Aspettando Godot - Testo riveduto
Traduzione italiana di Angelo Romagnoli © 2020-21
The Theatrical Notebooks of Samuel Beckett. Volume I. Waiting for Godot with a
revised text. Edited by James Knowlson and Dougald McMillan © 1993 Faber & Faber
ISBN 978-0-571-34870-1
Pagine 6-85
Waiting for Godot revised text © 1993 Les Editions de Minuit and the Estate of
Samuel Beckett
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Aspettando Godot – Testo riveduto
Traduzione italiana di Angelo Romagnoli © 2020-21
NOTE TIPOGRAFICHE
Il testo tra parentesi quadre [ ] è aggiunto all’originale inglese.
Il testo tra parentesi graffe { } è il testo originale riveduto.
L’occorrenza delle parentesi <> indica una sezione tagliata dal testo originale
inglese.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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Aspettando Godot
Una Tragicommedia in Due Atti
PERSONAGGI
VLADIMIR
ESTRAGON
POZZO
LUCKY
UN RAGAZZO
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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ATTO I
Una strada di campagna. Un albero. [Un masso.]
Sera.
[Sipario.]
[Vladimir è in piedi sul fondo a destra accanto all’albero, in penombra. Ascolta.]
Estragon {è seduto su un masso} [sul proscenio a sinistra, immobile, chinato. Lungo
silenzio. L’immobilità è rotta da Estragon] <> che cerca di togliersi la scarpa [sinistra].
La tira con tutte e due le mani, {grugnendo}. Rinuncia esausto, si riposa, riprova.
Come prima. <>
ESTRAGON (rinunciando ancora) Niente da fare.
VLADIMIR ({avanza, si ferma.}) Comincio a pensarlo anche io. Per tutta la vita ho
provato a convincermi, dicevo: «Vladimir, dai, non hai mica provato tutto». E
ricominciavo a lottare. (Borbotta, rimugina sulla lotta. Si rivolge a Estragon) E così
eccoti ancora qui.
ESTRAGON Davvero?
VLADIMIR Sono contento di rivederti. Pensavo te ne fossi andato per sempre.
ESTRAGON Anche io.
VLADIMIR Ancora insieme finalmente! Dobbiamo festeggiare. Ma come (Riflette.)
Alzati che ti abbraccio.
ESTRAGON (stizzosamente, [respingendolo con entrambe le mani]) Adesso no,
non adesso.
VLADIMIR (offeso, gelidamente) È lecito domandare dove Sua Altezza ha
trascorso la notte?
ESTRAGON In un fosso.
VLADIMIR (con ammirazione) In un fosso! E dove?
ESTRAGON (senza indicare) Laggiù.
VLADIMIR E non ti hanno picchiato?
ESTRAGON Picchiato io? Certo che mi hanno picchiato.
VLADIMIR La stessa quantità di botte di sempre?
ESTRAGON La stessa? Non lo so.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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VLADIMIR Quando ci penso… tutti questi anni… se non fosse per me… dove
saresti…? (In modo deciso) Non saresti che un mucchietto di ossa in questo preciso
istante, è sicuro.
ESTRAGON E allora?
VLADIMIR (malinconico) È troppo per un uomo solo. (Pausa. Allegro) D’altra parte
che c’è di buono a scoraggiarsi adesso, dico io. Avremmo dovuto pensarci un milione
di anni fa, negli anni novanta.
ESTRAGON E piantala di chiacchierare e dammi una mano con questo affare
maledetto.
VLADIMIR Mano nella mano sulla cima della Torre Eiffel, tra i primi. Allora sì che
eravamo presentabili, adesso è troppo tardi. Non ci farebbero neanche salire.
(Estragon si lamenta della scarpa, [grugnisce].)
Che cosa stai facendo?
ESTRAGON Mi tolgo la scarpa. A te è mai capitato?
VLADIMIR Le scarpe bisogna togliersele tutti i giorni, mi sono stancato di dirtelo.
Perché non mi ascolti?
ESTRAGON (debolmente) Aiutami!
VLADIMIR Stai male?
ESTRAGON Sto male! Mi viene a chiedere se sto male!
VLADIMIR (arrabbiato) Nessuno soffre tranne te. Io non conto. Vorrei proprio
sentire te, se tu avessi quello che ho io.
ESTRAGON Stai male?
VLADIMIR Sto male! Mi viene a chiedere se sto male!
ESTRAGON (indicando) Ti potresti chiudere, comunque.
VLADIMIR <> Giusto. (Si [gira, si incurva, e] si abbottona i pantaloni.) Mai lasciarsi
andare nelle piccole cose.
ESTRAGON Che cosa ti aspetti, ti riduci sempre all’ultimo momento.
VLADIMIR (divertito) L’ultimo momento…(medita) Chi visse sperando morì come?
Chi è che lo ha detto?
ESTRAGON Perché non mi aiuti?
VLADIMIR Certe volte mi sembra che sto per arrivarci. Ma poi mi sento tutto
strano (si toglie il cappello, ci guarda dentro, {lo rovescia,} <> lo indossa di nuovo.)
Come dire? Sollevato ma allo stesso tempo… (cerca la parola)… inorridito. (Con
enfasi) I-nor-ri-di-to. <> Buffo. (Si [toglie ancora il cappello, ci guarda dentro, lo
rovescia] bussa sulla cupola come per far cadere qualcosa, ci guarda dentro di nuovo,
lo indossa di nuovo) Niente da fare.
(Estragon, con sforzo supremo, riesce a togliersi la scarpa [sinistra]. Ci guarda
dentro, <> la rovescia, {ci bussa sopra}, guarda per terra per vedere se è caduto
qualcosa, non trova niente, <> guarda davanti a sé con sguardo assente) Allora?
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ESTRAGON Niente.
VLADIMIR Fammi vedere.
ESTRAGON Non c’è niente da vedere.
VLADIMIR Prova a rimettertela.
ESTRAGON (esaminando il piede) Lo faccio respirare un po’.
VLADIMIR Eccoli gli uomini! La colpa è del piede e se la prendono con la scarpa.
<> Questa cosa sta diventando preoccupante [(si toglie di nuovo il cappello, ci guarda
dentro, <> bussa sulla cupola, ci soffia dentro, lo indossa di nuovo.] Silenzio. Vladimir
immerso nei suoi pensieri <>) Uno dei ladroni fu salvato. (Pausa) È una percentuale
accettabile. (Pausa) Gogo.
ESTRAGON Che?
VLADIMIR Immagina se ci pentissimo.
ESTRAGON Pentissimo di che?
VLADIMIR Oh… (riflette) Non è che dobbiamo entrare nei dettagli.
ESTRAGON Di essere nati?
Vladimir scoppia in una risata fragorosa che soffoca immediatamente, si porta la
mano sul pube, la faccia contorta.
VLADIMIR Non ci si può più permettere di ridere.
ESTRAGON Che privazione terribile.
VLADIMIR Al limite sorridere. (Sorride all’improvviso da un orecchio all’altro,
continua a sorridere, smette improvvisamente come aveva iniziato.) Non è la stessa
cosa. Niente da fare. (Pausa.) Gogo.
ESTRAGON (stizzito) Che c’è?
VLADIMIR Hai mai letto la Bibbia?
ESTRAGON La Bibbia... (riflette) Devo averci buttato un occhio.
VLADIMIR Te li ricordi i Vangeli?
ESTRAGON Mi ricordo le cartine della Terra Santa. Colorate. Tanto belline. Il Mar
Morto era azzurro. Mi veniva sete soltanto a guardarlo. Ecco dove andremo, dicevo
sempre, ecco dove andremo in luna di miele. Faremo il bagno. Saremo felici.
VLADIMIR Avresti dovuto fare il poeta.
ESTRAGON È quello che ho fatto. (Indica i suoi stracci.) Non si vede?
Silenzio.
VLADIMIR Che cosa stavo dicendo…? Come va il piede?
ESTRAGON Gonfia a vista d’occhio.
VLADIMIR Ah sì, i due ladroni. Te la ricordi la storia?
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ESTRAGON No.
VLADIMIR Vuoi che te la racconti?
ESTRAGON No.
VLADIMIR Per ammazzare il tempo. (Pausa.) Due ladroni, crocifissi insieme al
nostro Salvatore. Uno...
ESTRAGON Il nostro che?
VLADIMIR Il nostro Salvatore. Due ladroni. Dice che uno sia stato salvato e
l’altro… (cerca il contrario di ‘salvato’)… dannato.
ESTRAGON Salvato da che cosa?
VLADIMIR Dall’inferno.
ESTRAGON Io me ne vado
Non si muove.
VLADIMIR Eppure… (pausa)… com’è che… non ti sto annoiando, vero? Com’è che
dei quattro evangelisti soltanto uno parla del ladrone che viene salvato. Quei quattro
erano lì - più o meno - e soltanto uno parla del ladrone che viene salvato. E dai Gogo,
prova a ribattere di tanto in tanto.
ESTRAGON ({svagatamente}) È un discorso di straordinario interesse.
VLADIMIR [(avanza, gesticolando con le dita)] Uno su quattro. Degli altri tre, due
non parlano affatto di ladroni, il terzo dice che tutti e due lo insultavano.
[Faccia a faccia con Estragon accanto al masso.]
ESTRAGON Chi?
VLADIMIR Cosa?
ESTRAGON Di che parli? Insultavano chi?
VLADIMIR Il Salvatore.
ESTRAGON Perché?
VLADIMIR: Perché non li voleva salvare.
ESTRAGON Dall’inferno?
VLADIMIR Dalla morte, cretino! <>
ESTRAGON E dunque?
VLADIMIR E dunque i due ladroni sono stati dannati.
ESTRAGON E perché no?
VLADIMIR Ma uno dei quattro dice che uno dei due è stato salvato.
ESTRAGON E allora? Vuol dire che non sono d’accordo e finisce lì.
VLADIMIR Ma se erano tutti e quattro lì. E solo uno parla del ladrone che viene
salvato. Perché credere a lui invece che agli altri?
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ESTRAGON Ma chi gli crede?
VLADIMIR Tutti. La gente sa soltanto questa versione della storia.
ESTRAGON Ma la gente è cretina.
[Sbatte violentemente la scarpa a terra,] si alza indolenzito e a fatica, cammina
zoppicando [verso il fondo] verso sinistra, si ferma, guarda lontano con la mano come
a schermare la luce <>. Vladimir <> va a prendere la scarpa, ci guarda dentro <>.
VLADIMIR Puah!
<> [Butta via la scarpa rapidamente e, appena Estragon si volta e attraversa il
palco verso destra, si dirige sul fondo per osservarlo.]
ESTRAGON [(si muove verso la destra, guarda lontano con la mano che scherma la
luce.)] Luogo incantevole. (Si gira, avanza verso il proscenio, si ferma [al centro]
guardando la platea [, appena Vladimir si sposta verso il centro].)
Prospettive incoraggianti. ({Va verso Vladimir}) Andiamo.
VLADIMIR Non si può.
ESTRAGON Perché?
VLADIMIR Stiamo aspettando Godot.
ESTRAGON (disperato) Ah [già]! (Pausa.) Sei sicuro che è qui?
VLADIMIR Che cosa?
ESTRAGON Che dobbiamo aspettarlo.
VLADIMIR Ha detto vicino all’albero.
(Guardano l’albero.)
Vedi altri alberi?
ESTRAGON Che albero è?
VLADIMIR Non lo so. Un salice.
ESTRAGON E dove sono le foglie?
VLADIMIR Deve essere morto.
ESTRAGON Ha finito di piangere.
VLADIMIR O forse non è stagione.
ESTRAGON A me sembra più un cespuglio.
VLADIMIR Un arbusto.
ESTRAGON Un cespuglio.
[Si gira faccia a faccia con Vladimir.]
VLADIMIR Un... che cosa vorresti insinuare? Che siamo nel posto sbagliato?
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ESTRAGON Dovrebbe essere già qui.
VLADIMIR Non ha detto che veniva di sicuro.
ESTRAGON E se non viene?
VLADIMIR Ritorneremo domani.
ESTRAGON E poi dopodomani.
VLADIMIR Eventualmente.
ESTRAGON E via e via.
VLADIMIR Il punto è ...
ESTRAGON Finché non arriva.
VLADIMIR Non hai pietà.
ESTRAGON Siamo già venuti qui ieri.
VLADIMIR Ah no, qui ti sbagli.
ESTRAGON Che cosa abbiamo fatto ieri?
VLADIMIR Che cosa abbiamo fatto ieri?
ESTRAGON Sì.
VLADIMIR Perché… (rabbioso) arrivi tu a mettermi il tarlo.
ESTRAGON Io dico che eravamo qui.
VLADIMIR (guardandosi attorno) Lo riconosci questo posto?
ESTRAGON Non ho detto questo.
VLADIMIR E allora?
ESTRAGON Non vuol dire niente.
VLADIMIR Tutto uguale… quell’albero… [(Guardano l’albero)]…[quel masso]…
[(Guardano il masso)]<>… quella torbiera…
[Si voltano verso la platea.]
ESTRAGON Sei sicuro che era stasera?
VLADIMIR Che cosa?
ESTRAGON Che dovevamo aspettarlo.
VLADIMIR Ha detto sabato. (Pausa.) Credo.
ESTRAGON Lui crede.
VLADIMIR Devo aver preso un appunto.
Si fruga nelle tasche <>.
ESTRAGON (insinuando) Ma quale sabato? E poi è davvero sabato? [(Avanza
verso Vladimir.)] Non è magari domenica? (Pausa. [Avanza ancora.]) O lunedì?
(Pausa. [Avanza ancora.]) O venerdì?
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VLADIMIR (guarda furiosamente intorno a sé, come se la data fosse scritta sul
paesaggio) Non è possibile!
ESTRAGON O giovedì?
VLADIMIR Che facciamo?
ESTRAGON [(ritorna al masso.)] Se è venuto ieri e noi non c’eravamo stai sicuro
che oggi non viene.
[Si siede.]
VLADIMIR Ma tu hai detto che eravamo qui ieri.
ESTRAGON Posso sbagliarmi. (Pausa.) Stiamo zitti per un po’, eh?
VLADIMIR (debolmente) Va bene.
(<> Estragon si addormenta. [Vladimir si dirige sul fondo a sinistra, guarda
lontano a sinistra con la mano a schermare la luce, si gira e va dall’altra parte a
destra, guarda lontano,] {si gira e arriva da Estragon. Si ferma.})
Gogo! [(Si avvicina. Si ferma)] Gogo!
[(Si avvicina e si ferma dietro a Estragon, lo scuote delicatamente per svegliarlo.)]
GOGO!
Estragon si sveglia di sobbalzo.
ESTRAGON (ricondotto all’orrore della sua situazione) Stavo dormendo!
(Disperatamente) Perché non mi lasci mai dormire?
VLADIMIR Mi sentivo solo.
ESTRAGON Ho fatto un sogno.
VLADIMIR Non raccontarlo!
ESTRAGON Ho sognato che ...
VLADIMIR NON RACCONTARLO!
ESTRAGON (indica l’universo) Tutto questo non ti basta? (Silenzio.)
Non è carino da parte tua, Didi. A chi posso raccontare i miei incubi privati se non
a te?
VLADIMIR Lascia che restino privati. Lo sai che non lo sopporto.
ESTRAGON (freddamente) Alle volte mi chiedo se non sarebbe meglio separarci.
VLADIMIR Non andresti lontano.
ESTRAGON Questa sarebbe, davvero una brutta cosa. (Pausa.) Non è vero, Didi,
che sarebbe davvero una brutta cosa? (Pausa.) Quando pensi alla bellezza della via.
(Pausa.) E alla bontà dei viandanti. (Pausa. Morbidamente) Non è vero, Didi?
VLADIMIR Stai calmo.
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ESTRAGON (con voluttà) Calmo… Calmo… Gli inglesi dicono ‘caaumoou’ (Pausa.)
La conosci la storia dell’inglese al bordello?
VLADIMIR Sì.
ESTRAGON Raccontamela.
VLADIMIR Ah piantala!
ESTRAGON Un inglese che ha bevuto un po’ più del solito va in un bordello. La
tenutaria gli chiede se vuole una bionda, una mora o una rossa. Vai avanti.
VLADIMIR PIANTALA!
Esce di corsa Vladimir. Estragon si alza e lo segue {appena più avanti del centro
della scena per osservare}. Gestualità di Estragon come quella di uno spettatore che
incoraggia un pugile. Entra Vladimir. {Passa davanti a Estragon, attraversa il palco, si
ferma a sinistra con le spalle rivolte a Estragon.} Estragon fa un passo verso di lui, si
ferma.
ESTRAGON (gentilmente) Mi volevi parlare?
(Silenzio. Estragon fa un passo avanti.)
Avevi qualcosa da dirmi?
(Silenzio. Un altro passo avanti.)
Didi…
VLADIMIR (senza voltarsi) Non ho niente da dirti.
ESTRAGON (fa un passo avanti.) Sei arrabbiato?
(Silenzio. Un passo avanti.)
Perdonami.
(Silenzio. Un passo avanti. <>)
Dai, Didi.
(Silenzio.)
Dammi la mano.
({Estragon prova a prendere la mano sinistra di Vladimir. Vladimir la sposta.})
Abbracciami!
(Vladimir si irrigidisce.)
E dai!
(Vladimir si lascia andare, {si volta e apre le braccia}. Estragon si ritrae
[all’indietro].)
Puzzi d’aglio!
VLADIMIR Fa bene ai reni.
(Silenzio. {Tutti e due guardano avanti.})
E adesso che facciamo?
ESTRAGON Aspettiamo.
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VLADIMIR Sì, ma mentre aspettiamo.
ESTRAGON [(gira la testa lentamente verso l’albero.) E se ci impiccassimo?
VLADIMIR Hmm. {Si potrebbe avere} un’erezione.
ESTRAGON (eccitato) Un’erezione!
VLADIMIR Con tutto quel che ne viene. Dove cade cresce la mandragora. È per
questo che grida quando la strappano. Non lo sapevi?
ESTRAGON Impicchiamoci immediatamente!
[Vanno verso l’albero.]
VLADIMIR Da un ramo? <> Io non mi fiderei.
ESTRAGON Possiamo sempre provare.
VLADIMIR Procedi pure.
ESTRAGON Dopo di te.
VLADIMIR No no, dopo di te.
ESTRAGON Ma perché?
VLADIMIR Perché tu pesi meno di me.
ESTRAGON Appunto.
VLADIMIR Non capisco.
ESTRAGON Usa il cervello no?
Vladimir usa il cervello.
VLADIMIR (infine) Continuo a non capire.
ESTRAGON Ecco perché. (Riflette) Il ramo… il ramo… (con rabbia) ma usa la testa,
no?
VLADIMIR Sei la mia unica speranza.
ESTRAGON (sforzandosi) Gogo leggero - ramo non rompere - Gogo morto. Didi
pesante - ramo rompere - Didi solo. Laddove…
VLADIMIR Non ci avevo pensato.
ESTRAGON Se impicca te impicca tutti.
VLADIMIR Ma sono davvero più pesante di te?
ESTRAGON È quello che sostieni tu. Io non lo so. C’è una probabilità su due. O
quasi.
VLADIMIR E allora? Che facciamo?
ESTRAGON Non facciamo niente. È più sicuro.
[Estragon prende Vladimir per il braccio destro e comincia a girare in cerchio verso
il proscenio in direzione del masso.]
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VLADIMIR Aspettiamo di sentire che dice.
ESTRAGON Chi?
VLADIMIR Godot.
ESTRAGON {Ah, già!}
VLADIMIR Aspettiamo di conoscere esattamente la nostra posizione.
ESTRAGON D’altra parte è meglio battere il ferro finché è caldo.
VLADIMIR Sono curioso di sentire che cosa ha da offrirci. Poi vediamo se prendere
o lasciare.
[Si fermano accanto al masso.]
ESTRAGON Che cosa gli abbiamo chiesto esattamente?
VLADIMIR Ma tu non c’eri?
ESTRAGON Non stavo ascoltando.
VLADIMIR Oh… niente di così preciso.
