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mercoledì 11 dicembre 2024

80 ANNI? MA CHE... SCHERZI?

 So che sulle prime può sembrare impossibile, ma quel ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, oggi compie 80 anni.


Sto parlando naturalmente di Gianni Morandi che dalla sua deve avere fatto una specie di patto col diavolo dato che conosco dei cinquantenni che sembrano più vecchi di lui, e, senza andare troppo a cercare in giro, un esempio è suo figlio Marco.

Sarà grazie ad una vita sana, senza mai uno scandalo (anche grazie ad una buona tinta per capelli eh, parliamoci chiaro) e anche grazie ad una grande forza interiore che gli ha consentito di superare pure certi brutti incidenti per i quali lo abbiamo visto fino a poco tempo fa con una mano sempre fasciata e non era certo per imitare Michael Jackson,

che il Gianni a fare il moonwalk non ce lo vedo proprio. 
E Gianni è tuttora in rotazione nelle radio grazie al nuovo singolo L'ATTRAZIONE

scritto per lui da Jovanotti. 
Brano che per fortuna non è una di quelle collaborazioni bislacche che alcuni suoi illustri colleghi (MINA) hanno provato a fare entrando nel mondo della trap, mentre invece Lorenzo mostra di trovarsi perfettamente sulle corde del cantante di Monghidoro con il quale è da tempo nata una grande amicizia (anche il MONTECRISTO di Jovanotti comunque non è per niente male, devo dire). 

Certo, il suo periodo di quasi oblio c'era stato, ma ha saputo rinnovarsi e da lì sono nati dischi in collaborazione con Mogol e poi lo abbiamo visto e sentito in duo con Lucio Dalla, quindi anche con Claudio Baglioni.
Se questo non è essere un mito vivente , ditemi voi cos'è. 
È proprio il caso di dire che UNO SU MILLE ce la fa.

Auguronissimi Gianni!!! 

sabato 31 agosto 2024

OASIS: CHI VUOLE SCOMMETTERE?

 Era dal 2009 che i due fratelli Gallagher non si parlavano più dopo liti avvenute anche sul palco davanti agli spettatori. Ma dopo tante voci e un teaser apparso sui social, la cosa sembra ormai ufficiale e gli OASIS tornano insieme.


Beh attenzione, non subito così da un momento all'altro, ma con calma e ponderazione, due parole che messe lì vicine ai due fratelli sembrano degli ossimori. 
Personalmente i due irlandesi, che come Oasis quest'anno ad aprile hanno COMPIUTO 30 ANNI, a me sono sempre piaciuti molto e nelle loro canzoni ci ho trovato dentro sempre tanto spirito beatlesiano,

anche arrivando alla citazione vera e propria nell'intro di DON'T LOOK BACK IN ANGER o addirittura nel testo di D'YOU WHAT I MEAN (una delle mie preferite in assoluto) che dice papale papale "The fool on the hill and I feel fine", con Liam che nel video canta con uno scazzo nemmeno troppo simulato dato che magari aveva davvero litigato con Noel pochi secondi prima di girare. 

Comunque se si ha la pazienza di aspettare, come diceva Robert De Niro rivolto a Stellan Skarsgard in RONIN, arriveremo noi e loro all'evento. 
Sarà infatti il 2025 a sancire l'effettivo ritorno dal vivo degli Oasis con 14 concerti nel Regno Unito e in Irlanda fra Luglio e Agosto con due date consecutive per ogni location. 
Dalle ore 10.00 di stamani sono in vendita i biglietti, ma sarà una specie di salto nel buio per chi li acquisterà, dato che dovrà passare quasi un anno prima di avere la certezza assoluta che i due saranno davvero presenti sul palco andando d'amore e d'accordo.
Beh magari quest'ultimo punto potrebbe anche non essere così essenziale vista l'offerta economica che i fratelli Gallagher hanno ricevuto per tornare insieme, con tanti che già scommettono che tutto andrà in fumo. 
Cioè pare di rivedere La Grande Truffa Del Rock'n'Roll con Malcolm McLaren che stipulava contratti a raffica per i suoi Sex Pistols con diverse etichette discografiche per dischi e concerti, contratti che poi venivano annullati dalle majors contraenti per paura dei disordini che i quattro scatenavano, ma facendo però incassare le penali al furbo manager. 
Money makes the world go 'round... and brothers come back together too...?

lunedì 12 agosto 2024

WOODSTOCK 2 COMPIE 30 ANNI

 Woodstock, oltre ad essere una città degli Stati Uniti, è legata a quel festival di musica e amore (e qualcos'altro) che ci riporta ai tempi dei figli dei fiori, capelli lunghi, pantaloni a zampa e simbolo della pace in bella vista.


Chi più chi meno ha visto il film concerto che però non mostra proprio tutti quelli che c'erano, ma va bene lo stesso anche se molte volte la qualità dell'audio non è esattamente perfetta. 
Rimane mitica in quel festival del 1969 l'esibizione di Joe Cocker con WITH A LITTLE HELP FROM MY FRIENDS, cover di una canzone dei Beatles che diventa mille volte migliore dell'originale per un Joe che aveva solo 25 anni (!!!), ma ne dimostrava quasi il doppio.

Beh, dopo 25 anni a qualcuno venne l'idea di rinnovare l'evento che, anche se porterà sempre il nome di Woodstock, sarà locato invece ad una decina di chilometri dalla città. 
Evento che doveva essere tenuto il 13 e 14 agosto del 1994, cioè soli due giorni come scritto sul poster ("2 more days" che si aggiungevano idealmente ai tre del 1969), ma, a grande richiesta, venne aggiunta anche la data del 12, quindi alla fine è oggi che cade l'anniversario del secondo Woodstock. 
Fra i pezzi grossi del Woodstock originale tornavano in questo "sequel" alcuni nomi come appunto Joe Cocker e Crosby Stills & Nash, mentre si aggiunsero altri invece della scena musicale più recente come i Cranberries, i Primus, i Nine Inch Nails e i Green Day, come pure degli altri veterani tipo Aerosmith, Bob Dylan (che aveva rifiutato la prima edizione) e Peter Gabriel. 
Anche stavolta il tempo, come tradizione, mise la sua firma funestando con un mega acquazzone il concerto e riducendo il terreno ad una massa di fango che ispirò il pubblico a fare una battaglia a fangate in faccia mettendo in mezzo pure i GREEN DAY che stavano sul palco.

