Social Mobilizations (First World War)

On 26th September 1914, Dunshee de Abranches addressed a controversial speech at Brazilian Parliament.  As he said at the occasion, he intended to ‘study the dramatic historical situation from a truly Brazilian perspective, trying to build up knowledges for the critical economic situation of our Motherland and, more, for her political role at the continent.’ The ‘dramatic historical situation’ was the First World War, which had started. From that moment, the Great War had been on Brazilian press, and started an impassioned discussion among famous and ordinary people. Dunshee de Abranches became notorious as pro-German intellectual, and had gained criticism and applauses at the same time. This essay will analyse Abranche’s writing about the First World War and its parallelism with other pro-German texts. Therefore, it will understand the different interpretations and understands about the war in Brazil, until now neglected by the Brazilian historiography.

Borracce, gavette, panni di lana e carne in scatola, munizioni, automezzi, vanghe e piccozze. La prima guerra mondiale è stata anche uno straordinario sforzo tecnico e produttivo che ha visto impegnate officine, manifatture, grandi e piccole aziende in una mobilitazione industriale senza precedenti. Attraverso documenti, immagini, cartoline e fotografie storiche, l’edizione del volume Industriarsi per vincere ripercorre il ruolo delle aziende italiane di fronte all’emergenza bellica, in un inedito sguardo sul “fronte interno” in grado di raccontare la quotidianità del conflitto. Un’opera antologica interamente dedicata a oggetti e strumenti divenuti veri e propri simboli degli italiani in guerra, su cui si è costruita l’identità collettiva di generazioni di soldati. Un libro fondamentale che ci racconta come la Grande Guerra fu una fase di grandi trasformazioni da cui discese la nostra idea di “modernità”.

E ntre 1914 y 1918 los dos presidentes que gobernaron la Argentina -el conservador Victorino de la Plaza y el radical Hipólito Yrigoyen-adoptaron la neutralidad frente a una guerra que, iniciada en territorio europeo, pronto iba a adquirir alcance global. La postura diplomática oficial contrastó con el alto grado de compromiso de la sociedad civil, que a lo largo de toda la contienda se movilizó de diferentes maneras por uno u otro de los bandos beligerantes.

Tesi di laurea che segue due direttrici, a partire dall'attentato a Francesco Ferdinando sino ad arrivare alla dichiarazione di guerra del Regno d'Italia. Nella prima parte viene seguito il ritorno nel Friuli italiano dei lavoratori emigrati, con i conseguenti problemi di disoccupazione, a stento mitigati dai finanziamenti statali; vengono approfondite le mobilitazioni contro la disoccupazione e l'aumento del carovita. Nella seconda parte, viene seguito il filone del pensiero e dell'azione irredentista in Udine.

Le donne italiane nella Grande Guerra. Un bilancio storiografico (1990)(1991)(1992)(1993)(1994)(1995)(1996)(1997)(1998)(1999)(2000)(2001)(2002)(2003)(2004)(2005) Matteo Ermacora  1. Introduzione. p.13 Lo studio della componente femminile è divenuto un elemento importante della più ampia storia sociale della Grande Guerra non solo per la crescente consapevolezza del ruolo fondamentale che le donne giocarono nella tenuta del «fronte interno» ma anche perchè questo periodo si configurò come un momento di rottura degli «equilibri» fra i sessi, accelerando la trasformazione delle identità di genere. Il richiamo alle armi di milioni di soldati e l'espansione dell'economia di guerra aprivano ampi spazi d'azione per le donne che ebbero modo di sperimentare una maggiore autonomia e nel contempo videro moltiplicare i propri compiti sia a livello familiare sia nella sfera pubblica; la guerra infatti intensificò l'impiego della forza lavoro femminile accrescendone la visibilità sociale 1 . Si trattò di una mobilitazione «totale» e profonda dal punto di vista geografico, anagrafico e di ceto sociale, un processo rapido, caotico e non privo di contraddizioni: le donne furono protagoniste all'interno dello sforzo bellico ma furono anche oggetto di nuove attenzioni da parte delle autorità statali, divise tra istanze repressive e ricerca di consenso. Le operaie negli stabilimenti «ausiliari», le contadine, le tramviere, le impiegate, le «madrine di guerra», le crocerossine solo per citarne alcune, esprimono la varietà dei compiti ma anche atteggiamenti completamente diversi di fronte all'accettazione o meno della guerra, rendendo difficile la valutazione generale dell'esperienza femminile. Nel quadro del «fronte interno», in quanto protagoniste di una «società parziale», senza uomini, punto di raccordo tra l'esperienza del fronte e la difficile quotidianità del paese in guerra, le donne si rivelarono una sorta di catalizzatore delle tensioni e delle novità che si stavano verificando tumultuosamente: processi di urbanizzazione, incontro tra diverse culture contadine ed operaie, nuovi ruoli produttivi e familiari, diretto contatto con la burocrazia statale, precarietà, sofferenze e lutti ma anche entusiasmo e partecipazione nei comitati di assistenza e di propaganda patriottica; proprio in virtù di queste particolari e contraddittorie posizioni, tra «responsabilità e «libertà», le donne furono protagoniste di una inedita ricerca di spazi autonomi di azione 2 .

