Costruzioni in Muratura-1
Costruzioni in Muratura-1
Costruzioni in Muratura-1
Edifici in Muratura
La muratura la tecnica costruttiva pi antica e diffusa, insieme alle costruzioni in legno.
La muratura indica tecniche assai diverse per tipo e per forma dei materiali e per modalit costruttive.
Lesame delle tipologie costruttive storiche rende evidente la variet dei sistemi costruttivi che si raccoglie sotto il termine muratura
pietrame
paramento
mattoni
paramento
calcestruzzo
paramento
a)
b)
c)
Figura 0.3 - tipi di giunti per le murature di pietrame a faccia vista: a) a raso; b) a gola incavata; c) a toro sporgente
ad opus incertum, vengono impiegati scapoli di pietra anche irregolari che vengono fatti combaciare ad arte con opportuni colpi di scalpello
a corsi interrotti, simili a quella a corsi regolari interrotti ogni tanto da conci di pietra pi grandi o disposti per ritto
ciclopica, per la quale si impiegavano conci molto grandi di forma irregolare; i grossi vuoti chiusi da scaglie e scapoli di pietrame
Figura 0.6 - muri a sacco a) nei muri di grosso spessore la resistenza affidata al nucleo centrale; b) se il muro piccolo pu facilmente dividersi in tre parti
Negli edifici di abitazione, a causa di forti spessori (50cm e oltre) si preferisce limitare limpiego ai soli piani scantinati. Lesecuzione delle aperture di porte e finestre, degli angoli ed innesti di altri muri, presenta notevoli difficolt. Gli spigoli possono essere eseguiti con conci di pietra squadrata ad arte o pi economicamente con muratura di mattoni pieni.
Figura 0.7- impiego di murature ordinarie di pietrame: a) per murature di sostegno; muri in fondazione di grosso spessore; c) per muri di piccoli edifici
b) per
Figura 0.8 esecuzione degli spigoli, mazzette ed architravi con mattoni pieni o con conci squadrati in pietra
a)
b)
Figura 0.9 - muratura mista di pietrame e mattoni: a) con mattoni interi o in pezzi frammisti agli elementi in pietra; b) con doppio filare di mattoni a interasse fisso
Vano finestra
Blocchi
2.1.5.7.1. Spessori del muro di mattoni Lo spessore del muro di mattoni sempre multiplo della sua larghezza o testa e quindi, nei capitolati, lo spessore viene indicato con la dizione: ad una, a due, a tre teste e cos via. La muratura ad una testa (o di mattone per piano) la pi semplice da realizzarsi, come indica chiaramente la fig. 0.13. Per muretti di modesta altezza con carichi verticali pu essere realizzata come muratura portante. Risulta quindi adatta a gattaiolati, appoggi di scale o di solai di luce limitata. Si deve assolutamente evitare che su un muretto ad una testa siano appoggiati due solai (fig. 2.29), pratica molto diffusa per economia di costi, ma che presenta i rischi di lesionamenti per le concentrazioni eccessive dei carichi.
a)
b)
solaio
Figura0.14 - su muro ad una testa non devono essere appoggiati due solai
La muratura a due teste la pi usata, perch adatta a muri perimetrali e di spina di altezza libera fino a circa 3.80 m (rapporto altezza/spessore pari a 15) e permette lappoggio di due solai. La muratura a due teste pu essere eseguita disponendo i mattoni in vari modi, che prendono il nome dagli usi locali. Per i muri che saranno intonacati o rivestiti, in genere si usano due tecniche (fig. 0.16): - disposizione a blocco - disposizione di testa La disposizione di testa, preferita per la sua rapidit di esecuzione, per meno resistente di quella a blocco, in cui i giunti verticali sono alternativamente ortogonali fra loro. Bisogna porre attenzione che nellesecuzione della muratura i mattoni siano murati uno alla volta e non velocemente in serie su grossi letti di malta ricavati rovesciando la caldarella. Un muro eseguito in tale maniera si riconosce subito per i seguenti difetti: - i giunti orizzontali di malta sono a tratti sottili, a tratti enormi - i filari non sono perfettamente orizzontali - i giunti verticali sono quasi vuoti di malta
solaio
max. 3.80m
a)
b)
Anche la muratura a tre teste di mattone pu essere realizzata in vari modi. Si riportano i due tipi pi comuni: 1) il primo filare inizia con due mattoni di e poi via via gli altri; il secondo filare inizia con tre mattoni di e poi tutti gli altri, ottenendo giunti sfalsati (fig. 2.32a) 2) i mattoni disposi a T fra di loro, con i filari sovrapposti invertiti (fig. 2.32b)
elemento carateristico elemento carateristi
filare 1 - 3 - 5 in pianta
filare 2 - 4 - 6 in pianta
fronte
a)
Figura 0.17 - due esempi di murature a tre teste
b)
Del muro a quattro teste, raramente impiegato, sindicano due modi di esecuzione (fig. 2.33).
