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Di recente, il Dipartimento di Ingegneria dell’Impresa “Mario Lucertini” dell’Università degli Studi Tor Vergata di Roma diretto dal Prof. Armando Calabrese e la Fattoria Solidale del Circeo, cooperativa di tipo B di Pontinia, hanno firmato una convenzione finalizzata alla promozione della ricerca e dell’innovazione nei settori agricolo e sociale. L’accordo ha lo scopo di sviluppare progetti condivisi negli ambiti delle energie rinnovabili,  dell’innovazione agricola e del mondo del sociale. All’interno di questo nuovo scenario vengono a crearsi diverse opportunità lavorative per le persone con disabilità; pertanto, saranno coinvolte nelle attività di sperimentazione, faranno parte integrante  di progetti di ricerca e sviluppo, partecipando attivamente a processi agricoli e contribuendo alla realizzazione di sperimentazioni innovative.
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In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre, il Gruppo Donne UILDM ha pubblicato un lungo testo  redatto da Silvia Lisena (https://urldefense.com/v3/__https://www.uildm.org/soggetti-di-desiderio-donne-con-disabilit**A-e-desessualizzazione__;w6A!!GgY6cLU_GgY!UdnmlCSMRo12kXbaD0WGffuEjKD1ElmUWQGO-NSP_EtZv-zDO2evASExfe1BWlXiEAyHpef5__sBPbMPqP9_$ ). (altro…)

20 NOVEMBRE 2024 | di
Ex Bagni Pubblici di via Roccavione 11, Torino
Ex Bagni Pubblici di via Roccavione 11, Torino

Un’idea politica ed economica di sviluppo sociale e urbano della città. È da qui che è nata, a Torino, la storia della Cooperativa Liberitutti, luogo di sperimentazione e di incontro con la comunità di riferimento e che proprio alla comunità ha cercato di restituire qualcosa, insegnando ma soprattutto imparando costantemente dai processi sociali che si sviluppano tra i vicoli e le strade della città.

Attività della Cooperativa Liberitutti

Attività della Cooperativa Liberitutti

La storia di Liberitutti inizia nel 1999. Nata come cooperativa di quartiere da un gruppo di giovani coinvolti nei movimenti di partecipazione degli anni ’90, si è posta sin da subito come «driver trasformativo del tessuto socio-economico locale, – spiegano i soci – capace di rispondere in modo attento e specifico ai bisogni dei territori con particolare attenzione per le fasce più vulnerabili e fragili». Dai primi interventi, è nata poi l’idea di costituire la cooperativa con l’obiettivo di iniziare ad offrire servizi strutturati alle persone del quartiere, soprattutto ai bambini. Erika Mattarella, project manager della cooperativa nonché una delle socie fondatrici, ricorda che «uno dei primi interventi importanti che abbiamo realizzato è stato all’interno di una vecchia chiesa di legno costruita dagli abitanti negli anni ’60. Abbiamo ristrutturato la struttura grazie ai fondi europei e all’interno abbiamo costruito un centro diurno dedicato ai bambini e ai disabili adulti».

Attività della Cooperativa Liberitutti

Attività della Cooperativa Liberitutti

Da lì la progettazione è andata avanti. In origine, Liberitutti contava 5 soci fondatori, oggi ha oltre 100 dipendenti e ha diversificato gli ambiti di intervento. «Ogni comunità ha nella sua storia, nelle sue sofferenze nelle vite vissute di chi lo abita o lo ha abitato in passato un genius loci che ne determina il suo potenziale successo». Sintetizza così l’operato fino ad oggi di Liberitutti il presidente Daniele Caccherano, che aggiunge: «Molto spesso però il cross over socio-culturale può fare sì che gli elementi di discriminazione negativa prevalgano su quelli di successo. Noi vogliamo essere, e in parte siamo stati, il lievito che ha riattivato processi di protagonismo, il sale che ha reso le comunità più solidali, il collante che ha aiutato a generare integrazione. Proviamo a essere e generare impatto che valorizza i beni comuni sia materiali che immateriali di ogni luogo ponendo sempre al centro del pensiero e dell’azione la valorizzazione del protagonismo locale».

