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Vol. 2 (2008) 1/19
JACOPO GARZONIO
Dislocazioni a sinistra e clitici di ripresa obbligatori*
0. Introduzione
In questo saggio intendo presentare alcuni dati sulle dislocazioni a sinistra in varietà dell’Italia
meridionale e analizzarli partendo dall’ipotesi che la presenza e, di contro, l’assenza di un clitico di
ripresa siano la spia di strutture sintattiche diverse. Più precisamente, mostrerò che elementi
dislocati a sinistra privi di ripresa clitica si trovano in una posizione diversa della periferia frasale
rispetto a quelli che vengono ripresi. Il fatto che alcuni elementi debbano necessariamente essere
ripresi dipende dal fatto che la posizione per le dislocazioni senza ripresa non è accessibile a
qualunque elemento; tuttavia, l’insieme degli elementi che possono non essere ripresi da un clitico
sembra diverso da varietà a varietà.
La presenza di un clitico di ripresa nella struttura di una dislocazione a sinistra in italiano è
stata usata come test diagnostico per distinguere tale costruzione da altri tipi di movimento di
costituenti alla periferia sinistra della frase (Cinque [1990]; Rizzi [1997]; Benincà [2001]). In
particolare, è stato messo in evidenza che il clitico di ripresa è obbligatorio quando il costituente
dislocato è l’oggetto diretto 1:
(1)
a.
Il tuo libro,*(lo) leggo volentieri.
b.
Mario, non *(lo) vedo da una settimana.
Le frasi in (1) sono possibili senza il clitico di ripresa solo nel caso in cui l’oggetto dislocato
sia da interpretare come un Focus contrastivo, che richiede anche un’intonazione specifica e un
contesto particolare, come negli esempi in (2):
* Questo contributo è in parte basato su un lavoro presentato alla XIV Giornata di Dialettologia (Padova, 20 giugno
2008). Desidero quindi ringraziare il pubblico della conferenza per l’utile discussione. Ringrazio anche Laura Bafile,
Paola Benincà, Andrea Cattaneo, Guglielmo Cinque, Silvio Cruschina e Cecilia Poletto, che hanno discusso con me i
dati e mi hanno dato indicazioni e commenti. Ringrazio inoltre i miei informatori per la notevole pazienza nella raccolta
dei giudizi: Bernardetta Addis, Silvio Cruschina, Mario Russo e Lucia Anna Mura. Ogni errore è ovviamente solo a
carico mio.
1
Nelle varietà italoromanze con clitici soggetto, anche un soggetto dislocato a sinistra richiede la ripresa clitica, come si
può osservare nel seguente esempio (in cui il soggetto è sicuramente dislocato poiché è seguito da un altro elemento
dislocato):
(i)
To pare, a to mama, no*(l) ghe ga dito gnente.
(Venezia)
“Tuo padre, a tua mamma, non ha detto niente.”
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(2)
a.
IL TUO LIBRO leggo volentieri, non il suo.
b.
MARIO non vedo da una settimana, non Franco.
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Rizzi (1997) e Benincà (2001) hanno mostrato che dislocazioni a sinistra e focus contrastivi
occupano posizioni diverse nella periferia sinistra. Più precisamente, gli elementi dislocati a sinistra
occupano lo specificatore di una proiezione di Topic (TopP), posizione non accessibile a
quantificatori parola non D-linked e non collegata ad effetti di Weak Crossover, come mostrato
rispettivamente da (3a) e (3b):
(3)
a.
*Tutto, lo farò dopo. (cf. Farò tutto dopo.)
b.
Marioi, suoi padre l’ha licenziato.
I Focus contrastivi occupano, invece, lo specificatore di una proiezione di Focus (FocP), che
è, al contrario, accessibile a quantificatori parola e suscita effetti di WCO:
(4)
a.
TUTTO farò dopo.
b.
MARIO*i, j suoi padre ha licenziato.
Mentre è generalmente accettato che TopP sia una proiezione iterabile (o, per essere più
precisi, ci siano più posizioni di Topic) e che preceda FocP, ci sono ipotesi diverse sull’esistenza di
ulteriori proiezioni di Topic dopo FocP. Qui assumeremo come modello di partenza la struttura
della periferia sinistra della frase proposta da Benincà – Poletto (2004), secondo cui Topic e Focus
corrispondono in realtà a due campi di proiezioni funzionali: il campo più alto, che per comodità
continueremo a chiamare campo Topic, ospita elementi di tipo non-operatore; quello più basso, il
campo Focus, ospita elementi di tipo operatore (tra cui anche i wh interrogativi, si veda Rizzi
[2001]). In particolare, va evidenziato che nel campo dei Topic con ripresa clitica sembrano esserci
almeno due posizioni distinte e disposte in un ordine rigido: una posizione che Benincà – Poletto
(2004) chiamano semplicemente “Left Dislocation”, che è la posizione standard degli elementi
dislocati, e una posizione più bassa, definita “List Interpretation”, dedicata agli elementi dislocati
che ricevono un’interpretazione di lista contrastiva, ovvero elementi che fanno parte di un insieme
noto e vengono contrapposti mediante predicati diversi:
(5)
Agli amici, la frutta la vendiamo, la verdura invece la regaliamo.
