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Il giovane favoloso inizia con la visione di tre bambini che giocano dietro una siepe, nel giardino di una casa austera. Sono i fratelli Leopardi, e la siepe è una di quelle oltre le quali Giacomo cercherà di gettare lo sguardo, trattenuto nel suo anelito di vita e di poesia da un padre severo e convinto che il destino dei figli fosse quello di dedicarsi allo "studio matto e disperatissimo" nella biblioteca di famiglia, senza mai confrontarsi con il mondo esterno.
G. Greco- D. Monda, Novecento italiano raccontato da scrittori, Napoli, Liguori , 2008
«La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi» Il pensiero di Eraclito 1 [88 Diels-Kranz] indica con nettezza che la giovinezza è uno stato, uno stadio, una condizione, e che il primo modo per analizzarla è per contrasto con altri stati. Vivo, sveglio, giovane, si stagliano con tutta la loro forza di contro a morto, dormiente, vecchio. Ma i confini nel passato erano delineati da ben altri elementi che nel novecento. La pisside con la prima barba che viene mostrata all'ingresso della casa di Trimalchione 2 segna l'entrata nell'età adulta. Nell'antica Roma si passava direttamente dalla toga praetexta alla toga virile, non esistendo una toga juvenile, ovvero si passava direttamente dal mondo dell'infanzia al mondo adulto. Nel corso dei secoli molte soglie sono state create per segnare il transito. Per noi oggi nessun oggetto simbolico ormai marca l'entrata in un mondo complicatissimo, fatto essenzialmente di cambi di voce, di misure, di umore. Senza più riti di passaggio, nella più totale fragilità psicologica, soglia sbordante. All'interno dell'età si aggiungono separatìe, distinzioni, e dall'infanzia che non dovrebbe, etimologicamente, avere l'uso della parola, si passa all'adolescenza per sua natura "in progress": L'adolescenza fa cenno da lontano regno del pomeriggio tristezza precolombiana 3. Dopo l'adolescenza la giovinezza si allunga come ombra lunga della sera fino ai trent'anni ed oltre, non vuole addirittura, grazie ai progressi medici e cosmetici, più abdicare. E' inchiodata a quel frequentativo "adolesco"...
Oggi molti giovani faticano a sviluppare un progetto di vita, vivono schiacciati sul presente, passando da un'esperienza frammentaria all'altra, senza riuscire a costruire un senso comune per la loro esistenza. In più, nella società moderna i giovani sono sempre di più oggetto e soggetti di un eccesso di consumo, e destinatari di una quantità di messaggi davvero preoccupante. Un ulteriore fattore di rischio è il crescente uso ed abuso di sostanze che creano dipendenza (fumo, alcool, cocaina…), a fronte di politiche preventive e informative inadeguate o inesistenti. Vanno inoltre ricordate le difficoltà che molti ragazzi incontrano lungo il percorso scolastico. Sono numerosi infatti i ragazzi che abbandonano la scuola precocemente, e molti di più coloro che, soprattutto nei primi anni delle scuole secondarie, vengono bocciati anche più di una volta, rischiando una precoce esclusione sociale. Infine, va ricordata, come evidenziato da ricerche e studi, la fragilità della famiglia e, accanto ad essa, la frammentazione della comunità locale. Sembrano infatti rarefatte se non scomparse le relazioni "di buon vicinato", di mutuo aiuto, grazie alle quali i problemi del singolo venivano condivisi dalla comunità e questo contribuiva, se non a risolverli, quanto meno a renderli meno drammatici. Tutto questo porta di frequente ad un enorme e a volte drammatico bisogno di ascolto, e di trovare figure adulte significative a cui rivolgersi. Disattendere questo bisogno può condurre, nei casi più gravi, a disagi di tipo patologico (suicidio, tossicodipendenza, alcolismo, disturbi alimentari, bullismo, violenza tra minori); nei casi meno gravi impedisce comunque la piena consapevolezza delle proprie potenzialità in ambito familiare, scolastico e professionale, creando le premesse per la comparsa di situazioni di disagio.
SAGGI E MEMORIE DI STORIA DELL'ARTE, 2019
The subject of Giovanni Gerolamo Savoldo’s Shepherd with a flute (Los Angeles, J.P. Getty Museum) has not yet been identified. This article attempts to link Savoldo’s painting to a tradition that legitimised the performative effects of the imagination with an episode from the story of Jacob related in the book of Genesis. The painting is one of the first occurrences to appear in a chamber context of a subject that would become widespread, particularly in the seventeenth century, because of its multiple applications.
