Italian Medieval and Renaissance Theatre and Spectacle

This course surveys the development of theater architectures, stage spaces and technologies from the ancient world through the 21 st century. The course satisfies the interdisciplinary college option. The survey will be contextualized in terms of prevailing social conditions and performance styles.

In 1598 the Duke of Mantua had Battista Guarini's "Pastor fido" performed magnificently to celebrate the passage of the bride of Philip III of Spain. The choice of this pastoral tragicomedy for such a political occasion was remarkable, since critics had attacked Guarini's play for immorality, and attempts to stage it had been fraught with technical difficulties. This article explores how the content and performance style of the "Pastor fido" were adapted to reflect the courtly and ethical ideals of the audience, and the political aspirations of the patron, paving the way for the success of this new dramatic genre on the court stage.

Commedia dell'Arte Scenarios gathers together a collection of scenarios from some of the most important Commedia dell'Arte manuscripts, many of which have never been published in English before.

Each script is accompanied by an editorial commentary that sets out its historical context and the backstory of its composition and dramaturgical strategies, as well as scene summaries, and character and properties lists. These supplementary materials not only create a comprehensive picture of each script’s performance methods but also offer a blueprint for readers looking to perform the scenarios as part of their own study or professional practice.

This collection offers scholars, performers and students a wealth of original performance texts that brig to life one of the most foundational performance genres in world theatre.

Il saggio indaga sul probabile esordio di Iacopo Sannazaro quale organizzatore di feste ed autore di farse
per i reali aragonesi. Il ms. x.B.67 della Biblioteca Nazionale di Napoli contiene la Vita di Costanza
d’Avalos di Giovan Tommaso Moncada e, secondo quanto riferisce Gio. Battista Crispo, i festeggiamenti
per le nozze di Costanza con Federico Del Balzo, celebrate nel 1477 e politicamente strategiche, furono
organizzati da Iacopo Sannazaro. Impropriamente etichettati come «farsa» da Francesco Torraca,
questi festeggiamenti sembrano particolarmente interessanti per la laus coniugii di stampo umanistico
che Sannazaro fece recitare ad Imeneo e per l’insieme degli apparati nuziali che gettano le basi per quel
‘mito’ di Costanza d’Avalos che si alimenterà nei decenni successivi.

in: La Terra delle meraviglie. Teatro e musica tra Ville e Delizie, a c. di Associazione De Humanitate Sanctae Annae, Ferrara, Faust Edizioni 2019 Premessa o avvertenza (di mero buon senso, al limite della tautologia col rischio della banalità, ma indispensabile…). A differenza della matematica che proverbialmente è detta non opinabile (anche se la frase in sé è frutto di una citazione scorretta e dunque discutibile), la somma degli anni di un secolo può non dare 100 come risultato quando usciamo dal calcolo puramente temporale. Un periodo cronologico infatti non può, non deve, avere una corrispondenza semplicemente numerica, perché le cose cambiano quando ci si distacca dalla genericità di cifre che fungono da cornice e si fa riferimento all'interno del quadro fornito da avvenimenti storici, condizioni di vita, civiltà, cultura, costumi, come opportunamente insegna tra le altre definizioni la voce "Secolo" del Vocabolario Treccani. Alla

Durante l'ottobre 1943, nella ritrovata quiete della masseria Cugno di Volpe, la tenuta di famiglia sulla Murgia andriese -nei pressi di Castel del Monte -dove si era ritirato a studiare, Vincenzo De Bartholomaeis, ! ormai in pensione da sei anni, terminava la revisione di Le origini della poesia drammatica italiana, secondo Angelo Monteverdi «l'opera sua maggiore, quella che ci dà la più chiara testimonianza del suo ingegno e della sua dottrina», " nella quale aveva riversato e compendiato trent'anni di ricerche a tutto tondo sul teatro medievale riuscendo a gettare, su un fenomeno -ben oltre l'aspetto letterario -centrale della nostra cultura, una luce del tutto nuova e ancor oggi insuperata.

