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domenica 20 ottobre 2024

COME CAPISCO ALEX DELARGE ADESSO...

 "È un delitto!!! Delitto! Delitto! Usare Gioachino in questo modo! Lui non ha mai fatto male a nessuno!"


Sì, è vero, se conoscete il film saprete che la frase originale tratta da Arancia Meccanica parlava di "Ludovico Van" (Beethoven), ma quello spot dei prodotti per igiene dentale GUM che mi utilizza La Gazza Ladra di Gioachino Rossini ha provocato nella mia testa la stessa reazione che aveva Alex DeLarge nel film quando lo torturavano mostrandogli forzatamente immagini di violenza (non poteva chiudere gli occhi) con il sottofondo della musica di Beethoven, artista che lui adorava in maniera particolare e di cui ascoltava i "tremoli piatti sonori", per cui tale trattamento di ricondizionamento mentale veniva chiamato Cura Ludovico. 
Questo mio inserire Rossini nella frase famosa è perché anche La Gazza Ladra con i suoi movimenti fa parte della colonna sonora del film di Kubrick sottolineando almeno tre scene cult,

ovvero lo SCONTRO con la gang del "grosso e puzzoso Billy Goat Billy Boy, grossa palla di grasso unto e bisunto", quella sulla "DURANGO 95 che filava molto karasció con piacevoli vibrazioni trasmesse al basso intestino",

e quella della RIVALSA di Alex sui suoi Drughi che cercavano di sottometterlo, ma lui capisce che "il pensare è per gli stupidi mentre i cervelluti si affidano all'ispirazione",

che nel suo caso gli era arrivata da quella musica di Rossini tramite una finestra aperta, e RISTABILISCE così le posizioni "right, right, right".

Qui nello spot visto sulla Nove, che ho cercato su YouTube, ma probabilmente anche lui, il vecchio "You", si vergogna di quella roba e non lo pubblica, quella Gazza Ladra me la sono ritrovata smozzicata e rimontata malissimo da un pazzo che probabilmente non sa cosa ha per le mani e adesso ogni volta che passa in tv sono stilettate che devo subire come quando editano certe canzoni immortali per accorciarle e farle eseguire nei talent show.
Ricordo a riguardo, come fosse adesso, una STAIRWAY TO HEAVEN da denuncia ad un The Voice Of Italy ridotta a due minuti con Piero Pelù che duettava con il concorrente che era pure bravo, ma mioddio! 

Spero di esser stato "chiaro come un lago senza fango o come un cielo d'estate sempre blu, sir" e mi chiedo ancora se era davvero necessario tale scempio. 

giovedì 10 ottobre 2024

CITADEL: DIANA, L'AGENTE ALL'ITALIANA

 Di solito un trailer viene montato giustamente ad hoc per farti credere che un film ciofeca sia bellissimo, e infatti quante volte ci sono rimasto fregato; anzi, capita anche che nel trailer ci siano scene fatte apposta per quello e che poi nel film non vedrai, come succede in due famosi titoli del momento di cui tanto si sta parlando e uno dei due è il nuovo Joker.


Stavolta nel caso di Citadel: Diana, lo spinoff italiano che esce oggi della SERIE ACTION del fratelli Russo (bella, ma non priva di qualche difetto di lungaggine) che avevo visto un anno e mezzo fa su Prime Video, pare che succeda il contrario perché ho visto un TRAILER così brutto per com'è recitato che non mi viene per niente voglia di vedere la serie se non per le scene action badabum!

Oppure questo è davvero il meglio che sono riusciti a fare per un trailer? Altro brutto segno allora. 
Lo dico con tutto il rispetto per Matilda De Angelis che è bellissima anche con i capelli sbilenchi, ma già in quei brevi spezzoni la ragazza recita bofonchiando secondo la scuola corrente di recitazione italiana e questo proprio non lo reggo. 
No, grazie. 
Oppure, se la guarderete, provate a farmi cambiare idea dicendo che è un capolavoro, un po' come Berlino de La Casa Di Carta nello SPOT della macchina che chiede di farsi convincere a comprarla (citazione di una scena di The Wolf Of Wall Street).

Ma io non sono Berlino e non sono sicuro di potervi credere. 

sabato 20 aprile 2024

ROCKERS DELLA PORTA ACCANTO & CO.

 Grande disco Ohio Players, disco che avrò già ascoltato una decina di volte il nuovo dei Black Keys, il duo nerd di Akron,


quella località dell'Ohio appunto con un nome che pare uno di quei pianeti inventati per la fantascienza degli anni 60, il che potrebbe anche essere poiché è da lì che arrivavano anche i bizzarri Devo e già all'epoca il tutto mi faceva quell'effetto interstellare. 
Dicevo che i due, Dan Auerback e Patrick Carney, principalmente chitarra e batteria, hanno un aspetto da nerd nel senso che niente hanno di patinato come invece certe rockstar tutte curate nel look, specie quelle degli anni 80. 
No, i due li potresti incontrare per la strada e manco sai che sono quelli che in passato hanno scritto Lonely Boy oppure Gold On The Ceiling ed ora escono con un nuovo disco bellissimo che oltre a dare un sequel al video della succitata Lonely Boy con ON THE GAME,

dove nel nuovo videoclip torna il ballerino per caso di allora, ti fanno sentire pure certe atmosfere alla Tarantino di Le Iene e Pulp Fictition con READ EM AND WEEP, canzone con casualmente lo stesso titolo di un brano di Meat Loaf (scritto da Jim Steinman) e cantato anche da Barry Manilow un una versione leggermente modificata, ma comunque questa dei Black Keys non ne è assolutamente un'altra cover,

oppure Dan sfodera una voce soul in I FORGOT TO BE YOUR LOVER che è una cover, questa invece si, di una canzone del 1968 di William Bell, mettendo qui e là anche armonie alla Beatles in un album pieno di ospiti (ci sono anche Beck e Noel Gallagher), molto diverso dai primi lavori da garage band dei due dove Dan suonava tutto lui sovraincidendo ogni strumento eccetto la batteria.

Tutto diverso invece il mondo dei Vampire Weekend la cui A-PUNK era nota per uno spot pubblicitario, e se ci cliccate sopra a quel link ve lo ricordate di sicuro, ed ora escono con Only God Was Above Us dove spaziano dalle semplici ballad da birreria agli arrangiamenti orchestrali super curati passando per certe cose quasi oniriche come il singolo CAPRICORN.