[Vladimir prende Estragon per il braccio sinistro e continuano a girare in cerchio
dal masso fino al proscenio a destra.]
ESTRAGON Una specie di preghiera.
VLADIMIR Proprio così.
ESTRAGON Una vaga supplica.
VLADIMIR Esatto.
ESTRAGON E lui che ha risposto?
VLADIMIR Che ci avrebbe pensato.
ESTRAGON Che non poteva promettere niente.
VLADIMIR Che ci avrebbe riflettuto attentamente.
ESTRAGON Nella quiete della sua dimora.
VLADIMIR Consultando la famiglia.
ESTRAGON I suoi amici.
VLADIMIR I suoi agenti.
ESTRAGON I suoi corrispondenti.
VLADIMIR I suoi registri.
ESTRAGON Il suo conto in banca.
VLADIMIR Prima di prendere una decisione.
ESTRAGON È normale.
[Si fermano sul proscenio a destra.]
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VLADIMIR O no?
ESTRAGON Io penso di sì.
VLADIMIR E io penso lo stesso.
Silenzio.
ESTRAGON (ansioso) E noi?
VLADIMIR Prego?
ESTRAGON Dicevo, e noi?
VLADIMIR Non capisco.
ESTRAGON Noi che dobbiamo fare.
VLADIMIR Che dobbiamo fare?
ESTRAGON Senza fretta.
VLADIMIR Che dobbiamo fare? Gli accattoni.
ESTRAGON Ah proprio così?
VLADIMIR Vossignoria intende far valere le Sue prerogative?
ESTRAGON Non abbiamo più diritti?
Risata di Vladimir, soffocata come prima, senza il sorriso.
VLADIMIR Mi faresti ridere se non fosse proibito.
ESTRAGON Abbiamo perduto i nostri diritti?
VLADIMIR (stentoreo) Ce ne siamo liberati.
Silenzio. Restano immobili, con le braccia penzoloni, la testa incassata, le
ginocchia molli.
ESTRAGON (debolmente) Non siamo legati? (Pausa.) Non siamo...
VLADIMIR Ascolta!
[Si stringono l’uno all’altro e] ascoltano in una rigidità grottesca.
ESTRAGON Io non sento niente.
VLADIMIR Ssssstt!
{(Si stringono l’uno all’altro ancora di più, sempre in ascolto.)}
Nemmeno io.
Sospiri di sollievo. Si rilassano e si separano.
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ESTRAGON Mi hai fatto prendere un colpo.
VLADIMIR Credevo fosse lui.
ESTRAGON Chi?
VLADIMIR Godot.
ESTRAGON Ahhhh! Era il vento tra le canne.
VLADIMIR Ci giurerei che ho sentito gridare.
ESTRAGON Ma perché dovrebbe gridare?
VLADIMIR Al cavallo.
Silenzio.
[ESTRAGON Andiamo!
VLADIMIR Dove? (Si avvicina a Estragon. Seducente) Forse stanotte dormiremo
nel suo fienile. All’asciutto, al calduccio, sulla paglia e con la pancia piena. Vale la
pena aspettare, no?
ESTRAGON Ma non tutta la notte.
VLADIMIR Se è per questo è ancora giorno.
Silenzio. Tutti e due guardano il cielo.]
ESTRAGON (in modo aggressivo) Ho fame.
VLADIMIR Vuoi una carota?
ESTRAGON È tutto quello che hai?
VLADIMIR Potrei avere delle rape.
ESTRAGON Dammi una carota.
(Vladimir si fruga le tasche, tira fuori una rapa, [si avvicina e] la dà ad Estragon <>
[e infine si allontana].)
(Con rabbia) È una rapa!
VLADIMIR Oh scusa! Avrei giurato che fosse una carota. (Si fruga di nuovo le
tasche, non trova che rape.) Ci sono solo rape. (Fruga.) Mi sa che ti sei mangiato
l’ultima. (Fruga.) Aspetta, ce l’ho.
(Tira fuori la carota [si avvicina] e la dà ad Estragon.)
Ecco qui, amico caro.
{(Vladimir si allontana e poi torna indietro appena Estragon comincia a mangiare
la carota.)}
Ridammi la rapa.
(Estragon restituisce la rapa e Vladimir se la rimette in tasca.
[Vladimir si allontana e poi torna da Estragon.])
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Falla durare, che è l’ultima.
[Vladimir si allontana.]
ESTRAGON (masticando) Ti ho fatto una domanda.
VLADIMIR [(sistemandosi le tasche)] Ah.
ESTRAGON Mi hai già risposto?
VLADIMIR Com’è la carota?
ESTRAGON È una carota.
VLADIMIR Meglio così, meglio così. (Pausa.) Che cos’è che volevi sapere?
ESTRAGON Non me lo ricordo. (Mastica.) E mi fa imbestialire. <> Ah sì, adesso me
lo ricordo.
VLADIMIR Allora?
ESTRAGON (con la bocca piena, distrattamente) Non siamo legati?
VLADIMIR Non capisco neanche una parola.
ESTRAGON (mastica, ingoia) Ti sto chiedendo se siamo legati.
VLADIMIR Legati?
ESTRAGON Le-ga-ti.
VLADIMIR Ma che vuol dire legati?
ESTRAGON Legati.
VLADIMIR Ma a chi? A che cosa?
ESTRAGON Al tuo uomo.
VLADIMIR A Godot? Legati a Godot? Ma che idea! Non se ne parla proprio.
(Pausa.)
Per il momento.
ESTRAGON Lui si chiama Godot?
VLADIMIR Credo di sì.
ESTRAGON {Ah, già!} (tira su il mozzicone della carota dalla parte delle foglie <>.)
È strano, più la mangi più fa schifo.
VLADIMIR Per me è proprio il contrario.
ESTRAGON Cioè?
VLADIMIR Più vado avanti più mi ci abituo allo schifo.
ESTRAGON <> E sarebbe il contrario?
VLADIMIR Questione di temperamento.
ESTRAGON Di personalità.
VLADIMIR Non ci puoi fare niente.
ESTRAGON È inutile battersi.
VLADIMIR Uno è quello che è.
ESTRAGON È inutile sbattersi.
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VLADIMIR La sostanza non cambia.
ESTRAGON Non c’è niente da fare. (Offre il rimasuglio della carota a Vladimir.)
Vuoi finirla tu?
{Schiocco di una frusta}, molto vicino, a Estragon cade la carota. Rimangono
immobili, poi insieme compiono uno scatto improvviso verso le quinte. Estragon si
ferma a metà strada, corre indietro, raccoglie da terra la carota, se la mette in tasca,
corre verso Vladimir che lo sta aspettando, si ferma di nuovo, corre indietro, raccoglie
la scarpa, corre per raggiungere Vladimir. Stretti l’uno all’altro, terrorizzati dalla
minaccia, aspettano.
Entrano Pozzo e Lucky [dal fondo a destra]. Pozzo guida Lucky con una corda
avvolta intorno al collo di quest’ultimo, in modo che sia Lucky il primo ad apparire,
seguito da una corda lunga abbastanza da permettergli di raggiungere il centro della
scena prima che Pozzo appaia. Lucky porta una valigia pesante [nella mano destra],
un seggiolino pieghevole [sotto il braccio destro], un paniere da picnic [nella mano
sinistra] e [sul braccio sinistro] un cappotto. Pozzo, una frusta.
POZZO (fuori scena) Vai! (Schiocco della frusta) [Più forte!] (Pozzo appare.
Attraversano la scena. Lucky passa {dietro a} Vladimir e Estragon ed esce. Pozzo, alla
vista di Vladimir e Estragon, si ferma. La corda si tende. Pozzo la tira con violenza.)
Indietro!
Fracasso di Lucky che cade con tutto il suo carico. Vladimir e Estragon si girano
verso di lui, combattuti sull’andare o no a prestare soccorso. Vladimir fa un passo
verso Lucky, Estragon lo trattiene {afferrandogli la mano}.
VLADIMIR Lasciami andare!
ESTRAGON Resta dove sei!
POZZO State attenti! È cattivo.
(Vladimir e Estragon si voltano verso Pozzo.)
Con gli estranei.
ESTRAGON (sottovoce) È lui?
VLADIMIR Chi?
ESTRAGON (cercando di ricordare il nome) Ehm…
VLADIMIR Godot?
ESTRAGON Sì.
POZZO Mi presento: Pozzo.
VLADIMIR (a Estragon) Certo che no!
ESTRAGON Ha detto Godot.
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VLADIMIR Certo che no!
ESTRAGON (timidamente a Pozzo) Non è forse lei il signor Godot, signore?
POZZO (con voce terrificante) Io sono Pozzo! <>
([Lascia la corda e avanza, spingendoli ad arretrare e a separarsi.] Silenzio.)
Questo nome non vi dice niente?
(Silenzio.)
Ho detto: questo nome non vi dice niente?
Vladimir e Estragon si guardano in modo interrogativo.
ESTRAGON ([si toglie il cappello, si gratta la testa,] fingendo di rifletterci sopra.)
Bozzo… Bozzo…
VLADIMIR (fa lo stesso) Pozzo… Pozzo…
POZZO PPPOZZZO!
[Avanza ancora. Si rimettono il cappello.]
ESTRAGON Ah! Pozzo… mi lasci riflettere… Pozzo…
VLADIMIR Ma è Pozzo o Bozzo?
ESTRAGON Pozzo… no… temo di non… no… non mi pare…
<>
VLADIMIR (conciliante) Una volta conoscevo una famiglia di nome Gozzo. La
madre aveva lo scolo.
[Pozzo avanza minacciosamente, spingendoli ancora più indietro.]
ESTRAGON (precipitosamente) Noi non siamo di queste parti, Signore.
POZZO (fermandosi) Ma siete comunque degli esseri umani. <> A quel che vedo.
<> Della mia stessa specie. (Scoppia in una enorme risata.) Della stessa specie di
Pozzo! Fatti a immagine e somiglianza di Dio!
VLADIMIR Ecco, vede...
POZZO (perentoriamente) Chi è Godot?
ESTRAGON Godot?
POZZO Mi avete preso per Godot.
ESTRAGON Oh no, Signore, nemmeno per un momento, Signore.
POZZO E chi è?
VLADIMIR Oh. È… è una specie di conoscente.
ESTRAGON Una specie di niente, lo conosciamo appena.
VLADIMIR Esatto… non lo conosciamo benissimo… ma allo stesso tempo…
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ESTRAGON Personalmente se lo vedessi non lo riconoscerei nemmeno.
POZZO Mi avete preso per lui.
ESTRAGON <> Ecco, lei capisce… la penombra… la stanchezza… l’attesa… le
confesso… ho immaginato… per un istante…
POZZO Attesa? E dunque lo stavate aspettando?
VLADIMIR Ecco, vede...
POZZO Qui? Sulle mie terre?
VLADIMIR Non avevamo intenzioni ostili.
ESTRAGON Tutto il contrario.
POZZO La strada è di tutti.
VLADIMIR Così ci dicevamo anche noi.
POZZO È una vergogna ma è così.
ESTRAGON Non possiamo farci niente.
POZZO (con gesto magnanimo) Non parliamone più.
{(Vladimir e Estragon ritornano al masso. Pozzo ritorna al capo della corda).}
Alzati, porco! (Pausa.) Tutte le volte che casca si addormenta. <> Alzati, maiale!
(Rumori di Lucky che si alza e raccoglie il suo carico.<>)
Indietro!
(Entra Lucky all’indietro.)
Stop!
(Lucky si ferma.)
Girare!
(Lucky si gira.)
(A Vladimir e Estragon, affabilmente) Signori, sono felice del nostro incontro.
([Lascia cadere la corda.] Reagendo alla loro espressione incredula.) Sì, sì,
sinceramente felice. <> Più vicino!
(Lucky avanza.)
Stop!
(Lucky si ferma.)
Sì, la strada è lunga quando uno viaggia tutto solo per (guarda l’orologio)… sì…
(calcola)… <>, sei ore, esattamente, sei ore filate, senza vedere un’anima. (A Lucky)
Cappotto!
({Lucky avanza e appoggia a terra la valigia, porge il cappotto, prende la valigia,
torna al suo posto.})
Tieni!
(Pozzo porge la frusta. Lucky avanza e, con le mani entrambe occupate, tiene la
frusta con i denti, poi {indietro} al suo posto. Pozzo comincia a mettersi il cappotto, si
ferma.)
Cappotto!
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({Lucky si avvicina, appoggia a terra valigia, paniere e seggiolino, torna al suo
posto.})
C’è un tocco di autunno nell’aria stasera. (Pozzo {si abbottona il cappotto}.)
Frusta!
(Lucky avanza, si china, Pozzo gli strappa la frusta dai denti, Lucky {torna indietro}
al suo posto. [Pozzo schiocca la frusta e si dirige al masso verso Vladimir e Estragon.])
Sì, signori, non riesco a stare a lungo senza la compagnia dei miei simili (indossa il
suo {monocolo} e osserva i suoi simili) anche quando la somiglianza è così imperfetta.
(Si toglie il {monocolo} [e attraversa il palco alla ricerca di un posto per il seggiolino].)
Seggiolino!
({Lucky avanza, appoggia a terra la valigia e il paniere, apre il seggiolino, lo
appoggia a terra, prende la valigia e il paniere.})
Più vicino!
({Lucky posa la valigia e il paniere, sposta il seggiolino, prende la valigia e il
paniere. Pozzo appoggia il manico della frusta sul petto di Lucky e lo spinge via. Pozzo
si siede.})
Indietro!
(Lucky fa un passo indietro.)
Più indietro!
(Lucky fa un altro passo indietro.)
Stop!
(Lucky si ferma.)
(A Vladimir e Estragon) Ecco perché, col vostro permesso, mi intratterrei qui con
voi prima di avventurarmi oltre. [(Pozzo mette giù la frusta.)] Paniere!
(Lucky avanza, porge il paniere, {torna indietro} al suo posto [di prima].)
L’aria fresca titilla l’appetito stanco. Apre il paniere, prende un pezzo di pollo e
una bottiglia di vino. Paniere! Lucky avanza, porge il paniere, {torna indietro} al posto
[di prima].
Più indietro!
(Lucky fa un passo indietro.)
Puzza. Alla salute!
Beve dalla bottiglia, la posa e comincia a mangiare. Silenzio. <> Pozzo mangia del
pollo voracemente <>. Lucky si curva lentamente, finché la valigia e il paniere toccano
per terra, poi si raddrizza con uno scatto e ricomincia a curvarsi. Ritmo di uno che
dorme in piedi. [Prima Vladimir poi Estragon, dopo aver lasciato la scarpa,
attraversano la scena e si mettono ai lati di Lucky, poi si avvicinano gradualmente
mentre parlano di lui.]
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ESTRAGON Che cos’ha?
VLADIMIR Ha l’aria stanca.
ESTRAGON Perché non molla i bagagli?
VLADIMIR E che ne so?
(Lo osservano da vicino.)
Attento!
[(Balzano all’indietro.)]
ESTRAGON Digli qualcosa.
VLADIMIR [(indicando)] Guarda!
ESTRAGON Che cosa?
VLADIMIR <> Il collo!
<>
ESTRAGON Oh perbacco.
VLADIMIR Una piaga aperta.
ESTRAGON È la corda.
VLADIMIR È l’attrito.
ESTRAGON Per forza.
VLADIMIR È il nodo.
ESTRAGON È la frenata.
Ricominciano l’ispezione, si soffermano sulla faccia. [Cominciano a ispezionare da
vicino.]
VLADIMIR (con acrimonia) Non è brutto.
ESTRAGON (sollevando le spalle, con aria sarcastica) Tu trovi?
VLADIMIR Un tantino effemminato.
ESTRAGON [(avvicinandosi)] Guarda come sbava.
VLADIMIR Per forza.
ESTRAGON Guarda come schiuma.
VLADIMIR Forse è un mentecatto.
ESTRAGON Un minorato.
VLADIMIR (avvicinandosi) Questo ha il gozzo.
ESTRAGON (avvicinandosi) Non è detto.
VLADIMIR [(più vicino ancora)] Ha il fiatone.
ESTRAGON Per forza.
VLADIMIR [(più vicino ancora)] E gli occhi!
ESTRAGON Gli occhi che?
VLADIMIR [(guardandolo)] Ce li ha mezzi fuori dalla testa.
ESTRAGON Questo tra poco schiatta.
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VLADIMIR Non è detto. (Pausa.) Fagli una domanda.
ESTRAGON Sarà il caso?
VLADIMIR E che pericolo corriamo?
ESTRAGON (timidamente [guardandolo]) Signore…
VLADIMIR Più forte.
ESTRAGON (più forte) Signore…
POZZO Lasciatelo in pace!
({Si precipitano verso il masso.}<>).
Non vedete che si vuole riposare? [(Getta degli ossi per terra.)] Paniere!
(<> Estragon vede gli ossi di pollo per terra e li fissa avidamente.
<> Lucky non si muove. <>)
Paniere!
(Lucky parte, <> avanza [come prima], mette la bottiglia nel paniere, {arretra} al
suo posto. Estragon guarda fisso gli ossi. Pozzo <> stende le gambe [, rutta].)
Ah! Meglio.
ESTRAGON (timidamente) Scusi signore.
POZZO Che c’è, carissimo?
ESTRAGON Ehm… ha forse finito… non ha più bisogno forse… ehm… degli ossi,
Signore?
VLADIMIR (indignato) Non potevi proprio aspettare.
POZZO No, no, fa bene a domandare. Ho bisogno degli ossi? (Li sposta con il
manico della frusta.) No, personalmente non ne ho più bisogno.
(Estragon {si precipita} verso gli ossi. Ma… [Pozzo schiocca la frusta per terra e]
Estragon si blocca]
… Ma in teoria gli ossi spettano al facchino. Dunque, è a lui che bisogna
domandare.
(Estragon si rivolge a Lucky, esita.)
Avanti, avanti, non sia timoroso, glielo domandi, le risponderà.
Estragon si avvicina a Lucky, si ferma {accanto a lui}.
ESTRAGON Signore… Mi scusi, signore…
POZZO Sta parlando con te, maiale! Rispondi! (A Estragon) Provi di nuovo.
ESTRAGON: Mi scusi, signore, gli ossi, lei è sazio, lei, degli ossi?
<>
POZZO: (in deliquio) Signore!
<>
Rispondi! Li vuoi o non li vuoi gli ossi?
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(Silenzio di Lucky [che guarda prima Pozzo, poi più a lungo Estragon e china il
capo].
(A Estragon) Gradisca.
(Estragon si tuffa sugli ossi, li raccoglie [, ritorna al masso] e comincia a
rosicchiarli.)
Non mi piace. Non aveva mai rifiutato un osso prima. ({A sé stesso}) Bell’affare se
mi si ammalasse adesso!
<>
VLADIMIR (esplodendo) È uno scandalo!
Silenzio. Sbalordito, Estragon smette di rosicchiare gli ossi, guarda ora Pozzo ora
Vladimir. Pozzo apparentemente calmo. Vladimir imbarazzato.
POZZO (a Vladimir) Lei allude forse a qualcosa in particolare?
VLADIMIR: (risoluto e balbettante) Trattare un uomo… (indica Lucky) … così… Io
dico che… no… un essere umano… no… è uno scandalo!
ESTRAGON: (non volendo essere da meno) Una vergogna!
Si rimette a rosicchiare.
POZZO: Siete severi. (A Vladimir) Quanti anni ha lei? Se non è una domanda
scortese.
(Silenzio.)
Sessanta? Settanta? (A Estragon) Lei che età direbbe?
ESTRAGON {Non invecchia mai.}
POZZO Sono indiscreto. (<> Si alza.) È ora di andare. Grazie per la vostra
compagnia. ({Fa per andare a prendere la corda da terra.] Riflette.} A meno che io
prima non mi faccia una bella pipata. Che ne dite?
(Non dicono niente.)
Oh io sono davvero un fumatore modesto, un fumatore modestissimo, <> mi fa
(mano sul cuore, sospirando) palpitare. È la nicotina, ti penetra nonostante le
precauzioni. Sospira. Lo sapete com’è.