L'interno dei Bagni Pubblici

L’interno dei Bagni Pubblici

La cooperativa Liberitutti compie quest’anno 25 anni di attività. Per l’occasione, festeggia inaugurando il progetto più complesso della sua storia in termini di dimensioni, ma soprattutto perché rivolto – per la prima volta in maniera organica e strutturata – agli anziani. L’idea del Roccavione Silver Living nasce da un confronto con il Comune di Torino «che stava già ragionando sullo sviluppo di nuovi servizi per gli anziani» spiega Mattarella. La cooperativa ha dunque partecipato ad un bando per il finanziamento di un progetto con i fondi del Pnrr, sviluppando un’idea sperimentale, una struttura ibrida che coniuga esigenze diverse. «Non volevamo costruire una rsa – spiega ancora la project manager – bensì un silver housing per anziani che hanno bisogno di un luogo di transito, coloro che ad esempio hanno bisogno di recuperare funzionalità dopo l’intervento per la rottura del femore, o chi semplicemente è rimasto solo e ha bisogno di uno spazio sicuro dove sentirsi in compagnia». Roccavione Silver Living, dunque, sarà un centro assistenziale di tipo sanitario, composto da piccoli monolocali, destinato a persone anziane ancora autosufficienti ma bisognose temporaneamente di sostegno e accoglienza abitativa. A questo si aggiunge il progetto Roccavione HUB, ovvero un luogo a disposizione della città con bistrot, sale coworking e lettura e servizi di formazione professionale di diversa tipologia, con un’attenzione particolare rivolta allo sviluppo dell’autonomia individuale dei soggetti diversamente abili. A loro, inoltre, l’hub offrirà accoglienza residenziale e servizi sanitari di comunità: «L’obiettivo – spiega Mattarella – è di creare uno spazio comunitario, al servizio sì degli anziani ma che dialoghi costantemente con il territorio».

Il rendering del progetto in via Roccavione

Il rendering del progetto in via Roccavione

La struttura nascerà dalla riqualifica dei Bagni Pubblici di proprietà comunale siti in via Roccavione 11, attualmente in stato di degrado. «Anticamente le città si inurbavano seguendo uno schema abitativo composto da sola casa e cucina. I bagni non erano contemplati per via della mancanza di acqua. Nacquero così i bagni di quartiere – spiega Mattarella – al servizio soprattutto degli operai delle grandi industrie che necessitavano delle docce». I bagni di via Roccavione sono nati nel 1956 e chiusi tra gli anni ’80 e ’90. La cooperativa gestisce già gli ex Bagni Pubblici di Via Agliè, «ma questo progetto rappresenta una bella sfida. È anche un modo per noi di approfondire un ambito di intervento ancora poco esplorato, quello che riguarda la Terza Età».

I lavori inizieranno a dicembre e termineranno nel marzo 2026. Il progetto di ristrutturazione, a cura dello studio Follow the architect di Torino, avrà un costo di realizzazione complessivo di 3.363.000€ di cui 2.755.000€ arrivano dal PNRR e dal Comune di Torino mentre 680.830€ dal cofinanziamento di Liberitutti. Intorno al progetto ruoteranno poi le realtà territoriali, associazionistiche e commerciali, che implementeranno i servizi. Tra questi il Bistrot di Comunità, luogo di aggregazione e ristoro e la Glocal Factory, un centro di formazione dove saranno organizzati soprattutto laboratori e progetti di inserimento lavorativo aperti a tutti, con un’attenzione specifica rivolta ai cittadini diversamente abili, favorendone soprattutto l’alfabetizzazione informatica. A questi, saranno inoltre forniti servizi sociali e sanitari di comunità. La G-Local Factory, dotata anche di un coworking e sale studio, sarà a disposizione anche per iniziative volte al supporto dell’imprenditorialità ed eventi formativi di diversa tipologia. A dimostrazione che, con la giusta prospettiva, «i luoghi rappresentano sempre l’occasione giusta per fare qualcosa per e con le persone».

