AREE INDUSTRIALI DISMESSE

La città industriale costituisce un episodio relativamente recente nella storia delle nostre città; episodio di cui parliamo espressamente in questi termini da poco più di un secolo. Ai luoghi della produzione, da quando abbiamo cominciato ad individuarli come tali in quanto parti di città diverse dalla "città-città" ordinariamente intesa, con loro problemi, specificità e riconoscibilità autonome, possiamo riconoscere complesse dinamiche in questi ultimi due secoli di storia urbana. Come forse nessun altro episodio, tuttavia, la storia e le vicende della città della produzione-che esiste come esito e testimonianza materiale di una rivoluzione industriale-hanno segnato profondamente la struttura stessa della città ed hanno alterato, modificato e ridefinito processi quasi millenari di costruzione e modi d'uso dell'organismo urbano. La città industriale ha infatti posto all'attenzione problemi ed opportunità di dimensioni assolutamente inedite.

2009_Il Fronte mare di Pozzuoli /Area Flegrea in “La costa del golfo di Napoli: storia e innovazione”: la riqualificazione e la fruibilità del patrimonio storico-culturale della Campania; Massa Editore Napoli, 2009

An analysis of planning tools of the local and more wide-spreading area and of the plans and
measures currently being put into effect or scheduled, has provided an up to date picture of the
complex situation of the territory of Pozzuoli.
The last earthquake activity of the 1980s marked the beginning of a series of infrastructural
measures of considerable entity carried out with heavy large-scale financing, just as the closing
down of several old industrial plants in the early 1990s and the transformation of the Olivetti
factory into a technological park led to a process of re-conversion of the territory and the
beginnings of social and economic change, the effects of which are still being felt.
While raising the value of the archaeological and environmental heritage and strengthening rail
links in an area which has increasingly become a place of leisure and culture - re-inventing its own
future by realising the potential of its cultural identity - have played a fundamental role in terms
of territorial competitiveness, it is also true to say that operations of managerial interconnections,
urban and environmental redevelopment as well as the recovery of the precious historical
relationship between land and sea do provide the chance to transform latent potential into a
concrete opportunity for development. It is also worth stressing that the tradition-innovation duo
adopted in many cities that have set up creative strategies bound to urban, social and economic
renewal has turned out to be extremely fruitful in terms of socio-economic development.
This study is intended to highlight the need to put into operation extensive urban and
environmental redevelopment in those areas which appear compromised by the construction of
viaducts, tunnels, flyovers and overhead causeways and those fallen into disuse following
redirection of a stretch of the Cumana railway along the coast - areas of abandon and urban decay
- but also to identify buildings sited along the coast which have fallen into disuse and for which
a new function must be found.
Research results also point to the need to organise strategic action put in place by regional
planning and development measures in recent years, with numerous planning and design projects
that have been or are being carried out, through the detailed understanding of multiple aspects
ranging from the most pressing physical aspects to those perhaps more difficult to interpret
including social, cultural and historical aspects and most important of all the effective needs of the
inhabitants.

Tesi magistrale a.a. 2015-2016 in cui analizzo le teorie sul paesaggio naturale e antropico e quelle sulla percezione dello stesso.
Tentativo di valorizzare le aree dismesse dell'area in un percorso naturalistico, data la forte interconnessione di parchi locali tramite piste ciclabili.
Approfondimento sul paesaggio della fascia nord di Milano, attraversata dal canale artificiale Villoresi.
Caso-studio sulla riqualificazione dell'area ex-Alfa Romeo, dismessa alla fine degli Anni 90 e attualmente trasformata in uno dei centri commerciali più grandi d'Europa.
Illustrazioni realizzate tramite basiche operazioni GIS.
(perdonatemi alcuni grossolani errori di battitura!!)

Mezzogiorno. Prove di sostenibilità a cura di Maria Valeria Mininni, Ester Zazzero Campania. Napoli Est: prove di sostenibilità Michelangelo Russo, Università degli Studi di Napoli Federico II (il testo del paragrafo 2.2 è di Carlo Gasparrini)

