamente. nord con il paesaggio delle montagne, a sud
7 paesaggio è il riflesso esterno del nostro Ovvero, il rovesciamento culturale ope- per riordinare e disvelare le qualità di un con il paesaggio delle risorgive e dei bacini
Idrografia principale: Adige, Astico, Bacchiglione, di bonifica
Brenta, Musone, Sile, Piave, Livenza
mondo interno”. Ovvero, quando contem- rato nell’impostazione di questo lavoro, luogo, anziché necessariamente un qual- 1
R. Rizzi, La Pedemontana Veneta. Il divino del 12
8 pliamo finalmente un paesaggio siamo fa si che la strada non sia più da con- cosa di peggiorativo. paesaggio: economia della forma, Marsilio Editori, Vista di trequarti da sud: la figura di progetto
Sistema dei principali tracciati stradali romani, Venezia, 2007 appare come la naturale scena che nasce ai
in relazione con le valli di valico a nord:
in contatto con l’anima universale che ci siderarsi come opera fine a se stessa, Il problema etico è un problema estetico. 2
P. Portoghesi, La Superstrada Pedemontana piedi delle montagne e su cui le montagne
Vallagarina, Val Feltrina, Valle del Tagliamento permette di riconoscere l’identità tra noi e, come semplice infrastruttura ordinata da E qui ci confrontiamo con il grande tema Veneta, in R. Rizzi, Op. cit. stesse si rappresentano

70 71
11

12

72
Pagina precedente:
13
Ambito paesaggistico di Marostica e Bassano: si
evidenzia come ogni modello, ad ogni passaggio
di scala sia una realtà di per se stessa, che declina
ed approfondisce i principi figurativi di tutte le
scale precedenti, anticipando e annunciando
contemporaneamente le scale successive.
Qui, con chiarezza emergono le figure a
ventaglio, connessione tra tracciato stradale e
centri storici; il tessuto della scena si articola

14
Il sistema delle gerarchie. Prima gerarchia
paesaggistica: la configurazione generale
dell’ambito progettuale (1). Seconda gerarchia:
l’ambito di Thiene (2); Bassano Marostica
(3); Montebelluna (4). Terza gerarchia: da
ciascuna figura-sfondo (2,3,4) emerge la
figura a ventaglio originata dalle valli principali,
Valdastico (5) Valsugana (6) Val Feltrino (7).
Quarta gerarchia: evidenti altre figure, derivanti
dall’ordine precedente, relative a: Thiene (8),
Bassano (9), Montebelluna (10)
15
Vista di trequarti da est: L’immagine mette in
evidenza l’importanza delle relazioni gerarchiche.
Il tracciato della Pedemontana è contenuto
dal bordo inferiore della grande scena (prima
gerarchia), e trattenuto, quasi appeso alle
affusolate figure a ventaglio della terza gerarchia,
e delle figure derivate della quarta
16
Il caso-esempio di Marostica. La figura a
ventaglio che relaziona il tracciato autostradale
con il centro storico ha la potenzialità per
contenere 10 volte l’area produttiva-industriale
di Marostica, relazionandosi tuttavia con
il paesaggio, a differenza dell’attuale area
industriale cresciuta con il principio della
dissoluzione formale degli ultimi 50 anni.
L’immagine evidenzia il rapporto tra città
murata, crinale e nuova figura paesaggistica
17
Come l’immagine precedente, con evidenziato
il sistema strutturale inferiore impostato per le
attività produttive e di servizio
18
La figura di collegamento tra Marostica ed
il tracciato della Pedemontana si evidenzia,
innalzandosi rispetto al piano di campagna,
mentre l’immagine della texture della scena
paesaggistica per ora affiora appena
19
Vista di tre quarti da sud, terza gerarchia.
L’immagine, letta in relazione all’immagine 20,
evidenzia ancora una volta il tema delle scale
e delle gerarchie
20
Vista di tre quarti da sud, quarta gerarchia 14 16 17 18

8 15 19 11 20

74 75
Enrico Molteni Andrea Liverani

o p
Casa unifamiliare a Barlassina, Milano
era
rima
I giovani committenti si presentano con
la lista delle loro necessità: una casa su
di un solo livello, un programma degli
spazi, muri in mattoni e tetto a falde per
un costo massimo di 600 milioni di lire,
inoltre è tassativo mantenere tutti gli
alberi esistenti del giardino!
A partire da lì, il disegno si organizza
secondo questi principi: articolare gli
spazi esterni per mezzo dei corpi co-
struiti in rapporto agli alberi, caratteriz-
zare la casa per mezzo di un solo mate-
riale (il mattone appunto), organizzare i
volumi in due corpi distinti ma identici
e separarli dall’autorimessa.
La forma della casa è molto semplice,
per certi versi archetipica, intesa come
una costruzione unitaria. Due quadrati
1
uguali di nove metri di lato, in seguito
deformati, danno origine alla pianta com-
posta da rombi ruotati tra loro, attaccati
sulla diagonale. Le inclinazioni lavorano
sia in pianta che in sezione, nello spazio.
L’autorimessa è separata dalla casa
e integrata al muro di cinta, limita lo
spazio del cortile di ingresso, a forma
di <<U>> chiusa. Casa ST
I due rombi generano un secondo cortile, Barlassina, Milano
quadrato, rivolto verso due grandi cedri. 2000-2004
I muri e la copertura sono rivestiti in Progetto:
listelli di laterizio color rosso massimo, Enrico Molteni
posati a colla con giunto minimo. Il Andrea Liverani
canale e le scossaline in inox lucido Collaboratori:
sono integrati a filo del rivestimento. Paolo Toresani
Due grandi bay-window angolari si in- Francesca Violi
Giulia Guidazzi
castrano nel volume della casa.
I pavimenti sono in massello di rovere, Strutture:
pareti e controsoffitto rasati a gesso: la MSC associati, Milano
luminosità è morbida, l’interno discreto Impresa:
e omogeneo, contrasta con un esterno Locatelli & Ragazzo spa,
monomaterico e monolitico. Barucana di Seveso (MI) 1
Vista notturna
Foto: 2
Federico Brunetti, 2004 Piante piano terra e coperture 2

76 77
3

3
Vista dell’interno con il bay-window
4
Cortile d’ingresso

Pagine successive:
5
Ingresso
6
Il patio 5

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6

80 81
viano la cinepresa, quella che inquadra- aver fissato la relazione tra la formatività
no è la terra, la terra in cui viviamo e sulla dei movimenti di macchina e l’indetermi-
quale, normalmente, poggia la cinepre- natezza di un luogo selvaggio:
sa, per lo più fissata su un treppiede. Fa Vedete, la macchina da presa si muove
eccezione un film di Michael Snow che per 360 gradi pieni intorno ad un punto
si chiama La Région Centrale. Girato invisibile, non solo orizzontalmente ma
nel 1971 sul massiccio del Chicoutimi in ogni direzione e su ogni piano di una
sfera. Non solo si muove lungo orbite
e spirali predeterminate, ma ruota, gira
e rotea di per sé. In questo modo si
re: le radiazioni, che hanno inquinato il creano dei cerchi nei cerchi, dei cicli
pianeta, provocano il risveglio dei morti nei cicli. Infine non c’è gravità. Il film è
che invadono la terra. Il film è una delle una striscia cosmica.9
versioni cinematografiche del romanzo Forse è per questo che fin dalla prima
L’inquadratura del globo di Richard Matheson I Am Legend.5 Il volta in cui ho visto La Région centrale
testo di Matheson aveva in precedenza di Snow ho subito pensato, senza ca-
Antonio Costa ispirato La notte dei morti viventi,6 di pire bene perché, a 2001: Odissea nello
George A. Romero, sotterraneamente, (Québec, Canada), il film, della durata di spazio,10 alla sequenza del monolite,
è il caso di dire, perché per carenze di tre ore circa, è costituito da una serie di all’introduzione nel magmatico scenario
budget non fu possibile esplicitare la riprese ottenute programmando un mo- preistorico della forma geometrica del
Siamo nello spazio, a bordo dell’astrona- del mondo distinta dal cielo e dal mare”. proletariato urbano) e sui produttori fonte e pagare i diritti. Lo sguardo del vimento continuo di una cinepresa col- parallelopipedo: l’artefatto incontra la
ve Axiom. Qui è appena arrivato il piccolo Essa suona come una sintesi un po’ (i contadini). Le connotazioni bibliche fuori sul pianeta Terra compare fin dalle locata su un braccio mobile assicurato a natura ed ha inizio la storia dell’umanità.
robot Wall-E, proveniente dal pianeta impersonale dei versetti della Genesi (I, della definizione del computer di Wall-E origini del cinema, nel celebre Voyage un treppiede. Questo complesso dispo-
Terra, da tempo abbandonato dagli uo- 9-10): Poi Dio disse: le acque che sono accompagnate dall’immagine della terra dans la Lune (1902) di Georges Méliès. sitivo consente, Tutte queste terre
mini e diventato un immenso deposito di sotto il cielo siano raccolte in un unico arata e inseminata di Conner in Wheat Sul suolo lunare, al calar della notte, gli mediante una Quando diciamo che la cinepresa inqua-
rifiuti tossici: sta seguendo una sonda, di luogo, e appaia l’asciutto. E così fu./E definiscono i termini di quella che non è infreddoliti astronauti di Méliès vedono la programmazio- dra la terra, dobbiamo sempre chiederci
ritorno da una missione sul pianeta per Dio chiamò l’asciutto “terra”, e chiamò la solo una favoletta ecologica. Terra sorgere all’orizzonte e dominare il ne basata su im- in quale accezione usiamo la parola. Per
verificare l’esistenza di tracce di vita, del- raccolta delle acque “mari”. L’immagine firmamento. È il “chiaro di Terra” che illu- pulsi sonori, i più ognuna di queste accezioni, che nor-
la quale si è perdutamente innamorato.1 della terra arata di Griffith fa pensare Sicut in caelo et in terra mina le fredde notti lunari. Si tratta però diversi e compli- malmente in inglese sono designate con
però al versetto successivo (I, 11): Poi Le storie che i film raccontano si svol- di una versione in chiave carnevalesca cati movimenti distinte parole (Earth, Ground, Land,
Dio disse: Faccia la terra germogliare la gono abitualmente sulla Terra. Se si delle suggestioni spaziali tratte da Verne della cinepresa Soil, Dirt), dobbiamo fare mente locale:
verdura, le erbe che facciano seme e gli svolgono in cielo o nello spazio stellare e da H.G. Wells; e in tutti i casi il “chiaro attorno ai suoi e stabilire, per esempio, qual è il genere
alberi da frutto che portino sulla terra un è perché qualcuno questa terra la ha di Terra” va collocato nella tradizione ico- assi. Ha dichia- implicato. Se stabiliamo come prima
frutto contenente il proprio seme, ciascu- lasciata, per sempre o provvisoriamente, nografica del mondo alla rovescia, come rato Snow, nel progetto sottoposto al pertinenza Terra intesa come pianeta,
no secondo la propria specie. E così fu. per un viaggio interplanetario. O, in certi del resto tutta l’allegra fantascienza di Canadian Film Development Corporation ci riferiremo immediatamente alla fan-
Nell’ordine del discorso determinato dal casi, perché di questa terra si sta occu- Georges Méliès. nel marzo del 1969 (due anni prima della tascienza, ai documentari scientifici e,
flusso di parole e immagini, la sequenza realizzazione e qualche mese prima del da ultimo, ai film catastrofici, ecologisti,
suggerisce un accostamento tra la Terra primo sbarco sulla luna): naturisti. Per ognuno di questi generi
della cosmogonia e la terra inseminata e Il film diventerà così il documento di e per ognuna di queste accezioni sarà
Wall-E stringe la mano del comandan- feconda. Ma l’immagine più forte è quella un luogo selvaggio. Alla fine l’effetto interessante definire l’iconografia corri-
te, nella quale resta però un grumo di arcaica del film di Griffith. Un’immagine del movimento così meccanizzato spondente, elaborare una sorta di atlan-
terriccio. Preoccupato, il capitano lo fa non priva di connotazioni oleografiche: sarà simile a come io immagino il te che risponda alle domande: da dove
analizzare dalle sofisticate apparecchia- Griffith si era esplicitamente ispirato a primo rigoroso tentativo di filmare sulla vengono le immagini della terra, qual è il
ture di bordo che sentenziano: “agente certa pittura ottocentesca, in particolare superficie lunare. E sembrerà proprio loro statuto, quale la loro funzione?
contaminante”. E precisano “La so- a François Millet, un pittore che del resto il ricordo dell’ultimo angolo selvaggio La terra nell’accezione di mondo, globo
stanza è un sistema trifase composto di aveva immerso i suoi contadini in un’aura della terra, un film da portare nello è ben rappresentata dal genere docu-
varie combinazioni di solidi naturalmente per molti aspetti cosmica. Ma quanto di pando. Come nel “Prologo in cielo”, con spazio a testimonianza di come era un mentaristico con il quale iniziò la storia
derivati. Viene comunemente chiamato arcadico c’è in questa immagine carica il quale si apre Faust (1926) di Murnau: Questa è la terra tempo la natura.8 del cinema, grazie agli operatori Lumiè-
terreno [soil], terriccio [dirt], terra [earth]”. di risonanze cosmiche non è una con- una scena in cui l’opposizione tra cielo e Questo è l’inizio di una celebre conferenza Vedendo La Région Centrale è difficile re. Lo sviluppo dei trasporti e dei traffici
Il comandante chiede allora la definizione cessione a certo pittorialismo del cinema terra diventa il conflitto tra luce e tenebra, tenuta da David Foster Wallace al Kenyon non trovare esatte corrispondenze tra le commerciali, l’espansione coloniale e le
di terra (Define Earth). Sullo schermo del primitivo perché serve a stabilire una ten- tra l’angelo celeste e l’angelo del male. College, l’anno prima della sua morte: varie riprese realizzate e la più svariate guerre ad essa connesse, le Esposizioni
computer compare un fotogramma di un sione dialiettica con le immagini della cit- E subito dopo vediamo le ali di tenebra There are these two young fish accezioni della parola terra: da quella Universali: tutto questo dava grande
vecchio film muto di Griffith del perio- tà in cui le speculazioni finanziarie (corner dell’angelo del male che incombono swimming along and they happen to cosmica, basata sulla dualità tra cielo e concretezza all’espressione “giro del
do Biograph, in wheat, come sinistre sulla terra. Lo sguardo del fuori, meet an older fish swimming the other terra, a quella propriamente geografica mondo”, che acquistava un nuovo ri-
in cui si vede dice il titolo, l’in- dell’altro da sé: è allora che la terra ap- way, who nods at them and says, o più esattamente geologica. Sono i mo- lievo dal momento che il cinema era in
un contadino cetta del gra- pare inerme, senza possibilità di difesa. “Morning, boys. How’s the water?” And vimenti di macchina che, con la loro ge- grado di riprodurlo, documentarlo. Quali
che semina no) producono Si pensi a La guerra dei mondi3 nel quale the two young fish swim on for a bit, ometrica regolarità, fissano quanto cade esempi della grande fortuna di questo
il grano sulla l’artificioso au- le navicelle spaziali a forma di manta and then eventually one of them looks sotto lo sguardo della cinepresa, come in tema nella documentazione cinemato-
terra appena mento dei prezzi sono dotate di una protesi mobilissima over at the other and goes, “What the una sorta di proiezione cartografica. Ora grafica, si possono citare: a) Dal Polo
arata.2 E que- del pane che si che ha alla sua estremità una sorta di hell is water?”7 sembra che lo sguardo della cinepresa all’Equatore di Luca Comerio, pioniere
sta è la defini- abbatte come occhio che uccide. Ma in 1975: occhi Come i pesciolini di Wallace che non sia quello di un astronomo di un altro pia- del cinema documentario italiano, visto
zione di terra: una sciagura sui bianchi sul pianeta Terra,4 il pericolo sanno di vivere nell’acqua, i cineasti neta, ora di un geologo, ora di un pittore attraverso il restauro interpretativo di
“la superficie consumatori (il viene dalla terra stessa, dalla sue visce- sembrano non sapere che quando av- materico. L’intuizione di Snow è quello di Yervant Gianikian e Angela Ricci Luc-

82 83
chi;11 b) la documentazione fotografica problemi dell’agricoltura negli USA alla permanente Esposizione Universale.16 la citazione mallarméana la forma domi- raggiunge il suo climax nella ripetizione
e cinematografica denominata “Les vigilia dell’entrata in guerra, con sequen- L’architettura e più in generale ogni ar- nante dell’artefatto). Macchina-cinema ossessiva di tutti i punti cardinali (da
Archives de la Planète” promossa dal ze di grande impatto sulla coltivazione tefatto comportano sempre un lavoro di e machine à habiter si “attivano” a vi- nord a nord est; da nord est a nord
banchiere e filantropo Albert Kahn;12 del cotone nel Sud, sulle migrazioni risemantizzazione del territorio sul qua- cenda: l’una mette in funzione l’altra, in ovest, da sud est a sud ovest e così via)
c) Le avventure straordinarissime di della popolazione contadina e sui pro- le interviene poi la “definizione” (nelle un gioco di “relais” tra cadrages filmici seguiti sempre dalle stesse parole, che
Saturnino Farandola (Ambrosio, 1914), blemi della miseria e dell’arretratezza. varie accezioni che ho sopra illustrato) e récadrages architettonici, plongées e definiscono i materiali di cui l’opera è
versione cinematografica, realizzata in Il film egiziano La terra (Al-ard, 1969) di operata dalla cinepresa. Vorrei fare contre-plongées reali e virtuali dai bordi fatta: mud, salt crystals, rocks, water.
Italia dall’attore e regista Marcel Fabre, Youssef Chahine (Yûsuf Shahin) fu pre- due esempi: Les mystères du château della(del) piscinéma (così una didascalia
di un parodia dei Voyages extraordinai- sentato al Festival di Cannes e rivelò al du dé (1929) di Man Ray e Spiral Jetty “commenta” un effetto di inversione del
res di Jules Verne scritta dal romanziere mondo intero il cinema egiziano. La terra (1970) di Robert Smithson. movimento che d’un balzo rimette un 1
Wall-E (2008) di Andrew Stanton.
e illustratore Albert Robida.13 (2006) di Sergio Rubini è incentrato sul Les mystères du château du dé è un film tuffatore nella posizione di partenza sul 2
A Corner in Wheat (1909) di David W. Griffith
3
The War of the Worlds (1953) di Byron Haskin.
La terra nell’accezione di terreno colti- problema della vendita di un podere in Inquadrature di inquadrature realizzato da Man Ray su commissione trampolino).18 Lo Spiral Jetty (1969-70) 4
The Omega Man (1971) di Boris Sagal.
vato, reso fertile, posseduto, abitato da una famiglia pugliese composta di quat- Inquadrare significa, dunque, definire, del visconte Charles de Noailles che gli di Robert Smithson è probabilmente la 5
Richard Matheson, Io sono leggenda, Fanucci,
Roma 2010 (precedentemente lo stesso editore
contadini è pro- in tutte le pos- aveva chiesto un documentario sulla aveva pubblicato il romanzo con il titolo I vampiri).
babilmente il ter- sibili accezioni propria villa, progettata dall’architetto 6
The Night of the Living Dead (1968). George A.
Romero. Romero è tornato recente sul tema con La
mine che ricorre del termine. Bob Mallet-Stevens. Si tratta quindi di terra dei morti viventi (George A. Romero’s Land of
con maggior fre- Quella etimo- un film realizzato da uno dei protagonisti the Dead, 2005), che è una sorta di versione panto-
grafata e arricchita da una miriade di effetti speciali
quenza nei titoli logica di limi- dell’avanguardia cinematografica pari- visivi che ne dilata la dimensione apocalittica senza
e nelle trame di tare, stabilire gina su un’opera progettata da uno dei avere però la forza del “piccolo” film del ’68.
7
David Foster Wallace, This Is Water. Some Thou-
film delle diverse dei limiti, cir- protagonisti del modernismo architetto- ghts Delivered on a Significant Occasion, about
cinematografie. coscrivere. E nico, che aveva già partecipato al film di Living a Compassionate Life, Little, Brown and
Company, New York 2009, p. 3.
Ecco un breve quello corren- L’Herbier L’Inhumaine (1923). 8
Michael Snow, La Région Centrale, in Albero
elenco di epo- te di dare una Man Ray ha definito la villa Noailles Barbera e Stefano della Casa (a cura di), Michael
Snow, Festival Internazionale Cinema Giovani,
che e paesi diversi che hanno per titolo tro fratelli: un torbido intreccio di pas- definizione attraverso un enunciato. “un agglomerato più nota delle realizzazioni della cosid- Torino 1986, p 54.
la parola terra. Possiamo cominciare da sioni, esplicitamente ispirato a I Fratelli L’inquadratura cinematografica stabi- di cubi in cemento detta Land Art o Earth Art (Smithson 9
Ibid., p 55 (corsivo mio).
10
2001: A Space Odissey (1968) di Stanley Kubrick.
La terre (1921) il film che André Antoine Karamazov di Dostoevskij, si combina lisce per se stessa i limiti tra il campo grigio costruito in parlava di Earthwork a prosposito di 11
Il titolo del film di Yervant Gianikian e Angela Ricci
ricavò dall’omonimo romanzo di Zola, con il tema del ritorno alla terra natale e il fuori campo. E ciò che è in campo cima a una collina, quest’opera). Qui ci interessa esaminare Lucchi è Dal Polo all’Equatore (1986), lo stesso del
documentario ritrovato di Luca Comerio.
dopo averlo adattato con successo sulla e alle origini contadine da parte di un si definisce in opposizione con ciò che sulle rovine di un non tanto l’opera in sé, ma il film dallo 12
Per un’analisi di Dal Polo all’Equatore (1986) di
scena teatrale: il film costituisce l’anello intellettuale emigrato al Nord (Fabrizio non lo è (il fuori campo). Se l’inquadra- vecchio monastero, stesso titolo, della durata di poco più Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e dei mate-
riali documentari di “Les Archives de la Planète” cfr.
di congiunzione tra il naturalismo lette- Bentivoglio). Per concludere citerò due tura comporta una selezione, la messa che domina la città di mezz’ora, che Smithson ha conte- A. Costa, Landscape and Archive: Trips around the
rario e teatrale e quello cinematografico film italiani, diversissimi tra loro, con lo in sequenza comporta la combinazione e il mare”.17 Ciò che stualmente realizzato. Nel caso di Spiral World as Early Film Topic (1896-1914) in Martin Le-
febvre (ed), Landscape and Film, AFI Film Readers,
che prende forma grazie al minuzioso stesso titolo, Terra madre. Il primo Terra tra inquadrature. L’una operazione si immediatamente Jetty, che consiste in un grandioso molo Routledge, New York-London 2006, pp. 245-266.
lavoro condotto da Antoine sugli attori madre (1931) è di Alessandro Blasetti: colloca sull’asse paradigmatico, l’altra colpisce in questo a spirale realizzato da Smithson nel Gre- 13
A. Robida, Voyages très extraordinaires de Saturnin
Farandoul [dans les 5 ou 6 parties du monde et dans
e sull’ambientazione e che costituirà un si tratta di un film in cui gli aspetti pro- su quello sintagmatico. Se prendiamo edificio è la relazio- at Salt Lake, nello tous les pays connus et même inconnus de M. Jules
tratto importante del cinema francese pagandistici (esaltazione del ruralismo terra nell’accezione di land, (paesag- ne esso stabilisce stato dello Utah, Verne], Librairie illustrée M. Dreyfous, Paris 1879-
1880. Per un’analisi del film di Marcel Fabre, cfr. Il
lungo gli anni trenta e quaranta. fascista) si intrecciano con una rappre- gio, landscape), si può stabilire una con la natura, con la relazione tra mondo rigirato: Saturnino versus Phileas Fogg in A.
C’è poi Terra (Zemlja, 1930) di Aleksandr sentazione piuttosto manierata del mon- tipologia di inquadrature attraverso le il cielo e con il ter- l’opera e il cinema Costa, I leoni di Schneider. Percorsi intertestuali nel
cinema ritrovato, Bulzoni, Roma 2002, pp. 43-69.
Dovženko, un film nato come la narrazio- do contadino contrapposto al degrado quali si definiscono i caratteri originali reno circostante, è essenziale per 14
Howard Mumford Jones, O Strange New Worls.
ne epica di uno dei primi tentativi di col- morale della vita cittadina. Il secondo di un paesaggio. Secondo Howard in particolare, in un il semplice fatto, American Culture: The Formative Years, Viking
Press, New York 1964, p. 379.
lettivizzazio- Mumford Jones, se si vogliono gioco di selezione che a parte la vi- 15
Vedi Philip French, Westerns, Secker and War-
ne della terra isolare le componenti essenziali e combinazione di sione aerea, quel- burg, London 1973, p. 105.
16
Vachel Linday, L’arte del film [ed. or. 1915-1922],
in URSS. del paesaggio western in pittura elementi plastici e la cinematografica a cura di A. Costa, Marsilio, Venezia 2008.
Dovženko fu e in letteratura, si troverebbero di elementi naturali, è l’unica che per- 17
Cit. in Jean-Michel Bouhours e Patrick De Haas
(a cura di), Man Ray. Directeur du Mauvais Movies,
però accu- cinque elementi principali: (1) secondo una concezione dinamica mette una visione integrale dell’opera.19 Centre Georges Pompidou, Paris 1997, pp. 90-91.
sato di non astonishment; (2) plenitude; (3) dell’architettura che richiama immedia- Quindi il film omonimo fa integralmente 18
Cfr. A. Costa, Il cinema e le arti visive, Einaudi,
Torino 2002, p. 108.
aver condot- vastness; (4) incongruity;and (5) tamente il cinema. Non si tratta di un parte dell’opera. Inoltre solo attraverso 19
E l’unica possibile dopo che l’innalzamento del
to una cor- melancholy”. 14 Philip French, rapporto di integrazione, di interazione, la visione filmica, le inquadrature del livello dell’acqua ha sommerso l’artefatto.
retta analisi citando Mumford, afferma che ma di citazione. Le superfici compatte e film che permettono di andare dal mi-
di classe dei “stupore, abbondanza, incon- regolari, gli angoli retti, cubi e parallelo- crocosmo al macrocosmo, dalla visione
personaggi e delle vicende e di essersi Terra madre (2009) è un documentario gruità, vastità e malinconia” possono pipedi, si impongono con una evidenza in dettaglio della struttura a spirale dei Didascalie immagini:
lasciato andare a un’interpretazione di Ermanno Olmi che, nato come film su essere indicati come i caratteri do- assoluta: le ampie aperture nelle mura cristalli di sale alla visione d’insieme del 1 Wall-E (2008) di Andrew Stanton
2 A Corner in Wheat (1909) di David W. Griffith
panteistica e estetizzante della natura e commissione del movimento Slow Food minanti del paesaggio western, ma di cinta sono altrettante inquadrature molo a spirale, dalla percezione della 3 François Millet, Le semeur
dei suoi cicli. The Land (1942) è il titolo di Carlo Petrini, costituisce una sorta di si trovano tutti, in varie proporzioni, di porzioni di cielo, di natura e, in certi consistenza materica di rocce e terriccio 4 Faust (1926) di Friedrich W. Murnau (1926)
5 La guerra dei mondi (The War of the Worlds,1953)
di un documen- silloge dei temi iconografi- ogni volta che la cinepresa posa il suo casi, di scorci della villa stessa la cui utilizzato alla regolare forma geometrica di Byron Haskin
tario che Robert ci cari all’autore di L’albero sguardo sul paesaggio americano.15 planimetria è estremamente articolata. della spirale protesa sulla superficie del 6 “Chiaro di Terra” in Voyage dans la Lune (1902)
di Georges Méliès
Flaherty ha realiz- degli zoccoli. Il film è un Vachel Lindsay, autore del primo testo Lo stesso accade con le aiuole del lago. Inoltre il film consente di combi- 7 La-Région Centrale (1971) di Michael-Snow
zato su commis- assemblaggio di mate- di teoria del cinema pubblicato negli giardino triangolare, porzioni di terreno, nare la messa in sequenza delle fasi 8 Il dispositivo messo a punto per le riprese di
La-RégionCentrale
sione del Diparti- riali eterogenei, tra i quali Stati Uniti (1915), aveva preconizza- frammenti di vegetazione, inquadrati da di realizzazione dell’opera, dall’idea di 9 La terre (1921) di André Antoine
mento dell’Agri- vanno citate per la stra- to un’intima fusione tra paesaggio, strutture rigorosamente geometriche. partenza alla visione d’insieme di una 10 Terra (Zemlja, 1930) di Aleksandr Dovženko
11 The Land (1942) di Robert Flaherty
coltura degli Stati ordinaria qualità le riprese architettura, cinema e aveva previsto Allo stesso modo, Man Ray riprende, ripresa dall’elicottero, con una metico- 12 La terra (2006) di Sergio Rubini
Uniti: si tratta di su “Il contadino e l’orto”, che la perfetta integrazione tra cinema cioè duplica, re-inquadra personaggi e losa riproduzione dei suoni (il rumore 13-14 Terra Madre (2009) di Ermanno Olmi
15-16 Villa Noaille a Hyères (architetto Bob
una grande in- realizzate da Franco Pia- e architettura, avrebbe trasformato eventi, oggetti e scorci del “castello del assordante dei camion e dell’escavatri- Mallet-Stevens)
chiesta filmata sui voli nella Val d’Adige. il territorio americano in una sorta di dado” (così il titolo recupera attraverso ce) e con il commento di Smithson che 17-18 Spiral Jetty (1970) di Robert Smithson

84 85
La Terra esiliata

Paola Arnaldi

Dalla ierogamia geo-uranica alla se- diuvata dall’agricoltura, arte che unisce La Terra e le età dell’Uomo
parazione l’ingegno al pragma, ma i cui risultati non Esiodo, anticipatore della moderna Fisio-
Quando si scatena la tempesta prean- sempre vanno a buon fine, si fa promotri- crazia, esalta la terra da cui l’agricoltore
nunciata dal lampo che, illividendo il ce di un piano di redenzione per l’uomo, trae sempre nuovi frutti e la contrappone
paesaggio lo innalza nella dimensione catalogabile come teodicea. Racconta al “mare infecondo”. La sua potenziale
del sublime, terra e cielo diventati un Esiodo nelle “Opere e i Giorni” che sulla produttività è superiore al “mare canuto”,
tutt’uno, ritrovano come un tempo il sen- terra risiedono due Eris,1 cioè due tipi navigabile solo per pochi mesi all’anno,
so della loro primitiva ierogamia: di contesa: la prima, figlia della Notte ma non offre nulla spontaneamente e
“E cielo e terra si mostrò qual era: tenebrosa è buona ed esorta il neghit- non permette all’uomo di coltivare l’ozio
la terra ansante. livida in sussulto toso a lavorare, anzi scatena in lui quello e di appendere al focolare la vanga in
il cielo ingombro, tragico, disfatto” spirito di emulazione che porta il vasaio attesa. Ma un tempo la terra era stata
come canta il Pascoli nelle “Myricae”. a gareggiare col vasaio, l’artigiano con oblativa, non squarciata dal vomere, né
Ma quell’indivisibilità era destinata a un altro artigiano, il cantore col cantore, toccata dal rastrello, produceva ogni
spezzarsi perché Urano, il Cielo, temendo mentre la seconda s’accoppia con Ares e cosa da sé e nella sua maternità offriva
di trovarsi spodestato, confinava i figli nel si fa generatrice di guerre e di discordie. inizialmente a tutti in modo indiscriminato
Tartaro, in grembo alla terra, per impedire Entrambe hanno in comune lo spirito di le sue messi. La sua generosità si è fatta
che venissero alla luce, umiliando così il competizione, ma, mentre per la prima in seguito selettiva, ristretta ai meritevoli
diritto della consorte Gea di procreare in questo si traduce nell’etica del lavoro che e da elemento naturale s’è convertita in
libertà. Ma uno dei figli, Kronos, rivendi- piega nella fatica la schiena del contadi- virtù, imparentata con Dike (la Giustizia)
cando il principio di legittimità, attraverso no, imperla di sudore la sua fronte e poi e Ananke (la Necessità). Gelosamente
l’evirazione del padre, restituisce alla luce imbiondisce le cicatrici, inferte dai solchi, custodisce nel suo grembo-sepolcro i
i fratelli e si arroga la successione. col grano, premio per la sua produttività, resti di trascorse età: gli uomini dell’Età
La Terra, in una nuova condizione di ve- per la seconda la competizione rende dell’Oro vivevano in beatitudine, quelli
dovanza, separata dal cielo, ormai ritira- sterile la terra e di cicatrici e ferite lascia dell’epoca successiva primeggiavano in
tosi in remote altitudini e che ora può solo devastato il paesaggio delle anime. superbia ed empietà verso gli dei immor-
specchiarsi nelle sue acque, ne diventa Eris, la contesa buona, grazie al lavoro tali; nell’Età del Bronzo, nati dai frassini, i
la controparte dialettica: in contrapposi- del villano si convertirà in un dolce mar di mortali “non mangiatori di pane” scesero
zione all’immutabilità celeste ribolle nei spighe e i pagliai s’innalzeranno nei campi nell’Ade, “senza fama”,4 mentre gli Eroi
vulcani, si spacca nei terremoti, condi- come cattedrali d’oro; si farà complice, della penultima era se la guadagnarono
vide con i mortali un destino di fragilità, con la terra d’una rusticana Bewarung,2 nella Terra Cadmea e ad Ilio, grazie agli
custode nella sua gleba di quella Dike, segno di divina elezione che riscatta l’uo- aedi, cantori del loro coraggio. Le ossa
la Giustizia, che nelle varie età dell’Oro, mo dalla finitezza offrendogli coll’abbon- delle antiche progenie, coperte dalle zolle
dell’Argento e del Bronzo ha fatto la spola danza, che ritorna nel ciclo delle stagioni, materne, verranno poi calpestate da una
tra terra e cielo. Così la iustissima Tellus, un’illusione d’eternità, nuova stirpe di Ferro, umani caduchi per
refrattaria spesso al vomere e al seme La Terra è favorevole per i giusti, “ai quali i quali il diritto risiede nella violenza e
che non sempre accoglie nel suo seno, fornisce mezzi copiosi”, come dice Esio- nell’“infliggere lutti”. La loro condotta sarà
alla vanga che faticosamente riesce a dis- do. La ricchezza, che per l’agricoltore tale da indurre la Coscienza individuale o
sodarla, si promuove come sostenitrice consiste nel possesso di pecore “oppres- “Aidos” e “Nemesi”, la coscienza colletti-
di una giustizia retributiva che non premia se da abbondante vello, di querce piegate va, ad abbandonare le belle contrade per
con opime terre uomini-fuchi, ma l’uomo dal peso delle ghiande, di campi risonanti l’Olimpo, come già Dike aveva lasciato in
giusto che lavora. In collaborazione con del ronzio di brulicanti alveari, diventa poi un primo tempo gli uomini per ritirarsi sui
gli dei olimpici che non sopportano gli il segno della predilezione degli dei”.3 monti e poi definitivamente in cielo dove Luigi Ghirri
uomini intorpiditi in greve letargo, coa- splende nella costellazione della Vergine. Roncocesi, 1992