Stessa sorte anche per altri che si sono dovuti esibire quel giorno e certo non dev'essere stato divertente per la strumentazione. 
Stavolta oltre a Joe Cocker c'era anche il nostro tarocco italiano Zucchero, mentre i Guns'n'Roses rifiutarono (ma Slash ci andò lo stesso per suonare con Paul Rodgers) e stessa cosa per i Kiss che volevano presentarsi con Ace e Peter per fare una reunion storica, ma questi ultimi, nonostante una buona offerta economica da parte di Gene e Paul, dissero no, per cui non se ne fece niente.
Purtroppo sono solo i Pooh che riescono a fare le reunion così a comando, e a me fa pure piacere perché, nonostante Camillo (Roby Facchinetti) faccia ormai un po' tanta fatica a tenere le note alte come faceva invece in scioltezza 50 anni fa, le loro canzoni e i loro spettacoli sono sempre benvenuti. 
Per la prossima edizione di Woodstock allora invitiamo anche loro?
Non sarebbe nemmeno così strano poiché i Pooh, racconta Red Canzian, fecero il loro primo tour americano quando l'ex Capsicum Red (band prog dove invece il ragazzo suonava la chitarra) fece l'ingresso in formazione, e ironizza dicendo che così avrebbero provato il nuovo bassista lontano dall'italia e se non fosse andato bene lo avrebbero lasciato là.
Come sono andate le cose invece lo sappiamo tutti e meno male che è così. 

domenica 21 luglio 2024

DOCTOR WHO: SEMPRE AVANTI NEL FUTURO E INDIETRO NEL PASSATO

 La nuova rigenerazione di Doctor Who (perché se siete dei whovians non si parla di semplice serie, ma appunto rigenerazione) mi ha confermato la caratteristica peculiare del nuovo Dottore che negli anni 80 ai tempi di Tom Baker era un cappello floscio e una sciarpa multicolore, mentre con David Tennant c'erano gli occhiali sul naso e le Converse ai piedi, con Matt Smith il fez e il papillon, con Peter Capaldi i Rayban Wayfarer e la chitarra elettrica, come per JODIE WHITTAKER era l'essere per la prima volta donna e vestita da Sbirulino.


Qui con Ncuti Gatwa la caratteristica è che si tratta del primo Dottore di colore e che inoltre cambia outfit in ogni episodio, spesso anche più volte, mentre tutti i predecessori avevano un guardaroba piuttosto limitato. 
La cosa di cambiare abito invece era spesso compito riservato alle companion come Clara Oswald vista anche in outfit vittoriano (splendida, ma molti non l'hanno amata granché). 
Insomma c'è aria di rinnovamento ma anche di rimandi al passato perché il Giocattolaio che viene nominato e apparso negli speciali con Tennant, era stato un villain delle epoche passate, per la precisione nella terza stagione inedita in Italia, e anche il Maestro visto nell'episodio con i Beatles senza talento (dai, non ditemi che non avete pensato a YESTERDAY di Danny Boyle) ha qualche legame con quel cattivo.

Attore quello che fa il Maestro che è il vincitore del Ru Paul's Drag Race, e ottenere una parte di villain in una serie così importante direi che è davvero un premio di valore. 
Ma non è tutto oro quello che luccica perché sono state tante anche le critiche verso questa nuova gestione tornata in mano a Russell T. Davies, perché qualcuno ci ha visto dentro troppa mano disneyana. 
Certo rispetto alle trame confuse e cervellotiche di Chibnall, qui quasi sempre si svolge tutto in maniera abbastanza lineare, forse troppo per i detrattori. 
Ci sono, disseminati per gli episodi, anche degli indizi buttati lì come la misteriosa signora che ogni volta fa un cameo o anche una parte abbastanza fondamentale, o anche la TRASFORMAZIONE momentanea in aliena di Ruby Sunday, la nuova companion, all'inizio del primo episodio per aver modificato leggermente una linea temporale, 


il che fa pensare che la ragazza, adottata da neonata, possa non essere così come sembra. 
Ma forse questi detrattori di cui sopra speravano di vedere una nuova AMERICAN HORROR STORIES
Diciamo che la tensione e il mistero ci sono anche qui in uno splendido episodio dove il Dottore scompare e tutto rimane in mano a Ruby alle prese con una davvero inquietante presenza che l'accompagnerà per tutta la vita (grande, grandissimo episodio!!!).

E poi si cerca di far capire che per non lasciarci le penne è meglio staccare un po' dai social, quindi si fa un giro furbetto persino in BRIDGERTON (o così sembra) dove parte anche un bacio malandrino, ma non posso dire fra chi. 
La stagione è formata da soli otto episodi e il suo finale è la sola cosa che mi ha lasciato perplesso (perché tutte le cose buttate lì su Ruby, se poi i due si dovranno separare senza risposte?) e anche un pochino annoiato con tutti i pensieri del Dottore sul fatto che dove passa lui porta solo dei danni, manco fosse Frank Drebin, e inoltre, non so voi, ma io ci ho visto anche un po' troppo di Avengers: Infinity War e ENDGAME e la faccenda del "blip" dentro.

Si, un po' di brivido capita anche, ma nelle giuste dosi perché bisogna pensare che Doctor Who ai suoi albori era una serie nata proprio per i bambini come ci piace essere a noi che lo guardiamo, e non necessariamente Space Babies (citazione del primo episodio dove, fateci caso, l'ho già detto in un altro post, già c'è qualcuno di Bridgerton), cioè un format ideato per spiegare ai teneri virgulti, in un modo divertente, certi argomenti scientifici e storici senza andare sul "pesante". 
Eh già, perché poi magari l'altro famoso Doc (attenzione che al nostro Dottore del tempo non piace essere chiamato così), cioè Emmett Brown avrebbe pensato che noi del futuro potremmo avere dei problemi con la gravità... 

sabato 6 luglio 2024

BEATLES, LED ZEPPELIN E GENESIS UNITI NELLO STESSO FILM (CON ANCHE 007)

 Sabato beatlesiano oggi perché esattamente 60 anni fa usciva nelle sale britanniche A Hard Day's Night, il primo film con i Beatles diretto da Richard Lester e che arriverà da noi con il titolo Tutti Per Uno, con una locandina italiana che sarebbe da denuncia per la bruttezza dei ritratti dei quattro.


In effetti ne avevo già parlato all'incirca una settimana fa ricordando L'USCITA in anteprima del vinile con la colonna sonora del film, ma senza mettere nemmeno una canzone dei Fab Four, quasi come succedeva in quel film su John Lennon dal titolo NOWHERE BOY.

Oggi invece recupero qualcosa come la TITLE TRACK perché intanto non sono quella canaglia di James Bond e ascoltare i Beatles, al contrario della famosa spia, a me piace sempre, mentre lui nella nota scena di Goldfinger era abbastanza esplicito nei loro riguardi, ma, aggiungo io, senza motivo senonché entrambi i film erano un prodotto della United Artists dello stesso anno e quindi citare i quattro in quel modo ironico potrebbe essere stata anche una furbetta manovra promozionale dato che il romanzo di Fleming è del 1959 e quindi tale frase nel libro ovviamente non c'era perché i Beatles ancora non erano nati. 