Finito di stampare nel mese di Aprile 2008 da OFFSET STUDIO S.n.c. Palermo Il notiziario è consultabile sul sito www.contestiantichi.unipa.it Con un rinnovato Collegio dei Docenti, questo volume di Agathón documenta l'attività istituzionale del Dottorato, ad oggi svolta, che con selezione viene presentata alla comunità scientifica. Ricordiamo che con il termine tò agathón vogliamo indicare che questo notiziario è un bene, come prodotto, senz'altro utile agli stessi Dottorandi. Esso è suddiviso in tre sezioni. La prima sezione, Agorá, come lo spazio centrale e collettivo della polis greca, ospita i contributi offerti da illustri studiosi nazionali ed internazionali, esterni all'Università o di altri Atenei, su tematiche umanistiche e scientifiche, che si riferiscono alla letteratura, all'arte, alla storia e all'architettura. Qui sono pubblicati i contributi presentati a un seminario sul tema Teatro e Teatralità, con la partecipazione degli attori drammatici Galatea Ranzi e Luca Lazzareschi, e quelli relativi a questioni museografiche a cura di Sandro Pittini, docente a contratto alla Facoltà di Architettura "Aldo Rossi" di Cesena e di Micaela Sposito, docente a contratto all'Università degli Studi di Trento. La seconda sezione, Stoá, come il portico in cui il filosofo Zenone insegnava ai suoi discepoli, riporta i temi presentati dai Docenti del Collegio di Dottorato, su questioni che si riferiscono all'ambito disciplinare di loro pertinenza; qui sono pubblicati i contributi di Maria Clara Ruggieri Tricoli, Alberto e Cesare Pierluigi Sposito, Maria Luisa Germanà, Francesco Asta e Giuseppe Guerrera. Infine la terza sezione, denominata Gymnàsion come il luogo del cimento per i giovani greci che si esercitavano nella ginnastica e venivano educati alle arti e alla filosofia, riporta dei contributi presentati dai Dottori di Ricerca e dai Dottorandi, come estratti delle loro ricerche in itinere, Alessandro Tricoli, Carmelo Cipriano e Maria Désirée Vacirca. Particolari i contributi sullo stato dell'arte per la ricerca nanotecnologica, nelle nostre Sedi Universitarie, negli Istituti del CNR, nel Consorzio I.N.S.T.M. e nell'industria italiana. Questa iniziativa e l'attività editoriale sono state possibili grazie all'impegno del Collegio dei Docenti, in particolare al lavoro straordinario del Dottore di Ricerca Aldo R. D. Accardi e al supporto indispensabile di tutto il personale tecnico e amministrativo del Dipartimento. (Alberto Sposito)

Volume di Massimo Brunelli e Francisco Giordano.
Il torrente Aposa attraversa la città di Bologna portando con sé anche i ricordi – difficili – legati all’ultima guerra. I ricoveri sotto i ponti, i rifugi antiaerei, le aree militari e le Officine Rizzoli sono solo alcuni degli argomenti trattati in questo saggio fotografico che conduce il lettore in una riscoperta di eventi e memorie finora appartenenti solo agli archivi storici.Gli appassionati e i cultori di storia locale avranno modo di avvalersi, oltre agli studi dei due autori, anche di moltissime immagini inedite che documentano quelle mirabili architetture del passato quasi sbiadite dal tempo.
In occasione della scrittura di questo libro, la grande zona compresa tra i viali di circonvallazione e San Michele in Bosco è stata ripercorsa e ispezionata a fondo, soprattutto nelle sezioni sotterranee, per ricostruire nel dettaglio questa parte della storia della città ancora poco nota.

L'ultimo numero di TRIA, rivista internazionale di cultura urbanistica (www.tria.unina.it), propone il tema dei vuoti urbani e territoriali e le politiche di governo per "riempirli" di senso e di nuovo ruolo.
Si è colta l'occasione per evidenziare il caso di Colleferro (Roma), delle sue aree industriali dismesse e delle proposte locali e generali di intervento.

Per affrontare la generale condizione di crisi socio-economica, le comunità e le città riscoprono il valore strategico dei fattori localizzativi, quale condizione che favorisce la partecipazione delle piattaforme urbane alla competizione globale. Le istanze energetiche ed ambientali rilanciano il costruire nel costruito, suggerendo interesse prioritario per i vuoti urbani come le aree industriali dismesse. Se il locale non incide su queste priorità, è pronto un ritorno al protagonismo dello Stato. Nello scenario metropolitano di Roma, per esempio, si evidenzia il comprensorio di Colleferro, company town del Novecento, con vaste aree industriali dismesse: reti ed infrastrutture adeguate, paesaggi significativi quale esito della specifica storia industriale del sito. Il piano provinciale intende coinvolgerle per potenziare la piattaforma metropolitana di Roma: un intenso confronto locale e territoriale ricerca proposte operative. Da un lato si intende coinvolgere la filiera istituzionale su programmi urbanistici di intervento, riferimento di normativa consolidata ma non sempre efficiente nelle sue diverse caratterizzazioni, dall’altro si cerca di arricchire di valore la dimensione edilizia ritenuta più praticabile. Le criticità ambientali sono ampiamente governabili, ma di fronte ai tempi della crisi, il governo locale deve manifestare intensità e slancio, anche in vista delle possibilità di investimento che si prospettano con la nuova politica annunciata dalla BCE.