86 87
Allora per l’“hybris”, arroganza di questi dall’omonimo dio olimpico omerico, gherie. “Un dio”, dice Titiro a Melibeo, “ha
miseri mortali, la Terra da generosa cornu- che distrattamente con indifferenza di- preparato per noi questa pace e spesso
copia si ritrae, diventa agra, amara, risenti- stribuisce doni o sventure attinti dai due noi tingiamo per lui la sua ara col sangue
ta; i mezzi per procacciarsi il sostentamen- dogli che affiancano il trono regale; è la d’un tenero agnello del nostro ovile”.8
to vengono dagli dei nascosti agli uomini casualità, in tal caso, che legittima le ric- Titiro qui altri non è che la controfigura
che vivono in una condizione di esilio, di chezze… l’etica del lavoro è ancora lon- del poeta cui l’Imperatore ha restituito il
nostalgia verso l’idealizzata Età dell’Oro. tana, Aidos, la Coscienza, non s’è ancora podere precedentemente confiscato.
Ed è proprio da questa tensione tra le due affrancata dalla necessità, dall’Ananke Melibeo invece spodestato, dovrà con-
situazioni che nasce l’aspirazione ad una che costringe inesorabilmente nei limiti tro voglia allargare i suoi orizzonti verso
condizione idillica in cui le sofferenze e le di una fatalità insuperabile. paesi lontani e accetta rassegnato il suo
fatiche premiate vengono proiettate in una destino con stupore, senza invidia, attri-
sorta di beatitudine sociale, “Makarìa”: “Tytire tu patulae...”, l’alter Ego di Virgilio buendo le sue sventure all’impenetrabili-
perché i campi fumanti di letame e poi Anche per Virgilio si profila all’orizzonte tà dei disegni politici, visti come fatalità.
biondi di spighe e chiazzati di rosolacci un’Eris sottile, materializzata in rozzi ve- La Terra è entrata così nella Storia, og-
non sono solo l’espressione della Gran terani che lo spodesteranno dai suoi pos- getto di partizioni e compensi da parte
Madre “in foia di progenitura”,5 nel pieno sedimenti mantovani: le logoranti guerre d’un nuovo agrimensore, Augusto nella
trionfo della “Phisis” ma anche il frutto del civili, la necessità di retribuire i soldati in circostanza, il cui potere, investito di una
“Nomos” che piega il seminatore, l’arato- esse impegnati, l’urgenza d trovare fondi, sacralità, sottratta alla divinità tellurica,
re, il mietitore alla quotidiana fatica. Roma stessa, città che ha alzato tanto il maschera Eris con le sembianze di Irene,
capo per primeggiare, quanto “i cipressi la Pace, vale a dire la Pax Romana, na-
Eris e Terra, contese e diatribe tra gl’incurvati viburni” provocheranno scondendone le ali, portatrici di discordia.
Quando Esiodo scrisse “Le Opere e i un cambiamento nel paesaggio agrario La terra calpestata, lacerata dalle guerre
Giorni”, il suo interlocutore ideale era il dell’incipiente età augustea. Al vecchio civili si ritaglia grazie a Virgilio e alla sua
fratello Perse, con il quale non correvano proprietario subentra il soldato atto a ma- “poesia silvana” uno spazio idillico nella
buoni rapporti per via d’una vertenza giu- neggiar la spada più che la vanga: Prima Egloga, dove il clamore degli
diziaria che li divideva: questioni di beni, “Possederà un militare indegno eventi e il rimbombo degli oricalchi non
di eredità, di appropriazioni indebite. i campi da noi coltivati raggiungono “il solitario chiostro”,9 né
Perse era l’incarnazione di quella Eris e queste messi un barbaro?”7 smorzano il sussurrar delle fronde e del-
negativa, fonte di discordia, contraria Titiro e Melibeo, nella Prima Egloga, di- le fonti né il ronzio delle api iblee, intente
all’eunomia o buon governo, solidale con ventano esempio dell’iniqua distribuzio- sui salici ai loro banchetti.
quei ”giudici divoratori di doni”,6 indegni ne dei beni, ma in questo caso la giustizia Anche l’apparente mancanza di sensi-
rappresentanti di Zeus e di Dike, La giu- arbitraria privilegia Titiro che continuerà a bilità di Titiro che continua ad elogiare
stizia di Zeus non condivide le attività di godere l’ombra del faggio e a beneficiare la terra all’amico che l’abbandona, ha
chi si distacca da terra per affrontare il dei pascoli per le sue pecore gravide, un senso: l’“Ananke” materializzata in
mare vinoso e trasformarsi in mercante mentre Melibeo, sradicato dai suoi cam- Augusto, richiede un sacrificio: bisogna
perché tende ad oltrepassare la “giusta pi, dovrà lasciare il suo povero tugurio. rassegnarsi così come ognuno si deve
misura” in preda all’avidità e alla brama La giustizia di Zeus ha ceduto lo scettro arrendere alla propria Moira, il proprio
di guadagno. Con disprezzo respinge alla politica. Tuttavia in questo cambio di individuale destino.
la fame, non la commisera in quanto consegne si è verificato un processo di
ascrivibile alla cattiva sorte, ma la reputa laicizzazione anzi, la sacralità trasmessa Terra, Storia e Potere
compagna dell’uomo infingardo e nemi- alla politica giustifica ogni arbitrio, così Avere un piccolo podere dove portare
co di Demetra coronata. come l’imperscrutabilità dell’arcaico al pascolo le pecore. -pecus, ingrandirlo Luigi Ghirri
Il Cronide di Esiodo prende le distanze Zeus omerico legittimava soprusi e an- ed acquistare dal vicino alcuni jugeri Roncocesi, 1992

88 89
pattuendo una determinata somma non rispecchia l’ordine dell’Universo, con i vivi né con i morti, in quanto sepolta
in pecunia, investire in sementi, buoi, l’etica prevale sulla natura. viva nel cavo grembo della terra. La figlia
schiavi, strumenti necessari per mette- Se è naturale che Antigone ami in ugual di Edipo ha cercato invano di sottrarre la
re a frutto il terreno, difenderlo da atti misura il fratello Eteocle come l’altro Po- Tellus all’esilio in cui era ed è confinata.
predatori, sono elementi garantiti dal linice, che mise a ferro e fuoco la terra di
primevo diritto romano che difende la Edipo, non è giusto invece che il malva- Ancora un esilio
proprietà privata, perno del futuro libera- gio assediatore, ora estinto, riceva dalla Dalle opere dell’Eris malvagia, che attizza
lismo, e il sogno di ogni contadino o pa- città gli onori che si riservano a chi l’ha discordie ove si manifestano le avidità
trizio nell’epoca repubblicana, quando difesa e onorata, egli merita solo di esse- sulla proprietà fondiaria descritte da Vir-
Catone il Censore vigilava arcigno sulle re lasciato “preda di cani ed augelli”. gilio e da Esiodo, nel primo Novecento
prische virtù; così dalla proprietà fondia- “Molti sono i prodigi”- canta il coro- “e scaturisce una figura d’esiliato, un novello
ria, vale a dire dominium si irradiano i vari nulla è più prodigioso dell’uomo”,10 che Melibeo che, convertita la vanga in bor-
poteri. diversificati secondo le persone e cattura nelle spire delle sue reti la prole done, si appresta a lasciare i campi sui
le circostanze: dalla dominica potestas del mare canuto, quella delle selve e dei quali non vedrà più materializzarsi, come
sugli schiavi, alla patria potestas sui figli monti e rivolta e squarcia “la Terra, la più segno di possesso, la propria ombra. Il
e alla manus sulla consorte per arrivare eccelsa” tra tutti gli dei” per farvi acco- novello Melibeo, esule, potrebbe essere
poi nel diritto pubblico all’imperium. gliere e far germogliare le sue sementi, ora vittima di dissesti, di colpi avversi
La Terra entrata nella Storia diventa dun- aggioga cavalli e tori. L’uomo si è tra- della fortuna, di scelte avventate. Po-
que oggetto di ripartizioni territoriali, di sformato nel tempo: il suo pensiero-nous trebbe poi con tenue avena, ed è il caso
misurazioni che oscillano nello stabilire unito alle metis-astuzia, riesce a procra- di Corrado Govoni, cantare l’esilio dalla
quali siano il limes e i fines. La stessa stinare grazie all’arte medica la discesa terra d’un dolce paese dal nome biblico
aveva definito i demi che danno alle philie nell’Ade, crea gli ordinamenti civili e fug- di Tamara, nella campagna ferrarese:
un senso d’identità, più tardi le poleis, le ge armato di risorse i dardi del tempo. La “Avevo due tesori: terra e cielo
province, le diocesi, quando il sistema fedeltà alle leggi della Polis lo conferma La terra mi è sfuggita: gli occhi Dio
amministrativo diventa sempre più com- nella sua appartenenza. l’inosservanza lo più non scorgon di lacrime nel velo
plesso, accogliendo così nei suoi solchi il bandisce come a-politico. or ch’è d’un altro quel ch’era mio”.11
Nomos generato dalla politica. Rocche, La ragion di stato che mutua la sua auto-
mura, porte, fortificazioni edificate ed in- rità dalle divinità olimpiche, nella loro ge-
nalzate dal suolo concorrono a creare nei rarchia sotto la sovranità di Zeus, diventa
residenti un senso di appartenenza che implacabile e persegue chi, in nome di
poi si sublimerà in amor di patria. quei diritti che poi saranno definiti “na-
1
Esiodo, Le Opere e i Giorni, 11-26.
turali”, reclama la libertà di professare la 2
La Bewarung weberiana è qui anticipata da Esio-
La Religione della Terra e l’esilio religione della Terra. Lo scontro terreno do. La prosperità, in questo caso, si materializza
nella produttività della terra suscitata da Eris che
Ma la preminenza del nomos della polis tra Creonte ed Antigone è speculare a sprona a gareggiare in operosità, come prova di
e della res publica su quello della natura quello divino tra Zeus e la Madre Terra: il benevolenza divina.
3
Esiodo, cit. 230-235.
comporta scelte, proscrizioni, lotte fratri- primo, solidale con chi detiene il potere, 4
Cfr. Esiodo, cit vv.106 e segg.., passim.
cide come quelle che insanguinarono la cioè colla razza dei re e dei tiranni, la 5
Cfr. C. Govoni, Le bellezze della campagna, in
“Quaderno dei sogni e delle stelle”, Milano 1924,
Rocca Cadmea assediata dai Sette con- seconda, attraverso i suoi paladini, quali pag. 233.
tro Tebe. Nell’Antigone Sofocle ne riporta l’Erinni e Ades, rivendica la pietas verso i 6
Esiodo, cit 248 e 264.
7
Virgilio, Bucoliche, Egl. I, 70-71.
agli albori del mito la rappresentazione. consanguinei. L’intransigenza di Creonte 8
Virgilio, cit. 6-8.
Il senso della Dike si relativizza, non gli negherà la continuità della discenden- 9
Tasso, Gerusalemme Liberata, VII, 85.
10
Sofocle, Antigone, 331 e segg.
include più il rispetto per i legami sacri za, quella di Antigone le concederà l’am- 11
Da “Era mia” in “Inaugurazione della primavera” Luigi Ghirri
di sangue e d’appartenenza al ghenos, biguità di una sorte non condivisibile né C. Govoni, Poesie, Milano 1961. Formigine, 1985

90 91
Aldo Rossi
Progetto di rilievo e ristrutturazione del Monastero
Polironiano di San Benedetto Po (MN)

Emanuele Ghisi
1

“Zavattini scrive che la malinconia è ori- da una strada diritta, arginata da schiere
ginaria del Po, che altrove si tratta di imi- di case sottomesse alla lenta e precoce
tazioni, e sottolinea che appena si arriva consunzione: “Paesi dove il fiume appa-
da queste parti gli sembra... di entrare re con la continuità della morte, lascian-
in qualcosa di impreciso. Malinconia e do solo segni, segnali, frammenti”.2 Le
imprecisione. Credo siano proprio questi case, i portici, le corti agricole, i fienili,
i termini più appropriati. La malinconia ma anche le cappelline poste nei cro-
è il cartello indicatore di una geografia cicchi delle strade di campagna, le pievi
cancellata, ed è probabilmente il senti- e i silenziosi monasteri divengono punti
mento della distanza che ci separa da un fissi contrapposti al lento e instancabile
possibile mondo semplice, sapendo che scorrere dell’acqua del grande fiume:
questo è ormai un aggettivo da coniu- un moto oleoso e magmatico che tutto
gare assieme ai ricordi... Imprecisione. raccoglie e conduce verso la foce.
Perché l’orizzonte confonde quasi sem- Nel 1983, Aldo Rossi, insieme a Gianni
pre cielo e terra, perché le campagne Braghieri e Gian Arnaldo Caleffi, viene
abitano anche la città e i paesi,... perché incaricato dall’amministrazione comu-
le strade sembrano andare sempre nello nale di San Benedetto Po di redigere un
stesso punto e quindi da nessuna par- piano particolareggiato per la ristruttu-
te”.1 È un paesaggio, quello narrato da razione del centro storico e del mona-
Luigi Ghirri, caratterizzato da ampie valli, stero polironiano.
regolarizzate dai solchi dei fossi e dei Tale incarico avrebbe fatto parte di un
canali, da campanili di piccoli paesi e di intervento di recupero, iniziato nel 1975,
cave di ghiaia lungo il fiume; ma è anche dell’intero complesso.
un paesaggio corrotto dalle ciminiere Il monastero di Polirone è un caso em-
delle fabbriche, dai tralicci della corrente blematico per la storia dell’architettura
elettrica, dall’autostrada. È il paesaggio e della città:3 avamposto benedettino
della bassa pianura mantovana, con i verso l’eresia religiosa nordica, fin dai
paesi estesi sino agli argini delle golene tempi di Matilde di Canossa e, in segui-
del Po. Quei piccoli borghi disabitati du- to, della famiglia dei Gonzaga, costituì
rante le esondazioni del fiume in piena, un punto di riferimento attorno al quale
poi ripopolati dai loro abitanti. si sviluppò il borgo di San Benedetto.
Ogni osservazione sul paesaggio, ci Il progetto rossiano, prevede il restauro
insegna Gianni Celati, “ha bisogno di del complesso esistente e il completa-
andare alla deriva”, ha bisogno di spo- mento della parte settentrionale del mo-
gliarsi dai codici famigliari, per potersi nastero; in particolare, la ricostruzione
perdere e, aggiungiamo noi, in questo dei due bracci del “quarto chiostro”, una
smarrimento, ritrovare una strada. nuova corte, la “chiusura” del chiostro 1
Foto aerea del centro di San Benedetto Po,
L’osservazione dei fenomeni architet- di S. Benedetto, l’ampliamento della 1982
tonici non è necessaria se non è mirata corte con la ciminiera e la progettazione (Archivio personale dell’architetto Gian
Arnaldo Caleffi).
a uno smarrimento e a una successiva di una serra con gli orti. I nuovi spazi 2
ricomposizione. Nell’immagine del vil- sono destinati a contenere funzioni pub- A. Rossi, schizzo a china su carta da lucido,
non firmato
laggio allagato dalle acque del Po, lo bliche - scuola, museo, e spazi ricreativi (Archivio personale dell’architetto Gian
sfondo delle vicende umane è costituito - e alloggi privati.4 Al piano di fattibilità Arnaldo Caleffi). 2

92 93
non seguono le fasi successive della culturali”,8 mentre la basilica di Giulio
progettazione. Romano, la canonica e gli ambienti per
Rossi stesso, in seguito, non mostra attività parrocchiali mantengono inalte-
di tenere in considerazione il progetto rata la loro funzione religiosa.
poiché, con molta probabilità, si accorge Il grande chiostro di S. Benedetto, rima-
che si tratta di un incarico commissio- sto mutilo di due bracci in seguito alle
natogli soltanto per avere la sua “firma”. demolizioni napoleoniche - su piazza
Nonostante tutto, l’architetto è fortemen- Matilde di Canossa e sul fianco setten-
te affascinato dall’idea di confrontarsi trionale della chiesa - viene ricomposto
con l’architettura di Giulio Romano. del braccio di chiusura: Rossi, in tal
I motivi del prematuro abbandono risiedo- senso, ricostituisce lo spazio claustrale
no in una scarsa convinzione dell’ammi- e ridefinisce la piazza antistante.
nistrazione comunale nell’intraprendere L’edificio, a due piani, contiene gli alloggi
una strada precisa, alla quale si aggiunge e un portico a pian terreno, posto in con-
una cena tra la stessa amministrazione e tinuità con quello del chiostro esistente.
gli architetti, non proprio memorabile.5 La “corte della ciminiera”, a nord-ovest
Il progetto, in ogni caso, è di notevole del complesso, viene ampliata attra-
interesse poiché qui, Aldo Rossi, ha la verso la demolizione dei magazzini e
possibilità di verificare gli esiti della sua la successiva ricostruzione del braccio
ricerca tipologica, confrontandosi con gli residenziale sulla traccia di quello an-
antichi chiostri benedettini. tico, ma arretrato in corrispondenza
In una lezione tenuta presso lo IUAV il 10 delle nuove corti. In questa corte sono
gennaio 1979,6 Rossi definisce l’ordine previste attività collettive e manifesta-
benedettino, costituito da una organiz- zioni all’aperto con la trasformazione
zazione comunistica o collettiva. Il chio- dell’Infermeria in albergo, e del Refet-
stro rappresenta il luogo d’incontro tra i torio, affacciato sulla piazza Matilde di
religiosi, sul quale affacciano, ai diversi Canossa, in grande sala polifunzionale.
livelli, gli ambienti dell’amministrazione, La parte più interessante del progetto è
della preghiera comune e quelli delle data dalle due nuove corti: con l’edifica-
celle per la riflessione individuale. zione della prima - fiancheggiante con il
Rossi, quindi, lavora sull’ambivalenza chiostro di S. Benedetto a sud e la corte
degli spazi architettonici e sulla struttura della ciminiera ad ovest - Rossi vuole
tipologica del progetto che può garantir- ricostituire i due bracci del “quarto chio-
gli il ricorso all’analogia: la corte lombarda stro”, demoliti nell’’800, e visibili nella
viene recuperata e utilizzata come spazio Carta di Perugia risalente al XVII secolo;
al servizio delle funzioni pubbliche. la seconda corte, probabilmente mai
L’elemento tipologico della corte viene esistita, gli serve per completare il ceno-
“ammorsato” alla struttura antica dei bio con un fronte unico a settentrione.
chiostri. Sviluppate su tre piani, le due corti sono
Nel grande chiostro di S. Benedetto, in- costituite al piano terra da un portico, su
vece, il nuovo braccio con gli alloggi ne cui si affaccia una sequenza continua
continua la trama spaziale di impianto. di vani del museo all’aperto, contenenti
L’importanza della piazza è notevole in i carri agricoli in mostra (come si nota
relazione alla città: piazza Teofilo Fo- nello schizzo di Rossi). Qui è evidente
lengo - in passato, cortile di ingresso al l’analogia con i fienili padani, aperti sulla
monastero - e piazza Matilde di Canossa, corte, ma anche il richiamo alla natura
costituiscono oggi il nucleo urbano e spa- nebbiosa di Mantova, che confonde i
zio civico attorno al quale si incontrano il suoi ambienti interni con quelli esterni.
monastero e il borgo della città storica. In pianta, la conformazione scheletrica
Il chiostro, la corte e la piazza, sono gli del museo agricolo evoca i portici del 3
elementi su cui Rossi, Braghieri e Caleffi Gallaratese e dei bracci del cimitero mo- Il Monastero di Polirone in un disegno della
fine del XVI sec. denominato “Carta di
fondano la loro ricerca. denese, ma a San Benedetto i setti ven- Perugia”. Archivio di S. Pietro di Perugia.
Il progetto, nello specifico, riguarda l’in- gono chiusi e trasformati in celle aperte
Pagine successive:
dividuazione delle parti del complesso sulla corte: la linea dei pilastri segna sul 4 3
da sottoporre a restauro, con interventi terreno il sottile margine tra interno ed A. Rossi, G. Braghieri, G. A. Caleffi
Progetto di rilievo e ristrutturazione del
di manutenzione ordinaria e straordina- esterno, mentre la nebbia ne dissolve centro storico di San Benedetto Po. Tavola n.
ria e la definizione delle loro funzioni: ogni limite. Ai piani superiori si sviluppa 7. Progetto funzionale, pianta piano terra.
(Archivio dell’Ufficio Tecnico del Comune di
all’interno degli ambienti intorno al la scuola di agraria. Al centro del “quarto San Benedetto Po).
chiostro dei Secolari (a sud-est della chiostro”, una serra a pianta ottagonale, 5
A. Rossi, G. Braghieri, G. A. Caleffi
basilica) sono previste “attività civiche, in acciaio e vetro, è posta sul punto Progetto di rilievo e ristrutturazione del
sociali ed artigianali”:7 gli spazi intorno in cui convergono gli assi della corte, centro storico di San Benedetto Po. Tavola n.
8. Progetto funzionale, pianta piano primo.
al chiostro di San Simeone (a nord-est analogamente ai pozzi presenti negli an- (Archivio dell’Ufficio Tecnico del Comune di
della basilica) sono destinati ad “attività tichi chiostri. Nella seconda corte, sono San Benedetto Po).

94 95
allocati gli orti a servizio della scuola di cascina padana, per svelarci soltanto
agraria, posti a recuperare il senso dello alla fine della storia che “non c’è niente
spazio comune che contraddistinse da capire, c’è solo da ascoltare”.11
l’organizzazione benedettina.
I chiostri antichi assumono il significato
della corte, mentre le corti nuove sono L’autore ringrazia gentilmente l’architetto Gian
pensate come chiostri antichi. Arnaldo Caleffi per aver messo a disposizione
tempo, indicazioni e tutto il materiale prodotto
A risolvere l’ambiguità chiostro-corte è il insieme ad Aldo Rossi e Gianni Braghieri.
sistema dei collegamenti: “i portici degli Si ringrazia inoltre il Comune di San Benedetto Po
per aver messo a disposizione il materiale conte-
edifici di progetto sono in connessione nuto nell’archivio dell’Ufficio Tecnico, e la Fonda-
con i portici dei chiostri esistenti, così zione Aldo Rossi di Milano per aver acconsentito
la pubblicazione di tali documenti.
da moltiplicare i percorsi coperti e am-
pliare l’estensione dei percorsi di questa
singolare città”.9 Ma ad assumere un’im-
portanza fondamentale è la rotazione
delle due nuove corti rispetto al resto del
complesso benedettino: i tre architetti si
servono di tale scarto non solo per diffe-
renziare il loro intervento, ma per dimo-
strare che non può esserci ricostruzione
senza una rilettura personale del luogo.
“Come i contadini veneti, per secolare 1
L. Ghirri, Un cancello sul fiume, in Le città imma-
miseria, rompevano la misura romana dei ginate: Un viaggio in Italia, XVII Triennale di Mila-
no, a cura di V. Magnago Lampugnani e V. Savi,
campi costruendo sul cardo e sul decu- Milano 1987, p. 87, cit. anche in P. Costantini,
mano [...] Oppure era come il risultato di Cose che sono solo se stesse, in Luigi Ghirri, Aldo
Rossi. Cose che sono solo se stesse, a cura di P.
un movimento tellurico, un assestamento Costantini, Milano 1996, p. 27-28.
statico che avesse diversificato gli assi 2
A. Rossi, Autobiografia scientifica, Parma 1990,
p. 21.
della costruzione. Amavo l’assestamento 3
È inutile ribadire la rilevanza religiosa ma anche
del Pantheon descritto nei libri di statica; culturale e artistica che il monastero ha avuto nel
tempo: si pensi solamente al Correggio, chiamato ad
la crepa imprevista, un crollo visibile ma affrescare il refettorio grande del monastero intorno 4
contenuto, dà una forza immensa all’ar- al 1514, e a Giulio Romano, l’architetto dei Gonzaga,
che progettò la nuova basilica intorno al 1539.
chitettura perché la sua bellezza non po- 4
La documentazione originale del progetto prelimi-
teva essere prevista”10 scriveva, qualche nare è contenuta presso l’archivio personale dell’ar-
chitetto Gian Arnaldo Caleffi a Verona; essa contiene
anno prima, Aldo Rossi. copia delle otto tavole presentate nel Comune di San
Risulta evidente il disinteresse dei tre ar- Benedetto Po, la relazione tecnica, numerose foto-
grafie del complesso benedettino risalenti al 1983, e
chitetti per la funzione: il loro obiettivo è alcuni schizzi redatti da Aldo Rossi ma non firmati.
la riconfigurazione formale del cenobio Le tavole n. 1-2, in scala 1:200, rappresentano il
rilievo del piano terra e del piano primo, allo stato di
benedettino. Il raggiungimento dell’uni- fatto, del monastero e della piazza; le tavole 3-4, in
tà avviene dalla giustapposizione del scala 1:500, individuano l’uso del complesso prima
dell’intervento; le tavole 5-6, in scala 1:500, indicano
frammento antico con quello nuovo: la le categorie di intervento alle quali sarebbero dovuti
forma che ne risulta potrebbe contenere essere sottoposti i manufatti, mentre nelle tavole 7-8,
in scala 1:500, è rappresentata la riorganizzazione
qualsiasi funzione. funzionale dell’intero complesso benedettino. Per
Con particolare forza proprio in questo questo progetto non furono redatti i prospetti.
Presso l’archivio dell’Ufficio Tecnico Comunale di S.
progetto, precocemente abbando- Benedetto Po, si trovano le copie delle otto tavole
nato, Rossi ci fa capire l’importanza e la relazione tecnica consegnate e firmate da Aldo
Rossi. Copia di tale documentazione è altresì reperi-
del recupero della misura della terra e bile presso l’“Aldo Rossi Archive” al Candian Centre
dell’ascolto del luogo, l’imprescindibile for Architecture/Centre Canadien d’Architecture di
Montreal, Canada.
distinzione tra la memoria collettiva - la 5
Conversazione con l’architetto Gian Arnaldo
piazza e i chiostri dell’abbazia - e la Caleffi. Cfr. anche G. A. Caleffi, Aldo Rossi, la vita,
le opere, l’insegnamento, in Atmosfere e nostalgie
memoria individuale - chiostro-corte, di Montecatini. Il Kursaal rivisitato da Aldo Rossi, a
fienile-museo - il rapporto saldo tra la cura di M. Guidi, Verona 2003.
6
Lezione trascritta e pubblicata nel libro a cura di
storia passata e il presente, tra la tipolo- G. A. Caleffi e G. Malacarne, Progetti veneziani,
gia monastica e il suo rinvenimento nelle Milano 1985, pp. 172-183.
7
Le attività civiche, sociali ed artigianali compren-
tracce nascoste della terra. dono: Sala conciliare, l’ufficio postale, sedi di enti,
Rossi non ricorre all’artificio retorico. Il suo associazioni, partiti politici alcune botteghe artigiane
ed uffici di rappresentanza e professionali. A. Rossi,
poeta è Virgilio; Pindaro non lo interessa. G. Braghieri, G. A. Caleffi, Relazione di progetto.
L’architetto ascolta e traccia poche 8
Le attività culturali comprendono, al piano terra:
vani per mostre temporanee, gallerie d’arte, sale
righe imprecise su di un foglio bianco; per cineforum, circoli culturali e ricreativi. Al piano
forse il progetto è già scritto sulle nume- primo rimane il Museo Civico Polironiano. A. Rossi,
G. Braghieri, G. A. Caleffi, Relazione di progetto.
rose cartografie polironiane. 9
A. Rossi, G. Braghieri, G. A. Caleffi, Relazione
Pochi anni dopo, nel suo ultimo film, Fe- di progetto.
10
A. Rossi, Autobiografia..., cit., p. 41.
derico Fellini metterà in scena la cattura 11
F. Fellini, La voce della luna, prodotto da Mario e
della luna all’interno di un fienile di una Vittorio Cecchi Gori, Rai, 1989. 5

96 97
Il territorio poetico di Edoardo Detti

Urbanistica medievale minore cati. In quegli stessi anni altri studiosi si


dedicano allo stesso argomento, ricom-
Una serie di campi lunghi a inquadratura ponendo il mosaico di un’Italia umile,
fissa ritrae il paese di Nicola arroccato sconosciuta, costruita da “una infinità di
sulla collina. Il commento recita: “Un uomini senza nome”.1
gruppo di paesi della Lunigiana (Caste- I centri medievali formano l’ossatura del
lnuovo, Ortonovo, Nicola, Monteggiori paesaggio italiano, essi rappresentano
[sic]), ha conservato intatti i caratteri il primo stadio compiuto dell’organizza-
dell’urbanistica medievale. Costruiti a zione urbana, la loro struttura essendo
mezza altezza sui monti, sovrastano la precisata in forme e schemi consolidati
pianura e il mare e così si vedono dal di- che riflettono la presenza di una intensa
ruto anfiteatro di Luni, capitale romana e ordinata vita cittadina. Fra questi, i
della regione”. Sono le prime scene di centri minori, che “costituiscono, nella
Comunità millenarie, il “Critofilm d’arte” loro grandissima diversità di condizioni
che Carlo Ludovico Ragghianti ha diret- di fatto, di origine e di sviluppo, una par-
to insieme a Edoardo Detti nel 1954. te essenziale dell’organizzazione umana
Già dalla rassegna di urbanistica e del nostro paese”,2 assumono per Detti
architettura “spontanea” organizzata un doppio valore: da un lato sono dei
dalla IX Triennale di Milano nel 1951, modelli utili alla moderna pianificazione
alla quale Detti partecipa con fotografie, urbanistica e territoriale, tanto per la
rilievi e indagini storiche su alcuni paesi varietà delle soluzioni, quanto per le
della Toscana, è chiaro il suo interesse relazioni territoriali che talvolta uniscono
per l’urbanistica medievale minore. Ma fra loro paesi vicini; dall’altra essi sono
i risultati delle ricerche, incoraggiate e preziosi frammenti di storia, espressione
“sorrette” dal critico lucchese per la re- di un’antica organizzazione economica e
alizzazione del film, verranno pubblicati sociale (ma negli anni ’50 ancora soprav-
solo qualche anno dopo sulle pagine di vissuta), che impongono serie riflessioni
“Urbanistica” e “Critica d’arte” con i se- sul loro sviluppo e la loro sorte.
guenti titoli: Lo studio degli insediamenti Per quanto riguarda l’aspetto prettamen-
minori: alcune comunità della Lunigia- te urbanistico, gli studi di Detti prendono
na e della Versilia (1957), Urbanistica a riferimento l’Histoire de l’urbanisme di
medievale minore (1957) e Urbanistica Pierre Lavedan (1926-41) e l’Urbanisti-
medievale minore 2 (1958). ca Medievale di Luigi Piccinato (1943),
Quando Detti inizia le sue ricerche, il proponendo tuttavia un punto di vista
tema è di grande attualità. La ricostru- critico e un metodo d’indagine alterna-
zione post-bellica e le pesanti trasfor- tivi. Ritenendo impossibile costringere
mazioni in atto pongono di fronte al pro- entro schemi classificatori l’originalità
blema della tutela e della conservazione dei fenomeni urbani, pena la perdita di
del paesaggio, rivelando la penuria di comprensione dei loro caratteri distintivi,
Foto e disegni sono conservati presso
studi storico-critici dai quali attingere egli affronta l’analisi di ogni singolo caso l’Archivio di Stato di Firenze, Fondo Detti
elementi di conoscenza e un’adeguata nella sua individualità storica e morfo-
1
consapevolezza verso la progettazione logica. L’indagine storica, condotta sui Castelnuovo Magra
o la valutazione degli interventi più deli- documenti d’archivio, è la premessa foto Edoardo Detti