(Benincà – Poletto [2004, 70])
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Nell’esempio in (5) il PP agli amici si trova nella posizione LD della prima frase, mentre i
due DP la frutta e la verdura si trovano nella posizione LI delle rispettive frasi. Considerate queste
premesse, la struttura assunta della porzione rilevante della periferia sinistra è rappresentata in (6):
(6)
[ LD [ LI [Focus [ IP ]]]]
Questo articolo ha la seguente struttura: il paragrafo 1 contiene ulteriori considerazioni sulla
ripresa clitica e i dati di base dell’analisi; il paragrafo 2 analizza la dislocazione a sinistra in alcuni
tipi di frase subordinata e contiene l’ipotesi di partenza del contributo; il paragrafo 3 prende in
considerazione i dati dialettali e il tipo di elementi dislocati a sinistra; il paragrafo 4 riguarda
l’analisi della struttura interna del CP; il paragrafo 5 conclude il contributo.
1. Dislocazione a sinistra e ripresa clitica
Anche se la presenza del clitico di ripresa in italiano è stata usata come test sintattico per
l’individuazione della dislocazione a sinistra come costruzione specifica che utilizza proiezioni
dedicate all’interno di CP, il fatto che il clitico sia obbligatorio con i DP e facoltativo con i PP non è
mai stato considerato ai fini di un’analisi esplicativa. A tale proposito va ricordata la teoria proposta
da Cecchetto (1999; 2000), che assume la seguente derivazione per gli oggetti dislocati a sinistra: il
clitico e il DP dislocato sono generati nella stessa proiezione in posizione argomentale, un “grande
DP” nel quale il clitico è inserito come testa e il suo “doppione” come specificatore; il clitico non si
può muovere da solo come testa dalla sua posizione di base, ma è l’intero grande DP che raggiunge
lo specificatore di una proiezione intermedia (Cecchetto assume AgrO) e da lì il clitico si muove
alla posizione dei clitici, mentre il doppione si muove alla periferia sinistra. Quest’analisi è
schematizzata in (7):
(7)
Il tuo libro, lo leggo volentieri.
a.
[TopP [IP leggo volentieri [AgrOP [VP DP[Spec il tuo libro [ lo ]]]]]]
b.
[TopP [IP leggo volentieri [AgrOP DPi[Spec il tuo libro [ lo ]] [VP ti]]]]
c.
[TopP [IP [ lo ]j leggo volentieri [AgrOP DPi[Spec il tuo libro [ tj ]] [VP ti]]]]
d.
[TopP [ il tuo libro ]k [IP [ lo ]j leggo volentieri [AgrOP DPi[Spec tk [ tj ]] [VP ti]]]]
Quest’analisi ha il merito di fornire una derivazione esplicativa della dislocazione clitica a
sinistra, ma, da un altro punto di vista, implica che la dislocazione di un DP oggetto e quella di un
PP siano strutture, almeno in origine, diverse. Infatti, non si può assumere un originario “grande
PP” analogo al grande DP proposto da Cecchetto. In effetti, il fatto che i DP dislocati richiedano
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obbligatoriamente la presenza del clitico, mentre i PP no, sembra appoggiare la conclusione che le
due strutture siano diverse. Tuttavia, le strutture in cui un PP viene dislocato e il clitico è presente
rimangono senza una spiegazione. Inoltre, il modello proposto non dice molto sulla posizione finale
dei “doppioni” nella periferia sinistra, assumendo che, qualunque sia l’origine e la derivazione di
tali elementi, la posizione finale sia la stessa.
Si considerino adesso i seguenti esempi. Si tratta di una varietà siciliana, di una della Calabria
settentrionale e di una di sardo logudorese:
(8)
a.
Maria, a Salvo, *(ci) av’à regalari un libbru.
(Mussomeli, CL, da Cruschina
[2006])
“Maria, a Salvo, regalerà un libro.”
b.
A mari, Maria e Salvo, st’annu, *(ci) hannu jutu picca voti.
“Al mare, Maria e Salvo, quest’anno, ci sono andati poche volte.”
c.
Di dda partita, Salvo e ìa *(nni) parlammu pì tutta a jurnata.
“Di quella partita, Salvo e io ne abbiamo parlato per tutta la giornata.”
d.
A Gianni, Maria *( n’)ar arrigalatu nu libbru.
(Papasidero, CS)
“A Gianni, Maria ha regalato un libro.”
e.
O maru, aguannu, l’amici miji *(ci) su gghiuti pochi voti.
“Al mare, quest’anno, i miei amici sono andati poche volte.”
f.
Ri quidda partita, Gianni e ji *(n’)amu parlatu na jurnata sana.
“Di quella partita, Gianni e io abbiamo parlato una giornata intera.”
g.
A Ciuanne, Maria *(gli) ada regaladu un libru.
(Buddusò, SS)
h.
A su mare, sos amigos mios, occannu, *(bi) sono andadoso pagas voltas.
i.
De cussa paltida, Ciuanne e ceo (de) amusu faeddadu totta die.
In tutti questi esempi (con l’eccezione di [8i], su cui tornerò nel paragrafo 3), l’assenza del
clitico di ripresa causa agrammaticalità della frase. In tali varietà, dunque, la presenza del clitico è
obbligatoria anche nel caso in cui vengano dislocati sintagmi diversi dall’oggetto diretto. A questi
dati si possono aggiungere alcuni esempi di italiano standard che mostrano come in alcuni tipi di
frase, un elemento dislocato a sinistra richieda obbligatoriamente la ripresa clitica anche se non si
tratta di un oggetto diretto. Questo avviene nelle frasi interrogative wh e sì/no infinitive (9a-b) e
nelle frasi ipotetiche (9c):
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(9)
a.