1 filare 3 filare
2 filare
4 filare
2.1.5.7.2.
Gli angoli ed incroci dei muri devono essere eseguiti con cura particolare, tenendo presente la regola generale dello sfalsamento dei giunti. Indichiamo le soluzioni tecniche relative a muri ad una, due e tre teste in fig. 2.34.
a 1 testa a 2 teste
3/4
a 3 teste
3/4
a)
a 2 teste
a 3 teste
b)
Con i mattoni possono essere eseguiti pilastri di ottima resistenza, da un minimo di due teste in su, di forma rettangolare o quadrata. Poich i pilastri sono sollecitati in genere da forti carichi, la loro esecuzione devessere accuratissima e la malta impiegata di ottima resistenza. Laltezza del pilastro non dovrebbe superare 15 volte la misura del lato minore per evitare i pericoli del carico di punta. In figura 2.35 indicata la disposizione dei mattoni nei pilastri di due, tre e quattro teste.
a)
b)
c)
Figura 0.20 - pilastri realizzati con muratura di mattoni: a) ad una testa; b) a due teste; c) a tre teste
1)
2)
3)
4)
5)
2) in ritiro;
6)
3) a gola incavata; 4) a
A seconda della disposizione dei mattoni, di cui se ne riportano alcuni esempi tra le pi classiche in figura 0.22, si possono ottenere vari tipi di tessitura. Si evidenziano in figura 0.23 anche delle disposizioni libere dei mattoni.
b) disposizione a blocco
c) disposizione a croce
d) disposizione in spessore
e) disposizione gotica
f) disposizione fiamminga
Presenza nelle pareti di aperture di porte e finestre; larchitravatura delle aperture pu essere fatta in tre modi (fig. 2.42): - con i soli mattoni, disposti a piattabanda - con architrave in c.a. a filo mazzetta - con architrave in c.a. appoggiato alle mazzette
Figura 0.24 - formazione di stipiti ed architravi per aperture su muri di mattoni a faccia vista
Altro punto nodale per le murature di mattoni in vista costituito dalle intersezioni dei muri non ortogonali tra loro; gli spigoli in tal caso richiedono il taglio preciso di tutti i mattoni dangolo, di cui si pu fare a meno, adottando le soluzioni indicate nella figura 0.25, Si ottiene cos un particolare effetto estetico di smagliatura.