E aggiungo anche qualche altra gustosa curiosità in più, come che nel film si sente suonare anche Jimmy Page in ben due momenti, uno sul treno tramite una radiolina che Ringo accende per un attimo, e poi il futuro Led Zeppelin suona la chitarra ritmica durante RINGO'S THEME che altro non sarebbe che la versione strumentale di This Boy, canzone che accompagna sempre Ringo in giro da solo per Londra.

Una simpatica curiosità sull'attore Wilfrid Brambell è che, nonostante facesse la parte del nonno di Paul, all'epoca aveva solo 52 anni, ed è anche da notare (se ci riuscite) il cameo di un giovanissimo tredicenne Phil Collins, che all'epoca ovviamente non era ancora il batterista dei Genesis, e che appare tra il pubblico che assiste al concerto dei Beatles.

Concludo il post di oggi esattamente come il film, cioè di nuovo con la canzone che dà il titolo alla pellicola e che alla fine si riascolta sulla scena di chiusura coi ragazzi che partono in elicottero e sui consecutivi TITOLI DI CODA che in questo caso non sono dei semplici nomi che scorrono su fondo nero come siamo abituati oggi, e il fatto che ci siano stati dei titoli di coda era cosa molto rara nei film dell'epoca dove invece si tenevano più in considerazione quelli di testa come 007 (eccolo che torna) ne ha fatto un vero e proprio marchio di fabbrica.


mercoledì 26 giugno 2024

A HARD DAY'S NIGHT, FILM E SOUNDTRACK

 60 anni fa, ovvero il 26 giugno del 1964, i Beatles pubblicavano in nordamerica l'album A Hard Day's Night che da noi invece arriverà il mese dopo.


L'edizione USA era leggermente differente nei brani contenuti, ma entrambe erano la colonna sonora del film omonimo con ovviamente quella canzone aperta dall'accordo misterioso il cui titolo derivava da una battuta di Ringo come avevo raccontato con dovizia di particolari QUI
Pellicola che in Italia era chiamata Tutti Per Uno!, girata in bianco e nero e proiettata anche nei nostri cinema, ma io non l'avevo vista in sala, anzi l'ho recuperata solo moltissimi anni dopo. 
Nel film i Beatles sono doppiati in italiano da Cesare Barbetti (John Lennon), Massimo Turci (Paul McCartney), Oreste Lionello (George Harrison) e Pino Locchi (Ringo Starr), quindi una serie di voci di tutto rispetto con due in particolare (Cesare e Pino) che più avanti faranno parlare in italiano anche Roger Moore e Tony Curtis in ATTENTI A QUEI DUE
Era il primo film dei Beatles ed era diretto da Richard Lester che tornerà a lavorare con i quattro anche per Help! stavolta a colori, e che fu per me quello il loro primo film (se escludiamo il cartone animato Yellow Submarine), ma visto in tv in un ciclo dedicato proprio al regista britannico, ed anche del cineasta ne avevo già parlato molto tempo fa QUI

mercoledì 5 giugno 2024

GIOCHIAMO A SCOVA L'INTRUSO CON I BEATLES

 "Mannaggia che sfiga", avrà pensato tradotto in inglese Ringo Starr quel giugno del 1964 quando tutto era pronto per l'inizio del tour dei Beatles che partiva da Copenaghen il 4 di quel mese e lui era invece ancora a Londra costretto a letto da una tonsillite dopo che nei giorni prima era svenuto durante le pose per alcune foto promozionali a causa della febbre alta.


Viste le sue condizioni e il legame di amicizia che c'era fra di loro, i Beatles, in particolare George Harrison, avrebbero voluto rimandare le date per attendere la guarigione del batterista, ma Brian Epstein, il manager, invece decise di farlo sostituire da Jimmy Nicol, un drummer dell'ambiente del rock'n'roll che cominciò quindi una estenuante sessione di prove per imparare i brani da suonare, e per fortuna sua allora erano concerti solo di mezz'ora, non come quelli di Bruce Springsteen che adesso sta sul palco bello bello per tre ore filate.

Ad ogni domanda che i Beatles facevano per sapere poi le condizioni di Ringo, la risposta era sempre "He's getting better", cioè "Sta migliorando" e si dice che quella frase sia rimasta così in testa a Paul da fargli partorire un brano che troverà posto anni dopo in Sgt. Pepper, ovvero proprio GETTING BETTER,

titolo dato anche al libro del blogger Leonardo Tondelli dove l'autore commenta, valuta e cataloga le 250 migliori canzoni dei quattro, ovviamente a suo parere, e lo sappiamo bene che quando si parla di questa band ogni fan ha i suoi brani preferiti che molto spesso sono quelli scritti da George Harrison il quale, come da accordi, poteva contrastare l'egemonia di Lennon & McCartney con una sola canzone per ogni album.

Ma torniamo a Jimmy Nicol, il protagonista di oggi che attualmente ha 84 anni e che partiva allora 60 anni fa travestito da Ringo Starr indossando quegli abiti creati da PIERRE CARDIN, suonando per cinque date del tour fino a quando, il 14 giugno a Melbourne, dietro alla batteria torna il legittimo proprietario a riunirsi con i compagni.

Jimmy racconta anche di aver avuto un apprezzamento da parte di John Lennon, il quale gli avrebbe detto in confidenza che, a suo parere, suonava meglio di Ringo, ma purtroppo i giochi erano già fatti. 
Da allora il titolare Ringo non ha più mollato le bacchette dei Beatles, nemmeno in quel periodo di crisi (anzi lui era sempre il primo a presentarsi alle prove) che porterà poi allo scioglimento raccontato da Peter Jackson nella splendida serie GET BACK
Scioglimento però che a volte pare non sia mai avvenuto, perlomeno per me, perché mi basta mettere su un qualsiasi loro disco, tipo QUELLO NUOVO uscito verso la fine dello scorso anno, e loro ci sono, ancora lì tutti insieme.

martedì 7 maggio 2024

ALLA ELECTRIC LIGHT ORCHESTRA SI È SPENTA UNA DELLE LUCI

 Sono davvero molto amareggiato nell'apprendere che Richard Tandy, tastierista della ELECTRIC LIGHT ORCHESTRA, non è più tra noi.