Del < discepolo che Gesù amava >, citato unicamente dal IV vangelo, il vangelo di Giovanni, non conosciamo l'identità ma la Cristianità lo identifica con il Giovanni apostolo che essa accredita quale redattore di quelle stesse righe e questo nonostante la difficoltà di sostenere che un testo tanto tardo, datato quasi unanimemente oltre il 100 dC, sia opera di uno dei dodici. Credo invece che non sia sbagliato vedere in quel "discepolo amato" la figura di Giuda Didimo Tommaso. Questi infatti è il "due volte gemello" di Gesù: questo significano letteralmente, come già detto, Didimo e Tommaso. Di Giuda Didimo Tommaso, il discepolo in tale lettura a Gesù più simile, è attestato il passaggio da Efeso, la città in cui era sembra fosse il "Giovanni episcopo" delle citate tre lettere neotestamentarie e cui è attribuito anche il IV Vangelo, ma città anche in cui sembra attestato Cerinto, su posizioni teologiche lontane da quelle Paoline, al quale Gaio, presule vissuto a Roma intorno al 200, attribuiva la reale redazione del vangelo di Giovanni che era per questo da lui rifiutato. Non è difficile poi vedere la altissima possibilità, quasi certezza, che l'episodio sopra riportato della "apparizione sul lago di Tiberiade" sia stato a Giovanni vescovo "consegnato" proprio da Giuda Didimo Tommaso: questi era tra i pochi presenti all'episodio secondo quanto in quei passi riportato mentre l'apostolo Giovanni non è citato anche se è vero che di due partecipanti il testo non cita i nomi. A questo proposito è debole la tesi che Giovanni abbia qui voluto "umilmente nascondersi" e non citarsi : egli ha messo infatti ben in evidenza il suo nome alle prime righe del suo scritto e non si capisce perché in seguito non avrebbe dovuto citarsi apertamente senza portarsi a nascondersi dietro parole che così diverrebbero piuttosto "falsa ed ipocrita" umiltà. Il IV vangelo è di una levatura spirituale ed intellettuale tale da fare scartare a priori una tale povera ipotesi. Ma non solo, questo vangelo è l'unico dei canonici che riporta una importante presenza di episodi, come quello di Gv 21.18-22 citato al capitolo precedente, che interessano da vicino episodi e citano parole che con altissima probabilità solo Giuda Didimo Tommaso può avere rivelato: anche questo denota una "vicinanza particolare" di questo testo a Giuda Tommaso. I sinottici invece riferiscono di Tommaso unicamente nel loro rispettivo elenco dei dodici apostoli (Mt 10.3; Mc 3.18; Lc 6.15). Personalmente da queste considerazioni non posso che vedere estremamente maggiore la probabilità, in verità quasi certezza, che il "discepolo che Gesù amava" fosse Giuda Tommaso piuttosto che Giovanni. Resta certo da spiegare il motivo di tale voluto silenzio e di tale reticenza, ma anche questo non è forse difficile da spiegare. Tommaso infatti, non dobbiamo dimenticarlo, per quanto oggi ci dice quel "suo vangelo" recentemente ritrovato, con molta facilità era uno di quei "SuperApostoli" oggetto di una dura lotta e contrasto da parte di Paolo e quindi anche di Pietro, dura lotta che lo stesso Paolo ci attesta nelle sue lettere:
2013
Catalogo della mostra tenutasi a Rho (Mi) dal titolo "Giornale di Carovana. L'Oriente attraverso gli occhi di un patriota milanese dimenticato: Felice De Vecchi". Raccontato, attraverso disegni e oggetti riportati da Felice De Vecchi, il viaggio intrapreso nel Vicino Oriente tra il 1841 e il 1842 insieme all'esploratore Gaetano Osculati.
Nel nostro tempo molte donne e uomini hanno creduto e credono nell'uomo Gesù di Nazaret. Lo considerano un maestro di virtù, che ha portato un messaggio etico agli uomini del suo tempo. Semplicemente un uomo. Maria di Magdala ha riconosciuto in questo modo il suo “Rabbunì”, il maestro che ha seguito lungo le strade della Palestina, che ha assistito nella sua sofferenza e morte in croce. Grande è la sua gioia di vederlo di nuovo accanto a lei. Ma Lui le dice di non toccarlo/trattenerlo ... lì c'è più di un uomo.
