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2008, PASSATO E PRESENTE
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Il libro curato da Nadia Filippini e Anna Scattigno 1 trae origine da un convegno organizzato a Venezia nel 2006 dalla Società Italiana delle Storiche per riflettere sul tema della cittadinanza delle donne a sessant'anni dal voto. L'intento, come viene chiarito nell'introduzione, non voleva essere celebrativo, bensì di cogliere l'occasione per una messa a punto dello stato della ricerca e per stimolare una riflessione che, sull'onda lunga del percorso accidentato della cittadinanza delle donne in Italia, contribuisse ad analizzare la situazione italiana contemporanea che, come sottolineano le due curatrici, si distingue per un panorama piuttosto desolante da più punti di vista. La sparuta presenza delle donne a livello parlamentare è, infatti, solo la punta dell'iceberg di un deficit di partecipazione femminile nei luoghi decisionali che, seppure con situazioni articolate, si ritrova anche in altri contesti, da quello sociale a quello economico e industriale.
Segni e comprensione, 1999
Per quanto concerne la cittadinanza femminile, preferisco parlare di difficile cittadinanza, piuttosto che di cittadinanza incompiuta. L'incompiutezza evoca la possibilità di introdurre correttivi nel tempo e di orchestrare meccanismi che possono portare alla piena compiutezza, al miglioramento del sistema, in direzione di un progresso da compiersi nel medesimo. Non è questione di progresso e di completamento, come se la immissione della cittadinanza delle donne fosse qualcosa che aspetta provvedimenti e correttivi dall'alto. Pesa sulla cittadinanza femminile la questione stessa che è all'origine della cittadinanza, che ha informato di sé il concetto e la prassi di cittadinanza, senza che la differenza sessuale diventasse significante, ma, anzi, dove la differenza spariva per essere assorbita in un universo di indistinzione. L'in-differenza della politica non è senza colpe. La politica della cittadinanza nasce nel quadro della cultura democratica greca, nasce con il grande progetto che si autodefinisce di isonomia (isos= la stessa, nomos= legge) per tutti i cittadini. In realtà, nell'antica Grecia, non tutti gli uomini godono dell'isonomia, perché essa è riservata, come lo sarà in seguito, ai maschi adulti che abitano la polis. Ma non tutti gli uomini che abitano la polis appartengono alla polis, gli schiavi, che pure sono uomini, non sono considerati umani, e le donne, che non solo, è evidente, non sono uomini, non appartengono, di fatto, alla categoria politica dell'umano, perché quel progetto di isonomia non le comprende assolutamente. La cittadinanza politica assumerà grande valore e significato nella Roma imperiale, dove, nel quadro della giurisprudenza romana, la cittadinanza viene concessa come protezione. La protezione, assicurata dallo ius romano, si fonda e si struttura sulla universalità della sua lex; essa viene impartita e concessa come beneficio e corrispettivo della sottomissione. Le terre conquistate dalla Roma imperiale hanno come premio la possibilità di fruire della lex romana. L'impero chiede in cambio "solo" la sottomissione e il riconoscimento di quella legge che, per quanto articolata e razionale, di fatto, spesso contrasta con le differenti leggi locali. Anche qui, l'in-differenza della legge, non è proprio senza colpa. Sa quello che vuole, nuove terre da annettere e dominare, terre che contribuiranno in maniera primaria al sostentamento dell'impero, colonie che forniranno il suo nutrimento, e persegue il proposito con intenti manifesti. Nel Medioevo la cittadinanza politica, si confonde almeno fino al XII secolo, con una generica cittadinanza escatologica. La civitas rimane essenzialmente la civitas Dei, mentre la connotazione dell'umano si confonde con la connotazione del cristiano. Cittadinanza è una generica appartenenza religiosa, suggel