Richard (nella foto qui sopra è quello nell'angolo in alto con la camicia rossa che si intravede sotto la giacca) era uno degli elementi che sono sempre rimasti nella formazione durante i lunghi anni inseme a Jeff Lynne, dopo gli snellimenti come la perdita del barbuto trio di archi che nella foto c'è ancora e del quale rimarrà solo il violinista Mik Kaminski, e anche nelle recenti reunion. 
L'Orchestra Della Luce Elettrica è stata uno dei miei punti fermi nella formazione musicale anche perché per molte cose si sentiva l'influenza dei Beatles di cui il leader Lynne era grande fan e anche collaboratore avendo lavorato con George Harrison. 
Kitsch come i loro spettacoli live, li ho amati a tal punto da farmi piacere persino XANADU, il film con OLIVIA NEWTON JOHN e Michael Beck dove hanno curato metà della colonna sonora e che da tutti è considerato al pari della Corazzata Kotiomkin di Fantozzi, ma, appunto, in versione kitsch. 
Richard, che aveva 76 anni aveva fondato la E.L.O. insieme a Jeff e Roy Wood che uscivano dal progetto The Move e da allora con le sue tastiere ha sempre lavorato duro sia dal vivo che in sala di registrazione, dove Jeff amava sottolineare che Tandy (il quale in altri contesti suonava anche il basso ed aveva poi avuto anche un paio di dischi solisti) era sempre l'ultimo ad andare via a causa della grande passione che metteva nel suo lavoro.


Qui nel video di CONFUSION lo vediamo suonare sul piano synth Yamaha in quell'album del 1979, Discovery, che era stato il top delle vendite nella storia della band... pardon... Orchestra. 
Altro addio musicale riguarda Duane Eddy,

86 anni, chitarrista americano famoso negli anni 60 per l'arrangiamento di parecchie cover secondo la sua particolare tecnica chitarristica di cui quella più famosa è Peter Gunn Theme di Henry Mancini (colonna sonora di una serie tv) che si ascolta anche nel film The Blues Brothers, ma anche riveduta e corretta negli anni 90 con Duane Eddy stesso dagli ART OF NOISE.

E passando dai fratelli Blues, per il cinema dobbiamo dare l'addio a Bernard Hill, 79 anni, che James Cameron ci aveva fatto conoscere nei panni del Capitano del TITANIC, mentre poi Peter Jackson gli ha messo addosso i panni regali e sfarzosi di Re Theoden Ednew

nel secondo e terzo film del Signore Degli Anelli. 
Infine, per quanto non sia più un assiduo lettore di libri (ma tanto tempo fa... in questa galassia lontana lontana divoravo Urania e Salgari), segnalo anche la scomparsa di Paul Auster a 77 anni per un cancro ai polmoni.

Paul era l'autore della nota Trilogia Di New York composta da tre romanzi che sono Città Di Vetro, Fantasmi e La Stanza Chiusa, dei quali il primo era stato anche adattato in una graphic novel. 
Goodbye Richard, Duane, Bernard e Paul. 

martedì 16 aprile 2024

È STATA UNA DURA GIORNATA... EHM, ANZI NO, NOTTE

 Sono passati 60 anni spaccati da quando quel 16 aprile del 1964 i Beatles (si, sempre loro) registravano in un solo giorno A HARD DAY'S NIGHT, la loro hit da numero uno in classifica (infatti inclusa in quell'album rosso che le raccoglieva tutte) con il titolo derivato da una battuta di Ringo dopo una giornata intera passata in studio senza vedere la luce del sole.


Canzone che uscirà nel luglio seguente come colonna sonora dell'omonimo film, e che parte con quel famoso accordo misterioso suonato dalla Rickenbacker a 12 corde di George Harrison con sovrapposti altri strumenti a confondere il risultato finale. 
Per la precisione, da attente analisi risulta che George suona un Sol e un Do, Paul un Re sul basso e John un Re sus 4 sulla chitarra ritimca. 
Stavolta al piano c'era anche il produttore George Martin mentre in seguito farà da ospite in altre registrazioni Billy Preston. 
Casualmente oggi è anche la giornata mondiale della voce, e anch'essa gioca un ruolo molto importante nella registrazione perché nella canzone le due voci di Paul e John suonano sdoppiate come se fossero tutti e quattro a cantare, mentre invece si tratta di una sovraincisione dei due leader per cui si può dire che già allora i quattro cominciavano a sperimentare effetti nuovi nella loro musica (accordo iniziale incluso) che in questo caso era ispirata agli Everly Brothers, ma con quel qualcosa in più che poteva avere solo una canzone dei Beatles. 
E nel frattempo i TG fra una notizia di conflitti e l'altra ritirano fuori quella vecchia storia del "se i figli dei 4 di Liverpool si mettessero tutti insieme per fare un disco"

dato che è appena uscito su Spotify PRIMROSE HILL, brano che vede la collaborazione di James McCartney e Sean Ono Lennon con un risultato francamente lontano anni luce da quelli raggiunti dai genitori. 
Cioè canzone carina, romantica, ma niente di così eclatante da far sperare in una generazione Beatles 2.0, anche perché degli altri due, cioè Harrison & Starkey junior, non se ne parla.

Anzi, direi che adesso ci son grane più grandi come Amadeus che lascia la Rai... 

giovedì 11 aprile 2024

30 ANNI DI OASIS

 Sono passati esattamente 30 anni da quando sulle radio arrivava il primo singolo di una nuova e giovane band irlandese chiamata Oasis.


Si, perché era l'11 aprile del 1994 quando veniva pubblicato SUPERSONIC, brano che finirà poi nell'album Definitely Maybe che uscirà ad agosto, ma per il vero grande successo si dovrà aspettare l'anno successivo quando uscirà (What's The Story) Morning Glory? ovvero il lavoro che farà sentire a tutti quanto i Beatles abbiano influenzato i due fratelli Gallagher nella composizione delle loro canzoni, arrivando persino a citare l'intro di piano di Imagine in DON'T LOOK BACK IN ANGER, al punto che per un bel po' ero stato fermamente convinto che se i Beatles fossero stati ancora insieme potrebbero avere avuto il sound della band irlandese.