?Gli operai non sanno, col capo, se parlar*(ci).
b.
?Gli amici si chiedono, dell’accaduto, se parlar*(ne) a Gianni.
c.
?Se, col capo, non *(ci) parli, non puoi capire il problema.
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Va detto che frasi come (9c) sono marginalmente accettabili anche senza il clitico di ripresa,
ma in tal caso presentano un effetto di “proverbio” o “massima”, per cui si può supporre che si tratti
di costruzioni affini all’anteposizione anaforica (Benincà [1988]), che è ammessa solo nella
grammatica di alcuni stili dell’italiano (tra cui lo stile aforistico). Infatti, anche un oggetto diretto,
nel caso di anteposizione anaforica, è privo della ripresa clitica:
(10)
Se queste cose non sai, non passi l’esame.
Gli esempi in (8) e (9) mostrano che ci sono varietà in cui PP dislocati a sinistra richiedono
sempre la ripresa clitica, e anche l’italiano, in casi particolari, presenta la stessa proprietà. Questo
fatto costringe a rivedere, almeno in parte, le analisi sulla dislocazione clitica a sinistra. In
particolare, nelle varietà esemplificate in (8), i PP si comportano esattamente come i DP oggetto da
questo punto di vista (non essendoci clitici soggetto, i DP soggetto non possono essere presi in
considerazione), per cui non sembra esserci alcuna relazione diretta tra l’obbligatorietà del clitico e
la suddivisione delle dislocazioni tra DP e PP.
2. Il CP ridotto
Partiremo dai dati dell’italiano in (9) e analizzeremo gli esempi dialettali in (8) in un secondo
momento. In termini descrittivi, la generalizzazione che si può ricavare dagli esempi in (9) è che
nelle interrogative all’infinito e nelle frasi ipotetiche la ripresa clitica è obbligatoria. In altri termini,
in tali costruzioni il meccanismo che permette di muovere (o generare) un XP nel campo Topic in
CP senza un clitico coreferente in IP non funziona, indipendentemente dal tipo di XP. Dato che, con
l’esclusione della teoria di Cecchetto (1999; 2000) sui DP oggetto, non vi sono analisi esplicative
della ripresa clitica, conviene partire dall’esame delle proprietà sintattiche che interrogative
all’infinito e frasi ipotetiche condividono, cercando di metterle in relazione al fenomeno della
ripresa clitica.
Come è stato evidenziato molte volte, frasi principali e frasi dipendenti si differenziano, tra le
altre cose, per il numero e il tipo di fenomeni che possono presentare. In particolare, esistono
fenomeni la cui distribuzione è ristretta alle frasi principali e ad alcuni tipi di frasi dipendenti (si
parla, in genere di Root Phenomena). Haegeman (2004), rifacendosi a numerosi lavori precedenti
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(tra cui Emonds [1970]; Hooper – Thompson [1973]; Andersson [1975]) ha preso in considerazione
il fenomeno chiamato “Topicalization” in inglese, che per alcuni versi è simile alla dislocazione a
sinistra dell’italiano. Il contributo di Haegeman mette chiaramente in luce il fatto che la
Topicalization è impossibile in alcuni, ma non in tutti i tipi di frase subordinata. Più precisamente,
nelle frasi ipotetiche (introdotte da if ‘se’) e nelle frasi temporali (introdotte da while ‘mentre’ e
when ‘quando’) è possibile avere un elemento topicalizzato solo se la frase subordinata non
modifica a livello interpretativo l’evento espresso dalla principale: per questo si suddividono le
ipotetiche e le temporali (che vengono raggruppate sotto l’etichetta di frasi “avverbiali”) in “Central
Adverbial Clauses” (che non ammettono elementi topicalizzati) e “Peripheral Adverbial Clauses”
(che, invece, li ammettono). L’opposizione è esemplificata in (11):
(11)
a.
*If these exams you don’t pass you won’t get the degree. (Haegeman [2004, 159])
“Se, questi esami, non li passi, non conseguirai la laurea.” (CENTRAL Adv. Cl.)
b.
If these problems we cannot solve, there are many others that we can tackle
immediately. (ibid. 160)
“Se questi problemi non li possiamo risolvere, ce ne sono molti altri che possiamo
affrontare subito.”
(PERIPHERAL Adv. Cl.)
Dal punto di vista della topicalizzazione in inglese, dunque, le frasi come (11b) si comportano
come frasi principali. D’altra parte, ci sono altri tipi di frase subordinata che non ammettono questo
tipo di costruzione. Haegeman (2004), sempre in riferimento all’inglese, cita le frasi complemento
fattive (come 12a, in opposizione alla non-fattiva 12b), le frasi complemento infinitive (12c) e le
frasi soggetto (12d):
(12)
a.
*John regrets that this book Mary read.
(Maki et al. [1999, 3])
“A John dispiace che, questo libro, Mary non l’abbia letto.”
b.
(FATTIVA)
The inspector explained that each part he had examined very carefully.
(Hooper – Thompson [1973, 474])
“L’ispettore spiegò che, ogni parte, l’aveva esaminata con molta attenzione.”