98 99
2 3 4 5

necessaria allo studio della forma urba- prontato a un saggio, contenuto dominio, pendii che circondano la valle del Magra,
na, restituita graficamente in pianta e in che modella, plasma, trasforma tenendo anch’essi di fatto distinti ma formanti in
sezione attraverso rilievi planimetrici e ancora in vita un saldo legame con la epoca medievale una unica entità. C’è
altimetrici. Detti insiste sull’importanza natura. Esattamente nel punto di discri- infine Monteggiori, vicino a Pietrasanta,
della terza dimensione, dei profili vo- mine tra la sopraffazione dell’elemento con la chiesa schiacciata contro una
lumetrici e delle sezioni territoriali, per naturale e la clemente egemonia su di piccola arce e il sagrato su più livelli che
cogliere i rapporti tra gli edifici, tra questi esso, la creazione culturale raggiunge il si fonde con le aie delle case.
e le strade, tra il nucleo urbano nel suo suo grado più elevato. Così nel lento pro- Questi studi, che rappresentano solo
insieme e la topografia. cesso di costruzione di questi antichi nu- l’inizio di una copiosa attività di ricerca
L’analisi rivela “che il faticoso processo clei, generazioni di uomini hanno seguito intrapresa da Detti sui centri storici,
di inserimento umano e di costruzio- regole non scritte ma condivise, accet- tradiscono uno sguardo incantato di
ne si è svolto traendo dalle situazioni tando e al contempo eludendo i vincoli fronte ad un mondo antico cristallizzato,
topografiche, da quelle economiche, posti dall’asperità del suolo e dall’esiguità sopravvissuto indenne ai cambiamenti,
dall’orientamento ecc., quei caratteri di spazio, volgendo cioè le iniziali condi- dove gli uomini vivono in una condizione
specifici per i quali l’opera umana si è zioni restrittive in straordinarie invenzioni di idealizzata armonia comunitaria.
estrinsecata in congegni originalissimi di architettoniche ed urbane. Quando nel 1968 esce il volume “Città
spazi, di visuali, di rapporti sociali ai quali Il pungolo di Edoardo Detti sembra es- murate e sviluppo contemporaneo”, i
si immedesima l’espressione edilizia. sere la piena comprensione del segreto toni sono palesemente cambiati. L’ama-
Tessuto spesso modesto, ma organico costruttivo (da intendersi “compositivo”) ra denuncia ha preso il sopravvento.
e funzionale, che connette gli episodi che ha reso possibile una tale perfetta Francesca Mugnai
architettonici più significativi della comu- armonia tra valori estetici e valori pratici:
nità […]. L’interesse del nostro esame “Al di sopra quindi di una raccolta erudita Bibliografia
non è tratto evidentemente dal colore di documenti, del resto di per sé utile a Detti E., Concetto di urbanistica, in “Architetti”,
n. 8-9, 1951
a da superficiali apparenze, ma dalle preparare l’analisi, resta l’esigenza di una Detti E., Urbanistica medievale minore, in “La criti-
intime connessioni della struttura, dei lettura di questi organismi con occhi mo- ca d’arte”, n. 24, 1957 2
Detti E., Urbanistica medievale minore 2, in “La Fosdinovo
rapporti con l’economia del suolo per i derni, necessari a cogliere ed a spiegare critica d’arte”, n. 25-26, 1958 foto Edoardo Detti
quali si è stabilizzato un equilibrio, si è la vitalità creativa di questi esempi”.4 Detti E., Di Pietro G. F, Fanelli G., Città murate e 3
sviluppo contemporaneo, Milano 1968 L’ingresso al paese di Nicola
elaborato un ambiente urbanistico, la cui Tra gli esempi studiati ci sono Pruno e Duboy P., Edoardo Detti e Carlo Ragghianti: ur- foto Edoardo Detti
elementarità non tradisce, ma anzi con- Volegno, posti a distanza di voce l’uno banistica rigorosa, in AA.VV., Carlo Ludovico Rag- 4
ghianti e il carattere cinematografico della visione, Nicola, vista verso il mare
ferma e dimostra uno specifico ‘modo’ dall’altro, poco sotto il monte Forato catalogo della mostra, Milano 2000 foto Edoardo Detti
di inserimento sul suolo, che è originale nei pressi di Stazzema: borghi distinti, Lavedan P., Histoire de l’urbanisme, Parigi, 1926-52 5
La Salvia V., I Critofilm di Carlo L. Ragghianti, Le strade di Pruno
e spesso geniale forma urbanistica”.3 ma uniti storicamente per funzioni e Lucca 2006 foto Edoardo Detti
Accanto all’urgenza di colmare un vuoto complementarità, si guardano l’un l’al- Piccinato L., Urbanistica medievale, Firenze, 1943 6
Comunità millenarie, “Critofilm d’arte”, soggetto, re- Pianta e sezione di Nicola
conoscitivo, di fornire strumenti critici tro dai rispettivi sagrati. C’è Fosdinovo gia e sceneggiatura: C. L. Ragghianti - E. Detti, 1954
in grado di contenere le perdite del pa- (all’interno della provincia di Massa La forma della città, Documento Rai, regia: P. Pagine successive:
Brunatto, 1973 7
trimonio culturale italiano a fronte della Carrara) dall’impianto filiforme, dove “la Volegno visto dal sagrato di Pruno
spinta economica verso lo sviluppo, si maggioranza delle case fruisce dell’inti- foto Edoardo Detti
1
P.P. Pasolini in, La forma della città, Documento 8
avverte con chiarezza il fascino esercitato mità della strada quanto del dominio del Rai, regia: P. Brunatto, 1973. Il sagrato della chiesa di Volegno
sull’architetto-urbanista dall’intelligenza paesaggio”.5 C’è Castelnuovo Magra, in 2
E. Detti, Lo studio degli insediamenti minori: foto Edoardo Detti
alcune comunità della Lunigiana e della Versilia, in 9
anonima, ma non priva di intenzionalità territorio ligure, costruito attraverso una “Urbanistica”, n. 22, 1957, p. 1 (dell’estratto). L’unico ingresso al paese di Monteggiori
estetica, che ha generato la densa costel- complicata articolazione di piani, di sca- 3
Ibidem. foto Edoardo Detti
4
Ibidem. 10
lazione dei piccoli centri medievali. Essi le e voltoni per sopperire alla mancanza 5
E. Detti, Urbanistica medievale minore 2, in “La Vista aerea di Viareggio, anni ’50
6 esprimono un legame con la terra im- di spazio. Ci sono Nicola e Ortonovo, sui critica d’arte”, n. 25-26, 1958, p. 101. foto Edoardo Detti

100 101
7
Versilia, urbanistica e ambiente naturale

Fede nel progetto moderno e salvaguar-


dia dei valori millenari del territorio sono
componenti inseparabili l’una dall’altra
del pensiero e dell’opera di Edoardo
Detti. Gli interventi che, per oltre un ven-
tennio, ha dedicato alla Versilia, le pro-
poste per conciliare sviluppo turistico
e conservazione dell’ambiente urbano
e naturale, sono il banco di prova della
sua visione urbanistica.
Ma la Versilia è, per Detti, prima ancora
che occasione di impegno culturale e
professionale, luogo di affezione: luogo
nel quale aveva abitato a lungo e che
aveva profondamente amato, al punto
da non volerci più tornare negli ultimi
anni della sua vita, come ricorda Gian
Franco Di Pietro, a causa delle trasfor-
mazioni incontrollate che l’avevano resa
8
irriconoscibile.
Quando, nel 1950, per la prima volta
Detti interviene a difesa delle pinete di
levante di Viareggio, la Versilia a cui si ri-
volge è quella primordiale e “mitologica”
evocata da Mario Tobino: “Viareggio
viene da lontanissimo. Nel dodicesi-
mo secolo, in quella zona contesa tra
lucchesi, fiorentini, genovesi e pisani,
a salvaguardia di un qualche interesse
si costruì una torre, una difesa. La torre
si ergeva in mezzo alla palude; le dune
dalla parte del mare, a ogni sconquas-
sata di libeccio, mutavano la posizione
del piccolo dorso come pecore che
trotterellano qua e là impaurite. […] La
furia del libeccio si alternava al silenzio
dei numerosi giorni sereni”.1
Eppure questa identificazione poetica
non rappresenta per Detti un ripiegamen-
to nostalgico, di esclusiva conservazio-
9 ne; al contrario costituisce il fondamento

102 103
11
culturale indispensabile per disegnare i coinvolgendo il patrimonio ambientale
necessari processi di sviluppo del territo- delle pinete, conservato nella sua inte-
rio versiliese dentro organiche strategie grità, in un più allargato uso pubblico
di trasformazione e attraverso precise delle comunità insediate.
strumentazioni urbanistiche. A questo fine Detti mobilita tutte le
Se in un primo momento la sua atten- risorse di cui può disporre: disciplina-
zione si appunta sullo “stradone” comu- ri, tecniche, professionali, ma anche
nale aperto tra il litorale e la retrostante uomini di cultura, organi di stampa,
Macchia Lucchese di Viareggio,2 foriero personalità politiche, con un’attitudine
di una conurbazione incontrollata, ben insieme di intransigenza morale e di
più violenta a fine anni ’50 è la polemica interventismo civile di chiara matrice
contro una delle più aggressive specula- azionista. Fittissimo è l’intreccio epi-
zioni immobiliari di allora, la cosiddetta stolare a questo riguardo conservato
“lottizzazione Salviati-Barbetta” (dai nel Fondo Detti: vi compaiono i nomi di
nomi del proprietario e del tecnico), che Zevi, Astengo, Ragghianti e Cancogni,
interessava parte consistente della vasta di Fernanda Wittgens (direttrice della
tenuta di Migliarino, plaga forestale di ri- Pinacoteca di Brera), del fisico Giovanni
conosciuta bellezza naturale. I caratteri di Polvani, del senatore a vita Umberto
quella operazione erano particolarmente Zanotti Bianco, dei giornalisti Cederna,
rozzi e grossolani: negli elaborati tecnici Dentice, Cardulli, e altri ancora; tutti
del piano, di circa 500 ettari, si parlava nomi tra i principali protagonisti della
di una “città molto preziosa e raffinata”, vita culturale e politica di quegli anni.
“per miliardari di tutti i continenti”, dove L’esito della vicenda è noto. Le manovre
si sarebbero “cullati i sogni delle dive e le speculative non vennero sconfitte, ma
fantasie dei re del petrolio”.3 in parte contenute o quanto meno ritar-
Detti conduce in questo caso una delle date. Del resto in quello che la stampa
sue prime e più combattive battaglie. dell’epoca descrisse come un “delitto
La sua idea urbanistica, proposta in perfetto”, agivano forze potenti, con
numerosi interventi sulla stampa e la convergenza di organi dello Stato
successivamente come consulente preposti alla tutela, di amministrazioni
dell’ Amministrazione di Viareggio per comunali consenzienti, di forze politiche
il piano intercomunale di Viareggio e –in primo luogo socialiste– alleate e com-
11 Vecchiano (1962),4 era di impedire la partecipi, in un intreccio quanto mai opa-
Edoardo Detti
Planimetria del territorio di Viareggio, anni ’50
formazione di una città lineare continua co di società, soggetti economici, legami
12 lungo la costa, da Bocca di Magra a finanziari, coperture politiche. Nel con-
Viareggio, lo “stradone” tra la pineta e il mare,
anni ’50, foto Edoardo Detti
Bocca d’Arno, contrapponendo un tempo però fu vinta almeno la battaglia
13 disegno capace di incanalare le spinte per l’istituzione del Parco Nazionale di
Piano Intercomunale di Viareggio e Vecchiano,
1963. Consulente: E. Detti; Progettisti: P. Bellò,
edificatorie della crescita turistica lungo Migliarino-San Rossore (1979), provve-
D. Cardini, I. Dati, N. Di Cagno, F. Mazzocchi, poche e selezionate linee perpendicolari dimento fortemente propugnato da Detti,
P. Moroni, G. Ramacciotti
alla costa, in nuclei più compatti e pene- decisivo per la salvaguardia di questo
Pagine successive: trati nel retroterra, salvaguardando in tal straordinario patrimonio ambientale.
14 - 15
La spiaggia a levante di Viareggio, anni ’50,
modo non solo l’integrità di una delle più Ciò che a Detti stava a cuore della Versi-
foto Guido Biffoli belle fasce costiere tirreniche ma anche lia era l’equilibrio secolare tra paesaggio 13

104 105
14

costruito ed ecologia naturale, l’integra- prensoriale e regionale. Concezione


zione, piena di storia e di cultura, tra urbanistica “animata da una rarissima
centri abitati, profilo costiero, variabilità lungimiranza di visione”,6 come scrive
atmosferica della linea sabbiosa delle Zevi, a cui si deve probabilmente l’in-
dune, rigore geometrico delle pinete. tegrità e l’autenticità di tanti paesaggi
Ma comprendere questo paesaggio toscani conservati fino a noi.
significava saldare gli insediamenti di Caterina Lisini
costa in un’unica visione con il territorio
agricolo retrostante, fino ad abbracciare
il paesaggio delle Alpi Apuane e i centri
millenari della Lunigiana.
Scriveva Detti proprio all’atto di avvio di
1
M. Tobino, Sulla spiaggia e di là dal molo, Mon-
questa vicenda: “Questa regione dove dadori, Milano 1966.
la grandezza dolomitica delle Apuane si 2
cfr. E. Detti, Pianificazione regionale e il destino 15
delle pinete a levante di Viareggio, in “Monti e Bo-
concilia con i toni delicati della terra tosca- schi”, rivista del T.C.I., n.12, dicembre 1950.
na e l’intensità luminosa del Tirreno, offre 3
A. Cederna, I congiurati della pineta, in “L’Espres-
so”, 15.05.1966.
un paesaggio dei più grandiosi e sereni”.5 4
cfr. E Detti, Relazione di consulenza per lo studio
Nello sviluppo di questa sua prima bat- del Piano Intercomunale dei Comuni di Viareggio e
Vecchiano, febbraio 1963 (Fondo Detti, Archivio di
taglia egli mette a punto la sua peculiare Stato di Firenze).
concezione urbanistica, la necessità 5
E Detti, Pianificazione regionale e il destino delle
pinete a levante di Viareggio, cit..
di inquadrare i fenomeni locali in una 6
B. Zevi, L’urbanista partigiano, in “L’Espresso”,
organica pianificazione di scala com- 03.02.1985.

106 107
Con i segni della topografia - Pierluigi Spadolini
e l’approccio ambientale all’architettura

Fabio Fabbrizzi

Uno dei maggiori portati delle molteplici l’idea della sintatticità -altra categoria
espressioni di Scuola Fiorentina è da operativa che in declinazioni anche mol-
individuare in quella rara capacità di to diverse, lega tra loro le molte voci di
aprire il progetto verso altri campi del Scuola Fiorentina- viene narrata al meglio
sapere, che ha evoluto nel tempo una nei progetti e nelle opere maturati a parti-
multidisciplinarietà capace di tenere nel- re dalla fine degli anni ’60.
la filigrana della sua composizione, una Sono le opere che di fatto vanno a
densa coabitazione di temi diversi. È in- rendere reale quella previsione che Ro-
fatti in questo clima di estrema apertura berto Papini fece al giovane laureando
intellettuale verso altri campi del sapere, Spadolini, intravedendo nel suo lavoro la
che le componenti compositive e stili- predestinazione a “coprire grandi spazi”
stiche legate alla dimensione organica anticipando con fiuto quella capacità a
e razionalista, entrambe fuse alla cifra comporre vaste dimensioni e concepire
espressionista, hanno trovato un ambito volumi di taglio e impostazione territoriale.
particolarmente favorevole in Toscana, Una dimensione che assumerà nel tempo
lavorando oltre che sulla valenza mag- un carattere, per così dire, ambientale,
giormente omogeneizzante nei confronti grazie al quale si tendono a mettere in
1
di un profondo rapporto con il luogo, an- luce le molte componenti del delicato
che sul fatto che la stessa idea di luogo rapporto con l’inserimento nel contesto,
-intesa come espressione di caratteristi- sia esso urbano o paesaggistico-territo-
che umane- esprime e riassume al me- riale. Le matrici generative di molte delle
glio quella necessità di commistione che sue tematiche, sono da rintracciarsi nella
l’architettura ha maturato nei confronti di sapiente codificazione dei diversi rapporti
altre discipline. In altre parole incarnan- con gli elementi della natura, alla quale si
do al meglio, quel bisogno espresso a affianca la gamma delle sue invenzioni
più voci nel mondo del progetto, di dive- compositive, come le superfici corrugate,
nire complesso “fenomeno” di relazioni i piani sfalsati e sovrapposti, nonché la
correlate e vivificate alla realtà. personale e vibratile interpretazione di
In questa ottica, l’opera di Pierluigi Spa- uno dei temi di consonanza della cultura
dolini, che pur riveste una posizione con- architettonica toscana, ovvero il muro.
traddittoriamente in bilico tra le diverse Nelle sue architetture infatti il muro non è
istanze della cultura architettonica italiana solo massa, ma plasticità fremente e pal-
e più specificatamente fiorentina, appare pitante di ritmi, di concerto all’attento e
1
particolarmente significativa. Solitamente sempre presente rapporto di inserimento Firenze, Centro dei Congressi - Auditorium,
la sua opera viene evidenziata per quella ambientale. Ma è proprio questo rapporto collaboratore Paolo Felli, Mario Aquilino
(strutture), 1965-1968
preziosa caratterizzazione legata alla che a cavallo tra gli anni ’60 e gli anni ’70, 2
componibilità, ovvero alla sua capacità muta la propria essenza, trasformandosi Firenze, Centro dei Congressi - Auditorium,
collaboratore Paolo Felli, Mario Aquilino
di rendere normalizzabili e discreti tutti da operatore capace di generare sempli- (strutture), 1965-1968
gli elementi che compongono la forma, ce assonanza tra l’architettura e il luogo, pianta e sezione
sia essa di un edificio o di un pezzo per ad operatore di una diversa sensibilità, Pagine successive:
l’industria. Questa sua composizione legata ad un rapporto più immediato e 3-4-5
Firenze, Centro dei Congressi - Auditorium,
intesa come scomposizione, che di fatto diretto tra l’architettura e la fisicità della collaboratore Paolo Felli, Mario Aquilino
evidenzia un punto di collimazione con terra. Ovvero in quegli anni, si assiste (strutture), 1965-1968 2

108 109
3 5

all’evoluzione di una progettualità che anticipatoria proposta di Fagnoni per la Sempre nel 1969, Spadolini conclude la 1971. Anche in questo caso, si sfruttano dalla Nuova Area Operativa della SMA tradizionale degli spazi tipici delle ville
ricerca un modello di natura, “uscendo” nuova Stazione di Santa Maria Novella, realizzazione fiorentina del Centro Con- le preesistenze ottocentesche di Villa di Firenze, elaborata tra il 1977 e il 1979, toscane, come il chiostro, il giardino
dalla semplice e già superata dimensione risolta come una sorta di grande giardino gressi, costruito in relazione alle preesi- Ormond, i cui ambiti vengono rifunziona- ed inserita nel paesaggio della collina di murato ed il giardino all’italiana. Le co-
imitativa, per collocarsi in uno spazio che urbano sotto al quale si immaginava lo stenze ottocentesche di Villa Vittoria, in lizzati allo scopo, mentre due grandi sale Marignolle. Anche in questo caso, ci si perture del nuovo organismo, vengono
trova un nuovo senso direttamente dal sviluppo dell’edificio. Quindi un sentire un punto strategico tra la stazione e i Viali vengono immaginate interrate, assecon- trova a dialogare all’interno del rapporto perciò concepite come una dilatazione
confronto con essa. La natura, da og- comune, forse nato dalla stessa struttura di Circonvallazione. Il nuovo complesso, dando la naturale morfologia della collina con la preesistenza storica, in particolare del preesistente giardino, raccordato
getto di mimesi artistica e architettonica, ambientale di riferimento, che ha gene- sfrutta le volumetrie della villa adeguata- su cui sorgono i giardini della villa. Le con la quattrocentesca Villa di S. Martino a questo, attraverso rampe inclinate e
diviene soggetto progettuale e la stessa rato però nell’opera di Spadolini uno dei mente rifunzionalizzate allo scopo, insie- nuove volumetrie ipogee si raccordano e con i suoi spazi aperti, che secondo la piani seminati a prato. Tutta l’illumina-
architettura non risiede più solo nel con- suoi punti più alti e seducenti. me all’inserimento nei giardini antistanti di ai volumi esistenti attraverso una grande tradizione toscana, organizzano la natura zione naturale del complesso è affidata
fronto o nell’alterità con la natura, quanto Lo studio per la candidatura di Firenze una vasta sala ipogea per 1200 persone. fluidità di impianto, ben colta dal garbato circostante attraverso i rigidi equilibri di a dispositivi come asole e bocche di
in un proprio “essere” nella natura. alla XXI Olimpiade, che Spadolini coor- Il volume della sala viene calato in un in- disegno planimetrico di insieme, ma un giardino geometrizzato. L’idea gene- lupo, che staccano in punti determinati, il
La cultura contaminante di quel perio- dina nel 1969 e rimasto ad una generale vaso interrato coperto da una membrana assaporata al meglio attraverso la sezio- rale per la progettazione di questo am- piano della copertura, insieme a pozzi di
do, scompone e ricompone i molteplici fattibilità, costituisce una sorta di impor- a reticolo, circondata da una fascia in ne, anche in questo caso strumento di pliamento produttivo, che non è costituita luce e lucernari zenitali che diventeranno
aspetti delle diverse discipline entrate di tante caposaldo nella via topografica precompresso che viene poggiata su progetto e verifica capace di prefigurare da un edificio vero e proprio, quanto piut- un’altra cifra di riconoscimento stilistico
getto e in maniera ormai inarrestabile nel all’architettura. È un sistema infatti, che quattro lame portanti. Planimetricamen- al meglio la semplice complessità dello tosto da una serie di movimenti di terra e della poetica spadoliniana. In questa rea-
mondo del progetto. Le distinzioni quindi colloca grandi strutture sportive nella te l’intera composizione si imposta su spazio immaginato. di inserimenti volumetrici nello spessore lizzazione, tutto il processo interpretativo
appaiono superabili e i confini sempre periferia della città, senza smarrire il du- flessuosi segni ellissoidali che richiudono Nell’approfondimento della dimensione della collina, prende avvio da una duplice è orientato a sua volta nella duplice dire-
più labili, strutturando una coscienza che plice legame con la propria identità e con il cerchio perfetto dell’auditorio, mentre topografica dell’architettura, interes- motivazione. Senza dubbio, alla motiva- zione di un recupero spaziale di temi ar-
supera in poco tempo differenze ritenute quella dell’intorno. La disposizione delle accessi e passi perduti vengono a librarsi sante appare il progetto del 1973 per zione più aulica dell’interpretazione degli chitettonici ricorrenti e riscontrabili nella
fino a pochi anni prima incrollabili, come attrezzature si sviluppa lungo un asse in una spazialità compenetrata anche in un insediamento alberghiero nel Parco spazi delle ville toscane, si affianca anche realtà storica fiorentina. Infatti, la sovrap-
quella tra architettura e urbanistica, tra principale che le “ordina” in un disegno di sezione. Ed è proprio in aderenza alla di Pratolino presso Firenze. Anche in quella più concreta, data dalle rigide im- posizione dei tre gradoni che racchiudo-
aulicità e quotidianità, tra vita e arte, e rigorosa impostazione, partendo proprio migliore tradizione compositiva fiorenti- questo caso, tutta l’impostazione prende postazioni degli strumenti urbanistici, che no il piano di campagna con il giardino
con esse anche tra la dimensione natu- dal fulcro visivo del nucleo storico della na, che tramite la sezione longitudinale l’avvio dalla relazione con le preesistenze prevedevano il rispetto di un’altezza mas- della villa, rimanda ad uno spazio che
rale e quella artificiale. Ovvero inizia una città, dove la sagoma della Cupola del dell’intervento si riesce a cogliere la -in questo caso le affascinati volumetrie sima molto bassa, fissata a 1,80 m fuori frena le proprie componenti, attorno ad
possibile dimensione topografica dell’ar- Brunelleschi, si offre come traguardo di novità dello spazio; una collina costruita, delle Stalle buontalentiane- che divengo- terra. Scaturisce da questo vincolo, l’idea un fulcro che è quello dell’edificio vero e
chitettura, nella quale si altera irrimedia- questa assialità. Il rapporto con il territorio composta e plasmata al contempo, che no il rigoroso contrappunto al flessuoso di concepire un organismo che con setti proprio, come succede nell’applicazione
bilmente il consueto rapporto di figura/ è mitigato da accorgimenti compositivi lascia emergere parzialmente la com- disegno dell’insieme, che emerge come murari, movimenti del terreno, pozzi di dello stesso principio, nei rapporti tra
sfondo tra l’edificio e il sito, rincorrendo che legano i nuovi interventi alla natura plessità del suo funzionamento interno, concrezione dal naturale andamento luce e asole realizzate nella limitatissima l’anfiteatro di Boboli, il cortile di Palazzo
una nuova entità intesa come inedita del contesto; rampe di raccordo modella- scoprendo i fianchi in corrispondenza delle curve di livello dell’area. I volumi, volumetria fuoriuscente, va ad inserirsi Pitti e la massa del palazzo stesso. Il tutto
comunione tra la terra e la forma, non più no e compattano le infrastrutture sportive degli accessi esterni e modellandosi in un parzialmente interrati a mitigarne l’impat- nel modellato della collina, lasciando ai affiancato ad una definizione esterna che
l’una ospitante l’altra, ma entrambe unite e i diversi piani si sfalsano per definire gioco di dualità e di rimandi in un teatro- to, si confrontano a cascata nei tre livelli pochi segni geometrici emergenti dal s’inserisce con continuità, nella tradizio-
attraverso l’atto progettuale. un inserimento fatto di tagli, intersezioni arena a cielo aperto. Sorprendentemente digradanti con il paesaggio circostante, prato, la connotazione del progetto, che ne materica toscana. Ancora una volta,
Negli itinerari di Scuola Fiorentina que- con il terreno e grandi segni ordinatori, raffinato risulta il dettaglio, vero progetto attraverso aggetti e coperture verdi, in si sviluppa quasi interamente nella terra. ad essere interpretati, sono gli elementi
sto approccio è abbastanza frequente, che si legano al complessivo disegno nel progetto, che riesce con abilità vir- modo da prolungare nell’edificio la vege- Tutta la composizione è articolata del linguaggio degli spazi aperti legati al
si pensi per esempio alle “correzioni” del verde, più vicino forse a quella coeva tuosa a coniugare il rigore dell’approccio tazione dell’intorno. sull’espansione lungo un asse preferen- verde: i percorsi pedonali si sviluppano
naturalistiche di Michelucci, alle colline concezione spaziale tipica della Land Art, sintattico, alla più istintiva e umorale Sicuramente l’esempio più riuscito di una ziale di grandi luoghi aperti, dal disegno sottolineando il disegno generale dell’in-
costruite di Gamberini, alla venerazione che in quegli anni si andava consuman- espressività plastica dell’insieme. composizione che metabolizza al proprio molto rigoroso e geometrizzato, la cui tervento e sono realizzati con moduli a
per il suolo di Savioli, alla terrosa plasti- do, piuttosto che ai comuni canoni di un Stessi accenti si registrano nel progetto interno memoria, innovazione, tecnolo- reiterazione espande e dilata verso la ciottoli bianchi e verdi, assecondando la
cità di Ricci, o anche alla sorprendente e intervento a carattere sportivo. per il Centro Congressi a Sanremo del gia e natura, è senz’altro rappresentato campagna circostante, la sequenza tradizione del giardino fiorentino cinque-

110 111
6

6
Firenze, Centro dei Congressi - Auditorium,
collaboratore Paolo Felli, Mario Aquilino
(strutture), 1965-1968
7
Studio per un insediamento alberghiero a
Pratolino, collaboratore Guido Spadolini, 1973
8
Studio per la candidatura di Firenze alla XXI
Olimpiade, coordinamento Pierluigi Spadolini
con Centro Studi Territoriali,Antonio
Andreucci, Pierguido Fagnoni, Paolo Felli,
Guido Ferrara, Francesco Re, 1969

Pagine successive:
9 - 10
Firenze, Edificio industriale della S.M.A., con
Pierguido Fagnoni, 1977-1979
11
Firenze, Edificio industriale della S.M.A., con
Pierguido Fagnoni, 1977-1979
8 spaccato assonometrico

112 113
centesco, ed anche in questo caso inse- zioni che vengono ribadite dagli interventi
rendo nella composizione un frammento laterali, concepiti come successioni di
di organicità che rafforza ulteriormente, spazi, come consequenzialità di recinti e
il già efficace dialogo con la naturalità ancora una volta equilibrati, sulla tensio-
del contesto circostante, addolcendo la ne tra natura e artificio.
rigorosa impostazione classica con cui Una tensione questa, che pare assumere
è stato trattato l’intero insieme. Insieme nell’itinerario spadoliniano molte acce-
che attualmente dopo una lunga fase zioni, ma nella quale si può individuare,
di riconversione ospita le strutture di un soprattutto attraverso queste opere e
Centro benessere. questi progetti, un’alleanza tra il senso
Spadolini ritorna ai virtuosismi di una più vero delle cose, come se la coerenza,
composizione complessa e integrata, la costruttività e finanche la bellezza, non
con un progetto che elabora come in potessero essere altro che una sorta di
una sorta di manifesto, molte delle te- necessaria riunificazione narrativa tra
matiche sviluppate nella propria poetica. l’uomo e il suo ambiente.
Si tratta del progetto di fattibilità per la
costruzione della Scuola Sottufficiali dei L’autore desidera ringraziare la sig.ra Serena
Spadolini per avere messo a disposizione con
Carabinieri, immaginata per le colline di passione e entusiasmo l’archivio del padre Pier-
pertinenza di Villa Tolomei tra Soffiano e luigi Spadolini.
Scandicci nei pressi di Firenze. L’insedia-
mento tiene in alto conto i rapporti con il
paesaggio collinare, andando a riempire 9

con le proprie volumetrie quegli spazi di


depressione tra le diverse quote altime-
triche. Ne risulta una volumetria che non
supera in nessun caso le quote della villa
esistente, che rimane l’origine di tutto il
sistema. L’intervento si modella sulla col-
lina, costruendo un giardino murato at-
torno alla preesistenza storica. Le diverse
funzioni vanno a occupare volumi interrati
Bibliografia
incisi nel terreno a livelli digradanti. La FABBRIZZI F, Opere e progetti di Scuola Fiorenti-
preesistenza storica della Villa dei Tolo- na 1968-2008, Alinea Editrice, Firenze, 2008.
GURRIERI F., Centro Internazionale dei Congressi
mei, segna un asse nella campagna che di Firenze, in: “L’industria delle costruzioni”, 1970.
viene “infilato” dall’episodio del grande GURRIERI F., a cura di:, Pierluigi Spadolini. Uma-
nesimo e tecnologia, Electa, Milano, 1988.
auditorium, diretta derivazione di quella KÖENIG G. K., Le nuove aree operative di una
impostazione al contempo flessuosa industria elettronica presso Firenze, in: “L’industria
delle costruzioni”, settembre, 1982.
ma rigorosamente intelligibile, presente RIVOLTA A., Nel profilo della collina, in: “L’Arca”,
nell’Auditorium fiorentino. Questo ele- 1989.
SPADOLINI P. L., Design e società, Le Monnier,
mento viene sviluppato come tema com- Firenze, 1969.
positivo di cerniera, attorno al quale si SPADOLINI P. L., Architettura e sistema, Edizioni
Dedalo, 1985.
aprono due diverse direzioni individuate SPADOLINI P. L., Lezione di Architettura, Clear,
dalla conformazione della collina. Dire- Roma, 1993. 10 11

114 115
1

Disegnare la terra con rose e con stelle

Maria Teresa Bartoli

«Non me ne meraviglio, donna fina, facevano un grado terrestre lungo 500 della terra sul piano era uno dei loro
se intra l’altre mi parete il fiore, stadi, con una circonferenza terrestre principali problemi.
o se ciascuna beltate dechina di 180 x 1000 stadi.
istando presso del vostro valore; Tolomeo (II sec. d.C.) ne fu entusiasta, La Carta Pisana è il più antico dei por-
ché la stella ch’appare la mattina, per la semplicità di calcolo che ne de- tolani,1 carte in cui la terra è descritta
mi rassomiglia lo vostro colore…» rivava, e con quella misura descrisse come confine del mare, linea sottile
(da un sonetto di Chiaro Davanzati, e disegnò tutta la terra conosciuta. tracciata attraverso la punteggiata dei
fiorentino, morto prima del 1280) Veniva (in proporzione) molto, molto porti allineati lungo le coste e i tratti di
lunga nella direzione Est Ovest, perché linea delle rive che li connettono (fig.
Rose e stelle danno figura e luce nella direzione Nord Sud faceva fede 4). Si suppone che sia del XIII secolo,
all’espressione dell’amor cortese dei la latitudine, misura angolare che tutti perché vi appaiono luoghi con nomi
poeti della Scuola Siciliana e del Dolce sapevano calcolare ma produceva che cambiarono dopo il 1275. I nomi ri-
Stil Nuovo. Rose e stelle riempiono di lunghezze inferiori al vero, a causa di portati sulla Carta sono numerosi come
misurati colori il suolo nello spazio del quel raggio troppo corto, mentre lun- le stelle in cielo e deve essere occorso
sacro (figg.1, 2). Rose e stelle porgono go il tragitto del sole facevano fede le molto tempo per metterceli tutti; de-
con empatia la trama al racconto goti- lunghezze, e quelle erano prelevate per vono essere state raccolte molte carte
co della terra conosciuta, regolato sul mare e per terra misurando in miglia. per realizzare la nostra, contattati molti
reticolo dei portolani (fig. 3). Il Califfo Al-Mamun eresse a Bagdad viaggiatori che indicassero, trascrives-
la Casa della Saggezza (832), costruì sero, traducessero… La base grafica
Quando Eratostene (noto tra il 276 e un osservatorio astronomico, e dette della Carta potrebbe essere quindi di
il194 a.C.) aveva per primo misurato la ordine ai suoi saggi (tra i quali era il alcuni decenni prima.
circonferenza del globo, aveva ricavato celebre Al-Khwarizmi) di rimisurare un La descrizione è appoggiata sulla im-
le sue misure viaggiando per terra, tra grado di meridiano secondo il metodo maginifica rete di due stelle a 16 punte
Siene e Alessandria. La distanza tra le di Eratostene, perché la misura corren- (rose dei venti), saldate sul punto di
due città risultò di 5000 stadi; l’angolo te (quella di Tolomeo) era palesemente tangenza lungo un asse longitudinale.
al centro corrispondente fu valutato errata: e che lo misurassero in due luo- Due ricami svolti da un filo che si di-
1/50 di angolo giro. Il giro della terra ghi, per verifica. Egli voleva una nuova pana senza interruzioni tra i 16 vertici
(la soluzione stava nel 5 elevato alla carta, che fosse più fedele alle terre distribuiti su ognuno dei due cerchi, an-
seconda potenza) ne risultava lungo conquistate e da conquistare alla sua dando dall’un vertice all’altro, stringen-
250.000 stadi. Per rendere più incisi- vera fede. Non sono riuscita a trovare do progressivamente lo spazio intorno 1
va la soluzione e più provvidenziale la misura stabilita in quelle circostanze, ai centri dei cerchi e chiudendo nelle Rappresentazione grafica di stella e rosa
2
la sfericità del globo, fu arrotondata ma forse i suoi sapienti fecero calcoli maglie ora a triangolo ora a rombo, di Abside del Duomo di Monreale
a 252.000: in tal modo ogni grado, migliori dei suoi predecessori. ampiezza mutevole, ma decisa dalla re- tarsie del pavimento, le stelle (secolo XII)
3
252.000/360°, era 700 stadi, e ogni La scienza degli Arabi correva veloce gola, il profilo delle terre disegnate dal Abside del Duomo di Monreale
cartografo poteva pensare con gra- in tutto il territorio governato dal Califfo mare. Disegnate dal mare perché è la tarsie del pavimento, il fiore (secolo XII)
titudine al creato e a Eratostene che e dai suoi successori, diffondendosi quota costante delle acque che segna Pagine successive:
aveva saputo misurarlo, per il grande nei diversi centri della cultura, da Bag- il profilo di ciò che emerge, ma anche 4
Carta Pisana (II metà del secolo XIII)
vantaggio che questi numeri offrivano dad al Nord Africa, fino alla Spagna perché dal mare e stando sulle malfer- evidenziate le terre emerse principali e il
alla descrizione dei paesi conosciuti. occidentale. Di questa scienza furono me navi furono prese (e riprese), con reticolo di riferimento
5
Posidonio (ca 135 -50 a.C.), rivolgen- imbevuti Leonardo Fibonacci e gli l’astrolabio fatto immobile dal suo stes- Strumenti e tecniche di misura del cielo e della
dosi alle stelle, sbagliò i calcoli, ma studiosi dell’Astrologia, per la misura so peso, le misure ottenute dal bastone terra, immagine dal Regiomontano, astronomo
tedesco della II metà del secolo XV
nessuno se ne volle accorgere, perché dei campi circolari (in seguito chiamata di Giacobbe (fig.5) che, con sequenze 6
i suoi numeri erano ancor più incisivi e scienza della sfera). La descrizione di trilaterazioni incatenate, permisero 3 Diagramma di riferimento dei portolani a 16 vertici