Tornando invece a Supersonic, che dà anche il titolo ad un documentario su di loro, la canzone diventò tale quasi per caso poiché la band era in sala per registrare e in un momento di pausa partì un'improvvisazione che piacque molto al cantante Tony Griffiths, amico di Noel e proprietario dello studio. 
Tony aveva registrato tutto e spinse Liam a scriverci sopra un testo il più presto possibile. 
Quello che ne uscì in meno di mezz'ora era appunto il testo di Supersonic, ovvero una serie di frasi nonsense che però funzionavano alla grande (d'altronde secondo alcuni anche Battiato scriveva testi nonsense) e la canzone venne registrata così com'era alla prima take. 
A proposito del testo che parlava di una certa Elsa, qualcuno ci aveva letto dei riferimenti alla prostituzione minorile, mentre invece, secondo Liam, Elsa era un rottweiler di nove anni che era presente in studio e aveva dei problemi di flatulenza. 
Ospiti a parte, anche il videoclip prendeva spunto dai Beatles mostrando gli Oasis che suonavano su un tetto come i Fab Four nella loro ultima apparizione live. 
In questo caso era il tetto di un Hotel ad ospitare la band nell'edizione inglese del video, mentre per gli USA venne fatta una versione diversa, cosa di cui ne abbiamo già parlato di come fosse una consuetudine che capitava spesso negli anni 80, anche se con gli Oasis siamo "Definitely" nei 90. 
Il resto è storia, pure turbolenta. 

giovedì 4 aprile 2024

BEATLES PIGLIATUTTO

 Non lo faccio apposta se spesso torno a parlare dei Beatles, schifando James Bond che li odia, ok lo so, ma se lo faccio oggi è perché il 4 aprile del 1964, i 4 ragazzi furono protagonisti di un evento unico nella storia della musica dato che quella volta monopolizzarono letteralmente la classifica settimanale dei 45 giri di Billboard occupando con i loro singoli i primi 5 posti dove al primo c'era Can't Buy Me Love, al secondo Twist & Shout, al terzo She Loves You, al quarto I Wanna Hold Your Hand e al quinto Please Please Me.


Ma, come si può vedere dalle righe evidenziate, i Beatles non stavano solo nelle posizioni più alte perché al 41esimo posto trovavamo anche From Me To You, al 46esimo Do You Want To Know A Secret, al 58esimo All My Loving, al 64esimo You Can't Do That, al 68esimo Roll Over Beethoven e al 79esimo Thank You Girl. 
Ora chiedo a chi sta leggendo un attimo di attenzione particolare perché esaminando in particolare i titoli di tutte queste canzoni, se escludiamo le due cover, tutte le altre originali dei Beatles contengono pronomi e aggettivi possessivi, e questo infatti era stato un trucchetto del duo Lennon & McCartney, grazie al quale riuscivano a creare una speciale empatia con gli ascoltatori. 
Un trucchetto semplice, ma geniale che ha funzionato perfettamente. 
Da tutt'altra parte invece un'altro 4 aprile che ci porta nella letteratura dato che è il giorno in cui Winston Smith, il protagonista di 1984 di George Orwell, inizia a scrivere il suo diario segreto. 
Quello era un 1984 del futuro ancora da arrivare, il 1984 del Grande Fratello, ma quello serio, drammatico, non quello trash condotto da Alfonso Signorini e predecessori (ma davvero c'è ancora gente che lo segue?), perché il romanzo era stato pubblicato nel 1949, mentre nel 1984 vero uscirà il film Orwell 1984

(ultima apparizione di Richard Burton) tratto dal libro, dove la soundtrack sarà curata anche dagli Eurythmics messi in mezzo un po' a forza dalla Virgin Records, ovvero quel Richard Branson che metteva il suo marchio sia sulla band che sul film e che negli anni 80 aveva le mani in pasta ovunque portandoci la migliore new wave del periodo, che, lo posso dire con grande gioia proprio come quelli di un'altra generazione che magari hanno invece nel cuore Woodstock, ho vissuto pienamente in tutte le sue forme, ovvero musica, cinema e moda. 


giovedì 28 marzo 2024

I LOVE RADIO ROCK: L'AVVENTUROSO MONDO DELLE RADIO PIRATA

 Se siete stati deejay, speaker radiofonici, oppure se semplicemente vi piace guardare un bel film, I Love Radio Rock (The Boat That Rocked) è quello che fa per voi perché le vicende che racconta sono ispirate a quelle della mitica Radio Caroline fondata esattamente il 28 marzo di 60 anni fa a bordo di una motonave al largo del Regno Unito per poter trasmettere senza sottostare alle regole e le licenze, finché nel 2017 Radio Caroline ottenne finalmente un regolare permesso.


Ma perché era nata una radio, cosiddetta pirata? 
Perché la BBC che deteneva il monopolio sulle trasmissioni, aveva una programmazione effettivamente barbosa, cosa che affliggeva in effetti anche la nostra Rai nazionale in quel periodo, per cui anche da noi arrivò il fenomeno della radio libere, ma un bel po' più avanti. 
Per tale motivo un tale Ronan O'Rahilly decise di dare una smossa a quel modo obsoleto di fare radio e cominció a mandare in onda Beatles, Rolling Stones, Kinks, Who e questo modo di promuovere la musica giovó non poco anche agli stessi artisti che si trovarono aumentate di parecchio le vendite dei propri dischi. 
Ma lo stato non ci "sentiva" e fece di tutto per dare contro a tali radio pirata che piano piano spuntavano fuori ovunque e chiuse dopo poco tempo, mentre Radio Caroline resisteva passando le attrezzature su altre quattro navi mentre le precedenti venivano affondate dagli emissari dello stato. 
Nel 2009 Richard Curtis ha portato al cinema questa storia con i nomi cambiati, e con un cast pazzesco che presentava fra gli altri Philip Seymour Hoffman, Bill Nighy, Rhys Ifans, Nick Frost, Kenneth Branagh, Chris O'Dowd, Gemma Arterton ed Emma Thompson. 
Ed ecco uno dei grandi misteri della scienza, perché nonostante tale cast e una colonna sonora meravigliosa, il film è stato un flop al botteghino, pare anche per la durata di 135 minuti, per cui ne venne poi editata una versione rimontata più breve chiamata Pirate Radio, ma che perdeva di brutto rispetto a quella originale.


Probabilmente adesso, in epoca di film oversize e serie tv che non sono altro che lunghi film divisi in più parti, avrebbe avuto migliore fortuna se spezzettato in 4 o 5 episodi da mandare su una piattaforma, anche perché le varie vicende si prestavano proprio ad essere considerate come diversi episodi legati da un filo conduttore. 
Dalle mie parti, in questa galassia lontana lontana, invece il film rimane come uno dei più belli che il mio cuore di canaglia possa ricordare, forse perché sono un po' di parte avendo vissuto personalmente un lungo periodo in quel mondo radiofonico, per cui lo consiglio vivamente a tutti. 

giovedì 29 febbraio 2024

UN JOHN CHE È STATO UN QUASI BEATLE, E ALTRI DELLO SPETTACOLO

 Un altro personaggio legato ai Beatles ci ha lasciato la scorsa settimana e si tratta di John Lowe, 81 anni che era stato il pianista dei Quarrymen, ovvero l'embrione dei Beatles dove ancora non c'era Ringo, ma solo gli altri tre e suonavano quello che era chiamato skiffle, cioè un misto di folk, country e blues dove si usava la washboard, ben più economica di una batteria dato che era fatta come una vera tavola per il bucato (anzi molti agli inizi usavano proprio quella vera della mamma) che in origine veniva percossa con dei ditali da cucito in modo da ottenere un suono grattato e ritmico.