Essendo comunque una band alternativa il cui nome deriva da un cortometraggio ideato, ma mai girato dal leader cantante chitarrista Ezra Koenig (un COGNOME illustre per la fantascienza in tv), e dalla formazione a quattro ora ridotta a trio dal 2016, non manca anche quello che più si avvicina al vecchio stile del primo album del 2008 che ritroviamo in GEN-X COPS.

Sorpresa nella musica italiana invece con Francesco DeGregori che dopo Dalla e Venditti, trova un nuovo partner musicale in Checco Zalone che fondamentalmente qui suona il piano e occasionalmente canta in alcune canzoni di Pastiche, il loro album realizzato in coppia. 
Il Principe pare molto a suo agio anche nel cantare le canzoni firmate da Checco dando quel giusto contrasto fra il suo essere abbastanza austero e la dissacrante ironia del comico.

Di non buono c'è solo che dopo una buona partenza con GIUSTO O SBAGLIATO, brano inedito che prende una chiara ispirazione da My Way che però ti fa le chiuse alla Jannacci, e che presenta un arrangiamento molto carico con fiati, Hammond, basso, chitarra e batteria, poi si finisce subito sul minimalismo voce e pianoforte (infatti è quello che c'è scritto sul disco) che se su Pezzi Di Vetro rende bene perché già il brano di Francesco nasce scarno di suo, su canzoni come RIMMEL invece senti tanto la mancanza dell'originale anche per come Francesco la canta che pare tanto svogliato (saranno anche 50 anni che puntualmente deve farla nei concerti, sennò non lo fanno uscire vivo, ok, però...).

Eppure il cantautore ha detto che con Checco si è divertito molto. 
Cover varie completano il disco, fra Pino Daniele, Paolo Conte e persino Nino Manfredi con la deliziosa la Ballata Di Pinocchio che ti fa fare un salto indietro nel tempo all'epoca dello sceneggiato tv di Comencini. 
Magari non è un disco fondamentale per la storia della musica, ma meno peggio di quello che si poteva pensare. 
Chiudo per oggi con Doja Cat che per me è stata un colpo di fulmine all'epoca di HOT PINK e anche ogni videoclip suo era per me uno spettacolo da vedere. 
Peccato che con il nuovo disco, Scarlet, anticipato alcuni mesi fa dal singolo PAINT THE TOWN RED dove gira in loop un campione di Walk On By di BURT BACHARACH con la voce di Dionne Warwick,

non ci sia più traccia di quel funky e quella sensualità che c'era in Say So e company, e infatti il videoclip della canzone è decisamente horror seppure sexy, puntando invece ad essere una specie di novella Nicki Minaj tutta rime piene di "bitch" che da un po' di tempo nello slang non è più un'accezione negativa, ma quasi un complimento per quanto una sia sexy da infarto e anzi se lo appendono scritto anche al collo come ciondolo o ne fanno una fibbia per i cinturoni.

Testi e titoli explicit come WET VAGINA, che appena ascoltata da anima candida mi sembrava dicesse invece Wait For China, fanno capire che non è un disco da Zecchino D'oro, ma a volte il troppo stroppia. 
Per fortuna la ragazza è giovane e può sempre recuperare come ha fatto BEYONCÉ

domenica 3 marzo 2024

SE LO SPOT È BRUTTO... È BRUTTO

 Alcune volte mi sono soffermato sugli spot televisivi, spesso per la musica che li accompagna, altre volte per la tecnica usata, oppure per il testimonial, ma in genere se ne avevo parlato era per qualcosa che mi aveva colpito in maniera positiva.

Ma qui, come recita l'header lassù in alto, si parla anche di cose inguardabili e in questa categoria rientra il nuovo SPOT di Immobiliare.it (non me ne vogliano i titolari eh) dove Sherlock Holmes e il fido Watson stavolta sono astronauti su Marte alle prese con un abitante del luogo. 
Tuttavia nella sua infinita bruttezza, questo spot è riuscito a far parlare di sé, perciò forse ha funzionato lo stesso? Bah... è il caso proprio di dire "dove siamo andati a finire?". Tirata di orecchie invece sicura per Fiorello che ha detto nel suo programma che Paul Feig è il famoso regista di Ghostbusters, che si, lo è, ma di quello scrauso virato al femminile, mentre il vero regista storico è stato Ivan Reitman. 
E un'altra minchiata sicula (ma non ne sono del tutto sicuro di aver capito bene) riguarda Vincent Price, ovvero l'autore della risata diabolica finale di Thriller, che Rosario avrebbe chiamato Richard, probabilmente a causa di un lapsus con Richard Pryor. 
Verificherò su Raiplay... 

mercoledì 28 febbraio 2024

70 ANNI DI TV A COLORI

 Oggi, 28 febbraio 2024, post vintaggio perché stasera Massimo Giletti festeggia su Rai1 i 70 anni della tv intesa come nazionale, mentre la radio di suo ne ha già compiuti ben 100, e casualmente sempre il 28 febbraio, ma del 1954 è stato un altro giorno epocale per i telespettatori perché viene messa in vendita la prima tv a colori, ma questo accadeva solo a New York dove (l'avrete visto in qualche film vintage) le televisioni in bianco e nero fino ad allora assomigliavano a dei comodini e avevano spesso uno schermo tondeggiante e panciuto (altro che flat) e anche piuttosto piccolo,


mentre per il nostro Paese dovremo aspettare ancora ben bene e nel frattempo nei dintorni già si stavano attrezzando per arrivare prima di noi al colore, come la TV Svizzera e Tele Capodistria. 
Ora, siccome quel giorno di 70 anni fa non mi trovavo esattamente nella Grande Mela che forse avevo da fare il tagliando al Millennium Falcon o qualche scorribanda, non so dire se la qualità video made in USA fosse accettabile, ma ricordo invece benissimo, quando il colore cominciò ad arrivare da noi, certi televisori messi in esposizione nelle vetrine dei nostri negozi con le regolazioni sparate al massimo che ogni immagine che si vedeva pareva un quadro impressionista. 
E anche non mancavano i borbottoni che a forza di "dura minga" denigravano tali nuovi apparecchi dicendo che facevano male alla vista, ma forse, appunto, era solo a causa di una regolazione fatta male o (chissà?) colpa di certi programmi visibili con l'antenna aggiuntiva denominata Quinta Banda che Tele Capodistria mandava in onda a tarda notte e che, dice la leggenda, facevano abbassare le diottrie con grande tripudio degli ottici.