The paper discusses the role and evolution of Carnival as a major public spectacle in 17th-and 18th-century Malta. What originally consisted of a short period of bounty, preceding the rigours of the Christian Lent, was transformed-through discussed strategies-into an increasingly elaborate public spectacle, primarily by the Baroque State. The rise of the theatre, the coccagna and the elaborate floats, harnessed Carnival into a public relations exercise aimed at demonstrating that a hybrid of power and paternalism was characteristic of political absolutism.

This paper intends to provide an initial draft and a methodological framework for further investigations about the use of the statues of the crucified and dead Christ during the representations of the Passion from the XIV to the XV century. In particular, I will discuss four different types of artifact: crucifixes with movable arms; so-called ‘talking’ crucifixes that have unmovable limbs but a movable tongue; jointed sculptures of the suffering Christ and artifacts made with several materials, coated with leather and totally jointed; carved statues of the dead Christ lying in a wooden sarcophagus covered with paintings. My proposal is to distinguish them according to those features that link to different performative actions and, therefore, to different rites celebrated in different spiritual contexts. I consider each of these artworks as a ‘performative image’, that was probably used for a specific performance, playing a certain scene on a very clear ‘stage’ in front of a particular audience.

Una piazza aperta, dalla forma ellittica, su cui si affacciano il campanile e il palazzo pubblico, le case e i portici. E' questo il logo del progetto culturale. Dall'agorà dei Greci alla piazza del Comune, la piazza ha sempre rappresentato il cuore della città. Nel villaggio globale, la piazza del progetto culturale è un luogo dove incontrarsi, confrontarsi e riconoscersi attorno alle idee e ai problemi. È anche il luogo dove pensare più a fondo e alla luce della fede le questioni fondamentali della cultura. È, infine, il luogo dove comunicare tutto questo agli altri, nella convinzione che la comunità nasce anche dalla comunicazione... Nasce per promuovere la ricerca storica sulle Sacre Rappresentazioni in Italia, raccogliere e catalogare il materiale pervenuto con lo scopo di creare un Centro di documentazione. Svolge il ruolo di coordinamento dei Sodalizi aderenti; rappresentanza nei confronti degli Organi istituzionali e di tutte le realtà che operano a livello nazionale ed internazionale; tutela degli interessi dei propri associati. Si occupa di informazione, consulenza, promozione delle manifestazioni della Passione La Diocesi di Gubbio, parte di quell'Umbria da cui tanto fermento popolare in tema religioso ebbe origine nei tempi trascorsi, continua ad ospitare tra le più antiche e prestigiose testimonianze di come la gente sente ed interpreta il mistero pasquale.

Chapters from "Man Tovà -- L'interculturalità in scena": "Leone De' Sommi", "Leone De' Sommi dal Talmud al teatro", "La trilogia ebraica", "I Salmi", "Tzachut bedichuta de qiddushin", "L'anima del teatro", "I testi desommiani per la scena", pages 156-243

Nella Napoli dei Re d’Aragona (1442–1504) le presenze
della poesia orale nei luoghi dell’intrattenimento umanistico e del
teatro aragonese giocano un ruolo determinante nel cerimoniale
cortigiano e nelle strategie di politica culturale del Regno Aragonese. Il
presente studio mira a rintracciare esempi di scritture, storie e materiali
legati a una recitazione estemporanea replicabile in diverse occasioni
di cerimoniali di corte o degli episodi politici. Una recitazione che
non può essere compresa se non messa in relazione con una visione
unitaria della festa di corte che qui si propone di investigare attraverso
le presenze della voce del ‘nuovo’ poeta umanista — diplomatico
e oratore, storico e cerimoniere, poeta e performer — e delle sue
pratiche dicitorie e recitative nella società di corte.