(Silenzio.)
Ma forse voi non siete fumatori? Sì? No? Non ha nessuna importanza.
(Silenzio. [Ritorna al seggiolino.])
Ma adesso come posso tornare a sedere, senza alcuna affettazione, adesso che
mi sono alzato?
Senza dare l’impressione - come posso dire? - Senza dare l’impressione di
inciampare. (A Vladimir) Stava dicendo?
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(Silenzio.)
Ha forse detto qualcosa?
(Silenzio.)
Non ha nessuna importanza. Mi lasci riflettere…
Riflette.
ESTRAGON [(rutta)] Ah! Meglio ora.
Si mette gli ossi in tasca.
VLADIMIR Andiamo.
ESTRAGON Così presto?
POZZO Un momento. <> Seggiolino!
(<> Lucky [avanza, posa valigia e paniere,] sposta il seggiolino.)
Ancora!
[(Lucky sposta il seggiolino.)]
Lì!
(Si siede. Lucky {riprende valigia e paniere e torna al suo posto}.)
Ora sì!
<>
VLADIMIR (con veemenza) Andiamo!
POZZO Spero di non essere io a mandarvi via. Aspettate un pochino, non ve ne
pentirete.
ESTRAGON (subodorando un’elemosina) Non abbiamo fretta.
<>
VLADIMIR Io me ne vado.
POZZO <> (a Vladimir) Ci pensi due volte prima di fare qualcosa di avventato.
Supponiamo che lei parta adesso, mentre è ancora giorno, perché non si può negare
che sia ancora giorno.
({Vladimir, Estragon e Pozzo} guardano il cielo.)
Bene.
(Smettono di guardare il cielo. [Estragon comincia ad esaminare Lucky.])
Che succede in questo caso <> al vostro appuntamento con questo… Godet…
Godot … Godin… insomma avete capito, che tiene il vostro futuro in pugno…
(pausa)… o almeno il vostro immediato futuro.
VLADIMIR E chi glielo ha detto?
POZZO Mi rivolge di nuovo la parola! Se continua così tra poco saremo compari
noi due.
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ESTRAGON Perché non mette giù i bagagli?
POZZO Anche io sarei felice di incontrarlo.
[(Estragon va verso Lucky.)]
Più persone conosco, più felice mi sento. La creatura più vile ti lascia più ricco, più
saggio, più conscio dei tuoi talenti. Perfino voi… (guarda l’uno e poi l’altro
ostentatamente per rendere chiaro che parla a tutti e due) … perfino voi, chissà che
doni avete in serbo.
ESTRAGON Perché non mette giù i bagagli?
POZZO Anche se la cosa mi sorprenderebbe.
VLADIMIR Le hanno fatto una domanda.
POZZO (in deliquio) Una domanda! Chi? Che cosa? Un momento fa mi chiamavate
Signore nel tremore e nel terrore. Adesso mi fate delle domande. Qui si mette male!
VLADIMIR (a Estragon) Adesso ti ascolta.
ESTRAGON (girando intorno a Lucky) Cosa?
VLADIMIR Puoi fargli la domanda adesso. Ti ascolta.
ESTRAGON Quale domanda?
VLADIMIR Perché non mette giù i bagagli.
ESTRAGON Me lo domando anche io.
VLADIMIR Ma domandalo a lui, no?
POZZO (che ha assistito allo scambio con grande attenzione, temendo che la
domanda svanisca) Lei vuole sapere perché non mette giù i bagagli, come li chiama
lei?
VLADIMIR Proprio così.
POZZO (a Estragon) Possiamo metterla così?
ESTRAGON Sbuffa come un bufalo.
POZZO Eccola, la risposta. (A Estragon) Ma stia fermo, la prego, così mi mette a
disagio!
VLADIMIR Ecco.
[Estragon va accanto a Vladimir.]
ESTRAGON: Che c’è?
VLADIMIR Sta per parlare.
<> Immobili, fianco a fianco, aspettano.
POZZO Bene. Siamo tutti pronti? Stiamo tutti guardando me? (Guarda
Lucky <>.) Guardami, maiale!
(Lucky [solleva il capo e] lo guarda.)
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Bene.
(<> [Lucky abbassa la testa.])
Sono pronto. Siamo tutti quanti in ascolto? Siamo tutti pronti? (Guarda ciascuno
a turno <>.) Maiale!
(Lucky alza la testa.) Non mi piace parlare al vento. Bene. Vediamo.
Riflette.
ESTRAGON Io me ne vado.
POZZO Che cos’è che vorreste sapere esattamente?
VLADIMIR Perché…
POZZO (con rabbia) Non mi interrompa! (Pausa. Più calmo) Se parliamo tutti
insieme non si va da nessuna parte. (Pausa.) Che cosa stavo dicendo? (Pausa. Più
forte) Che cosa stavo dicendo?
Vladimir [avanza verso Pozzo e] mima qualcuno che porta un grosso fardello.
Pozzo lo guarda, sconcertato. [Vladimir torna al suo posto.]
ESTRAGON (con forza) Bagagli. (Indica Lucky[, avanza verso Pozzo].)
Perché? Sempre tenere. (Si curva, ansima.) Mai appoggiare. (Apre le mani, si
raddrizza con sollievo.) Perché?
[Torna indietro.]
POZZO Ah! Ma non potevate dirlo prima? Perché non appoggia i bagagli?
Vediamo di chiarire la questione. Forse che non ha il diritto di farlo? Certo che ce
l’ha. Ne consegue che è lui a non volerlo fare. Qui per voi c’è da riflettere. E perché
non vuole farlo? (Pausa.) Signori, il motivo è questo.
VLADIMIR (a Estragon) Prendi nota.
POZZO Vuole impressionarmi, perché continui a tenerlo al mio servizio.
ESTRAGON Che cosa?
POZZO Forse non mi sono espresso bene. Mi vuole intenerire, così che io rinunci
all’idea di separarmi da lui. No, non è nemmeno così per l’esattezza.
VLADIMIR Se ne vuole sbarazzare?
POZZO Mi vuole fottere. Ma non ce la farà.
VLADIMIR Se ne vuole sbarazzare?
POZZO Lui crede che vedendo come fatica bene, io sarò tentato di tenerlo come
facchino.
ESTRAGON Ne ha abbastanza di lui?
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POZZO In realtà come facchino fa schifo. Non è il suo lavoro.
VLADIMIR Se ne vuole sbarazzare?
POZZO Lui crede che, vedendolo instancabile, mi pentirò della mia decisione.
Questo è il suo miserabile disegno. Come se io fossi a corto di schiavi!
(Tutti e tre rivolti verso Lucky.)
Atlante, figlio di {Giapeto}!
(Silenzio.)
Bene, questo è quanto. C’è altro? <>
VLADIMIR Se ne vuole sbarazzare?
POZZO Badate bene che avrei potuto benissimo trovarmi nei suoi panni, e lui nei
miei. Se il caso non ci avesse messo del suo. E a ciascuno il suo.
VLADIMIR Sbrabarazzare?
POZZO Prego?
[Estragon e] Vladimir: [(Mostrando il labiale in duo)] Se ne vuole sbarazzare?
POZZO Sì. Ma invece di mandarlo via come avrei potuto, voglio dire, invece di
cacciarlo a calci nel culo, il mio buon cuore mi costringe a portarlo alla fiera, dove
spero di raccattarci qualche soldo. La verità è che non ci si può separare da queste
creature. La cosa migliore sarebbe ammazzarle.
LUCKY piange.
ESTRAGON Sta piangendo.
POZZO Un cane ha più dignità. (Porge il suo fazzoletto a Estragon.)
Lo consoli, visto che le fa pena.
(Estragon esita.)
Coraggio.
(Estragon [va da Pozzo e] prende il fazzoletto).
Gli asciughi le lacrime, si sentirà meno solo.
Estragon [fa per andare verso Lucky,] esita.
VLADIMIR Vieni, dallo a me, lo faccio io.
Estragon si rifiuta di dare il fazzoletto. Gesti puerili.
POZZO Presto che poi smette.
(Estragon si avvicina a Lucky e fa per asciugargli le lacrime. Lucky gli sferra un
calcio violento {sulla gamba destra}. Estragon molla il fazzoletto, rincula, barcolla
{verso il masso} urlando per il dolore.)
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{Oh il bastardo! <> Mi ha azzoppato!
[Si siede sul masso e sfila la gamba dai pantaloni.]
POZZO Fazzoletto!
Lucky appoggia la valigia e il paniere, raccoglie il fazzoletto, [riprende la valigia e
il paniere,] dà {il fazzoletto} a Pozzo, {torna indietro} al suo posto <>.
VLADIMIR (a Estragon) Fa vedere.
Estragon gli mostra la gamba.
POZZO Le ho detto che non gli piacciono gli estranei.
VLADIMIR (a Pozzo, con rabbia) Sta sanguinando!}
POZZO È buon segno.
<>
[(Pausa. Vladimir si sposta in maniera vaga verso il fondo scena, occhi al cielo,
schiena rivolta al pubblico.)]
Ha smesso di piangere. (A Estragon) E lei lo ha rimpiazzato.
(In modo lirico) Le lacrime del mondo hanno una quantità costante. Per uno che si
mette a piangere, da un’altra parte un altro smette. E lo stesso è vero per il riso.
(Ride.) Non parliamo male della nostra generazione, non è certo più infelice delle
precedenti. (Pausa.) Non parliamone nemmeno bene. (Pausa.) Non parliamone
affatto. (Pausa. In modo assennato) È vero però che la popolazione è aumentata.
<>
[VLADIMIR Verrà mai la notte?]
POZZO E indovinate chi mi ha insegnato tutte queste belle cose. (Pausa.
Indicando Lucky) Il mio Lucky!
<>
Se non fosse stato per lui il mio pensare, il mio sentire sarebbero del tutto
ordinari. (Pausa. Con straordinaria veemenza) Deformazione professionale! (Più
calmo) La bellezza, la grazia, la sorgente della verità, lo sapevo che per me erano
cose irraggiungibili. E così mi sono fatto un guitto1.
VLADIMIR (distolto dal suo guardare il cielo) Un guitto?
POZZO Sarà stato sessant’anni fa… ([si alza e] guarda l’orologio)…
1
Knook (NdT)
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Sì, più o meno sessanta. (Gonfiando il petto con orgoglio. [Va verso Lucky.]) Non
lo diresti mai guardandomi, vero? Accanto a lui sembro un ragazzino, no?
(Pausa.)
Cappello!
([Estragon, risvegliato, guarda in alto.] Lucky appoggia [la valigia e] il paniere e si
toglie il cappello. I lunghi capelli bianchi gli cadono sulla faccia. Si mette il cappello
sotto il braccio e raccoglie [la valigia e] il paniere.)
Ora osservate.
(Pozzo si toglie il cappello. È completamente calvo. Si rimette il cappello.)
Visto?
VLADIMIR E adesso lo caccia via? Un vecchio servitore così fedele.
ESTRAGON Bastardo!
Pozzo sempre più agitato.
VLADIMIR Dopo avergli succhiato l’anima lo getta via… come una buccia di
banana. Davvero…
POZZO (gemendo, tenendosi la testa tra le mani) Non ce la faccio… non ce la
faccio più… il modo in cui va avanti… non avete idea… è terribile… se ne deve
andare… (agita le braccia)… io sto diventando pazzo… (crolla, la testa tra le mani[, dà
uno sguardo furtivo tra le dita per vedere l’effetto].)… non ce la faccio… non ce la
faccio più…
Silenzio. Tutti guardano Pozzo.
VLADIMIR Non ce la fa.
ESTRAGON Non ce la fa più.
VLADIMIR Sta diventando pazzo.
ESTRAGON È terribile.
VLADIMIR (a Lucky) Come puoi tu! È abominevole! Un così bravo padrone!
Metterlo in croce in questo modo! Dopo tutti questi anni! Incredibile!
POZZO (singhiozzando) È sempre stato così gentile… disponibile… divertente… il
mio angelo bello… e adesso… mi sta uccidendo.
ESTRAGON (a Vladimir) Lo vuole rimpiazzare?
<>
VLADIMIR Non lo so.
ESTRAGON Domandaglielo.
POZZO (più calmo) Signori, non so che cosa mi sia accaduto. Perdonatemi.
Dimenticate quello che ho detto. (Ritorna sempre di più quello di prima) Non mi
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ricordo che cosa ho detto esattamente, ma potete stare certi che non c’era un
briciolo di verità nelle mie parole. (Riprendendo un tono <>) Ho l’aria di un uomo
nato per soffrire? Sinceramente? (Si fruga in tasca.) Dove ho messo la pipa?
VLADIMIR Piacevolissima serata.
ESTRAGON Indimenticabile.
VLADIMIR E non è finita.
ESTRAGON Parrebbe di no.
VLADIMIR Siamo solo all’inizio.
ESTRAGON È terribile.
VLADIMIR Peggio della pantomima.
ESTRAGON Del circo.
VLADIMIR Del varietà.
ESTRAGON Del circo.
POZZO Dove ho cacciato la mia radica?
[La cerca tra le mani e sulle ginocchia]
ESTRAGON È uno spasso. Ha perso la pipa.
Ride fragorosamente.
VLADIMIR Torno subito.
Si affretta verso la quinta [di destra].
ESTRAGON In fondo al corridoio, a sinistra.
[Estragon si alza per osservare l’azione, zoppicando oltre il centro del palco.]
VLADIMIR Tienimi il posto.
Esce Vladimir.
POZZO Ho perso la mia Kapp and Peterson!
ESTRAGON (in preda alle convulsioni per le risa) Mi fa ammazzare.
POZZO (guardando in su) Non avete visto per caso… ? (Nota l’assenza di Vladimir)
Oh! Se n’è andato! Senza nemmeno salutare! Ma perché! Avrebbe dovuto aspettare!
ESTRAGON Sarebbe esploso.
POZZO Oh! (Pausa.) Oh beh certo in quel caso…
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ESTRAGON Venga qui.
POZZO A fare che?
ESTRAGON Venga e vedrà.
POZZO Lei pretende che io mi alzi?
ESTRAGON Svelto!
(Pozzo si alza e si mette accanto a Estragon. Estragon indica.)
Guardi!
POZZO (dopo essersi messo il {monocolo}) Oh che mi venga un colpo!
ESTRAGON È finito.
Entra Vladimir, cupo. {Guarda Estragon, va in proscenio e} dà un calcio al
seggiolino, {va verso il fondo}.
POZZO Non è contento.
[Estragon si dirige verso il masso, incrocia Vladimir. Si scambiano un’occhiata.]
ESTRAGON (a Vladimir) Non sai che ti sei perso. Peccato.
Vladimir {ritorna al seggiolino, lo rimette in piedi, si dirige oltre il masso verso il
fondo,} più calmo.
POZZO Si sta calmando.
[(Vladimir si ferma oltre il masso, resta immobile con la testa alzata verso il
cielo.)] (Guardando intorno). A dire il vero, tutto si sta calmando. Una grande calma
discende. (Alzando la mano) Ascoltate!
Pan dorme.
[Silenzio molto lungo.]
VLADIMIR Verrà mai la notte?
Tutti e tre guardano il cielo.
POZZO Non senti di andartene finché non lo senti, vero?
ESTRAGON Ecco vede…
POZZO Il perché è assolutamente naturale, assolutamente naturale, io stesso,
nella vostra situazione, se avessi un appuntamento con un Godin… Godet… Godot…
avete capito insomma, aspetterei fino a notte fonda prima di rinunciare. ({Ritorna} al
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seggiolino.) Mi piacerebbe moltissimo rimettermi a sedere ma non saprei proprio
come affrontare la questione.
ESTRAGON Potrei esserle d’aiuto?
POZZO Se provasse a chiedermelo, forse.
ESTRAGON Che cosa?
POZZO Se provasse a chiedermi di sedermi.
ESTRAGON Le sarebbe d’aiuto?
POZZO Direi proprio di sì.
ESTRAGON E va bene. [(Va verso Pozzo, si toglie il cappello e lo usa per spolverare
la seduta del seggiolino.)] Si segga, Signore, la imploro.
POZZO No, no, non mi verrebbe mai in mente. (Pausa. A parte) Me lo chieda di
nuovo.
ESTRAGON Venga, venga, si metta a sedere, la scongiuro, si prenderà una
polmonite.
POZZO Ne è davvero convinto?
ESTRAGON Assolutamente sicuro.
POZZO Lei ha ragione, non c’è dubbio. (Pausa.) [Grazie, amico caro.]
(Si siede. [Estragon ritorna al masso e si siede simultaneamente a Pozzo.])
Ecco fatto! <> (Guarda l’orologio. [Si alza.]) Ma devo proprio darmi una mossa se
voglio rispettare la mia scaletta.
VLADIMIR [(immobile, guardando il cielo)] Il tempo si è fermato.
POZZO (avvicinando l’orologio all’orecchio) Non lo pensi, signore, non lo
pensi.({Picchietta con il dito sull’orologio}.) Pensi quello che vuole, ma questo proprio
no.
[Si rimette l’orologio in tasca.]
ESTRAGON (a Pozzo) Vede tutto nero oggi.
POZZO Eccetto il firmamento!
(Ride, compiaciuto dalla sua arguzia. [Vladimir si toglie il cappello e ci guarda
dentro. Estragon estrae gli ossi dalle tasche. Il cappello di Lucky cade a terra.])
Ma vedo che voi non siete di queste parti, voi non sapete del nostro crepuscolo e
dell’effetto che fa. Volete che ve lo racconti?
(Silenzio. Estragon giochicchia con {gli ossi}, Vladimir con il cappello.)
Non ve lo posso rifiutare. <>
<>
(Guarda Vladimir e Estragon.) Che cosa stavo dicendo?
VLADIMIR Andiamo.
<>
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[Indossa il cappello e si dirige verso Estragon che mette via gli ossi.]
POZZO: (che non stava ascoltando) Ah sì! La notte. <> (Guarda il cielo) Guardate.
(Tutti guardano il cielo tranne Lucky che si è di nuovo addormentato. <>)
Guarda il cielo, maiale!
(Lucky guarda il cielo.)
Bene, basta così.
(La smettono di guardare il cielo.)
Che cos’ha di così straordinario? In quanto cielo intendo. È pallido e luminoso
come qualsiasi altro cielo {a quest’ora del giorno} [(pausa) a questo punto dell’anno].
(Pausa.) A queste latitudini (Pausa.) Quando fa bello. (Lirico) Un’ora fa (<> prosaico)
più o meno (lirico) dopo aver sgorgato senza requie dalle (esita, prosaico) diciamo
dalle dieci di mattina (lirico) torrenti di luce rossa e bianca cominciano a perdere il
loro fulgore, a impallidire (gesto delle due mani che calano gradualmente verso il
basso) a impallidire sempre di più, sempre di più finché (pausa drammatica, ampio
gesto delle braccia spalancate) pppfff! Finito! Si ferma. Ma, (mano alzata ad
ammonire) ma dietro questo velo di pace e gentilezza la notte si ricarica (in modo
vibrante) ed esploderà su di noi (schiocca le dita) bum! Così! (L’ispirazione lo
abbandona) quando meno ce lo aspettiamo. (Silenzio. Con tristezza) Così vanno le
cose su questa terra di merda.
[Si siede.] Lungo silenzio.
ESTRAGON Per quanto uno ne sappia.
VLADIMIR Uno aspetta la sua ora.
ESTRAGON Uno sa quello che lo aspetta.
VLADIMIR Senza preoccuparsi troppo.
ESTRAGON Aspetta e basta.
VLADIMIR Ci siamo abituati.
<>
POZZO Come sono andato?
(Vladimir e Estragon lo guardano inespressivi.)
Bene? Benino? Così così? Male? Malissimo?
VLADIMIR (il primo dei due a capire[, pollice su]) Oh molto bene, molto molto
bene.
POZZO E lei, signore?
ESTRAGON [(esita. Pollice su]) Oh tre bon, tre tre <> bon.