A questo proposto, anche in Italia, nel 1975 l'emittente locale Telealto Milanese, dopo le beghe passate agli esordi perché additata come tv pirata, mandava in onda la rivista Playboy Di Mezzanotte, con chiaro riferimento alla famosa testata sexy, solo in ambito regionale e in uno studio che era la metà (sia di larghezza che di altezza) di quelli della Rai, ma con tanta voglia di fare. 
Fatto sta che alla fine anche l'Italia, dopo un lungo dibattere se adottare il sistema PAL oppure Secam, o addirittura un'altro sistema inventato da noi, ma presto dimenticato (perché in parlamento è sempre stato così un menarselo fino allo sfinimento per prendere una decisione), arriva al colore in tv nel 1972 con quell'annuncio di Rosanna Vaudetti passata alla storia come la prima Signorina Buonasera vista a colori,

e precisamente erano le 15:50 del 26 agosto. 
Ma calma eh, che non sarebbe stato mica per tutto il giorno, nel senso che venivano trasmessi a colori solo alcuni programmi, e per la maggiore si trattava di eventi sportivi come quello in questione di quel giorno che era l'apertura dei Giochi Olimpici di Monaco. 
Da lì ad arrivare ai giorni nostri ne sono passate di trasmissioni sempre più in HD fino al 4K, agli schermi curvi, quelli avvolgibili e addirittura al 3D (che però non ha mai preso piede del tutto anche perché con quegli occhiali ti senti un cretino), al punto che qualcuno torna ad usare il bianco e nero nel cinema per distinguersi dalla massa, e in molti casi quell'assenza di colore risulta una SCELTA INDOVINATA, come per Paola Cortellesi. 
Per i prossimi sviluppi invece ne riparleremo più avanti, che tanto prima o poi qualche novità (spesso inutile come già detto sopra) ci sarà. 

mercoledì 31 gennaio 2024

OPPENHEIMER: POTREBBE ESSERE IL PREQUEL DI IL DOTTOR STRANAMORE

 Finalmente ho visto il film di cui tutti hanno già parlato a lungo e, pensa te, non è mica BARBIE bensì la sua diretta nemesi cioè Oppenheimer.


Dico subito che tre ore nette di film non sono mai e poi mai poche, ma a volte il contesto riesce a fartele passare un un botto. 
La situazione qui invece, divisa su tre linee temporali distinguibili dal fatto che una è in bianco e nero, l'altra a colori e la terza mostra Cillian Murphy visibilmente invecchiato, non l'ho trovata esattamente scorrevole, anche forse perché di fisica quantistica ne so quanto una capra (con alcuni sospetti su capre più colte di me) e al limite mi fermo alle minchiate che ti raccontano in ANTMAN, che tanto mica posso andare a verificare. 
Insomma che dopo tante belle parole e un nudo di Florence Pugh che mica la butti via, ma ai fini del film poteva benissimo non esserci, dopo 45 minuti comincia a muoversi qualcosa perché sta per avere luogo l'evento cioè il test per vedere se la bomba H funziona o è solo una fantasia nella testa dello scienziato. 
Dubbio legittimo tenendo conto dell'enorme dispiego di mezzi messo su per permettere tale test che era comunque e sempre dovuto all'eterna rivalità fra potenze mondiali e non certo per migliorare la vita umana.

Fatto sta che Nolan stavolta lascia da parte le città ribaltate di INCEPTION, i plot twist di THE PRESTIGE, i paradossi temporali di Interstellar e il tempo a doppio senso di TENET (questo in effetti era già stato un mezzo passo falso), per raccontare una storia reale che tutti a grandi linee conosciamo, ma probabilmente non così fino in fondo. 
E forse una preparazione almeno veloce prima di vedere il film sarebbe stata opportuna perlomeno per capire più chiaramente di cosa si stava parlando. 
Perché poi, appunto, si parla tanto nel film e stavolta il commento musicale rimane meno incisivo, anzi sono molto spesso i rumori a fare alzare la tensione quando serve, mentre nel momento clou della famosa esplosione... puff... arriva il silenzio più totale, così straniante proprio perché invece ti aspettavi di essere travolto dai subwoofer che ti saltavano addosso. 
E invece niente, come anche i test successivi che vengono riportati solo dalle notizie come in un "lo dimo, ma nun lo famo" alla BORIS come se Nolan facesse un omaggio a René Ferretti (che potrebbe starci eh). 
Rumori anche che sottolineano i sensi di colpa di Oppenheimer quando si rende conto di aver creato un mostro finito nelle mani dell'esercito, senza dimenticare le varie accuse di comunismo, di essere una spia, insomma una vita dal color di cioccolata, ma dal gusto molto diverso. 
Pare insomma di essere in mezzo a dei matti invasati guerrafondai mentre l'unico coi piedi per terra sarà Gigi,


si, dai, quello dell'Eurospin che il cassiere lo scambia per il cane di Doc Emmett Brown😜, che lì per lì pensi che gli consigli le offerte del giorno al supermercato, mentre poi sul finale Nolan ti fa rivedere la scena da vicino e capisci quello che si erano detti. 
Il tutto sarà poi trattato con cinica satira da Stanley Kubrick ne Il Dottor Stranamore, film del 1964, è vero, ma ormai lo abbiamo capito che per Nolan il tempo è relativo... 

sabato 13 gennaio 2024

SPOT DEL 2023 CON MUSICA DEGLI ANNI 80

 C'è uno spot particolare in cui il prodotto vero e proprio non lo vedi, ma viene solo suggerito e comunque il messaggio arriva chiaro.

Parlo dello spot MCDONALD'S dove in un ufficio ad un certo punto parte il segnale fatto con le sopracciglia come fossero il simbolo del fast food e sottolineato da una musica molto, ma molto particolare che pare fatta oggi e invece ha una quarantina d'anni belli buoni.

Il brano è OH YEAH! che all'epoca era finito anche in un film con Michael J. Fox, ovvero Il Segreto Del Mio Successo, tipo nella scena del rossetto, ed è degli Yello, duo svizzero che produce musica ipertecnologica dagli anni 80 appunto (un po' sullo stile dei Kraftwerk, ma con una punta di sarcasmo in più), promossi alla grande durante le edizioni di Mr. Fantasy e già in precedenza abbinati ad un altro spot, quello di Euronics, ma qui il pezzo era THE RACE.

Entrambe le canzoni erano poi accompagnate da Videoclip artigianali, ma molto efficaci in simbiosi con i suoni che ne uscivano. 
A proposito poi della catena Euronics, un po' di anni fa girava uno spot, sempre con la musica degli Yello, dove protagonista era un leone in parte animato.


