y vacía la extensión del cielo.
Ésta es la primera relación, el primer discurso.
ni un animal, pájaros, peces, cangrejos, árboles, piedras, cuevas, barrancas, hierbas ni bosques: sólo el cielo existía»
E così l'uomo fu plasmato dagli dei dei Maya che riconoscevano nel mais un elemento fondamentale nella creazione. Il mais, ele/alimento molto importante della cultura indigena, sineddoche della madre-tierra acquista vita, voce, mobilità perché riassume tutti gli elementi della madre-terra e della natura: rispettandolo, gli
indios vivranno serenamente, si assicureranno un buon raccolto e avranno la protezione degli dei.
L'opera da cui ho tratto questi frammenti è il
Popol Vuh, il libro sacro dei Maya-Quichè, forse il testo indigeno americano più conosciuto nel mondo: risalente alla seconda metà del XVI secolo, fu scritto integralmente in lingua
quiché e tradotto in castigliano tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo.
è possibile ritrovare in esso concezioni cosmografiche, tradizioni religiose e cronologie dei Maya-Quiché fino al 1550, quindi storie e tradizioni di origine precolombiana.
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Scultura in legno, intagliata a mano, raffigurante il dio del mais Yum Kaax comprata a Palenque (Chiapas) |
Chi mi conosce sa che ho studiato tanto i Maya e la loro
oralitura (quel misto di oralità e scrittura che ha reso la loro "letteratura" unica al mondo) e sa quanto io ami la loro civiltà. Ma non si tratta dello studio o della passione per qualcosa che non c'è più. I Maya sono ancora presenti in Messico, parlano ancora la lingua dei loro antenati (anche se "contaminata" da secoli di dominazione) e credono ancora che l'uomo sia stato creato con il mais.
Alcuni racconti contemporanei che ho tradotto ci parlano ancora della creazione e del meraviglioso sincretismo che popola le terre mesoamericane.
Quando, per l'
MTC, ci hanno chiesto che
la ricetta di questo mese, i
muffin di
Francesca, fosse legata ad un libro è la prima opera che mi è venuta in mente.. il mais, la creazione, il Messico e da lì il peperoncino e quei meravigliosi gamberi al cocco con crema di mango piccante mangiati, nonostante fossero le 9 di mattina, a colazione a Champotón.
Tanti sono i ricordi che mi legano a quei luoghi: dalla macchina che si è fermata di fronte ad una caserma, di notte, piena di soldati armati fino ai denti che ci intimavano di lasciare libero il passaggio (il Messico è uno dei paesi dove c'è la più alta percentuale di agenti e soldati corrotti) e di lì l'albergo improvvisato, agli enormi scarafaggi nell'albergo di Palenque o ai grilli (di cui io ho una paura folle e irrazionale) grandi come "elicotteri" nel sito archeologico di Uxmal. Ma ricordo anche le piramidi di Palenque, Uxmal, Chichen Iztá e Oaxaca, i sapori che "esplodono" e il calore della gente di quei posti che saranno sempre con me, ovunque mi trovi.
E il profilo maya che gli altri mi dicono di avere, nonostante capelli e occhi chiari, è un segno che sono profondamente legata a loro.
Ma passiamo alla ricetta.
Mais, per la loro storia, gamberoni al cocco in salsa di mango piccante per quella mattina a Champotón e panna acida invece di yogurt perchè molto presente nella loro cucina.
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Scultura in legno, intagliata a dipinta a mano, comprata a Mitla (Oaxaca) |
I muffin sono stati cotti in pirottini di alluminio e poi sistemati nella carta velina bianca, rossa e verde, i colori della bandiera del Messico. Per ottenere quella specie di pirottino ho tagliato tre quadrati di uguale grandezza e li ho sovrapposti.
Ingredienti per 5 muffin:
- 100g di farina 00
- 50g di farina di mais fioretto + 15g per l'impanatura dei gamberi
- 4g di lievito istantaneo
- 1g di sale
- 1 pizzico di bicarbonato
- 1 uovo + 1 per l'impanatura dei gamberi
- 35g di burro fuso + un altro pochino per imburrare i pirottini (se usiamo quelli di alluminio) e per il tocco finale
- 65g di panna acida
- 80g di polpa di mango
- 1 peperoncino jalapeño
- 4g di miele
- 5 gamberoni
- 30g di cocco grattugiato
- olio evo
Tempo di preparazione
1h circa
Procedimento
Prepariamo i gamberi al cocco. Facciamo sciogliere il burro a bagnomaria e mettiamolo da parte. Mescoliamo in un piatto il cocco grattugiato e 15g di farina di mais fioretto. Puliamo i gamberoni eliminando la testa, il carapace e il filino intestinale ma lasciando la punta della coda. Sbattiamo un uovo con un pizzico di sale e passiamoci dentro i gamberoni. Ripassiamoli nel cocco e soffriggiamoli in una padella con olio evo. Facciamoli dorare leggermente, circa 1 minuto per lato, a fuoco medio. I gamberoni non dovranno cuocere tantissimo, altrimenti nel forno rischiano di seccarsi troppo.
Mettiamo i gamberoni ad asciugare su fogli di carta da cucina.
Prepariamo i muffin. Accendiamo il forno, in modalità statica a 190°. Setacciamo in una ciotola la farina 00 e quella fioretto insieme al lievito, il sale e il bicarbonato. Frulliamo la polpa di mango con il miele e uniamolo, in un'altra ciotola, all'uovo sbattuto con la panna acida e al peperoncino tritato. Imburriamo e infariniamo i pirottini.
Versiamo gli ingredienti liquidi nella ciotola con quelli solidi e molto rapidamente mescoliamo l'impasto. Tagliamo due pezzettini, dal lato della testa dei gamberoni e mettiamoli da parte.
Cuociamo i muffin. Dividiamo l'impasto ottenuto in 5 pirottini. Inseriamo all'interno dei muffin, di lato, i due pezzettini di gamberoni e, al centro, quello più grande con la coda. Cuociamo per 25 minuti avendoo cura di abbassare la temperatura del forno a 180° appena messi dentro i muffin.
A cottura ultimata distribuiamo un pezzettino di burro su ogni muffin e, dopo 5 minuti, togliamoli dal pirottino e mettiamoli a raffreddare su una griglia. Servite caldi e...
Buon Appetito!!
Attention pleaseeee!!
- Ho messo il peperoncino insieme agli ingredienti liquidi perchè la
farina avrebbe creato una pellicola protettiva che non lo avrebbe fatto
"amalgamare" bene all'impasto durante la cottura.
- I muffin vengono solo poggiati sulla carta velina e sempre sulla parte bianca. Attenzione alla carta colorata per uso non alimentare. La cosa migliore sarebbe quella di trovare dei pirottini bianchi e decorarli con la velina rossa e verde.
- Per la versione "originale" vi consiglio di leggere il post di Francesca, chiarissimo e con due ricette strepitose.
- Piccola precisazione geografico-culturale ;): il Popol Vuh è stato ritrovato a Chichicastenango in Guatemala ma è solo un confine geografico perchè è considerato libro sacro da tutti i Maya.