Loro però una batteria vera, seppure molto minimale, l'avevano, e la band dei Quarrymen si era riformata poi nel 1997, senza naturalmente John, Paul e George, ma con John Lowe di nuovo dietro alla tastiera. 
Tra l'altro John era rimasto proprietario delle due tracce che i Quarrymen avevano inciso per un unico loro disco, cioè THAT'LL BE THE DAY


cover di una canzone di Buddy Holly, e IN SPITE OF ALL THE DANGER, ed entrambe saranno poi molti anni dopo acquistate da Paul McCartney, che in realtà era l'autore della seconda insieme a George Harrison, senza che però avvenisse un vero incontro con Lowe, e incluse quasi così com'erano (e si sente da matti infatti) nella raccolta dei Beatles Anthology 1 dove c'era stato infilato davvero di tutto, nel senso che forse nel mucchio mancavano solo le registrazioni fatte col magnetofono dei primi vagiti dei quattro di Liverpool ancora in fasce.

Entrambe inoltre si ascoltano, ma non in versione originale, anche in NOWHERE BOY, film carino su un giovanissimo Lennon proprio di quel periodo pre Beatles.
È mancato anche il più o meno sosia italiano di Danny DeVito, cioè l'attore Luis Molteni, visto come caratterista in una miriade di pellicole nostrane, fra le quali ci sono film di Maurizio Nichetti, Carlo Verdone, Nanni Moretti, e molto più presente sui palchi dei teatri dove, infatti fra le altre cose, aveva interpretato l'avvocato de La Guerra Dei Roses nella versione italiana che invece al cinema aveva proprio le fattezze di Danny.

Luis, che di vero nome faceva Gianluigi, aveva 73 anni. 
Altro nome della recitazione che ci lascia a 76 anni è Richard Lewis che gli appassionati di Mel Brooks potranno sicuramente ricordare in questi panni del Principe Giovanni in Robin Hood - Un Uomo In Calzamaglia del 1993,

ma con all'attivo anche film come Via Da Las Vegas (1995) e diverse sitcom. 
Lewis aveva avuto anche una lunga e apprezzata carriera da stand-up comedian, con il suo umorismo bastardodentro. 
Fondamentali per la sua popolarità erano state le sue apparizioni in tale ruolo al Late Show with David Letterman e il Tonight Show Starring Johnny Carson.
Richard era da tempo malato di Parkinson. 
Addio Richard, Luis e John. 









lunedì 19 febbraio 2024

QUELLA COPERTINA CHE PIACE A TANTI

 Può capitare che una copertina di un disco, per qualche motivo diventi assolutamente iconica al punto da essere presa come ispirazione o omaggiata da altri artisti. 

È il caso questo del primo album di Elvis Presley, la cui foto di copertina in bianco e nero viene ripresa come le stesse scritte colorate e con lo stesso font per London Calling dei Clash dove Paul Simonon viene ritratto intento a fare qualcosa di brutto al suo basso, mentre invece The Pelvis imbracciava normalmente la chitarra in quel disco del 1956 che conteneva fra le altre Blue Suede Shoes, Tutti Frutti e Blue Moon.  


Immagine che, come si vede qui sopra, in seguito verrà nuovamente omaggiata da altri nomi musicali e non, a conferma che l'idea non era piaciuta solo a Joe Strummer & Co., ma in questi casi successivi il riferimento diventa molto spesso proprio il disco dei Clash con la stessa posa curva, ma impugnando oggetti differenti.
Simile era anche l'omaggio fatto dai Rolling Stones ai Beatles con la copertina di Their Satanic Majesties Request

(disco dal titolo meraviglioso, ma un mezzo passo falso per la band) ricavata dalla fusione di alcune foto dello stesso fotografo che aveva realizzato quella per SGT. PEPPER'S LONELY HEARTS CLUB BAND, uscito pochi mesi prima, fatte con lo stesso identico stile e colori dove, grazie ad un effetto tridimensionale i membri della band si voltavano a guardarsi l'un l'altro e apparivano anche i visi dei 4 di Liverpool, mentre invece con uno spirito totalmente diverso era quella dei Mothers di Frank Zappa che risultava un vero e proprio sberleffo al capolavoro dei FabFour.

Ma di Frank ne abbiamo già parlato QUI, e sappiamo bene che era fatto così... 

venerdì 16 febbraio 2024

IL RITORNO DEI FANTASTICI 4 (ANCORA CI PROVANO)

 Ok, San Valentino ce lo siamo lasciato alle spalle da un paio di giorni, ma oggi è il caso di fare un passo indietro poiché la Marvel proprio il 14 febbraio aveva annunciato, con un Artwork a tema, il nuovo film sui Fantastici 4, personaggi che personalmente mi sono sempre piaciuti un sacco, ma che al cinema non hanno mai goduto di tanta fortuna in verità.


Che questa maledizione fosse dovuta a scelte di cast sbagliate non saprei dire, anche perché Jessica Alba nei panni di Sue Storm per me era perfetta, mentre nell'ultima versione, dove La Donna Invisibile era invece Kate Mara, avevamo assisitito persino all'ingresso di un Johnny Storm di colore che non si può dire che non avesse destato molte perplessità, ma tanto lo sappiamo che ultimamente Hollywood è sotto pressione per il politicamente corretto e per l'inclusività che francamente spesso portano più danni che altro, mentre certe riletture comunque a volte possono anche funzionare se sono usate con intelligenza come nella serie tv IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI, dove Passepartout è di colore e Fix è una donna.


Adesso per i FabFour (no, oggi niente Beatles, ma ne prendo in prestito il soprannome) si rimane sullo standard classico dei personaggi ed è stato annunciato questo nuovo film che, a giudicare dalla grafica, sembrerebbe portare la storia all'epoca delle prime divise indossate dai 4, e che, bisogna dirlo, erano già state portate al cinema  molto tempo fa da Roger Corman in un film prodotto da lui, ma non diretto, sparito dalla circolazione per motivi di cui ho già parlato QUI e riportati in un documentario (purtroppo solo in inglese) dal titolo Doomed! 

