Quando ho letto il tema del mese dell'MTC, scelto dalla carissima Annarita del blog
Il bosco di alici, sono stato felice perché gli gnocchi di patate sono uno dei miei piatti preferiti.
Come tutti credo, ho il ricordo di mia nonna Anna che preparava gli gnocchi per noi nipoti e che ci consentiva di dare una mano a rigarli. Dovevamo però promettere di non mangiarli crudi (e qui partiva la frase terroristica) "perché se li mangiate crudi si attaccano alle pareti dello stomaco e poi deve intervenire il dottore per farli sparire". La storiella funzionava quando si era proprio piccoli poi, o è arrivata la consapevolezza che la storia non fosse vera o non si riusciva a resistere al desiderio di contravvenire alle regole (e in questo ero davvero bravo) e partiva l'assaggio cercando di non farsi vedere il che non ci riusciva praticamente mai. Quante belle vacanze mi sono fatto da mia nonna. Al mattino si andava a giocare con gli altri ragazzini del caseggiato o nel cortile o nella vicina brughiera dove c'era una balera con la pista in cemento. La sirena delle 12 della Siae Marchetti ora Augusta Westland ci segnalava che si doveva rientrare per il pranzo. Mangiavo con i nonni e mio zio poi lui rientrava in fabbrica e io andavo da mia zia Lisa che lavorava in casa e ricamava le coperte per una ditta della zona. Il mio compito era di tagliare i fili che spuntavano dal retro del ricamo. Mi dava 5 lire a ricamo ma ero abbastanza veloce, tanto che verso le 15 mi pagava e io andavo all'oratorio a prendere il gelato e a giocare. Poi di nuovo da mia nonna che mi mandava in un negozio che vendeva di tutto a fare la spesa con il libretto dove venivano annotate tutte le spese che sarebbero state saldate a fine mese all'arrivo della pensione. Il problema era che mia nonna spesse volte non mi diceva tutto quello che dovevo comprare ed è capitato che mi facesse andare avanti e indietro 3-4 volte. All'andata non c'era problema perché abitava in cima al paese e quindi era tutta discesa ma il ritorno con il peso della spesa era molto più duro.
Forse è stato proprio durante queste vacanze che mi è nata la passione per il volo. Mio zio mi raccontava dell'assemblaggio degli aeroplani e la casa di mia nonna era lungo il rateo di discesa (allora non sapevo che si chiamasse così) degli aerei che atterravano sulla pista della Siae Marchetti. Ricordo quando sentivo il rumore correvo sulla terrazza, al secondo e ultimo piano, per vederli passare. Erano talmente vicini che si vedeva benissimo il pilota. Oltre ai classici aerei da turismo mi piacevano da impazzire i Fairchild un aereo da trasporto con il doppio timone di coda che faceva un rumore pazzesco.
Che bei tempi. Ci accontentavamo di poco ma quel poco ci rendeva felici.
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Fairchild (foto dal web) |