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Libri scolastici e inclusione.

2022, La ricerca educativa per la formazione degli insegnanti. Book of abstracts

La scelta del libro di testo interroga il dialogo pedagogico da più di un secolo. Già agli albori del Novecento, infatti, il pedagogista Giuseppe Lombardo Radice, sottolineava come i libri scolastici dovessero presentare attività adeguate per tutti gli alunni, ammonendo sul fatto che “l’adozione dei libri fatta tumultuariamente” costituisse un “malanno” per l’insegnamento e per l’apprendimento. Questo monito appare di grande attualità alla luce, non solo del dettato normativo afferente ai Bisogni Educativi Speciali, ma anche dell’Agenda ONU 2030 che esorta gli Stati e le loro Istituzioni ad attuare politiche finalizzate alla promozione di un’istruzione inclusiva. Nell’ambito di tale tematica si presentano, in questa sede, due griglie per la valutazione dell’inclusività del libro scolastico cartaceo e digitale. Tali strumenti di assessment sono il risultato di due sondaggi che hanno coinvolto complessivamente 300 docenti del primo e secondo ciclo di istruzione.

6.28. Libri scolastici e inclusione. Damiano Meo¹, Luigi d’Alonzo¹ ¹Università Cattolica del Sacro Cuore. [email protected] Introduzione - La scelta del libro di testo interroga il dialogo pedagogico da più di un secolo. Già agli albori del Novecento, infatti, il pedagogista Giuseppe Lombardo Radice, sottolineava come i libri scolastici dovessero presentare attività adeguate per tutti gli alunni, ammonendo sul fatto che “l’adozione dei libri fatta tumultuariamente” costituisse un “malanno” per l’insegnamento e per l’apprendimento. Questo monito appare di grande attualità alla luce, non solo del dettato normativo afferente ai Bisogni Educativi Speciali, ma anche dell’Agenda ONU 2030 che esorta gli Stati e le loro Istituzioni ad attuare politiche finalizzate alla promozione di un’istruzione inclusiva. Nell’ambito di tale tematica si presentano, in questa sede, due griglie per la valutazione dell’inclusività del libro scolastico cartaceo e digitale. Tali strumenti di assessment sono il risultato di due sondaggi che hanno coinvolto complessivamente 300 docenti del primo e secondo ciclo di istruzione. Indagine 1 – La prima indagine è stata realizzata sotto la supervisione del Professor Luigi d'Alonzo, del Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica di Milano. Le risposte sono state raccolte attraverso una piattaforma online, utilizzando un questionario contenente 6 domande a scelta multipla e 17 quesiti in scala Likert. Sia valori numerici che significati linguistici sono stati attribuiti agli elementi della scala citata. Gli insegnanti sono stati reclutati attraverso un metodo di campionamento su base volontaria. All'indagine hanno preso parte 200 partecipanti, provenienti da tutta Italia. Gli intervistati appartengono a classi e ordini scolastici diversi. Infatti, il 27,5% dei docenti lavora nella scuola primaria, il 49% nella scuola media e il 23,5% nella scuola superiore. Per quanto riguarda le competenze, il 55% del campione ha più di 10 anni di esperienza. Indagine 2 – La seconda indagine è stata realizzata sotto la supervisione della Professoressa Monica Landoni, della Facoltà di Scienze Informatiche dell'USI di Lugano. Le risposte sono state raccolte online utilizzando un questionario contenente sei domande a scelta multipla e ventitré quesiti in scala Likert. Gli insegnanti sono stati coinvolti su base volontaria attraverso un metodo di campionamento a catena. All'indagine hanno preso parte un centinaio di partecipanti, provenienti da tutta Italia. Ai valori numerici della scala citata è stata assegnata un'etichetta testuale che ne esplicita il significato. I docenti coinvolti appartengono a diversi ordini e gradi scolastici. Il 26%, infatti, presta servizio nella scuola primaria, il 38% nella scuola secondaria di primo grado e il 36% nella scuola secondaria di secondo grado. Per quanto riguarda l’esperienza pregressa, il 53% del campione ha più di 10 anni di servizio e il 20% insegna dai 5 ai dieci anni. In relazione all'area didattica, il 38% sono docenti di sostegno, il 23% insegna italiano, storia e geografia, l'11% sono specialisti in lingue straniere e l'11% si occupano delle materie scientifiche. La maggior parte delle risposte sono state raccolte nel Nord Italia (62%), ma c'è stata una buona partecipazione anche da parte dei docenti del Sud Italia (23%). Strumenti - Dai risultati delle suddette indagini, sono state individuate le caratteristiche funzionali a scegliere libri di testo a supporto dell'inclusione. Sulla base di tale selezione, sono stati creati due strumenti di analisi. Quest’ultimi potrebbero risultare significativi non solo per la comunità educante, ma anche per i progettisti editoriali. L’utilizzo di tali checklist è semplice e intuitivo. A ciascun item, infatti, sono stati attribuiti tre valore numerici. Nello specifico, “sì” corrisponde a “2 punti”, “no” corrisponde a “zero” e “parzialmente” equivale a “1”. Al compilatore viene richiesto di scegliere una delle tre voci in relazione ad ogni affermazione riportata nella griglia; la somma ottenuta dà un punteggio che è stato associato ad un parere pedagogico. Sulla base di ciò, si stima che un libro di testo che ottiene meno della metà dei punti disponibili non può essere considerato inclusivo. Al contrario, un manuale che ottiene un punteggio che si colloca nella fascia media può essere ritenuto accettabile. Soltanto i testi, però, che ottengono un rating superiore al 98% soddisfano pienamente le esigenze di una classe inclusiva. Conclusioni - Questi studi esplorativi forniscono tre spunti di riflessione. Il primo consiste nella definizione delle caratteristiche che potrebbero rendere un libro scolastico efficace nella gestione inclusiva del gruppo classe. Inoltre, raccogliere il parere di alcuni volontari impegnati nell’attività didattica potrebbe risultare utile per valutare migliorie produttive funzionali ad avvantaggiare il processo di apprendimento di ogni studente. In ultima istanza, tratteggiare un possibile ponte tra scuola ed editoria potrebbe accendere un dialogo interdisciplinare sull’accessibilità ed usabilità delle risorse didattiche. Da questa prospettiva, sarà molto importante ampliare il bacino di feedback per migliorare e validare le checklist costruite. La ricerca pedagogica si nutre di partecipazione e quest’ultima, a sua volta, accresce il senso di comunità educante. Bibliografia Lombardo Radice, G. (2020). Lezioni di didattica e ricordi di esperienza magistrale. Edizioni Anicia. UNESCO. Education for Sustainable Development Goals: learning objectives, https://unesdoc.unesco.org/ Viganò, R. (2011). Pedagogia e Sperimentazione. Metodi e strumenti per la ricerca educativa. Vita e Pensiero.