ABSTRACT (English)
In 1919 the story of Maria Botchkareva “Yashka”, a peasant woman who grew up in the world of the Siberian frontier was published in the USA. At the outbreak of the Great War Yashka asked and obtained to join the Russian army, and then became commander of the only female combat unit in the First World War. This article analyzes the significance of the 1919 volume as a testimony, and highlights the character of the human experience of Yashka, which came to the definition of herself through the feeling of unconditional loyalty to her country.
ABSTRACT (Italiano)
Nel 1919 uscì in America il racconto della vicenda di Maria Botchkareva “Yashka”, una contadina cresciuta nel mondo della frontiera siberiana che allo scoppio della Grande Guerra chiese e ottenne di arruolarsi nell’esercito russo, e poi divenne comandante dell’unica unità combattente femminile nella Prima Guerra Mondiale. Questo articolo analizza il significato del volume del 1919 come testimonianza, e mette in luce il carattere dell’esperienza umana di Yashka, che pervenne alla definizione di se stessa attraverso il sentimento di lealtà incondizionata al proprio paese.

This is a draft paper of work in progress on Jean Delville's life and work in exile in London during the Great War. Delville focussed his considerable talents in support of the War effort through his paintings, poetry and public addresses, and he became one of the central figures amongst the many Belgians in exile who voiced their opposition to Germany's aggression in Europe, and particularly in his homeland.

Abstract: The objective of this article is to determine the effect that the First World War (1914-1918) had on the political, social and cultural spheres of Costa Rican women at the beginning of the 20th century. For this, three types of documentary sources are considered: diplomatic reports, cultural magazines and press. In this way, the article analyzes, first, the study problems contributed by international historiographies of gender and women to the knowledge of the Great War; second, the socio-political overview of Costa Rican women at the time of the war is reconstructed; and third, it analyzes the different repercussions that this war had on women, taking into account the image of women about their participation in the war, their experiences during it as they lived in the country or on the European continent, their forms of distance mobilization and the ways in which this participation affected the shaping of the feminist movement of the time.
Keywords: First World War; Women’s History; Feminism; Costa Rica; Twentieth
Century.

Resumen: El objetivo de este artículo es determinar el efecto que tuvo la Primera Guerra Mundial (1914-1918) en las esferas política, social y cultural de las mujeres costarricenses de comienzos del siglo XX. Para ello se consideran tres tipos de fuentes documentales: informes diplomáticos, revistas culturales y prensa. De este modo, el artículo analiza, primero, los problemas de estudio aportados por las historiografías internacionales de género y de las mujeres al conocimiento de la Gran Guerra; segundo, se reconstruye el panorama sociopolítico de las mujeres costarricenses en el momento de acontecer la contienda; y tercero, se analizan las distintas repercusiones que tuvo esta guerra en las mujeres tomando en cuenta la imagen de la mujer sobre su participación en la guerra, sus experiencias en esta según residieran en el país o en el continente europeo, sus formas de movilización a distancia y las maneras en que esta participación incidió en la conformación del movimiento feminista de la época.
Palabras clave: Primera Guerra Mundial; historia de las mujeres; feminismo; Costa Rica; siglo XX.