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POZZO (con fervore) Grazie, signori, grazie! (Pausa.) Ho tanto bisogno di
incoraggiamento! (Pausa.) Sono un po’ calato sul finale, ve ne siete accorti?
VLADIMIR Oh forse appena appena un pochino.
ESTRAGON Pensavo fosse una sua scelta.
POZZO È la memoria che mi fa degli scherzi.
Silenzio.
ESTRAGON E intanto non succede niente.
POZZO E questo vi tedia.
ESTRAGON Più o meno.
POZZO (a Vladimir) E lei, signore?
VLADIMIR Ho visto di meglio.
Silenzio. Pozzo si tormenta interiormente.
POZZO [(si alza in piedi.)] Signori, voi siete stati… cortesi con me.
ESTRAGON Ma proprio per niente!
VLADIMIR Che idea!
POZZO Sì sì, siete stati corretti. A tal punto che mi domando se c’è qualcosa che
posso fare per questi amici sinceri che stanno attraversando un momento noioso,
noioso, noioso.
ESTRAGON [(salta in piedi.)] Anche dieci centesimi possono bastare.
VLADIMIR [(spingendolo al suo posto)] Noi non siamo dei mendicanti!
POZZO Non c’è niente che posso fare, è quello che mi chiedo, per rallegrarli un
po’. Gli ho dato degli ossi, gli ho parlato di questo e di quello, gli ho spiegato il
crepuscolo, diciamolo. Ma basta, è questo che mi tormenta, basta?
ESTRAGON [(salta di nuovo in piedi.)] Anche cinque.
VLADIMIR (a Estragon, indignato[, spingendolo di nuovo al suo posto]) Basta!
ESTRAGON Non un soldo di meno.
POZZO Basta? Non c’è dubbio, basta. Ma io sono generoso. È la mia natura.
Questa sera. Tanto peggio per me. ({Va verso Lucky, raccoglie la corda e lo fissa con
un lungo sguardo ipnotico.}) Perché mi farà soffrire, non ci sono dubbi. ({Ritorna al
seggiolino tenendo la corda e si siede.}) Che cosa preferite? Volete che balli, che
canti, che declami, o che pensi, o…
ESTRAGON Chi?
POZZO Chi! Sapete pensare, voi due?
VLADIMIR Lui pensa?
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POZZO Certamente. Ad alta voce. Sapeva pensare molto graziosamente una volta.
Potevo starlo a sentire per ore. Adesso… (rabbrividisce.) Tanto peggio per me. Bene,
volete che pensi qualcosa per noi?
ESTRAGON Io vorrei che ballasse, sarebbe più divertente.
POZZO Non necessariamente.
ESTRAGON Sarebbe più divertente, non è vero Didi?
VLADIMIR A me veramente piacerebbe sentirlo pensare.
ESTRAGON Potrebbe forse prima ballare e poi pensare, se non è chiedere troppo.
VLADIMIR (a Pozzo) Sarebbe possibile?
POZZO Ma certo, niente di più semplice. È l’ordine naturale delle cose.
Breve risata.
VLADIMIR E allora lasciamolo ballare.
Silenzio.
<>
POZZO Balla, piagnone!
Lucky appoggia [la valigia e] il paniere, <> si rivolge a Pozzo. Lucky balla. Si ferma.
ESTRAGON Tutto qui?
POZZO Bis!
Lucky esegue gli stessi movimenti, si ferma.
ESTRAGON Che cacata! Lo so fare pure io. ([Si alza,] imita Lucky, per poco non
cade[, si siede]) Con un po’ di pratica.
[VLADIMIR È stanco.]
POZZO [Uaaaahhhh!
(Lucky si irrigidisce.)]
Sapeva ballare la farandola, la tarantella, la carmagnola, la giga, il fandango e
perfino la hornpipe.
Faceva le capriole. Di gioia. E ora non sa fare meglio di così.
Lo sapete come lo chiama?
<>
[(Confidenziale, con la mano a nascondere la bocca da Lucky, dita rivolte verso le
labbra. Vladimir gli si avvicina. Estragon si sporge dal masso.)]
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La Rete. È convinto di essere impigliato in una rete.
<>
[Lungo] silenzio. <>
ESTRAGON [(si alza in piedi.)] Non succede niente, nessuno che va, nessuno che
viene, è terribile!
VLADIMIR (a Pozzo) Gli dica di pensare.
POZZO Gli dia il cappello.
VLADIMIR Il cappello?
POZZO Non può pensare senza il cappello.
VLADIMIR (a Estragon) Dagli il cappello.
ESTRAGON Io? Dopo quello che mi ha fatto? Mai!
VLADIMIR Glielo do io.
Non si muove.
ESTRAGON (a Pozzo) Gli dica di andare a prenderselo.
POZZO È meglio darglielo.
VLADIMIR Glielo do io.
Raccoglie il cappello e lo porge con il braccio teso a distanza di sicurezza a Lucky,
che non si muove.
POZZO Glielo deve mettere sulla testa.
ESTRAGON (a Pozzo) Gli dica di prenderlo.
POZZO È meglio metterglielo.
VLADIMIR Glielo metto io.
Gira dietro a Lucky, gli si avvicina con cautela, gli mette il cappello sulla testa e
balza indietro prontamente. Lucky non si muove. Silenzio.
ESTRAGON Che cosa aspetta?
POZZO [(a Vladimir)] Indietro!
({Vladimir raggiunge Estragon sul masso.} <>)
Pensa, maiale!
(Pausa. Lucky comincia a ballare.)
Alt!
(Lucky si ferma.)
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Avanti!
(Lucky avanza.)
Alt!
(Lucky si ferma. [Pozzo lo fissa con un lungo sguardo ipnotico.])
Pensa!
Silenzio.
LUCKY: [(a Pozzo)] D’altra parte, per quanto riguarda…
POZZO: Alt!
(Lucky si ferma.)
Indietro!
(Lucky {indietreggia}.)
Alt!
(Lucky si ferma.)
<>
Pensa!
Durante la tirata di Lucky gli altri reagiscono nella maniera seguente: 1. Vladimir e
Estragon attentissimi, Pozzo depresso e disgustato. 2. Vladimir e Estragon iniziano a
protestare, la sofferenza di Pozzo aumenta. 3. Vladimir e Estragon di nuovo attenti,
Pozzo si agita e si lamenta sempre di più. 4. Vladimir e Estragon protestano
violentemente. <> Clamore generale. <>
LUCKY Data l’esistenza come elaborato nei lavori pubblicati da Puncher e
Wattmann di un Dio personale quaquaquaqua con la barba bianca quaquaquaqua al
di fuori del tempo privo di estensione che dall’alto di una divina apatia divina
atambia divina afasia ci ama profondamente con qualche eccezione per ragioni
sconosciute ma il tempo ce lo dirà e che soffre come la divina Miranda con quelli che
per ragioni sconosciute ma il tempo ce lo dirà sprofondano nel tormento
sprofondano nel fuoco le cui fiamme se continua così e chi può metterlo in dubbio
brucerà il firmamento ovvero farà scoppiare l’inferno fino al paradiso così timido
immobile e calmo così calmo di una calma che seppure intermittente è sempre
meglio di niente ma non così forte e considerando inoltre questo come il risultato
degli sforzi rimasti incompiuti riconosciuti dall’Accacacacademia di
Antropopopometria di Essy-in-Possy di Testew e Cunard è dimostrato al di là di ogni
dubbio di ogni dubbio residuo che quello che si fonda sui lavori di uomini che come
risultato dei lavori incompiuti di Testew e Cunard è dimostrato di seguito ma non così
forte per ragioni sconosciute che come risultato dei lavori pubblicati da Puncher e
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Wattmann è dimostrato oltre ogni dubbio che tenendo presenti i lavori di Fartov e
Belcher rimasti incompiuti per ragioni sconosciute di Testew e Cunard rimasti
incompiuti è dimostrato che molti negano che l’uomo a Possy di Testew e Cunard che
l’uomo a Essy che l’uomo in succo che l’uomo in breve nonostante i progressi
dell’alimentazione e della defecazione spreca e desidera spreca e desidera e
contemporaneamente simultaneamente inoltre per ragioni sconosciute a dispetto
dell’aumento della cultura fisica la pratica di sport come il tennis il calcio la corsa il
ciclismo il nuoto il volo il galleggiamento l’ippica l’aliante l’ardire l’hockey su prato il
pattinaggio il tennis di ogni tipo l’hockey di ogni specie la penicillina e succedanei in
una parola riprendendo e contemporaneamente simultaneamente per ragioni
sconosciute stringi stringi a dispetto del tennis riprendo a volare planare golfare su
nove e diciotto buche il tennis di ogni tipo in una parola per ragioni sconosciute a
Feckham Peckham Fulham Clapham ossia contemporaneamente simultaneamente
inoltre per ragioni sconosciute ma il tempo ce lo dirà in sostanza riprendo Fulham
Clapham in una parola la perdita secca per testa di rapa dalla morte del Vescovo
Berkeley per l’ammontare di un pollice quattro once per testa di rapa all’incirca alla
grossa più o meno al decimale più vicino giusta misura cifra tonda completamente
nudo con le calze a Connemara in una parola per ragioni sconosciute non importa
quali siano i fatti e considerando inoltre ben più grave che alla luce dei lavori perduti
di Steinweg e Peterman sembra ben più grave che alla luce la luce la luce dei lavori
perduti di Steinweg e Peterman nelle pianure in montagna al mare al fiume l’acqua
scorre e il fuoco corre l’aria è la stessa e allora la terra ovvero l’aria e poi la terra nel
grande freddo il buio fondo l’aria e la terra dimora delle pietre nel grande freddo
ahimè ahimè nell’anno del loro Signore seicento e qualcosa l’aria la terra il mare la
terra dimora delle pietre nelle grandi profondità il grande freddo sui mari sulla terra
e nell’aria riprendo per ragioni sconosciute a dispetto del tennis i fatti sono questi ma
il tempo ce lo dirà riprendo ahimè ahimè su su in breve infine su su dimora delle
pietre chi può metterlo in dubbio riprendo ma non così forte riprendo il cranio per
brevità e contemporaneamente simultaneamente inoltre per ragioni sconosciute a
dispetto del tennis su sulla barba le fiamme le lacrime le pietre così tristi così calme
ahimè ahimè su sul cranio il cranio il cranio il cranio a Connemara a dispetto del
tennis i lavori abbandonati lasciati incompiuti ben più grave dimora delle pietre in
una parola riprendo ahimè ahimè abbandonati incompiuti il cranio il cranio a
Connemara a dispetto del tennis il cranio ahimè le pietre Cunard (<> vociferazioni
finali) il tennis… le pietre… così calmo… Cunard… incompiuti.
POZZO Il cappello!
Vladimir afferra il cappello di Lucky. Silenzio di Lucky. Cade [lentamente in avanti
sulle ginocchia e poi con la faccia per terra]. Silenzio. Respiro affannoso dei vincitori.
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ESTRAGON Vendetta è fatta!
Vladimir esamina il cappello, ne ispeziona l’interno.
POZZO Me lo dia! (Strappa il cappello a Vladimir, lo getta per terra, lo calpesta.)
Fine del pensare!
VLADIMIR Ma come farà {a orientarsi}?
POZZO {Ci penserò io a orientarlo!} ({raccoglie la corda e la tira}.) In piedi, maiale!
ESTRAGON Forse è morto.
VLADIMIR Finirà per ammazzarlo.
POZZO In piedi, merda! (Dà uno strattone alla corda.) Aiutatemi!
VLADIMIR Come?
POZZO Tiratelo su!
Vladimir e Estragon tirano su Lucky e lo rimettono in piedi, lo sostengono per un
istante, poi lo lasciano [e si allontanano da lui.] Cade [come prima].
ESTRAGON Lo fa apposta!
POZZO Lo dovete sorreggere. (Pausa.) Forza, forza, tiratelo su!
ESTRAGON Ma vattene all’inferno!
VLADIMIR Forza, ancora una volta.
ESTRAGON Per chi ci ha preso?
[VLADIMIR Forza.]
Tirano su Lucky, lo tengono in piedi.
POZZO Non lo mollate!
(Vladimir e Estragon vacillano.)
Fermi!
(Pozzo prende la valigia <> e {la} sposta verso Lucky.)
Tenetelo forte!
(Mette la valigia in mano a Lucky. Lucky la lascia cadere immediatamente [sul
piede di Estragon].)
Non lo mollate!
(Rimette la valigia in mano a Lucky. Appena sente la valigia, Lucky riprende
gradualmente i sensi e le sue dita afferrano la maniglia.)
Tenetelo forte!
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(Come sopra ma con il paniere. [Sorregge Lucky con il manico della frusta sotto il
mento e poi raccoglie la corda.])
Adesso! Lasciatelo adesso.
(Vladimir e Estragon si allontanano da Lucky [e vanno verso il masso]. {Lui} vacilla,
perde l’equilibrio, sta per cadere, ma riesce a rimanere in piedi con la valigia e il
paniere in mano.
Pozzo indietreggia <>.)
Avanti!
(Lucky vacilla in avanti.)
Indietro!
(Lucky vacilla all’indietro.)
Girare!
(Lucky si gira.)
A posto! Può camminare. (Rivolgendosi a Vladimir e a Estragon) Grazie, signori, e
lasciate che… (si fruga nelle tasche)… lasciate che vi auguri…
([Estragon avanza porgendo il cappello. Pozzo] si fruga.)
… che vi auguri… (fruga)… dove ho messo l’orologio?
(Fruga. [Estragon si mette il cappello, si allontana. Pozzo lascia cadere la corda.])
Un vero orologio a cipolla, Signori, con scappamento a riposo! (Singhiozzando)
Me l’aveva dato mio nonno! [Forse mi è caduto.]
(Cerca per terra, lo stesso fanno Vladimir e Estragon. Pozzo {raccoglie ed esamina}
quel che resta del cappello di Lucky.)
E ora, ma non è una cosa…
VLADIMIR Forse è nel taschino.
POZZO Un momento! (Si piega su sé stesso nel tentativo di appoggiare l’orecchio
sullo stomaco, ascolta. Silenzio.) Non sento niente. [Venite voi a sentire.]
(Fa loro cenno di avvicinarsi. Vladimir e Estragon vanno verso di lui, si chinano sul
suo stomaco [ciascuno a un lato].)
Si dovrebbe sentire il ticchettio.
VLADIMIR Silenzio!
Tutti ascoltano, piegati in due.
ESTRAGON Sento qualcosa.
POZZO Dove?
VLADIMIR È il cuore.
POZZO (deluso) Dannazione!
VLADIMIR Silenzio!
ESTRAGON Forse si è fermato.
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Si rimettono dritti in piedi.
POZZO Chi di voi due puzza in questo modo?
ESTRAGON A lui puzza il fiato e a me i piedi.
POZZO Devo andare.
[Raccoglie la frusta e la corda.]
ESTRAGON E la sua cipolla?
POZZO Devo averla lasciata al castello[, sullo Steinway].
Silenzio.
ESTRAGON Allora, adieu.
POZZO Adieu.
VLADIMIR Adieu.
POZZO Adieu.
Silenzio. Nessuno si muove.
VLADIMIR Adieu.
POZZO Adieu.
ESTRAGON Adieu.
Silenzio.
POZZO E grazie.
VLADIMIR Grazie a lei.
POZZO Ma di niente.
ESTRAGON Ma sì.
POZZO Ma no.
VLADIMIR Ma sì.
ESTRAGON Ma no.
Silenzio.
POZZO Non credo di essere in grado… (lunga esitazione)… di partire.
ESTRAGON Così è la vita.
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Pozzo si volta, si allontana da Lucky andando verso le quinte [fondo palco a
destra], sbrogliando nel frattempo la corda.
VLADIMIR [(seguendo Pozzo)] Va dalla parte sbagliata.
POZZO Ho bisogno di prendere la rincorsa. (Arrivato al capo della corda,
fuoriscena, si ferma, si gira e urla.) State indietro!
({Estragon raggiunge Vladimir.} Schiocco della frusta.)
Via!
ESTRAGON Via!
VLADIMIR Via!
Lucky parte [dal fondo del palco, a sinistra].
POZZO Più forte!
{Pozzo} appare, attraversa il palcoscenico preceduto da Lucky [che esce di scena
quando Pozzo raggiunge il centro del palco].
[ESTRAGON Più forte!
VLADIMIR Più forte!]
<>
La corda si tende. Rumori di Lucky che cade.
POZZO Seggiolino!
{VLADIMIR Seggiolino!
Estragon va a prendere il seggiolino.
ESTRAGON (lanciandolo contro Vladimir, nello spazio tra lui e Pozzo) Seggiolino!
VLADIMIR (lanciandolo contro Pozzo) Seggiolino!
POZZO (lanciandolo fuori scena contro Lucky) Seggiolino!
In piedi, maiale!
(Pausa. Rumore di Lucky che si alza.)
Via!
Pozzo esce.
ESTRAGON Via!
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VLADIMIR Via!
POZZO Adieu!
ESTRAGON e VLADIMIR (levandosi il cappello) Adieu!
POZZO Adieu!
ESTRAGON e VLADIMIR (salutando con la mano; levandosi il cappello) Adieu!
POZZO (suono che si allontana) Adieu!
ESTRAGON E VLADIMIR (suono che si allontana; agitando il cappello) Adieu!
Alzano il cappello in un silenzioso addio finale. Lungo silenzio. Si voltano verso la
platea e si rimettono il cappello.}
VLADIMIR Ha fatto passare il tempo.
ESTRAGON Sarebbe passato lo stesso.
VLADIMIR Sì ma non così veloce.
Pausa.
ESTRAGON E adesso che facciamo?
VLADIMIR Non lo so.
ESTRAGON Andiamo.
VLADIMIR Non si può.
ESTRAGON E perché?
VLADIMIR Stiamo aspettando Godot.
ESTRAGON (disperato) Ah [già]!
Pausa.
VLADIMIR Come sono cambiati!
ESTRAGON Chi?
VLADIMIR Quei due.
ESTRAGON Ecco sì, facciamo due chiacchiere.
VLADIMIR Non è vero?
ESTRAGON Che?
VLADIMIR Che sono cambiati.
ESTRAGON Molto probabile. Tutti cambiano. Solo noi non ci riusciamo.
VLADIMIR Probabile! È sicuro. Non li hai visti?
ESTRAGON Sembrerebbe proprio di sì. Ma io non li conosco.
VLADIMIR Sì che li conosci.
ESTRAGON No che non li conosco.
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VLADIMIR Li conosciamo, ti dico. Ti dimentichi tutto. (Pausa. A sé stesso)
A meno che non siano gli stessi…
ESTRAGON E allora perché non ci hanno riconosciuti?
VLADIMIR Questo non significa niente. Anche io ho fatto finta di non riconoscerli.
E poi nessuno mai ci riconosce.
ESTRAGON Lascia perdere. [(Saltando verso il masso)] Noi abbiamo bisogno [(si
ferma)] … ahi!
(Vladimir lo ignora.)
Ahi!
VLADIMIR (A sé stesso) A meno che non siano gli stessi.
ESTRAGON Didi! È l’altro piede!
Zoppica verso il {masso e si siede}.
VLADIMIR A meno che non siano gli stessi…
[Entra il Ragazzo, timidamente.]
RAGAZZO <> Signore!
<>
ESTRAGON Ah, riecco.
[Si voltano verso il Ragazzo.]
VLADIMIR Vieni avanti, bambino mio.
Il Ragazzo avanza timidamente verso Vladimir.
RAGAZZO [(a Estragon)] Signor Alberto…?
[Vladimir fa qualche passo verso il Ragazzo.]
VLADIMIR Sì.
ESTRAGON [(dal masso)] Che cosa vuoi?
VLADIMIR Vieni avanti.
Il Ragazzo non si muove.
ESTRAGON ([(dal masso)], con violenza) Devi obbedire, hai capito?
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Il Ragazzo avanza timidamente, si ferma.
VLADIMIR Che c’è?
RAGAZZO [(a Vladimir)] Il signor Godot…
VLADIMIR È ovvio… (Pausa.) Vieni avanti.
[Estragon si alza.]