116 117
di fermare i quasi infiniti punti discreti
che, uno dopo l’altro, fecero affiorare
sulla carta i contorni delle terre abitate:
solo i contorni! Come furono misurati
quei punti? Questa è la domanda.
Per cercare la risposta, poiché nessun
cartografo ha tradito il segreto dell’arte
e affidato alla parola scritta il metodo,
è necessario studiare bene il risultato,
e dalle sue caratteristiche indovinare il
modo. Oppure, come spesso si fa, si
può liberarsi del problema, dichiarando
che quella Carta, grossolanamente
fedele al vero, fu compiuta dagli anti-
chi senza una vera scienza, sulla base
dell’esperienza pratica, con valutazioni
compiute a vista, correggendo sequen-
ze di tentativi approssimati.
Per giudicare l’affidabilità della Carta,
occorre confrontarla col vero: identifi-
care un elevato numero di luoghi, mi-
surarne le distanze relative e confron-
tarle con quelle registrabili sull’analoga
carta conforme di un atlante attuale (le
misure satellitari aiutano a migliorare i
risultati di questo confronto). Questo
è stato fatto e i risultati sono mostrati
nelle figure (6).
Riassumiamo per punti:
La prima stella, con centro a Ovest
della Sardegna, di fronte alla località di
Bosa, in prossimità della costa, è stata
spesso definita una “rosa dei venti”,
perché sulle estremità delle punte cor-
rispondenti all’ottagono sono indicati
gli 8 venti. Ma se riportiamo sulla terra
le direzioni principali della rosa, quella 4
che dal centro punta su Genova, asse
del cerchio, non è rivolta a Nord, se
non con notevole approssimazione (ro-
tazione in senso antiorario di 8° circa).
Quindi in realtà le otto punte non sono
orientate come le direzioni astronomi-
che. Ancor meno lo sono le punto ana-
loghe della seconda rosa, il cui asse è
ancora più ruotato del primo, rispetto
alla direzione del Nord.
Il disegno degli specchi di Mare Medi-
terraneo nelle due rose è molto simile
a quello dei nostri atlanti (vedi la figura
della carta “conforme” di un atlante
scolastico); non lo è invece il disegno
del nostro stivale, ingrossato e goffo
rispetto alla sua vera sagoma; il difetto
inizia dal suo tacco, nel quale l’angolo
si apre verso l’esterno in maniera ec-
cessiva, trascinandosi dietro tutta la
costa adriatica, e ispessendo sempre
più il corpo della penisola. Non lo è
neppure il disegno delle terre di Spa-
gna e di Francia, immiserite nella loro
estensione; ancor meno l’Inghilterra.
Ciò nonostante, costruendo entro i due 5 6

118 119
7

cerchi (pur se deformati in varia misura cerchio corrispondente all’angolo al cen- stelle; con fiducia affida al loro intreccio
dall’azione delle vicende di tanti secoli tro = 360°/33. Con la trigonometria, 2r il compito di farsi chiavi che aprano la
sulla pergamena di supporto) un siste- sen360°/66 = 700 miglia, e raggio terre- porta della conoscenza del cielo e della
ma di quadrati di riferimento, e identi- stre uguale a 23100/6,28 = 3678 miglia. terra, come il poeta spera che le loro
ficando un insieme di punti sparsi (43)2 Se per mare si vanno misurando, in un figure gli diano l’accesso al consenso
sulla Carta e sul foglio dell’atlante attua- dato arco temporale, le distanze da e dell’amata. Lo scienziato vede la poten-
le, vediamo una elevata congruenza tra tra infiniti punti di costa, triangolando za euristica del diagramma, cui sono in-
le loro posizioni, superiore alle nostre da basi misurate, tutte queste distan- clini le arti visive del suo tempo: la figura
aspettative, deludente solo per quelle ze, rappresentanti ragionevoli archi di familiare agli occhi, alla mano e al cuore,
località più lontane (sull’Atlantico, o sul cerchio massimo, riportate su una sfera si fa veicolo della ricerca, struttura della
Mar Nero), di cui la geografia del tempo di rapporto noto con la terra, attraverso soluzione, strumento infine per dare
aveva notizie rarefatte e poco sicure. la trama triangolare, vanno fissando un maggior sicurezza al viaggio per mare
Possiamo anche misurare il raggio della disegno di punti notevoli rilevati. Ripor- e miglior conoscenza della terra. Entro i
terra contenuta nei cerchi: la griglia che tare quei punti sul supporto piano con la limiti del Mediterraneo.
abbiamo tracciato è resa misurabile mediazione di una rete di fili intrecciati
dalla distanza (uguale a metà del lato sui vertici di una rosa di 16 vertici e ap-
del quadrato iscritto nel cerchio) tra due poggiata sulla sfera è un gioco semplice
8
punti individuati esattamente: Tunisi e ineccepibile: anche il solo apprezza-
e l’isola del Giglio, due località molto mento dell’occhio è sufficiente a ottene-
familiari ai Pisani nel secolo XIII. Essa è re risultati più che soddisfacenti.
ben espressa da 350 miglia toscane co- Quale il limite? La perdita delle direzioni
eve, ovvero km 612. Quindi, il quadrato cardinali (fig. 8). I due cerchi della Pisa-
iscritto nel cerchio è di 700 miglia di na, tracciati a cavaliere di uno stesso
lato, mentre il raggio del cerchio è = 350 cerchio massimo di inclinazione utile 1
La pergamena, nota come Carta Pisana, sulla
quale è rappresentato il bacino del Mediterraneo,
miglia x √2 = 495 miglia, e il diametro è (agli scopi del cartografo, che riesce è conservata nell’archivio cartografico della Bi-
approssimabile a 1000 miglia. a descrivere tutto il Mediterraneo), blioteca Nazionale di Parigi, dove è pervenuta nel
1832 dalla precedente collocazione in un archivio
ma geograficamente non significativa di Pisa, città dalla quale ha preso la denominazio-
La lunghezza di 700 miglia rappresenta (l’angolo di inclinazione del piano del ne; viene datata, sulla base della toponomastica,
intorno al 1275.
con ottima approssimazione 1/33 di cerchio massimo rispetto al piano 2
Elenco delle località segnate nelle due carte: 1 cen-
circonferenza terrestre (612 km x 2 dell’equatore si può stimare in 40° tro del cerchio occidentale, a Ovest della Sardegna
(lat 40°14’, long 7°49’); 2 Isola di Giglio; 3 Tunisi; 4
= 1224 km; 1224 x 33= 49.392 km). circa) non sono facili da orientare e Genova; 5 Bona; 6 Marsiglia; 7 Barcellona; 8 Tortosa; 7
Fibonacci aveva steso, nel suo trattato nessuno degli elementi presenti può 9 Santander; 10 Almeria; 11 Orano; 12 Bugia; 13 Le misure della terra deducibili dal reticolo gotico
Venezia; 14 Sebenico; 15 Otranto; 16 Vibo Valenzia; 8
di geometria, una tavola delle corde, dare un appoggio per ricavare il Nord 17 Golfo di Squillace; 18 Dubrovnik; 19 Gerba; 20 Quarantatre luoghi individuati sulla Carta
dividendo l’angolo di una semicirconfe- con sufficiente affidabilità. centro Smirne (lat 38° 27’, long 27° 07’); 21 Alessan- Pisana e gli stessi sulla carta corrispondente
dretta ( lat 36°36’, long 36°19’); 22 Beyrut; 23 Geru- di un atlante moderno, riferiti ad una griglia
renza lunga 66 pertiche in 66 parti. salemme; 24 Porto Said; 25 Alessandria; 26 Bengasi; ortogonale di pari dimensioni
Con l’aiuto della tavola delle corde, L’astrologo gotico, ora cartografo, ha 27 Cefalonia; 28 Durazzo; 29 Porto di Costanza;
30 Atene; 31 Limasso (Cipro); 32 Kerna (Creta); 33 9
l’astrologo poteva dedurre la lunghezza negli occhi, nella testa e nel cuore le Salonicco; 34 Lesbo; 35 Bisanzio; 40 Ancona; 41 Il modello scientifico di proiezione grafica
del lato del quadrato, corda dell’arco di geometrie circolari della rosa e delle Manfredonia; 42 Rimini; 43 Agrigento. 9 della Carta Pisana

120 121
La pietra di Petra: architetture nella roccia

Stefano Bertocci

Il territorio della Giordania ha sempre nel 106 d. C. e, successivamente, con lo


rappresentato un nodo cruciale, con- spostamento delle direttrici commerciali
figurandosi come raccordo tra Asia, a nord, verso Gerasa e Palmira, ed a
Africa e Mediterraneo, e spesso la pos- sud verso il Mar Rosso, iniziò il declino
sibilità di controllo di questi territori è della città. Nel V secolo la città divenne
stata determinante per l’assetto politico sede vescovile ma, dal VII secolo con la
dell’intera area del Medio - Oriente pro- conquista araba, il sito perse anche la
prio per la sua posizione. All’interno di funzione di frontiera e tramite fra mondo
questo quadro territoriale la zona occu- bizantino e le tribù arabe.1
pata dall’antica città di Petra riveste un La conformazione geologica dell’area,
ruolo privilegiato quale crocevia di traf- disposta fra gli ottocento ed i mille metri
fici e culture per la posizione territoriale di altezza, sul margine meridionale della
al margine della zona fertile fra il Wadi frattura del rift, fra l’altipiano desertico e
Araba ed il deserto arabico. Nell’area la depressione della valle del Mar Morto,
sono presenti tracce di insediamenti è caratterizzata dalla presenza di grandi
umani fino dal paleolitico: il villaggio rilievi rocciosi, composti da sedimenti
di Beidha, quello di Jarmo e di Catal calcarei profondamente incisi dai feno-
Huyuk, a solo 8 km. da Petra, risalgono meni di erosione, arricchiti dalla colo- 1

al XVII e XVI millennio a.C.. Su uno dei razione della varietà dei depositi ferrosi
rilievi che dominano Petra, il pianoro che vanno dal giallo della limonite al ros-
di Umm-el-Biyara (m. 1.158 s. l. m.), è so violaceo degli ossidi. Tutto questo ha
stato individuato un villaggio dell’età connotato, nel tempo, gli specifici carat-
del bronzo, sul quale si sovrappose un teri dell’insediamento umano; si è potuto
villaggio degli edomiti. Il regno di Edom infatti sfruttare con relativa facilità sia la
(1200 a.C.) è citato nel racconto biblico coltivazione in cava di materiale lapideo
dell’Esodo (Numeri, 14-21) e costituiva da costruzione, sia la possibilità della la-
uno dei quattro regni in cui, nell’età del vorazione delle alte pareti rocciose per la
ferro, era suddiviso il, territorio giordano; realizzazione di alcune delle più famose
la capitale del regno, Sela (equivalente architetture rupestri. L’area della antica
al greco Petra) doveva essere proprio città di Petra è caratterizzata proprio
ubicata nell’attuale vallata di Petra. Il dalla presenza di numerosissime zone
sito venne successivamente occupato dedicate all’escavazione, per la produ-
dai Nabatei, una popolazione araba che zione di materiali lapidei da costruzione,
divenne ben presto una potenza com- che. risultano molto ben individuate e
merciale nei traffici fra l’estremo Oriente concentrate nella vallata principale della
1
ed il Mediterraneo. Si devono infatti a città. Sembra quasi che all’interno della Camera interna del Khasneh
questi ultimi le grandiose trasformazioni valle vigesse una sorta di regolamento foto Andrea Giorgetti
2
che arricchirono Petra, la capitale del per l’estrazione dei materiali che si è Interno del Triclinio
regno in periodo ellenistico e romano perpetuato nel corso dei secoli. foto Andrea Giorgetti
fra il I secolo a.C. ed il II secolo d. C., Pagine successive:
di fastosi monumenti e di grandiose La riscoperta di Petra 3
Dettaglio dell’ingresso della tomba di Sextius
architetture funerarie. Con la conquista Nel 1812 l’esploratore svizzero Johann Florentinus
romana, avvenuta per opera di Traiano Ludwig Burkhardt2 rivelò al mondo occi- foto Andrea Giorgetti 2

122 123
dentale le splendide architetture rupestri interesse, rilevati nell’analisi delle tombe dei giardini attigui con alcuni fabbricati
di Petra, conservatesi spesso pressoché di Medain Saleh dalla McKenzie, con- e terrazze, un triclinio, per i banchetti
intatte per le caratteristiche geomorfo- fortato anche dai risultati dei ricercatori rituali, e le cisterne, il tutto circondato
logiche del sito, oltre che la singolare che da dagli anno ‘50 hanno operato da mura.10 Risulta pertanto di estrema
tecnica di realizzazione monolitica. Il su alcuni dei monumenti della città di difficoltà un approccio critico comples-
grande successo dei primi resoconti Petra come Hammond, Wright, Parr e sivo all’architettura dei Nabatei in as-
arricchiti da ottime illustrazioni grafiche3 Zayadine,8 è stata la evidenziazione di senza di ulteriori indagini archeologiche,
e soprattutto una serie di splendide lito- un processo di graduale trasformazione considerando anche l’esistenza di tutta
grafie realizzate da David Roberts,4 edite e semplificazione degli elementi clssici una serie di insediamenti, anche molto
fra il 1842 ed il 1849, tratte da disegni delle decorazioni unitamente alla pro- articolati ed in buona parte non indagati,
realizzati nel 1839 durante una apposita gressione cronologica, quasi che, dopo che si svilupparono nel periodo di mag-
spedizione dall’Egitto alla Terrasanta, un primo momento fortemente innovati- giore espansione del regno nabateo,
contribuì ad incrementare l’interesse per vo caratterizzato dall’assunzione acriti- dalla Siria con Bosra, fino all’attuale
la mitica città. Le monumentali facciate, ca del linguaggio classico, proveniente stato di Israele e ad una parte dell’Ara-
ricche di riferimenti classicheggianti, soprattutto dall’ellenizzante mondo bia Saudita. È stato tuttavia possibile
fortemente caratterizzate dai cromati- tolemaico, i Nabatei abbiano sentito formulare alcune ipotesi relative alle
smi naturali, peculiari delle rocce della l’esigenza di sviluppare uno specifico grandi facciate rupestri le quali, sebbe-
valle, e dal rapporto unico con la aspra linguaggio figurativo più consono alla ne in buona parte “decontestualizzate”,
natura dei luoghi, con i forti contrasti propria cultura ed all’ambiente in cui la per l’ottimo grado di conservazione
determinati dalla luce dell’ambiente de- loro civiltà si era sviluppata. consentono l’approfondimento di ana-
sertico giordano, si imposero ben presto In parallelo a quanto riscontrato a Medain lisi tipologiche e stilistiche. Sulla base
all’attenzione degli studiosi. Nel 1898 Saleh, dove è stato possibile verificare in inoltre delle campagne di rilievazione
Brunnow e von Domaszewski5 pubbli- base alle evidenze epigrafiche anche gli fotogrammetrica, i cui risultati sono stati
carono un dettagliato rapporto delle operatori, le scuole degli intagliatori della pubblicati dalla McKenzie, avvalendosi
facciate scolpite dell’ area archeologica. pietra, ognuna delle quali era dotata di di ulteriori accurate verifiche e rilievi
I due autori, oltre a stabilire il sistema di un particolare sistema di modulazione eseguiti sul posto, è stato possibile
riferimento, con codice numerico, dei degli elementi, anche nell’analisi delle giungere ad interessanti considerazioni
monumenti all’interno dell’area della monumentali opere di Petra, è stata rile- di tipo mensorio relative alla modulazio-
antica città, ne organizzarono anche una vata una notevole importanza dell’analisi ne dell’architettura stessa, le quali sono
suddivisione critica in sette raggruppa- della modulazione degli elementi archi- in grado di fornire un ulteriore supporto
menti, sulla base dei dati storici allora tettonici. Sulla base di accurati confronti scientifico alle ipotesi di cronologia rela-
conosciuti e di considerazioni stilistiche, stlistici, mensori e di modulazione dei tiva ed assoluta dei monumenti stessi.11
ipotizzando inoltre le relazioni cronologi- dettagli, il lavoro della McKenzie giunge
che fra i relativi gruppi. ad una suddivisione storico-critica delle Le grandi architetture rupestri
La sequenza cronologica stabilita da facciate dove sono riscontrabili elementi Il Khasneh risalente ai primi anni del I
von Domaszewski venne abbandonata derivanti dall’architettura classica, in sei secolo d. C., costituisce lo scenogra-
dopo la pubblicazione delle tombe di gruppi, articolati secondo una crono- fico sfondo dell’ultimo tratto del Siq, il
Medain Saleh, un sito nabateo in Arabia logia relativa che va dai primi anni del singolare ingresso alla valle della città
con una estesa necropoli monumenta- I secolo d. C., con il tempio di Kasar el di Petra, originato da una fenditura
le, da parte di Jaussen e Savignac nel Bint ed il Khasneh, alla prima metà del naturale del massiccio roccioso che
1909.6 Qui le facciate erano arricchite da II secolo d. C., con la Tomba di Sesto chiude ad Est la vallata, che si sviluppa
numerose epigrafi, cosa estremamente Fiorentino, datata 129 d. C. e la Tomba per una lunghezza di circa 3 chilometri;
rara a Petra, e fu quindi possibile docu- Rinascimentale di poco successiva.9 I si tratta di un fronte molto articolato
mentare la pressoché contemporanea criteri sopra menzionati risultano tuttavia realizzato in una parete rocciosa, delle
realizzazione, nell’arco del I secolo d. inapplicabili, come riconosce la stessa dimensioni complessive di 25,30 m di
C., delle tombe dei primi quattro tipi in- autrice, alla classificazione delle architet- larghezza per 37,12 di altezza. La gran-
dividuati in un primo momento soltanto ture che non presentano elementi clas- de facciata è articolata con due ordini:
a Petra. Tuttavia il problema della data- sici, come quelle raccolte nelle prime quello basamentale, posto su di uno
zione delle architetture rupestri nabatee quattro categorie individuate da von Do- stilobate, è aperto nella parte centrale
ha continuato a suscitare un fitto dibat- maszewski (Pylon Tombs, Steps Tombs, con un pronao o vestibolo occupante tre
tito fra gli studiosi sino ai recenti studi di Proto-Heger ed Heger Tombs). campate cui si accede da una scalinata,
Judith McKenzie che partendo da accu- Le architetture rupestri oggi visibili a mentre le campate ai lati son cieche;
rate operazioni di catalogazione e rile- Petra facevano parte, in origine, di vasti questo è sormontato da un basso attico
vamento degli esempi maggiori dell’ar- complessi monumentali comprendenti, piano con al centro un timpano; l’ordine
chitettura petrea, con serrati confronti oltre alle strutture rupestri ancor oggi superiore articolato con timpani rotti
con le tombe della necropoli di Medain visibili, tutta una serie di spazi ed edi- ai lati e tholos centrale sormontata da
Saleh e con gli studi effettuati dagli anni fici in muratura come risulta, oltre che una copertura a tenda conclusa da un
Cinquanta del nostro secolo mediante dalle evidenze archeologiche, da una acroterio a forma di capitello sostenente
scavi condotti su alcune fra le maggiori iscrizione sulla tomba Turkmaniya che un’urna. Tutta la facciata risulta arricchi-
emergenze archeologiche dell’abitato di descrive l’intero complesso: questo era ta da eleganti decorazioni scultoree: i
Petra, ha curato una completa revisione composto dalla tomba principale e da fregi delle trabeazioni ed il timpano del
critica della cronologia dei monumenti altre camere sepolcrali, un cortile anti- vestibolo sono ricoperti da decorazioni
della valle.7 Uno dei fatti di maggior stante la facciata scolpita nella roccia, con motivi fitomorfi, mentre all’interno

124 125
degli intercolumni ciechi sono realizzate l’ordine risulta racchiuso ai lati da quarti
ad altorilievo figure stanti con vari attri- di colonna addossati a paraste o ante;
buti, su piedistalli. Dal vestibolo si acce- l’ordine superiore è caratterizzato dalla
de, tramite un ampio portale preceduto tholos centrale con copertura a tenda,
da una gradinata, ad una vasta camera sormontata da un acroterio a forma di
interna con pianta pressoché quadrata, capitello sostenente un’urna, con edi-
con piccole camere rettangolari aperte cola nell’intercolumnio cieco; la tholos è
al centro dei tre lati interni; sempre dal affiancata da due elementi coronati da
vestibolo si accede, tramite portali sor- timpano spezzato e da ante con semi-
montati da oculi, a due camere di minore colonne addossate.
dimensione rispetto a quella principale, Il prospetto della Tomba Palazzo, ha una
aperte rispettivamente sul lato destro e dimensione di poco superiore al Deir, un
sinistro del vestibolo stesso. Dall’analisi quadrato di 48,40 m di lato, ed è modu-
del rilievo del prospetto del Khasneh si lato secondo una griglia quadrata di otto
è potuto riscontrare una modulazione maglie per lato, basata sugli assi delle
dei singoli elementi estremamente so- colonne e delle aperture dell’ordine ba-
fisticata; la facciata risulta infatti orga- samentale; gli ordini superiori della fac-
nizzata secondo una griglia modulare, ciata seguono una sottogriglia di modu-
evidenziata dagli assi delle colonne dei lazione originata dalla ripartizione in sei
due ordini, proporzionata sulla base di parti dei lati di ogni maglia della griglia
cinque maglie quadrate che organizzano di base. La grande facciata è articolata
la distribuzione degli elementi architetto- su cinque ordini: quello basamentale è
nici in larghezza per base ed otto maglie impostato su di uno stilobate, è dotato
quadrate che spartiscono gli elementi in di trabeazione rotta sormontata da un
altezza. A partire dalla modulazione di basso attico all’interno del quale sono
base si possono poi individuare anche contenuti i timpani che sottolineano le
sottomultipli che organizzano la dispo- aperture delle camere interne; ai piedritti
sizione degli ulteriori elementi decorativi. di questo ordine sono costituiti ciascuno
Negli ultimi tempi sono stati eseguiti da un quarto di colonna addossato ad
degli scavi di fronte alla grande facciata un quarto di pilastro, sormontati da un
che hanno portato alla luce la presenza unico capitello. Il secondo ordine è co-
di una camera sepolcrale disposta al di stituito da coppie di colonne sostenenti
sotto dell’area del portico dotata di una una trabeazione rotta, impostate su di
scala di accesso. un podio e sormontato da un basso atti-
Il Deir e la Tomba Palazzo, probabil- co; il terzo ed il quarto orine sono ridotti
mente risalenti alla fine del I secolo d. e sono costituiti da plinti sormontati da
C. o ai primi anni del II secolo d. C., se- capitelli sostenenti una trabeazione
condo la classificazione proposta dalla rotta; il quinto ordine appare mutilo ed
McKenzie, risultano di dimensioni assai è costituito da semicolonne addossate
simili, e costituiscono le due più grandi a quarti di parasta disposte in sequenza
architetture rupestri di Petra. Il prospet- con campate cieche.
to del Deir, con una facciata larga m Di minori dimensioni, rispetto agli esempi
48 ed alta complessivamente m 48, è prima citati, la Tomba di Sesto Fioren-
modulato secondo una maggiore sem- tino è una delle poche che conserva
plicità geometrica, attraverso una griglia l’iscrizione, in latino, che attesta la dedi-
quadrata di otto maglie per lato, basata cazione, da parte del figlio, a T. Aninius
sugli assi delle colonne dei due ordini Sextius Florentinus, governatore della
della porzione centrale della facciata la provincia Arabia, riferibile al 129 d. C..
quale, in sintesi, ripete la modulazione Anche questa facciata risulta avere una
generale del modello del Khasneh, complessa modulazione, diversa tuttavia
con cinque maglie per base ed otto dagli esempi precedentemente descritti:
per l’altezza, con l’aggiunta di due ali, la griglia di riferimento è costituita da tre
ciascuna della larghezza di una maglia maglie di base (9 m) per cinque di altezza 4
L’arrivo del Siq con la facciata del Khasneh
e mezzo; le dimensioni della maglia (15 m). Il monumento risulta articolato da foto Andrea Giorgetti
modulare che regola l’architettura della un ordine basamentale disposto su di un
Pagine successive:
facciata risultano pertanto una sorta di podio, sormontato da un attico conte- 5
raddoppio proporzionale del Khasneh. nente un timpano curvilineo, a sezione di Panorama dalla sommità del Dair
foto Andrea Giorgetti
La grande facciata è articolata su due cerchio. Al di sopra dell’attico un ordine 6
ordini: quello basamentale appare privo ridotto sostiene il coronamento a timpa- Veduta dall’alto della parte terminale del Siq
con il Khasneh
di stilobate, è dotato di trabeazione no triangolare con acroterio centrale. I foto Andrea Giorgetti
con andamento mistilineo, con grande piedritti ai lati hanno addossato un quar- 7
Le erosioni policrome della facciata della
portale nell’intercolumnio centrale ed to di colonna e le trabeazioni sono rotte tomba di Sextius Florentinus
edicole negli intercolumni alle estremità; in corrispondenza di ogni sostegno. foto Andrea Giorgetti

126 127
5 6 7

Le tecniche di esecuzione realizzanti in contemporanea anche gli pria, ne costituivano anche lo sfondo ed prima che il sole raggiunga lo zenit; il presenta magnifiche striature rosso - 4
Raccolta di vedute di D. Roberts, Londra, 1839.
5
R. E. Brunnow, A. von Domaszewski, Die Provin-
La libertà dai tradizionali schemi statici ambienti interni a partire dai soffitti; il il contesto; la montagna stessa, con la Dair raggiunge la completa illumina- bruno, a quanto risulta dai resti perve- cia Arabia, vol I, Strasbugo, 1904, pp. 192 - 194,
dell’architettura classica, impostata sul materiale da cavare costituiva così via sua formazione rocciosa estremamente zione soltanto nel tardo pomeriggio, nutici, veniva esaltata dalla realizzazione 481 - 510
6
Cfr. J. Jaussen, R. Savignac, Mission Archéologi-
sistema trilitico ortostatico, ha consenti- via il piano di appoggio per gli operatori ricca di valenze cromatiche, avvolge mentre il gruppo delle tombe reali entra di un rivestimento a stucco bianco, oltre que en Arabie, vol I, Parigi, 1909, vol II, Parigi, 1914.
to agli operatori di Petra una particolare che conducevano a perfetta finitura ogni ed ingloba l’edificio, il quale non può in luce alla metà della giornata. che dell’intero soffitto, delle specchia- 7
J. Mc Kenzie, The Architecture of Petra, British
Accademy Monographs in Archeology, n.1, Ox-
originalità nell’espressione delle forme elemento prima di passare alla fase quindi avvalersi dell’effetto del naturale La presenza inoltre di sistemi di accesso ture degli intercolumni e del fregio della ford, 1992.
architettoniche: la tecnica di realizzazio- successiva di scavo. Nell’architettura stagliarsi della costruzione contro il cielo alle parti alte dei monumenti, particolar- trabeazione ; inserti in arenaria giallastra 8
ivi, pp 12, 13 e 33.
9
ivi, p. 56. La cronologia proposta è suddivisa nei
ne di queste opere rupestri si avvicina rupestre di Petra si riscontrano pertanto od il paesaggio naturale circostante, di- mente evidenti negli esempi citati, lascia completavano poi parti delle trabeazioni seguenti gruppi: A) Kasar el Bint, Khasneh, Tempio
infatti di più alla scultura, all’altorilievo, maggiori libertà compositive che si con- venendo invece un ‘altorilievo’ incasto- supporre l’uso di sistemi di illuminazio- sopra le piccole edicole del fondo del dei leoni alati (I secolo d. C.); B) Tomba dell’urna,
Tomba del soldato romano e triclinio, Teatro, Paited
che alle tecniche costruttive tradizionali. cretizzano in interessanti variazioni sulla nato nella tormentata massa rocciosa, ne notturna con lampade ad olio o torce vano e delle aperture verso l’esterno. house a Beidha, Tomba seta (I secolo d. C.); C) Tom-
Un esempio della tecnica di realizzazio- modulazione della griglia di base, ed in lavorata dai naturali processi di erosione per particolari esigenze cultuali. Negli Gli studi in corso, partendo dalle accura- ba corinzia, Tomba degli obelischi e triclinio a Bab el
Siq, Tomba del timpano spezzato (40 - 70 d. C.); D)
ne delle monumentali facciate è fornito originali soluzioni dell’ordine architetto- delle arenarie. La luce, con i particolari esempi più tardi, come ad esempio te analisi condotte dagli autori più volte Triclinio dei leoni (contemporanee al gruppo C); E)
dalla cosiddetta Tomba incompiuta, nico usato. Nel caso delle architetture effetti dovuti al clima desertico dell’area la Tomba Palazzo, si riscontra anche citati, hanno evidenziato la fertilità del Deir, Tomba palazzo, Facciata Carmine (contempo-
ranee al gruppo C); F) Tomba rinascimentale, Tomba
posta nel centro di Petra, sul fianco precedentemente esaminate il Khasneh priva delle velature proprie di atmosfere l’uso dell’acqua, bene estremamente campo di ricerca e le notevoli possibilità di Sesto Fiorentino (129 d. C.).
orientale dello sperone roccioso di Al ed il Dair, ma anche la Tomba Corinzia più umide, ha la caratteristica di accen- prezioso in tutta l’area, per aggiungere di sviluppo della stessa, in particolare per 10
ivi, p. 35.
11
Cfr. S. Bertocci, M. Bini, Castelli di pietre. Aspetti
Habis. Si tratta di un vero e proprio can- che segue la stessa tipologia, il ritmo tuare enormemente i contrasti fra zone particolari effetti scenografici alla co- quanto riguarda gli schemi compositivi formali e materiali dei castelli crociati nell’area di Pe-
tiere rimasto incompiuto dove risultano dell’intercolumnio dell’ordine basamen- illuminate e zone in ombra. I Nabatei struzione; in questo grande edificio, di che, come intuì fino dal 1866 Hittorff ed è tra in Transgiordania, (scritto con M. Bini), Firenze,
Edizioni Polistampa, 2004, pp. 30 – 52; S. Bertocci,
evidenti le principali fasi delle operazioni tale varia nella parte centrale con un con i sapienti giuochi di volumi, pieni dimensioni assai simili a quelle della stato ampiamente dimostrato dagli studi Proporzioni e geometria nell’architettura rupestre a
eseguite per la realizzazione di una ar- intercolumnio che si allarga al centro, e vuoti, e l’incisiva decorazione delle facciata del Dair, esiste un complesso della McKenzie, influenzarono, a quanto Petra, in Matematica e Architettura - Metodi anali-
tici, metodi geometrici e rappresentazione in Archi-
chitettura rupestre di notevoli dimensio- per consentire l’inserimento del portale membrature architettoniche, affidaro- sistema di cisterne e canalizzazioni per risulta, anche la scenografica pittura tettura, Alinea editrice, Firenze, 2001, pp. 47 - 54.
ni, probabilmente un grandioso triclinio principale, anche nel caso che si trovi no quindi alle caratteristiche proprie condurre l’acqua ad una fontana a ca- murale romana.14 Le analisi geometriche 12
nell’opera citata della McKenzie è riportato un
primo catalogo delle tecniche di finitura dei vari tipi
o un tempio (che ripete la tipologia del all’interno del pronao, mentre si restrin- della illuminazione naturale il compito scata che sgorgava in alto dalla parete e proporzionali hanno inoltre evidenziato delle superfici delle architetture rupestri di Petra.
complesso denominato Tempio giardi- ge nelle campate laterali; l’ordine supe- di valorizzare a pieno la modellazione rocciosa al lato destro della facciata. l’uso e la diversificazione dei sistemi 13
J. Mc Kenzie, The Architecture of Petra, cit., p. 152.
14
J. Mc Kenzie, The Architecture of Petra, cit.,
no) aperto con un grande vestibolo o riore invece, risultando svincolato dal delle architetture rupestri. Il contrasto Ai naturali effetti cromatici del fondo mensori e proporzionali in relazione alla pp. 85 - 100. Nell’opera si evidenzia l’uso di rap-
pronao verso la città. Una prima fase di principio statico dell’allineamento con i determinato dalle caratteristiche della roccioso, non di rado integrati da co- progressione cronologica, elementi che presentare scenografici edifici che riecheggiano
le architetture di Petra nelle pitture parietali del
preparazione, oltre alla scelta del sito piedritti sottostanti, si presta a maggiori lavorazione delle superfici, utilizzando loriture, come è dimostrato dai resti di potranno contribuire in maniera deter- secondo stile pompeiano, oltre ai riferimenti con
in base alla qualità dei litotipi presenti variazioni con notevoli effetti plastici numerose variazioni di tipi di finitura e pittura che delineano i dentelli delle cor- minante alla verifica dell’attuale sistema le decorazioni delle tombe e delle architetture di
Alessandria in Egitto.
ed alla funzionalità rispetto all’area ur- mediante l’uso di volumi prismatici ai lati polimentazione delle superfici piane, dei nici sopra le porte delle celle all’interno attributivo, in particolare relativamente ai
bana, era costituita dalla realizzazione coperti con parti di timpano spezzato, rilievi, dei singoli componenti dell’ordi- dell’atrio del Khasneh o delle cornici del- contributi che possono essere offerti per
di una parete verticale all’interno del alternati con il cilindro centrale della ne e delle modanature,12 consente lo le trabeazioni rotte della Tomba Palazzo, la determinazione della cronologia rela-
fronte roccioso della montagna; per la tholos con la caratteristica copertura a stagliarsi delle parti modellate rispetto nel periodo della dominazione romana tiva ed assoluta dell’intera produzione
realizzazione della preparazione della tenda. Si riscontra in genere anche un al fondo della roccia naturale corrugata vennero sovente ad aggiungersi deco- architettonica nabatea.
parete rocciosa risulta evidente l’uso ritmo caratteristico nella distribuzione dalle mille pieghe della naturale erosio- razioni a stucco ed affreschi nelle parti
della tecnica di escavazione per suc- dei pieni e dei vuoti disposti in posizio- ne. La luce, ed in particolare l’esposizio- interne, come risulta dal triclinio con la
cessivi filari orizzontali, con l’estrazione ne differenziata, e spesso alternata, fra ne alla piena illuminazione in determinati sala dipinta a Siq el Barid.13 Un interes-
1
cfr. AA. VV., Petra Wadi Ramm Aquaba. Piccola
di blocchi regolari, come un comune l’ordine basamentale e quello superiore. momenti del giorno, o dell’anno, sem- sante esempio di uso dei rivestimenti in guida alle antichità, trd. it. di F. Teso Romero, Al
fronte di cava, i cui proventi venivano Se da un lato la tecnica esecutiva sopra bra abbia guidato anche la scelta dei stucco ed inserti in pietra di tipo diverso Kutba Editore, Amman, 1992.
2
J. L. Burkhardt, Travels in Syria and the Holy
con tutta probabilità impiegati a fini descritta favoriva lo sviluppo di un lin- siti per l’ubicazione delle architetture: il dal naturale fondo roccioso è costituito Land, London, 1822, pp. 420 - 434
edificatori. La seconda fase compren- guaggio maggiormente complesso ed Khasneh doveva probabilmente seguire dal Triclinio annesso alla Tomba del 3
L.M. LEONDE, Journey through Arabia Petrea to
Mount Sinai and the axcavated city of Petra the
deva la realizzazione delle membrature articolato, dall’altro gli operatori di Petra le logica della scenografia e raggiungere soldato romano. In questo esempio l’ar- Edom of the Prophecies, 2nd ed., London, 1838.
architettoniche dell’edificio, seguendo venivano limitati nell’uso delle variazioni il migliore effetto durante le ore del mat- ticolata decorazione architettonica degli C.f.r. anche L. MARINO, I disegnatori di Petra, in
AA. VV., Il disegno luogo della memoria, atti del
gli stessi criteri usati per la coltivazione dei materiali da costruzione, i quali anzi, tino (momento di maggiore afflusso alla interni, ricavata scavando direttamente convegno di Firenze, 21 - 23 settembre 1995,
di una cava, partendo dall’alto; venivano oltre a costituire l’architettura vera e pro- città tramite il Siq) per entrare in ombra la roccia del sito, che in questa zona Firenze, Alinea, 1995.