I ruoli adesso sono stati ufficialmente assegnati a Pedro Pascal (Mr. Fantastic), Vanessa Kirby (La Donna Invisibile), Joseph Quinn (La Torcia Umana) e Ebon Moss Bachrach (La Cosa), quindi un compendio dei migliori nomi presi da serie tv e film di successo per questa nuova versione che però non uscirà prima del 2025 e per ora non si sa altro se non che si parlava tempo fa di una piccolissima modifica, forse non fondamentale, inventando un Silver Surfer di sesso femminile con le fattezze di Anya Taylor-Joy che sarebbe tanta roba...

Vedremo. 

venerdì 9 febbraio 2024

I BEATLES ALL' ED SULLIVAN SHOW

 Come con il nostro Festivalone che, checché se ne dica, tiene sempre banco in fatto di audience perlomeno fino ad una certa ora che non sia da vampiri, esattamente 60 anni orsono più di 73 milioni di persone restarono incollate ai teleschermi statunitensi per assistere al debutto televisivo dei Beatles ospiti all'Ed Sullivan Show.


Quella sarà la prima di altre apparizioni in quel programma che lanciò effettivamente la beatlemania negli Stati Uniti, mentre i critici che sbeffeggiavano il taglio di capelli a scodella dei quattro e altri che li bollavano come fenomeno transitorio, dovranno alla fine rimangiarsi tutto. 
Fatto sta che QUELLA SERA del 9 febbraio 1964, davanti allo schermo c'erano anche dei ragazzi come Billy Joel, Gene Simmons (Kiss) e Tom Petty, e per tutti loro fu la classica scena da "tu hai visto la luce!" che li spinse ad iniziare la loro carriera musicale.

Quella prima ospitata in realtà non era stata così facile da portare a casa con George Harrison chiuso in albergo il giorno prima con il mal di gola, per cui le prove vennero fatte da un sostituto. 
Inoltre, riascoltando le registrazioni si possono sentire i livelli dei microfoni che non sono perfettamente regolati, cosa che fece notare in seguito Paul.
Ma alle ragazzine urlanti davanti agli schermi probabilmente interessava più che altro vederli i loro idoli, all'epoca tutti single tranne John che già era sposato e veniva anche sottolineato da una didascalia durante l'esibizione. 
Il resto è storia che continuerà ad essere raccontata nel prossimo post dedicato ai 4 di Liverpool. 

lunedì 5 febbraio 2024

JAMES MAY: IL NOSTRO AGENTE IN... INDIA

 James May, il capellone del trio di The Grand Tour, dopo il Giappone e l'Italia, stavolta è stato in India e ha documentato il viaggio con una miniserie di soli tre episodi.


Luogo affascinante l'India e lo dovevano pensare anche i Beatles che ci hanno fatto un lungo soggiorno per aprire le loro menti (e infatti composero una quarantina di canzoni durante la permanenza) ed essere iniziati alla meditazione trascendentale, ma con alcuni punti non ben chiariti come l'interesse del santone per il tornaconto economico che gli portò la presenza dei quattro grandemente pubblicizzata dai media, con pure certe avances che l'indiano faceva alle donzelle del gruppo. 
Paese dove accanto alla maestosità di visioni come il Taj Mahal che James ci porta a vedere da un punto di vista insolito, si contrappone l'infernale traffico sommato al rumore assordante che caratterizza ogni luogo abitato, al punto che una qualsiasi nostra metropoli sembra una tranquilla e amena località bucolica. 
Per non parlare poi della sporcizia per le strade che anche qui fa da contrasto con la perfezione asettica e ordinata del palazzo reale dove May è stato ricevuto con la troupe.

Fra una seduta di rilassamento, un tentativo artistico e una festa dei colori, passa quindi veloce questa puntata del girovago James (a spese di Amazon ovviamente) coi soliti momenti divertenti creati chiaramente ad hoc, e da non perdere perché ormai anche lui è diventato un nostro caro amico. 

giovedì 18 gennaio 2024

C'È SEMPRE UNA PRIMA VOLTA, E C'È STATA ANCHE PER I BEATLES

 Il 18 gennaio del 1964, sessant'anni fa esatti, i Beatles si svegliavano alla mattina con la loro colazione inglese a base di uova e bacon, e leggevano sul giornale una notizia niente male, perché la loro I WANT TO HOLD YOUR HANDS,


canzone che conosce chiunque anche se dei FabFour non gliene frega una mazza, entra alla posizione 45 della classifica di Billboard ed è appunto la prima volta che succede loro di trovarsi nella top 50. 
Nel giro di una settimana il singolo sale fino al terzo posto e il 1 febbraio raggiungerà la vetta. 
Tale successo negli Stati Uniti era assolutamente inaspettato e costrinse la Capitol Records che li distribuiva, a fare turni di lavoro 24 ore su 24 e a chiedere aiuto persino alla concorrente RCA Victor per stampare tutte le copie del 45 giri che venivano richieste dal pubblico con un vero e proprio assalto ai negozi che manco quello del 2021 a Capitol Hill


(capita la finezza? Capitol come la casa discografica... Vabbè... Niente). 
Per tale motivo il loro album Meet The Beatles, quello che in patria e nel resto del mondo aveva invece il titolo di WITH THE BEATLES con la famosa copertina che non piaceva ai discografici, venne fatto uscire negli states qualche giorno dopo la data prevista per non saturare il mercato e anche perché solo una decina di giorni prima era stato pubblicato negli USA da un'altra casa discografica il loro primo LP PLEASE, PLEASE ME, dell'anno precedente, ma rinominato per gli americani Introducing... The Beatles, con non ti dico quante beghe fra le case per i diritti di distribuzione e i famosi tentativi di imitazione al pari della Settimana Enigmistica

come i MONKEES che arriveranno l'anno successivo. 
E da allora è storia. 

sabato 13 gennaio 2024

SPOT DEL 2023 CON MUSICA DEGLI ANNI 80

 C'è uno spot particolare in cui il prodotto vero e proprio non lo vedi, ma viene solo suggerito e comunque il messaggio arriva chiaro.

Parlo dello spot MCDONALD'S dove in un ufficio ad un certo punto parte il segnale fatto con le sopracciglia come fossero il simbolo del fast food e sottolineato da una musica molto, ma molto particolare che pare fatta oggi e invece ha una quarantina d'anni belli buoni.

Il brano è OH YEAH! che all'epoca era finito anche in un film con Michael J. Fox, ovvero Il Segreto Del Mio Successo, tipo nella scena del rossetto, ed è degli Yello, duo svizzero che produce musica ipertecnologica dagli anni 80 appunto (un po' sullo stile dei Kraftwerk, ma con una punta di sarcasmo in più), promossi alla grande durante le edizioni di Mr. Fantasy e già in precedenza abbinati ad un altro spot, quello di Euronics, ma qui il pezzo era THE RACE.