(NON-FATTIVA)
c.
*I have decided your book to read. (Haegeman [2004, 177])
“Ho deciso, il tuo libro, di leggerlo.”
(INFINITIVA)
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d.
J. Garzonio
*That this book, Mary read thoroughly is true.
(Authier [1992, 332])
“Che, questo libro, Mary l’ha letto attentamente, è vero.” (FRASE SOGGETTO)
L’impossibilità di avere tale costruzione in questi tipi di frase subordinata è analizzata alla
luce della teoria di Rizzi (1997) sul CP scisso. Se si assume che la periferia sinistra è composta da
diverse proiezioni (poste in un certo ordine gerarchico e ognuna collegata a particolari tratti
funzionali o interpretativi), l’assenza della topicalizzazione nelle frasi subordinate come (11a) e
(12a; c; d) è da collegare all’assenza della proiezione che ospita l’elemento topicalizzato o di una
proiezione attiva in qualche modo nella derivazione di tale costruzione. In altre parole, in tali frasi il
CP è ridotto. Haegeman propone, quindi, una suddivisione come quella rappresentata in (13):
(13)
Frase Principale (Root):
Frase Subordinata I (tipo Root)
Frase Subordinata II (tipo non-Root)
[TopicP [FocusP [ForceP [FinitenessP]… ]
[SubP [TopicP [FocusP [ForceP [FinitenessP]… ]
[SubP [FinitenessP]]
Le frasi subordinate si differenziano dalle principali per la presenza della proiezione SubP,
che viene proiettata dai complementatori subordinanti. Le frasi subordinate di tipo I hanno, sotto
SubP, lo stesso tipo di CP di una frase principale, con tutte le proiezioni proposte da Rizzi (1997)
(l’ordine non è adesso rilevante). Le frasi subordinate di tipo II (le vere ipotetiche, le fattive, le
infinitive, etc.) presentano, invece, un CP ridotto, in cui mancano le proiezioni di Topic, Focus e
Force. L’ipotesi è che sia proprio l’assenza di ForceP ad avere come conseguenza la mancanza della
proiezione di Topic. Nell’analisi di Haegeman (2004), ForceP è collegata non solo alla forza
frasale, ma anche al parlante e alla modalità epistemica. In quest’ottica, il predicato è qualcosa che
il parlante associa al Topic, per cui una struttura Topic-Comment è, di per sé, uno speech act (Bayer
[2001]). Per questo, se manca la proiezione collegata alla forza frasale e al parlante, mancano anche
le proiezioni collegate alla struttura informazionale, ovvero Topic e Focus.
L’aspetto che ci interessa maggiormente nella proposta di analisi di Haegeman (2004)
riguarda il confronto con le lingue romanze, e in particolare con l’italiano. Sulla base del fatto che
la topicalizzazione inglese non è ammessa nelle frasi subordinate di tipo II, mentre la dislocazione a
sinistra in italiano negli stessi contesti sintattici lo è (anche se con gradi diversi di accettabilità),
come mostrato dalla traduzione degli esempi (11) e (12) e da ulteriori esempi in (14), la conclusione
avanzata è che topicalizzazione inglese e dislocazione a sinistra in italiano siano strutture sintattiche
diverse.
(14)
a.
Se, il dolce, non lo porti, penseranno che sei maleducato. (Haegeman [2004, 172s.])
(CENTRAL Adv. Cl.)
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b.
Se il dolce non lo porti, porta almeno il vino.
c.
Mi dispiace che, questo problema, gli studenti non l’abbiano potuto risolvere.
(ibid. 175)
d.
(ibid.) (PERIPHERAL Adv. Cl.)
(FATTIVA)
Gianni pensa, il tuo libro, di conoscerlo bene.
(Rizzi [1997, 309])
(INFINITIVA)
e.
Che, questo problema, i professori non l’abbiano potuto risolvere mi sembra
improbabile. (Haegeman [2004, 176])
(FRASE SOGGETTO)
Tale conclusione, tuttavia, non può essere considerata del tutto esauriente. Infatti, tutti gli
esempi trattati da Haegeman (2004) riguardano frasi in cui viene dislocato l’oggetto diretto.
Considerando solo un campione di questo tipo, effettivamente, pare emergere una netta opposizione
con la topicalizzazione inglese: questa è impossibile nelle frasi subordinate prive di ForceP e TopP,
mentre la dislocazione clitica a sinistra dell’italiano è ammessa. Il quadro, però, cambia
notevolmente se si prendono in considerazione frasi in cui viene dislocato un elemento diverso.
Eravamo partiti dagli esempi in (9), che riportiamo qui per comodità come (15):
(15)
a.
?Gli operai non sanno, col capo, se parlar*(ci).
b.
?Gli amici si chiedono, dell’accaduto, se parlar*(ne) a Gianni.
c.
?Se, col capo, non *(ci) parli, non puoi capire il problema.
Come abbiamo osservato, interrogative infinitive e vere ipotetiche ammettono la dislocazione
a sinistra, ma non ammettono l’assenza del clitico di ripresa. Quindi, non è del tutto corretto dire
che le frasi subordinate di tipo II ammettono senza problemi questa struttura: le frasi di questo tipo,
caratterizzate nell’analisi che abbiamo assunto da un CP ridotto, non ammettono la dislocazione a
sinistra senza la ripresa clitica in IP. Questo è un argomento per ipotizzare che esistano due tipi
diversi di dislocazione a sinistra, differenziati dalla presenza o assenza del clitico. Proseguendo nel
ragionamento, si può dire che la topicalizzazione inglese pare avere una distribuzione simile alla
dislocazione senza clitico di ripresa dell’italiano.
