Potrei Amarti
Di Ester Ashton
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Info su questo ebook
Lui è un marines, bello come il peccato ma pericoloso per i suoi fragili sentimenti: Logan non sa cosa sia l'amore. Qualcosa però è destinato a cambiare anche per lui, perché quando i sentimenti subiscono il fascino seducente dell'amore, l'unica cosa da fare è lasciarcisi trasportare.
Una battaglia di emozioni contrastanti che porterà entrambi a fare degli errori e delle scelte impossibili.
Lui lotterà per la missione più importante della sua vita....
Lei dovrà affrontare una lotta tra i demoni del passato e il suo cuore...
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Anteprima del libro
Potrei Amarti - Ester Ashton
Ester Ashton
Potrei Amarti
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Indice dei contenuti
Copertina
Copyright
Dedicato a...
Citazione
1. Cassie
2. Cassie
3. Cassie
4. Logan
5. Logan
6. Logan
7. Logan
8. Logan
9. Logan
10. Logan
11. Logan
12. Cassie
13. Cassie
14. Cassie
15. Cassie
16. Cassie
17. Cassie
18. Logan
19. Cassie
20. Cassie
21. Logan
22. Logan
23. Logan
RINGRAZIAMENTI
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Copertina
Copyright
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Qualsiasi riferimento a nomi, luoghi, personaggi e
avvenimenti sono pura opera di fantasia.
Qualunque somiglianza con località, fatti, persone, è del tutto casuale.
Dedicato a...
A Giulia e Alessia
Citazione
Più dolce sarebbe la morte
se il mio ultimo sguardo
avesse come orizzonte il tuo volto.
E se così fosse, mille volte vorrei nascere
per mille volte ancor morire.
William Shakespeare, da Amleto
1
Cassie
Il silenzio che regnava nel mio ufficio era molto più fastidioso di quello che proveniva fuori dalla mia porta.
M’infastidiva quella quiete, quando fuori della finestra udivo il caos delle strade di metà mattina.
Mi appoggiai allo schienale della sedia e sospirai. Mordicchiando il tappo della penna ruotai la sedia fissando, attraverso la vetrata, il grattacielo di fronte.
Ero insoddisfatta e la colpa di quell'inquietudine era dovuta al lavoro che svolgevo, ma non solo.
Impiegata da diversi anni nell'amministrazione della più grossa catena di boutique di biancheria intima, Seduction , mi occupavo di tutta la contabilità che riguardava i negozi delle varie città negli Stati Uniti e non solo.
Il lavoro era noioso, tedioso e ripetitivo e mi lasciava parecchio insoddisfatta. Probabilmente se avessi occupato il posto di commessa in quelle boutique dove regnava la seduzione, mi sarei sentita molto più appagata. Ad ogni completo intimo che fosse in pizzo, pelle, seta, una seducente camicia da notte o babydoll, avrei potuto immaginare lui che me li sfilava o che mi guardava con desiderio.
Le boutique Seduction erano una vera tentazione.
Nell'ultimo periodo avevo deciso di osare molto di più, non solo quello che indossavo sotto gli abiti, ma tutto il mio look.
Avevo anche iniziato una dieta e seppur ero riuscita a dimagrire qualche chilo, ne avevo ancora un po’ da perdere, affinché potessi essere all'altezza dello stereotipo di un uomo.
Tutto questo perché finalmente lui mi guardasse in maniera diversa, che si accorgesse di me come donna e non come la sorella di sua cognata Jacklyn.
Testarda e tenace di carattere, non mi davo per vinta, almeno non finché lui era libero e forse neanche allora.
L’insoddisfazione del lavoro, si rifletteva nel desiderio di vivere una storia d’amore, di abbandonarmi al desiderio profondo che provavo quando lo vedevo.
L’avevo incontrato per la prima volta la sera della cena del fidanzamento di mia sorella Jacklyn con Adam. Sin dal primo momento in cui avevo visto suo fratello, Logan, il cuore aveva perso qualche battito.