128 129
Terra e Terre

Saverio Mecca

La terra cruda è un materiale originale equilibri ambientali limitati, ma anche ad sviluppare un processo di ricerca e speri- formatura dei mattoni cotti tradizionali; interno al variare delle stagioni in virtù di tenzione del patrimonio architettonico
e misconosciuto, di grandi potenzialità, esigenze qualitative e culturali, grazie mentazione, di produzione di conoscenza, pisé, basata sulla formatura e compres- un comportamento di inerzia termica ele- vernacolare. La diversità dei suoli, della
dal bilancio energetico ed ambientale alla sua estrema ‘plasticità’1 culturale, quale è stato per il cemento armato nel sione della terra in casseforme, proceden- vata, permettendo al contempo lo smor- composizione e delle caratteristiche
alla capacità ampia di integrarsi con altri capacità di essere linguaggio espressi- secolo XX, per esplorarne e svilupparne il do per strati corrispondenti alla dimensio- zamento e lo sfasamento della variazione delle terre, delle possibilità tecniche di
materiali, pietra, legno, laterizio, calce, vo di identità e di storie diverse. rilevante potenziale strategico. ne della cassaforma (in genere in legno); delle temperature interne rispetto a quel- stabilizzazione, la varietà delle tecniche
fibre vegetali, etc., e di costituire il mate- Con un nuovo sguardo cosciente dell’am- terra-paglia, basata su terre di buona le esterne. Nelle architetture costruite costruttive, nel rendere difficile processi
riale unico per l’intero edificio in situazioni biente possiamo ritornare alla costruzio- Tecnologie costruttive in terra coesione, che sono sciolte in acque fino con la terra si regola facilmente anche di standardizzazione di tipo tayloristico
climatiche e geografiche estreme. ne in terra come una nuova tecnologia Costruire in terra significa costruire con a formare una malta fluida che viene ver- l’umidità dell’aria degli ambienti grazie sia delle conoscenze che delle produzio-
per l’architettura del XXI secolo. un materiale disponibile pressoché ovun- sata sulla paglia fino ad inglobarla. Dopo alla permeabilità intrinseca del materiale ni, accentua e protegge il carattere locale
Costruire in terra: que, purché abbia sufficiente coesione, l’asciugatura si ottiene un conglomerato al vapore. I benefici del suo impiego non della tecnologia, la natura decentrata del
plasticità culturale e sostenibilità Verso una nuova cultura industriale principalmente dovuta alla presenza di costituito principalmente dalla paglia; riguardano solo il comfort igrotermico processo edilizio, valorizza le risorse lo-
La tecnica di costruire con la terra è Appena guardassimo con più attenzione argilla che svolge il ruolo di legante. torchis, una struttura in legno (tradizionale ma anche quello acustico. Il processo di cali nei processi di formazione di ricchez-
stata sviluppata autonomamente in potremmo vedere che la costruzione in Le architetture in terra sono un forte do- nelle regioni nordeuropee) è riempita con manipolazione della terra è ovviamente a za. Il riequilibrio dei flussi di risorse fra le
tutte le aree di sviluppo economico e terra è tuttora la tecnologia più diffusa ed cumento della loro cultura e storia. Nelle uno o più strati di terra argillosa impastata basso impatto ecologico essendo privo campagne dei paesi del mediterraneo è
culturale: in Mesopotamia nelle Valli del estesa e più ricca di varianti. Vari studi tradizioni culturali, nelle organizzazioni con paglia a costituire una parete; di additivi chimici ed interamente reversi- una delle principali condizioni per frenare
Tigre e dell’Eufrate (Siria, Iraq e Iran), stimano che ancora oggi più del 30% sociali e nelle diversità delle risorse di- formatura, basata sulla formatura di bile non generando alcun scarto di lavo- l’esodo dalle campagne e il conseguente
nella Valle del Nilo (Egitto), nella Valle della popolazione mondiale viva in abi- sponibili possiamo individuare le radici terra principalmente a mano secondo razione. Inoltre a differenza del processo processo di crescita incontrollata delle
del Giordano (Palestina e Giordania), in tazioni costruite principalmente in terra. della forte diversificazione della tecno- modalità simili alla ceramica; produttivo del cemento riduce la produ- città, processo di crescita che è favorito
India e in Cina, nell’Africa del Maghreb Anche in Europa la costruzione in terra logia della terra in numerose tecniche blocco compresso, basata sulla forma- zione di inquinanti e di CO2. Sottolineare nella sua rapidità, caoticità e disordine
e Subsahariana, in America centrale e in è una delle tecnologie più importanti costruttive ognuna articolata in numerose tura di mattoni o blocchi di impasto di gli aspetti positivi legati all’uso tecnologia anche da una tecnologia costruttiva del
Perù. In particolare nelle regioni a clima per le costruzioni tradizionali, particolar- varianti, ad esprimere le diverse identità terra e fibre mediante la compressione tradizionale implica parlare non solo di cemento armato molto tollerante sulla
caldo/secco ha il grande vantaggio di mente negli ambienti rurali: in Svezia, in dei luoghi e delle comunità. La lunga tra- con l’aiuto di strumenti a mano o con perfomances tecnologiche ma anche di qualità architettonica e costruttiva.
poter essere fabbricato rapidamente e Danimarca, in Germania, in Inghilterra, in dizione, la duttilità tecnica e la plasticità presse meccaniche per ottenere elemen- potenzialità economiche (costi bassi di
seccato con facilità, ha una buona re- Spagna, in Portogallo, in Francia in cui culturale hanno consentito l’applicazione ti con caratteristiche meccaniche più produzione e riparazione) e soprautto I limiti della costruzione in terra
sistenza al fuoco, e se adeguatamente il 15% della popolazione rurale vive in delle tecniche costruttive in terra ad una elevate, grazie alla riduzione delle cavità culturali, permettendo una sostanziale La caratteristica più rilevante della terra
protetto, anche agli agenti atmosferici. abitazioni in terra. In Marocco, in Algeria, grande varietà di elementi tecnici, quali e del contenuto di acqua; integrazione delle risorse locali nel pro- è la sua sensibilità all’acqua, principale
Ha inoltre caratteristiche di isolamento in Tunisia, in Egitto la maggior parte degli fondazioni, muri in elevazione, apertura, bauge, basata sull’impilatura e sulla for- cesso di costruzione o di autocostruzio- fattore di degrado e dissoluzione : que-
di inerzia termica tali da mantenere gli insediamenti rurali e delle parti antiche solai e pavimenti, archi, volte e cupole, matura a mano di pani di terra fibre vege- ne a basso costo del manufatto. Il trasfe- sto è un vincolo importante che chiede
edifici freschi in estate e tiepidi d’inver- delle città sono costruite in terra cruda. coperture, elementi di isolamento termi- tali al fine di realizzare muri monolitici. rimento di prodotti e metodi sviluppati un progetto rigoroso sia dell’intero edifi-
no. Già dalle prime civiltà neolitiche con Nelle regioni più deboli la costruzione in co e di inerzia termica, scale, elementi dalle società più industrializzate determi- cio che dei suoi punti critici.
lo sviluppo dell’agricoltura possiamo terra è la tecnologia più efficace e soste- di arredo integrati o no nelle pareti, oltre I vantaggi della costruzione in terra na un doppio processo di impoverimento Un secondo limite, forse il più consistente,
vedere in tutte le regioni fertili lo svilup- nibile per produrre a breve termine volu- ad altre opere non abitative, quali strade, Il materiale terra ha numerosi vantaggi tecnico sia nelle nuove costruzioni che è di ordine psicologico: la costruzione in
po di architetture stabili realizzate con mi consistenti di abitazioni ed edifici in pavimentazioni, dighe, ponti, etc. intrinseci. Oltre all’ampia disponibilità nella manutenzione e gestione del patri- terra, come fino a pochi anni fa la costru-
entrambe le risorse più spesso presenti: genere, favorendo al contempo lo svilup- Si classificano circa 12 tecniche costrutti- pressoché in ogni parte del mondo, e monio architettonico: in diversi paesi del zione in muratura, è associata ad un’im-
i depositi alluvionali di argille e sabbie po delle risorse locali dei materiali e delle ve riconducibili alla tecnologia della terra, nel Mediterraneo in particolare, esso si mediterraneo la tecnologia del cemento magine di vita primitiva ed arretrata, di una
e la paglia dei campi coltivati a cereali, attività artigianali, industriali e di servizio di queste 7 sono quelle più impiegate: adatta alle diverse culture formali, ai loro armato è stata trasferita sia direttamente condizione di povertà di cui vergognarsi.
che permettono di produrre il materiale indotte, incrementando le competenze adobe, basata su mattoni modellati da ricchissimi substrati simbolici favorendo a livello industriale/commerciale sia indi- Gli approcci scientifici analitici e le attività
fondamentale più diffuso nel mondo la tecniche e professionali, riducendo al un impasto a base di terra e spesso il processo di appropriazione culturale rettamente mediante il ritorno stagionale normative sollecitate e condizionate dalle
‘miscela di argilla’ che chiamiamo terra. minimo la quota di importazione prodotti di paglia e quindi asciugati al sole. La dell’opera finita. La sua lavorazione e definitivo dell’emigrazione nelle regioni industrie hanno associato alle tecnologie
La terra offre dunque grandi capacità e tecnologie indotta dalle attività edilizie. formatura tradizionalmente fatta a mano al tempo stesso ricca di competenze industrializzate; il più delle volte ha ge- tradizionali un’immagine di inaffidabilità
di risposta alle esigenze abitative di mi- In epoca di mondializzazione abbiamo ne- può essere ottenuta mediante l’impiego socialmente condivise permette di rag- nerato costruzioni di pessima qualità e e di incertezza che solo negli ultimi anni
lioni di esseri umani, non solo a bisogni cessità di valorizzare invece le culture locali di forme in legno o metallo o con l’au- giungere anche elevate perfomances affidabilità e ha distrutto la cultura sociale si sta progressivamente superando. La
quantitativi compatibili con risorse ed e la costruzione in terra su cui dovremmo silio di macchine, analogamente alla prestazionali. Migliora difatti il microclima e la competenza tecnica della manu- credibilità della tecnologia o meglio le

130 131
credenze collettive relative alla sua affida-
bilità, o meglio alla sua capacità di soddi-
sfare le esigenze attuali è una condizione
necessaria per la sua utilizzazione e per la
valorizzazione dei suoi vantaggi.
Un altro limite della tecnica della terra
cruda coincide con uno degli elementi
positivi: l’alto consumo di lavoro manuale
che si traduce in un costo elevato o co-
munque crescente. La ricerca e la speri-
mentazione sono essenziali per consenti-
re metodi più economici di produzione.

Il futuro della costruzione in terra


La conoscenza in senso lato può essere
dunque individuata come la risorsa prin-
cipale che può essere prodotta, ripro-
dotta e diffusa per innescare processi
autonomi di sviluppo e di creatività appli-
cata: la formazione su nuovi paradigmi,
metodi e strumenti della progettazione
di insediamenti umani, la cooperazione
sulla ricerca e sulla sperimentazione
possono essere individuati come i prin-
cipali campi di interazione internaziona-
le, a scala del mediterraneo come uno
dei più potenti strumenti per ricostituire
quella comunità geografica che solo
negli ultimi secoli si è frazionata.
Questa constatazione ci sollecita ad inve-
stire nello sviluppo di una conoscenza più
estesa ed approfondita del materiale ter-
ra e delle tecnologie tradizionali in gene-
rale, per una valorizzazione progressiva
delle loro potenzialità prestazionali, non
solo quelle tradizionali fisico tecniche,
ma anche quelle relative alla sostenibilità,
ancora insufficientemente comprese.
Sulla cultura architettonica della terra
possiamo riavviare una dinamica di
sviluppo di esperienze progettuali, di
sperimentazioni architettoniche, di saperi
costruttivi perché si possa giungere ad
un linguaggio comune, a una condivisio-
ne di una cultura progettuale, scientifica,
tecnologica del costruire in terra.
1
‘In genetica la capacità di un organismo con un dato
genotipo a cambiare il suo fenotipo in risposta a cam-
biamenti ambientali è chiamato plasticità «fenotipica».
Tale plasticità, in alcuni casi, esprime risultati morfolo-
gicamente distinti; in altri casi, una continua norma di
reazione descrive l’interrelazione funzionale di una serie
di ambienti con una serie di fenotipi. Il termine è stato
originariamente concepito nel contesto di sviluppo, ma
è ora più ampiamente applicato per includere i cam-
biamenti che si verificano durante la vita adulta di un
organismo, come ad esempio il comportamento.’
http://en.wikipedia.org/wiki/Phenotypic_plasticity
‘In neuroscienze, la plasticità sinaptica è la capacità del
collegamento, o sinapsi, tra due neuroni a modificare
sotto sforzo. Diversi meccanismi influenzano la plasti-
cità sinaptica, compresi i cambiamenti nella quantità
di neurotrasmettitore rilasciato in una sinapsi e i cam-
biamenti nel modo in cui le cellule in modo efficace
rispondono a tali neurotrasmettitori. Dal momento che
i ricordi sono postulati per essere rappresentati da reti
intensamente interconnesse di sinapsi nel cervello, la
plasticità sinaptica è una delle più importanti basi neu- Bartolomeu Costa Cabral
rochimiche dell’apprendimento e della memoria.’ Herdade Delgado, Beja (Portugal)
http://en.wikipedia.org/wiki/Synaptic_plasticity Villa costruita in “pisé”, 2005-2007

132 133
I Sassi di Matera

Pietro Laureano

I Sassi di Matera costituiscono un insie- largamente diffuso nell’Italia meridionale,


me architettonico e urbano di qualità ec- in Nordafrica, in Anatolia e in Mediorien-
cezionale. Il nome stesso del sito ricorda te. Esso evolve nell’abitazione mediter-
il suo aspetto specifico e spettacolare. I ranea a patio centrale: la casa berbera,
“Sassi” sono un sistema abitativo creato il peristilio romano e la corte centrale
nella materia geologica stessa. In una araba. Questi stessi modelli sono rin-
roccia calcarea, localmente chiamata tracciabili negli agglomerati neolitici di
tufo, lungo i pendii di un profondo vallo- Beida in Giordania e della Palestina, nelle
ne dalle caratteristiche naturali singolari abitazioni sotterranee a pozzo centrale
e grandiose, la Gravina. di Matmata in Tunisia, nei centri storici
Nel corso del tempo i pendii della Gra- di Tunisi e Algeri, nei monoliti di Dongolo
vina di Matera furono scavati, traforati e in Eritrea, nelle rupi di Zelve, Goreme, e
scolpiti per realizzare, cunicoli, cisterne, nelle città del sottosuolo di Kayamakili
ambienti ed elaborati complessi architet- in Cappadocia. I Sassi di Matera pur
tonici sotterranei. I materiali di scavo, ta- non avendo la grandiosità di Petra, la
gliati in blocchi quadrangolari (tufi), sono favolosa città dei Nabatei in Giordania,
stati utilizzati per costruire muri a secco e con cui condividono il nome dovuto alla
terrazzamenti, strade e scalinate ed una comune natura rupestre, o la monumen-
architettura che risponde perfettamente talità dell’architettura scavata di Lalibela
alle condizioni climatiche e si compone in Etiopia, costituiscono un esempio pro-
in un originale tessuto urbano. lungato nel tempo della capacità di cre-
La città ha un andamento verticale lun- are architettura e città con pochi mezzi e
go gironi degradanti sui bordi scoscesi un uso adeguato delle risorse. L’impor-
del canyon dove i percorsi sono i tetti tanza dei Sassi e della Gravina di Matera 1
delle case sottostanti. Le abitazioni si è dovuta al perpetuarsi dei princìpi su
immergono nella parete rocciosa con cui si fonda la pratica insediativa per un
profondi ambienti sotterranei e si aprono periodo lunghissimo, dalla preistoria fino
all’esterno con terrazzi e giardini pensili. alla epoca moderna. Secondo gli stessi
Raggruppate secondo unità abitative princìpi guida l’abitato si evolve dagli
formano il vicinato un modello esem- sparsi villaggi neolitici fino a un centro di
plare di organizzazione comunitaria e circa 29 ha di superficie.
di composizione architettonica studiata Nel 1950 abitavano nei Sassi circa 15000 1
e portata ad esempio dalle moderne persone, i 2/3 dell’intera popolazione Matera veduta panoramica
2-3
scienze sociali e urbane. della città di Matera, in 2997 abitazioni Matera grotte
La totale integrazione tra il quadro natu- di cui 1641 definite “trogloditiche”, sca-
Pagine successive:
rale, l’immenso lavoro di scavo e l’archi- vate cioè nella roccia di tufo. A partire 4
tettura costruita fa dei Sassi di Matera un da quegli anni fu avviato un programma Sustainable restauretion schema del sistema
di captazione delle acque
esempio straordinario di simbiosi tra il di sfollamento di tutti gli abitanti e di 5-6
sito e l’intervento dell’uomo caratteristi- ricollocazione in nuovi quartieri periferici Vasche raccolta acque piovane
7
che riscontrabili in centri analoghi di tutto perché i Sassi a causa delle abitazioni Cisterna megaron
il Mediterraneo. Le forme insediative dei nelle grotte e della mancanza di servizi 8
Cisterna ipogea
Sassi di Matera, le architetture rupestri e igienici moderni furono considerati una 9 - 10
scavate, costituiscono infatti un modello “vergogna” per l’Italia intera. I Sassi Restauro casa Laureano 2 3

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divengono così un centro storico com- una città moderna ricostruita a partire con il calcare non lega e lo stesso ferro popolari. È nell’insieme che può cogliersi ma erano funzionali alle pratiche neoliti- rante tutto l’anno, costituiscono i ricoveri
pletamente abbandonato fino a quando dal cinque-seicento senza considerare con il tempo si arrugginisce e si disgrega, la grandiosità e definirne il significato, che di allevamento e di coltivazione. Dalle ideali per gli uomini e per gli animali, per
con l’inserimento dei Sassi nella World che tutti i centri abitati vivono momenti sia perché la pompa trovando delle cavi- comprensione indispensabile per indivi- analisi delle foto aere che evidenziano i lo stoccaggio dei grani e la conservazio-
Heritage List dell’UNESCO viene avviato di abbandono e di recupero, ma questo tà continua a immettere cemento riem- duare i valori da conservare e restaurare perimetri per la vegetazione più folta ap- ne dell’acqua. È interessante notare che
un importante programma di restauro e non deve impedire di collocarli in una piendo gli ambienti sotterranei e creando (Laureano 1993). paiono sistemi di drenaggio come quelli dopo il rinvenimento di questa struttura e
rivitalizzazione. L’inserimento dei Sassi continuità culturale più ampia di lungo e carichi pericolosi. Fortunatamente lo La logica vincente della candidatura della Daunia (Tinè 1983, Leuci 1991), di la sua liberazione dai sedimenti la cister-
nella World Heritage List avviene nel lunghissimo periodo. stesso interesse di lucro ha determinato di Matera nella lista del Patrimonio raccolta di acqua o di humus o labirintici na nella parte ipogea ha cominciato a
1993. In quel momento la proposta non A Matera l’onda antica del tempo va un paradossale effetto di mitigazione del dell’Umanità è stata quella di rileggere i corral necessari alle pratiche della vita riempirsi d’acqua in assenza completa di
era scontata perché allora i siti italiani ripercorsa fino alle radici preistoriche in- disastro infatti si riscontrano una enorme Sassi ricercandone le radici lontanissime. agropastorale (Laureano 1995). Il recente pioggia. Il dispositivo ha quindi ricomin-
inseriti nella lista erano solo quattro: dispensabili per comprenderne la genesi quantità di iniezioni realizzate solo in ‘Non c’è storia nel Mediterraneo senza scavo del complesso neolitico di Casale ciato a operare utilizzando le infiltrazioni
Venezia, Firenze, Pisa, Roma più i graffiti e la natura. L’alveo del Sasso Barisano modo fittizio: l’imbroglio sulla quantità preistoria’, scrive Fernand Braudel (Brau- del Dolce nei pressi di Anagni ha fornito capillari e la condensazione.
rupestri della Val Canonica e la chiesa di può apparire un abitato medievale, con di cemento immesso ha risparmiato ai del 1998). E, infatti, è stato necessario una autorevole conferma di questa ipote- Sono in rapporto con pratiche di raccolta
S. Maria alle Grazie con l’Ultima Cena la cattedrale in cima e una strada sul Sassi danni maggiori. collocare Matera nei fenomeni culturali si (Zarattini e Petrassi, 1997). dell’acqua a scopo funzionale e rituale
di Leonardo a Milano. L’Italia era quindi fondo, ma in realtà le strutture costruite Anche interventi di recupero più attenti parte del mondo arcaico mediterraneo L’età dei metalli fornisce i nuovi strumenti anche i tumuli dell’età del bronzo for-
sotto rappresentata e il Sud innanzi tutto, sono l’estroflessione di una situazione realizzati con conci di tufo non erano per comprenderne la genesi. Confrontar- che facilitano lo scavo di grotte e cavità. mati da un doppio cerchio attraversate
infatti a sud di Roma non c’era nessun più nascosta, sotterranea. Le facciate adatti rispetto all’utilizzo dei materiali, la a quei sistemi di habitat tipici di tutto il Queste con il peggioramento ambientale da un corridoio recante all’ambiente
sito. Erano assenti del tutto i beni non palazziali sono una camicia di tufo posta alla cura delle tonalità, alla protezione bacino mediterraneo meridionale, delle risultano sempre più adatte all’inse- centrale scavato. È significativo, infatti,
aulici di tradizione popolare e i paesaggi sopra un insieme di grotte, di gradoni delle patine antiche. I nuovi conci di tufo sue isole e penisole dove le condizioni diamento umano. Infatti la progressiva che queste strutture siano state inserite
culturali problematiche che l’Icomos terrazzati, come è bene apparante nel sono diversi da quelli antichi per taglia e climatiche ad andamento alterno e cata- scomparsa del manto vegetale lascia i proprio lungo lo scavo degli arcaici re-
e l’Unesco andavano portando avanti Sasso Caveoso. La stessa strada è un per modalità di reazione al clima e l’uso strofico, con precipitazioni concentrate villaggi in superficie senza riparo, i suoli cinti neolitici, abbandonati al momento
come fondamentali per fare della lista intervento estraneo realizzato durante su essi di vernici sintetiche modifica le in pochi mesi dell’anno e stagioni aride, indifesi e determina la penuria di materiali di queste realizzazioni, ma funzionanti
non l’insieme dei gioielli del mondo, dei il fascismo interrando un torrentello, il caratteristiche di traspirazione, la colo- impongono una gestione accurata delle lignei per la costruzione e il riscaldamen- ancora come convogliatori di umidità. Le
monumenti isolati, ma un elenco rappre- cosiddetto ‘grabiglione’ che raccoglieva rimetria e la formazione di patine. I tufi risorsa acqua non presente allo stato to. Il clima vede l’alternanza di inverni opere rinvenute a Matera sono del tutto
sentativo del patrimonio storico e pae- le acque in esubero come drenaggio utilizzati nella tradizione erano lasciati libero, lacustre o fluviale e accorgimenti freddi e di estati torride. La carenza di simili alle strutture preistoriche formate
saggistico delle culture umane in tutte dell’enorme alveo del Sasso Barisano invecchiare prima della messa in opera per controllarne la variabilità nel tempo. acqua rende indispensabile le pratiche da tumuli e ambienti ipogei del Sahara.
le loro varietà e manifestazioni, anche le ed era essenziale per il mantenimento per permetterne una maturazione alle in- La città dei Sassi di Matera non è localiz- di raccolta meteorica e di conservazione Si tratta delle cosiddette tombe solari
più apparentemente povere e meno pre- dell’ecosistema complessivo. È da que- temperie che li induriva e creava superfici zata nel fondo del canyon della Gravina sotterranea. Originato nelle tecniche ne- costituite da anelli concentrici intorno
ziose. La candidatura dei Sassi di Matera sti elementi di funzionalità ecologica, resistenti agli agenti atmosferici e quelle come dovremmo aspettarci se fosse olitiche di scavo delle miniere si afferma a un tumulo. Esse possono costituire
si inseriva in questa problematica inno- dal suo passato più lontano, dalle radici tonalità grigie che sono la caratteristica questo a fornire la risorsa idrica, ma in il tipo abitativo delle corte a pozzo da cui antichi metodi di raccolta dell’umidità e
vativa e forse provocatoria. Infatti molte ipogee nascoste che è cominciata la let- tipica delle costruzioni antiche dei Sassi. alto, lungo l’altopiano e i suoi pendi sco- si diramano le gallerie radiali. Il modello della brina e rapportarsi a culti collegati a
soprintendenze alla presentazione dei tura per la candidatura Unesco. Si tratta Gli stessi licheni, se nocivi, potrebbero scesi. È infatti l’acqua dei cieli, la pioggia diffuso in altre aree lontane come a tali pratiche. Allo stesso scopo possono
Sassi reagirono con orrore dicendo che di segni delicati e fragili che lo stesso essere semplicemente devitalizzati sen- e la brina, raccolta nei drenaggi e nelle Matmata in Tunisia e nelle pianure aride essere interpretate le strutture di pietra a
con gli infiniti gioielli italiani era assurdo abbandono aveva sempre più messo za operare una abrasione profonda che caverne la risorsa dei labirintici comples- cinesi è all’origine della casa a corte secco diffuse nelle terre aride delle Puglie
andare a proporre quel luogo noto come in pericolo. Le stesse chiese rupestri, mette in pericolo le strutture esponendo si trogloditi dei Sassi e delle altre città di utilizzata dai sumeri, nel mondo classico dove gli accumuli di pietre raccolgono la
il simbolo della miseria e della vergogna. momenti più direttamente riconoscibili gli strati teneri della calcarenite e di- pietra delle Gravine. L’attività umana è e islamico. L’abitazione rinvenuta nei brina notturna e riforniscono di umidità
Oggi, grazie anche al processo di emu- come patrimonio, mentre un tempo era- strugge l’aspetto mimetico e in armonia attestata fin dal periodo Paleolitico dai pressi del sito neolitico di Murgia Timone il terreno (Cantelli 1994). Infatti le radici
lazione scatenato dall’inserimento dei no soggette all’attenzione degli abitanti con l’ambiente naturale tipico dei Sassi. numerosi reperti litici rinvenuti nella Grot- prospiciente i Sassi di Matera mostra i di ulivi centenari sono tutti rivolti verso i
Sassi, i beni italiani iscritti nella lista sono con lo svuotamento dei Sassi divenirono In alcuni casi gli interventi sono stati di- ta dei Pipistrelli e dal ritrovamento di uno vantaggi di questo tipo costruttivo. La muretti che caratterizzano il paesaggio
oltre 40 e l’Unesco ha chiesto all’Italia di preda di saccheggi. Negli anni ’80 con rettamente distruttivi come la copertura scheletro intero di ominide rinvenuto in forma rettangolare simile ai megaron agrario. Sono quindi strutture di con-
recedere dal presentare monumenti iso- l’arrivo di finanziamenti statali al danno con il cemento di trame di sepolture una cavità carsica nei pressi di Altamura cretesi è ripartita in tre spazi formati da densazione e conservazione dell’acqua
lati o beni scontati perché il senso della dell’abbandono si aggiunge quello del medievali. “Nessuna di queste tombe, databile intorno ai 250.000 anni fa. due ambienti aperti e un terzo ipogeo. i muri, i tumuli, i trulli e gli ammassi di
lista è anche quello di porre all’attenzione recupero che, nel 1993 era ancora realiz- dicevano gli organismi preposti alla tute- Con il neolitico appaiono le tecniche di La corte funge da impluvio per l’acqua roccia calcarea chiamati specchie. I di-
del mondo situazioni nuove capaci di zato tramite la pompa a cemento con cui la che avevano autorizzato l’intervento, scavo dell’altopiano calcareo e di rac- e da spazio aperto e assolato, ma pro- spositivi assolvono la loro funzione sia di
contribuire ad ampliare il concetto stesso si intendeva attuare il consolidamento ha il valore del Tesoro di Atreo”. Ma qui colta delle acque che hanno nei Sassi tetto perimetralmente, per le lavorazioni giorno che di notte. Sotto il sole cocente
di patrimonio. La proposta dei Sassi di attraverso iniezioni e ferro nella roccia te- è il nodo della problematica posta con continuità fino all’epoca contemporanea. alimentari. La parte terminale, utilizzata il vento con tracce di umidità si infiltra tra
Matera fu fatta in questa ottica presen- nera fatta di calcarenite. Vengono realiz- la candidatura all’Unesco: i Sassi di Ma- Cisterne a campana, tracciati di capanne, per raccogliere i rifiuti e creare l’humus, è gli interstizi del cumulo di pietre le quali
tando un ecosistema che aveva la sua zati lavori pubblici invasivi con forature in tera sono valore nella complessità delle canalette sono racchiusi in profondi fos- il giardino scavato nella pietra indispen- hanno una temperatura inferiore nella
origine nella storia più arcaica dell’uma- ogni concio di tufo o iniezioni di cemento singole componenti che in sé sono sem- sati formanti cerchi e ellissi e per questo sabile a causa della povertà dei suoli e parte interna perché non esposta al sole
nità. Matera era letta dagli storici locali in ogni palmo di roccia. Pratiche partico- plici conci di tufo, povere grotte scavate, chiamati villaggi trincerati (Ridola 1926). I della necessità di riparare le piante. Le e raffrescata dalla camera ipogea sotto-
come una città medievale o addirittura larmente nocive, sia perché il cemento comuni tombe barbariche o abitazioni fossati non avevano uno scopo difensivo, cavità hanno temperatura costante du- stante. L’abbassamento di temperatura