Quest’ultima affermazione va ovviamente precisata. Come si è visto, Haegeman (2004) ha
fornito un insieme ben definito di frasi subordinate che non ammettono la topicalizzazione. Per
prima cosa si deve verificare se la distribuzione dei due tipi di dislocazione a sinistra dell’italiano è
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simile a quella individuata in inglese. Se si considera l’opposizione tra vere ipotetiche (o temporali)
e quelle che abbiamo etichettato come “Peripheral adverbial clauses”, emerge che solo nelle prime
il clitico di ripresa è obbligatorio:
(16)
a.
?Se, col capo, non *(ci) parli, non puoi capire il problema.
(CENTRAL Adv. Cl.)
b.
Se, col capo, non (ci) parli, puoi comunque parlare con noi.
(PERIPHERAL Adv. Cl.)
c.
??Mentre, con Maria, *(ci) parlava, guardava di continuo l’orologio.
(CENTRAL Adv. Cl.)
d.
Mentre, con Maria, (ci) parlava, con le sue amiche non parlava mai.
(PERIPHERAL Adv. Cl.)
Gli esempi in (16), tralasciando il fatto che le vere ipotetiche e temporali ammettono un topic
con più difficoltà, mostrano che solo nelle frasi subordinate che non modificano l’evento espresso
dalla principale è possibile avere una dislocazione a sinistra senza ripresa clitica.
Se si prendono in considerazione le frasi fattive e le frasi soggetto, però, si incontra una prima
differenza con la topicalizzazione inglese. Infatti, in frasi di questo tipo, è possibile avere un PP
dislocato senza che la ripresa clitica sia obbligatoria 2, come si può vedere in (17):
(17)
a.
Mi dispiace che, con Gianni, tu non (ci) abbia potuto parlare.
(FATTIVA)
b.
Che, con i suoi genitori, non (ci) abbia parlato, mi sembra improbabile.
(FRASE SOGGETTO)
Per quanto riguarda le frasi infinitive a controllo, il discorso è più complesso. Abbiamo già
visto che nelle interrogative all’infinito il clitico è obbligatorio. Tuttavia, in frasi all’infinito come
quelle riportate in (18), la ripresa diventa facoltativa:
(18)
2
a.
Gianni ha deciso, al suo capo, di non dir(gli) niente.
b.
Mi sembra, a Gianni, di non aver(gli) detto niente di male (INFINITIVA)
Devo quest’osservazione a Silvio Cruschina (c.p.).
(INFINITIVA)
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Alla luce di questi fatti, la distribuzione della dislocazione a sinistra senza ripresa clitica in italiano
appare più ampia della topicalizzazione inglese. In particolare, è emerso che il clitico rimane
facoltativo nelle frasi fattive, nelle frasi soggetto e nelle frasi infinitive a controllo non interrogative.
Spiegare nei dettagli questa differenza va oltre gli scopi di questo contributo. Tuttavia, si può
evidenziare il fatto che le frasi infinitive interrogative e non interrogative si differenziano anche da
un altro importante punto di vista: come ha messo in evidenza Bianchi (2007), nelle interrogative
all’infinito è assente la possibilità di avere un’interpretazione anaforica del tempo. In altre parole, in
tali frasi è impossibile interpretare il tempo dell’infinitiva in rapporto al tempo della principale (e al
tempo del discorso), per cui la presenza di un infinito composto è agrammaticale. Il contrasto è
esemplificato in (19), che riprende gli esempi di Bianchi (2007) con qualche modifica:
(19)
a.
Gianni dice di aver messo il portafogli nel cassetto.
(INFINITIVA NON INTERROGATIVA)
b.
Gianni non sa dove mettere il portafogli.
(INFINITIVA INTERROGATIVA)
c.
*Gianni non ricorda dove aver messo il portafogli.
(INFINITIVA INTERROGATIVA)
Tale situazione dipende, nell’analisi di Bianchi (2007) dall’assenza di un elemento logoforico
nella periferia sinistra della frase infinitiva interrogativa. Manca, cioè, un meccanismo che colleghi
la temporalità interna della frase alla temporalità esterna. In tale senso, anche la proiezione ForceP
nell’analisi di Haegeman (2004) è un elemento logoforico, per cui le due analisi non sono
contrastanti. Qui è utile sottolineare che, sulla base degli esempi in (19), le frasi infinitive in italiano
possono essere suddivise in due classi: da una parte le infinitive non interrogative, che ammettono
l’uso di infiniti composti, che esprimono rapporti temporali di anteriorità rispetto alla frase
principale, e dall’altra le infinitive interrogative, che non ammettono questa possibilità 3. Dunque, la
possibilità di avere una dislocazione a sinistra senza clitico pare effettivamente connessa alla
struttura interna del CP della frase infinitiva.