Figura 0.25 - Formazione degli spigoli con murature di mattoni a faccia vista e senza il taglio dei medesimi: a) e b) per muri ad angolo ottuso; c) e d) per muri ad angolo acuto
Figura 0.26 - Siatemi costruttivi compositi: a) muro romano con laterizi e calcestruzzo; b) muro medioevale a sacco; c) muro a strati di ardesia utilizzato in Inghilterra; d) muro doppio con camera daria (1805)
Figura 0.27 - tipi di tamponamento a doppia parete, con elementi di laterizio comune
Si hanno quindi moltissimi tipi di murature doppie, essendo variabili: - i materiali usati - gli spessori delle due pareti, in relazione alle loro funzioni portanti e coibenti - lo spessore della camera daria - il tipo, la qualit e lo spessore dei materiali isolanti interposti - il rivestimento interno ed esterno con intonaco o altri materiali Nonostante lelevato numero di parametri, bisogner tener conto: - che la parete esterna abbia una adeguata resistenza alle azioni meccaniche e costituisca al tempo stesso unefficace e durevole protezione dagli agenti atmosferici - che nellinsieme la parete doppia abbia un coefficiente di dispersione termica che rientri nei limiti imposti dalle norma vigenti - che linterposto strato isolante sia costituito da materiali che non assorbano lacqua
1.1.2 La sabbia La sabbia viene utilizzata con lo scopo di aumentare il volume dellimpasto, diminuendo il costo complessivo della malta. La sabbia costituisce lossatura minerale della malta in cui il legante costituisce lelemento collante. Essa costituisce ca. il 65-70% del volume della malta. 1.1.3 Lacqua
Lacqua per il confezionamento delle malte deve essere pulita, priva di sostanze estranee alla sua composizione e di sostanze organiche o grassi. Una sua moderatamente elevata temperatura iniziale favorisce linizio della presa.
1.1.4
In base alle caratteristiche dei componenti da cui sono formate, le malte si distinguono in: malte aeree: gesso o calci aeree pi sabbia e acqua malte idrauliche: calci eminentemente idrauliche o agglomeranti cementizi pi sabbia e acqua malte idrauliche plastiche: calci eminentemente idrauliche o agglomeranti cementiti plastici pi sabbia e acqua malte cementizie: cementi pi sabbia e acqua malte composte o bastarde: due o pi leganti insieme pi sabbia e acqua malte addittivate: le malte precedenti pi un additivo quali plastificante, impermeabilizzante, acceleratore o ritardatore di presa, espandente, antigelo, etc.
1.2
ELEMENTI RESISTENTI
Le murature possono essere realizzate mediante elementi resistenti naturali o artificiali. Nel primo caso bisogna tener conto che lelemento, generalmente proveniente da cava, soggetto alla variabilit delle sue caratteristiche fisico-meccaniche e che la posa in opera spesso irregolare. Gli elementi artificiali (laterizi) sono invece generati con processi produttivi industriali che presentano facilit di controllo e costanza di qualit. Ovviamente la qualit di un prodotto definibile come il grado di soddisfacimento che le caratteristiche del prodotto stesso presentano nei confronti delle esigenze dellutilizzatore e della sicurezza dellimpiego al quale il prodotto destinato. Inoltre, necessario garantire la giusta qualit al giusto costo. La maggiore affidabilit consente di limitare lonere della sperimentazione diretta, evitando prove su campioni di muratura, e di utilizzare un metodo di verifica semplificato. Tali elementi vengono posti in opera in strati regolari di spessore costante, con fori in direzione normale o parallela al piano di posa. 1.2.1 Classificazione degli elementi resistenti artificiali
Gli elementi resistenti artificiali possono essere realizzati in: - laterizio normale - laterizio alleggerito in pasta - calcestruzzo normale o alleggerito Tali grandi categorie distinguono gli elementi in: - mattoni, di forma generalmente parallelepipeda con volume <7500cm3 - blocchi, anchesse di forma generalmente parallelepipeda con volume 3 7500cm Definita la percentuale di foratura (fig. 1.1) come il rapporto percentuale: (1.1)
=
F A
dove F = area complessiva dei fori passanti o A = area lorda delimitata dal suo perimetro