Nel 1980, aprendo il convegno intitolato Le laudi drammatiche umbre delle origini, Federico Doglio descriveva il più antico repertorio dei disciplinati come «una nuova drammaturgia, tanto fortemente radicata nel suo contesto originario, tanto intensa quanto 'intima', rappresentata nell'Oratorio a vantaggio dei Devoti, e che, solo nei decenni del primo Trecento, diventerà autonoma e sarà recitata all'aperto davanti al popolo, iniziando quella parabola che la muterà poi in ampia, spettacolosa e scenograficamente suggestiva Sacra Rappresentazione» 1 .

This is the full text and map book (image document separate from and attached to the end of the text) of my undergraduate Bachelor's thesis completed and defended in May 2010. I received high honors and the Alumni Award in the History of Art for this project.

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The essay reexamines an early Cinquecento Florentine comedy in verses. Anepigraphic in the manuscripts, the comedy circulated since the first printed edition, at the end of the XVIII century, under the title “Commedia in versi”. At first scholars have attributed the work to Machiavelli because they had found the text in an original manuscript of him. Since 1892, however, they have identified the “Commedia in versi”, as a work of Lorenzo di Filippo Strozzi. The main evidence for this attribution are the words that Lorenzo di Filippo penned on a manuscript of the commedia that he co-pied. Scholars have so far believed that Machiavelli transcribed Strozzi’s work as a gesture of kindness and gratitude to his protector. The collation of the manuscripts instead reveals that the original text of the commedia is not that copied by Strozzi but that copied by Machiavelli. The author of the “Commedia” is therefore Machiavelli, not Strozzi. The language and the style of the text too point to Machiavelli, and indicate that the “Commedia in versi” is the missing link between early XVI century Florentine theater in verses and “Mandragola”.

A partire dalla seconda metà del secolo XV, la nascente industria tipografica offrì ai principi e ai signori italiani un mezzo di comunicazione efficace per rendere ancor più noto il fasto dei propri festeggiamenti dinastici. Nel febbraio 1489, Isabella d’Aragona, nipote del re di Napoli, sposò a Milano il duca Gian Galeazzo Sforza. Pochi mesi dopo, per i tipi di Antonio Zarotto, furono edite le Nuptiae Ducis Mediolani di Stefano Dolcino, recanti un resoconto in latino dell’evento. Dell’opuscolo si ricostruiscono le vicende redazionali, cercando nelle sue carte indizi utili alla comprensione delle forme e dei significati degli spettacoli per l’occasione, insieme alle tracce di un uso sperimentale della stampa per presentare l’immagine del duca quale principe magnifico al pubblico dei lettori.

"[It] Il volume raccoglie interventi di studiosi italiani e stranieri miranti a offrire una panoramica di percorsi storiografici e di problematiche relativi alla storia del movimento confraternale, così come sono emersi nell'ambito di discipline storiche, sociali, giuridiche, letterarie e artistiche sviluppatesi nel corso del Novecento. I contributi si riferiscono al contesto storico dell'Europa occidentale, con più specifico riguardo per l'Italia, nel periodo compreso fra medioevo e prima età moderna. La raccolta si articola in quattro sezioni: Individui e gruppi, che sonda l'emergere di un interesse verso le comunità confraternali all'interno di ambiti di studio come la storia dei gruppi sociali, del mondo rurale, delle donne, dei giovani; L'inquadramento giuridico e istituzionale, che affronta problemi di legittimità e di assetto istituzionale; L'economia della carità, che analizza il rapporto delle confraternite con gli enti ospedalieri, le modalità amministrative dei patrimoni confraternali, le culture di governo che sottostanno a politiche assistenziali di cui le confraternite sono tramite principale; Testimonianze teatrali, musicali, artistiche, documentarie dedicata alle fonti che le confraternite hanno saputo trasmettere.