From 1995 AUDIS (Association of Urban Abandoned Areas) stimulates, through seminars, conferences and publications, the discussion about the regeneration of those areas improperly called urban voids. The main purpose of its activity is to define–observing what has been at the centre of the most recent debate – the best practice for the many different economic and social institutions involved in the process of regeneration of abandoned areas. The final result of this  long  activity  is  AUDIS  Charter  on  Urban Regeneration, presented in June 2008, a document that defines reference principles for developing and evaluating processes of conversion. The article analyses Charter’s “Quality Decalogue”, with reference to regeneration processes of former industrial areas.

The PhD thesis discussed by the author last March, has deepened knowledge of the former Akragas of Porto Empedocle, with reference to its origins, the phases of expansion and divestment, and aspects of identity (urban, architectural , environmental, landscape). In addition, to clarify what is the identity of abandoned land, are summarized below, the results of the research  regarding the identity of disused buildings.

Con la terza rivoluzione industriale, basata sulle tecnologie dell'informazione, sulla terziarizzazione dell'economia, sulla finanziarizzazione del capitale, il legame -un tempo necessario e ineluttabile -tra economia, potere politico e territorio si è di fatto dissolto • Al tempo stesso -e a causa di ciò -tutto si sta facendo metropoli; i confini tra città e non città si vanno facendo sempre più labili.

Tra 2015 e 2016, l'associazione culturale Progetto Brescianuova, composta da un gruppo di giovani di diversa formazione con l'obiettivo di dare un contributo alla valorizzazione urbana di Brescia, concentrava i suoi sforzi su una campagna di promozione e sensibilizzazione sociale sul tema delle Casére, due edifici del 1932 adibiti a conservazione del formaggio e superstiti della demolizione, avvenuta nel 2006, dei Magazzini Generali di Brescia lungo via Dalmazia. Dopo essere state inizialmente conservate in quanto giudicate edifici di pregio, nel corso degli anni l'opzione della loro demolizione aveva preso piede, finché la variante al Programma integrato di intervento, approvata in Consiglio comunale di Brescia il 30 dicembre 2014, aveva nuovamente ridisegnato l'assetto dell'area includendo il loro abbattimento.

L'associazione Progetto Brescianuova dava così inizio a una campagna di sensibilizzazione per la loro salvaguardia. Complice l'incertezza finanziaria responsabile di un nuovo arenamento dei lavori, nel gennaio 2016 la Soprintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia accettava infine la richiesta di vincolo trasmessa dall'arch. Marco Fasser, funzionario dell'Ufficio Territoriale di Brescia.

In attesa di nuovi sviluppi, l'associazione Progetto Brescianuova redigeva un progetto di massima per il recupero dei due edifici, presentato alla cittadinanza il 29 marzo 2016 al Caffè Letterario Primo Piano di Brescia nell'ambito di un ciclo di conferenze dedicate al recupero delle aree dismesse esistenti in territorio bresciano. Al termine della conferenza, l'imprenditore e scrittore Sandro Belli interveniva dal pubblico sottolineando che, sebbene la politica del recupero funzionale degli edifici industriali dismessi sia valida sotto numerosi aspetti, la soluzione migliore sarebbe avere il «coraggio di demolire» per liberarci definitivamente di tante vecchie strutture, il cui recupero è sempre laborioso e oneroso, per lasciare spazio a qualcosa che è veramente nuovo. Questo punto di vista, certo controcorrente, veniva anticipata da Belli in un'opinione pubblicata il 22 dicembre 2015 dal quotidiano online Bsnews, in cui si rivendicava il diritto di «poter demolire con coraggio il vecchio per far spazio ad una nuova edilizia che, con la sua nuova volumetria, pareggi le cubature demolite e contribuisca ad evitare il degrado delle nostre città», paventando il rischio che i nuovi, ferrei criteri alla programmazione edilizia suscitino una «inimicizia per le nuove edificazioni e per l'arricchimento edilizio».

In risposta al punto di vista di Sandro Belli, l'autore Roberto Panchieri, membro dell'associazione Progetto Brescianuova, scriveva il seguente articolo, poi diffuso sui social media, articolo che qui si vuole riproporre poiché ritenuto buon materiale d'archivio. Il lettore perdonerà eventuali carenze scientifiche e ingenuità di scrittura, dovute alla natura dell'articolo e alla giovane età dell'autore all'epoca della sua pubblicazione.