Figura 0.28 - rappresentazione grafica dellarea complessiva dei fori passanti o profondi non passati (F) e dellarea lorda delimitata dal perimetro dellelemento (A)
1.2.2
Dimensioni
Per quanto concerne le dimensioni degli elementi, esse si distinguono in funzione del tipo di elemento ma anche in base alla regione di provenienza. Lunificazione avviata dallUNI non ha avuto infatti la diffusione sperata bench oggi riguardi considerevoli volumi di produzione. Le principali dimensioni UNI sono le seguenti: s = h x b x l (cm) 5.5 x 12 x 25 per mattoni semipieni i forati 12 x 12 x 25 per mattoni semipieni i forati (doppioni) Per i mattoni pieni, che risultano ancora pressoch agganciati alla tradizione, si riporta una tabella (0.1) indicativa per regioni:
ZONE
Piemonte Lombardia Veneto Trentino A. A. Friuli-Venezia G Liguria Emilia Romagna Toscana Marche Umbria Lazio AbruzzoMolise Campania Puglia
DIMENSIONI (cm) LARGHEZZA LUNGHEZZA 12 24 11.5 24 11 23 10.5 22.5 12 25 12.5 26 13 26 12 25 12 12 13 14 12 13 13 13 13 14 12.5 13 13 13 13 13 12.8 13 12 12 12 24 28 26 28 25 26 26 26 26 28 25.5 26 27 26 26 26 26 26 25 25 24
DENOMINAZIONE
6 fori Piemonte Lombardo
Veneto
Bolognese
Romano
Gli elementi semipieni hanno subito una profileferazione di dimensioni molto vasta. Non risulta quindi utile ricostruire una mappa regionale o provinciale in cui evidenziare i formati pi ricorrenti. Inoltre necessario considerare che laspetto dimensionale inscindibile dalla somma di altre prestazioni che sono richieste per muro. Vengono comunque indicati nella seguente tabella alcuni intorni dimensionali individuabili:
Denominazione
Doppio Uni
Altezza 12 cm 13 cm 13 cm 12 cm
Larghezza 12 cm 13 cm 18 cm 14 cm
Lunghezza 25 cm 25 cm 26 cm 28 cm
Lecablocco Fonoisolante
Perlater
Alveolater
Poroton
Poroton a spacco
2. COSTRUZIONI in MURATURA
Dopo aver esaminato singolarmente le componenti che costituiscono ci che chiamiamo muratura, possiamo ora descriverne le costruzioni principali che si realizzano con tale materiale quali muri, pilastri, archi e volte,
2.2 I MURI
a)
b)
c)
La muratura portante risulta economicamente vantaggiosa per edifici con non pi di tre piani in elevazione (fig. 2.2); quindi risulta conveniente per case unifamiliari, villette ad uno o due piani, per case coloniche e piccoli condomini.
Figura 2.1 - impiego di murature di mattoni pieni o semipieni per strutture portanti di piccole dimensioni
MASCHIO MURARIO
Per maschio murario sintende una muratura che si sviluppa dalla base fino alla sommit. Lelemento risulta essere portante se lo spessore non troppo sottile, quindi se non si pu considerare come un elemento snello. Ci sono anche lunghezze minime del maschio.
1 Fasce di piano
3 Maschi murari
2.2.2
La disposizione dei maschi murari pu dare origine a diversi schemi strutturali: a muri portanti longitudinali (fig. 2.6), quando i muri portanti, a cui si appoggiano i solai orditi trasversalmente, si sviluppano lungo la dimensione maggiore delledificio. In questo schema in direzione longitudinale i muri portanti fungono anche da controvento, mentre in direzione trasversale necessario predisporre muri di controventamento. I muri portanti perimetrali potranno essere realizzati a migliorato isolamento termico a muri portanti trasversali detti anche a setti portanti (fig. 2.7), quando i muri portanti vengono disposti lungo la dimensione minore delledificio. Anche in questo caso si realizzano muri di controventamento in direzione ortogonale agli stessi muri portanti. Per i setti si useranno principalmente elementi aventi come principale caratteristica la resistenza meccanica a cellula o a nucleo detto anche schema scatolare (fig. 2.8), quando tutti i muri sono portanti, per cui gli stessi hanno funzione sia portante che di controventamento. In questo caso i solai possono avere doppia orditura con funzionamento a piastra o ad orditura alternata. Per la continuit degli elementi esterni ed interni si useranno elementi aventi le medesime caratteristiche. Questo tipo di soluzione risulta la migliore dal punto di vista statico in quanto conferisce alla struttura un comportamento scatolare, di cui si parla nel paragrafo successivo.