Durante le presentazioni di rito lui mi aveva sorriso, porgendomi la mano e, a quel contatto, avevo sussultato, avvertendo una lieve scossa. Avevo subito lasciato la sua mano sentendomi frastornata, al contrario l’espressione di Logan Mitchell non era mutata. Ero rimasta per quasi tutta la sera in silenzio, rispondendo a malapena se interpellata, intimidita e attratta da quell'uomo imponente che riusciva a trasmettere una forte carica sessuale, facendomi sentire come una ragazzina alla prima cotta.
Da quella sera, quando il suo lavoro di marines non lo portava in missioni all'estero, Logan aveva accompagnato spesso Adam a casa nostra e questo non mi aveva aiutato per niente.
Se dapprima quell’insana attrazione mi aveva spiazzato, ogni qualvolta lo incontravo e lo guardavo rivolgere le sue attenzioni ad altre donne, sentivo nascere nuovi sentimenti nel mio cuore.
Mi aveva fatto soffrire e avevo dovuto soffocare quei sentimenti che via via erano cresciuti, sforzandomi di dimenticarlo.
Tuttavia non riuscivo a farlo appieno, perché passava la maggior parte del tempo con mio fratello Sam, ma quello che mi faceva infuriare era che spesso si era arrogato il diritto di proteggermi, come se fossi sua sorella.
Invece io volevo che mi guardasse davvero, del resto come avrebbe potuto farlo quando io non mi sentivo bene con me stessa?
Anche se la natura era stata generosa donandomi un bel viso, non lo era stata altrettanto con il mio corpo.
Fin da ragazza mi ero dovuta rassegnare a vedere le altre mostrare un fisico longilineo, mentre il mio acquisiva forme sempre più generose. Se all’inizio mi ero disperata, alla fine mi ero abbandonata all’inevitabile e avevo sofferto nel guardarmi allo specchio, mentre osservavo il mio corpo perdere tonicità e forme.
Avevo tentato di nascondere l’obesità, dietro vestiti larghi e informi, per quanto si potesse nascondere una cinquantadue.
Sia Jacklyn che Sam avevano cercato di spronarmi a reagire tentando di fare attività sportiva e seguire una sana alimentazione, perché credevano vivamente che avrei potuto raggiungere l’obiettivo che mi avrebbe dato più fiducia. Il problema era che, dopo la terribile esperienza con il mio ex, non ne avevo più in me stessa, almeno finché non avevo conosciuto Logan.
Sin dal primo momento avevo pensato che lui provasse compassione nei miei confronti e che questo lo aveva reso protettivo, quando qualcuno si avvicinava troppo a me.
E se questo da un lato mi esaltava, perché ricevevo le sue attenzioni, dall’altro mi angosciava per non essere una donna degna di stare al suo fianco.
Era in quei momenti che Logan mi confondeva, perché sapevo che lui non mi avrebbe mai guardato come una delle donne che frequentava ossia con eccitazione, desiderio e passione.
Eppure, per scoprire quelle emozioni che non potevo ottenere da lui, mi ero lanciata in una relazione con un uomo conosciuto a un ricevimento a cui avevo partecipato insieme alla mia migliore amica Eveleen. La fiducia che avevo riposto in Brian, mi aveva lasciato solo delusione e dolore.
Avevo pensato che con Brian, finalmente, avessi trovato una persona che mi avrebbe accettata per ciò che ero. Invece per tutto il tempo in cui eravamo stati insieme aveva cercato di cambiarmi, mortificandomi per ogni cosa che secondo il suo giudizio non andava bene. Era stato dopo l’ultima denigrante litigata che mi ero resa conto che non sarei riuscita mai ad avere nessuno tantomeno lui.
Logan Mitchell era uno schianto. Seducente, sexy, al solo guardarlo riusciva a farmi rabbrividire di desiderio.
I miei pensieri diventavano peccaminosi in sua presenza e la mia immaginazione sfrenata, mi proponeva ogni possibile scenario erotico.
Il solo pensare di essere toccata, vezzeggiata, accarezzata dalle sue mani e lambita dalla sua bocca, riusciva a eccitarmi all’istante.