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provoca la condensazione di gocce che umidi. Si arriva a oltre dieci piani di grotte cato, apparentemente inspiegabile, ma abitabili e la raccolta della preziosa ri- una nuova attenzione e consapevolezza Ginestous, Hhydogenèse aérienne au Sahara, in Re-
vue agricole de l’Afrique du Nord, n. 670, juin 1932.
precipitano nella cavità. La stessa acqua sovrapposte con decine di cisterne a frutto della originaria matrice idrica. sorsa. La grotta prosciugata diventa un e promosso una capacità autopropulsiva Hitier H., Condensateurs des vapeurs atmosphériques
accumulata fornisce ulteriore umidità e campana riunite fra di loro da canali e Il monachesimo medievale fornisce luogo confortevole di abitazione infatti di recuperare la città. Le circa 5.000 per- dans l’Antiquité, in C. R. des Séances de l’Académie
d’Agriculture de France, XI, 1925, p. 679 - 683.
frescura amplificando l’efficacia della ca- sistemi di filtro dell’acqua. nuova linfa a questo arcaico tessuto. la temperatura vi rimane sempre a 15° sone che sono tornate ad abitare i Sassi Laureano P., Giardini di Pietra, i Sassi di Matera e
mera di condensazione. Durante la notte La situazione attuale dei Sassi di Matera Gli eremi, le parrocchie, i casali agricoli sopra lo zero e gli ambienti sono d’estate insieme alla presenza crescente del turi- la civiltà mediterranea, Bollati Boringhieri, Torino,
1993, II edizione 1997.
il processo si inverte e la condensazione è il risultato dell’evoluzione e saturazione collocati nei punti di controllo delle opere freschi e d’inverno caldi. Le cavità hanno smo nazionale e internazionale fanno del Laureano P., La Piramide Rovesciata, il modello
avviene esternamente ma produce ri- urbana della struttura arcaica agro pa- idrauliche sono i poli del processo di una inclinazione precisa e sono orientate caso di Matera una esperienza di suc- dell’oasi per il pianeta Terra, Bollati Boringhieri,
Torino, 1995, II edizione 1998.
sultati analoghi. Sulla superficie esterna storale di raccolta delle acque. Con gli crescita urbana. Intorno ai due drenaggi per ricevere fino in fondo i raggi di sole cesso. Un esempio non solo di corretto Laureano P., Proper Uses of natural resources, En-
delle pietre più fredda si condensa stessi blocchi di calcaree scavati dall’in- principali chiamati “grabiglioni” che forni- in inverno e catturare il tepore. Mentre in recupero dell’antico, ma anche di rove- vironmental architecture and hydraulic technologies
for self - sustainable and resorces-sparing projects,
l’umidità e deposita la brina che scivola terno delle grotte si costruiscono struttu- scono terreno coltivabile e humus attra- estate poiché il sole è più alto colpisce sciamento di un paradigma: da vergogna in Human Evolution, Vol. 13 - n. 1 (29- 44), 1998.
negli interstizi e si raccoglie nella camera re di tufo dalla volta a botte, i lamioni, che verso la raccolta dei liquami, si formano solo l’ingresso della grotta che rimane nazionale a patrimonio dell’umanità. Le Leuci G., Ancora sulle opere neolitiche a Passo di Cor-
vo (Foggia), in L’appennino meridionale, Annuario del
sotterranea (Laureano 2001). costituiscono una proiezione all’esterno i due comparti urbani chiamati Sasso fresca. Sul fondo c’è spesso una cisterna vicende di Matera mostrano come le Club Alpino Italiano sezione di Napoli, Napoli, 1991.
Sviluppando le originarie tecniche prei- degli ambienti ipogei. Di un complesso Caveoso e Sasso Barisano. Al centro è la che non è collegata con delle canalet- condizioni svantaggiose possano essere Masson H., La rosée et la possibilités de son utili-
sation, in UNESCO, Annales de l’École supérieure
storiche si realizza nei Sassi di Matera un di grotte sono quelle laterali ad essere Civita, l’acropoli fortificata, l’antico rifugio te, e si alimenta con la condensazione ribaltate in risorse rinnovabili così che i de sciences, tome I (Institute des hautes études de
sistema di habitat adattato che utilizza in prolungate in avanti con i lamioni così in caso di pericolo, su cui viene edificata dell’umidità aspirata dalle cavità. Le grot- luoghi di maggiore rudezza e difficoltà Dakar), 1954.
Mazaheri A., La civilisation des eaux cachées,
modo combinato i diversi princìpi di pro- si tende a chiudere a ferro di cavallo la la Cattedrale. Ai margini dell’altipiano te di Matera rappresentano il connubio ambientale divengano quelli di più gran- Université de Nice (IDERIC), april 1973.
duzione dell’acqua: la captazione, la di- radura terrazzata e si realizza uno spazio dove sono le grandi cisterne e le fosse, i simbolico fra il sole e la terra. Incontro de armonia e organizzazione ecologica. Métral J. and Sanlaville P., L’homme et l’eau en
Méditerranée et au Proche Orient, Maison de l’Orient,
stillazione e la condensazione. Durante le centrale protetto. Quello che era l’orto silos rupestri per lo stoccaggio dei grani, che genera l’acqua: la vita. Matera è Utilizzare le acque di pioggia, riabitare le Presses Universitaries de Lyon, 1981.
piogge violente terrazzamenti e sistemi di irrigato e l’aia pastorale si trasforma nel si localizzano le botteghe e i laboratori mater, matrice, materia. È corpo fossile, caverne, gestire in modo armonioso le ri- Nebbia G., Il problema dell’acqua nelle zone aride:
l’estrazione dell’acqua dall’atmosfera, in Annali
raccolta dell’acqua proteggono i pendii luogo di riunione della famiglia allargata artigiani. Lo svolgimento verticale della città di pietra e carne palpitante. sorse locali della natura non rappresenta della Facoltà di Economia e Commercio, nuova
dall’erosione e convogliano per gravità le e di scambio comunitario e sociale: il città permette l’utilizzo delle gravità per la La vita è stata portata via con lo spopo- un ritardo rispetto alla modernità: è una serie, XVII, 1961, Bari.
Neveux V., Pour puiser l’eau de l’atmosphére dans
acque verso le cisterne nelle grotte. Nella cosiddetto vicinato. Nella corte è scavata distribuzione delle acque e protegge dai lamento dei Sassi, ma questa operazio- proposta per un futuro sostenibile. les pays chauds. Le puits aérien, systeme Knapen,
stagione secca le cavità scavate funzio- la grande cisterna comune che raccoglie venti che spazzano l’altipiano. Matera si ne non sarebbe stata possibile se non in La nature, 1928/2.
Pasteur E., Hydrogenèse aérienne et terrestre, in
nano durante la notte come aspiratori di ora le acque dai tetti. Questi per rispon- abbellisce di centinaia di chiese rupestri fosse stato prima intaccato il significato La Nature, n. 2902, april 1933.
umidità atmosferica che si condensa nel- dere a tale scopo non hanno mai le falde scavate nella roccia e decorate di ma- della città con operazioni distruttive. Nel Riferimenti bibliografici: Pirenne J., La Maitrise de l’Eau En Arabie du sud
AA. VV., Water Management, World Archeology, Antique, Paris, 1977.
la cisterna terminale degli ipogei, sem- che sporgono esternamente alle abita- gnifici affreschi bizantini o edificate sul 1930 vengono interrati e lastricati i gra- vol. II n. 3, February 1980. Ridola D., Le grandi trincee preistoriche di Matera,
pre piena anche se non collegata con zioni. Il tetto è compreso nelle murature piano con facciate monumentali scolpite biglioni, i torrentelli di drenaggio intorno Braudel F., Les Mémoires de la Méditerranée, Edi- estratto del Bollettino di Paleoetnologia Italiana,
tions de Fallois, Paris, 1998. Roma, 1926.
canalette esterne. Si creano molteplici che permettono di non sprecare una sola nel tufo secondo gli stili del periodo di a cui sono realizzati gli alvei dei Sassi Cantelli C., Misconosciute funzioni dei muretti a Tinè S., Alcuni dati circa il sistema di raccolta idrica
piani di ipogei sovrapposti dalle lunghe goccia di pioggia e di convogliarla trami- costruzione, medievale, classico o ba- e costruita la strada di circonvallazione secco, in Umanesimo della pietra, n. 9, Martina nei villaggi neolitici del foggiano, in Atti della XI e XII
Franca, 1994. Riunione scientifica dell’Istituto Italiano di Preisto-
gallerie che si affondano obliquamente te discendenti di terra cotta nella cister- rocco. Ma l’intrico delle stradine, la rete che li unisce. Si tratta di una vera e pro- Chaptal L., La lutte contre la sécheresse. La capata- ria e di Protostoria, Firenze, 1967.
nel sottosuolo. L’inclinazione permette ai na. Il gradone sovrastante si trasforma in delle scale e dei passaggi sotterranei pria politica di sventramento che taglia tion de la vapeur d’eau atmosphérique, in La Nature, Tinè S., Passo di corvo e la civiltà neolitica del
60e année, 1932/2. Tavoliere, Genova, 1983.
raggi del sole di penetrare fino in fondo giardino pensile. Le linee di scorrimento continua a seguire l’antica struttura idro grotte e distrugge vicinati inferendo un Drower M. S., Fornitura di acqua, irrigazione e agri- Tolle Kastenbein R., Antike Wasserkultur, Munchen,
quando c’è più necessità di calore. In laterali delle acque divengono le scale agricola. L’essenza nascosta dei Sassi di colpo mortale all’ecosistema dei Sassi. coltura, in Storia della tecnologia 1. La preistoria e gli 1990, Archeologia dell’acqua, Longanesi, Milano, 1993.
antichi imperi, Torino,19611, 19923, Or. ed. A History Zarattini A. e Petrassi L., Casale del Dolce, Ambiente,
inverno, infatti, i raggi sono più obliqui e e i collegamenti verticali del complesso Matera è lo spazio sotterraneo, un siste- Da allora la città diventa incomprensibile of Technology, Clarendon Press, Oxford, 1954, V. I. economia e cultura di una comunità preistorica della
penetrano gli ipogei. Nella stagione calda urbano. La trama dei percorsi e delle ma polifunzionale che attua allo stesso e la perdita di significato permette ogni Gérard R. D. and Worzel J. L., Condensation of Valle del Sacco, Baioni stampa, Roma, 1997.
Atmospheric Moisture from Tropical Maritime Air
il sole più vicino allo zenit colpisce solo gli stradine si forma seguendo il sistema di tempo il drenaggio del pendio, la bonifica successiva azione distruttiva. Masses as a Freshwater Resources, in Science, vol.
ingressi degli ipogei lasciandoli freschi e canali e questo ne spiega l’aspetto intri- delle rocce con la creazione di ambienti Oggi l’inserimento nell’Unesco ha creato 157, 15 septembre 1967.

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Galleria dell’architettura italiana
eventi Deserto rosa/Luigi Ghirri di Elisabetta Sgarbi
Il film e le fotografie
“Tutto quello che vedi vive solo nell’in- unisce metafisica e assenza dell’uomo,
quadratura... se vuoi è come una finestra in panorami vuoti che pure ne evocano
da cui guardi i fenomeni, e tu sei come implicitamente la presenza.
un bambino che deve fare un tema La mostra, preceduta dalla proiezione
scrivendo quello che ha visto. Tu guardi del film, ha documentato, in parallelo, il
dalla finestra, ma chi è che guarda?”. lavoro di Ghirri e quello di costruzione
In uno dei sui scritti Luigi Ghirri riflette del film esponendo, per la prima volta, le
sulla natura paradossale della fotografia venti stampe originali in grande formato.
e dell’atto del fotografare visto come un Le immagini sono state selezionate da
mondo che osserva il mondo attraverso Elisabetta Sgarbi e Paola Ghirri, che ricor-
la finestra, introducendo il tema della da: “Oltre le mura il deserto è rosa in ogni
visuale afferrata dal riquadro quotidiano stagione, noi lo sappiamo da sempre. Lu-
posto a separare la realtà domestica da igi lo ha scoperto e ce lo ha fatto rivedere.
ciò che si trova all’esterno. Ed eccoci lì, davanti alle sue fotografie
In Deserto rosa/Luigi Ghirri, di Elisa- sparse sul tavolo a scegliere insieme una
betta Sgarbi, la macchina da presa, sequenza possibile, che ci indichi una
sporgendosi oltre la finestra della casa direzione possibile sulla mappa che i suoi
di Ghirri a Roncocesi, torna a visitare i occhi hanno tracciato e che, al termine
paesaggi ritratti dal fotografo, nel corso del nostro lavoro, riconosciamo perché è
della sua ricerca, secondo l’alternarsi la nostra, perché è quella che ci permet-
delle stagioni, che nel film sono cinque: terà di tornare, “riportando tutto a casa”.
Primavera, Estate, Autunno, Inverno e Il principio della finestra, secondo il quale
Primavera notturna. si svolge la narrazione del film, si ripete
Le immagini in movimento raccontano i nel percorso espositivo. Guardando at-
paesaggi e le architetture di Ghirri, luo- traverso il modello della finestra di casa
ghi sospesi nel tempo, in cui la presenza Ghirri, costruito per realizzare le riprese,
umana sembra essere appena svanita, si vede una finestra che ne inquadra
mancata di un soffio dallo sguardo che un’altra. Dalla grande finestra angolare
la cercava. “L’occhio della macchina da della “Casa della Finestra”, progetto
1 presa- scrive Elisabetta Sgarbi-muove pensato come un progetto di “vista”,
di qui, ricreando l’assolutezza dello lo sguardo è indirizzato oltre le mura.
stesso sguardo di Ghirri”. L’itinerario visivo prosegue verso il colle
Le sequenze scorrono lentamente ac- di Bellosguardo, punto di osservazione
1
compagnate dal racconto di commento privilegiato che, per molti secoli, i pittori Elisabetta Sgarbi, Giovanni Chiaramonte,
del regista russo Aleksandr Sokurov. Lo hanno scelto per rappresentare Firenze e Paola Borgonzoni Ghirri
2
spettatore è proiettato dentro la scena, qui, forse, indicato come luogo da cui è Adele Ghirri e Morgan
luogo per luogo, paesaggio per pae- ancora possibile selezionare, nonostante 3
La finestra del film “Deserto rosa/Luigi Ghirri”
saggio, attraverso una descrizione che la mutazione delle misure, una sequenza
gli consente, poco alla volta, di cogliere di immagini in grado di mostrarci la città Pagine successive:
4
dettagli inaspettati. dall’alto, con i suoi monumenti, la cupola Luigi Ghirri
Il risultato è un film straniante, riflessivo, e le colline, in una continuità atmosferica, Verso Lagosanto, 1989
5
che indugia quasi con sbigottimento ai fino a coglierne l’essenza. Luigi Ghirri
2 confini dell’assoluto, in un viaggio che Riccardo Butini Bomporto, 1985

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Galleria dell’architettura italiana
Paolo Portoghesi - Abitare la terra
Ad un tempo giocosa ed enigmatica, zaro; fin nelle grandi architetture per
la piccola casa di legno si innalzava, Shanghai, sempre finiva per riflettersi
monumentale, sul podio cubico mentre l’immagine di quella prima costruzione.
il bianco sfondo dei pannelli dell’allesti- Evocata persino dai calligrafici schizzi
mento ne esaltava la nitida silhouette. dei taccuini, esposti a mo’ di colorato
L’opera prima dell’architetto? Un vecchio contrappunto, accanto ad ogni lavoro.
modello per un progetto inedito riapparso E così mentre si immaginavano già nuo-
da qualche remoto scaffale dello studio? ve interpretazioni critiche a partire da
Queste le prime impressioni del visitatore quell’opera sconosciuta e paradigmati-
della Mostra dedicata a Paolo Portoghesi ca si rimaneva incredibilmente sorpresi
presso l’altana della Casa della finestra. nell’apprendere, una volta conclusa la
Quella piccola architettura-manifesto visita, che sì era tutto vero. Quella era
sembrava infatti già contenere in nuce un’opera giovanile, paradossalmente
tutte le questioni che Portoghesi ha matura nonostante la sua precoce
esplorato attraverso il suo lavoro di esecuzione. Era infatti un balocco con
progettista e di storico dell’architettura. il quale Portoghesi aveva giocato nella
Il rapporto fra invenzione e tradizione, la sua infanzia, forse già consapevole
grande passione per l’epopea del Baroc- di quelle questioni che costituiranno
co romano, l’interesse per le morbide li- l’essenza del suo mestiere d’architetto.
1 nee del Liberty ed infine l’amore per tutta Questioni che molti oggi non sanno più
l’architettura delle città: per i capolavori riconoscere, né ricordare.
e per gli episodi minori che ne costitui- Ed all’improvviso si comprendeva tutto.
scono il tessuto. Un panorama di archi- Accanto a quella piccola architettura si
tetture considerate da Paolo Portoghesi cominciava ad intravedere un’analoga
come familiari presenze. E perciò da oscura innocenza ed un altro enigmatico
interrogare ed ascoltare continuamente, giocattolo, fortemente voluto dal Nostro.
alla stregua di domestici Lari e Penati. Fatto costruire ad un amico a Fusina ed
Spiriti benigni e dialoganti che portano approdato poi a Venezia alla punta della
in dono un patrimonio di figure e forme Dogana. E da lì infine in tutto il mondo.
vive. In grado di rinnovare la necessaria Con disarmante facilità, quell’antico
consapevolezza della condivisione di gioco di legno ci faceva rivivere un’in-
una regula e l’adesione ad un codice. O tera stagione dell’architettura italiana.
meglio, al Codice tout court. Ponendoci di fronte alla responsabilità
Nella piccola casa, strategicamente di non consegnare all’oblio quella ten-
posta a presidiare la sequenza delle denza. Invitandoci piuttosto a prosegui-
opere, dei progetti e dei modelli, abita- re quel lavoro. Verificandolo continua-
vano dunque queste suggestioni che ci mente, mutate le condizioni al contorno,
accompagnavano nella sosta ad ogni assieme alle nuove generazioni. Spesso
stazione del percorso espositivo. Nello distratte delle luminescenti seduzioni
studio per l’ampliamento di Palazzo dell’ambiente tecnico. Ma dopotutto
Montecitorio, nel progetto per la torre sempre disponibili a raccogliere un invi-
d’appartamenti a Santa Marinella, nella to: Giochiamo?
Moschea romana e nel teatro di Catan- Andrea Volpe

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3 4

1
Paolo Portoghesi alla mostra
foto Duccio Ardovini
2
Ingresso alla mostra
3
Modello della “Torre del respiro” a Shanghai
4
Modello dell’edificio multireligioso a Palermo

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letture Francesco Collotti, Giacomo Piraz, Andrea Volpe
Architetture 1.2.3.
Manuale dei laboratori di progettazione del triennio
Academia Universa Press, Milano, 2009
ISBN 978-88-6444-004-0
Ettore Sottsass
Foto dal finestrino
Adelphi, Milano, 2009
ISBN 8845924297

Foto dal finestrino, Pictures from a window, è stato


1920-2008 opere e progetti. Bruno Morassutti
Giulio Barazzetta e Roberto Dulio, a cura di
Electa, Milano, 2009
ISBN 978-88-370-6893-6

Ormai quasi quattro anni fa Vittorio Gregotti scriveva


Renato Rizzi
La muraglia ebraica. L’impero eisenmaniano
Mimesis Edizioni, Milano - Udine, 2009
ISBN 978-88-8483-804-9

L’opera di Peter Eisenman non è ciò che sembra:


Federica Pocaterra
Lungo il Po.
Viaggi e approdi tra paesaggi e architettura
arabAFenice, Cuneo, 2005
ISBN: 9788886771429

Come si impara l’architettura? il nome di una rubrica ospitata sulla rivista “Domus” su Repubblica, a proposito della mostra che la Tate il Nichilismo ne nasconde il senso. Non è nemme- Quanti popoli, quante culture hanno attraversato e
L’interrogativo si specchia nel suo inverso: come dal luglio-agosto 2004 al febbraio 2007. L’inserto, di Londra aveva dedicato a Norman Foster: “Foster è no ciò che lo stesso Eisenman vuole che sembri: costituito la pianura?
si insegna l’architettura? Se è vero che la scuola è ideato dal direttore Stefano Boeri e allestito da Ma- il rappresentante più significativo di una corrente im- la “muraglia” costituita dall’apparato teorico-critico Il libro di F. Pocaterra ci accompagna in questo
innanzitutto data dall’insieme di docenti e studenti rio Piazza, presentava un layout rigido consistente in portante (soprannominata in gergo high-tech) dell’ulti- eisenmaniano ne cela l’“incandescente nucleo origi- viaggio lungo il Po, disegnando il grande fiume
e pur vero che essa si da in un luogo dedicato in uno scatto fotografico (b/n o colore su il lato sinistro) mo trentennio del secolo, corrente che ha l’ambizione nario”. Questo è quanto emerge dal libro di Rizzi che come un enorme nastro di argento che disegna la
cui si riflettono le esperienze di chi a scuola ci sta. e una scrittura (carattere typewriter/olivetti lettera 36 di rappresentare simbolicamente in architettura una inserisce l’indagine sull’opera dell’architetto newyor- geografia della pianura, percorrendo antiche rotte,
È necessario che esse possano esser colte per su il lato destro). Medesimo l’autore dei due contri- coincidenza definitiva fra architettura e tecnologia. Di kese all’interno dell’abissale ed enigmatica domanda che qui vengono nuovamente tracciate.
mettere meglio a frutto il tempo che a loro è dato, buti: Ettore Sottsass. Conservandone l’originario or- più la tecnologia è qui contenuto e principale finalità sul senso della Forma. Domanda nella quale conflu- Dall’esterno stavolta considerando l’elemento
ma anche perché raccogliendole si mettono in or- dine quei fogli sono stati editi nella Biblioteca mini- degli sforzi espressivi dell’architettura, con un notevo- iscono i tre grandi paradigmi del pensiero: Ebraico, straniero come punto di vista altro, non estraneo
dine, gli si dà un senso, si misurano gli obbiettivi ma adelphiana in un piccolo libro di 75 pagine (“non le scarto rispetto alla tradizione della disciplina, anche Greco-Cristiano, Nichilista; le due vie di accesso ma, a dispetto del presente, come valore aggiunto
sui risultati e si può ricominciare. c’è da dimostrare il fatto che ho fatto tante cose, nella forma che ha assunto con le avanguardie e con all’interpretazione dell’opera: analitico-descrittiva alla complessità di questo territorio.
Se è vero che si è lì per condurre dall’opinione al c’è da dimostrare che ne ho fatte qualcuna di una l’adesione all’epoca della meccanizzazione (...)”. ed estetico-contemplativa; un piano assolutamente Contaminazioni e migrazioni, facendo spesso ricorso
giudizio responsabile sull’architettura gli studenti grande intensità”). Di Ettore Sottsass era noto l’inte- Su una posizione diametralmente opposta a quella inaggirabile: quello theologico dell’estetico. alla metafora teatrale per mettere in luce personaggi
attraverso il progetto, è anche vero che in questa resse per la fotografia – tra le molte ricordiamo solo di Foster va collocato il lavoro di Bruno Morassutti Alla ricerca della risposta, i quattro saggi qui raccolti e luoghi particolari, che tanto hanno significato per la
esperienza continua anche a noi è data la possibili- l’esposizione al Centre Georges Pompidou di Parigi (1920), architetto padovano, ma milanese di ado- (“La muraglia ebraica”, “Mistico Nulla”, “I pungiglio- determinazione del carattere di una città, e di un ter-
tà di misurasi con il dicibile del nostro lavoro, con il nel 1994 – così come la capacità di narrazione; quel- zione, scomparso recentemente. ni del pensiero”, “L’eresia nascosta”) smascherano ritorio in questo caso. Il tema del viaggio Lungo il Po
suo patrimonio collettivo e con i suoi diversi lasciti. lo che tuttavia questo volume rivela è la ricchezza, Dalle case, ai capannoni agli insediamenti industria- l’inganno della cultura Nichilista che, dell’opera ei- è qui indagato con una doppia valenza temporale, ci
Un mestiere difficile che necessita lucidità, intuizio- la vertigine semantica ottenuta dal loro mutuo in- li, dalle chiese, agli allestimenti e agli arredamenti, senmaniana, ci mostra solo la superficie dell’appa- si interroga su cosa resta oggi, nelle prospere città di
ne e quella forza costante richiesta dal vangare un trecciarsi e infettarsi reciproco. È arduo definire la fino al design, in ognuno dei progetti di Morassutti renza. Secolarizzata ed a-estetica, infatti, la critica pianura, di quelle scene di città aperte, di fiumi che
terreno secco e duro per rimetterlo a coltura. tipologia di tale legame – commento, contrappunto, ciò che appare con evidenza è la consapevolezza contemporanea non prende in considerazione una erano veicolo di cultura, di strade che si costruivano
Misura e discernimento che hanno sempre per glossa… – o il suo tono – ironia, evocazione, giudi- della necessità di una convergenza fra il mondo presenza fondamentale: la presenza del pensiero mentre si percorrevano, di castelli che si parlavano
oggetto gli edifici e la città. Si impara da ciò che zio. Possiamo dire che tanto nitido, definito, era il della tecnica e quello della forma: come cioè ogni theologico Ebraico, l’energia sotterranea che plasma da lontano, di chiese silenziose (disegnate magari
è osservabile della materialità dei corpi costruiti contenitore, la cornice predisposta, così poliverso, Architettura – con la A maiuscola, come la definiva dall’interno l’intera produzione eisenmaniana, teori- tutte su quella stessa magica linea dei fontanili).
confrontando la realtà urbana e le necessità del- mobile, indeterminato il contenuto che di volta in Auguste Perret – si fondi su una precisa corrispon- ca ed architettonica. Collocati sul loro vero sfondo di Geografia immaginata e figure sospese? Anche
la nostra mansione con le convenzionalità della volta si profila. Affiorano alcuni temi, alcune ricor- denza fra tipo, costruzione e forma. Qualsiasi con- appartenenza, che è quello della theologia Ebraica, i di questa materia è fatta la pianura. Di tracce che
rappresentazione. Per quanto essa sia con la sua renze, mai troppo esplicite e sempre fissate con un traddizione, in uno di questi termini, è causa della termini del linguaggio progettuale dell’architetto del ancora sono nascoste nel disegno delle città e del
durezza, dimensione e peso, sostanzialmente altra, tratto di gentile distacco: la seduzione della forma e perdita di senso e di chiarezza del progetto. Decostruttivismo - termini come “spaesamento”, territorio. E che l’architetto è in grado di cogliere
l’architettura che la città conserva nei suoi manu- del colore, lo scorrere delle stagioni, la violenza del Morassutti – che si laurea allo IUAV di Venezia “sradicamento”, “atopia”, “instabilità” e “dislocazio- e disvelare, in analogia col lavoro dell’archeologo.
fatti è per natura simile al progetto nel suo essere potere, il sacro, la consumazione delle cose, la me- frequentando i corsi di Carlo Scarpa e di Giusep- ne” - escono dall’ambito in cui finora li avevamo vo- Col progetto, come è dimostrato in questo libro, si
molteplice e univoca al tempo stesso, laddove per- raviglia di un attimo non previsto, la grazia della fra- pe Samonà, e che, terminati gli studi, parte per gli luti vedere, l’ambito della dissoluzione postmoderna possono identificare le ragioni della costituzione di
cezione e memoria giocano nella rappresentazio- gilità, il marginale come spazio atto alla rivelazione USA alla volta di Taliesin East e West con l’obiettivo e nichilista della Forma (Classica), per configurare alcune forme, che da molto tempo fanno parte delle
ne, nei suoi dispositivi, la capacità di evocare una del vero. Un libro singolare composto da immagini di lavorare e conoscere direttamente Frank Lloyd uno scenario del tutto inatteso, quello di un’architet- città costituite, ma allo stesso tempo si è in grado
possibile forma appropriata e comunicabile. Come di un non-fotografo – “faccio fotografie perché sono Wright, da sempre ammirato e attentamente studia- tura autenticamente Ebraica, “una grandiosa forma di cogliere quale disegno più ampio si cela dietro
per le “scienze” in questa esperienze l’indicibile e curioso […] la fotografia è un aiuto per ricordare” – e to – pensa al progetto in quanto attività conoscitiva temporale della storia universale Ebraica”, “la forma tali scelte. È il caso ad esempio delle città di fon-
il caso, l’incidente, giocano un ruolo fondamentale da affabulazioni di un non-scrittore – che cerca di complessa cui prendono parte competenze diver- più compiuta e potente della temporalità tragica e dazione che “sono allo stesso tempo luoghi del Po
se si è disposti a cogliere il senso di ciò che ca- “scrivere in modo che la scrittura sia come un pez- se, ma tutte contraddistinte da un unico obiettivo: messianica”. Sottratti al panorama a-iconico del e gesto di un principe che attraverso l’architettura
pita: Malcom riporta come Wittgenstein fu colpito zo d’arte, che l’immagine della scrittura comunichi la rappresentazione del senso dell’edificio. È questo razionalismo tecnico-scientifico e tenuti in relazione conquista un territorio.”
per la prima volta dal pensiero che nel “linguaggio” già un modo di pensare” perché “per me la scrittura un punto di vista che ha radici nel passato, in quella con il theologico (che non è, si badi, il “religioso”, ma Si interseca poi nella lettura progettuale l’analisi
facciamo “giochi” con le parole, passando accanto è soprattutto un’immagine”. Foto dal finestrino è esperienza del progetto che nega una distinzione fra la materia spirituale che precede e sostanzia l’este- delle ricorrenti tipologie architettoniche, volta an-
ad un campo sportivo durante una partita di calcio, poi l’occasione di misurare la grande distanza tra architettura e ingegneria e che rivendica la neces- tico), i codici figurativi dell’architettura di Eisenman cora alla conoscenza del territorio, che se pur va-
inventando così la filosofia dei giochi linguistici. un certo modo di intendere l’avventura del Nostro sità di una collaborazione fra le due competenze. cessano di essere puri segni e si mostrano per quello sto presenta delle invarianti: quelle figure sospese
Nel panorama infinito e apparentemente inarresta- (traguardata attraverso il successo internazionale Collaborazione che Morassutti attua in ognuno dei che veramente sono: grandiose immagini generate di cui dicevamo. A volte appena evocate e in altri
bile dell’editoria contemporanea specializzata è con l’inevitabile circuito fatto di presenze su carte propri lavori, sia in quelli che portano oltre alla sua dal sotterraneo mondo simbolico della Kabbalah. casi tracciate perfettamente nella loro complessi-
straordinario imbattersi in testi che riflettano espe- patinate, gallerie d’arte, riconoscimenti accademi- firma quella di Angelo Mangiarotti – per lungo tempo Visione conturbante e spiazzante, questa, perché tà, il portico, la loggia, il recinto.
rienze e non piatte pubblicazioni “scientifiche” ci…) e viceversa riconoscere in essa una ricerca suo socio – e dell’ingegnere Aldo Favini, che in quel- ci apre gli occhi sull’effettiva portata del programma Leggendo queste pagine si compie un viaggio
rivolte ad incrementare curriculum, ma di scarsa profonda, insistita, sui caratteri più propri dell’ abita- li successivi, elaborati autonomamente, ma sempre concettuale de La Fine del Classico. Dove ad essere nell’identità profonda di un territorio, ritrovando-
utilità. È questo il caso del manuale di Collotti, Pi- re, quest’ultimo avvertito come espressione radicale con l’apporto tecnico di strutturisti di fiducia. in gioco non è la volontà, fine a se stessa, di sosti- ne le radici storiche, le contraddizioni attuali, le
razzoli e Volpe. Ed è questo il motivo che consente dell’esistenza stessa. Il bel volume, curato da Giulio Barazzetta e Roberto tuire un astratto repertorio formale, quello dell’Ar- ragioni sociali delle grandi architetture ma più di
di affermare che si tratta di un libro necessario per Fabrizio Arrigoni Dulio, mediante la pubblicazione di molti disegni chitettura Classica, con quello altrettanto astratto tutto si ha il desiderio di conoscere le figure della
dare un contributo alla fatica quotidiana. originali e fotografie, ha il grande merito di riportare di un’Architettura Non Classica. Ad essere in gioco, pianura. E forse solo allora, dopo questa lettura si
Giulio Barazzetta all’attenzione del pubblico il tema del rapporto co- qui, è “un vero altissimo scontro tra theologia Ebrai- comprende il perché, Antonia Pozzi scriveva, certi
struzione e forma in architettura: questione urgente ca e theologia (filosofica) Greco-Cristiana combat- giorni vorrei salire sui campanili della pianura ve-
da opporre alla più facile fuga nella tecnologia oggi tuto sull’ambiguo campo scientifico e a-theologico der le grandi nuvole rosa lente sull’orizzonte come
praticata di continuo, e con grande disinvoltura. del Nichilismo”. montagne intessute di raggi.
Martina Landsberger Valentina Rossi Serena Acciai