Capacit dei muri di resistere ad azioni orizzontali positivamente influenzata dalla presenza di sforzo assiale (vantaggio della doppia funzione muro portante e controvento).
Comportamento scatolare
Per una buona progettazione necessario che tutti gli elementi che costituiscono la struttura, collaborino al meglio fra loro: una parete isolata pu risultare poco resistente e presentare un comportamento fragile sotto certe configurazioni di carico mentre se i diversi ordini di elementi sono adeguatamente collegati e cooperano, tale parete non diventa un punto debole dellintera struttura e si evita inoltre la circostanza che un elemento risulti pi sollecitato di altri. Il comportamento che ne risulta detto scatolare.
Affinch sia possibile realizzare una struttura con tale comportamento, per il quale la stessa risulta possedere una buona resistenza dinsieme sotto qualsiasi combinazione di carico, sono necessari alcuni accorgimenti riguardanti: i collegamenti (fig. 2.6), che devono assicurare una buona collaborazione fra gli elementi, impedendo il verificarsi di crolli o cedimenti a catena. Negli edifici a muratura portante i collegamenti vengono assicurati mediante tre soluzioni: ammorsamenti, ossia una connessione tra elementi ortogonali. In questo modo quando una parete soggetta ad un carico orizzontale al suo piano medio riesce a trasmettere gli sforzi alle pareti trasversali ad essa collegate, evitando cos di ribaltarsi. Tali pareti trasversali risultano quindi sottoposte a un carico parallelo al loro piano medio e fungono quindi da pareti di controventamento.
Gli ammorsamenti si realizzano mediante la sovrapposizione dei giunti sfalsati dei corsi incidenti incatenamenti, i quali hanno lo scopo di tenere collegati i muri paralleli contrapposti. Vengono eseguiti a livello del solaio, con il quale devono risultare solidali. Sono costituiti da barre darmatura disposte in due sensi ortogonali. Le estremit degli incatenamenti devono essere efficacemente ancorate ai cordoli. Nella direzione di tessitura del solaio possono essere omessi quando il collegamento assicurato dal solaio stesso; in direzione ortogonale al senso di tessitura gli incatenamenti orizzontali sono invece obbligatori per solai con luce superiore ai 4.5 m e saranno costituiti da armature con una sezione totale pari a 4.0 cm2 per ogni campo di solaio. cordoli (fig. 2.6), i quali realizzano lunione fra i muri ed i solai oltre che fra muri e fondazioni. Generalmente sono in cemento armato oppure possono essere sostituiti da armature orizzontali, annegate nei letti di malta. I cordoli irrigidiscono ulteriormente i solai nel loro piano, fungono da vincolo per le pareti soggette a carichi orizzontali ortogonali al loro piano medio, permettono unopportuna distribuzione delle azioni orizzontali fra le pareti di controvento complanari, procurano in generale maggiore stabilit alla struttura e iperstaticit al sistema resistente.
t
Figura 2.6 - collegamenti tra gli elementi di un edificio
DIMENSIONI CORDOLO
AREA ARMATURA
b 12cm b 2 t 3
DIAMETRO FERRI
hs h t/2
- Nei tre orizzontamenti superiori: A 6cm 2 Nei piani sottostanti: + 2cm 2 a piano - In ogni caso: A 0.6% Acordolo
- 12mm con staffe 6mm - In edifici con pi di sei piani: 14mm con staffe 8mm
Tabella 2.1 - limiti delle dimensioi dei cordoli secondo il D.M. 20 Novembre 1987
i solai, i quali costituiscono la struttura portante orizzontale cui assegnato il compito di sostenere i carichi del piano e, mantenendosi entro limitati valori di deformazione, trasferirli ai muri portanti inferiori. Il corretto dimensionamento degli spessori consente di mantenere la deformabilit del solaio entro i valori consentiti:
s
1 luce per i solai a trave 25 1 s luce per i solai a piastra 30
Per questa funzione statica i solai sono considerati soggetti a condizioni di vincolo variabili tra il semplice appoggio e lincastro nella muratura. Tuttavia il solaio non esaurisce in questo modo il suo impegno statico: necessario che il suo stesso piano orizzontale possegga resistenza sufficiente a sopportare le azioni orizzontali agenti al piano, e rigidezza sufficiente per ripartirle tra i muri sottostanti. Consideriamo ad esempio un edificio soggetto ad una azione orizzontale come quella del vento. La raffica del vento pu essere ricondotta ad una azione statica con doppio effetto di pressione e depressione, rispettivamente sulle superfici sopravento e su quelle di sottovento. Tale azione va supposta agente successivamente secondo due direzioni ortogonali, generalmente assunte parallele alle murature portanti. Ad ogni piano le pareti esterne trasferiscono lazione ai solai direttamente superiore ed inferiore. Questi si trovano dunque soggetti ad una forza risultante orizzontale a loro complanare, diretta come il vento. Al di sotto le murature parallele alla forza si oppongono allo spostamento dei solai e assumono quote di carico proporzionali alle rispettive rigidezze e posizioni planimetriche. In questo modo i muri esercitano la loro funzione di controventamento e trasferisono lazione orizzontale alla fondazione.