ESTRAGON (con violenza) Vieni avanti ti dico! ({Avanza rapidamente verso il
Ragazzo.})
Perché ci hai messo tanto?
VLADIMIR Hai un messaggio del signor Godot?
RAGAZZO Sì, signore.
ESTRAGON Perché ci hai messo tanto?
Il Ragazzo guarda prima uno poi l’altro, non sapendo a chi rispondere.
VLADIMIR (a Estragon) Lascialo in pace.
ESTRAGON (violentemente) Lasciami tu in pace! <> Lo sai che ore sono?
RAGAZZO (rinculando) Non è colpa mia, signore.
ESTRAGON E di chi è la colpa? Mia?
RAGAZZO Avevo paura, signore.
ESTRAGON Paura di che? Di noi? (Pausa.) Rispondimi!
VLADIMIR Lo so io, aveva paura degli altri.
ESTRAGON Per quanto tempo sei stato qui?
RAGAZZO Per un bel po’, signore.
VLADIMIR Avevi paura della frusta.
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Delle urla.
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Di quei due uomini.
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Li conosci?
RAGAZZO No, signore.
VLADIMIR Sei nato qui?
(Silenzio.)
Sei di qui?
RAGAZZO Sì, signore.
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ESTRAGON Sono tutte fregnacce. (Afferrando il Ragazzo per il braccio e
scuotendolo) Dì la verità.
RAGAZZO (tremando) Ma è la verità, signore!
VLADIMIR Vuoi lasciarlo in pace! Ma che hai?
(Estragon lascia andare il Ragazzo, si allontana [verso il masso] <>. Vladimir e il
Ragazzo lo osservano. <> Ha l’aria sconvolta. [Vladimir va da Estragon.])
Che hai?
ESTRAGON Sono infelice.
VLADIMIR No che non lo sei! E da quando?
ESTRAGON Non me lo ricordo.
VLADIMIR Gli straordinari scherzi della memoria!
(Estragon <> zoppica verso il suo posto, si siede e <> [si assopisce. Vladimir lo
osserva in silenzio, poi ritorna dal Ragazzo.])
<> Allora?
RAGAZZO Il signor Godot…
VLADIMIR Io ti ho già visto, vero?
RAGAZZO Non lo so, signore.
VLADIMIR Tu non sai chi sono?
RAGAZZO No, signore.
VLADIMIR Non sei già venuto qui ieri?
RAGAZZO No, signore.
VLADIMIR È la prima volta?
RAGAZZO Sì, signore.
Silenzio.
VLADIMIR Parole, parole. (Pausa.) Parla.
RAGAZZO <> Il signor Godot ha detto di dirvi che stasera non verrà ma che
sicuramente verrà domani.
Silenzio.
VLADIMIR Tutto qui?
RAGAZZO Sì, signore.
Silenzio.
VLADIMIR Lavori per il signor Godot?
RAGAZZO Sì, signore.
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VLADIMIR Che cosa fai?
RAGAZZO Guardo le capre, signore.
VLADIMIR Ti tratta bene?
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Non ti picchia?
RAGAZZO Non picchia me, signore.
VLADIMIR E chi picchia?
RAGAZZO Mio fratello, signore.
VLADIMIR Ah tu hai un fratello?
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Che cosa fa lui?
RAGAZZO Guarda le pecore, signore.
VLADIMIR E perché a te non ti picchia?
RAGAZZO Non lo so, signore.
VLADIMIR Deve volerti bene.
RAGAZZO Non lo so, signore.
Silenzio.
VLADIMIR Ti fa mangiare abbastanza?
(Il Ragazzo esita.)
Ti dà da mangiare?
RAGAZZO Abbastanza, signore.
VLADIMIR Non sei infelice?
(Il Ragazzo esita.)
Mi capisci o no?
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Allora?
RAGAZZO Non lo so, signore.
VLADIMIR Non sai se sei infelice oppure no?
RAGAZZO No, signore.
VLADIMIR Non ci capisci niente nemmeno tu.
(Silenzio.)
Dove dormi?
RAGAZZO Nel fienile, signore.
VLADIMIR Con tuo fratello?
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Sul fieno?
RAGAZZO Sì, signore.
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Silenzio.
VLADIMIR Va bene, te ne puoi andare.
RAGAZZO Che cosa devo dire al signor Godot, signore?
VLADIMIR Digli… (esita[, fa un passo verso il Ragazzo che fa un passo indietro])…
digli che ci hai visti. (Pausa[, fa un altro passo come sopra. Disperato]) Perché tu ci
hai visti, vero?
[(Fa un altro passo avanti.)]
<>
({Il Ragazzo esce con calma camminando all’indietro.} La luce va giù
all’improvviso. In un istante è notte. La luna sorge sul fondale, cresce nel cielo, resta
immobile, diffondendo una luce pallida sulla scena.)
[(Con la schiena al pubblico, guardando la luna)] Finalmente!
(Estragon {si sveglia, si toglie la scarpa destra, resta in piedi con una scarpa in
ciascuna mano, contempla Vladimir. Tableau. Zoppica verso il proscenio appena a
sinistra rispetto al centro, mette giù le scarpe. Vladimir volta lo sguardo dalla luna e
va verso Estragon che, dopo aver sistemato le scarpe con garbo, si volta a
contemplare la luna.})
Che cosa stai facendo?
ESTRAGON Sbianco di stanchezza.
VLADIMIR Eh?
ESTRAGON A volare in alto e vederci da lassù.
VLADIMIR Dico le scarpe. Che stai facendo con le scarpe?
ESTRAGON (girandosi a guardare le scarpe) Le lascio qui. (Pausa.) Qualcun altro
verrà, proprio come…come… proprio come me, ma coi piedi più piccoli, e con loro lui
sarà felice.
VLADIMIR Ma non puoi andare scalzo!
ESTRAGON Cristo lo ha fatto.
VLADIMIR Cristo! Che c’entra Cristo? Non puoi paragonarti a Cristo!
ESTRAGON Per tutta la vita mi sono paragonato a lui.
VLADIMIR Ma dove stava lui era caldo, era bello!
ESTRAGON Sì. E facevano presto a metterti in croce.
Silenzio.
VLADIMIR Non abbiamo niente da fare qui.
ESTRAGON Né qui né da un’altra parte.
VLADIMIR Ah Gogo, smettila. Domani tutto andrà meglio.
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ESTRAGON Come fai a dirlo?
VLADIMIR Non hai sentito che cosa ha detto il ragazzino?
ESTRAGON No.
VLADIMIR Ha detto che Godot verrà sicuramente domani. (Pausa.) Che cosa
ribatti a questo?
ESTRAGON Che l’unica cosa da fare è stare qui e aspettare.
VLADIMIR Sei pazzo? Dobbiamo trovarci un riparo.
(Prende {la mano sinistra di Estragon con la destra}. [Cominciano a girarsi verso
l’albero.]}
Dai.
Trascina Estragon dietro di sé. Estragon prima si lascia condurre, poi fa resistenza.
Si fermano.
ESTRAGON (guardando l’albero) Peccato che non abbiamo nemmeno un po’ di
corda.
VLADIMIR E dai. Fa freddo.
Trascina Estragon dietro di sé. Come sopra.
ESTRAGON Ricordami di portare della corda domani.
VLADIMIR Sì. Muoviamoci.
Lo trascina dietro di sé. Come sopra.
[Si lasciano la mano e si fermano, Estragon alla sinistra dell’albero, Vladimir alla
destra.]
ESTRAGON Quanto tempo abbiamo passato insieme in tutto?
VLADIMIR Non lo so. Cinquant’anni, forse.
ESTRAGON Ti ricordi quando mi sono tuffato nel Reno?
VLADIMIR Stavamo facendo la vendemmia.
ESTRAGON Mi hai ripescato tu.
VLADIMIR È acqua passata.
ESTRAGON I vestiti ad asciugare al sole.
VLADIMIR Non serve ritornarci sopra.
[(Cerca di prendere la mano sinistra di Estragon. Estragon oppone resistenza.)]
Dai.
<>
ESTRAGON Aspetta.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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VLADIMIR Ho freddo!
<>
{Estragon} si allontana da Vladimir [, e si dirige da solo verso il masso. Si ferma a
mezza strada].
ESTRAGON Io [qualche volta] mi domando se non saremmo stati meglio da soli,
ognuno per conto suo.
({Estragon procede verso il masso mentre Vladimir avanza verso il masso e si
ferma a metà strada. Si fermano simultaneamente.})
Le nostre sono strade diverse.
[Estragon si siede, lasciando poco spazio a Vladimir. Vladimir attraversa
lentamente il palco e si siede accanto a Estragon.]
VLADIMIR (senza rabbia) Non puoi esserne sicuro.
ESTRAGON No, non puoi mai essere sicuro di niente.
<>
VLADIMIR Possiamo sempre separarci, se pensi che sarebbe meglio.
ESTRAGON Adesso non ne vale più la pena.
Silenzio.
VLADIMIR No, non ne vale più la pena.
Silenzio. [Si guardano, poi guardano il pubblico.]
ESTRAGON [(guardando per terra)] Allora, andiamo?
VLADIMIR [(guardando in alto)] Sì, andiamo.
[Lungo silenzio.]
Non si muovono.
Sipario.
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ATTO II
Il giorno successivo. Stessa ora. Stesso posto.
[Sipario.]
Scarpe di Estragon al centro del proscenio, i tacchi uniti, le punte divergenti. Il
cappello di Lucky nello stesso posto. L’albero ha messo {tre} foglie. [Estragon è in piedi
a metà del palco spostato a sinistra in penombra, chinato.] {Vladimir leggermente più
verso il fondo e leggermente spostato sulla destra, con la schiena rivolta al pubblico, lo
sguardo rivolto verso l’alto, assorto. Lungo silenzio.} {Vladimir rompe il tableau
muovendosi verso il fondo, si ferma alla sinistra estrema per guardare in quinta con la
mano alzata a schermare gli occhi. Si gira e va verso destra, si ferma e osserva l’albero
e nel passare oltre tocca una foglia, si ferma alla destra estrema con la mano alzata a
schermare gli occhi. Si gira, va in proscenio al centro, si ferma, guarda l’albero dietro
di sé, va verso} le scarpe, ne prende una, la esamina, la annusa, {mostra gioia per averla
riconosciuta}, la rimette al suo posto con cura. <> Si ferma improvvisamente e comincia
a cantare ad alta voce.
VLADIMIR Un cane entrò…
(Avendola presa con una tonalità troppo alta, si ferma, si schiarisce la voce,
riprende:)
Un cane entrò in cucina
E si mangiò una crosta.
Il cuoco con la frusta
Lo prese e lo ammazzò.
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Gli altri cani in lutto
Scavarono una fossa…
(Si ferma, si intristisce al pensiero, riprende:)
Gli altri cani in lutto
Scavarono una fossa
E lì scrissero una glossa
Per il can che leggerà:
Un cane entrò in cucina
E si mangiò una crosta.
Il cuoco con la frusta
Lo prese e lo ammazzò.
Gli altri cani in lutto
Scavarono una fossa…
(Si ferma, si intristisce al pensiero, riprende:)
Gli altri cani in lutto
Scavarono una fossa…
(Si ferma, si intristisce al pensiero. {Sospira:})
Scavarono una fossa…
(<> {Dalla penombra a sinistra, Estragon, scalzo, con la testa china, lentamente
attraversa il palcoscenico.} Vladimir si gira e lo vede.)
Sei di nuovo qui! (Estragon si ferma ma non solleva il capo. Vladimir va verso di lui,
[a braccia aperte].)
Vieni, fatti abbracciare.
ESTRAGON [(stizzoso, puntuto, respingendolo con tutte e due le mani)] Non mi
toccare!
Vladimir si ferma, con aria afflitta.
VLADIMIR Vuoi che me ne vada?
(Pausa.)
Gogo!
(Pausa. Vladimir lo osserva con attenzione.)
Ti hanno picchiato?
(Pausa.)
Gogo!
(Estragon resta in silenzio, con la testa china.)
Dove hai passato la notte?
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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ESTRAGON Non mi toccare! Non farmi domande! Non dirmi niente! Resta con me!
VLADIMIR Ti ho mai lasciato solo?
ESTRAGON Mi hai lasciato andare via.
VLADIMIR Guardami.
(Estragon non solleva la testa.)
(Con violenza) Vuoi guardarmi, o no!
Estragon solleva la testa {e guarda all’altezza del petto di Vladimir. Vladimir di
nuovo gli apre le braccia. Estragon lo respinge con gentilezza. Si allontana}.
ESTRAGON Che giornata!
VLADIMIR Chi ti ha picchiato? Dimmelo.
ESTRAGON Un altro giorno che se ne va.
VLADIMIR Non ancora.
ESTRAGON Per me è morto e sepolto, cascasse il mondo.
(Silenzio.)
Ti ho sentito cantare.
VLADIMIR È vero, me lo ricordo.
ESTRAGON Quello mi ha dato il colpo di grazia. Mi sono detto: è lì da solo, pensa
che io me ne sia andato per sempre, eppure canta.
VLADIMIR All’umore non si comanda. Per tutto il giorno mi sono sentito in gran
forma. (Pausa.) Non mi sono mai alzato di notte, nemmeno una volta!
ESTRAGON (triste) Ecco, pisci meglio quando io non ci sono.
VLADIMIR Mi sei mancato… e al tempo stesso ero felice. Non è una cosa bizzarra?
ESTRAGON (scioccato) Felice?
VLADIMIR Forse non è la parola giusta.
ESTRAGON E adesso?
VLADIMIR Adesso…? (Gioioso) Rieccoti qui!… (Indifferente) Rieccoci qui…
(depresso) Rieccomi qui.
ESTRAGON Lo vedi, stai peggio quando io ci sono. Anche io sto meglio da solo.
VLADIMIR (contrariato) Allora perché torni sempre strisciando da me?
ESTRAGON Non lo so.
VLADIMIR Tu no, ma io sì. È perché da solo non ti sai difendere. Io non gli avrei
permesso di picchiarti.
ESTRAGON Non avresti potuto fermarli.
VLADIMIR E perché no?
ESTRAGON Perché erano in dieci.
VLADIMIR No, intendo prima che ti picchiassero. Ti avrei impedito di fare qualsiasi
cosa tu stessi facendo.
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ESTRAGON Ma io non stavo facendo niente.
VLADIMIR E allora perché ti hanno picchiato?
ESTRAGON Non lo so.
VLADIMIR Ah no, Gogo, la verità è che ci sono cose che sfuggono a te e che non
sfuggono a me, devi rendertene conto.
ESTRAGON Ti dico che non stavo facendo niente.
VLADIMIR Forse no. Ma è il modo di farlo che conta, il modo di farlo, se ci tieni a
vivere ancora. [Ma basta adesso. Eccoti ancora qui, ed eccomi qui, felice.]
ESTRAGON Non stavo facendo niente.
VLADIMIR Devi essere felice anche tu, in fondo in fondo, ma non te ne rendi conto.
ESTRAGON Felice di che?
VLADIMIR Di stare ancora con me.
ESTRAGON È così che la metti?
VLADIMIR Dì che lo sei, anche se non è vero.
ESTRAGON Che cos’è che dovrei dire?
VLADIMIR Dì, sono felice.
ESTRAGON Sono felice.
VLADIMIR Anche io.
ESTRAGON Anche io.
VLADIMIR Siamo felici.
ESTRAGON Siamo felici.
(Silenzio.)
E che facciamo adesso, ora che siamo felici?
VLADIMIR Aspettiamo Godot.
{ESTRAGON Ah, già!}
Silenzio.
VLADIMIR [allontanandosi verso destra] Qualcosa è cambiato qui da ieri.
ESTRAGON E se non viene?
VLADIMIR (dopo un momento di sconcerto) Vedremo al momento opportuno.
(Pausa. [Guarda l’albero.]) Stavo dicendo che qualcosa è cambiato qui da ieri.
ESTRAGON Tutto trasuda.
VLADIMIR Guarda l’albero.
ESTRAGON Non ci si bagna mai due volte nello stesso pus.
VLADIMIR L’albero, guarda l’albero.
Estragon guarda l’albero[, va verso l’albero e ci si ferma davanti, Vladimir lo
raggiunge.]
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ESTRAGON Non c’era ieri?
VLADIMIR Ma certo che c’era! Non te lo ricordi? Ci siamo {quasi} impiccati. [(Ci
riflette.) Sì, è così, ci siamo quasi impiccati.] Ma tu non hai voluto. Non te lo ricordi?
ESTRAGON Te lo sei sognato.
VLADIMIR È possibile che tu te lo sia già dimenticato?
ESTRAGON Sono fatto così. O dimentico subito o non dimentico mai.
VLADIMIR E Pozzo e Lucky? Hai dimenticato pure loro?
ESTRAGON Pozzo e Lucky?
VLADIMIR Ha dimenticato tutto!
ESTRAGON Mi ricordo un pazzo che mi ha preso a calci negli stinchi. Poi si è messo
a fare il buffone.
VLADIMIR Quello era Lucky.
ESTRAGON Questo me lo ricordo. Ma quando è successo?
VLADIMIR E il suo padrone, non te lo ricordi?
ESTRAGON Mi ha dato gli ossi.
VLADIMIR Quello era Pozzo.
ESTRAGON E tutto questo è successo ieri, tu dici?
VLADIMIR Ma certo che sì.
ESTRAGON In questo stesso posto?
VLADIMIR E dove se no? Davvero non lo riconosci, il posto?
ESTRAGON (improvvisamente furioso) Riconoscere che? ({Guarda girando in
circolo, gesticola con entrambe le mani.}) Che cosa c’è da riconoscere? Ho passato
tutta la vita a strisciare nel fango! E tu mi parli di paesaggi! Guarda questa merda! Non
me la sono mai tolta di dosso!
VLADIMIR Calmati, calmati.
ESTRAGON Tu e i tuoi paesaggi! [(Indica a terra con entrambe le mani.)] Ma parlami
dei vermi!
VLADIMIR In ogni modo, non puoi venirmi a dire che questo (indica) assomiglia a…
(esita)… alla Borgogna, per esempio. Non puoi negare che c’è una bella differenza.
ESTRAGON La Borgogna! Ma chi ha tirato fuori la Borgogna?
VLADIMIR Ma tu ci sei stato, in Borgogna.
ESTRAGON No, io non ci sono mai stato in Borgogna. La mia vita di merda l’ho fatta
tutta a spruzzo qui, ti dico! Qui! [(Indica di nuovo a terra con entrambe le mani.)] In
Merdogna!
VLADIMIR Ma ci siamo stati insieme, potrei giurarci! Abbiamo vendemmiato per
uno che si chiamava… (schiocca le dita)… non mi ricordo il nome, in un posto che si
chiama… (schiocca le dita)… non mi ricordo il nome del posto, non te lo ricordi?
ESTRAGON (appena più calmo) Può darsi. Io non ci ho fatto caso.
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VLADIMIR Ma laggiù è tutto rosso!
ESTRAGON (esasperato) Ti dico che non ci ho fatto caso!
Silenzio. Vladimir sospira profondamente.
VLADIMIR [(si sposta sul proscenio a destra.)] È difficile stare con te, Gogo.
ESTRAGON Sarebbe meglio separarsi.
VLADIMIR Dici sempre così, e torni sempre indietro strisciando.
ESTRAGON La cosa migliore sarebbe ammazzarmi, come quell’altro.
VLADIMIR Quale altro? (Pausa.) Quale altro?
ESTRAGON Come miliardi di altri.
VLADIMIR (sentenzioso) A ognuno la sua piccola croce. (Sospira.) Fino alla morte.
(Ripensandoci.) E all’oblio.
[Estragon raggiunge Vladimir e si mette in piedi alla sua destra.]
ESTRAGON Già che aspettiamo, cerchiamo di conversare in modo pacato visto che
siamo incapaci di restare in silenzio.
VLADIMIR Hai ragione, siamo inesauribili.
ESTRAGON Serve a non pensare.
VLADIMIR Abbiamo un motivo.
ESTRAGON Serve a non ascoltare.
VLADIMIR Abbiamo le nostre ragioni.