Logan era il mio sogno d’amore, il sogno proibito, la mia più grande passione. Ed era stato quell’amore non corrisposto che mi aveva indotto ad agire e rivolgermi a uno specialista che potesse aiutarmi a perdere quei chili di troppo.
Anche se sapevo che non sarei mai riuscita ad arrivare a essere come una modella, avevo raggiunto buoni risultati e perso due taglie facendomi vedere, dopo anni di disperazione, quei risultati che non pensavo di poter raggiungere.
Assorta nei miei pensieri non sentii bussare alla porta, fino a quando questa non si aprì. A quell’intrusione girai la testa e ringraziai il cielo che fossi seduta, quando vidi come evocato dai miei pensieri proprio Logan e mio fratello Sam.
«È qui che ti nascondi?» chiese Sam, avvicinandosi per darmi un bacio sulla guancia.
Protesi il viso per ricevere quel bacio fraterno, ma la mia attenzione era tutta per Logan.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo e vedere che lui ricambiava, non aiutava a controllarmi. La mia mente era un fermento di pensieri, ma uno più di tutti affiorava prepotentemente e mi chiedevo se lui avesse notato il mio cambiamento.
Memore della domanda che mi era stata rivolta, distolsi a fatica lo sguardo e lo portai sul viso di mio fratello.
«Se volessi farlo, sceglierei un luogo che non sia questo» risposi sorridendo.
Non potei fare a meno, però di spostare ancora una volta lo sguardo su Logan. Con la sua altezza, quasi un metro e novantatré, il fisico possente e muscoloso da ex giocatore di rugby, occupava l’entrata della porta.
Osservai quei muscoli che desideravo percorrere con le mie mani e sentirli tendersi al passaggio delle mie dita.
I suoi occhi azzurri, così intensi e del colore che ricordavano il mare limpido e cristallino, mi fissavano brillanti e luminosi.
Le sue labbra perfette e carnose erano atteggiate in uno stupendo sorriso. Lì, davanti a me, Logan incarnava un dio greco.
Mi passai la lingua sulle labbra, pensando a quella bocca sul mio corpo o mentre assaporavo la sua pienezza. Se già il desiderio, che sentivo crescere dentro, mi faceva sentire un intenso calore, accorgermi che lui aveva seguito quel movimento m’infuocò del tutto.
Quell’uomo riusciva a confondermi la mente, al punto che i miei ormoni gridavano prendimi
, ogni volta che i suoi occhi si soffermavano su di me, come ora.
I suoi capelli castani, di solito tendenti al ramato, ora erano molto più chiari dell’ultima volta che c’eravamo visti e avevano assunto il colore di un tramonto o di una bellissima alba.
La pelle, baciata dal sole, era ambrata e avrei tanto voluto percorrerla con le mie labbra.
La maglia azzurra che indossava risaltava non solo il colore dei suoi occhi, ma aderiva al petto possente evidenziando ogni muscolo ed ogni suo movimento faceva gonfiare i bicipiti forti.
Portava i jeans leggermente calati sui fianchi che lo fasciavano stretto al corpo, modellandosi come una seconda pelle.
Lasciai scivolare lo sguardo su quel corpo sexy e non potei fare a meno di soffermarmi sul davanti della cerniera, notando quanto i jeans mostrassero il rigonfiamento proibito.
Percepii il mio respiro accelerare e m’imposi di inspirare ed espirare più lentamente, mentre avvertii un calore intenso diffondersi nel mio corpo.
" Non guardare Cassandra" pensai altrimenti crederà che sei una maniaca del sesso.
Eppure, era così che mi sentivo in sua presenza.
Distolsi lo sguardo e sorrisi fissandolo negli occhi. Consapevole che c’era anche Sam nella stanza, bandii dalla mente qualsiasi immagine di noi due su un letto, mentre ci davamo piacere.
«Logan, che bella sorpresa!» esclamai alzandomi dalla sedia.
Ero felice che lui fosse tornato, per tutto il tempo in cui non c’era stato mi era mancato e non avevo fatto altro che pensarlo, anche se non avrei dovuto.
«Sapevo che saresti stata contenta» intervenne Sam ridendo.