As World War I ravaged Europe and the Ottoman military mobilized, Ottoman society sought to make sense of its involvement in the war. Officials, intellectuals, and everyday citizens struggled both to legitimize Ottoman participation and to justify the sacrifices. The near catastrophe of the Balkan Wars had only recently led them to an existential crisis, forcing them to reconsider their role and reimagine the New Ottoman community. Nevertheless, the state apparatus and Ottoman intellectuals, although agreeing to frame war propaganda around Islam, were indecisive as to what kind of national identity would best serve the war effort and the empire. Widespread illiteracy forced the state to rely mainly on oral and visual propaganda, while early drawbacks and the war’s duration convinced many conscripts and civilians alike to trust their own experience to make sense of the war.

Con l'inizio delle ostilità nel maggio del 1915 le province italiane nordorientali, teatro delle operazioni militari, furono dichiarate «zona di guerra»; questo territorio, gestito dall'autorità militare, era suddiviso in una ristretta « zona di operazioni » -che interessava le prime linee del fronte -e in una «zona delle retrovie», una fascia «mobile», profonda circa 10-40 km, che accoglieva le truppe a riposo, i servizi logistici e sanitari dell'esercito. Tra fronte e retrovie si insediò una massa di circa 2,5 milioni di soldati che interagì con le popolazioni e le istituzioni locali, determinando una sorta di «laboratorio» complesso e contraddittorio, che non è stato ancora adeguatamente indagato dalla storiografia. Nelle retrovie, all'intensa militarizzazione si sovrapposero molteplici fenomeni: trasformazione del paesaggio e delle comunità locali, coinvolgimento dei civili nell'economia bellica, regolamentazione della vita quotidiana 1 ; altresì, diversamente da quanto si verificò nel paese, la popolazione delle retrovie sperimentò una vera e propria «guerra totale» non solo per l'alto grado di mobilitazione ma anche perchè la violenza bellica fu drammaticamente presente attraverso gli ospedaletti, i cadaveri insepolti nei cimiteri, il controllo militare, gli internamenti, i bombardamenti aerei e le evacuazioni forzate 2 . In queste zone le ripercussioni del conflitto erano iniziate già nell'agosto del 1914, quando il rientro degli emigranti -163.000 nel solo Veneto -e in seguito dei «regnicoli», cittadini italiani espulsi dall'Austria-Ungheria, anticiparono i caratteri dell'« economia di guerra» e le necessità assistenziali di massa.

The article outlines the history of the building which once housed the German General Command of the 5th Army Corps (German: General-Kommando des V Armee-Korps) covering the time from its erection in 1889 to the outbreak of the Wielkopolska Uprising in December 1918 and the building’s takeover by Poles. Archive blueprints and the surviving iconography of the building provided an illustration for a discussion of the architectural concepts underlying the military quarters and the representative Wilhelmstrasse (today’s Al. Marcinkowskiego). In addition to discussing the building, the author presented the military careers of 5th Army Corps commanders of the period. These included Generals Günther Emanuel Graf von Kirchbach, Hermann von Strantz, Friedrich von Bernhardi, Robert Kosch, Adolf von Oven and Eduard von Below. The article explores their origins and military career paths, including their service in Poznań, as well as their later lives after leaving the city. In recognition of their outstanding military achievements during World War I, all of the commanders were decorated with the Order of Merit (Pour le Mérit). This highest military distinction in Germany was rarely awarded for service during the 1914-1918 period: only 687 soldiers received it during that time.

Esta pesquisa procura traçar um caminho para a discussão da competência crítica em informação
voltada ao projeto de uma cidadania ampliada na ágora digital, percorrendo os conceitos envolvidos
neste assunto. Para atingir os aspectos relevantes para a C.I. a respeito desta competência é
necessário compreender a ágora, a cidadania, os atributos de um cidadão engajado, o meio digital e
as redes sociais digitais, bem como as influências atuantes sobre o cidadão e as redes. É preciso
compreender a democracia e os movimentos sociais, além de entender o que é inclusão e letramento
digital, competência em informação, competência crítica e competência para a cidadania ampliada.
O objetivo maior é pensar em como despertar o gosto pela informação e pela construção do
conhecimento a fim de estimular o exercício de uma cidadania participativa. Muitos autores foram
necessários para singrar este caminho. É um longo caminho a trilhar, mas necessário à C.I. e de sua
responsabilidade, já que se trata de colaborar com a formação do conhecimento no cidadão que
convive neste cibermundo contemporâneo.