[En] This book is a collection of articles by Italian and foreign scholars designed to offer an overview of the processes and issues involved in the history of the confraternity movement, as yielded by studies in the historical, social, legal, literary and artistic spheres in the course of the twentieth century. The articles deal with the historical context of western Europe, and more specifically with Italy, in the period comprised between the Middle Ages and the early Modern Age. The collection is divided into four sections: Individuals and groups, which explores the emergence of an interest in confraternity communities in disciplines addressing the history of social groups, of the rural world, of women and of young people. The legal and institutional framework deals with issues of legitimacy and institutional structure. The economics of charity analyses the relations between the confraternities and the hospital structures, the procedures for the administration of the assets, and the strategies of governance underlying the policies of aid of which the confraternities were the principal instrument. Finally, the section Theatrical, musical, artistic and documentary evidence is devoted to the sources that have handed down evidence of the operation of the confraternities."

This contribution represents the first attempt to provide a complete overview of the Renaissance works related to ancient clothing (de re vestiaria) composed between the mid-fifteenth and mid-seventeenth centuries. The structure, approach and method for each treatise are defined in order to demonstrate the evolutionary path of this phenomenon, which was particularly relevant to the cultural life of the time. Two case studies complete the present work, revealing the impact and various ramifications of this knowledge on the development of applied arts. The first concerns an exploration of the influence exerted on theatrical costumes in Italy by antiquarian studies through a comparison between the Poenulus directed by Tomaso Inghirami in Rome in 1513 and the Edipo Tyranno performed by the Accademia Olimpica in Vicenza in 1585. The second concerns an integrated analysis of the relationship between the works on ancient garments and the iconographic patterns of the fresco paintings at Fontainebleau in France, which could shed further light on the identity of iconographers of the Gallery of Francis I.

Edizione moderna commentata della favola pastorale "Nigella", pubblicata dal veronese Giovanni Fratta nel 1582. Tra le prime testimonianze di drammaturgia pastorale, l'opera documenta lo sguardo attento e critico dell'autore, in dialogo con l''"Aminta" di Tasso rappresentata a Verona nel 1581, nell'ambito delle attività promosse dall'Accademia Filarmonica.

The historical and political events that affected the Duchy of Milan, after Ludovico Maria Sforza’s fall, did not favored nor the organization of frequent festivities or, above all, the invention of new theatrical experiences, essentially limitating to repeat the theatrical typologies in vogue from the fifteenth century.
For this reason, rather than to dwell on the analysis of a few single episodes, this paper has outlined a framework of ceremonial and theatrical models, which, from the Visconti to the Sforza’s age, were developed by the Milanese court. Since the days of Azzone Visconti, followed in this choice by his successors until the last Sforza, the Dukes decided to be guided by the modules of the French-Burgundian International Gothic, and of the ostentatious luxury involved by that style, to legitimize their princely status in the eyes of both the subjects and of the other European political potentates.
In terms of theater history, the option for the Gothic led, on the one hand, to the prevailing organization of knightly games, as jousts and tournaments, still in vogue at the beginning of the sixteenth century, and to a constant reference, in the civic celebrations such as the offerings at the Fabbrica del Duomo, to the tradition of triumphal Franco-Burgundian entries; on the other hand, to a certain coldness to the new use of the performance of Terence and Plautus’s comedies which, for example at the courts of Ferrara and Mantua, was supplanting the old ways of festive celebration in the italian courts.
In ceremonial practice the real change came with Carlo Borromeo who, in resetting a religious ceremonial intended to give the town Church new centrality and dignity, also obtained the result to awaken that sense of civic identity which, under the domination of the Visconti and the Sforza, was strongly weakened.