A livello del solaio avviene quindi la ripartizione delle forze fra i muri, ma questa risulta efficace solo se il solaio stesso sufficientemente rigido e resistente nel proprio piano. In figura 2.7 possiamo notare il comportamento di tre diversi solai: nel primo, a causa della deformabilit del solaio, i muri sono soggetti a diverse quote di carico per cui non subiscono la stessa deformazione; il problema pi modesto quando si realizzano cordoli adeguati, anche se deformabili. Il corretto funzionamento si realizza per solo nel caso di solaio infinitamente rigido per cui i muri, di uguale rigidezza, subendo la stessa deformazione si caricano tutti in eguale misura.
a)
b)
c)
Figura 2.7 - deformazioni di tre diverse strutture: a) con solaio deformabile e in assenza di cordoli; b) con solaio e cordoli deformabili; c) con solaio e cordoli infinitamente rigidi
fu
mattone
muratura malta
0
Resistenza a trazione (scarsa):
La resistenza a trazione di un giunto malta-blocco pu essere dellordine di 1/30 della resistenza a compressione della muratura. Normalmente la crisi in trazione si manifesta per rottura del giunto di malta. Nei modelli di calcolo tale contributo resistente viene trascurato.
Nelle valutazioni che seguono, relativamente alla resistenza a compressione del prisma di muratura, si presuppone un comportamento elastico lineare dei materiali costituenti fino alla rottura. Indicando con Eb ed Em i moduli di elasticit e con b e m i moduli di Poisson rispettivamente del mattone e del legante, le deformazioni trasversali del mattone nelle direzioni x ed y sono espresse da (legame di Hooke generalizzato):
1 = bx + b ( z by ) bx Eb by = 1 by + b ( z bx ) Eb
] ]
(4.1)
1 = mx + m ( z my ) mx Em my = 1 my + m ( z mx ) . Em
(4.2)
Le deformazioni trasversali del mattone e del legante sono uguali fra loro, per la congruenza, quindi:
bx = mx by = my . Per lequilibrio, la risultante delle forze di compressione relativa al legante deve essere pari alla risultante delle forze di trazione relativa al mattone, in entrambe le direzioni, ossia:
bx d tb = mx d tm by d tb = my d tm
posto =
bx = mx by = my
(4.3)
tm
tb
<1
Rielaborando le equazioni relative alle deformazioni 4.1 e 4.2 ed alle tensioni 4.3, si ottiene:
bx = by =
(m b ) z 1 + m b Em Eb <1
(4.4)
dove =
zu t + =1 f bc f bc . f essendo = bt
(4.5)
f bc
Grafico 2.1 - dominio di resistenza di una muratura soggetta a stato biassiale di compressione -trazione
f wc = f bc 1 +
(m b ) [1 + m b ]
(4.6)
La relazione 4.6 valida per valori f bc f wc , perch solo in tal caso le deformazioni dei materiali sono tali per cui la muratura si trovi sottoposta a sollecitazione biassiale di trazione. Le relazione 4.6 non direttamente applicabile a casi reali perch i legami elastici-lineari fino a rottura non sono attendibili. Valore concettuale di tale approccio quello di fornire una descrizione piuttosto accurata dellimportanza dello spessore della malta sulla resistenza a compressione della muratura.