Segni e comprensione, 2004
Una cittadinanza d'altro genere è il titolo dell'ultimo lavoro di Marisa Forcina (Angeli, Milano 2003, pp. 220). Il sottotitolo, Discorso su un'idea politica e la sua storia, introduce alla forma attraverso la quale, nel testo, viene attraversato il concetto di cittadinanza riferito al genere femminile a partire da quanto/come, tale concetto, abbia/non abbia abitato le teorie politiche e le storie che ha contribuito a tessere all'interno del percorso della politica moderna. Fondamentale la chiarificazione da cui il discorso prende corpo: non una disamina di "errori" attraverso cui dimostrare il senso di esclusioni e subalternità del genere femminile dall'universo dei saperi filosofici quanto, piuttosto, una serrata riflessione sulle connessioni che intimamente legano le concettualizzazioni filosofiche delle idee e delle rappresentazioni del femminile alla storia delle teorie politiche. La ricerca-dunque-verte su quelle idee, pratiche, meccanismi, visioni che fondano (non sempre nominati) i contenuti dell'organizzazione politica così come l'abbiamo conosciuta nella cultura occidentale. Il disordine femminile temuto da Aristotele, il silenzio nella comunità voluto da Paolo, per le donne, la necessità di tenere lontane le donne (in epoca moderna) dai luoghi della politica, narrano una modalità attuata dal pensiero e dai corpi maschili di costruire, intendere, volere lo spazio della politica inteso come spazio di controllo del cambiamento e luogo di formazione della propria autorità (autorità maschile). L'elaborazione del concetto di cittadinanza, così come è giunto a noi, svela molto delle dinamiche sottese ai modi attraverso cui si sono andati costruendo i contenuti della mascolinità nei diversi contesti storico-sociali dell'occidente europeo mentre, un filo rosso, attraversa la continuità delle misure che hanno contribuito alla definizione storica del percorso teorizzato ed agito intorno alla parola libertà. La libertà è, nella sua essenza, agita all'interno dello spazio della politica, essa è lontana ed è altro dall'affanno riconosciuto alla vita quotidiana: affrancarsi dai luoghi della quotidianità è il passaggio fondamentale che ha sostanziato il senso e la teorizzazione del poter accedere allo spazio, ai luoghi della politica. Quotidianità ed ozio hanno rappresentato ciò che allontana dalla possibilità di essere nella propria libertà, quotidianità ed ozio hanno indicato ciò che è altrove rispetto ai luoghi del potere, della politica. L'aver lavorato esclusivamente a fissare i contorni dell'identità maschile/femminile ha cancellato, per secoli, il valore di ciò che diviene, il valore di un simbolico non inscrivibile nelle tensioni alle continue nascite di sé a sé, di sé al mondo, di sé all'altro/a che 122
Nel 1919 la cosiddetta legge Sacchi aboliva l’istituto dell’autorizzazione maritale consentendo alle donne sposate la gestione dei propri beni e a tutte le donne l’accesso alle professioni e agli impieghi pubblici. Tale misura fu pressoché l’unica vittoria ottenuta dal femminismo in età liberale, che poco dopo, grazie a un regolamento attuativo, vedeva restringersi la portata innovativa della norma. Privilegiando un’ottica di lungo periodo e un confronto con altre realtà nazionali, il volume guarda alla sfera giuridica, ai sistemi normativi e alle pratiche delle donne come luoghi della costruzione delle identità di genere e del cambiamento nei rapporti tra i sessi. Il complesso negoziato tra culture giuridiche e culture delle donne ha nel tempo prodotto importanti cambiamenti nelle vite femminili, ma ha anche mostrato i ritardi tra i paesi e le contraddizioni del diritto con le sue eccezioni e discrezionalità.