ESTRAGON Tutte le voci morte.
VLADIMIR Fanno un suono come di ali.
ESTRAGON Di foglie.
VLADIMIR Di sabbia.
ESTRAGON Di foglie.
Silenzio.
VLADIMIR Parlano tutte nello stesso momento.
ESTRAGON Ognuna a sé stessa.
<>
VLADIMIR O meglio sospirano.
ESTRAGON Frusciano.
VLADIMIR Mormorano.
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ESTRAGON Frusciano.
Silenzio.
VLADIMIR Che cosa dicono?
ESTRAGON Parlano delle loro vite.
VLADIMIR Aver vissuto non basta.
ESTRAGON Ne devono parlare.
VLADIMIR Essere morte non basta.
ESTRAGON Non basta.
Silenzio.
VLADIMIR Fanno un suono come di piume.
ESTRAGON Di foglie.
VLADIMIR Di cenere.
ESTRAGON Di foglie.
Lungo silenzio.
VLADIMIR Di’ qualcosa!
ESTRAGON Sto {cercando}.
Lungo silenzio.
VLADIMIR (angosciato) Di’ qualsiasi cosa!
ESTRAGON Che cosa facciamo adesso?
VLADIMIR Aspettiamo Godot.
ESTRAGON Ah[, già]!
Silenzio.
VLADIMIR È terribile!
ESTRAGON Canta qualcosa.
VLADIMIR Ma no! (Riflette.) Potremmo ricominciare tutto da capo, forse.
ESTRAGON Dovrebbe essere facile.
VLADIMIR È l’inizio che è difficile.
ESTRAGON Puoi iniziare come ti pare.
VLADIMIR Sì, ma prima devi decidere.
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ESTRAGON È vero.
Silenzio.
VLADIMIR Aiutami!
ESTRAGON Sto {cercando}.
SIlenzio.
VLADIMIR Chi cerca trova.
ESTRAGON Parla per te.
VLADIMIR È per questo che non cerchiamo.
ESTRAGON È vero.
VLADIMIR È per questo che non pensiamo.
ESTRAGON Tu pensi lo stesso.
VLADIMIR No no, impossibile.
ESTRAGON Ecco, contraddiciamoci.
VLADIMIR È impossibile.
ESTRAGON Davvero?
VLADIMIR Non corriamo certo il rischio di smettere di pensare.
ESTRAGON E di che ci lamentiamo allora?
VLADIMIR Pensare non è la cosa peggiore.
ESTRAGON Forse no. Ma almeno quello c’è.
VLADIMIR Quello che?
ESTRAGON Ecco, facciamoci delle domande.
VLADIMIR Che vuoi dire con almeno quello c’è?
ESTRAGON Che tanto meglio se c’è.
VLADIMIR È vero.
ESTRAGON Allora? Se rendessimo grazie di questi doni?
VLADIMIR La cosa terribile è avere pensato.
ESTRAGON Ma abbiamo mai pensato davvero?
VLADIMIR [guarda in platea.] Da dove vengono tutti questi cadaveri?
ESTRAGON [guarda in platea.] Questi scheletri.
VLADIMIR Dimmelo tu.
ESTRAGON È vero.
VLADIMIR Dobbiamo aver pensato giusto un pochino.
ESTRAGON Giusto all’inizio.
VLADIMIR Un ossario! Un ossario!
ESTRAGON [si volta dall’altra parte.] Non guardare.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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VLADIMIR Non ci riesco.
ESTRAGON È vero.
VLADIMIR Per quanto ci provi.
ESTRAGON Prego?
VLADIMIR Per quanto ci provi.
ESTRAGON Dovremmo rivolgerci con decisione alla Natura.
[Si girano rapidamente a guardare l’albero, poi di nuovo di fronte.]
VLADIMIR Ci abbiamo già provato.
ESTRAGON È vero.
VLADIMIR Oh, non è la cosa peggiore, me ne rendo conto.
ESTRAGON Che cosa?
VLADIMIR Aver pensato.
ESTRAGON Certo che no.
VLADIMIR Ma avremmo potuto farne a meno.
ESTRAGON Que voulez-vous?
VLADIMIR Prego?
ESTRAGON Que voulez-vous?
VLADIMIR Ah! Que voulez-vous. Esattamente.
Silenzio.
ESTRAGON [allontanandosi verso sinistra] Come piccolo trotto non c’è male.
VLADIMIR [allontanandosi verso destra] Sì, ma è il caso di inventarsi qualcos’altro.
[Si tolgono il cappello, si concentrano.]
ESTRAGON [avanzando verso il centro della scena] Vediamo un po’. [Vediamo un
po’.]
<>
VLADIMIR [avanzando verso il centro della scena] Vediamo un po’. [Vediamo un
po’. (Cambiano strada un istante prima della collisione.)]
<>
[ESTRAGON (allontanandosi verso sinistra) Vediamo un po’. Vediamo un po’.
VLADIMIR (allontanadosi verso destra) Vediamo un po’. Vediamo un po’.
(Si fermano e indossano il cappello.)]
Che cosa stavo dicendo, potremmo riprendere da lì.
ESTRAGON Che cosa stavi dicendo quando?
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VLADIMIR Giusto all’inizio.
ESTRAGON L’inizio di CHE?
VLADIMIR Questa sera… stavo dicendo… stavo dicendo.
ESTRAGON Non sono uno storico.
VLADIMIR [cammina in mezzo al palco, agitato.] Aspetta… ci siamo abbracciati…
eravamo felici… felici… che cosa facciamo adesso, ora che siamo felici… aspettiamo…
aspettiamo… lasciami pensare… sta arrivando… aspettiamo… ora che siamo felici…
vediamo un po’… ah! L’albero!
[Indica e va verso l’albero.]
ESTRAGON L’albero?
VLADIMIR Non ti ricordi?
ESTRAGON Sono stanco.
VLADIMIR Guardalo.
<>
ESTRAGON [guarda rapidamente, poi si volta.] Non vedo niente.
VLADIMIR Ma ieri sera era tutto {smorto} e nudo [come uno scheletro]. E adesso è
pieno di foglie.
ESTRAGON Foglie?
VLADIMIR In una sola notte.
ESTRAGON Sarà la primavera.
VLADIMIR Ma in una sola notte!
ESTRAGON Ti dico che non eravamo qui ieri. È un altro dei tuoi incubi.
VLADIMIR E dov’è che eravamo ieri sera, secondo te?
ESTRAGON Come faccio a saperlo? In un altro settore. [Indica il pubblico.] Il vuoto
non manca.
VLADIMIR (sicuro di sé) Bene. Non eravamo qui ieri sera. E allora che cosa abbiamo
fatto ieri sera?
ESTRAGON Fatto?
VLADIMIR Prova a ricordartelo.
ESTRAGON Fatto… Suppongo che abbiamo blaterato.
VLADIMIR (controllandosi) Di che cosa?
ESTRAGON Oh… di questo e di quello, immagino, niente in particolare. (Con
sicurezza) Sì, adesso mi ricordo, ieri sera l’abbiamo passata a blaterare di niente in
particolare. Cosa che va avanti da mezzo secolo.
VLADIMIR [(comincia ad avvicinarsi a Estragon.)] Non ricordi nessun fatto, nessuna
circostanza?
ESTRAGON (stanco) Non darmi il tormento, Didi.
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VLADIMIR Il sole. La luna. Non ti ricordi?
ESTRAGON Saranno stati lì, come al solito.
VLADIMIR Non hai notato niente di insolito?
ESTRAGON Ahimè, no!
VLADIMIR E Pozzo? E Lucky?
ESTRAGON Pozzo?
VLADIMIR Gli ossi.
ESTRAGON Sembravano lische.
VLADIMIR È Pozzo che te li ha dati.
ESTRAGON Non lo so.
VLADIMIR E il calcio?
ESTRAGON È vero, qualcuno mi ha tirato un calcio.
VLADIMIR È stato Lucky a dartelo.
ESTRAGON E tutto questo è successo ieri?
VLADIMIR Fammi vedere la gamba.
ESTRAGON Quale gamba?
VLADIMIR Tutte e due. Tira su i pantaloni.
(Estragon porge la gamba {sinistra} a Vladimir <>. Vladimir afferra la gamba. <>)
Tira su i pantaloni.
ESTRAGON Non ci riesco.
Vladimir tira su i pantaloni, guarda la gamba, la lascia andare. <>
VLADIMIR L’altra.
(Estragon porge la stessa gamba.)
L’altra, maiale!
(Estragon porge l’altra gamba.)
([Ficcando le dita;] trionfante) Eccola la ferita! Inizia a infettarsi!
ESTRAGON E allora?
VLADIMIR (lasciando andare la gamba, [camminando verso le scarpe]) Dove sono
le tue scarpe?
ESTRAGON Le avrò buttate via.
VLADIMIR Quando?
ESTRAGON Non lo so.
VLADIMIR Perché?
ESTRAGON (esasperato) Non lo so perché non lo so!
VLADIMIR No, dico perché le hai buttate?
ESTRAGON (esasperato) Perché mi facevano male!
VLADIMIR [Eccole!] (Trionfante, indicando le scarpe)
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Eccole lì!
(Estragon guarda le scarpe.)
Nel punto esatto in cui le hai lasciate ieri!
Estragon va verso le scarpe, {prende una scarpa e la ispeziona attentamente}.
ESTRAGON Non sono le mie.
VLADIMIR (stupefatto) Non sono le tue?
ESTRAGON Le mie erano nere. Queste sono marroni.
VLADIMIR Tu sei sicuro che le tue fossero nere?
ESTRAGON Beh, erano una specie di grigio.
VLADIMIR E queste sono marroni? Fa’ vedere.
ESTRAGON <> Beh, sono una specie di verde.
VLADIMIR Fa’ vedere.
(Estragon gli porge la scarpa. Vladimir la ispeziona, {la lascia cadere a terra.
Silenzio}.)
Beh, di tutte le…
ESTRAGON Lo vedi, [(si muove verso il fondo a sinistra)] è tutto un maledetto…
VLADIMIR Ah! Ora ho capito. Sì, ho capito che è successo.
ESTRAGON È tutto un maledetto…
VLADIMIR Elementare. Qualcuno è venuto, ha preso le tue scarpe e ti ha lasciato le
sue.
ESTRAGON [(confuso. Guardando prima le scarpe e poi Vladimir)] Perché?
VLADIMIR Le sue erano troppo strette per lui, così ha preso le tue.
ESTRAGON Ma le mie erano troppo strette.
[Sguardi confusi, come prima.]
VLADIMIR Per te, non per lui.
ESTRAGON (dopo aver cercato inutilmente di capire) Sono stanco!
(Pausa.)
Andiamo.
VLADIMIR Non si può.
ESTRAGON E perché?
VLADIMIR Stiamo aspettando Godot.
ESTRAGON Ah [, già]!
(Pausa.)
(Disperato) Che cosa facciamo, che cosa facciamo!
VLADIMIR Non possiamo fare niente.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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ESTRAGON Ma io non posso andare avanti così!
VLADIMIR Vuoi un ravanello?
ESTRAGON Non c’è nient’altro?
VLADIMIR Ci sono rape e ravanelli.
ESTRAGON Niente carote?
VLADIMIR No. Comunque stai esagerando con le carote.
ESTRAGON Allora dammi un ravanello.
(Vladimir {si fruga} nelle tasche, <> alla fine estrae un ravanello, [si avvicina] e lo
porge a Estragon[, si allontana.] {Estragon} lo esamina <>.)
È nero!
VLADIMIR È un ravanello.
ESTRAGON Mi piacciono solo quelli rosa e tu lo sai!
VLADIMIR Allora non lo vuoi?
ESTRAGON Mi piacciono solo quelli rosa!
VLADIMIR E allora ridammelo.
{Vladimir ritorna da Estragon, si riprende il ravanello e si allontana.}
ESTRAGON Vado a prendermi una carota.
Non si muove.
VLADIMIR Stiamo veramente allungando la zuppa.
ESTRAGON Non abbastanza.
Silenzio. [Vladimir gira per il palco finché non trova un nuovo modo di passare il
tempo.]
VLADIMIR Che ne dici di provarle?
ESTRAGON Ho già provato di tutto.
VLADIMIR No, voglio dire le scarpe.
ESTRAGON Sicuro?
VLADIMIR Aiuterà a passare il tempo.
(Estragon esita.)
Te lo assicuro, sarebbe un’occupazione.
ESTRAGON Una distensione.
VLADIMIR Una ricreazione.
ESTRAGON Una distensione.
VLADIMIR Prova.
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ESTRAGON Mi aiuti?
VLADIMIR Certo che ti aiuto.
[Vanno verso le scarpe. Vladimir si curva per prendere una scarpa. Estragon lo tira
su.]
ESTRAGON Non ce la caviamo poi così male noi due insieme, eh Didi?
VLADIMIR Sì sì, dai, proviamo prima la sinistra.
[Vladimir si curva in avanti e poi di nuovo dritto come sopra.]
ESTRAGON Troviamo sempre qualcosa che ci dà l’impressione di esistere, eh Didi?
VLADIMIR (impaziente) Ma sì, siamo dei maghi. Ma andiamo fino in fondo in questa
impresa prima di dimenticarcene. (Prende la scarpa {sinistra}.) Andiamo, dammi il
piede.
(Estragon alza il piede [destro].)
L’altro, merda!
(Estragon alza l’altro piede.)
Più alto!
({Compiono mezzo giro in senso antiorario.} Vladimir riesce finalmente a fargli
indossare la scarpa.)
Prova a camminare.
({Vladimir si allontana un po’ per osservare. Estragon fa qualche passo verso destra
e ritorna.})
Allora?
ESTRAGON Mi sta.
VLADIMIR (tira fuori dei lacci dalla tasca) Proviamo ad allacciarle.
ESTRAGON (con veemenza) No, no, niente lacci, niente lacci!
VLADIMIR Te ne pentirai. Proviamo l’altra.
(Come prima [ma in senso orario. Estragon cammina fino al masso, lì si ferma].)
Allora?
ESTRAGON ([esita.] A malincuore) Mi sta anche questa.
VLADIMIR Non ti fanno male?
ESTRAGON Ancora no.
VLADIMIR Allora puoi tenerle.
ESTRAGON Sono troppo grandi.
VLADIMIR Forse un giorno avrai dei calzini.
ESTRAGON È vero.
VLADIMIR E allora che fai, le tieni?
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Aspettando Godot – Testo riveduto
Traduzione italiana di Angelo Romagnoli © 2020-21
ESTRAGON Ora basta con queste scarpe.
VLADIMIR Sì, ma…
ESTRAGON (con violenza) Basta!
(Silenzio.)
Potrei anche sedermi.
Cerca un posto per sedersi, poi va verso il {masso} e si siede [lasciando un piccolo
spazio per Vladimir].
VLADIMIR Ieri sera ti sei seduto proprio qui.
ESTRAGON Se solo riuscissi a dormire.
VLADIMIR Ieri sera hai dormito.
ESTRAGON Ci provo.
Si rimette nella sua posizione fetale, con la testa tra le ginocchia.
VLADIMIR Aspetta.
(Va da Estragon e si siede accanto a lui e {canta ad alta voce abbracciandolo e
cullandolo}.)
Bye bye bye bye
Bye bye…
ESTRAGON (guardandolo con rabbia) Fai piano!
VLADIMIR (dolcemente) Bye bye bye bye
Bye bye bye bye
Bye bye bye bye
Bye bye…
(Estragon dorme. Vladimir si alza delicatamente, si toglie il cappotto e lo appoggia
sulle spalle di Estragon, poi comincia a camminare {verso il fondo a destra e poi verso
sinistra}, agitando le braccia per tenersi caldo. Estragon si sveglia di sobbalzo, salta in
piedi, si aggira terrorizzato. Vladimir gli corre incontro, lo abbraccia.)
Sono qui… sono qui… Didi è qui… non avere paura.
ESTRAGON Ah!
VLADIMIR Sono qui… sono qui… è tutto finito.
ESTRAGON Stavo cadendo…
VLADIMIR È tutto a posto, è tutto a posto.
ESTRAGON Ero in cima a un…
VLADIMIR Non raccontarlo! Vieni, due passi e tutto passa.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
Traduzione italiana di Angelo Romagnoli © 2020-21
Prende Estragon per la {mano} e cammina con lui in su e giù [intonando la Marcia
funebre di Chopin] finché Estragon si rifiuta di continuare.
ESTRAGON Ora basta. Sono stanco.
[Si libera dall’abbraccio e si allontana.]
VLADIMIR Preferisci restare fermo lì a non fare niente?
ESTRAGON Sì.
VLADIMIR Divertiti.
<> Raccoglie il cappotto {,} lo indossa[, e cammina per il palco].
ESTRAGON Andiamo.
VLADIMIR Non si può.
ESTRAGON E perché?
VLADIMIR Stiamo aspettando Godot.
ESTRAGON Ah [, già]!
(Vladimir cammina in su e in giù)
Non puoi stare fermo?
VLADIMIR Ho freddo.
ESTRAGON Siamo venuti troppo presto.
VLADIMIR È sempre al farsi della notte.
ESTRAGON Ma la notte non si fa.
VLADIMIR Si fa tutta di un colpo, come ieri.
ESTRAGON E allora notte si farà.
VLADIMIR E noi andare si potrà.
ESTRAGON E poi di nuovo giorno sarà.
(Pausa.)
(Disperato) Che cosa facciamo, che cosa facciamo!
VLADIMIR (con violenza) Basta coi piagnistei! Sono stanco delle tue lamentazioni!
ESTRAGON [(va verso il fondo.)] Io me ne vado.
VLADIMIR (vedendo il cappello di Lucky) Guarda!
ESTRAGON Addio.
VLADIMIR Il cappello di Lucky. (Va verso il cappello [sul proscenio a destra].) Sono
stato qui un’ora e non l’ho visto. ([Lo raccoglie.] Molto contento) Bellissimo!
ESTRAGON Non mi rivedrai mai più.
VLADIMIR Lo sapevo che era il posto giusto. Abbiamo finito di tribolare. (<>
Esamina {il cappello}, gli ridà forma.) Deve essere stato un cappello davvero bellissimo.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
Traduzione italiana di Angelo Romagnoli © 2020-21
([Va al centro della scena] lo indossa [con la mano sinistra] al posto del suo che
passa a Estragon [con la mano destra].)
Tieni.
ESTRAGON Che cosa?
VLADIMIR Reggi questo.
(Estragon prende il cappello di Vladimir [con la mano destra]. Vladimir si aggiusta
il cappello di Lucky sulla testa. [È più o meno della stessa taglia del suo.] Estragon
indossa il cappello di Vladimir [con la mano destra] al posto del suo che passa a
Vladimir [con la mano sinistra]. Vladimir prende il cappello di Estragon. Estragon si
aggiusta il cappello di Vladimir sulla testa. [C’è una grande differenza di taglia.
L’effetto è grottesco.] Vladimir indossa il cappello di Estragon al posto di quello di Lucky
che passa a Estragon. Estragon prende il cappello di Lucky. Vladimir si aggiusta il
cappello di Estragon sulla testa. [Differenza grottesca.] Estragon indossa il cappello di
Lucky al posto di quello di Vladimir che passa allo stesso Vladimir. Vladimir prende il
suo cappello. Estragon si aggiusta il cappello di Lucky sulla testa. [Differenza
grottesca.] Vladimir indossa il suo cappello al posto di quello di Estragon che passa allo
stesso Estragon. Estragon prende il suo cappello. Vladimir si aggiusta il suo cappello
sulla testa. Estragon indossa il suo cappello al posto di quello di Lucky che passa a
Vladimir. Vladimir prende il cappello di Lucky. Estragon si aggiusta il suo cappello sulla
testa. Vladimir indossa il cappello di Lucky al posto del suo, che passa a Estragon.
Estragon prende il cappello di Vladimir. Vladimir si aggiusta il cappello di Lucky sulla
testa. Estragon restituisce il cappello di Vladimir a Vladimir che lo prende e lo passa
indietro a Estragon che lo prende e lo passa indietro a Vladimir che lo prende e lo sbatte
per terra. [L’interazione è rapida e senza interruzioni.])