Dal BACKSTAGE ci viene rivelato che quel leone in realtà era Alessandro Betti, il comico che allora capitava di vedere anche in Buona La Prima! con Ale & Franz. 
Paola e Chiara invece sono tornate con un nuovo singolo, SOLO MAI, che pesca pure quello dagli anni 80 (con anche una evidente citazione a BLADE RUNNER nell'apertura del video), e precisamente si ispira alla italo disco molto più easy dell'epoca dei vari Martinelli, Giombini, Turatti e Chierigato, nomi che, se avete compilato dei borderò in quegli anni, ricorrevano molto spesso.

I suoni sono esattamente quelli, ma le due sorelle, ricordiamolo, sono figlie dei fenomeni dance musicali anni 90, e la loro Vamos A Bailar ne è un esempio, per cui per loro questa è una vera e propria immersione nel decennio in cui erano ancora bambine intorno ai 10 anni, proprio come il titolo del loro primo album Ci Chiamano Bambine uscito dopo la vittoria alle Nuove Proposte al Festival Di Sanremo del 1997 con AMICI COME PRIMA

qui eseguita all'Ariston con anche quel piccolo, dolce errore di Chiara al minuto 2:13 che ti fa fare un sorriso dato che è facile sbagliarsi perché rispetto al giro precedente c'è una battuta in più. 
E rimanendo sempre nel mood anni 80, quarant'anni fa usciva anche un disco che di quel sound non aveva nulla di nulla, perché Milk And Honey era un disco postumo di John Lennon pubblicato da Yoko Ono utilizzando alcune registrazioni incomplete fatte all'epoca di Double Fantasy (forse anche precedenti) che era del 1980, e poi rimaste lì nel solito famoso cassetto che ogni artista possiede. 
Il singolo scelto per promuovere tale album era NOBODY TOLD ME,

canzone carina che usciva il 6 gennaio, forse un po' troppo simile ad Istant Karma, mentre l'album vedeva la luce tre giorni dopo, ma il tutto non era niente di speciale e difatti non si può dire che quel disco fosse stato acclamato come un capolavoro. 
Poteva però essere comunque interessante per chi volesse avere davvero tutto quanto riguardava l'ex beatle.
E gira gira anche sto sabato, fra svizzeri e italiani, c'è stato anche un pochino di Beatles che non guasta mai.

domenica 8 ottobre 2023

ADDIO A TOMMASINO E...

 Oggi post con un semplice, breve addio che va a Tommaso Accardo, breve pure lui, mancato nel corso di questa settimana ad 84 anni e personaggio meglio conosciuto come Tommasino grazie a Fiorello che lo ha avuto come partner nei suoi SHOW


e negli spot pubblicitari. 
Era apparso anche in Boris e in diversi film come comparsa o poco più, fra cui Mezzo Destro, Mezzo Sinistro - 2 Giocatori Senza Pallone con Gigi & Andrea.

Sempre per quanto riguarda gli illustri sconosciuti, o quasi, ad 80 anni se n'è andato anche Bruno Filippini che fra le altre cose ha avuto l'onore di scrivere una canzone per i primissimi Pooh negli anni 60, 

ma cantante di cui nessuno ricorda l'esistenza se non forse Rita Pavone con la quale ebbe un breve flirt ai tempi di Castrocaro. 
Certo invece è che se avete visto i classici Disney come BIANCANEVE E I SETTE NANI

del 1937 e LA SPADA NELLA ROCCIA, lo avete anche sentito cantare nel ridoppiaggio italiano del 1972 (quello poi utilizzato anche per l'home video) dei rispettivi film con due personaggi, cioè del principe (uno) e del bardo (l'altro) che introduce la storia mentre le pagine del libro si sfogliano, con una piccola curiosità su quest'ultimo poiché il primo doppiaggio era stato affidato a Maria Saccenti, dato che anche la versione originale la cantava una donna.

Proprio di ieri anche la notizia della morte di Luca Goldoni, 95 anni, giornalista e scrittore famoso anche per una serie di libri ironici sui costumi (e malcostumi) italiani.

Addio Tommasino, Luca e Bruno. 

domenica 27 agosto 2023

DEVIL GIRL FROM MARS: FANTASCIENZA DEL DISCOUNT

 20 anni fa, il 27 agosto del 2003, il pianeta Marte passava nel punto più vicino alla terra, cosa che avrebbe facilitato un'eventuale invasione degli alieni immaginati da Tim Burton in quel fantastico Mars Attacks! apprezzato solo dal sottoscritto che quella volta aveva provato a portare tutta la cumpa al cinema ed è stato PESANTEMENTE INSULTATO da tutti.


Vabbè, anche i più grandi geni sono stati spesso incompresi... 
Comunque per quella volta non si verificò nessuna invasione, per fortuna, anche perché le sonde mandate lassù finora non hanno mai riportato dati che facessero pensare alla presenza di esseri viventi, perlomeno a nostra immagine e somiglianza.


L'invasione da Marte però ha da sempre affascinato il mondo del cinema già dagli anni 50, forse per esorcizzare le guerre (che invece non mollano nonostante passino i secoli) e precisamente correva il 1954, anno da dove arriva Devil Girl From Mars, breve film britannico in bianco e nero abbondantemente sotto i 90 minuti di cui ha parlato di recente anche PELLICOLE DALL'ABISSO e di cui esiste anche una versione colorizzata, con un'aliena sexy secondo gli standard dell'epoca (Patricia Laffan)

in outfit di PVC, materiale con cui Pierre Cardin e Mary Quant faranno fortuna, seguiti a ruota successivamente da Vivienne Westwood, questa introducendo anche il più scomodo (ma intrigante) latex, costume quello di Patricia che starebbe bene a Lady Gaga, e con un robot assistente a forma di scatolone/elettrodomestico vintage che "nun somigghia penniente" a quello figo sulla locandina.

La trama del film sarebbe riassumibile, ma con un finale diverso, da uno SPOT della birra Bud Light, inedito per l'Italia, dove tre aliene sexy in outfit simili a quello della Laffan, ma aggiornati (appunto) in latex, scendono sulla Terra per portarsi via gli uomini che serviranno a ripopolare il loro pianeta.

Spot che, nella sua brevità, riesce ad essere meglio di questa pellicola che invece è una poverata di film, il quale deriva da una piece teatrale e lo si capisce dai pochi protagonsti e dalle altrettanto minime locations in cui si svolge l'azione. 
Azione per modo di dire perché la vera e propria azione latita e anzi predomina la noia. 
Su Netflix.

lunedì 14 agosto 2023

BARBIE, CHE PASSIONE (PER MARGOT)!