"Distassie folgoranti e tarsie", prefazione a GUALBERTO ALVINO, "L’apparato animale", Robin Edizioni, Torino, 2015 [ISBN 978-88-6740-492-6], 2015
Quando infuria la peste si ammucchiano corpi nei quadrivi. Verranno i carri a caricarli. Con maschere a becco. Del malaugurio. E brancicheranno su carteggio spurio. Cialtroneggiano insipienti praticanti di rimedi fasulli. Dispensatori balordi di pappe vane. Sterili panacee. Idee balzane. Marchiane. E sono sempre i migliori che se ne vanno. Dice qualcuno. Quelli che sanno. Come il gran Zorzo. Cui mirava Isabella di Mantova. Celeste. Luminosa marchesa D'Este. Che aspirava a "una pictura de una nocte molto bella et singulare". E Zorzo ne fece. Per Thadeo Contarini. Una. "De miglior desegnio et meglio finitta". Un'altra. Per tal Becharo. Victorio. Cui caro era il lavoro. Per notizia rara. Ora. E ignota dimora. Entrambe le notti indisponibili. Ma non avrebbe mai potuto. Giorgione. Esaudire in alcun modo la richiesta. Essendo ormai passato a miglior vita. Di peste? O di mal francese? C'è il mestiere di Zorzo in questi testi? Qui la va tutta in diesis. Con molte alterazioni sopratono. Ut pictura poesis. O poiesis. E siamo lontani per tempi e tecniche. Contesti pretesti gesti e palinsesti. Ma si rintracciano. Criptiche. Qui. Le allegorie. E anche parabole a volo. E allusioni ghignanti. C'è la metafora insolvibile che spinge al margine. E la parola che gratta e infratta. Abburatta e acquatta. Che ovatta e sgambetta. Detta. Disdetta. Discetta. Getta e rigetta. Proietta e sfiletta. Impatta. Deborda. Ma alla stretta è alla corda. E c'è una corretta reticenza nel dire. Senza dubbio la lingua è protagonista assoluta. Come fu la pittura in quella notte così bella e singolare. Lingua esuberante in un tripudio di immagini e di indagini in campi glottologici e fonetici. Sonori. Sempre modellata e rimodellata. Come disfatta. E ripensata. O incontrata. Scovata. Strappata. Scucita e ricucita. Ma da Alvino comunque sempre dominata con sapiente regia.
GUSTAVO GIOVANNONI TRA STORIA E PROGETTO, 2018
Il volume raccoglie i materiali espo¬sti alla mostra “Gustavo Giovannoni tra Storia e Pro¬getto”, svoltasi a Roma presso gli ambienti delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano tra il 5 febbraio e il 15 marzo 2016. L’idea della Mostra, maturata nell’ambito del “Cen¬tro di Studi per la Storia dell’Architettura” fondato da Giovannoni nel 1939 e da lui diretto sino alla sua morte nel 1947, intendeva inserirsi nell’ambito di una serie di iniziative volte a ricordare la figura di studioso, teorico e progettista in prossimità della ricor¬renza del 70° anno dalla scomparsa. Curata dal “Centro di Studi per la Storia dell’Archi¬tettura”, la mostra è stata realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Na¬zionale Romano e l’Area Archeologica di Roma. L’articolazione in sezioni già presente alla mostra si riflet¬te nell’articolazione di questo volume e sono le seguenti: “Formazione e didattica” a cura di Marina Docci e Ma¬rina Magnani Cianetti, “Storia dell’architettura” a cura di Piero Cimbolli Spagnesi e Augusto Roca De Amicis, “Architettura” a cura di Simona Benedetti, Ilaria Delsere e Fabrizio Di Marco, “Città, ambiente, paesaggio: tra vec¬chio e nuovo” a cura di Maria Piera Sette e Andrea Pane, “Restauro” a cura di Maria Grazia Turco e Claudio Varagnoli.
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Annales Theologici, 2021
Nutritions & endocrinologie, 2020
Introduction, ICCRS International Open Conference Fiuggi, June 8, 2006.
Journal of World History, 2018
Publication details to be confirmed
ociedade, poder e cultura no tempo de ovídio, 2010
Acta Crystallographica Section E Structure Reports Online, 2010
Historical studies, 2020
Transfusion, 2012
Nutrition Clinique et Métabolisme, 2011
Journal of physics, 2017
Journal of Applied Sciences, 2003
Studies in Linguistics, Culture, and FLT, 2017