*** Dipendenza della resistenza a compressione della muratura dal rapporto tra lo spessore del legante e quello dei conci di pietra
Per evidenziare tale dipendenza si proceduto allapplicazione della relazione 4.6 per due differenti qualit di legante:
a)
b)
Elaborando numericamente la relazione 4.6 per le due qualit di legante, si ottiene il grafico 4.2 in cui le curve relative a tale elaborazione, sembra essere in buon accordo con i risultati sperimentali.
Grafico 2.2 - influenza del rapporto spessore/altezza del pietrame sulla resistenza a compressione della muratura
*** Considerazioni sul legame intercorrente tra la resistenza a compressione della muratura e quella dei materiali costituenti
Grafico 2.3 - resistenza teorica della muratura in funzione delle resistenze dei blocchi e del legante
A partire da modelli semplificati, tipo quello appena descritto, possono essere fatte le seguenti osservazioni sulla dipendenza della resistenza della muratura dalle caratteristiche dei costituenti: 1) La resistenza della muratura cresce rapidamente (pi che proporzionalmente) allaumentare della resistenza dei conci solo quando si adopera un legante di qualit molto buona. Diversamente la resistenza cresce pi lentamente 2) Laumento della resistenza della muratura, allaumentare della resistenza del legante, non di tipo lineare; per raddoppiare la resistenza della muratura occorre quadruplicare quella del legante. 3) Laumento dello spessore dei giunti fa diminuire la resistenza della muratura, in misura tanto maggiore quanto pi la malta di scarsa qualit. 4) La presenza di giunti verticali influenza positivamente la resistenza a compressione della muratura. 5) Il tipo di tessitura e la qualit di esecuzione dei giunti giocano un ruolo significativo nella definizione della capacit resistente a compressione.
*** Metodi empirici per la valutazione della resistenza a compressione della muratura
Per tenere in conto i fattori evidenziati precedentemente ed i limiti dei modelli sopra-descritti sono state proposte numerose formulazioni empiriche diverse. La resistenza a compressione della muratura f wc correlata a quella del pietrame f bc e quella del legante f mc e questa relazione stata espressa da diversi studiosi attraverso diverse formule empiriche (Theodosios P. Tassios, Meccanica delle murature):
(MPa)
f wc = 3 f bc
f mc = 4 f mc
(MPa)
(Hendry, 1981)
f wc =
f bc + 6
f bc f mc f mc + 1.4 4 20
(MPa)
(Tassios, 1983)
f wc
( (
) )
f bc < f mc f bc > f mc
(Tassios, 1985)
(4 + 0.1 f mc ) + 2
h 12 + 5 w bw
(MPa)
f wc = 0.7
f bc 3 f mc
(MPa)
(Brcker, 1961)
2 f wc = f bc f 0 + f mc 3
dove:
(MPa)
f 0 = 0.5 MPa per blocchi di pietrame f 0 = 2.5 MPa per pietrame non squadrato = 0.5 per pietrame = 0.1 per mattoni
dove
= 2 . f wc u u
Il grafico 2.4 stato dedotto elaborando i risultati sperimentali di Hendry ed assumendo u = 2.5 3.5.
Normalmente di adotta:
*** Resistenza a trazione La resistenza a trazione delle murature non si pu valutare sulla base di un suo chiaro meccanismo di comportamento. In realt, a seconda dellangolo di inclinazione con cui si crea una lesione per trazione, varia anche la reazione a trazione della muratura stessa. Se la sollecitazione di trazione agisce in direzione verticale si verifica la sconnessione del legante (fig. 2.8), per cui la resistenza a trazione della muratura pu essere espressa come percentuale della resistenza a trazione della malta:
f wt = f mt
dove: =
Daltra parte, la resistenza a trazione della muratura in direzione orizzontale dipende: - dalla resistenza allo scorrimento tra legante e conci di muratura (fig. 2.9a) - dalla resistenza a trazione dei soli conci (fig. 2.9b)
Figura 2.9
Non si conosce come procedere al calcolo della resistenza a trazione della muratura al variare dellangolo secondo cui agisce la tensione principale di trazione ma nel grafico 2.10 si riporta come varia la resistenza a trazione in funzione dellangolo lungo cui si presenta la tensione principale di trazione.