 Dopo una piccola ANTICIPAZIONE musicale di qualche giorno fa, ecco finalmente il post ufficiale su Barbie, che poi ufficiale lo potrebbe fare un critico cinematografico vero, mentre io faccio solo "la mia cosa nella casa", proprio come diceva Frankie Hi NRG.


Intanto cominciamo col dire che ormai citare Kubrick per dare spessore ad un film (o strizzare l'occhiolino come fa Margot qui sotto) non dovrebbe fare più notizia, dato che se ne è abusato in tutti i modi, eppure quella prima scena (esattamente quella stra-abusata) l'ho trovata così geniale che varrebbe da sola la visione di tutto il film.


Che poi è un po' l'opinione di tanti che se ne sarebbero andati via dopo una mezz'oretta a causa di pregiudizi intrinsechi per poi andare a parlare male del film senza nemmeno averlo visto tutto (lo fanno... Oh se lo fanno). 
Vuoi il film capolavoro? 
Forse allora non sei nel posto giusto, perché qui si fa un film su Barbie, la bambola adulta della Mattel,

adulta perché le bambole fino ad allora erano a forma di neonato per far giocare alla mamma le bambine, e invece ora si parla di fashion style con la Mattel che mette Will Ferrell come suo CEO (e se sai come recita Will devi già capire che tipo di film potrebbe essere) e ne fa un maxi spot per il suo prodotto dandole le fattezze di Margot Robbie e una schiera di altre bellissime attrici, compresa Dua Lipa in versione Barbie Sirena ed Helen Mirren (che da giovane, urca se era una Barbie) come voce narrante doppiata in italiano dalla splendida voce di Ada Maria Serra Zanetti.

Ti piace vincere facile eh, Mattel? 
E così fai nascere l'evento e il pubblico va al cinema tutto vestito a tema come se fosse una serata per il Rocky Horror Show (ma in rosa) per poi scoprire che il film non è quello che si aspettava. 
A parte il fatto che io guarderei un film con Margot Robbie solo perché c'è lei e ultimamente associo immediatamente la voce di Domitilla D'Amico al suo volto perché Anne Hathaway è un po' latitante, ammetto che mi sono pure divertito (specialmente con Michael Cera /Allan e Ryan Gosling/Ken che cerca lavoro) e nemmeno sentito colpito sotto la cintura come maschio, cosa che invece tanti hanno accusato (boh, avranno la coda di paglia). 
È vero che ad un certo punto pare di rivedere un nuovo remake di La Fabbrica Delle Mogli (Stepford Wives) molto vicino a quello con Nicole Kidman che diventava più Barbie di Margot,

e che in italiano aveva il titolo di La Donna Perfetta perché entra in gioco un messaggio sociale lanciato dalla regista Greta Gerwig che è una che piace ai ciritci veri (ma già c'è fermento e malcontento per la sua Biancaneve colombiana che arriverà nel 2024), ovvero il femminismo contro il maschilismo, perciò magari alle mamme in rosa che hanno portato le bimbe in rosa al cinema sarà toccato spiegare due cosette alle pargole. 
Ma chissenefrega...

Dal mio punto di vista di canaglia amante del cinema è un film da vedere perché è carino, è pieno di musica (a tratti è un musical) e colori (rosa), c'è Ugly Betty molto meno ugly del solito... e perché c'è Margot. 
Ciao Barbie, ciao Barbie, ciao, Barbie, ciao Ken... 
e Allan... 

venerdì 2 dicembre 2022

C'ERA UNA VOLTA UN PICCOLO SMS...

 La data di domani è da segnare sul calendario perché sarà un giorno molto speciale dato che proprio il 3 dicembre del 1992 accadde un evento che cambierà per sempre il nostro modo di comunicare: venne infatti inviato il primo SMS su rete Vodafone e conteneva la frase "Merry Christmas", magari allora un po' in anticipo sui tempi, ma ora, che i tempi sono cambiati e siamo ormai avantissimo, quanto mai adatta in questo periodo dell'anno in cui gli ipermercati sono già pieni di arredi natalizi e proposte di regali, come anche gli spot in tv stanno sullo stesso trend. 


In verità il messaggio venne inviato da un computer verso il cellulare di Richard Jarvis, un dipendente della compagnia, mentre per avere il primo vero e proprio messaggio fra telefonini si dovrà attendere l'inizio dell'anno successivo per mano di uno stagista della Nokia. 
Un piccolo messaggio per l'uomo e un grande investimento per l'umanità che da quel momento si ritroverà legata indissolubilmente a questo modo di comunicare, con i pro della rapidità e i contro della spersonalizzazione, con le varie innovazioni che arriveranno man mano col passare degli anni come il T9 che tante volte ti fa scrivere delle perfette minchiate, e i servizi di messaggistica capitanati da WhatsApp e gli altri tutti dietro (forse ricordate che c'era anche Viber?), sempre più pieni di opzioni con la possibilità di allegare foto e video, e poi ancora le chat di gruppo, le videochiamate che nel lockdown sembrava che morivi se non vedevi la persona con cui comunicavi, mentre di solito invece scrivevi o telefonavi in incognito seduto sul water, con la barba di una settimana, vestito così male che manco gli zingari (io personalmente in casa ho spesso il look di DRUGO LEBOWSKI, tappeto compreso). 
Ecco da quel fatidico giorno è cominciata la nostra dipendenza dagli SMS, e se volete potete anche ringraziare l'inventore di tale sistema, tale Neil Papworth,


il programmatore che ha scritto quell'augurio di Buon Natale. Naturalmente se lo fate lo dovete fare con un SMS... 

domenica 16 ottobre 2022

LO SPOT DELLA NUOVA KUGA E LA SUA MUSICA

 No, non si tratta di product placement all'interno del blog. La verità è che gli spot delle auto quando passano in tv riescono a mettermi curiosità più dal punto di vista musicale che da quello tecnologico, forse perché alle 4 ruote preferisco di gran lunga muovermi con le 2 ruote che siano esse a motore o pedali.