A questo punto è possibile tirare qualche somma. L’analisi di Haegeman (2004) ha indubbiamente
molti punti di forza. Per quanto riguarda le dislocazioni a sinistra in italiano, però, va precisata
dicendo che nelle frasi con un CP ridotto è ammessa solo la dislocazione con clitico obbligatorio. In
altri termini, la presenza o meno del clitico di ripresa è la spia di due strutture diverse. Più
precisamente, la dislocazione a sinistra con clitico (d’ora in poi DSCl) ha una distribuzione più
3
BIANCHI (2007) tratta anche le relative all’infinito, che si comportano, da questo punto di vista, come le interrogative:
(i) *Cerco il posto dove aver messo il portafoglio.
Per quanto riguarda le dislocazioni a sinistra, si può effettivamente osservare che in frasi di questo tipo il clitico di
ripresa è obbligatorio:
(ii) ?Cerco un posto dove, a Gianni, poter*(gli) comprare il regalo.
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ampia ed è ammessa anche in frasi con CP ridotto; la dislocazione a sinistra senza clitico o semplice
(d’ora in poi DSS) ha una distribuzione più ristretta ed è assente in frasi con CP ridotto. La
situazione è riassunta nel seguente schema:
(20)
Central Adv.
Fattive
Soggettive
Infinit. non Interr.
Infinit. Interr.
DSCl
sì
sì
sì
sì
sì
DSS
no
sì
sì
sì
no
Assumendo l’idea del CP ridotto in alcuni tipi di frase, avanzo l’ipotesi che la DSS sia impossibile
nelle vere ipotetiche e nelle frasi infinitive interrogative perché, in italiano, il CP di tali frasi è privo
di una o più delle proiezioni funzionali coinvolte nella derivazione di un DSS. Partendo dallo
schema di Hageman (2004) esemplificato in (13), la differenza tra i due tipi di frase subordinata può
essere rappresentato come in (21):
(21)
Frase Subordinata I
[SubP [DSS [DSCl [FocusP [ForceP [FinitenessP]… ]
Frase Subordinata II
[SubP [DSCl [FinitenessP]… ]
Per concludere, quindi, DSCl e DSS sono costruzioni diverse e coinvolgono proiezioni
diverse. L’ordine delle proiezioni in (21) non è per adesso rilevante, ma tornerò sull’argomento nei
paragrafi seguenti.
3. Tipi di sintagmi, ruoli argomentali e dislocazioni a sinistra
A questo punto si possono riprendere i dati dialettali in (8). Come si è visto, in tali varietà, il
clitico di ripresa è obbligatorio anche quando viene dislocato un PP. Se si assume l’ipotesi
formulata alla fine del paragrafo precedente, cioè che DSCl e DSS sono strutture diverse, un’ipotesi
preliminare potrebbe essere che in tali varietà la DSS sia impossibile. In altri termini, in tali varietà,
la struttura del CP nelle frasi principali non ammette la DSS perché è, in qualche senso, ridotto.
Questa, però, non pare una soluzione accettabile, in quanto non vi è alcuna altra ragione per
supporre un CP ridotto nelle frasi principali in tali varietà. In generale, come mostrato anche
dall’articolo di Haegeman (2004), che considera dati comparativi di lingue molto diverse, le frasi
principali presentano un CP più articolato. La strada che seguiremo qui è diversa.
Tornando all’italiano, si è già visto come la DSS sia comunque sempre impossibile quando
l’elemento dislocato è il DP oggetto. Questa asimmetria, in effetti, non può dipendere da fattori
collegati al numero di proiezioni di CP. In altre parole, il fatto che (22a) sia possibile e (22b) no,
non può dipendere da un CP più o meno ridotto:
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(22)
a.
A Gianni, darò il regalo domani.
b.
*Il regalo, darò a Gianni domani.
J. Garzonio
L’ipotesi che si propone qui è che la posizione delle DSS non sia accessibile a qualunque tipo
di elemento dislocato. In altre parole, anche se una frase presenta un CP non ridotto, e quindi
possiede al suo interno una posizione per le DSS, solo alcuni elementi possono raggiungere tale
posizione. In italiano la posizione per le DSS non è accessibile ai DP oggetto (e, presumibilmente,
anche ai DP soggetto, il che non può essere verificato per l’assenza dei clitici corrispondenti). Nelle
varietà esemplificate in (8), l’insieme degli elementi che non possono essere collocati nella
posizione di DSS è più ampio. In effetti, è possibile dire qualcosa in più sul tipo di elementi che
richiedono obbligatoriamente il clitico in queste varietà.
Si considerino le frasi riportate in (23):
(23)
a.
?Cu l’abbocatu, di sordi parlavu.
(Mussomeli, CL)
“Con l’avvocato, ho parlato di soldi.”
b.
?Au paisi, Maria ncuntravu.
“In paese, ho incontrato Maria.”
c.
Cu l’avucatu agghiu parlatu ri soliti.
d.
O paisu agghiu ncuntratu a Maria.
e.
Chi su avvocadu, de inari appo faeddadu.
f.
In bidda, a Maria appo imbiccadu.
(Papasidero, CS)
(Buddusò, SS)
Come si può osservare, in questi esempi c’è un elemento dislocato che non presenta
obbligatoriamente la ripresa clitica. Questo fatto non può dipendere dalla mancanza dei clitici
corrispondenti, come si può vedere in (24):
(24)
a.
U capu mi dissi, cu Mariu, di parlarici subbitu.
(Mussomeli, CL)
“Il capo mi ha detto, con Mario, di parlarci subito.”
b.
A mari, i ma amici, st’annu, ci hannu jutu picca voti.