Grafico 2.10 - resistenza a trazione della muratura in funzione dell'angolo lungo cui si presenta la tensione principale di trazione
In queste considerazioni non si tenuto presente il ruolo sfavorevole della tensione trasversale di compressione. Un ruolo significativo giocato dal grado di assorbimento dellacqua da parte degli elementi lapidei che cos privano il legante della necessaria quantita di acqua per poter svolgere completamente le reazioni di idratazione. Considerata lestrema aleatoriet legata alla definizione della resistenza a trazione, tale contributo viene normalmente trascurato nella definizione dei modelli meccanici di resistenza della muratura. Essa, tuttavia, potrebbe giocare un ruolo significativo nella definizione della capacit resistente di un maschio murario per azioni fuori dal proprio piano.
*** Resistenza per stati tensionali complessi (biassiali) A causa dellanisotropia, nellanalisi del comportamento della muratura soggetta a stati tensionali complessi necessario fare riferimento, oltre alle componenti del tensore degli sforzi macroscopici, anche al loro orientamento rispetto agli assi di ortotropia del materiale. Nel caso di stati tensionali le cui risultanti sono contenute nel piano medio della parete, possibile fare ricorso al modello di stato di sforzo piano. In tal caso sono necessari tre parametri per descrivere compiutamente lo stato tensionale macroscopico. Una possibilit di utilizzare le tensioni principali 1, 2 e langolo formato da una delle tensioni principali con la direzione dei letti di malta.
Il comportamento ortotropo della muratura risulta particolarmente evidente quando la malta ha caratteristiche di resistenza nettamente inferiori a quelle degli elementi. Nelle figure 13.29 e 13.30 anche possibile notare la forte dipendenza della resistenza a trazione o a compressione monoassiale, e dei meccanismi fessurativi associati, dallorientamento rispetto ai letti di malta.
Capacit resistente di un maschio murario soggetto a compressione e taglio (generati da carichi V ed H insieme)
= coefficiente di attrito
lungo il giunto orizzontale
0.17 0 f wc
23
>2
2)
Rottura per trazione e taglio. Avviene per valori intermedi di sforzo normale. La presenza simultanea di tensioni sia tangenziali che di trazione pu comportare una concentrazione delle stesse che conducono alla creazione di lesioni dovute a taglio-trazione nella parete muraria; tali lesioni compaiono inizialmente nel centro della muratura, dove le tensioni tangenziali e di trazione raggiungono il loro valore massimo. Un criterio di rottura semplificato in funzione delle tensioni 0 e , il seguente:
= 3)
f wt 1+ 0 f wt 2.3
Rottura locale per compressione in prossimit dellangolo inferiore della parete. Avviene per elevati valori di sforzo assiale
= ( f wc 0 )
x 2 y
dove x e y sono, rispettivamente, le dimensioni dei mattoni in direzione orizzontale e verticale (serve per ricondurre lo stato tensionale macroscopico a quello locale dei due materiali).
= 0.85 1
= 0.85 1
Per la capacit resistente del pannello diventa fondamentale la presenza di sforzo assiale; per edifici bassi la capacit di resistenza a trazione diventerebbe fondamentale ma noi la trascuriamo comunque. Hanno significativa influenza anche il tipo di vincolo dato dai solai (cerniera o incastro) e dagli ammorsamenti laterali con altri muri.
Valido per pannelli snelli (b=1.5); esteso a quelli tozzi con b=1.
Tentativo di riunire in una unica formulazione i due meccanismi di rottura per taglio visti in precedenza. Valida solo per muri di mattoni.