Era capitato tempo fa con QUEL PEZZO strumentale misterioso che era colonna sonora della pubblicità della DS4, la cui ricerca estenuante ha portato a risvolti parecchio interessanti, e adesso è capitata ancora la stessa cosa dato che è tornato in tv lo SPOT della Ford Kuga Plug-In Hybrid
con un motivo cantato in falsetto che lì per lì mi ha ricordato dalla melodia Foreign Affair di Mike Oldfield, ma ovviamente non si trattava di quella. 
Si tratta invece degli Aphrodite's Child, che ultimamente tornano spesso su queste pagine web per un motivo o per l'altro, con una canzone che proprio quest'anno compie 50 anni e il cui titolo è THE FOUR HORSEMEN.
Il brano integrale naturalmente è molto di più del solo frammento che si sente nello spot, anzi parte con un inizio sommesso e poi si evolve in una cosa molto diversa con un lungo solo di chitarra fino a toccare quasi i 6 minuti, poiché i tre (Demis Roussos, VANGELIS e Loukas Sideras) erano anche sperimentatori del progressive e non solo legati alle canzoni da classifica tipo It's Five O'Clock e Rain And Tears. 
La cosa bella è che ad ascoltarlo in tv, con le immagini che scorrono, il pezzo non dimostra per niente gli anni che ha sulla schiena, perlomeno nello spezzone utilizzato come colonna sonora. 

martedì 27 settembre 2022

NESSUNO COME NOI: FRA CLAUDIA MORI, RAIMONDO VIANELLO E IL NUOVO GOVERNO

 Volfango DeBiasi, regista di commedie mediamente riuscite come Un Boss In Salotto e UNA FAMIGLIA MOSTRUOSA, abbandona per una volta il tono leggero (un cambio drastico come quello avvenuto al governo con queste elezioni) e si butta a dirigere una storia di tradimenti parallela ad amori giovanili degli anni 80, con un risultato così così perché pare di vedere la classica fiction di Canale 5, emittente dove è stato mandato in onda.


Nessuno Come Noi (pare davvero uno slogan politico, no?), film del 2018 tratto dal romanzo omonimo di Luca Bianchini dal titolo che ricorda Come Te Nessuno Mai di Muccino (ma magari fosse così), era lì e l'ho subìto passivamente con tutte le pause pubblicitarie


(in realtà nel frattempo stavo facendo ben più interessanti ricerche comparative su internet su cose da acquistare per cui davo lo stesso peso agli spot come al film), ma è disponibile pure su Netflix, con il momento top per me di quando Alessandro Preziosi sembra rifare pari pari la scena raccontata nel disco Buonasera Dottore di Claudia Mori parodiata anche da Raimondo Vianello e Sandra Mondaini in un FAMOSO SKETCH di Tante Scuse.

Ecco lì è tornato il Volfango che conoscevo... e giù risate 😜. 
Solo che l'intenzione non era esattamente quella di far ridere... 
E, tornando al parallelismo iniziale con il neonato governo, vedremo presto anche lì se ci sarà da ridere per i grossi cambiamenti oppure no. 

lunedì 1 agosto 2022

GRANDE LUTTO IN STAR TREK E DINTORNI

 Il mondo dei trekkers è in lutto per la scomparsa di Nichelle Nichols, 89 anni, la storica Tenente Uhura dell' Enterprise, donna che andava contro ogni pregiudizio razziale che invece in quegli anni era molto radicato negli americani. 


Non che adesso le cose vadano molto meglio eh, però, per dire, quando nasceva Star Trek le donne di colore nei film apparivano perlopiù come cameriere, mentre il ruolo di Uhura sulla Nave Interstellare In Missione Quinquennale era al pari dei suoi colleghi. 
Gene Roddenberry immaginava un futuro così e per certe cose ci aveva visto anche lungo, ma non su tutto. 
Nichelle, oltre alla serie classica aveva partecipato a tutti i film che vedevano in plancia l'equipaggio originale ed era stata anche doppiatrice della serie animata. 
Anche cantante e ballerina, ad un certo punto della carriera aveva espresso il desiderio di lasciare il personaggio per tornare a dedicarsi al teatro, ma le fece cambiare idea un famoso signore che di nome faceva Martin Luther e di cognome King, restando così nel mito, senza nulla togliere a Zoe Saldana che ha ripreso il suo ruolo nel reboot cinematografico, ma Nichelle rimane Nichelle. 
Anche un'altra famosa serie tv piange un personaggio con Bernard Cribbins, 93 anni,

attore vagamente somigliante ad Alec Guinness, che aveva interpretato il nonno di Donna Noble, companion di DOCTOR WHO, nell' incarnazione del Dottore con David Tennant, ma era anche apparso in un episodio di SPAZIO 1999, però nella seconda e discussa (per non dire pessima) stagione prodotta da Fred Freiberger. 
Sempre per la fantascienza dobbiamo salutare anche Mary Alice Smith,

85 anni, l'attrice che ha dato un nuovo volto all'Oracolo nel terzo episodio di Matrix a causa del decesso dell'interprete precedente. 
Per la musica, non fantascientifica, invece ci lascia Mike Logan, 75 anni, tastierista del gruppo inglese The Motowns, i quali ebbero da noi un periodo di fulgore negli anni 60 cantando in italiano come i Rokes di Shel Shapiro (e molte volte confusi con loro per l'accento alla Stanlio & Ollio) apparendo anche in vari musicarelli dell'epoca. 
Il maggior successo della band è stato PRENDI LA CHITARRA E VAI,
ma successivamente Mike è entrato nel giro delle case discografiche italiane ed ha lavorato come arrangiatore nei dischi di cantanti come Mina, Mango e Branduardi, contribuendo anche alla creazione del jingle Algida del mitico CUORE DI PANNA.
Goodbye Nichelle, Bernard, Mary Alice e Mike. 

lunedì 27 giugno 2022

GRAVITY: IL FILM SBAGLIATO CHE PIACE A SAMANTHA CRISTOFORETTI

 Gravity, film del 2013 di Alfonso Cuaron, è uno di quei film altamente spettacolari che però se lo vai a vedere con l'amico pseudo-scienziato te la mena tutto il tempo che lì è sbagliato, che non si fa così, che è impossibile, al punto che, con un calcio ben assestato, ce lo manderesti lui lassù nello spazio a schivare frammenti di asteroidi come se piovessero (e infatti eccome se piovono).