Dai nostri corpi sotto attacco. Aborto e politica. a cura di Ilaria Boiano e Caterina Botti , 2019
Federalismi 20.03, 2024
Premessa: ripartire da Mounier Giustamente il titolo mette insieme cittadinanza e differenza. L'affermazione, pur giusta della differenza, sotto sotto, specie in ambito ecclesiale, porta spesso con sé la riaffermazione di disuguaglianze, quasi che esse fossero naturali. Bisogna rileggere sempre le pagine di Emmanuel Mounier nel "Manifesto al servizio del personalismo comunitario" per evitare questa deviazione: "Se c'è nell'universo umano un principio femminile, complementare o antagonista di quello maschile, è necessaria ancora una lunga esperienza perché esso sia liberato dalle sue sovrastrutture storiche...occorrerà...certe volte scommettere contro ciò che si chiama la 'natura' per vedere dove si arresta la vera natura" (p. 177). Era il 1936 ma siamo in parte lì, specie nella Chiesa e anche rispetto a culture altre. Verso le quali lo spirito di apertura deve incontrare questo limite rigoroso.
Wollstonecraft tra femminismo e repubblicanesimo "Non desidero che esse abbiano potere sugli uomini ma su loro stesse" (Wollstonecraft 2008, p. 86) scrive Mary Wollstonecraft nella Vindication of the Rights of Woman, suggerendo un ideale di indipendenza per le donne che sembra riecheggiare alcuni tratti della libertà repubblicana. In queste vorrei provare a mostrare proprio il legame tra femminismo e repubblicanesimo nel pensiero di Wollstonecraft, in particolare mettendo in luce come il contesto repubblicano non solo sia l'ambiente nel quale si forma, ma sia anche il punto di riferimento teorico utile per comprendere il suo modo di intendere la difesa dei diritti delle donne e la tensione all'uguaglianza. Sono consapevole dell'anacronismo di definire femminismo le rivendicazioni di Wollstonecraft, ma penso possa essere, per citare Nicole Loraux, un anacronismo controllato (Loraux 2005) e utile per interrogare anche il presente: se il femminismo, infatti, è stato spesso inteso come un frutto da un lato del liberalismo, dall'altro del socialismo, pensarlo legato al repubblicanesimo può aprire spazi di riflessione e di azione anche sulla contemporaneità.
The paper describes and evaluates an initiative recently promoted through the web in Italy: a signatures gathering campaign for formal recognition of professionally trained sexual assistants to disabled people a job that already has proper legal status in several Western countries. I analyze the pros and cons of this kind of answer to the sexual difficulties, and needs, of disabled people, and then move on to the more general issue of disability and what has come to be known as "sexual citizenship". The contemporary theoretical alliance between critical disability studies, feminist studies, queer theory, critical race theory and postcolonial theory, suggests for us the need for a global cultural revolution: it is necessary, first of all, to understand, and then try to correct, the various, and often unconscious images, associations, and feelings that oppress some groups in our societies. A radical change in view is suggested not just about the image of disabled people, but also for gay men and lesbians, women, people of colour, migrant people, sexual workers, and old people.
i rapporti fra il femminismo nelle sue diverse tendenze e il capitalismo
Settentrione. Rivista di Studi italo-finlandesi, n.22/2010, pp. 93-97
Se oggi in Italia si dibatte sul tema del rapporto tra donne e politica, è perché la presenza femminile all'interno dei luoghi della politica, dai partiti alle istituzioni locali e nazionali, è così platealmente scarsa da non poter essere non percepita come un problema. In Italia ...
Tra Ionio e Tirreno: orizzonti d'archeologia. Omaggio a Elena Lattanzi, 2020
Uluslararası yönetim akademisi dergisi, 2023
Religion in Geschichte und Gegenwart, vol.III, 2000
Пловдивски исторически форум, VІ, кн. 1, 5-23, 2022
All Fields of Science Journal Liaison Academia and Sosiety
Colombia en su ruta, recorriendo el camino hacia 2050, 2019
Jurnal Pendidikan MIPA, 2023
Espace Géographique et Société Marocaine, 2021
Revista Colombiana De Entomologia, 2015
Mobilization: An International Quarterly, 2017
The British Journal of Radiology, 2020
Pure and Applied Chemistry, 2011
Journal of Evolution of medical and Dental Sciences, 2014