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Massimo Gasperini Alex MacLean Riccardo Renzi Ulisse Tramonti, Alessandro Lucchi Martino Doimo L’architettura come testo e la figura di Colin Rowe
Lapo Farinati degli Uberti Over. American way of life, una minaccia ecologica Gherardo Bosio. Le ville Predappio e la valle del Rabbi. Storie del Novecento Arte muraria Spazio Tettonica Mauro Marzo (a cura di)
L’ingegnere illuminato (1880-1948) Opere e Progetti vista dall’alto. Alinea Editrice, Firenze, 2010 Edizioni In Magazine, Forlì, 2010 Mies, Bacardi Building Cuba Marsilio Editori, Venezia, 2010
Felici Editore, Pisa, 2009 22publishing, Milano, 2008 ISBN 978-88-6055-549-6 ISBN 978-88-95694-10-8 Edizioni Canova, Treviso, 2009 ISBN 978-88-317-9970-6
ISBN978-88-6019-321-6 ISBN 978-88-9518-510-1 ISBN 9788884092175
Continua ancora il viaggio alla riscoperta delle Appena Ulisse Tramonti staccava la penna dopo ave- “Zeitgeist boys” dice sarcasticamente Colin Rowe di
Sono salito giorni fa fino all’Abetone e prima di inizia- ‘Non ereditiamo il mondo dai nostri padri, ma lo pren- nostre radici di scuola. Gherardo Bosio infatti, si re finito di farmi la dedica sulla prima pagina del suo I libri che trattano di Architettura, troppo spesso alcuni suoi allievi, divenuti nel frattempo architetti fa-
re i suoi tornanti, nel buio umido della valle della Lima, diamo in prestito dai nostri figli’. Questo proverbio pone come una delle figure centrali del razionali- ultimo lavoro, dopo un attimo di silenzio e da sotto gli portano in se un carattere che potremo definire di mosi, criticandone l’ansia di aggiornamento allo spirito
come sempre sono rimasto colpito dalla forza utopica indiano introduce Over, il libro di Alex MacLean che smi italiano e del moderno fiorentino, manifestan- occhiali, mi ha detto che quello che mi stava regalan- tipo conclusivo. Questo avviene, tanto più, quando del tempo. Prontamente ricambiato da uno tra i più
e futurista della sua diga. La pietra grigia, il disegno agi- documenta l’impatto della american way of life sul do la sua opera attraverso progetti e realizzazioni do era forse davvero il “libro della sua vita”. l’oggetto appartiene alla schiera di maestri sui quali importanti di costoro, Peter Eisenman, in termini al-
le ma al contempo remoto, mi hanno fatto percepire la territorio statunitense. Un processo di crescita quello grande respiro e di indiscutibile caratura. Un po’ sorpreso per questa affermazione e curioso di a torto o ragione, la produzione a livello mondiale è trettanto corrosivi: “hegeliano antimodernista latente”.
straordinarietà di quest’opera, violenta, ma come se ci della prima economia del mondo, che ha raggiunto Questo libro di Riccardo Renzi, raccoglie uno capirne il perché, ho iniziato subito e voracemente a particolarmente florida, per non dire colossale. Mol- Basterebbe questo scambio di battute, per apprezzare
fosse sempre stata, quasi una concrezione naturale del un tale punto di criticità in termini di sfruttamento delle dei segmenti più affascinanti della produzione di leggerne le molte pagine intense e appassionate, ac- ti testi su Mies affrontano a livello storico-critico la l’interesse del convegno internazionale promosso nel
paesaggio che ben si assona con i suoi umori. Dopo sa- risorse naturali e di sostenibilità ambientale da rendere Bosio, quello delle ville che egli progettò e realiz- compagnate dalle belle foto fatte da Giorgio Sabatini sua opera soffermandosi quel tanto che basta sui 2008 dallo IUAV sulla personalità del critico inglese.
lendo sulla strada, la Centrale Elettrica dello Sperando, necessario per gli americani (ed inevitabilmente anche zò per una committenza ricca e illuminata fino al e immediatamente ho percepito la ragione di questa singoli progetti per indagarne e dedurne peculiari- Protagonista della cultura architettonica della seconda
nitida sagoma ritagliata nello sfondo boschivo, perfetta per noi) un radicale cambio di rotta e di mentalità. 1941, anno della sua prematura scomparsa. Ca- sua affermazione. Chi conosce l’animo romagnolo, sa tà tali da poterli ascrivere all’interno di una logica metà del XX secolo, pensatore brillante e anticonven-
come un macigno rotolato a valle da millenni. Poi sono Pubblicato negli Stati Uniti nel 2008, due anni dopo le landosi nei molti progetti, ben documentati da un che insieme alla nota gentilezza e disponibilità coe- di tipo maieutico, spesso fuorviante quand’anche zionale, raffinato connaisseur e insegnante “on both si-
arrivato fino all’antica Valle delle Pozze e lassù, lonta- devastazioni dell’uragano Katrina alla vigilia della gran- pregevole lavoro di archivio, di analisi e di siste- siste anche un’anima tenace, che dietro alla solare contraddittoria. Altri ancora, tentano di superare i li- des of the Atlantic”, Rowe ha avuto come allievi e poi
no dai nuovi edifici, scorgendo i profili delle fabbriche de crisi finanziaria e della successiva prospettiva Oba- matizzazione, le immagini d’epoca e le ricostruzio- predisposizione per le cose del mondo, lascia vedere miti della catalogazione attraverso approfondimenti colleghi architetti quali Stirling, Hejduk, Eisenman, Krier,
degli anni ’30 per la realizzazione del più importante ed miana di una Green Economy, il libro documenta con ni volumetriche effettuate dall’autore ci mostrano anche una complessità non facilmente definibile. An- storiografici e/o filologici, perseguendo una propen- Meier, Koetter, incidendo profondamente sulla teoria
avveniristico centro sciistico dell’Appennino Centrale, splendide fotografie aeree l’impercettibile sequenza di una produzione che fin dalle sue prime mosse, che questo lavoro di Tramonti è un po’ così, ovvero sione pubblicistica sul personaggio, interessantissi- architettonica e sul progetto contemporanei. La sua figu-
ho avuto la sensazione chiara di una comune volontà segnali che testimoniano il cambiamento climatico del supera tutto l’impaccio di una cultura di gusto No- la sua ricca documentazione d’archivio, l’ineccepibile mo ed esuberante di angolature, secondo una sorta ra irriverente, spesso fraintesa nel dibattito recente con
che avesse strappato la vocazione alla marginalità della nostro pianeta. MacLean infatti non si limita a compie- vecento, assestandosi sulla variazione di pochi ma cura scientifica e l’originalità dell’argomento trattato, d’iperbole che vorrebbe unire in modo indissolubile posizioni di apologia del postmoderno, viene restituita in
montagna per proiettarla nei destini della modernità. re una lunga serie di voli e scatti fotografici over (sull’) chiari temi della modernità. Il razionale uso della riescono a sedimentare dietro la loro leggiadra appa- l’uomo privato al proprio lavoro. tutta la sua ricchezza e complessità dal volume seguito al
Proprio il giorno dopo, l’amico Gasperini, per una di America come nei suoi precedenti -magnifici- libri. Ma geometria, si salda ad un costante stimolo di flu- renza, tipica di tutti i libri di territorio e di paesaggio, la Il testo di Doimo è di altro tipo e di questo se ne ha convegno, non una semplice redazione degli Atti, ma un
quelle imperscrutabili vie che solo il caso conosce, mi piuttosto ci suggerisce con disincantato pragmatismo idità, mentre la purezza del disegno si declina ad profondità di una serie di temi meno evidenti e meno idea già scorrendo il corposo indice e la vasta biblio- vero contributo di impegnato approfondimento critico.
ha fatto dono della sua opera prima, una monografia che lo stile di vita americano ottimisticamente basato un maturo uso delle tradizionali modalità compo- scontati. Credo infatti che il vero tema nascosto di grafia. L’indice è di per se rivelatore di una trama e Nei numerosi saggi, tutti penetranti, che indagano ana-
su Lapo Farinati degli Uberti, ingegnere illuminato, che sul mito dell’abbondanza senza fine di petrolio, ac- sitive basate sul nitore dei vari caratteri, non ultimo questo suo lavoro non sia la sola lettura presente e qui rappresenta un di testo ulteriore le cui singole voci logie e distanze con i suoi maestri e con la tradizione
con incredula sorpresa ho scoperto essere l’autore di qua, terra, aria e denaro è appunto Over (finito). quello distributivo e funzionale che testimoniano passata della Valle del Rabbi, delle sue città, dei suoi si configurano come estrema sintesi epistemologica degli studi warburghiani, rivivono i tratti distintivi del
quelle opere che proprio il giorno prima avevo ammira- Un libro dunque profondamente politico che traduce la oltre alla grande capacità professionale dell’auto- paesaggi e dei suoi anche celebri abitanti, quanto del lavoro dell’architetto tedesco. Le finalità cristalline Rowe critico: le spregiudicate analisi formali di architet-
to. Inutile dire che ho letto voracemente l’opera e l’ho preoccupazione per il nostro futuro in un’elegante ricerca re, la definizione di una progettualità al contempo piuttosto un lavorare sul senso variabile della memo- rivelano, a ulteriore garanzia, come questo sia frutto di ture antiche e moderne, condotte con l’acutezza di uno
trovata straordinaria. Non tanto per la sua evidente di misure (foto)grafiche e di valori etici. Come restituire- interpretativa e innovativa. ria. Una memoria che può diventare strumento flessi- un non comune lavoro di ricerca svolto all’interno di sguardo insieme storico-concettuale e percettivo-visi-
cura scientifica, quella è frutto certo di un sapere, ma mo il mondo ai nostri figli? Cosa lasceremo loro se con- Fondatore del primo Gruppo Toscano insieme a bile di cultura che in una sorta di auspicabile fluidità, un definito e fecondo ambito universitario da sempre bilista; il formidabile uso dell’analisi comparativa e della
in fondo si tratta di codificazione, non tanto per i suoi tinuiamo a consumare, costruire e produrre scarti in così Michelucci e Berardi, Bosio mutua dall’amicizia quasi come un “aspettativa di passato” o un “ritorno contraddistinto da attenzione e coerenza di scelte. rappresentazione diagrammatica, teso a sovvertire
contenuti ovviamente ben evidenziati e lucidamente grandi quantità? MacLean affida alle didascalie il neces- con Giò Ponti, una raffinata sensibilità progettuale al futuro”, diviene la molla per pensare il nostro pre- Doimo parte da un presupposto importantissimo nel ogni cesura storica predefinita; l’acribia filologica della
espressi, e nemmeno per il taglio, tematico e diacro- sario controcanto alla bellezza delle immagini, instauran- che si declina opera dopo opera, all’interpretazio- sente. Quindi una rammemorazione di temi e figure lavoro di Mies, facendo circolare attorno a un singolo sua prosa (scrive Rowe: “Le parole sporche sono come
nico prima, lineare e cronologico poi, ma proprio per- do perciò un sottile gioco di ambiguità fra ciò che a prima ne di una sorta di modello ideale che attingendo che costruiscono l’identità di un contesto, il carattere progetto, il Bacardi Building, tutto l’approfondimen- finestre sporche che producono prospettive distorte”),
ché oltre a tutto questo, ho trovato che ogni pagina di vista pare esteticamente sublime e ciò tale bellezza può dal paesaggio toscano e dalle radici dei sistemi di un luogo, l’immagine di una terra, fatta pur nella sua to teorico e pratico nell’arte del costruire, del suo specchio di un autentico processo di scavo dentro
questo lavoro, lasci vedere una miriade di altre pagine nascondere. Una sequenza di canali in una palude della pompeiani, elabora innovativi concetti spaziali unitarietà, di tante accezioni diverse. Gli autori dun- apparato tecnico e della sua profondità di campo l’opera d’arte. Ma, come avverte il curatore, proprio
non scritte. Come se in ogni sua parte, venisse fuori Florida forma una sorta di grande opera di Land art che nell’ambito di un generale e rinnovato accento di que si muovono con raffinata disinvoltura nel definire nell’affrontare i singoli problemi inerenti la forma e la perché le sue investigazioni esplorano un campo com-
un patrimonio che c’è ma non è scritto, una cura che si rivela invece un sistema di raffreddamento delle acque mediterraneità. ambiti e criteri di questo processo ermeneutico, pronti tecnica assunti come fondamenti propri dell’Archi- preso tra “l’universo delle indagini critiche intorno alla
passa ma che non si vede, una dedizione che non è bollenti di una dannosissima centrale nucleare. Una serie Dietro l’ineccepibile cura di questo lavoro, una a scommettere che solo chi ha un solido passato -e tettura. L’Architettura vista come pratica umana, tra forma e l’universo che sovrintende all’ideazione della
solo metodo e costanza, cultura e intelligenza, ma che di case unifamiliari disposte secondo il consueto reticolo nota che vuole accentare un’altra tonalità positi- soprattutto ben lo conosce- può permettersi di aspi- sogno, devozione e concretezza di fatti; un sapere forma stessa”, è impossibile disgiungere il Rowe critico
mi piace pensare come una forma d’amore. Amore per di strade principali e di strade senza uscita caratteristico va di questo libro. Credo cioè che sia impossibi- rare ad avere un vero futuro. Quindi il “libro della vita” che come moderno baumeister di tradizione medie- dal Rowe teorico e progettista, autore di profonde ri-
il proprio lavoro e per la bellissima fatica che ne deriva, dei sobborghi americani. Dove a grandi case corrispon- le non vedere trasparire l’entusiasmo dell’autore forse perché proprio questo processo dialettico, in vale, Mies sentiva di dover trasmettere attraverso flessioni sulla composizione architettonica e del destino
amore quindi da condividere con un libro, ma anche dono grandi opportunità, grandi redditi e grandi auto. per la grande potenzialità critica e scientifica del fondo è analogo a quello che permette il nostro dive- due logiche essenziali: la rigida precisione nell’inse- della città, benché raramente impegnato in specifiche
amore per la montagna, per l’architettura, per il pae- Una realtà vista in decine di films e che invece finiamo materiale scoperto e raccolto. Un materiale qua- nire, ovvero è del tutto similare ed ha le stesse basi del gnamento e la coerenza dell’esempio pratico. prove progettuali. Di tutta la sua opera, infatti, è proprio
saggio e per la vita e le opere di questo ingegnere, che per leggere come mero sprawl suburbano. Un modello si del tutto inedito, raccolto dopo anni di pazienti processo che ci consente di vivere, quello cioè che Il notevole apparato iconografico correda un testo che quella più direttamente riferita alla composizione che si
forse sono solo un pretesto per parlare di grandi temi, di pianificazione urbanistica distante da qualsiasi ragio- ricerche e documentazioni attinte da varie fonti, ci trasforma ogni giorno inesorabilmente, facendoci non trascende mai nell’approssimazione, raggiun- rivela più feconda per gli architetti di oggi. Come ricor-
come il confronto fra l’uomo e la natura, tra la forma e nevole ipotesi di sviluppo ecologico. Perché a grandi non ultima l’archivio messo a disposizione dal- però rimanere sempre la stessa persona. gendo gli obiettivi prefissati. L’uso stesso del Bacardi da Semerani, Colin Rowe col suo lavoro “ha un ruolo
la terra, la terra e le sue trasformazioni. Per questo, oltre case finisce per corrispondere grande consumo di ter- la famiglia, che hanno costruito passaggio dopo Persone come Tramonti e Lucchi, custodiscono dentro Building come oggetto del lavoro è sintomatico della determinante nella rivalutazione dell’architettura come
alle coincidenze della casualità, è stato per me quasi reno e grandi quantità di benzina per coprire le grandi passaggio, sedimentazione dopo sedimentazione, il loro lavoro questa radice di vita. Una sonorità privile- qualità, sia per le proprie peculiari caratteristiche sia testo [...]. Privilegiando l’individuazione della struttura
doveroso parlare di questo libro, perché credo che in distanze che separano queste isole di vita artificiale dalle la saggia, ma controcorrente scelta di anticipar- giata quindi, una radice di Romagna che parla nel caso per l’importanza che questo ricopre all’interno del lun- compositiva, l’analisi delle combinazioni formali, la ri-
fondo il suo “vero” registro compositivo, insieme al farci città e dalle metropoli. Realtà apparentemente caotiche ne e condividerne la pubblicazione di un ambito di questo libro ancora di Romagna, che oltre all’archi- go percorso di affinamento che Mies ha svolto nelle costruzione dei processi [...] egli instaura, per quel che
conoscere la figura e l’opera di una personalità inge- che invece MacLean dimostra essere la sola risposta parziale, piuttosto che rimandare ad una futura tettura, alla storia urbana, agli aspetti artistici e sociali di proprie tematiche. Un affinamento presente, in paral- riguarda l’architettura, un nuovo tipo di conoscenza”.
gneristica e artistica del primo Novecento toscano, sia per evitare il collasso. Città vivibili come New York, dove sistematizzazione, sicuramente più impegnativa e questa bella valle vicino a Forlì, ci testimonia come in lelo, anche nello svolgersi del testo, un progredire fat- E se anche fosse vero, come sostiene polemicamente
quello di accordare una rara tonalità -emotiva prima e operazioni di riconversione ecologica di aree degradate, meno certa, l’intera opera. un gioco di riverberi, la potente circolarità della memo- to di precisa dedizione, un lento e profondo evolversi Eisenman, che il termine “testo” sarebbe risultato per
culturale poi- quindi personale e poi disciplinare, che in presenza di un’efficiente rete di trasporti pubblici e di Fabio Fabbrizzi ria che oltre a costituirsi quale emanazione di identità per minime variazioni e inedite aggiunte, un lavoro che Rowe un vero e proprio “anatema”, l’eventuale tradi-
questi tempi di feroce omologazione, riuscire a porge- parchi urbani e suburbani rende la parola densità il sino- locale e personale è soprattutto ipotesi di scelte ancora lo stesso Mies avrebbe certamente apprezzato. mento che questo volume propone del suo pensiero è
re, ma anche registrare, non mi pare cosa da poco. nimo ideale di sostenibilità ambientale. da venire e possibilità di itinerari ancora da percorrere. Michelangelo Pivetta la spia più efficace della sua perdurante vitalità.
Fabio Fabbrizzi Andrea Volpe Fabio Fabbrizzi Caterina Lisini

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The earth Vs. the World by Paolo Portoghesi clarification attempt and keeping a constant refusal. All things of the Earth, itself in its 2 - Touching the earth in architecture, does this also mean contextualization and necessity (ananke). But forgetting is also time’s mate, and in the fight against its
(page 2) whole, flow in a reciprocal agreement. But this flowing is not fading. What flows here the recognition of site specificity? all-devouring power, architecture is one of man’s most faithful allies.
The word “earth” is full of different meanings: it can is the calm course of the boundary that borders every existent – present”.
indicate one of the planets of the solar system, a place World and Earth set against each other through the work at the point of outlining a 3 - Duration and durability are critical values for architecture, as buildings them- In the past, a work derived its authenticity not only from the personality of the
of all the places that man can dispose of, the opposite “polemos”, a conflict. “The Earth is the not constricted appearance of the constant selves undertake the length of time. Your citation is emblematic of Auguste Perret creator but also from the fact that work was in keeping with the highest social and
to the sky, the fertile support of the vegetable world, self-closing process, that is, of the covering –guarding. World and Earth are essen- “we must produce things that look as if they were always there,” recalling the con- spiritual aims of the culture in which it originated.
one of the the four elements that distinguish our natural tially different from each other and however never separated. The World is based on cepts of timelessness and radication. Relating to time and durability, what is the
environment. For the architect the earth, or in other the Earth and the Earth arises through the World. But the connection between World relationship between architecture and earth? Today such unifying goals are less easily definable. Often they have been replaced
words the earth crust, is first of all that on which are and Earth does not end in the empty juxtaposition of different elements. Resting on by the much vaunted ideal of individual self-realization, an ideal that forces the
founded it’s works, what for inevitable choice (I was the Earth, the World aspires to rule it. Although self-opened it does not bear anything 4 - “(…) the mountain top has been converted into a completely independent artist to rely exclusively on his/her own spiritual resources of strength; authenticity
about to write, “professional distortion”) is destinated closed. On the contrary the Earth, as covering – guarding, is inclined to absorb and thing floating in the air, separated from earth, and from up there you see actu- then becomes something very personal, something at times even questionable.
to turn, not rarely, in worst. In a certain meaning, earth resolve in itself the World. The opposition of World and Earth is a conflict. It would ally nothing but the sky and the passing clouds - a new planet.”2 In this passage
is synonymous of world, word, with a very wide se- be, though, a banal falsification of the nature of conflict itslef if it was meant as a con- Jørn Utzon describes pre-Columbian architecture and the “little mountain” Thus architecture as a world creating activity transcending individual mortality is
mantics area that includes the entire universe and can tention or brawl, assigning to it only the features of disturbance and of destruction. of Monte Alban in Southern Mexico, and reveals his profound interest for the meant to stand against the erosive forces of time and hence, it should, in its deepest
stretch out endlessly in different worlds, for the one of the dead to that of the ideas. In the authentic contention, the contenders – each other – rise to the assertiveness elevated platforms. The unyielding earthwork (or platforms), like the daring and essence, be durable. At this juncture, one may distinguish between the monumen-
The deepest and most involving remark regarding the word earth is that brought of their own spirit. The assertiveness of the spirit is not ever the stiffening in an ac- floating roofworks, are principles of his architecture and expressivity. The sec- tality of architecture, as this is poignantly expressed through the German term denk-
forward in the last century by Martin Heidegger that sets the earth against the world cidental state, but the self surrender to the hidden originality from which derives the tion sketches that illustrate “Platforms and Plateaus” locate the highest value in mal which etymologically links thought to time and the relative impermanence of the
as top rated in a conflict. Speaking of “The origin of work of art”, Heidegger maintains own being. In the contention each takes the other above what it is. The contention, these two tectonic elements; the strong void between the floating (roofwork) and inherently renewable vernacular, intimately linked to the life process. It is significant
that the Earth is “That in which the arising takes back, as such all that rises like in so, becomes always more severely and authentically what it is. How more intense grounded (earthwork) is emphasized by the exclusion of the frame and of verti- in this context that architecture is a noun and building is a gerund. However, both
it’s protective concealment”. The definition concludes the famous description of the the contention becomes and so more uncompromisingly the contenders give up cal enclosures. As you have remarked, there is an awareness of the relationship architecture and building are equally exposed to the debilitating forces of nature,
Greek temple : “Erected, the building rests on a basement of rock”. This resting of to the intimacy of simply belonging to themselves. The Earth cannot do without the between the “culture of the light” and the “culture of the heavy” in Utzon’s study above all, of course, to the ravages of the climate and use. However, in as much as
the work of art makes emerge from the rock, the obscurity of it’s support, steady opening of the World if it has to be itself, as the Earth, appearing in the free upsurge of “transcultural form” and of the combination of “occidental and oriental para- architecture stands within and against the flow of time, it should be capable of being
and yet not built. Standing there the work of art stands up to the gale that hits it, of its self closing. The World in its turn, cannot be detached from the Earth if it has digms.” How does Utzon play with the gravitational forces of the earth (between marked by time; in other words, it should be able to register through weathering,
revealing it’s violence. The brightness and the luminosity of the stone, that it seems to, as a district and route of every essential destiny, based on some certain basis. the lightweight and the heavy)? Is there a cosmic significance in the relationship etc. in its long haul towards its own eventual demise. All of this gives to the durability
to receive as a gift from the sun, make appear the daylight, the immensity of the sky, According to the work of art as the presentation of a world and the placing – here earth and architecture as suggested by Sigfried Giedion? a highly complex significance in as much as the flow of time makes itself manifest
the darkness of the night. It’s secure stand out make visible the invisible region of the Earth is, at one time, the poker of this contention. But this does not happens in both culturally and physically. We should also perhaps note, at this juncture, the
the air. The solidity of the work of art contrast the movement of the waves, revealing such a way that the work of art, at the same time, eases and settles the contention 5 - “No existe nada en Buenos Aires, pero ¡qué línea tan fuerte y majestuosa!”. fundamental opposition between monumentality and instrumentality. To the extent
the force with it’s immutable calm. The tree and the grass, the eagle and the bull in a faint compromise, but in a way that a contention remains a contention. Exposing The line to which Le Corbusier refers (from a conference in 1929 entitled Buenos that contemporary architectural practice tends to become ever more instrumental it
the snake and the cricket assume their evident form and reveal themselves in what a World and putting – here the Earth, the work of art causes this contention. The Aires puede convertirse en una de las ciudades mas dignas del mundo)3 is that becomes increasingly inimical to the flow of time and in this sense it tends towards
they really are. This coming out and this arising, as such and in their overall, is what status of work of art of the work of art consists in the realisation of the contention “línea iluminada por la noche” where earth, sky, pampas and ocean meet. Above becoming an amortizable commodity.
the Greeks called originally. This enlightens at a time what in which and what in who between World and Earth. Since the contention reaches the apex in the simplicity of this line he imagines arranging his towers, in the silence of a starry night where
man founds his living. We call it the Earth. From what we signify with this term there the intimacy. For this reason during the contention the work of art reaches its unity. everything is magically reflected on the surface of the water. On page 29 of Vol- As far as the vernacular is concerned, I have always been intrigued by the universal
is the need to keep distant every idea of stratified material mass or of planet in an As one may understand it is the contention itself becoming the essence, constantly ume V (1946-1952) of his Œuvre Complète, Le Corbusier presents an image of a shift between ‘the culture of the heavy’ and ‘the culture of the light,’ depending large-
astronomical sense. The Earth is what in which the arising brings back, as so, all that self-overtaking, of the movement of the work of art. Thus it is the intimacy of the heavy mountain positioned above the fragile gable points of a Gothic cathedral. ly on the climate and the ready availability of natural building materials. In the treeless
arises as in its own protective concealment. In what arises it is present the Earth as contention that the work of art finds its core and its calm, resting in itself”. The significance of this enigmatic collage can be understood, maybe, only by heat of the desert, one builds in stone, i.e. with the heavy, whereas in the temperate,
the hiding-protecting. Erected on the rock, the temple opens a world and it takes it I do believe that if an answer concerning the question “what an artist can do today” entering the Chapel of Notre-Dame du Haut at Ronchamp, where the reinforced forest one builds in wood, i.e. with the light. From this there follows a vernacular
back, at the same time, to the Earth, that only then “it reveals itself as native soil”. The may be found, it can be found in the meditations of such philosophers near to us in concrete roofwork seems to be suspended over the wall’s stones, delicately based on compression versus a vernacular based on tension. While these forces
world, in “Being and Time” is a feature of Being, that in which an actual Being “lives” time, like Martin Heidegger. In his pages he assign to the work of art the capability positioned at the top of a few support points and leaving room for light and air. almost always function reciprocally in order to maintain the stability of a structure,
as so. Being, in turn, foundation notion of the Heideggerian philosophy, is the entity to implement the truth. We live in an age that lead to extreme consequences the Le Corbusier elevated the rock and built a new mountain over the roof of the we may still distinguish between the compressive tendency of the earthwork versus
that ourselves always are and besides it has that possibility of being that consists conflict between civilization and nature. Everyday we hear news about ecological church: this is perhaps suggested by a photograph, also included in the Œuvre the tensile tendency of the roofwork. In the ‘culture of the heavy’ the compressive
in placing the very problem of being. In “The origin of the work of art” Heidegger disaster. Episodes which progressively reduce the liveability of the environment Complète, that portrays the roof as an immense field, where in the distance a pine earthwork rises, as it were, to envelope the entire building, whereas in the ‘culture
investigate the relationship between earth and world across the further specification in which we and the other species live. Architecture dares to win the challenge tree seems to rise from the ground to touch the blue sky.4 In your analysis, what is of the light’ the roofwork predominates. Jorn Utzon is an exemplary architect in all
of the meaning of the two terms. of these catastrophic processes using a scientific approach, letting itself be the relationship of Le Corbusier’s work with the tectonic? How does Le Corbusier of this in as much as his work is predicated on an ever changing dialogue between
“The World is not the mere array of all things, numerable and innumerable, known deceived by the vision of sustainability in terms of energy consumption and envi- touch the earth with his architecture? the earthwork and the roofwork. However, the work of Carlo Scarpa obliges us to
and unknown. The World is not even a simple representation added to the sum of ronmental quality. Only a careful research extended all over the world has revealed acknowledge a third term, namely the waterwork as a supplement to the earthwork,
the things simply – present. The World become a world itself and it is more existent the existence of groups, disheartened and dispersed, who beat for the creation of a 6 - When introducing the chapter “Carlo Scarpa and the Adoration of the Joint,” in as much as the podium of Semper’s primitive hut is raised above the ground in or-
than the graspable and perceptible dimension we trustingly live in. The World is not new sensibility. From its diffusion depends the possibility of a complete overthrow of you describe a stereotomic earthwork that the architect introduces in the sixteen- der to facilitate its drainage. In other words, an earthwork presupposes a waterwork
a possible object in front of us and that can be sensed. The World is the constantly the horizons of our late capitalist society. The architectural research is divided into two century palazzo of the Fondazione Querini Stampalia in Venice: “a monolithic and vice-a-versa. This complementary subset is particularly evident in the work of
unobjective that we submit since the ways of birth and death, of the mercy and of formations: the major one invents always new devices to turn away its world from the concrete tray, that serves not only to contain but also to represent the seasonal Scarpa, although it is present in one form or another throughout building culture.
the course keep us enraptured in the being. Where do the essential decisions fall in Earth, giving a precious instrument to the economical and political authority. On the flooding of the city”; it is accessible simultaneously from the campiello and the
our history, by us picked up or let go, disregarded or sought again, there the World contrary the minor one defends the continuity of the discipline and its status of specific canale, by a lightweight bridge and the portego arcades. The work of Scarpa 1
Vittorio Gregotti, “Introduzione”, in Kenneth Frampton, Tettonica e architettura. Poetica della
become a world itself. The stone is without World. Plants and animals are also human knowledge. The first lacks of any strategy in the outlook of a new connection embodies the construction tradition of Venice, resolving the passageway be- forma architettonica nel XIX e XX secolo (Milano: Skira, 2007): 9-12.
without World. They belong to the veiled inflow of an envoirement that they are part between world and earth. The second, although it develops itself following the tradi- tween water and earth and (ideally) offering a support to the delicate architecture 2
Jørn Utzon, “Platforms and Plateaus: Ideas of a Danish Architect”, Zodiac 10 (1962): 113-123.
of. The peasant, on the contrary has a World, because she stays in the openness of tional values lacks of an innovative strength necessary to eradicate that antagonistic above. “Touching the earth” in Venice has, at all times, a particular significance. 3
See: Le Corbusier, “Buenos Aires puede convertirse en una de las ciudades más dignas
the entity. The means, with its entrusting, gives to this World an appropriate neces- power. To the supporters of the first direction the reflection of Heidegger will appear What is Carlo Scarpa’s contribution to the tectonic culture and the concern to the del mundo, in Precisiones: respecto a un estado actual de la arquitectura y el urbanismo,”
sity and nearness. With the opening of a World, everything gains the rhythm of this dated and inapplicable. To the others pertains the task to implement those themes, giv- particular of touching simultaneously earth and water? (Barcelona: Apóstrofe, 1999).
halting and of it’s moving, it’s remoteness and it’s nearness, it’s wideness and it’s ing a concrete meaning to the conflict between World and Earth. The main effect of this 4 See: “Luis Moreno Mansilla, Ronchamp, excavada. En el sueño de la Sainte Baume”, Circo 5
limit. In making society of the World it outlines the wideness in which it gives or it implementation would be the assertiveness of its own essence: the all human nature of I would prefer to respond to your multiple questions in the form of a continuous reflec- (1993): 1-11.
refuses the caretaking of the Gods. Also the destiny of the absence of God is a way the world and the leap of the self-opening towards the world that expresses the identity tion upon the potential of architecture in terms of the self-realization of the species. I
in which the world becomes a world itself”. The earth it is defined with as much of the Earth. In an age in which it is no longer possible to delay“the rescue of the Earth” find it somewhat difficult to comprehend the formulation “touching the earth” since I
dearness as what crosses the matter comes into play in the work of art. from its exploitation, it is correct to remember with Heidegger that the problem is not have never employed this term. At the same time, this concept seems to be indirectly Flying between Map and Territory. Notes on the work of Alex
“What is which the work withdraws in and what, in this withdrawing, makes emerge, concerning the dominion of the World over the Earth, but to give the opportunity to the related to Vittorio Gregotti’s thesis that architecture does not begin with the primitive MacLean by Andrea Volpe
we call: the Earth. It is the emerging – caretaking. The Earth is the assiduous – un- contenders to “surrender to the intimacy of the simple belonging to themselves”. Avoid- hut but with “the marking of ground,” in order, as he puts it, to establish a cosmos (page 14)
weary – not – constricted. On the Earth and in it the historic man based his living in ing the pale compromises that we face when architecture buries itself in the ground or in relation to the primordial chaos of nature. The earthwork may thus be seen as an In ‘On Exactitude in Sci-
the world. Setting out a world, the work puts – here the Earth. The putting – here is disguises itself with vegetable skin as a gift to the prevailing “green idolatry”. elaboration of this initial microcosmic gesture. Gottfried Semper’s Four Elements of ence’ Jorge Luis Borges
assumed in the severe meaning of the term. The work of art takes and keeps the traslation by Andrea Volpe and Salvatore Zocco Architecture of 1851, comprising the podium, the hearth, the roof and the screen and Adolfo Bioy Casares
Earth in the openness of the world. The work of art let the Earth be an Earth. But wall, may be simplified into a fundamental opposition between the earthwork and imagine an Empire where
why this putting – here the Earth must take place in such a way that the work of the roofwork. Since this dyad may be readily associated with the earth, on the one ‘the Art of Cartography at-
art withdraws in it? What is the Earth for which it must reach the not hiding itself in Touching the Earth - Dialogue with Kenneth Frampton hand, and the sky, on the other, we are close here to the Heideggerian, cosmological tained such Perfection that
such a way. The stone is heavy and reveals so it’s weight. But this weight, while it Interview by: Alberto Pireddu and Paula Asturias ‘fourfold’ of the earth, sky, mortals and gods. At the same time, we are mad acutely the Map of a single Prov-
opposes resistance to us, it refuses us any penetration in itself. If we try to catch it, (page 6) aware of the horizon as that interface between earth and sky which is fundamental ince occupied the entirety
breaking up the stone, the fragments will never reveal to us something inside. 1 - Professor Frampton, in your book Studies in to all the architecture. However, this does not diminish the importance of the opposi- of a City, and the Map of
The stone retracts in the constant impenetrability and in the heaviness of its frag- Tectonic Culture: The Poetics of Construction in tion between the earthwork and the roofwork, nor with the fact that of the two, the the Empire, the entirety of
ments. If we try to reach our aim using a scales, the weight will get lost in the calcula- Nineteenth and Twentieth Century Architecture, earthwork is the more fundamental. Le Corbusier’s Five Points of a New Architecture a Province. In time, those
tion of the real weight. We will have certainly achieved a numeric determination, but you invite us to reflect upon earthworks and foun- of 1926 may be seen in this context as an effort to invert this time-honored opposi- Unconscionable Maps no
its whole weight will have escaped. The colour shines and only wants to shine. When dations as basic elements of the tectonic and, con- tion by dematerializing both terms; in the first instance, through elevating the building longer satisfied, and the Cartographers Guild struck a Map of the Empire whose
we claim to decompose it into a calculation of vibrations, it will have already escaped. sequently, on the importance of the contact sur- above the ground on piloti and in the second, through a reduction of the roof to a size was that of the Empire, and which coincided point for point to it”.
It reveals itself only if left whole and unexplained. The Earth aims to failure every at- face between building and earth, where it seems flat plane, in which case it may reassert itself paradoxically as an artificial, elevated Almost like a prophecy of what is happening nowadays thanks to Google Earth®
tempt to penetrate it and condemns to failure every indiscretion calculated. This can to take place a materialization of the “opposition ground, miraculously suspended above the atavistic earth. and to similar satellite navigation systems. Instruments so user friendly, precise
take to the undertaking appearance of the dominion and of the progress under the between the tectonic order of the construction and and accurate that one may easily blur the line between reality and its representa-
form of technical – scientific objectification of the nature, but this dominion is only the (intrinsic) order of the earth.”1 What is the sig- In Eduard Sekler’s seminal essay “Architecture and the Flow of Time,” (1987) we read: tion. According to the book ‘Simulacra&Simulations’ by Jean Beaudrillard we
the impotence of the will. Open and illuminated in itself, the Earth appears only if it is nificance of touching the earth in architecture? Architecture and time are interwoven in many ways and subject of mutual influ- have already crossed the border separating what is real from what is hyperreal.
guaranteed and conserved like the essential impenetrable subject, deducting to every ence. Time (chronos), according to the Orphic philosophers, has as its mate By quoting the same powerful Borgesian Fiction, the French sociologist changes