“Al mare, i miei amici, quest’anno, ci sono andati poche volte.”
c.
Si non ci parlisi cu capu, non ci capiscisi nendi.
(Papasidero, CS)
“Se non parli con il capo, non ci capirai niente.”
d.
O maru, aguannu, l’amici miji ci su gghiuti pochi voti. (v. 8e)
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J. Garzonio
e.
Si cu su padronu nu bi faeddasa, no potese cumprendere sa cosa. (Buddusò, SS)
f.
A su mare, sos amigos mios, hoccannu, bi sono andadoso pagas voltas. (v. 8h)
In particolare, è interessante il contrasto tra frasi come (23b) e (8b)/(24b) e le corrispondenti
coppie nelle altre varietà, in cui, nel primo caso, un PP locativo dislocato ha ripresa opzionale e,
nell’altro, ha ripresa obbligatoria. Il fattore discriminante è il ruolo argomentale del sintagma.
Infatti, nel primo caso, il PP locativo è un circostanziale, mentre nel secondo si tratta di un
argomento selezionato dal verbo di moto. Tornando agli esempi in (8), si può osservare che tutti i
PP dislocati sono argomentali. Sembra quindi esserci una precisa corrispondenza tra accessibilità
alla posizione di DSS e il ruolo argomentale del DP/PP dislocato. Va anche notato che i due PP
argomentali di un verbo come parlare, come emerge dal confronto di (23a) e (8c), si comportano in
maniera opposta: il PP che si riferisce all’argomento ha ripresa obbligatoria, e quindi non può
trovarsi in posizione di DSS, mentre il PP che si riferisce all’interlocutore ha ripresa opzionale, per
cui può essere sia DSS che DSCl.
Quanto si è osservato fino a questo punto non può essere spiegato rifacendosi all’idea che la
struttura del CP sia diversa in tali varietà rispetto all’italiano o ad altre varietà che si comportano
come l’italiano. Mi pare più corretto, invece, ipotizzare che l’accesso alla posizione di DSS sia
parametrizzato, ovvero che il tipo di elementi in grado di trovarsi in tale posizione sia variabile, ma
in maniera predicibile. Si è visto che in italiano i DP non possono essere DSS. Nelle varietà
esemplificate in (8) e negli altri esempi di questo paragrafo, anche i PP argomentali non possono
essere DSS. Volendo essere più precisi, va detto che tra i PP argomentali ci sono differenze, per cui,
per esempio, il PP riferito al tema/argomento di parlare non può essere DSS, mentre il PP riferito
all’interlocutore sì. Inoltre, in varietà diverse, l’insieme dei PP argomentali che può essere DSS è
variabile: se si osserva il contrasto tra (8i) da una parte e (8c), (8f) dall’altra, si può vedere che nella
varietà di Buddusò anche il PP riferito al tema/argomento ha accesso alla posizione di DSS (cioè,
ha ripresa clitica opzionale). L’accesso alla posizione di DSS pare quindi regolato da una scala
ordinata secondo una gerarchia ben precisa. A un estremo ci sono i DP argomentali, all’altro i PP
circostanziali. Nel mezzo, i PP argomentali sono disposti secondo fattori che non approfondirò in
questo contributo, limitandomi a una semplice suddivisione in PP argomentali obbligatori (andare
da qualche parte, dare qualcosa a qualcuno), PP argomentali opzionali centrali (parlare di
qualcosa) e PP argomentali opzionali periferici (parlare con qualcuno) La situazione è
schematizzata in (25):
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(25)
J. Garzonio
Accessibilità a DSS: PP Circostanziali
PP Argomentali
PP Perif.
PP Centr.
DP
PP Obbl.
Varietà:
Italiano
+
+
+
+
-
Buddusò
+
+
+
-
-
Mussomeli, Papasidero
+
+
-
-
-
Ulteriori dati sono necessari per poter raffinare la scala. In ogni caso, l’ipotesi predice che se
in una certa varietà una delle categorie di sintagmi in (25) ha accesso alla posizione di DSS, allora
anche tutte le categorie che si trovano alla sua sinistra hanno accesso a tale posizione. Ovvero, non
è prevedibile che possa esserci una varietà in cui i PP argomentali obbligatori possono comparire
senza ripresa clitica, mentre quelli opzionali o i circostanziali hanno la ripresa obbligatoria.
4. Posizione delle dislocazioni in CP
Si è visto, dunque, che DSS e DSCl sono strutture diverse e che il tipo di sintagmi che ha
accesso alla posizione di DSS cambia da varietà a varietà. A questo punto si può dire qualcosa in
più sull’opposizione DSS/DSCl alla luce della teoria di Rizzi (1997) sul CP scisso.
Come si è visto in precedenza, Benincà – Poletto (2004) hanno proposto una suddivisione del
campo Topic in più proiezioni funzionali, accomunate dal fatto di contenere elementi di tipo nonoperatore. Per quanto riguarda i PP circostanziali, l’analisi di Benincà e Poletto prevede una
posizione più in alto delle posizioni normalmente occupate dalle dislocazioni a sinistra (LD e LI; cf.
[6]): la posizione per i cosiddetti Scene Setters:
(26)
[Scene Setting [LD [LI ]… ]
Il fatto che i circostanziali siano sempre ammessi come DSS, fa supporre che effettivamente
essi abbiano una posizione dedicata all’interno di CP. Si noti, tra l’altro, che tale posizione è
presente anche nei CP ridotti, come nota anche Haegeman (2004, 159s.), che riporta esempi in
inglese come quelli in (27):
(27)
a.