Organiser: Institute of History, Jagiellonian University; ZRC SAZU, Milko Kos Historical Institute
Venue: Jagiellonian University, Kraków; field trip to historical sites throughout Małopolska
Date: June 29 – July 1, 2022 (Wednesday–Friday)
Application deadline: February 1, 2022
Notification: February 15, 2022
Form of abstracts: electronic file (doc, docx, pdf), up to 300 words
Applications to be sent to: [email protected] (Kamil Ruszała); [email protected] (Petra Svoljšak)
Working language: English

Usually overlooked by Argentine historiography, the First World War nevertheless had a deep impact on its local contemporaries: it put foreign policy on the agenda of public discussion; polarized society; encouraged the citizens’ mobilization, and gave new impetus to the debates around national identity.
From a global history and a cultural history of the war, this book aims to reconstruct its repercussions on Argentine society and its transformations throughout the conflict, focusing on social mobilization and on cultural mediators.

The Vestry of Madona Dudu Church was an influential and rich entity that played a key role in helping and sustaining war efforts in the First World War struggle. Thanks to the founders, the vestry had a consistent wealth, including buildings, fertile lands, and other benefits that were under the administration of responsible people.
In 1913 the old church was demolished and the plan was to construct a new cathedral, but all the financial resources and the vestry’s goods were redirected to help the people that were suffering from the Great War. The unpublished documents that I studied are a testimony of the efforts and the consistent help of the Vestry of Madona Dudu Church for those that needed not only spiritual guidance but more likely material support.

The Great War is arguably one of the most significant conflicts in recent history. In this centenary year of the beginning of the First World War, as the grand narratives about the conflict come under renewed scrutiny and debate this conference focuses on the alternative forms of war heritagisation and commemoration emerging globally. In exploring other voices disregarded by the mainstream grand narratives of European geopolitics, we aim to explore the weight of how we are inheriting 1914. With over 50 million pounds being invested in the UK in local communities' projects to re-establish claims on the memory of 1914 we are interested in exploring perspectives from the periphery (ie local, indigenous, former colonies and other previously overlooked regions). This 15th Cambridge Heritage Seminar seeks to bring together researchers and practitioners from a wide array of disciplines and communities of practice to explore the range of narratives being constructed.

Paper proposals are due by 15 February to [email protected]. They should clearly outline the questions that will be addressed and the empirical evidence or case study that will be drawn on. The proposals should not exceed 400 words and should be accompanied by a short (150 word) biographical note.

La Primera Guerra Mundial tuvo una resonancia notable en la sociedad argentina, a raíz de los arraigados vínculos históricos, culturales, económicos y demográficos que la ligaban a Europa. Los efectos de la conflagración internacional se exteriorizaron en el plano económico: la guerra alteró la fluidez de las relaciones comerciales con el Viejo Continente, alentó consecuentemente el proceso de sustitución de importaciones, interrumpió los arribos de inmigrantes y dio origen a una coyuntura crítica caracterizada por una marcada conflictividad social. Pero también se hizo sentir en los planos político e ideológico, al suscitar nuevas reflexiones sobre la cuestión nacional y el rol del país en el concierto mundial, y al alimentar las luchas políticas internas, aspectos menos explorados por la historiografía. El estallido de la guerra y sus avatares generaron una notable movilización de la sociedad, polarizada en torno de los bandos que se enfrentaban en los campos de batalla europeos. El activismo social se expresó a través de un frondoso asociacionismo, de apasionados debates en la prensa y del recurso a las manifestaciones callejeras. Esta “cultura de la movilización” constituía una modalidad de intervención en la vida pública que reconocía enraizados antecedentes en el siglo XIX, cuando era vista como una práctica esencialmente liberal y democrática que contrastaba con la violencia y los vicios de los cuestionados procedimientos electorales. En el nuevo marco normativo inaugurado por la Ley Sáenz Peña, sin embargo, lejos de desaparecer como vehículos de la opinión, las manifestaciones parecieron reforzar su legitimidad, fundándose en la renovada apelación a la soberanía popular que caracterizó a la primera experiencia democrática argentina. Aunque este fenómeno se desarrolló en la mayoría de las ciudades del país, en este trabajo se abordarán específicamente las principales movilizaciones sociales que tuvieron lugar en la ciudad de Buenos Aires en torno de la Gran Guerra, atendiendo a su organización, sus demandas, sus lecturas de la coyuntura internacional y de la cuestión nacional, y su imbricación con el proceso de construcción de la ciudadanía. Con ello se aspira a obtener una comprensión más cabal de la cultura política de la sociedad porteña en la década inaugurada por el Centenario.