Entrambe le canzoni erano poi accompagnate da Videoclip artigianali, ma molto efficaci in simbiosi con i suoni che ne uscivano. 
A proposito poi della catena Euronics, un po' di anni fa girava uno spot, sempre con la musica degli Yello, dove protagonista era un leone in parte animato.


Dal BACKSTAGE ci viene rivelato che quel leone in realtà era Alessandro Betti, il comico che allora capitava di vedere anche in Buona La Prima! con Ale & Franz. 
Paola e Chiara invece sono tornate con un nuovo singolo, SOLO MAI, che pesca pure quello dagli anni 80 (con anche una evidente citazione a BLADE RUNNER nell'apertura del video), e precisamente si ispira alla italo disco molto più easy dell'epoca dei vari Martinelli, Giombini, Turatti e Chierigato, nomi che, se avete compilato dei borderò in quegli anni, ricorrevano molto spesso.

I suoni sono esattamente quelli, ma le due sorelle, ricordiamolo, sono figlie dei fenomeni dance musicali anni 90, e la loro Vamos A Bailar ne è un esempio, per cui per loro questa è una vera e propria immersione nel decennio in cui erano ancora bambine intorno ai 10 anni, proprio come il titolo del loro primo album Ci Chiamano Bambine uscito dopo la vittoria alle Nuove Proposte al Festival Di Sanremo del 1997 con AMICI COME PRIMA

qui eseguita all'Ariston con anche quel piccolo, dolce errore di Chiara al minuto 2:13 che ti fa fare un sorriso dato che è facile sbagliarsi perché rispetto al giro precedente c'è una battuta in più. 
E rimanendo sempre nel mood anni 80, quarant'anni fa usciva anche un disco che di quel sound non aveva nulla di nulla, perché Milk And Honey era un disco postumo di John Lennon pubblicato da Yoko Ono utilizzando alcune registrazioni incomplete fatte all'epoca di Double Fantasy (forse anche precedenti) che era del 1980, e poi rimaste lì nel solito famoso cassetto che ogni artista possiede. 
Il singolo scelto per promuovere tale album era NOBODY TOLD ME,

canzone carina che usciva il 6 gennaio, forse un po' troppo simile ad Istant Karma, mentre l'album vedeva la luce tre giorni dopo, ma il tutto non era niente di speciale e difatti non si può dire che quel disco fosse stato acclamato come un capolavoro. 
Poteva però essere comunque interessante per chi volesse avere davvero tutto quanto riguardava l'ex beatle.
E gira gira anche sto sabato, fra svizzeri e italiani, c'è stato anche un pochino di Beatles che non guasta mai.

domenica 31 dicembre 2023

I SOLITI CONTI DI FINE ANNO

 Anche in questo 2023 posso dire di avere mantenuto una costante come mi ero prefissato, cioè quella di pubblicare un post ogni giorno riguardante i miei interessi principali ed anche eventi eclatanti.


Nessuna pretesa da parte mia di ergermi a critico cinematografico, televisivo o musicale, ma solo un semplice resoconto di quello che le mie rètine e padiglioni auricolari hanno potuto testare, a volte con piacere, altre con somma schifezza senza girarci troppo intorno. 
Fra i grandi piaceri c'è stato il ritorno della PRIMA STAGIONE di Spazio 1999 in alta definizione su RaiPlay, una delle mie serie preferite, e so di non essere il solo, con appena arrivata, come annunciato a Lucca Comics, anche la seconda

che però era, come dicevo prima, una somma schifezza della quale si potranno salvare al massimo un paio di episodi, e lo dicevano anche gli attori che la stavano interpretando, ma ormai avevano firmato quel contratto e non potevano fare altro per non pagare penali altissime. 
Per il cinema sospeso come il caffè a Napoli, cioè quello per cui ormai pare una consuetudine lasciare la storia lì a metà, nei miei gusti TOM CRUISE svetta su SPIDERMAN animato e la TORETTO family, con due ore e mezza che filano via bene fra salti nel vuoto in moto e scorribande in 500 pimpata sulle strade di Roma. 
Gli addii famosi purtroppo ci sono stati inevitabilmente, ma di certo il personaggio che non è passato inosservato quest'anno è stato Morgan per tutta una serie di motivi che non devo certo ripetere, e pensa che non si tratta del suo nuovo disco con il testo scritto da Pasquale Panella, anche se c'entra comunque la musica, con solo un paio di punti in cui mi trovo in disaccordo con lui, cioè uno l'insulto gratuito a SELINUNTE, e l'altro lo sbeffeggiamento a X-Factor del disco di Annalisa, dato che io ho ascoltato per intero il suo E Poi Siamo Finiti Nel Vortice

e devo dire che invece come album è un prodotto pazzesco dal punto di vista della produzione anche se è certamente un disco pop leggero con nessuna pretesa cantautorale. 
Ma davvero ce ne fossero dischi fatti così bene. 
E lo dice uno che adora Battiato, Genesis e Bowie esattamente come Marco Castoldi, magari però forse con una mente più aperta e onnivora dell'ex Bluvertigo. 
Un Morgan comunque superato sul filo di lana però da una faccendaccia di pandori malandrini (anche uova di Pasqua) che implicano invece la sua diretta nemesi.
Ok poi guerre e femminicidi che ti fanno domandare verso dove diavolo stiamo andando a finire (e non solo l'anno, benineteso), implorando un castigo divino che rimetta a posto tutto; poi però pensi che mille guerre e violenze del passato sono state sponsorizzate proprio dalla religione chiaramente travisata nei suoi contenuti e significati e ragioni di essere, per cui pensi che ci sia ben poco da fare e, anzi, forse ci meritiamo anche di peggio. 
Ma torniamo sulla musica che invece viene sempre più contaminata dagli autotune sporcando, per colpa di Blanco, anche un disco di MINA, la quale viene a sorpresa pure remixata DANCE mentre di suo fa uscire un disco tutto nuovo, e francamente brutto, di cui non ho avuto proprio il coraggio di parlarne su queste pagine. 
Ma forse per me l'evento musicale più eclatante di quest'anno, dopo il RITORNO dei Beatles, è stato l'addio definitivo dei Kiss veri e propri per lasciare il posto a quelli DIGITALI


che, al contrario degli originali, non invecchieranno mai e quindi probabilmente ne tornerò a parlare anche tipo nel 2123 e oltre dove mi troverete sempre ad attendervi, magari, chissà?, anch'io in versione digitale tipo Max Headroom. 

Buon anno! 

IL ROBOT SELVAGGIO: PER METTERE A DURA PROVA ANCHE LE CANAGLIE PIÙ CANAGLIE

 La DreamWorks batte sul tempo la Disney e fa uscire il suo film natalizio molto prima di Mufasa, ma entrambi non hanno nulla a che vedere c...