Ma è da sempre che il cinema propende per la scena ad effetto piuttosto che per il realismo a tutti i costi e forse solo Kubrick aveva rispettato quel silenzio nello spazio che invece noi sentiamo da sempre rotto da esplosioni alla Michael Bay; e comunque pure Kubrick i suoi errori (voluti per sceneggiatura o sfuggiti) li aveva fatti. 
Preso come survival movie invece il film di Cuaron funziona bene anche se non ti aspetti che uno dei protagonisti ci lasci le penne così. 
Ma forse è proprio quella sorpresa che lo fa funzionare meglio. 
Sandra Bullock che dalla sua ormai sa bene come pilotare un pullman con una bomba a bordo senza farla esplodere, pare a suo agio anche in una situazione come quella di Gravity dove mette da parte il tono da commedia tenuto in parecchie pellicole e tira fuori le palle. 
A tal proposito negli anni 90 c'era una battuta su di lei relativa ad un antifurto per auto che si chiamava con lo stesso nome (non Sandra) ed era noto come "L'antifurto con le palle",

marchingegno piuttosto pesante, tuttora in commercio in una nuova nuance fluo, che tornava sempre utile anche in caso di scazzottata fra automobilisti per una precedenza mancata, per cui dopo Speed la nostra amica era diventata "l'attrice con le palle". 
Una leggenda metropolitana (o spaziale forse) dice che Gravity sia anche il film che fanno vedere agli aspiranti astronauti per fare il gioco dello "scova l'errore". 
Sia vero o non vero, l'ha visto pure Samantha Crostoforetti che di recente ha pensato di ricrearne una scena sulla stazione spaziale sulla quale si trova, dato che li non succede mai niente che mica siamo in un film, un po' come tempo fa si era fatta fotografare in divisa da Star Trek. 
E, tutto sommato, il confronto fra le due immagini mostra una Samantha (a sinistra)


in ottima forma fisica (sarà perché di solito la vediamo infagottata nelle tute) tanto che, se non fosse per il colore virato in verde dell'originale (a destra), non si noterebbe quasi la differenza. 
Brava Samantha e allora appuntamento al prossimo film che guarderai 😉. 

giovedì 9 giugno 2022

GELATI E SPIAGGIA (MA ANCHE COCCOOO E KRAPFEEEN!)

 Oggi un altro di quei post che (chiedo scusa a Miki per l'appropriazione indebita) starebbe bene anche sul blog di MOZ, perché sta tornando finalmente l'estate e sulle spiagge arrivano anche le solite urla dei venditori di cocco e krapfen, mentre in tv tornano i cornetti gelato che negli spot, nella finzione dello spot, quei cornetti li vedi sempre con quella forma invitante come appena usciti dalla macchina che estrude la crema (vedi foto sotto),


mentre nella realtà lo scarti e quello che ti si para davanti è spesso un compatto tronco di cono ghiacciato con tutto schiacciato lì (pure le amarene, se il cornetto è di quel tipo).
Perciò cosa fai? 
Attendi il disgelo o lo mangi così? 
Se mi trovo a casa con le confezioni acquistate al supermercato, ho preso l'abitudine di tirare fuori dal freezer il cornetto quei 5 minuti prima di mangiarlo, il che non restituisce l'aspetto che ha nella foto, ma perlomeno raggiunge una cremosità accettabile. 
Alla spiaggia invece no, e tendo sempre ad addentarlo subito anche a temperatura polare perché sotto il sole comincerebbe a colare nel giro di pochi secondi e io odio avere le dita appiccicose😂. 
Inoltre "se non ti lecchi le dita godi solo a metà" era un altro spot, per cui... 
Comunque gli spot dei cornetti hanno avuto l'anno scorso la bellissima colonna sonora di ARIETE mentre quest'anno la scelta è andata su Sangiovanni con la sua SCOSSA,
(personalmente sentivo più evocativa la canzone dell'anno prima). 

sabato 4 giugno 2022

KATY PERRY E LO SPOT DI JUST EAT

 Era un po' che non sentivo una canzone nuova di Katy Perry dopo la sua gravidanza ed un brutto periodo di depressione finché, a sorpresa, me la trovo nel nuovo spot di JUST EAT in ottima forma (la versione italiana però non è cantata da lei) e con i suoi classici costumi variopinti:

Anzi, più che uno spot sembra davvero uno dei suoi coloratissimi videoclip tipo CALIFORNIA GURLS, dove pure lì il cibo era protagonista fra gelatine e panna montata
e appare anche Snoop Dogg che, guarda caso, è stato il testimonial precedente. 
E perché, sempre a tema gastronomico, dato che viene citata nello spot non rivedersi anche BON APPÉTIT
Certo di lei, specie dal vivo, molti non ne parlano bene perché punta tanto su un'immagine artefatta da trucco, parrucco e abbigliamento, tanto che magari se la incontri per la strada al naturale manco la riconosci, e personalmente posso anch'io confermare che il suo concerto che ho visto del suo Prismatic World Tour

era pieno di imperfezioni e problemi di intonazione però rimane una delle mie preferite di quel genere pop plastificato, ma che tanto spettacolo fa.
Perché se devi fare spettacolo, tanto vale pensare in grande. 

venerdì 22 aprile 2022

NON CANTARE SPARA: ALTRO CHE CLINT EASTWOOD

 Come collegata alle atmosfere western lasciate qui pochi giorni fa da ENNIO, ecco una miniserie tv o minishow o commedia musicale (che forse è la definizione più corretta) del 1968 con protagonisti IL QUARTETTO CETRA e tutta una serie di ospiti in ogni puntata, come Giorgio Gaber, Isabella Biagini, Enrico Simonetti e Mina, per fare solo alcuni nomi del chilometrico cast, mentre questa è la copertina del 45 giri con la sigla dove vediamo i 4 Cetra abbigliati alla maniera di Marty McFl... ehm... Clint Eastwood (o forse è meglio dire Woody di Toy Story),


e non ci sono dubbi che Lucia Mannucci, piacevole nonostante non fosse un sex symbol, anche paludata in tale look era quasi più credibile dei suoi colleghi. 
L'ambientazione quindi è western perché erano gli anni d'oro di Sergio Leone per cui tutto derivava da lì, anche gli spot televisivi della CARNE MONTANA
erano pari pari ai titoli di testa dei film del nostro regista, con quella famosa frase "Laggiù nel Montana tra mandrie e cowboy c'è sempre qualcuno di troppo fra noi...". 
Lo show era infatti basato su una storia, un canovaccio con tutti i classici cliché (o stereotipi) dei film ambientati nel selvaggio ovest, con persino i pellerossa Cherokee interpretati dai Rokes di Shel Shapiro

che ogni volta cantavano la stessa canzone, ma con un testo diverso adattato alla situazione del momento, tipo "Senza un buon tamburo, meglio mettersi al sicuro" oppure "Senza una buona merenda, si fa brutta la faccenda". 
Lucia Mannucci, la voce femminile del quartetto, sfoderava le sue doti da cowgirl cavalcando fiera, ma in realtà al suo posto c'era una giovanissima FIORELLA MANNOIA