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the end of the short story to better support his ideas. If in the original tale the au- creation and an occasion for considerations about pre-existence and design, pres- poetry do as a matter of rethinking old building through the ingenuity and creativity In parallel to the discoveries at Medain Saleh, in which it has been possible to iden-
thors declare the supremacy of reality -and the possibility of its abstraction- over ervation and processing. A unique and huge opportunity to develop again a place to explore a contemporary expression of this new material chased from place to tify the schools of the rock carvers on the basis of the epigraphic evidence, each
the one to one scale representation of the Map by leaving it to the ‘the following central to the town, but abandoned for years and heavily degraded, that could be place and yet capable of be calling in a wider network of relations for the excep- equipped with a unique system for the modulation of the architectural elements, also
Generations [which delivered] it up to the Inclemencies of Sun and Winters’ in the revitalized by public exposures and city life cultural exchanges. tional role it plays like the Klee Museum, Academy of Sciences and the Volcano in the analysis of the monuments of Petra a noteworthy importance has been attrib-
deserts of the West where ‘Tattered Ruins of the Map [are] inhabited by Animals The project’s components are the Livorno city walls military architecture and old of Nola. The subject land is reinterpreted as a tribute to sustainability, which pro- uted to the analyses of the modulation of the elements, with the aim of their correct
and Beggars’; in Baudrillard’s version it is the simulation of reality -the Map- that slaughterhouse halls that have been stratified in itself in the last two centuries. poses a renewed relationship with the environment by fusing traditional materials understanding. On the basis of accurate comparisons of style and of modulation of
replaces the Territory of reality. This is a process where the original models or The whole project is based on two levels: the port city share and the fort artillery with existing technologies: the potential infinite finite resource. the adornments, the work of McKenzie attains an historical-critical classification of
ideas are progressively substituted for their simulacra: in Mass Media as well as in ancient ramparts. Water and earth. The basic outlines of the slaughterhouses lower It does not seem that this architecture will require such self-celebration of the the facades in which elements derived from classical architecture are identified, into
Marketing strategies; in Politics as well as in Economics. ‘Hencefort, it is the Map level across the curved wall they dematerialize, becoming simple dividing walls, land as a resource by barriers. Beyond the clichés are architectures that take six groups, structured according to a relative chronology that starts from the first
that precedes the Territory -precession of simulacra- it is the Map that engenders lightweight diagrams that lead to the hypostyle hall giant pylons that welcome mu- responsibility to reinterpret the genius loci in an innovative way through the field, years of the I century A.D. with the temples of Kasar el Bint and Khasneh, until the
the Territory and if we were to revive the fable today, it would be the Territory seum’ spaces. Drums are high truncated pyramid, covered with nearly suspended such as land, which still has much to communicate and to give. first half of the II century A.D. with the Tomba di Sesto Fiorentino, dated 129 A.D.
whose shreds are slowly rotting across the Map.’ Alex MacLean is an American vaults, that just like pawns in a big game in the lapping water that runs silently, like and the only slightly subsequent Renaissance Tomb. The abovementioned criteria,
aerial photographer, trained as an architect, whose work is mostly devoted to a river to the sea. And the water, captured in its fluidity, turns into shape, it becomes however, are inapplicable, as the author also affirms, for the classification of the
recording the beauty, the transformation and the consumption of the landscape horizontal plan and it marks a path conjuring up Mediterranean arsenals images. The stone of Petra: architecture in the rock by Stefano Bertocci non-classic architectures such as those in the first four categories identified by von
of the United States of America in an endless exercise of (aero)dynamic balance. The project recalls the Schinkel’s lesson about Oriand palace, in Crimea, in the (page 122) Domaszewski (Pylon Tombs, Steps Tombs, Proto-Heger ed Heger Tombs).
It is not only because Alex is capable of flying his plane and taking pictures at structure of which, the author writes “I tried to confer more significance, meaning The geographic area currently occupied by present- The architectures currently present in Petra were part, originally, of vast monu-
the same time, but also because in his work converge without any contradiction and elegance to the base, so I realised that the interior was like a fresh walk into day Jordan has always been a crucial node between mental complexes including, as well as the structures already mentioned, a
landscape photography, ‘à là Jane Jacobs’ urban analysis, disenchanted docu- a cave”. Similarly the fort base seems to be a subtraction of matter, an land ero- Asia, Africa and the Mediterranean and often the pos- sequence of spaces and edifices as seen from, in addition to the archaeological
mentation of the growht of hyperreal urban sprawl and a passionate narration of sion, but also a foundation in sight where the idea of dig and construction meets sibility to control this territory has been essential for evidence, an inscription on the Turkmaniya tomb that describes the entire com-
the ecological problems caused by the development of the American cities. These together according to a dualistic view of space. In the gloom of this latomia, a faint the political order of the entire Middle East due to its plex. It was composed of the main tomb and other sepulchral chambers, a court-
are environmental issues affecting the state of our planet which we usually tend to light enters the space through regular cuts, such as cracks in the ground and in location. The thin strip of fertile agricultural land at the yard in front of the façade, the adjoining gardens containing additional edifices
underrate. Because we are too scared of the consequences or simply because the glare of the water they stage theatrical chiaroscuro. edge of the Eastern desert, set along the Jordan valley, and terraces, the triclinium and the cisterns, all of which are surrounded by walls.
we are hypnotized by the charms of the Map. A layer so densely crowded with The system retrieves the tax rate of the ancient defensive earthwork and the the Dead Sea and the Wadi Araba, which represent an A comprehensive critique of the Nabataean architecture is therefore extremely
strip-malls and shopping centers, amusement parks and suburbs all designed for long curved wall, tracing the ancient ramparts of the stronghold, it is flanked by a extension of the “Rift Valley”, naturally constituted one difficult without further archaeological work, also due to a series of settlements,
us, who are trapped behind the wheel of our large automobiles. promenade which reaches the outer cover: a vast plain, perfectly horizontal, which of the main arteries for the traffic between the Arabic moreover well articulated and mostly unexplored, that developed during the pe-
Alex MacLean shows us the paradox of this unsustainable lifestyle with the balances the underlying space complexity. A large slab, archetype reference to a peninsula and the Mediterranean peoples. For this rea- riod of major expansion of the Nabataean kingdom, from Syria with Bosra, up to
elegance of his images. Pictures conceived according to the Borgesian scale massive megalithic stone block, became the Mediterranean‘s city garden made son, in addition to the rich mines, this area has always the present-day Israel and a part of Saudi Arabia.
of the Territory: a lanscape of natural and cultural relationships wider than any of trees, warmth and light. The stone pines, stretch out between sky and sea like been disputed between the ancient Mesopotamian empires, Egypt, Anatolia and
contractor’s building site. A vision MacLean translates into a series of textures arms into the Tyrrhenian Sea, reinforcing the idea of an area now returned to the Rome and subsequently between the Muslim and Christian worlds. The great rupestren architecture of Petra
and patterns which are recognizable only from his ever changing point of view. town, which can finally look at the sea horizon from the sun terrace. Within the area of Petra, located at the edge of the Eastern desert plateau and Wadi The Khasneh, or treasure of the Pharoah, from the first years of the I century A.D.,
An observatory over different geographies, so similar in the end to the winged eye A project, therefore, not only based on intellectual knowledge, but that is con- Araba, at elevations between 800 and 1000 mt a.s.l., are some of the most ancient is the scenic background of the last section of the Siq, the unique entrance to the
symbolizing Leon Battista Alberti’s humanistic approach towards architecture. figured as the sum of sensations and perceptions derived from the earth and its known proto-urban settlements, dating to the XVII and XVI cent. B.C.; Sela (the valley of the city of Petra that is approximately three kilometers long and originates
vibrations. A sort of ideological functionalism in which the memory and the matter Greek name of Petra) was the capitol of the kingdom of Edom that arose during the from a natural opening on the rock cliff that forms the eastern wall of the valley. The
become principles and reasons of a new design attitude. iron age. The Nabataeans occupied the site between the VII and VI cent. B.C., an large articulate façade, built on an almost vertical rock cliff, measures 25.30 meters
Antonio Capestro traslation by Alessandro Cossu Arab people that quickly developed into a powerful force in the trade between the in width and 37.12 meters in height; the front of the monument, has two orders. The
Rocchetta, a village of stone by Antonio Capestro Far East and the Mediterranean, and their capital Petra was enriched, between the I basal order, placed upon a stylobate, laterally has blind spans while in the center a
(abstract page 46) B.C. and I cent. A.D., with sumptuous monuments and grand funerary architectures. vestibule occupies three spans, is fronted by a staircase and is surmounted by tym-
The ancient village of Rocchetta, Renzo Piano Following its conquest by the Romans, at the hand of Traiano in106 A.D. and, sub- panum. The superior order is articulated into two aediculae surmounted laterally by
founded around the thirteenth century The architect and the earth by Antonio Capestro sequently, with the migration to the north of the trade routes towards Palmyra and symmetrically placed broken tympanums and a central tholos; the latter is placed
and abandoned the 70’s, is located (page 58) Gerasa, and to the south towards the Red Sea, the city began to decline. In the V beneath a drape closed out by an akroterion in the shape of a capital supporting
at the junction between the Sibillini For some time we are see- century the city became a bishopric seat but, following the conquest by the Arabs, an urn. The entire façade is enriched by elegant sculpted adornments, the friezes
National Park and the Parco Nazion- ing trends in architecture even the function of frontier and link between the Byzantine and Arab tribes was lost. on the trabeations and the tympanum of the vestibule are embellished with pat-
ale del Gran Sasso and connected to that seem to evolve into The conspicuous remains of the fortified settlements built in the area during the brief terns, while between the blind spans, high relief figures are placed upon pedestals.
major arterial roads that form part of forms and spaces in search reign of the crusaders document the importance of Petra in the Muslim world as a The vestibule of the basal order leads, by means of a large portal preceded by a
a regionally and nationally. Fraction of a more ancestral ma- hub for the nomadic Arab and Bedouin tribes at least until the XII century. staircase, to a vast chamber with a square plan, containing three small rectangular
of Acquasanta Terme, Rocchetta is terial to the land. After a rooms placed at the center of the three internal walls. The vestibule also conducts,
at the heart of an area of high natural long process that brought The discovery of Petra to two smaller chambers that are on the left and on the right of the vestibule itself.
and cultural interest for its remarkable us physically and virtually In 1812 the Swiss explorer Johann Ludwig Burkhardt revealed to the Western The recent excavation in front of this monument has bring to the light a sepulchral
geology and botany and consistency beyond the culturally rec- world the splendid architectures of Petra, often conserved intact due to the camera located under the porch area.
for the many villages that dot the territory. “Villages of stone for architectural fea- ognized places seems you geomorphologic characteristics of the site, as well as to the unique monolithic
tures, with a strong character of verticality, is nestled in the cliffs of sandstone with feel the need to rethink the building technique. The great success of the first descriptions enriched with fine The Deir and the Tomb Palace, probably dating to the end of the I century d.C. or
horizontal, some of which are reinterpreted as cave dwellings. These caves make architecture welded to one illustrations such as those of Leonde and especially a series of splendid lithogra- to the start of the II, are of similar size and are the largest carved architectural struc-
the area around Rocchetta spongy and full of spaces that introverts and extroverts, of the principles that humans have always investigates, from myth to philosophy phies by David Roberts, edited between 1842 and 1849, derived from drawings tures of Petra. The prospect of Deir, with a façade 48 mt wide and 48 mt high, has
shape the evolution of the natural landscape. to science. The land again becomes material to design in architecture as “the set drafted in 1839 during a specific expedition from Egypt to the Holy Land, contrib- a simpler geometry, with a square grid of eight cells per side, based on the column
The obiective of the restoration project of the village of Rocchetta and its context was of changes and alterations introduced in the Earth’s surface of human life” as he uted to increase the interest in the mythical city. axes of the two orders of the central portion of the façade. The latter essentially
to develop an operational framework for the promotion of the territory that identifies an had supported William Morris at the end of the nineteenth century. The monumental stone façades, rich in classical suggestions, strongly character- repeats the Khasneh model, with a base of five cells and a height of eight, with the
address in development between regeneration and reinvention of its resources. When in the eighties is feared by many urban necrosis discussion of architectural ized by the natural chromatics distinctive of the geology of the valley and by the addition of two wings, each having a width of one and a half cells.
research focuses on models of spaces between, needs and desires, they could unique relationship with the harsh nature of the settings, with the sharp contrasts The large façade is composed of two orders: the basal one appears to lack a
propose a new vitality for the city and architecture through the opportunities produced by the light of the Jordanian desert environment, soon caught the at- stylobate, has a varied trabeation with a large portal in the central inter-column and
Maria Grazia Eccheli, Riccardo Campagnola offered by communication technologies. Among the many keys in a particular tention of scientists. In 1898 Brunnow and von Domaszewski published a detailed aediculae in the external inter-columns. The order is laterally enclosed by quarter
con Francesco Collotti interpretation emerged: the network of almost infinite possibilities offered by new report of the façades sculpted in the archaeological area. The chronological columns. The superior order is characterized by the central tholos surmounted by a
“Latomia di luce” by Carmelo Provenzani technologies needed, however, rooted and sensitive points are recognizable sequence formulated by von Domaszewski was abandoned following the publica- drape closed out with an akroterion in the shape of a capital supporting an urn, with
(page 52) enough to allow that globalization was a missed opportunity to transmit diversity. tion of the tombs of Medain Saleh, a Nabataean site in Arabia with an extensive an aedicula in the blind span beside two elements beneath a broken tympanum.
Francesco di Giorgio Martini wrote these scenes about But the wave of diversity that unconditional pardon the reference coordinate monumental necropolis, by Jaussen and Savignac in 1909. Here the facades were The prospect of the Tomb Palace, is slightly larger than the Deir, a square of
the way to design and build in the water, in the prologue system that has generated a process that is dangerously away from that should enriched with numerous epigraphs, something extremely rare in Petra, and it was 48.40 mt per side, it is modulated according to a square grid of eight cells per
of “Treaty of civil and military architecture” sixth book. need to feel part of a place because this is the time and culture who enjoys and thus possible to document the almost simultaneous realization, during the I cent. side, based on the axes of the columns and the openings of the basal order. The
Livorno carries in itself the memory of a port-and-water identifies with it. And we have come closer to a dangerous trend in a number A.D., of the first four types of tombs identified in Petra by von Domaszewski. How- superior orders of the façade follow a sub-grid modulated on the division into six
town surrounded by a big ramparts’ crown that devel- of appeals has repeatedly rewritten history to architecture: the trend towards ever, the dating of Nabataean stone architectures has continued to stimulate lively parts of the of the sides of each cell of the base grid. The façade is articulated
oped with the addition of the defensive Fort S. Peter and standardization, internationalization up to the globalization and unconditionally debate among scientists until the recent works of Judith McKenzie summarizing in five orders: the basal one is set on a stylobate, has a broken trabeation sur-
a series of collateral refurbishments, starting with the little approved as lack of identity and roots. the state of the art. Beginning with accurate cataloguing and surveying of the of the mounted by a low attic containing the tympanums that emphasize the openings
Venice up to the extension of San Marco’s Rivellino. The And the genius loci? In the huge opportunities offered by new technologies, so- principal examples of Petran art, with frequent comparisons with the tombs of the of the internal chambers. The second order consists of paired columns supported
town evolutionary charge is lacking in the contemporary ciologists, philosophers, urban planners, architects and saw the whole of society Medain Saleh necropolis and with the research carried out since the 1950’s using by a broken trabeation, set on a podium and surmounted by a low attic. The third
town, which is unable to create a methodical develop- has the opportunity to reaffirm their subjectivity in a system of global relationships excavations of some of the main finds of the urban area of Petra, she has presented and fourth orders are reduced and consist in plinti surmounted by capitals that
ment, almost without an evolutionary spontaneous in a sort of Renaissance of the second millennium. Too bad that we have lost a complete critical review of the chronology of the monuments of the valley. support a broken trabeation. The fifth order seems defaced and consists of semi-
sense and outlined by “big contours that merge and tie one of the terms of the combination of globalization and that the survivor has One of the main points of interest, derived from McKenzie’s analysis of the Medain columns placed against paired columns in sequence with blind spans.
its body with the environment” However, the town today remains anchored with threatened or is likely to lead to the nihilism of the most essential reference for Saleh tombs, and confirmed by the results of the research on some of Petra’s mon- Two-thirds of the three terminal orders of the façade, were built, rather than
a ploretarian image, made up with neighborhood and popular layers, now made living in a place. Working the earth proposes the architecture of the STAR feeling uments carried out since the 1950’s by, among others, Hammond, Wright, Parr e being directly excavated in the rock as were the previously described architec-
symbols by Virzi’s frames and neorealistic referenceses about its entity that remains hic et nunc with the knowledge to be able to experience the world as conscious Zayadine, has been the emphasizing of a gradual transformation and simplification tures. From the remains of the masonry it is possible to understand the building
traditional “where youth was beautiful with its honey of young women and hunger”. subjects. That is no longer enough to do everything in every place and in the same of the classical elements of the adornments with time, almost as if, following a first technique: large bloks accurately worked, Of smaller dimensions, compared to
The Maria Grazia Eccheli and Riccardo Campagnola project focuses on the his- way, there is a desire to add value to the experience of need is done through the highly innovative period characterized by the uncritical use of classical architectural the previously cited examples, the Tomb of Sesto Fiorentino is one of the few
torical city centre and aims to investigate and broaden the knowledge of the site exchange with people and spaces. No longer suspended volumes such as the elements, derived mainly from the Hellenic influence of the Ptolemaic world, the that conserves the original Latin inscription that dedicates it to T. Aninius Sextius
through the analytical study of Leopoldina cartography. The Forte Mediceo in the airport of Osaka and the stage of Bari as a tribute to the lightness. Nabataeans felt the need to develop a specific architecture more closely linked to Florentinus, governor of the Arab province, on behalf of his son and dated to 129
city centre is crossed by a crescent sign, a retaining curved wall that is a pretense to Renzo Piano returned to the land that allows him to implement the poetics of their culture and to the environment in which it formed. A.D. This façade also has a complex modulation, although if is different from the

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ones described previously: the reference grid consists of three base cells (9 mt) The current studies, starting from the accurate analyses carried out by the previ- using wood or metal forms or by machines, much like traditional fired bricks; The most notable characteristic of earth is its sensitivity to water, the main factor
by five in height (15 mt). The monument is articulated in a basal order placed upon ously cited authors, have underscored the fertility of this line of research and of Pisé, based on forming and compression of the earth in shuttering, making up layers of degradation and dissolution: this is a major constraint which demands of the
a podium, surmounted by an attic containing a curvilinear tympanum. Above the the potential for significant further development. In particular, the compositional corresponding to the size of the formwork (usually wood); designer a rigorous design, of the whole building as of its critical points.
attic a slightly smaller order supports the triangular tympanum crown. schemes, as Hirtoff realized in 1866 and as widely demonstrated by McKenzie, Earth-straw, based on clays of good cohesion, dissolved in water to form a fluid A second limit, and perhaps the more important, is psychological: earthen architec-
The observations listed above represent the first results of an analysis performed even had an influence on the scenographic mural paintings of the Romans. The that is poured on the straw until absorbed. After drying, a conglomerate results ture, as until few years ago masonry architecture, is associated with a primitive and
on a significant but restricted number of Nabataean monuments. This is sufficient, analysis of the geometries and of the proportions have also highlighted the use consisting mainly of straw; backward way of life, to a shameful condition of poverty. The scientific analytical
however, to underscore that the study of geometrical proportions and the use and diversification of the measurement systems through time, elements that Torchis, a wooden structure (traditional in northern-European regions) is filled with approaches and regulatory activities requested and conditioned by industry have
of modular grids must have been at the base of the designing activities of the will contribute concretely to the relative and absolute dating of all Nabataean one or more layers of earth clay/straw mixture to form a wall; given traditional techniques an image of unreliability and uncertainty that only in re-
Nabataeans between the I century B.C. and the II century A.D. They developed architecture. Forming, based on the shaping of earth mainly by hand in a manner similar to ceramics; cent years is gradually being overcome. The credibility of a technique, or better the
a coherent methodology and an autonomous school of architecture, while still Compressed block, based on the shaping of bricks or blocks of earth/fibre mixture and collective beliefs relating to its reliability, or rather to its ability to meet present needs,
incorporating diverse elements from the Hellenic world and, in particular, as rightly through compression via hand tools or mechanical presses to obtain items with higher is an essential condition for its use and for the exploitation of its advantages.
observed by McKenzie, from Alexandria of Egypt, and subsequently from the Earth and Lands by Saverio Mecca mechanical performances, owing to the reduction of cavities and water content; Another limit of earthen building technique coincides with one of its positive ele-
Romans. They ultimately defined a specific architectonic language that expressed (page 130) Bauge based on stacking and forming by hand loaves of earth and vegetable fibres ments: the high consumption of manual work which incurs higher, or at least
an exceptional multiplicity of forms and structures. Earth is an essen- to achieve monolithic walls. increasing construction costs. Research and experimentation are essential for
tially original and enabling cheaper methods of production.
Materials and technique misunderstood The advantages of earth building
Freedom from the classic static methods, based on the orthostatic system, raw material with Earth material has many intrinsic advantages: The future of earthen architecture
has allowed the architects of Petra to create original forms the construction great potential, - it is available almost everywhere, and, in particular, in every Mediterranean country; Knowledge in the broad sense can therefore be identified as the main resource
techniques of which are more similar to sculpture than to traditional architecture from the positive - it requires a certain working of the earth, which is at the same time rich in skills, that can be produced, reproduced and disseminated to trigger the processes
methods. An example of the monumental facades is the Unfinished Tomb at the environmental socially shared, and adaptable to the local formal and symbolic cultures, encourag- of self-development and creativity, training of new paradigms, methods and the
center of Petra, on the oriental flank of the Al Habis rock outcrop. It is a veritable and energy ratio, ing in such way an ownership process of architectures; design tools of human settlements, where research and experimentation are the
construction site that highlights the principal phases of the construction of what to its admirable - on the whole it improves the interior micro-climate, satisfying standards in all main fields of international co-operation among Mediterranean countries, being
was probably destined to be a large triclinium or a temple (that replicates the ty- capacity to integrate other materials such as stone, wood, brick, lime, vegetable kinds of climates; one of the most powerful tools to rebuild such a Mediterranean community that
pology of the Garden Temple) with a large vestibule facing the city. In addition to fibres, etc., capable also of constituting the sole material for whole buildings in - it has a high thermal inertia, which absorbs and delays variations in inner tem- only in recent centuries has been dismantled.
the selection of the site according to the quality of the lithology, a first stage con- climactical and geographically extreme situations. perature compared to variations in external temperatures; in addition the surface These findings urge us to invest in a wider and deeper knowledge of earthen
sisted in the construction of a vertical wall within the rock face. The preparation temperature is generally pleasant; materials and of all traditional techniques in general, towards a progressive en-
of the rock face itself was carried out with a construction technique based on the Building on earth: cultural plasticity and sustainability - it regulates the interior humidity owing to the vapour permeability, improving inte- hancement of their potential performance, not just those traditional and physical,
excavation of horizontal rows, with the extraction of regularly shaped blocks, as in The technique of building with earth developed independently in all areas of economic rior hygrothermal and respiratory comfort; but also those relating to sustainability, till now insufficiently understood.
a common quarry front, which were likely used as building material. The second and cultural development: in Mesopotamia in the Valley of the Tigris and the Euphrates - it ensures good noise insulation; We need investment in knowledge, in the rebuilding and development of design
stage consisted in the realization of the architectonic portions of the edifice, again (Syria, Iraq and Iran), in the Valley of the Nile (Egypt), in the Jordan Valley (Palestine and - earth is not harmful. The working of clay and earthen building materials does not experiences, architectural experiments, construction skills, combined with a com-
using quarrying techniques, starting from the top and simultaneously constructing Jordan), in India and China, in Maghreb and Sub-Saharan Africa, in Central America imply specific dangers to health. The earthen building materials do not contain chemi- mon language, the sharing of scientific and technical culture regarding earthen
the internal building structures starting from the ceilings. The material still to be and Peru. In particular, in regions with a hot/dry climate it boasts the great advantage cal additives or involve risks to health. construction.
quarried was therefore a base for the workers that finished each element perfectly of speedy manufacture and ease of drying, with a good resistance to fire, and, when In particular from a general ecological point of view, earthen technology preserves
before moving onto the subsequent phase. properly protected, even to the elements. It is also has the capacity to maintain build- land resources or more precisely:
In the architecture of Petra greater compositional liberty was clear in the interest- ings cool in summer and warm in winter through thermal insulation and inertia. - the earth obtained from excavation activities can be generally used also in situ to 1
‘In genetics the ability of an organism with a given genotype to change its phenotype in re-
ing variations on the modulation of the base grid, and in original solutions for the Since the first Neolithic civilizations with the development of agriculture we can see produce earthen building elements; sponse to changes in the environment is called «phenotypic» plasticity. Such plasticity in some
architectural order. In the cases of the previously examined architectures of the in all fertile regions the beginning of stable architectures, often with both resources - it is fully recyclable, it can be reused directly for subsequent buildings, thus replac- cases expresses as several highly morphologically distinct results; in other cases, a continuous
Khasneh and of the Dair, but the Corinthian Tomb also follows the same typol- present: the alluvial deposits of clay and sand, and straw from fields of cereal cul- ing non-reusable based cement building materials; norm of reaction describes the functional interrelationship of a range of environments to a range
ogy, the rhythm of the inter-column of the basal order varies in the central portion tivation, which facilitate the production of the most widespread key material in the - it reduces the production of waste in the construction sector, clay is reusable to an of phenotypes. The term was originally conceived in the context of development, but is now
with a wider opening in the center for the insertion of the main portal, even if it is world: the ‘clay mixture’ that we call earth. almost endless extent, producing once again natural materials; all waste produced more broadly applied to include changes that occur during the adult life of an organism, such
located within the vestibule, and a shortened span laterally. The superior order, Earth offers a great capacity to respond to the housing needs of millions of human be- by earthen buildings is biodegradable waste which can be used to correct sandy as behaviour.’ http://en.wikipedia.org/wiki/Phenotypic_plasticity
not having to be aligned with the columns below, has greater variation, with ings, not only quantitative needs compatible with limited environmental harmony and soils, so reducing landfill; ‘In neuroscience, synaptic plasticity is the ability of the connection, or synapse, between two
noteworthy plastic effects, by using lateral prismatic structures completed with resources, but also qualitative cultural requirements, as a result of its high cultural ‘plas- - the production of earthen building materials requires moderate amounts of energy; neurons to change in strength. There are several underlying mechanisms that cooperate to
portions of broken tympanums, alternated with the central cylinder of the tholos. ticity’,1 its ability to change and adapt in response to changes in the natural and human - earth is locally available, minimizing transport associated with the production of achieve synaptic plasticity, including changes in the quantity of neurotransmitter released into
A characteristic rhythm is also visible in the distribution of the filled and unfilled environment, and to be an expressive language of identities and differing histories. building materials; a synapse and changes in how effectively cells respond to those neurotransmitters. Since
volumes between the superior and the basal orders that is often alternated. With fresh attention to the environment we can return to earth building as a new - replacing cement-based materials reduces the production of pollutants and CO2 memories are postulated to be represented by vastly interconnected networks of synapses in
If, on the one hand, the above mentioned technique favored the development of a technology for architecture in the twenty-first century. (cement production produces about 7% of all human CO2 production); the brain, synaptic plasticity is one of the important neurochemical foundations of learning and
more complex and articulated architecture, on the other hand, the architects were - it reduces the energy consumption required for construction memory.’ http://en.wikipedia.org/wiki/Synaptic_plasticity
limited by the building material of the constructions, which was the same as the Towards a new industrial culture - it reduces, by mass inertia and an appropriate building/environment interaction,
surroundings. The rock face itself, with its chromatic variations, encompasses the On closer inspection we can see that earthen architecture is the most widespread and energy consumption of the working buildings;
edifices, which cannot, therefore, stand out against the skyline or its natural sur- variable of technologies. Many studies estimate that still today more than 30% of the - clay is extremely durable, absorbs moisture and helps preserve wood, thereby
roundings and becomes a “high relief” embossed onto the rock outcrop. The light, world population lives in houses constructed mainly of earth. Even in Europe earthen extending the life span of buildings;
with its particular effects due to the arid climate devoid of the haze present in more building is one of the main technologies for traditional buildings, particularly in rural - earthen architectures require no environmentally harmful substances, no chemi-
humid climates, has the property of sharply accentuating the contrast between il- areas: Sweden, Denmark, Germany, England, Spain, Portugal and in France where cal processes are involved in the production of earthen building materials.
luminated and shaded areas. The Nabataeans, with the knowing interplay of empty 15% of people in rural areas live in earthen houses. In Morocco, Algeria, Tunisia and Earth can therefore be seen as a key resource from the technical and economic
and filled spaces and the incisive adornments bestowed upon the natural light the Egypt the majority of rural settlements and ancient cities are built with earth. point of view since:
task of enhancing the façade architecture. The contrast created by the working of In the most vulnerable regions earthen building is the most effective and sustainable - it has a wide capacity for integrating local resources in the design and construc-
the surfaces, utilizing numerous types of finishes, on the flat surfaces, the reliefs, the technology with which to produce volumes of houses and buildings in the short-term, tion process whether as skills and procedural know-how, or as handicrafts con-
components and the mouldings, allows the modeled portions to stand out against capable of encouraging the development of local resources, materials and craftsman- nected with the construction process;
the natural rock formed by natural weathering and erosion. ship, of increasing technical and professional competence, of reducing the share of - manufacturers of earthen building elements can work with an inexpensive raw
The light, especially the exposure to full daylight at certain hours of the day, or of the imported goods and technologies related to building activities. material; repairs of earthen buildings avoid the use of expensive modern products;
year, seems to also have guided the selection of the sites of the architecture: the In this era of globalization there is the need to enhance local cultures and earthen ar- - it is traditionally labour-intensive, producing positive effects on employment and
Khasneh was probably designed to be scenographic and to have its largest impact chitecture, for which we should develop research and testing processes, investment labour markets of local economies;
in the morning (moment in which many people entered the city from the Siq) after in the pursuit of knowledge, as was the case with reinforced concrete in the twentieth - it allows the integration of self-building processes reducing construction costs
which it entered the shadows; the Dair was completely illuminated completely only century, in order to explore and develop the significant strategic potential. for low-cost housing.
in the late afternoon, while the royal tombs are illuminated towards midday. Access The transfer of products and methods developed by industrialized countries leads
routes to the higher parts of the monuments, particularly evident in the above cited The variety of advanced building technologies on earth to a double process of technical impoverishment both in the construction of new
examples, were probably used for the nocturnal illumination by means of torches and Building with earth means building with a material available almost everywhere, provided structures and in the maintenance of architectural heritage in less industrial-
oil lanterns. In later examples, such as the Tomb Palace, water, an extremely precious that there is sufficient cohesion, due mainly to the presence of clay acting as binder. ized countries: in several Mediterranean countries the technology of reinforced
resource, was also used to add scenographic effects. In this edifice, with dimensions Also in many countries of the Mediterranean, earthen architectures are a strong concrete has been transferred either directly by industry/commerce or indirectly
similar to those of the Dair façade, a complex system of cisterns and canals brought document of culture and history. In cultural traditions, social organizations and the through seasonal return migration: more often than not it has generated poor
water to a fountain placed high on the rock face to the right of the façade. differing availability of resources we can identify the roots of why this technology is quality and unreliable buildings and destroyed the social culture and technical
The natural chromatics of the rock were often integrated with artificial colors, as diversified in so many building techniques and variations, expressing the different competence in the maintenance of vernacular heritage.
demonstrated by the remains of paintings that delineate the frames above the cell identities of places and communities. The diversity of soil, of the composition and characteristics of earth, of consequent
doors within the atrium of the Khasneh or the cornices of the broken trabeations in The long-standing tradition, technical ductility and cultural plasticity have facilitated stabilisation feasibility, together with the variety of building techniques, make the
the Tomb Palace. During Roman times frescoes and stuccos were used internally the application of such building techniques to all kinds of technical elements, such process of standardization of knowledge and of production difficult, accentuating
as further adornments, as in the case of the triclinium at Siq el Barid. An interest- as foundations, walls in elevation, openings, attics and floors, arches, vaults and and protecting the local nature of technology, and enhancing local resources.
ing example of the use of stucco with masonry and inserted into the natural rock domes, roofing, thermal insulation and thermal inertia, stairs, furnishings integrated The rebalancing of resource flows between Mediterranean countries is one of the
substrate is the Triclinium annexed to the Tomb of the Roman Soldier. Here the or not into the walls, as well as other non-residential elements, such as roads, pave- main conditions to help curb the exodus from rural areas and the consequent
articulated internal adornments of the tomb excavated directly in the rock mass, ments, dams, bridges, etc. process of uncontrolled city growth; a growth favoured by reinforced concrete
that in this site has magnificent reddish – brown hues, were highlighted by the We classify around 12 building techniques ascribable to earth, of these 7 are the most used: techniques of suspect architectural and constructional quality.
white stucco finish of the entire ceiling, of the specchiature of the spans, and of Adobe, masonry composed of shaped bricks made from a mixture of earth and often
the frieze of the trabeation. straw, dried subsequently in the sun. Traditionally made by hand, they are produced The limits of earthen construction

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Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Progettazione dell’Architettura
Direttore - Ulisse Tramonti - Sezione Architettura e Città - Ulisse Tramonti, Alberto Baratelli, Antonella Cortesi, Maria Gabriella Pinagli, Mario Preti,
Paolo Brandinelli, Antonio Capestro, Enzo Crestini, Fabio Fabbrizzi, Renzo Marzocchi, Giovanni Pratesi, Andrea Ricci, Claudio Zanirato - Sezione
Architettura e Contesto - Adolfo Natalini, Giancarlo Cataldi, Pierfilippo Checchi, Gian Luigi Maffei, Fabrizio Arrigoni, Paolo Puccetti - Sezione
Architettura e Disegno - Maria Teresa Bartoli, Marco Bini, Stefano Bertocci, Marco Cardini, Marco Jaff, Giovanni Anzani, Barbara Aterini, Carmela
Crescenzi, Cecilia Luschi, Alessandro Merlo, Paola Puma, Marcello Scalzo, Giorgio Verdiani - Sezione Architettura e Innovazione - Alberto
Breschi, Antonio D’Auria, Flaviano Maria Lorusso, Marino Moretti, Laura Andreini - Sezione I luoghi dell’Architettura - Maria Grazia Eccheli,
Fabrizio Rossi Prodi, Paolo Zermani, Fabio Capanni, Francesco Collotti, Alberto Manfredini, Giacomo Pirazzoli, Elisabetta Agostini, Mauro Alpini,
Riccardo Butini, Andrea Volpe - Sezione Storia dell’Architettura e della Città - Amedeo Belluzzi, Ezio Godoli, Gabriele Morolli, Gianluca Belli,
Mario Carlo Alberto Bevilacqua, Rosario De Simone, Riccardo Pacciani, Alessadro Rinaldi, Corinna Vasic Vatovec, Ferruccio Canali - Laboratorio
fotografico - Edmondo Lisi - Centro di editoria - Massimo Battista - Centro di documentazione - Laura Velatta - Segretaria amministrativa -
Gioi Gonnella - Amministrazione contabile - Laura Cammilli, Cabiria Fossati, Lucia Sinceri - Segreteria - Grazia Poli

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