Come sto?
ESTRAGON Che ne so?
VLADIMIR No, dico che aria ho?
Gira la testa avanti e indietro in modo civettuolo, cammina a piccoli passi come
un’indossatrice.
ESTRAGON Orrenda.
VLADIMIR Sì, ma non più del solito?
ESTRAGON Né più né meno.
VLADIMIR Allora lo tengo. Il mio mi ha stufato. (Pausa.) Come dire? (Pausa.) Mi ha
irritato.
Si toglie il cappello di Lucky, ci guarda dentro, <> se lo rimette di nuovo.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
Traduzione italiana di Angelo Romagnoli © 2020-21
ESTRAGON Io me ne vado.
Silenzio.
VLADIMIR Non ti va di giocare?
ESTRAGON Giocare a che cosa?
VLADIMIR Potremmo giocare a Pozzo e Lucky.
ESTRAGON Mai sentito.
VLADIMIR Io faccio Lucky, tu fai Pozzo.
(Imita Lucky che cede sotto il peso dei suoi bagagli. Estragon lo guarda stupefatto.)
Dai.
ESTRAGON Che cosa devo fare?
VLADIMIR Insultami!
ESTRAGON (dopo averci riflettuto) Monello!
VLADIMIR Di più!
ESTRAGON Gonococco! Spirocheta!
Vladimir barcolla avanti e indietro, piegato in due.
VLADIMIR Dimmi di pensare.
ESTRAGON Eh?
VLADIMIR Dimmi, pensa, maiale!
ESTRAGON Pensa, maiale!
Silenzio.
VLADIMIR Non ci riesco.
ESTRAGON Ne ho abbastanza di questa roba.
VLADIMIR Dimmi di ballare.
ESTRAGON {Ne ho abbastanza di questa roba.}
VLADIMIR Balla, merda!
[ESTRAGON Io me ne vado.]
Vladimir si contorce. Esce Estragon da sinistra, precipitosamente.
VLADIMIR Non ci riesco. (Guarda, non vede Estragon.) Gogo!
({Esce a destra per cercarlo. Rientra.} Entra Estragon da sinistra, ansimante. Si
precipita verso Vladimir, {si incontrano al centro della scena}.)
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Aspettando Godot – Testo riveduto
Traduzione italiana di Angelo Romagnoli © 2020-21
Eccoti qui di nuovo, finalmente!
ESTRAGON Mi venisse un colpo!
VLADIMIR Dove sei stato? Credevo che te ne fossi andato per sempre.
ESTRAGON [In fondo al pendio.] Stanno arrivando!
VLADIMIR Chi?
ESTRAGON Non lo so.
VLADIMIR Quanti sono?
ESTRAGON Non lo so.
VLADIMIR (trionfante) È Godot! Finalmente! Gogo! È Godot! Siamo salvi!
Andiamogli incontro!
(Trascina Estragon verso la quinta [di sinistra]. Estragon resiste, si libera dalla
presa, esce da destra.)
Gogo! Torna indietro!
({Vladimir corre ed esce a sinistra. Entra Estragon da destra, Vladimir da sinistra. Si
precipitano l’uno verso l’altro e si incontrano al centro.})
Eccoti qui di nuovo!
ESTRAGON All’inferno!
VLADIMIR Dove sei stato?
[ESTRAGON In fondo al pendio.
VLADIMIR È vero, siamo su un altipiano, serviti su un piatto d’argento.]
ESTRAGON Vengono anche da quella parte!
VLADIMIR Siamo circondati!
(Estragon corre verso il fondale.)
Imbecille! Non c’è via d’uscita di là.
(Afferra Estragon per un braccio e lo trascina verso il proscenio. Gesto verso la
platea.)
Guarda! Non c’è nessuno di là! Fuggi. Veloce!
(Spinge Estragon verso il pubblico. Estragon si ritrae inorridito
[a cercare la protezione di Vladimir].)
Non ti va?
(Scruta il pubblico.) Beh, posso capirlo. {Fammi vedere.} (Riflette.) La tua unica
speranza è sparire.
ESTRAGON E dove?
VLADIMIR Dietro l’albero.
(Estragon esita.)
Veloce! Dietro l’albero.
({Corrono all’albero, Estragon ci si nasconde dietro in piedi}, capisce di non essere
nascosto, viene fuori da dietro l’albero.)
Quest’albero non ci servirà mai a niente, non c’è il minimo dubbio.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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ESTRAGON (più calmo) Ho perso la testa. Perdonami. Non succederà più. Dimmi
che cosa devo fare.
VLADIMIR Non c’è niente da fare.
ESTRAGON Tu ti metti lì.
(Trascina Vladimir fino alla quinta di destra e lo sistema con le spalle rivolte alla
scena.)
Qui, non ti muovere, e stai di guardia.
Vladimir scruta l’orizzonte, schermandosi gli occhi con la mano. Estragon corre e
assume la stessa posizione alla quinta di sinistra. Girano la testa e si guardano.
ESTRAGON e VLADIMIR [(simultaneamente)] Schiena contro schiena, come ai bei
tempi!
Continuano a guardarsi per un attimo, poi riprendono a vigilare. Lungo silenzio.
ESTRAGON Non vedi arrivare nessuno?
VLADIMIR (girando la testa) Che?
ESTRAGON (più forte) Non vedi arrivare nessuno?
VLADIMIR No.
ESTRAGON Nemmeno io.
Riprendono a vigilare. Silenzio.
VLADIMIR Hai avuto un miraggio.
ESTRAGON (girando la testa) Che?
VLADIMIR (più forte) Hai avuto un miraggio!
ESTRAGON Non c’è bisogno di urlare!
Riprendono a vigilare. Silenzio.
ESTRAGON e VLADIMIR (voltandosi simultaneamente) Ma tu…
VLADIMIR Oh, scusa!
ESTRAGON Dì pure.
VLADIMIR No no, dopo di te.
ESTRAGON No no, prima tu.
VLADIMIR Ti ho interrotto.
ESTRAGON Io ti ho interrotto.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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Si guardano con rabbia mentre si avvicinano l’uno all’altro.
VLADIMIR Cerimonioso imbecille!
ESTRAGON Puntiglioso coglione!
VLADIMIR Finisci la frase, ti ho detto!
ESTRAGON Finisci la tua!
Silenzio. <>
VLADIMIR Ritardato!
ESTRAGON Ecco, insultiamoci.
Si girano, si allontanano, si girano di nuovo e si trovano faccia a faccia.
VLADIMIR Ritardato!
ESTRAGON Zecca!
VLADIMIR Aborto!
ESTRAGON Piattola!
VLADIMIR Topo di fogna!
ESTRAGON Pretino!
VLADIMIR Cretino!
ESTRAGON (a mettere un punto) Crrritico!
VLADIMIR Oh!
Si sente spossato, sconfitto e si volta dall’altra parte.
ESTRAGON Ora facciamo la pace.
VLADIMIR Gogo!
ESTRAGON Didi!
VLADIMIR Dammi la mano!
ESTRAGON Tieni!
VLADIMIR Vieni tra le mie braccia!
ESTRAGON Le tue braccia?
VLADIMIR Il mio petto!
ESTRAGON E andiamo!
Si abbracciano. [Fanno un giro completo di Valzer cantando a labbra serrate il
Valzer de La Vedova Allegra. Si separano [e si allontanano]. Silenzio.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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VLADIMIR Come vola il tempo quando ci si diverte!
Silenzio.
ESTRAGON Che cosa facciamo adesso?
VLADIMIR Mentre aspettiamo.
ESTRAGON Mentre aspettiamo.
Silenzio.
VLADIMIR Potremmo fare i nostri esercizi.
ESTRAGON I nostri movimenti.
VLADIMIR Le nostre elevazioni.
ESTRAGON I nostri rilassamenti.
VLADIMIR Le nostre elongazioni.
ESTRAGON I nostri rilassamenti.
VLADIMIR Per scaldarci.
ESTRAGON Per calmarci.
VLADIMIR E andiamo.
Vladimir salta da un piede a un altro. Estragon lo imita.
ESTRAGON (fermandosi) Basta. Sono stanco.
VLADIMIR (fermandosi) Siamo fuori forma. Che ne dici di un po’ di esercizi di
respirazione?
ESTRAGON Sono stanco di respirare.
VLADIMIR Hai ragione. (Pausa.) Facciamo almeno l’albero. Per l’equilibrio.
ESTRAGON L’albero?
Vladimir fa l’albero, traballando su una gamba.
VLADIMIR (fermandosi) Tocca a te.
Estragon fa l’albero, traballa.
ESTRAGON Secondo te, Dio mi guarda?
VLADIMIR Devi chiudere gli occhi.
Estragon chiude gli occhi, traballa ancora di più.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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ESTRAGON (fermandosi, mostrando i pugni, a tutta voce) Signore abbi pietà di me!
VLADIMIR (irritato) E di me?
ESTRAGON Di me! Di me! Pietà! Di me!
Entrano Pozzo e Lucky [da sinistra. Vladimir corre verso Estragon. Insieme fuggono
verso il masso e si stringono l’uno all’altro.] Pozzo è cieco. Lucky è carico come prima
[tranne che per il cappotto che Pozzo sta indossando]. La corda come prima, ma molto
più corta, in modo che Pozzo possa seguire Lucky più facilmente. Lucky indossa un altro
cappello. Alla vista di Vladimir e Estragon si ferma all’improvviso. Pozzo, continuando
a camminare, gli sbatte addosso.
<>
POZZO (aggrappandosi a Lucky che traballa) Che c’è? Chi c’è?
Lucky cade [come nell’Atto I], lascia cadere tutto e trascina Pozzo con sé [nella
stessa maniera]. Giacciono inermi tra i bagagli sparsi [l’uno perpendicolare all’altro a
metà palco leggermente spostati a destra].
ESTRAGON È Godot?
VLADIMIR Finalmente! (Va verso il cumulo dei bagagli.) Finalmente arrivano i
rinforzi!
POZZO Aiuto!
ESTRAGON È Godot?
VLADIMIR [(arretra verso Estragon.)] Stavamo cominciando a perdere colpi. Adesso
è sicuro che la serata l’abbiamo svoltata.
POZZO Aiuto!
<>
VLADIMIR Non siamo più soli, ad aspettare la notte, ad aspettare Godot, ad
aspettare… aspettare. Per tutta la sera abbiamo lottato da soli. Adesso è finita. È già
domani.
POZZO Aiuto!
VLADIMIR Il tempo ha ripreso a scorrere. Il sole tramonterà, la luna sorgerà e noi
ce ne andremo… da qui.
POZZO Pietà!
VLADIMIR Povero Pozzo!
ESTRAGON Lo sapevo che era lui.
VLADIMIR Chi?
ESTRAGON Godot.
VLADIMIR Ma non è Godot.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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ESTRAGON Non è Godot?
VLADIMIR Non è Godot.
ESTRAGON E allora chi è?
VLADIMIR È Pozzo.
POZZO Sono qui! Sono qui! Aiutatemi!
VLADIMIR Non riesce ad alzarsi.
ESTRAGON Andiamo.
VLADIMIR Non si può.
ESTRAGON Perché no?
VLADIMIR Stiamo aspettando Godot.
ESTRAGON Ah [, già]!
[Silenzio.]
VLADIMIR [(bisbiglia, con aria d’intrigo)] Forse ha altri ossi per te.
ESTRAGON Ossi?
VLADIMIR Di pollo. Non te lo ricordi?
ESTRAGON Era lui?
VLADIMIR Sì.
ESTRAGON Domandaglielo.
VLADIMIR [(avanza verso Pozzo, si ferma, arretra.)] Forse dovremmo prima
aiutarlo.
ESTRAGON A fare che?
VLADIMIR Ad alzarsi.
ESTRAGON Non riesce ad alzarsi?
VLADIMIR Lui vuole alzarsi.
ESTRAGON E allora lascia che si alzi.
VLADIMIR Ma non può.
ESTRAGON Perché?
VLADIMIR Non lo so.
{Vanno verso Pozzo nel cumulo dei bagagli, bisbigliando. Pozzo batte i piedi a terra.
Estragon inizia ad arretrare.}
ESTRAGON Dovremmo chiedergli subito gli ossi. Se dice di no, lo lasciamo lì.
VLADIMIR Vuoi dire che lo teniamo in pugno?
ESTRAGON Sì
VLADIMIR E che non facciamo niente per niente.
ESTRAGON {Sì.}
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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VLADIMIR Sembra cosa assai sensata.
[(Si avvicinano ancora di più a Pozzo nel cumulo dei bagagli, si fermano, poi
Vladimir inizia ad arretrare.)]
Però c’è una cosa che mi fa paura.
<>
ESTRAGON Che cosa?
VLADIMIR Che Lucky ci salti addosso all’improvviso. Saremmo fottuti.
ESTRAGON Lucky?
VLADIMIR È quello che ti ha picchiato ieri.
ESTRAGON Ti dico che erano in dieci.
VLADIMIR No, prima, quello che ti ha preso a calci.
ESTRAGON È questo qui?
VLADIMIR Proprio lui.
({Si avvicinano a Lucky nel cumulo dei bagagli, si fermano, Vladimir lo indica.})
È inerte, per il momento.
[(Vladimir inizia la ritirata verso il masso.)]
Ma potrebbe avere una crisi omicida da un momento all’altro.
POZZO Aiuto!
ESTRAGON Ma perché non lo gonfiamo di botte? Tu e io.
VLADIMIR Dici perché non lo pestiamo mentre dorme?
ESTRAGON Sì.
VLADIMIR Sembra idea assai sensata.
[(Si avvicinano al cumulo dei bagagli, tirandosi su le maniche.)]
Ma ce la possiamo fare? Sta dormendo davvero? (Pausa.) No, [(arretrano)] la cosa
migliore è approfittare di Pozzo che ha bisogno di aiuto…
<>
Pregustando un ringraziamento tangibile.
ESTRAGON E se lui…
[Vladimir afferra il braccio di Estragon, guidandolo in un giro in senso antiorario in
fondo al palco, intorno al cumulo dei bagagli.]
VLADIMIR Non sprechiamo tempo in chiacchiere inutili! <> Facciamo
qualcosa ora che c’è l’occasione! Non succede tutti i giorni che ci sia bisogno di
noi. A dire il vero, non è che ci sia bisogno proprio di noi. Altri farebbero bene
come noi, se non meglio. [(Si fermano al vertice del circolo leggermente alla
destra del centro scena.)] Queste grida d’aiuto che ancora ci vibrano dentro
erano rivolte all’umanità intera! Ma qui, adesso, l’umanità intera siamo noi.
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[Pausa. Si danno un contegno.
POZZO Aiuto!
VLADIMIR] Che ci piaccia o no.
[(Continuano a girare in circolo sul proscenio, si fermano esattamente alla
destra del masso.)]
Approfittiamone prima che sia troppo tardi! Rappresentiamo degnamente
per una volta quella razza schifosa in cui una sorte crudele ci ha sbattuto! Che
cosa ne dici?
(Estragon [si sottrae e, stanco, si siede,] non dice niente.)
È pur vero che, quando a braccia incrociate soppesiamo i pro e i contro,
rendiamo sicuramente merito alla nostra specie. La tigre si lancia in aiuto dei
suoi simili senza la minima esitazione, oppure scappa a nascondersi nel profondo
della foresta. Ma non è questo il punto. Che cosa ci facciamo noi qui, questo è il
punto. E noi abbiamo la fortuna di conoscere la risposta. Sì, in questa immensa
confusione una sola cosa è chiara. Stiamo aspettando che arrivi Godot…
ESTRAGON Ah [, già]!
<>
VLADIMIR O che arrivi la notte. (Pausa.) Siamo venuti all’appuntamento,
punto. Non siamo dei santi, ma siamo venuti all’appuntamento. Quanti possono
dire la stessa cosa?
ESTRAGON Miliardi.
VLADIMIR Tu dici?
ESTRAGON Non lo so.
VLADIMIR Forse hai ragione tu.
POZZO Aiuto!
VLADIMIR Quello che so io è che le ore sono lunghe in queste condizioni e ci
costringono a ingannarci con delle formalità che, come posso dire, sembrano a
prima vista ragionevoli, fino a diventare abitudine. Per impedire alla ragione di
naufragare, si potrebbe dire. Senza dubbio. Ma da quanto tempo ormai vaga
nella notte eterna degli abissi? Questo è quello che a volte io mi chiedo. Mi segui
nel ragionamento?
ESTRAGON ([con l’indice rivolto al cielo,] per una volta aforistico) Siamo tutti
nati folli. Qualcuno ci resta.
POZZO Aiuto! Vi darò del denaro!
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ESTRAGON Quanto?
POZZO Cento franchi!
ESTRAGON Non bastano.
VLADIMIR Io non arriverei a tanto.
ESTRAGON Ti sembra che bastino?
VLADIMIR No, dico che non arriverei al punto di asserire che ero folle quando
sono venuto al mondo. Ma non è questo il punto.
POZZO Duecento!
VLADIMIR Aspettiamo. Ci annoiamo. (Alza una mano.) No, non protestare,
siamo annoiati a morte, è inutile negarlo. Bene. Ci si presenta un diversivo e noi
che facciamo? Ce lo facciamo scappare. Forza, mettiamoci al lavoro! (Avanza
verso il cumulo dei bagagli, si ferma nella sua andatura.) In un istante tutto
svanirà e ancora una volta saremo soli, nel cuore del nulla!
Rimugina.
POZZO [(afferrandogli la mano destra)] Duecento!
VLADIMIR Arriviamo!
Cerca di tirare Pozzo dai piedi, non ci riesce, <> inciampa, cade [all’indietro]
<>.
ESTRAGON [(resta in piedi e si muove verso la pila dei bagagli.)] Ma che avete,
tutti?
VLADIMIR Aiuto!
ESTRAGON Io me ne vado!
VLADIMIR Non mi lasciare! <>
POZZO Dove sono?
VLADIMIR Gogo!
POZZO Aiuto!
VLADIMIR Aiuto!
ESTRAGON Io me ne vado.
VLADIMIR Aiutami prima! Poi ce ne andremo insieme.
ESTRAGON Me lo prometti?
VLADIMIR Te lo giuro!
ESTRAGON E prometti che non torneremo mai più?
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VLADIMIR Mai più!
ESTRAGON Andremo sui Pirenei.
VLADIMIR Dove vuoi tu.
ESTRAGON Ho sempre desiderato gironzolare sui Pirenei.
VLADIMIR Ci gironzolerai.
[Allunga la mano.]
ESTRAGON ({allunga la mano per prendere quella di Vladimir, rincula
improvvisamente.}) Chi è che ha scurreggiato?
VLADIMIR Pozzo.
POZZO Sono qui! Sono qui! Pietà!
ESTRAGON Che schifo!
VLADIMIR Presto! [(Allunga di nuovo la mano)] Dammi la mano.
ESTRAGON Io me ne vado. (Pausa. Più forte) Io me ne vado.
VLADIMIR Beh, suppongo che alla fine dovrò alzarmi da solo. (Ci prova, non
ci riesce.) Con una certa calma.
ESTRAGON Si può sapere che hai?
VLADIMIR Vattene all’inferno.
ESTRAGON Resti qui?
VLADIMIR Per il momento.
ESTRAGON Forza, alzati, che prendi freddo.
VLADIMIR Non occuparti di me.
ESTRAGON E dai Didi, non fare il testardo. [Su!]
Allunga la mano che Vladimir si affretta ad afferrare.
VLADIMIR Tira!
Estragon tira, inciampa, cade [all’indietro come accaduto prima a Vladimir].
Lungo silenzio.
POZZO Aiuto!
VLADIMIR Siamo qui.
POZZO Chi siete?
VLADIMIR Siamo uomini.
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[Lungo] silenzio.
ESTRAGON Che bello stare per terra!
VLADIMIR Ce la fai ad alzarti?
ESTRAGON Non lo so.
VLADIMIR Provaci.
ESTRAGON Ora no, ora no.
Silenzio.
