Ciao Zio Claudio, come stai?
E' l'ultima email che ti ho inviato la settimana scorsa, la quale non hai risposto. (Anche se in tutti questi mesi ho sempre preferito inviarti una cartolina). Era circa una settimana che eri a letto, facevi fatica a mangiare, ad alzarti.
Ora mi dicono che sei salito al cielo alle 13.00 circa di oggi ora italiana, perchè a Los Angeles è mattina presto.
Non riesco a non piangere, zio sacerdote sempre stato in missione.
Sei partito nel lontano 1958 per le foreste dell'Equador e la prima volta che tornavi a casa per visitare tua madre è stato nel 1967, ed in quei giorni mi hai anche battezzato.
La tua vita dicevi era li, missionario, anche quando saresti stato in età di pensione, saresti rimasto in USA.
Ad aprile di quest'anno all'improvviso è arrivata una malattia all'intestino, operato d'urgenza, l'oncologo ti dava solo dai 6 ai 9 mesi di vita. Non hai voluto fare terapie. L'unica terapia la preghiera di tantissime persone!
Ma a settembre, accompagnato dalla cuoca, sei riuscito a venire in Italia, a Padova a vedere i tuoi fratelli, noi nipoti e la tua città. Hai detto che era la prima volta che viaggiavi in aereo in prima classe, si stava molto comodi, poltrone larghe.
Continueremo sempre a pregare a vicenda. Ora più che mai.
Quest'anno aspettavo con ansia i tuoi auguri di Natale cartacei (che nell'era della tecnologia non si ricevono più).
Ora ho tirato fuori tutti i biglietti degli anni scorsi, a turno ne metterò fuori uno.
Ti voglio bene, zio. Arrivederci in Paradiso. Con Maria e Gesù Cristo!
Tua nipote Marta