Questo non è un libro sull'Italia alla vigilia della Prima guerra mondiale, ma un'indagine su cosa la gente comune ha fatto per rimanerne fuori. Attraverso le vicende, spesso violente, occorse dall'agosto 1914 al maggio 1915 in oltre cinquanta città e in molte decine di paesi, si è, per la prima volta, portato alla luce la prassi del neutralismo in Italia, vale a dire l'altra faccia di quella strisciante guerra civile che di solito vede come protagonista l'interventismo. Emerge dal viaggio nelle piazze neutraliste una realtà a geometria variabile, per tempi, modi e caratteristiche sociali, ma sempre espressione di una più o meno ribelle o rassegnata «eccedenza» rispetto alla grande politica. Nei mesi in cui si gioca il destino del Paese, il neutralismo fa emergere un disagio che è un intellegibile, per quanto scomposto, segnale di dolente dissociazione popolare (l'affollata ritualità religiosa pro pace, la rilevante presenza pubblica delle donne, la vivace partecipazione dei soldati, l'incremento di azioni attribuite alla «teppa»). Che il segnale non abbia trovato una adeguata sintesi politica a livello nazionale nulla toglie alla forza, anche disperata, di quel movimento a cui, a cent'anni dagli avvenimenti, va restituito il giusto posto nella storia d'Italia.

Durante la Gran Guerra la neutralidad diplomática declarada por el gobierno argentino contrastó marcadamente con la aguda polarización de la sociedad en torno de los dos bandos en lucha. «Aliadófilos» y «germanófilos», como dieron en llamarse las corrientes opuestas de la opinión, protagonizaron intensos debates en la prensa y nutridas movilizaciones callejeras, en los que subyacían interpretaciones diferenciadas del nacionalismo. Asimismo, desarrollaron un prolífico asociacionismo, tendiendo sus redes de sociabilidad en las principales ciudades del país y nucleando a referentes de diferentes estratos sociales y tendencias políticas. La presente ponencia se propone
analizar las principales entidades del período, sus objetivos, organización, actividades y transformaciones a lo largo de la contienda.

In een vorig artikel belichtte ik de specifieke omstandigheden waarin jongemannen uit Groot-Beveren in het najaar van 1916 onder dwang van de Duitse militaire en burgerlijke autoriteiten werden opgevorderd om te gaan werden in Noord-Frankrijk en Duitsland. In deze nieuwe bijdrage ga ik verder in op de reisbestemming van arbeiders uit het generaal-gouvernement en op de arbeidskampen en de werkomstandigheden in Duitsland en elders. Er wordt hierbij bijzondere aandacht besteed aan de weerstand die de Duitse arbeidsdwangpolitiek voortbracht op zowel internationaal niveau, als op het lokaal-regionaal en individueel vlak. Ten slotte bestudeer ik de terugkeer van weggevoerden. Een besluitende beschouwing maakt de balans van de Duitse dwangpolitiek tijdens de Eerste Wereldoorlog

La Primera Guerra Mundial suscitó un intenso interés y un extendido activismo en la sociedad argentina, ligada a Europa por lazos históricos, económicos, demográficos y culturales. Este trabajo se propone trazar un mapeo de las movilizaciones protagonizadas por diferentes grupos sociales, determinar sus ritmos y su vinculación con los eventos internacionales, y caracterizar las identidades configuradas durante la contienda.