POZZO Che è successo?
VLADIMIR (con violenza) La vuoi smettere, tu? Zecca! Pensa soltanto a sé
stesso!
ESTRAGON Che ne dici di un pisolino?
VLADIMIR Ma lo hai sentito? Vuole sapere che cosa è successo!
ESTRAGON Non dargli importanza. Dormi.
Silenzio.
POZZO Pietà! Pietà!
ESTRAGON (sobbalzando) [Che?] Che c’è?
<>
VLADIMIR È quel bastardo di Pozzo un’altra volta.
ESTRAGON Fallo smettere. Dagli un calcio nelle reni.
VLADIMIR <> La vuoi finire! [(Colpendo Pozzo)] Piattola!
Pozzo si divincola con urla di dolore e striscia via [verso il fondo a sinistra]. Si
ferma, da colpi all’aria alla cieca, cercando aiuto. Vladimir, adagiato sul gomito,
osserva la sua fuga.
[POZZO Lucky!]
VLADIMIR È {scappato}!
[POZZO Lucky!]
Pozzo crolla.
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[VLADIMIR] È caduto!
ESTRAGON Che facciamo adesso?
<>
VLADIMIR {Forse} potrei provare a chiamarlo.
ESTRAGON Sì, chiamalo.
VLADIMIR Pozzo!
(Silenzio.)
Pozzo!
(Silenzio.)
Nessuna risposta.
ESTRAGON Insieme.
ESTRAGON e VLADIMIR Pozzo! Pozzo!
<>
Silenzio.
ESTRAGON Proviamo con un altro nome.
<>
Sarebbe divertente.
VLADIMIR Che cosa sarebbe divertente?
ESTRAGON Chiamarlo con altri nomi, uno dopo l’altro. Farebbe passare
il tempo. E finiremmo per azzeccare quello giusto, prima o poi.
VLADIMIR Ti dico che si chiama Pozzo.
ESTRAGON {Vediamo.} (Riflette.) Abele! Abele!
POZZO Aiuto!
ESTRAGON Indovinato al primo colpo!
VLADIMIR Comincio a scocciarmi di questa lagna.
ESTRAGON Forse l’altro si chiama Caino. Caino! Caino!
POZZO Aiuto!
ESTRAGON È tutta l’umanità.
(Silenzio.)
Guarda quella nuvoletta.
VLADIMIR (alzando lo sguardo) Dove?
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ESTRAGON Là. [(Puntando l’indice verso il cielo)] Allo zenith.
VLADIMIR Allora? (Pausa.) Che cosa ha di straordinario?
Silenzio.
ESTRAGON Passerei ad altro adesso, se non ti dispiace.
VLADIMIR Stavo giusto per proportelo io.
ESTRAGON Ma a che cos’altro?
VLADIMIR Ah!
Silenzio.
ESTRAGON Potremmo cominciare con l’alzarci.
VLADIMIR Provare non costa niente.
Si alzano.
ESTRAGON Un gioco da ragazzi.
VLADIMIR Volere è potere.
ESTRAGON E adesso?
POZZO Aiuto!
ESTRAGON Andiamo.
VLADIMIR Non si può.
ESTRAGON E perché?
VLADIMIR Stiamo aspettando Godot.
ESTRAGON Ah [, già]! (Disperato) Che facciamo! Che facciamo!
POZZO Aiuto!
VLADIMIR E se lo aiutassimo?
ESTRAGON Che cosa vuole?
VLADIMIR Vuole alzarsi.
ESTRAGON E allora che aspetta?
VLADIMIR Vuole che lo aiutiamo ad alzarsi.
ESTRAGON Non vedo perché no. Che cosa stiamo aspettando?
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({Vanno da Pozzo e lo rimettono in piedi}, lo lasciano[, se ne vanno uno
a destra e l’altro a sinistra. Pozzo cade [in avanti come prima].)
[Lo fa apposta.]
VLADIMIR Dobbiamo tenerlo.
([Vanno da lui e] lo rimettono in piedi. Pozzo si affloscia in mezzo ai due,
le braccia intorno al collo.)
Va meglio?
POZZO Chi siete?
VLADIMIR Non ci riconosce?
POZZO Sono cieco.
Silenzio.
[VLADIMIR Cieco!]
ESTRAGON Forse può vedere nel futuro.
VLADIMIR [Cieco!] E da quando?
POZZO Avevo una vista perfetta.
<>
ESTRAGON (stizzosamente) Elaborare! Elaborare!
VLADIMIR Lascialo in pace. Non capisci che sta pensando ai giorni in cui
era felice? (Pausa.) Memoria praeteritorum bonorum… deve essere
penoso.
<>
[POZZO Semplicemente meraviglioso!]
VLADIMIR E le è accaduto all’improvviso?
POZZO Un bel giorno mi sono svegliato ed ero cieco come il Destino.
(Pausa.) Certe volte mi domando se non sto ancora dormendo.
VLADIMIR E quando è stato?
POZZO Non lo so.
VLADIMIR Ma non più tardi di ieri…
POZZO (violentemente) Basta domande! I ciechi non hanno nozione del
tempo. Le cose del tempo sono un mistero anche per loro.
VLADIMIR Che buffo! Avrei giurato il contrario.
<>
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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POZZO Dov’è il mio servo?
VLADIMIR Qui intorno.
POZZO Perché non risponde quando lo chiamo?
VLADIMIR Non lo so. Sembra che dorma. Forse è morto.
<>
POZZO Andate a vedere se è ferito.
VLADIMIR Non possiamo lasciarla solo.
POZZO Non dovete mica andarci tutti e due.
VLADIMIR (a Estragon) Vai tu.
ESTRAGON Dopo quello che mi ha fatto? Mai!
POZZO [(spingendo Estragon verso il masso, aggrappandosi a Vladimir)]
Sì sì, ci mandi il suo amico, puzza talmente.
(Silenzio.) Che cosa sta aspettando?
VLADIMIR Che cosa stai aspettando?
ESTRAGON Sto aspettando Godot.
Silenzio.
VLADIMIR Che cosa è che dovrebbe fare, esattamente?
POZZO Ecco, per prima cosa dovrebbe tirare la corda forte a suo
piacimento, a patto di non strangolarlo. Di solito reagisce. Altrimenti
dovrebbe fargli assaggiare lo stivale, in faccia e nei coglioni, il più possibile.
VLADIMIR (a Estragon) Lo vedi, non hai niente da temere. È pure
un’occasione per vendicarti.
ESTRAGON E se si difende?
POZZO Ma no, non si difende mai.
VLADIMIR Volerò in tuo soccorso.
[Estragon va da Lucky.]
ESTRAGON Non togliermi gli occhi di dosso.
{Si prepara a sferrare un calcio.}
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VLADIMIR [(fermando il calcio di Estragon)] Assicurati che sia vivo prima
di cominciare. È uno sforzo inutile se è già morto.
ESTRAGON (piegandosi su Lucky) Respira.
VLADIMIR Allora via alle danze.
{Estragon sferra un calcio a Lucky, si fa male al piede, se ne va verso il
masso zoppicando e gemendo. Vladimir corre da lui. Pozzo cade, si alza e
barcolla alla cieca verso il fondo scena.}
ESTRAGON Oh è una belva!
Si siede sul {masso} e prova a togliersi la scarpa. Ma presto desiste e si
dispone per dormire, con le braccia sulle ginocchia e la testa sulle braccia.
POZZO Che è successo? [Che è successo?]
VLADIMIR Il mio amico è ferito.
POZZO E Lucky?
VLADIMIR Allora è lui?
POZZO Che?
VLADIMIR È Lucky?
POZZO Non capisco.
VLADIMIR E lei è Pozzo?
POZZO Certo che sono Pozzo.
VLADIMIR Gli stessi di ieri?
POZZO Ieri?
VLADIMIR Ci siamo incontrati, ieri. (Silenzio.) Non ricorda?
POZZO Non ricordo di avere incontrato nessuno ieri. Ma domani non
ricorderò di avere incontrato nessuno oggi. Per cui non guardi me se cerca
lumi.
VLADIMIR Ma…
POZZO Basta. Alzati, maiale!
VLADIMIR [(lo trattiene per un braccio.)] Lo stava portando alla fiera per
venderlo. Ci ha parlato. Lui ha ballato. Ha pensato. Lei ci vedeva.
POZZO Come vuole lei. Mi lasci andare.
(Vladimir si allontana.)
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In piedi!
Lucky si alza in piedi <>.
[VLADIMIR Si sta alzando.
POZZO Meglio per lui!
Lucky raccoglie tutto il carico tranne la frusta e resta in piedi vacillando
con la schiena rivolta a Pozzo.
VLADIMIR Sta raccogliendo i bagagli. Ora è pronto.
POZZO Frusta!]
VLADIMIR Dove siete diretti?
[POZZO Non mi riguarda.
VLADIMIR Come è cambiato lei.]
POZZO Via.
(Lucky, stracarico, si piazza davanti a Pozzo.)
Frusta!
(Lucky appoggia a terra tutto il carico, cerca la frusta, la trova, la mette
nella mano [destra] di Pozzo, riprende su di sé tutto il carico.)
Corda!
(Lucky appoggia a terra tutto il carico, mette il capo della corda nella
mano di Pozzo, riprende su di sé tutto il carico.)
[Andiamo!]
VLADIMIR Che cosa c’è nella valigia?
POZZO Sabbia. (Dà uno strattone alla corda.) Via!
[Partono verso le quinte di destra.]
VLADIMIR [(fermandoli)] Restate ancora un po’!
POZZO Io me ne vado. [Via!
Fanno per mettersi in movimento.]
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VLADIMIR [(fermandoli di nuovo)] Come fate quando cadete e non c’è
nessuno che vi aiuta?
POZZO Aspettiamo di riuscire ad alzarci da soli. E poi ripartiamo. Via!
[Fanno per rimettersi in movimento].
VLADIMIR [(fermandoli)] Prima di partire gli dica di cantare!
POZZO A chi?
VLADIMIR A Lucky?
POZZO Cantare?
VLADIMIR Sì. O di pensare. O di declamare.
POZZO Ma se è muto.
VLADIMIR Muto!
POZZO Muto. Non sa neanche grugnire.
VLADIMIR Muto! E da quando?
POZZO (all’improvviso furioso) Avete finito di tormentarmi con il vostro
tempo maledetto? È abominevole. Quando! Quando! Un giorno, non vi
basta? Un giorno uguale a un altro, un giorno è diventato muto, un giorno
sono diventato cieco, un giorno diventeremo sordi, un giorno siamo nati,
un giorno moriremo, lo stesso giorno, lo stesso secondo, non vi basta? (Più
calmo) Partoriscono a cavallo di una tomba, la luce brilla un istante, e poi
torna la notte. (Dà uno strattone alla corda.) Via!
Escono Pozzo e Lucky [da destra]. Vladimir li segue fino al bordo del
palcoscenico, li guarda andare. Il rumore della caduta sottolineato dalla
mimica di Vladimir annuncia che sono di nuovo per terra. Silenzio. Vladimir
va verso Estragon, lo esamina per un momento, poi lo scuote per svegliarlo.
ESTRAGON (gesti scomposti, parole incomprensibili. Infine) [Stavo
dormendo.] Perché non mi lasci mai dormire in pace?
VLADIMIR Mi sentivo solo.
ESTRAGON Stavo sognando che ero felice.
VLADIMIR Ci ha fatto passare il tempo.
ESTRAGON Stavo sognando che…
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VLADIMIR (con violenza) Non raccontarlo! (Silenzio.) Ma è davvero
cieco?
ESTRAGON Cieco? Chi?
[VLADIMIR Un cieco direbbe sul serio che non ha nozione del tempo?
ESTRAGON Chi?]
VLADIMIR Pozzo.
{ESTRAGON È cieco?
VLADIMIR Così ha detto.}
ESTRAGON E allora?
VLADIMIR Mi è sembrato che noi ci vedesse.
ESTRAGON Te lo sei sognato. (Pausa.) Andiamo. [(Si alza a metà.)] Non
si può. [(Si risiede.)] Ah [, già]! (Pausa.) Sei sicuro che non fosse lui?
VLADIMIR Chi?
ESTRAGON Godot.
VLADIMIR Ma chi?
ESTRAGON Pozzo.
VLADIMIR Certo che no! (Meno sicuro) Certo che no! (Ancora meno
sicuro) Certo che no!
[Si allontana.]
ESTRAGON Immagino che potrei alzarmi anche io. (Si alza dolorante.)
Ohi! {Ohi!}
VLADIMIR Non so più che cosa pensare.
ESTRAGON I piedi! <> Aiutami!
Si siede, prova a togliersi le scarpe.
VLADIMIR Ho forse dormito mentre gli altri soffrivano? Sto forse
dormendo in questo momento? Domani, quando mi sveglierò o crederò di
essermi svegliato, che cosa dirò di questa giornata? Che con il mio amico
Estragon, in questo luogo, fino a notte, ho aspettato Godot? Che Pozzo è
passato, con il suo facchino, e che ci ha parlato? Probabilmente. Ma quanto
di vero ci sarà in tutto questo?
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(Estragon, dopo aver faticato inutilmente per togliersi le scarpe, si
assopisce di nuovo. Vladimir lo osserva.)
Lui non saprà niente. Racconterà dei colpi che ha preso e io gli darò una
carota. (Pausa.) A cavallo di una tomba e di un parto difficile. In fondo alla
fossa, il becchino infila il forcipe con insistenza. Abbiamo tempo per
diventare vecchi. L’aria è gonfia delle nostre grida. (Ascolta.) Ma l’abitudine
è una grande sordina. [(Guarda a destra sul fondo.)] Anche per me c’è
qualcuno che veglia, anche per me c’è qualcuno che dice [(guarda avanti)],
‘dorme, non sa niente, lasciamo che dorma’. (Pausa. [Va silenziosamente
sul fondo a sinistra, resta fermo in piedi rimuginando.]) Non posso più
andare avanti! (Pausa. [Guarda indietro al punto in cui si trovava.]) Che
cosa ho detto?
<> Entra il Ragazzo da destra. Si ferma. Silenzio.
RAGAZZO Signore.
<>
Signor Alberto.
VLADIMIR Rieccoci. (Pausa.) [(Va verso il Ragazzo, si ferma a qualche
passo da lui.)] Non mi riconosci?
RAGAZZO No, signore.
VLADIMIR Non sei venuto tu ieri.
RAGAZZO No, signore.
VLADIMIR È la tua prima volta.
RAGAZZO Sì, signore.
Silenzio.
VLADIMIR Hai un messaggio da parte del signor Godot.
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Non verrà questa sera.
RAGAZZO No, signore.
VLADIMIR Ma verrà domani.
RAGAZZO Sì, signore.
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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VLADIMIR Senza fallo.
RAGAZZO Sì, signore.
Silenzio.
VLADIMIR Hai incontrato qualcuno?
RAGAZZO No, signore.
VLADIMIR Due altri… (esita)… uomini?
RAGAZZO Non ho visto nessuno, signore.
Silenzio.
VLADIMIR Che cosa fa, il signor Godot?
(Silenzio.)
Mi hai sentito?
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Allora?
RAGAZZO Non fa niente, signore.
Silenzio.
VLADIMIR Come sta tuo fratello?
RAGAZZO È malato, signore.
VLADIMIR Forse è venuto lui ieri.
RAGAZZO Non lo so, signore.
Silenzio.
VLADIMIR (gentilmente) Ha la barba, il signor Godot?
RAGAZZO Sì, signore.
VLADIMIR Bionda o… (esita)… o nera [… (esita) oppure rossa]?
RAGAZZO Penso bianca, signore.
Silenzio.
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VLADIMIR Gesù abbi pietà di noi!
Silenzio.
RAGAZZO Che cosa devo dire al signor Godot, signore?
VLADIMIR Digli… (esita)… digli che mi hai visto e che… (esita)… che mi
hai visto. (<> Con violenza improvvisa) Sei sicuro che mi hai visto, non verrai
domani a dirmi che non mi hai mai visto!
Silenzio. {Vladimir fa un passo. Il Ragazzo esce con calma all’indietro.}
Silenzio. Il sole tramonta, la luna sorge. Come nell’Atto I. Vladimir [si muove
verso il centro del proscenio e] è in piedi immobile e chino. Estragon si
sveglia, si toglie le scarpe, si alza tenendo una scarpa, una per mano, va a
metterle a terra al centro in proscenio, poi va verso Vladimir.
ESTRAGON Che hai?
VLADIMIR Niente.
ESTRAGON Io me ne vado.
VLADIMIR Anche io.
ESTRAGON Ho dormito tanto?
VLADIMIR Non lo so.
Silenzio.
ESTRAGON Dove ce ne andiamo?
VLADIMIR Poco lontano.
ESTRAGON Oh sì, andiamocene lontano da qui.
VLADIMIR Non si può.
ESTRAGON E perché?
VLADIMIR Dobbiamo tornare qui domani.
ESTRAGON A fare che?
VLADIMIR Ad aspettare Godot.
ESTRAGON Ah [, già]!
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Aspettando Godot – Testo riveduto
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(Silenzio.)
Non è venuto?
VLADIMIR No.
ESTRAGON E a questo punto è troppo tardi.
VLADIMIR Sì, ormai è notte.
ESTRAGON [(sussurrando)] E se lo lasciassimo perdere? (Pausa.) Se lo
lasciassimo perdere?
VLADIMIR Ci punirebbe. (Silenzio. Guarda l’albero.) Ogni cosa è morta,
tranne l’albero.
ESTRAGON (guardando l’albero) Che cos’è?
VLADIMIR È l’albero.
ESTRAGON Sì, ma che razza di albero?
VLADIMIR Non lo so. Un salice. [Andiamo.]
({Vladimir prende la mano di Estragon e vanno verso l’albero, si
fermano, Vladimir alla sua destra e Estragon alla sua sinistra.)}
ESTRAGON [(lascia andare la mano di Vladimir.)] Perché non ci
impicchiamo?
VLADIMIR Con cosa?
ESTRAGON Non ce l’hai un pezzetto di corda?
VLADIMIR No.
ESTRAGON E allora non si può.
Silenzio.
VLADIMIR [(riprende la mano)] Andiamo.
ESTRAGON [(lascia andare la mano.)] Aspetta c’è la mia cintura.
VLADIMIR È troppo corta.
ESTRAGON Ti puoi appendere alle mie gambe.
VLADIMIR E chi si appende alle mie?
ESTRAGON È vero.
VLADIMIR Fammi vedere lo stesso.
(Estragon scioglie la corda che gli tiene i pantaloni che, troppo grandi
per lui, gli cadono alle caviglie. Guardano la corda.)
Se non c’è niente di meglio. Ma è abbastanza robusta?
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ESTRAGON Lo scopriremo presto. Dai qui.
Prendono ciascuno un capo della corda e tirano. Si spezza. <>
VLADIMIR Non vale niente.
Silenzio.
ESTRAGON Hai detto che dobbiamo tornare qui domani?
VLADIMIR Sì.
ESTRAGON Allora ci portiamo una bella corda.
VLADIMIR Sì.
Silenzio.
ESTRAGON Didi.
VLADIMIR Sì.
ESTRAGON Non posso più andare avanti così.
VLADIMIR Questo lo dici tu.
ESTRAGON E se ci separassimo? Sarebbe meglio per tutti e due.
VLADIMIR Ci impiccheremo domani. (Pausa.) Se Godot non arriva.
ESTRAGON E se arriva?
VLADIMIR Saremo salvati.
<>
ESTRAGON Allora? Andiamo?
VLADIMIR Tirati su i pantaloni.
ESTRAGON Cosa?
VLADIMIR Tirati su i pantaloni.
ESTRAGON Vuoi che mi tiri giù i pantaloni?
VLADIMIR Tirati SU i pantaloni.
ESTRAGON (capisce che ha i pantaloni abbassati) {Ah, già!}
Si tira su i pantaloni.
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VLADIMIR [(guardando in alto)] Allora? Andiamo?
ESTRAGON [(guardando in basso)] Sì, andiamo.
Non si muovono. [Silenzio.]
SIPARIO
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