In concomitanza dell’American Cup, svoltasi durante la prima settimana di  settembre a Barcellona, un  gruppo di giovani donne con sclerosi multipla ha solcato le stesse acque a bordo della nave scuola “Palinuro”. L’iniziativa fa parte del progetto ”Testimoni di Resilienza” nato dalla collaborazione della Fondazione Tender to Nave Italia, il programma Esprimo dell’Università di Verona, l’AISM,  la Fondazione FISM  e la Marina Militare. (altro…)

Se in una classe c’è un bambino cieco o con altri problemi visivi, quindi necessitante di utilizzare il sistema di lettura e scrittura Braille, perché non estendere la possibilità di apprendere lo stesso metodo a tutti gli alunni della classe? L’esperienza sarebbe una buona prassi di vera inclusione. Non si tratta di un’utopia, ma di una realtà messa in atto in due istituti scolastici in provincia di Cuneo: “l’Istituto Comprensivo Giosuè Carducci” di Busca e “l’Istituto Comprensivo” di Saluzzo.

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“L’automobile come strumento per l’autonomia delle persone con disabilità” è la massima del protocollo firmato lo scorso febbraio dalla FISH (Federazione Italiana Superamento  Handicap) e da Unasca (Unione Nazionale Autoscuola e Studi di Consulenza Automobilistica).  La progettualità è finalizzata a rendere più accessibili le procedure necessarie al conseguimento della  patente da parte delle persone con disabilità, promuovendone l’inclusione sociale. Ciò è reso possibile da Unascabile, rete nazionale di professionisti tra autoscuole e studi di consulenza automobilistica in grado di supportare chiunque, in totale autonomia, nel conseguire la patente, uscendo da una logica meramente assistenzialistica. (altro…)

Nella foto un uomo cammina lungo un viale alberato, lo zaino sulle spalle. L’immagine è in bianco e nero, intuiamo che i capelli sono grigi. Non vediamo il viso, ma i raggi di sole che inondano lo scatto glielo accarezzano, accompagnando il suo percorso verso l’orizzonte. È un uomo di bassa statura, quello che in passato chiamavano “nano” con tono dispregiativo, ancora oggi una parola con intenti offensivi usata da taluni per definire le persone con acondroplasia, la forma più comune di nanismo.

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Nel 2018, la cittadina marchigiana Fermo ha ottenuto il riconoscimento “Learning City” (città dell’apprendimento), conferitogli dall’UNESCO, in conformità alle linee guida dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. Tra le molte iniziative promosse in seguito al conferimento, di particolare importanza è il progetto pilota “Fermo Deaf  Friendly City” (Fermo, città amica dei sordi), cofinanziato dalla Regione Marche e dal Ministero della Disabilità, finalizzato  a far diventare lo stesso Comune, la prima città italiana accessibile ai turisti sordi, abbattendo le barriere comunicative. Progettualità in espansione, che sta coinvolgendo sempre più altri territori della Provincia, come, Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio. (altro…)

Al grido di “Hope in action” si è celebrata a Roma la cerimonia di premiazione degli UN SDG Action Awards, in onore di chi usa creatività e innovazione per promuovere un mondo più sostenibile, equo e pacifico. Le candidature sono state più di 5000 da oltre 190 paesi: migliaia di campagne, spot e iniziative che rientrano nel grande ambito di valori, mission e temi degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. Tre le categorie — Creatività, Impatto e Changemaker — e nove i finalisti. Tra questi c’era anche “Assume that I can”, la campagna che CoorDown ha realizzato per il World Down Syndrome Day con il suo messaggio sul dare opportunità e fiducia alle persone con sindrome di Down e con disabilità intellettiva, che ha coinvolto oltre 150 milioni di persone in tutto il mondo.
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