Girai la testa verso mio fratello. «Intendi dire che lo hai costretto a venire qua?» Saperlo m’infastidiva.
«La smettete voi due» disse Logan «di parlare come se non ci fossi?».
Ridacchiai lasciandomi stringere da mio fratello. A differenza di Logan, era vestito con un completo grigio che esaltava il suo fisico, anche se non così muscoloso come il nostro amico.
«Niente tribunale oggi?» chiesi a Sam, tentando di riprendere il controllo della mia libido.
«No, oggi solo appuntamenti nel pomeriggio» rispose e quando stava per aggiungere qualcos’altro, il suo cellulare squillò.
***
Logan
Chiusi la porta dietro di me evitando, per qualche attimo, quegli occhi che mi avevano spogliato e suscitato, mio malgrado, una certa eccitazione.
Del resto come potevo rimanere inerme davanti all’intenso desiderio che vedevo brillare in quelle iridi?
" A che diavolo pensi Logan?"
Era la sorella di mia cognata e in più suo fratello era diventato uno dei miei migliori amici. La conoscevo solo da qualche anno e negli ultimi mesi avevo sviluppato pensieri lussuriosi su di lei, specialmente quando la notte abbassavo le difese e lei popolava i miei sogni. Tutte le volte che la vedevo, Cassandra riusciva ad ammaliarmi: da un lato la sua timidezza m’inteneriva e dall’altro la sua forza di volontà mi stregava.
La prima volta che la vidi, alla cena di fidanzamento di mio fratello, non ero rimasto colpito dal suo volto o dal suo aspetto fisico, che tentava di nascondere, ed ero finito per ignorarla. Tuttavia, con il passare del tempo, mi ero soffermato a guardarla spesso e nonostante non fosse il mio tipo, ne ero rimasto affascinato.
Ogni volta che partivo per delle missioni e rientravo dopo un paio di mesi, mi sembrava che in lei avvenissero dei cambiamenti: a volte una pettinatura diversa, che risaltava i lineamenti del suo viso, altre un lieve accenno di trucco che valorizzava i suoi occhi, altre ancora non usava più maglie larghe che addolcivano il suo corpo. Diventava ogni giorno sempre più bella.
Quando eravamo nella stessa stanza, o vicini, percepivo una sottile carica sessuale, come se mi aspettasse o fosse lì per me, per tentarmi. E il vederla accompagnata, a volte, da qualche amico non mi piaceva per niente.
Un comportamento bizzarro il mio, poiché avevo sempre cercato di rimanere su un livello più amichevole. Eppure, se mi capitava di essere presente quando un amico le spostava un ricciolo per portarlo dietro al suo orecchio, le sfiorava una mano o una guancia, tutto ciò mi faceva infuriare.
Quale uomo non sarebbe stato tentato da quei capelli lunghi di un caldo biondo miele, da quegli occhi verdi che sembravano un prato ben curato, con ciglia lunghissime che attiravano lo sguardo. Il naso sottile e quegli zigomi pronunciati, poi, t’inducevano a passarci le dita per sentirli al tatto e quella bocca carnosa che t’invogliava a baciarla?
Ne ero rimasto soggiogato anch’io nonostante tutto, ma resistevo, specialmente quando i miei occhi scivolavano sul suo corpo diventato di colpo sensuale, con le curve al posto giusto e un seno rigoglioso e pieno.
Non vedevo Cassandra da un paio di mesi e, all’improvviso, era diventata un’altra, più magra di come la ricordavo.
Avanzai verso di lei lentamente, osservandola nel frattempo e girai attorno alla scrivania.
Cassandra mi sorrise ma, a un’occhiata più attenta, notai che le sue guance si erano imperlate di rosso e i suoi occhi, ora che le ero quasi vicino, erano sfuggenti. Aveva distolto lo sguardo, ma nel momento in cui mi fermai davanti a lei, quelle iridi verdi si soffermarono sulle mie.
«Bentornato, sei stato via molto tempo» disse e osservai, divertito, che diventava ancora più rossa.