Il lavoro guarda alla teatralità e alla festività della Napoli aragonese di fine Quattrocento, proponendo
anzitutto alcune riflessioni sul protagonismo dei letterati accademici pontaniani quali
animatori e ideatori delle varie forme spettacolari di corte (dalla poesia recitata alla produzione
di farse e gliommeri). L’autrice propone, quindi, un approfondimento sulla figura di Pier Antonio
Caracciolo, di cui viene ricostruito il profilo bio-bibliografico. Della sua ricca produzione di
farse allegorico-morali e popolareggianti non resta che il testo del Magico, recitato dallo stesso
Caracciolo alla corte di Ferrante e tràdito dal ms. It. 265 della Staatsbibliothek di Monaco di Baviera.
L’autrice ne compie un’approfondita analisi tematica, mettendone in risalto il sapiente intreccio
tra la componente encomiastica e molteplici istanze filosofico-letterarie (ermetismo, magia
naturale e credenze popolari, edonismo), funzionali a creare un sapiente gioco di
ammiccamenti eruditi certamente rivolti al Sannazaro e agli altri letterati presenti a corte.

, as part of the week-long festivities celebrating the wedding by proxy of Maria de' Medici and Henry IV of France, a new type of divertimento was staged inside the Pitti Palace in Florence. The performance was given in the apartments of Don Antonio de' Medici (1576-1621) for the enjoyment of the official wedding guests of Grand Duke Ferdinando I de' Medici (1549-1609), as well as a small number of Florentine courtiers. The piece was a poetic text set to music, staging a happy-ended version of the myth of Orpheus and Eurydice in stile recitativo. It bore the title Euridice and is often considered today to have constituted the first courtly opera. The performance also included an element that is usually absent from most modern operas: it was enhanced by ballets, sometimes involving the whole cast, as during the finale.1 Euridice's libretto had been composed by the poet Ottavio Rinuccini (1562-1621), while the music was a creation of Jacopo Peri (1561-1633), both artists having worked in close collaboration with their patron, the Florentine merchant and music lover Jacopo Corsi (1561-1602). Corsi had financed and organised most of the court performance and went so far as to play the harpsichord to support the efforts of his protégés during the event. These men were not only tied by bonds of patronage and friendship; they were also tightly * I am very grateful to Tim Carter for his thorough comments on one of the last drafts of this essay. I also thank Anne Piéjus for her detailed remarks on the initial conference paper. 1 Tim Carter, 'Epyllia and Epithalamia: Some Narratives Frames for Early Opera' , forthcoming, p. 17, also underscores that the performance was followed by two hours of communal court dancing. See Angelo Solerti, Musica, ballo e drammatica alla corte Medicea dal 1600 al 1637; notizie tratte da un diario, con appendice di testi inediti e rari (Florence: R. Bemporad & Figlio, 1905), p. 25, n. 1, where the Ambassador of Parma is quoted as having reported that after the performance 'poi si ballò piu di due ore, mesticate la Regina e l'altre principesse con le private, et si fini la festa' .