This article analyzes the role played by the images during the beginning of the Great War in one of the most modern and innovative newspaper of Buenos Aires: Crítica. The article argues that the First World War was a central topic in the communication strategy of the newspaper Crítica during those years and contributed to distinguish Botana’s daily from the rest of the newspapers of Buenos Aires. In this context, the different types of images published in this newspaper played a prominent role in its communication strategy during the Great War and were crucial to deploy a campaign of visual mobilization in favor of the Triple Entente.


Este artículo analiza el papel que desempeñaron las imágenes durante los inicios de la Gran Guerra en uno de los periódicos más modernos e innovadores a nivel visual como es el caso del diario Crítica. El artículo sostiene que la Primera Guerra Mundial fue un tema central en la estrategia comunicativa del diario Crítica durante esos años y contribuyó a distinguir al diario de Botana del resto de los periódicos de Buenos Aires. En ese marco, los diferentes tipos de imágenes que cotidianamente publicaba el diario  ―ya sean de la autoría de sus propios colaboradores como tomadas de publicaciones extranjeras― cumplieron un papel destacado en su estrategia comunicativa durante la Gran Guerra y fueron cruciales para desplegar una campaña de movilización visual en la opinión pública porteña en favor de la Triple Entente.

A tanulmány megjelenési helye: Tavaszi Szél (III. kötet). Budapest, 2017. 516-527 pp.            ( online elérhetőség: http://www.dosz.hu/dokumentumfile/TSZ_Kotet_III_2017.pdf )
"Az elmúlt fél évtized során, nem függetlenül a 2014-ben megkezdődött világháborús centenáriumtól, megnőtt az első világháborúval kapcsolatos forráskiadások száma, a korszakkal kapcsolatos kutatások pedig reneszánszukat élik. Az új kutatások egyrészt gyarapítják és árnyalják az első világháború esztendőivel kapcsolatos tudást, másrészt rávilágítanak a hiányosságokra is. Tanulmányom témája egy, a korszak kutatói számára nem annyira ismert napló, melyet jelenleg az Országos Széchényi Könyvtár Kézirattárában őriznek Quart. Hung. 2978. számon. Terjedelme öt vastag füzet, az általa lefedett időszak pedig 1914. december 5-től 1918. július 18-ig terjed. Teleki Sándor naplóját egyrészt a szerző személye teszi érdekessé. A különböző nagyszámú naplókiadások döntő többsége főképp két csoportot érint. Egyrészt a politikai, illetve katonai vezetőkét, a hagyományos politika-illetve hadtörténet szemszögéből, másrészt a fronton vagy épp a hátországban túlélni igyekvő kisemberét mikrotörténeti igénnyel. Teleki személye azonban egy átmeneti csoportba tartozott. Ugyan a főrendiház tagja volt, és politikai, valamint társadalmi szerepvállalása révén ismerte kora politikai vezetőit, azonban befolyását tekintve másodvonalbeli politikusok közé tartozott. Ebből fakadóan képes volt a háborút részben felülről látni, ugyanakkor jótékonysági munkássága és életmódja révén a hátország " kisemberének " nézőpontja sem volt ismeretlen számára. Teleki – akinek apja Petőfi jó barátja, Teleki Sándor a " vad gróf " volt – kora egyik jellemző politikuspályáját futotta be. Az 1848 eszméjéhez ragaszkodó, ugyanakkor fokozott közéleti szerepvállalástól visszavonuló édesapja hatására eleinte 48-as elveket vallott, azonban később édesapjával szembefordulva a kormánypárt jelöltjeként 1892-ben képviselői helyet nyert, melyet 1905-ig megtartott, valamint rövidebb ideig a delegációk tagja is volt. Később a főrendiház tagja volt, Tisza István lojális párthíve. Felesége, a kor ismert és elismert feminista írója és aktivistája, Teleki Sándorné Kende Júlia, írói álnevén Szikra volt. Teleki naplóját másrészt a rendeltetése teszi érdekessé. Szerzője kifejezetten azzal a céllal írta, hogy a közhangulatot és a mindennapokat, valamint az emberek világháborús időszakban való viselkedését rögzítse saját mindennapjainak történései alapján. Emellett naplójának további érdekessége, hogy szerzője tudatában volt annak a ténynek, hogy a hátország számára rendelkezésre álló különböző információs források sokszor egymásnak ellentmondtak, megbízhatóságuk pedig kétséges volt. Teleki pedig ennek fényében igyekezett kialakítani véleményét, és azonosítani a hírforrásokat. Tanulmányomban – melynek vázát a DOSZ 2017. évi Tavaszi Szél konferencián elhangzott előadásom képezi – be kívánom mutatni az öt füzetből álló naplót és szerzője pályáját."

