Capodimonte

"Con l'avvento di Carlo si erano, dunque, create le premesse socio-politiche per un' effettiva ristrutturazione della città e per una generale trasformazione edilizia (…)", la presenza del nuovo sovrano portò a "un più vivo contatto con i maggiori centri europei, il diffondersi dell'illuminismo e di una cultura ispirata ai modelli francesi", determinando "un generale risveglio dal provincialismo del periodo vi-cereale. (…)" 1. È quanto scrive Giancarlo Alisio a proposito dell'inizio del Regno indipendente di Napoli e di Sicilia stabilito, a partire dal 1734, per le condizioni politiche europee e ottenuto con pervicacia per volere di Filippo V e di Elisabetta (Isabel) Farnese. Di fatto-come emerge dalla storiografia 2 è possibile leggere due fasi del regno di Carlo: la prima, caratterizzata da un naturale tutoraggio della Casa Reale spa-gnola che si manifesta con un controllo diretto dell'apparato diplomatico/politico (basti citare la presenza ingombrante di José Joaquín de Montealegre, prima Duca e poi Marchese di Salas fino al 1746); e una seconda caratterizzata da una mag-giore apertura verso politiche e progetti di stampo europeo, con altri diplomatici e collaboratori, e con la presenza di noti architetti provenienti dall'ambiente ro-mano come Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga, dove si riconosce un salto di qua-lità voluto proprio dal sovrano, con i grandi progetti della Reggia di Caserta (la nuova capitale) e dell' Albergo dei Poveri (un'utopia sociale). In tal senso la figura di Carlo di Borbone, re di Napoli e di Sicilia fino al 1759, divenuto poi, re di Spagna con il titolo di Carlo III, sino al 1788, risulta piuttosto emblematica e rappresentativa. Ci porta a proporre naturalmente alcune prevedibili osservazioni sull'affinità e sulla similitudine di contesti culturali, sociali e architettonici; su una scontata continuità di intenti e su una costante osmosi vissuta tra i due paesi G.C. Alisio, Urbanistica napoletana del Settecento, 1979).

Truth Unveiled by Time from Michelangelo Naccherino to Cosimo Fanzago

The recent presence on the antiquarian market of a statue representing Truth Unveiled by Time offers the occasion to review the tormented history of this colossus in marble. After having been left incomplete by Michelangelo Naccherino at his death and sold by his widow to the Carthusian Monastery of San Martino in 1624, the block of marble was repeatedly reworked, probably by the hand of Cosimo Fanzago. A short poem written by Federigo Meninni in 1669 took the allegorical statue as its subject, seen as a work by Fanzago. It was only one of several lyrics dedicated to that artist and his work by poets in the Seventeenth century – a few of which examined here for the first time – that bear witness to the close connection between the sculptor and Neapolitan post-Marino literary circles, not infrequently enlivened and promoted by his own patrons. Before turning up in a well-known Florentine collection in the last century, in the Eighteenth century the work was donated by the Carthusians to the Bourbons who had it erected in the Bosco di Capodimonte.

Studi sulla Campania nell'Antichità OEBALUS SCIENZE E LETTERE ROMA Studi sulla Campania nell'Antichità OEBALUS -9, 2014 INDICE 1. Eliodoro Savino, Caligola e il ponte di barche tra Baia e Puteoli: una reinterpretazione, pp. 7-26. 2. Porfirio Monda, Una nuova antefissa arcaica da Fratte, pp. 27-38. 3. Mario Notomista, Breve nota sulle trasformazioni architettoniche della Villa di Diomede a Pompei, pp. 39-62. 4. Heikki Solin e Paola Caruso, Dai nomi alle aree sepolcrali. Memorie beneventane da epigrafi note ed inedite, pp. 63-90. 5. Alfredo De Luca, Proposta di identificazione per il cosiddetto busto di Livia da Stabiae, pp. 92-102. 6. Maria Amodio, Materiali per lo studio delle catacombe napoletane di S. Severo alla Sanità, pp. 103-158. 7. Carlo de Simone, Varia etrusca. 1) Ancora la mozione . 2) Sul pertinentivo. 3) Il gentilizio latino-etrusco Vederna, pp. 159-198. 8. Giuseppe Camodeca, Iscrizioni latine inedite di Nola e Abella, pp. 199-226. 9. Antonia Serritella, Caselle in Pittari: un centro lucano nell entroterra del golfo di Policastro, pp. 227-242. 10. Helga Di Giuseppe, Pasti per una divinità presso il trivio della Porta Mugonia a Roma, pp. 243-284. 11. Umberto Soldovieri, Una nuova dedica all imperatore Caro da Cosilinum (rilettura di I.It., III, 1, 221), pp. 285-304. Recensioni, Maria Amodio, Le sepolture a Neapolis dall età imperiale al tardo-antico. Scelte insediative, tipologie sepolcrali e usi funerari tra III e VI secolo (Armando Cristilli), pp. 305-313. Abstracts, pp. 314-320.