Sandro Caranzano, I Fori Imperiali
Sandro Caranzano, I Fori Imperiali
Sandro Caranzano, I Fori Imperiali
Capitolo 8
Enea in fuga da Troia, con Anchise e Ascanio, e la statua di Romolo, con un trofeo
composto dalle armi del mitico re Akron di Cenina, da lui sconfitto e ucciso in
combattimento. II ritrovamento di uno spezzone di lastra di marmo sul quale era
stata incisa in antico la planimetria incompleta di un settore del Foro di Augusto,
lascia ipotizzare la presenza di altre statue onorarie, collocate su basi poste di fronte
a ciascuna colonna dei portici.
Le ultime indagini archeologiche hanno anche permesso di verificare la presenza dei
resti dell'abitato repubblicano che, come sappiamo dalle fonti letterarie antiche,
Giulio Cesare espropri di tasca sua e demol per la costruzione del nuovo complesso
forense, sborsando una cifra compresa tra i 60 e i 100 milioni di sesterzi. Sono state
infatti scoperte numerose strutture in opera quadrata di blocchi di tufo, oltre a
pavimenti e impianti fognari, nella stessa tecnica e materiale, risalenti al III secolo
a.C.
Infine, i saggi di scavo condotti nel 2006 in corrispondenza del portico meridionale
della piazza, hanno dimostrato che la costruzione del Foro di Cesare sub numerose
varianti in corso d'opera. In tale settore sono state infatti rinvenute tre fondazioni
parallele di muri di grandi dimensioni, poi rasi al suolo e coperti dalla
pavimentazione della piazza, che testimoniano come nel progetto originario il
complesso fosse pi corto e come fosse stato portato alle dimensioni che conosciamo
solo in un secondo momento, comunque in et cesariana.
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Il completamento dello scavo del vertice meridionale della grande aiuola, realizzata
nel 1932, che nascondeva un ampio settore del Foro di Traiano, ha permesso di
scoprire anche una nuova porzione del Foro di Augusto. Essa corrisponde a parte del
portico settentrionale e dell'area centrale della piazza, le cui condizioni non sono
purtroppo ottimali a causa delle ripetute spoliazioni medievali e della costruzione di
numerosi edifici di abitazione nell'et moderna. Le strutture antiche si presentano
infatti completamente rasate al livello delle fondazioni e prive di rivestimenti, tranne
che in alcuni punti, nei quali ancora rimangono in posto frammenti delle lastre di
marmo africano e giallo antico del pavimento del portico. Si riconoscono le
fondazioni del colonnato al quale si addossava la gradinata marmorea, e si
individuato il sistema di canali fognari che permetteva lo smaltimento delle acque di
displuvio, dal tetto del portico attraverso il sottosuolo della piazza.
Lo scavo ha comunque permesso di escludere che la quadriga onoraria bronzea
dell'imperatore, nota dalle fonti antiche, fosse posta al centro della piazza, visto che
non se ne sono trovate tracce e forse, come gi accaduto per il monumento
equestre di Traiano (l'Equus Traia ni), il gruppo deve essere ricollocato in una
diversa posizione.
stato altres possibile escludere la presenza di un edificio basilicale, ipotizzato a
chiusura del lato occidentale della piazza, e interpretare quindi i resti della seconda
abside, rinvenuta nel 19982000 lungo il portico stesso, come spazio per le attivit di
amministrazione della giustizia che si svolgevano all'interno del complesso.Proprio
in questo punto di contatto con la nuova corte porticata di accesso al Foro di Traiano
da quello di Augusto, le indagini hanno evidenziato l'esistenza di alcuni filari di
blocchi di travertino, sfuggiti alle ruberie medievali, all'interno della fossa di
fondazione del muro perimetrale del portico. I blocchi dovevano fungere da
appoggio per una fila di pilastri o per una parete continua, che schermava l'interno
di questo ampio emiciclo e lo separava dal portico stesso.
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8.3 - II Foro della Pace
Nel 71 d.C., dopo la vittoriosa repressione della rivolta giudaica e la pacificazione
dell'Oriente, Vespasiano decret la costruzione di un tempio dedicato alla Pace,
ultimato nel 75 e ricostruito da Settimio Severo dopo un incendio scoppiato nel 192.
Gli autori antichi lo chiamavano Tempio della Pace (Templum Pacis), e tale
denominazione fu estesa all'intera IV Regione urbana augustea, mentre solo di rado
esso compariva con il nome di Foro della Pace. II complesso uno di quelli che i
recenti scavi hanno maggiormente reso comprensibili, permettendone la
ricostruzione definitiva che, sino a pochi anni fa, si basava unicamente su pochi
lacerti murari visibili e sulla sua rappresentazione planimetrica sopravvissuta in
quattro frammenti della Forma Urbis severiana. La piazza, quasi quadrata,
misurava 110 x 105 m, con portici su tre lati, e sul quarto, quello settentrionale, un
colonnato aggettante dalla parete assieme alla trabeazione, con colonne di marmo
africano a fusti lisci. Le indagini archeologiche del 19982000 hanno dimostrato che
la piazza era in terra battuta e solo in corrispondenza di una fascia larga 12 m, lungo
il lato settentrionale, era pavimentata con lastre di marmo bianco di Luni.
Nell'area non pavimentata si sviluppavano sei lunghe strutture in laterizio ai lati di
un'ampia zona libera centrale, delle quali sono state scavate le tre che occupavano il
settore occidentale della piazza e che, grazie alle tracce lasciate da tubature in
piombo, sono interpretabili come canali (euripi),
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(estratto da I Fori Imperiali, a cura di Roberto Meneghini e Riccardo Santangeli Valenzani, Archeo n 9,
anno 2007)
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