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, la mobilitazione delle masse rappresentò un compito a cui, seppur per ragioni differenti, né le forze imperiali, né le élite intellettuali nazionali dell'Impero zarista poterono sottrarsi. Simboli ed elementi delle diverse mitologie nazionali furono impiegate come strumenti di mobilitazione culturale. A questo fine, gli intellettuali lituani impiegarano ampiamente la memoria della battaglia di Grünwald (1410) e dei "Cavalieri teutonici". Allorché l'occupazione tedesca ebbe inizio, la categoria di "brutalità teutonica" iniziò a essere utilizzata per dar senso a un conflitto di dimensioni mai viste prima. Grünwald (1410). When the German occupation began, the Lithuanians used the category of "Teutonic bestiality" to make sense of their experience.

Осенью 1912 г. началась Первая балканская война, в которой Сербия стремилась получить выход к Адриатическому морю. Однако притязания Белграда натолкнулись на жесткую позицию Вены, выступавшей за создание Албании в границах, ставящих крест на сербских планах. Ни одна из сторон не желала уступать, австро-венгерское руководство перешло к демонстративным угрозам. В данной статье рассматривается отношение различных слоев российского общества к возможности вооруженного вмешательства в защиту Сербии и анализируются причины занятых ими позиций. Констатируется, что в целом общество все более и более становилось готовым к войне, но не из-за защиты Сербии, а из-за сохранения чувства достоинства перед агрессивными действиями Австро-Венгрии

In the aftermath of the First World War, violent social conflicts arose throughout Italy and caused deep fears and anxieties among wide sections of the economic and social élites. The paper aims to analyse these conflicts from the point of view of the rural propertied classes of the Po Valley to show the complex relationships between their emotions, political cultures and violent practices. Emotions like anxiety, fear, anger, insecurity, but also hope and resoluteness played a central role in escalating violent practices as a reaction against uncertainty, and in legitimizing new political cultures. These mentalities and feelings had often their origin in previous experiences; therefore, although the paper focuses on the aftermath of the Great War, the pre-war period will be examined as well. The aims of the paper are twofold. First, it examines the emotions of rural propertied classes, and in particular the fear for a social revolution. Secondly, it seeks to analyse the performative functions of these widespread feelings, relating them to the emergence of self-defence practices and subversive political strategies. The study of fears and hopes of agrarian middle-classes allows us to understand the mass support which the fascism was able to gain.

Kdor je obiskal prestolnico zvezne države Viktorije in drugo največje avstralsko mesto Melbourne, se gotovo spominja spo menika oziroma svetišča spomina (Shrine of Remembrance). Skozi odprtino v stro pu v tradiciji »astronomsko« specifičnih Stonehengea in majevskih piramid v svetišče vsako leto 11. novembra točno ob 11.00 posveti sončni žarek (Ray of Light) ter osvetli besedo »ljubezen« (love). Jasno, gre za počastitev trenutka, ko so leta 1918 v zloglasnem železniškem vagonu št. 2419 D v gozdu v bližini Compiegna podpisali premirje Francozi in Nemci. Svetišče spomina so po pestri poti od zasnove do postavitve posvetili 11. novembra 1934 vsem padlim prebivalcem Viktorije, danes pa je spomenik posvečen vsem Avstralcem v vseh vojnah.

(www.numismatics.org/aod) Art of Devastation is a new catalogue and research tool designed to help in the identification, cataloguing, and contextualization of the abundant and varied types of non-monetary numismatic items issued during and immediately after the First World War (1914-1918). These items include art medals, commemorative medals, and tokens, but do not include military decorations. Art of Devastation aims to be the first comprehensive, easily searchable, linked data catalogue of the c.10,000 different types of medals and tokens produced in response to this major conflict.