Tra condanne e la definizione di una nuova estetica teatrale. 2 di Vincenzo Ruggiero Perrino 3. Forme performative e drammaturgiche tra il V e il IX secolo È con Giovanni Crisostomo, autore tra l'altro dell'omelia Contra ludos et theatra, che, all'inizio del V sec., il discorso sugli spettacoli pare iniziare ad interrogarsi anche sulla questione di presunti spectacula christianorum. Crisostomo parla, attraverso esempi, descrizioni e metafore, degli spettacoli come elemento "necessario" della vita urbana, giungendo ad individuare un doppio senso della metafora spettacolare: la vita è un gioco-recita; la vita è un agone. Dal momento che il teatro incide sulla vita degli uomini più della chiesa (abbiamo detto che la cultura dello spettacolo pervadeva la società, che le masse non rispettavano i divieti imposti dalle gerarchie ecclesiastiche, e che lo stesso potere imperiale si serviva del teatro in chiave di persuasione politica), sussiste la necessità di un'osmosi del giudizio cristiano, affinché penetri nella vita attraverso un continuo impegno formativo, anche perché gli spettacoli non svolgono nemmeno una funzione compensatoria, acuendo, anzi, l'insoddisfazione sociale 1. Nella visione di Crisostomo, la chiesa diventa l'anti-teatro e pertanto deve assumere un ruolo educativo: la lettura e l'ascolto della parola di Dio divengono azioni contro la visione spettacolare. Inoltre, ci dev'essere una continuazione domestica dell'esperienza ecclesiale, in funzione oppositiva e per prevenire il rischio di trasformare la casa in un teatro. Perciò, la casa deve diventare l'ambito di un'educazione antispettacolare ispirata al modello ecclesiastico. Resta, infine, la questione degli spettacoli cristiani, che possiamo distinguere in spettacoli spirituali, di cui i cristiani possono essere protagonisti e spettatori, e le alternative cristiane agli spettacoli. I primi, per Crisostomo, sono spettacoli del teatro interiore, oppure spettacoli celesti, non suscettibili di incarnarsi in un'effettiva performance con attori in carne ed ossa e in un teatro materiale. A questi sono ascrivibili la valenza spettacolare di certi avvenimenti evangelici e l'anti-spettacolo della predicazione, che offre verità e non finzione, che non abbisogna di strumenti per l'annuncio, della quale il proscenio è il cielo intero e il teatro il mondo 2. Crisostomo parla anche di alternative 1 Crisostomo affronta anche altri problemi legati alla spettacolarità, che qui non possiamo adeguatamente trattare: la mancanza di una coscienza critica del fenomeno spettacolare, la cui pericolosità non è avvertita; le dimensioni sociopolitiche del problema della spettacolarizzazione; lo spettacolo della miseria e della sofferenza; i giudei e la loro religione-spettacolo; i barbari e i contadini come gente senza spettacoli; le donne come spettacolo; il problema dello sguardo; su tutto questo, cfr.

Il Rinascimento è caratterizzato anche da un forte sentimento antigiudaico [...]. Mantova (città della manna buona) grazie alla politica di tolleranza dei Gonzaga nei confronti degli ebrei, produrrà un notevole processo di crescita economica e culturale. La versatilità performativa che caratterizza l'ambiente ebraico avrà l'effetto di connotare alcune figure professionali che, attraverso i loro trattati, segneranno la linea di demarcazione fra il dilettantismo e il professionismo. Un viaggio nel mondo dello spettacolo da cui emergono le figure del calibro di Guglielmo da Pesaro per la danza, Leone de' Sommi per il teatro e Salomone Rossi per la musica.

It is a Friday night in Milan at the turn of the seventeenth century. The hour is nearing midnight and the streets are quiet, save for the ringing of church bells. At various points in the darkened city, in the piazze and on street corners, companies of men and women begin to gather at large columns surmounted by crosses. The lanterns arrayed at the bases of the columns and the processional crosses waiting nearby indicate that the assembled crowds will not be staying long.1 Carrying a cross before them and chanting the Ambrosian Litany of Saints-"Holy Mary, pray for us! Saint Michael, pray for us!"-all at once they begin to move. The chorus is amplified as companies meet along the way, falling in behind one another to process along the main arteries of the city until they converge at its heart: the immense cathedral, still under construction. Here and there, flashes of torchlight reveal small panel paintings mounted on these processional crosses, each depicting an episode of the Passion of Christ.

Giovan Maria Cecchi (1517–1587) was the most prolific and popular of sixteenth-century Florentine dramatists. His best-known play, L'Assiuolo ( The Horned Owl), brings to the stage the amorous adventure of two students at the university of Pisa who fall in love with the same married lady. Through a servant's ruse they both succeed in gratifying their senses and in establishing a love affair that will see them through their undergraduate career.

This chapter explores the complex and still obscure relationship between Italian literary academies, which often engaged in amateur theatricals, and professional actors who formed part of the new theatrical companies (commedia dell’arte) which emerged on the theatrical scene at around the same time. By exploring particularly the cases of Adriano Valerini, Isabella Andreini and her son Giovan Battista Andreini, it is argued that some academies by the end of the sixteenth century showed greater openness to comici and particularly to female virtuose. This would lead at the start of the following century to changes in the relation between professionals and amateurs, especially where academies themselves became more hybrid.