che, ancora minorenne, stava iniziando proprio allora a fare la stunt woman, mestiere di famiglia, e cavalcherà anche al posto di Loretta Goggi ne LA FRECCIA NERA, passando poi per diversi set cinematografici come controfigura delle più famose attrici in scene concitate e rischiose. 
Divertimento semplice con poche pretese come la tv di quel tempo, praticamente un varietà mascherato da commedia musicale, e su YOUTUBE sono disponibili tutte le puntate, ma in qualità video piuttosto scadente.
Ricordatevi in conclusione le parole della canzone che dice che "Ad Abilene chi spara primo vive bene. Gli altri no... Generalmente no". 
Ma mi ricordo che questa regola valeva anche nella taverna di Mos Eisley su Tatooine...
Perche è piccolo il mondo, ma anche la galassia... 

domenica 23 gennaio 2022

LO SPOT DALLA MUSICA (QUASI) MISTERIOSA

 Erano alcuni giorni che lo spot della nuova DS4 mi tormentava con una musica che mi instillava dei ricordi che manco Mr. Cobb in INCEPTION avrebbe saputo fare di meglio.

E la cosa che più mi faceva girare le balle era che Shazam non la riconosceva QUELLA MUSICA, e alla fine ho capito il perché: si tratta di un arrangiamento, fatto apposta solo per lo spot, di un movimento della Sinfonia N°9 di Antonin Dvorak, per cui non è presente nei database di Shazam. 
E fin qui tutto bene, però nella mia testa non ricordavo di aver mai messo sul piatto del mio impianto stereo un tale disco di musica classica, per cui il mistero misterioso non era del tutto risolto. 
Ed "ero lì che mi arrovellavo il Gulliver" (cit.) finché ad un certo punto non ti scopro che Serge Gainsbourg, lo chansonnier sciupafemmine noto per l'erotismo contenuto in certe canzoni, aveva utilizzato lo stesso movimento all'interno di una sua canzone del 1968 dedicata al suo amore Brigitte Bardot dal titolo proprio INITIALS BB e precisamente lo si sente dal secondo 00.28, quando parte il ritornello. 

Già la faccenda pareva chiarita, ma qualcosa non mi quadrava ancora, perché la canzone di Serge non era così conosciuta, almeno per me, o forse l'avevo ascoltata senza saperlo. 
Così, scava scava, ti scopro che i Therion, band svedese di symphonic metal, nel 2012 ne hanno realizzato una cover accompagnata da un VIDEOCLIP spettacolare dove all'erotismo mentale di Gainsbourg si aggiunge quello più esplicito di tanta "mercanzia" messa in mostra come facevano a Colpo Grosso (bambini... A nanna!) ed effettoni speciali da film mischiando Sky Captain And The World Of Tomorrow con Bitch Slap.
E finalmente le cose hanno cominciato a prendere una piega più terrena per me già con Gainsbourg perché Je T'Aime Moi Non Plus, di Serge con Jane Birkin, e Bonnie And Clyde, cantata con BB, quelle invece le ho già ben stampate in testa, specie la seconda per essere la soundtrack di IRMA VEP nella cover dei LUNA
figuriamoci poi con la band svedese e il suo videoclip... 
Mi era persino sorto il dubbio ancestrale, presto rimosso, che c'entrassero anche gli Squallor (tanto i bimbi già li abbiamo mandati a letto) con BERTA e VACCA, due brani contenuti in due diversi album, il cui monologo è accompagnato dalla stessa identica musica orchestrale che, però, riascoltandola si capisce che non è quella dello spot e infatti, dalle informazioni raccolte, pare sia firmata da Elvio Monti e solamente ispirata alle composizioni di Dvorak (e anche un pochino Frankenstein Junior) con quello spirito di musica proveniente dall'est.
Ed ecco che, dopo tutto sto panegirico, quel movimento della sinfonia di Dvorak diventa improvvisamente un "movimento sexy" e via tutti a ballare LA BOMBA! Una mano a la cabeza, una mano a la cintura...

martedì 14 dicembre 2021

BEATRICE VENEZI: CHIAMAMI DIRETTORE (NO... JENA NO...)

 Vedendo lo spot in tv di Bioscalin pensavo che avessero preso una modella a far la parte della direttrice d'orchestra e invece ho scoperto che quella è una VERA direttrice (anzi ora si deve dire direttore... ma ci arriviamo...) d'orchestra ed è la 31enne Beatrice Venezi,


come specificato in piccolo in alto a sinistra e pure in verticale (così proprio non lo vedi) nella foto promozionale del prodotto. 
E, nonostante lo avessi seguito, non ricordavo che Beatrice aveva anche brevemente affiancato Amadeus nella conduzione dell'ultimo Festival Di Sanremo, dove proprio in quell'occasione aveva specificato che voleva essere definita "direttore" e non "direttrice", scatenando un po' di polemica sui social fra i soliti che la pensano in un modo o nell'altro. 
Sulla bellezza di Beatrice non ci sono dubbi, e nemmeno sulla sua bravura e per il modo particolare in cui "conduce" l'orchestra "vivendo" in prima persona le emozioni che la musica provoca, con energia e anche sensualità, si, come si può evincere da questo VIDEO
oppure da molti altri sul Tubo che propongono immagini prese da diversi altri concerti. 
Ed è uscito proprio in questi giorni anche un disco a suo nome, come molti altri suoi colleghi uomini hanno già fatto in passato ed il titolo è Heroines.

Per fortuna, alla fine Beatrice non ha optato per l'opzione "direttora", che sarebbe stata francamente peggio per chi considera non strettamente necessari certi cambiamenti/innovazioni della lingua italiana da cui sbucano fuori nuovi termini come "ministra", "sindaca", e persino "professora", come deciso all'Università di Trieste qualche anno fa dalla docente PATRIZIA ROMITO (che vabbé questo si aggira un pochino con un neutrale "prof"), roba che a scriverli tutti in un tema a scuola un tempo ti beccavi un 5 in italiano e invece, pensa un po', ora si dice così... 

IL ROBOT SELVAGGIO: PER METTERE A DURA PROVA ANCHE LE CANAGLIE PIÙ CANAGLIE

 La DreamWorks batte sul tempo la Disney e fa uscire il suo film natalizio molto prima di Mufasa, ma entrambi non hanno nulla a che vedere c...