Annuii «Troppo questa volta»
La vidi allungare una mano per salutarmi, ma fu la sua impercettibile esitazione che mi fece agire, per la prima volta, diversamente. Le strinsi la mano e la tirai contro di me. Nell’istante in cui i nostri corpi vennero a contatto, percepii tutto il suo dolce peso. La strinsi fra le mie braccia, inebriandomi del suo profumo, un mix di fiori ed essenze che mi ricordavano l’oriente.
Cassandra sembrava fatta per me, le sue curve si modellavano al mio corpo e rimasi sconvolto da quella scoperta. Se pensavo di riuscire a tenere sotto controllo l’eccitazione, mi sbagliavo. Nonostante fossimo vestiti, era come se oltre quel tessuto percepissi i capezzoli eretti, strofinarsi sulla mia pelle.
Era un gioco pericoloso immaginarlo e ancora di più sentire lei abbandonarsi a me.
Eppure, mai avrei pensato di vedere quegli occhi sbarrarsi increduli al mio gesto, per poi brillare di desiderio e bastò quello a scombussolarmi.
Tuttavia non la lasciai andare, feci finta che il pene non fosse eretto come una lancia contro il suo ventre o come sarebbe stato baciare quella bocca.
Il suo respiro caldo soffiava sulla mia pelle e, per un attimo, solo le sue morbide labbra mi sfiorarono il mento. Il mio sesso, invece, si animò contro la cerniera del jeans.
Prima che la situazione potesse degenerare o che Sam si ponesse alcune domande, mi scostai facendo un passo indietro, ma lei si allontanò del tutto sedendosi.
«Perché mi stai fissando?» chiese inclinando la testa di lato, sorridendomi.
Distolsi gli occhi dai suoi e, lentamente, lasciai scivolare lo sguardo sul suo corpo, cogliendo ogni minimo dettaglio di quel tessuto che aderiva alle sue curve formose e mostrava le gambe lunghe e snelle.
" Da quando le aveva così?" pensai.
Oltre ad aver scoperto che era molto dimagrita, c’era qualcos’altro di diverso in lei, ma qualunque cosa fosse, mostrava una carica sensuale che chiunque si fermava a guardarla non poteva che esserne attratto.
«Mmm… credo che manchi qualcosa al tuo abito» risposi con una battuta per nasconderle che ciò che vedevo mi piaceva troppo. «Per caso hai giocato a fare la sarta?».
Osservai le sue gote colorarsi di un rosso più acceso, mentre si appoggiava allo schienale della poltrona.
«Se anche lo avessi fatto?» replicò in fretta. «Non capisco quale sarebbe il problema».
Riportai lo sguardo sul suo volto e inarcai un sopracciglio.
«Beh, pensa a tutti quei poveri uomini là fuori a cui causeresti una crisi polmonare...» ironizzai, soddisfatto a vederla così imbarazzata «... o peggio un infarto».
«Certo, ma non sarebbe un mio problema»
Mi spostai di un passo in avanti e, come avevo ben immaginato, il tessuto dell’abito era salito ancora di più, tanto che almeno dal punto dov’ero io, riuscivo a vedere i suoi slip neri. Anzi, supponevo che quello fosse un dannato perizoma.
E subito a quell’immagine se ne sovrappose un’altra, quella di un uomo che si godeva la visuale e fui assalito dalla rabbia.
Era la prima volta che vedevo Cassandra con un look diverso, più aggressivo, sensuale e certamente troppo sexy.
A differenza di prima, quello che aveva cambiato era diventato esplosivo su di lei. Nessuno avrebbe potuto non guardarla.
Lei aveva deciso di osare e questo mi spiazzava, perché oltre a volerla, a desiderarla, faceva scattare in me l’insana voglia di rapirla e chiuderla in casa.
Osservai le sue labbra dischiuse e, in quel momento, sentii l’impulso, come spesso negli ultimi tempi mi era accaduto, di baciarle, di assaporarle per constatare se fossero così vellutate come pensavo.
2
Cassie
Quelle parole mi indignarono, era un altro genere d’interesse quello che bramavo avere da lui.
La sua voce sensuale mi faceva battere forte il cuore, ma al tempo stesso era capace di farmi infuriare,