If next week you cannot get hold of me, try again later.
“Se la settimana prossima non mi trovi, riprova dopo.”
b.
While around this time last year Mary was writing her book, her children were
staying with her mother.
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J. Garzonio
“Mentre l’anno scorso, in questo periodo, Mary stava scrivendo il suo libro, i
bambini stavano con sua madre.”
c.
When last month she began to write a regular column for the Times, I thought
she would be OK.
“Quando, il mese scorso, ha iniziato a scrivere regolarmente per il Times, pensavo
che sarebbe stata OK.”
La situazione di PP e DP argomentali appare invece più complessa. Come si è visto, Benincà
– Poletto (2004) hanno mostrato che le dislocazioni a sinistra con interpretazione di lista occupano
una posizione più bassa delle dislocazioni a sinistra standard. Tuttavia, non sembrano esserci
particolari differenze per quanto riguarda la presenza del clitico di ripresa: i DP oggetto richiedono
il clitico sia che si trovino nella posizione LD che in quella LI, mentre i PP hanno ripresa opzionale
in entrambe le posizioni:
(28)
a.
Il regalo, a Maria, (glie) *(lo) compro io, a Marco invece, (glie) *(lo) comprano i
suoi amici.
b.
A Maria, il regalo, (glie) *(lo) compro io, i fiori invece, (glie) *(li) comprano i suoi
amici.
Sulla base dei dati in (28), non pare esserci una chiara associazione tra una posizione
strutturale più alta (LD) o più bassa (LI) e la presenza del clitico. In altre parole, non si possono
individuare chiari indizi sulla posizione relativa della posizione delle DSS e delle DSCl.
Tuttavia, si possono individuare alcuni fatti che sono rilevanti per l’individuazione della
posizione di DSS e DSCl all’interno di CP. Si consideri una frase con due elementi dislocati a
sinistra, un PP dativo e un DP oggetto. Se entrambi sono DSCl, l’ordine dei due elementi varia
senza che l’interpretazione della frase cambi in maniera significativa:
(29)
a.
Al direttore, la lettera, gliela consegno io.
b.
La lettera, al direttore, gliela consegno io.
Se invece viene ripreso solo il DP oggetto, le frasi con i due possibili ordini degli elementi
dislocati non sono esattamente equivalenti:
(30)
a.
Al direttore, la lettera, la consegno io.
b.
??La lettera, al direttore, la consegno io.
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J. Garzonio
Mentre (30a) riceve un’interpretazione analoga a quella delle frasi in (29), (30b) risulta
marginale, a meno che la lettera al direttore non venga interpretato come un costituente unico (con
il PP che modifica lettera) o, in alternativa, non si applichi interpretazione di lista al PP dativo. Le
due possibilità sono schematizzate in (31):
(31)
a.
[La lettera al direttore]i, lai consegno io.
b.
[LD La lettera [LI al direttore [IP la consegno io]]], ai collaboratori invece,
consegnala tu.
L’ipotesi zero riguardo a tale asimmetria è che, al livello LD del campo Topic, ci siano due
posizioni diverse: una per le DSS e una, più in basso, per le DSCl, per cui, se un elemento senza
ripresa segue un elemento con ripresa, si trova in posizione LI e quindi riceve interpretazione di
lista:
(32)
[DSS [DSCl [LI ]… ]
LD
Tuttavia, quest’ipotesi non risolve alcuni problemi. Innanzitutto, se DSS e DSCl
corrispondono a due proiezioni dedicate sopra ai topic LI, non è chiaro perché anche a livello LI ci
sia l’asimmetria per quanto riguarda i clitici di ripresa tra DP e PP. Inoltre, considerando il solo
livello LD, non è possibile individuare un’interpretazione delle DSS che sia chiaramente ed
inequivocabilmente diversa da quella delle DSCl. Per questo lasciamo da parte l’analisi degli
esempi in (29) e (30) a investigazioni future, basate su dati ulteriori. In ogni caso, si può dire che la
differenza tra DSS e DSCl non va ricondotta semplicemente al fatto che la loro posizione finale sia
una proiezione più alta o più bassa in CP. Sembra, invece, più logico supporre che le due strutture
siano diverse perché prodotto di derivazioni diverse, e che le proiezioni coinvolte nel processo siano
più di una.
5. Conclusioni
In questo contributo ho esaminato le dislocazioni a sinistra di alcune varietà italoromanze che
presentano una distribuzione diversa del clitico di ripresa rispetto all’italiano. Per spiegare tale
variazione ho mostrato che, anche in italiano, la dislocazione senza clitico (DSS) non è possibile in
frasi con un CP ridotto, per cui tale costruzione e la dislocazione con clitico (DSCl) sono fenomeni
sintattici diversi. Il tipo di sintagmi che possono essere DSS varia da lingua a lingua, ma in maniera
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predicibile, in base a una scala ordinata secondo fattori come le opposizioni argomentale/aggiunto o
DP/PP.
Jacopo Garzonio
Università di Padova
Dipartimento di Discipline Linguistiche, Comunicative e dello Spettacolo
Via Beato Pellegrino, 1
I – 35100 Padova
[email protected]
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J. Garzonio
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