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Grand Tour, il mito d'Italia tra paesaggi e “souvenir”

Recensione della mostra “Grand Tour. Sogno d'Italia da Venezia a Pompei” (Milano, Gallerie d'Italia, 19 novembre 2021 - 27 marzo 2022)

Avvenire - 26/11/2021 LA MOSTRA Alle Gallerie d’Italia in Piazza della Scala, un percorso in 130 opere fa rivivere l’epoca dei viaggi lungo la penisola dei nobili stranieri, ma anche di artisti e scrittori, tra Venezia, Roma e Napoli, dal 1700 al secolo seguente Le rassegne record: Hayez e Canova con 400mila visite Sono 43 le mostre temporanee allestite in questi dieci anni alle Gallerie, dedicate ai maestri del passato (Caravaggio, Tiepolo) ma anche a fotografi (Gastel, Mari), anniversari (Grande Guerra), movimenti (Romanticismo), per un totale di oltre due milioni di visitatori. Le rassegne più visitate sono state la monografica su Hayez tra 2015 e ’16, con 200mila visitatori, e quella sui "rivali" Canova e Thorvaldsen tra 2019 e 2020: anche qui 200mila ingressi, che sarebbero stati di più se non ci fosse stato il lockdown a fine febbraio, malgrado la proroga fino a metà giugno. (A. D’A.) Grand Tour, il mito d’Italia tra paesaggi e “souvenir” ANDREA D’AGOSTINO C olosseo, Pantheon, i Fori; il golfo di Napoli dominato dal Vesuvio fumante, le "pietre di Venezia" e i templi greci da Paestum ad Agrigento, passando per i tanti luoghi pittoreschi del Bel Paese come laghi, montagne, campagne e cascate. Citato per la prima volta nel 1670 da Richard Lassels nel suo libro An Italian Voyage, il "Grand Tour" è stato l’opposto di quello che è poi diventato il turismo di massa che negli ultimi decenni ha affollato le principali città d’arte: era nato infatti come Dieci anni fa l’apertura delle Gallerie viaggio di studi degli aristocratici inglesi e momento essenziale del loro percorso educativo e formativo, diventando presto uno status symbol irrinunciabile. Alle Gallerie d’Italia la nuova mostra di fine anno è dedicata proprio a questo fenomeno esploso nel 1700: Grand Tour. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei, a cura di Fernando Mazzocca, con Stefano Grandesso e Francesco Leone, con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli, aperta fino al 27 marzo. Organizzata in partnership con il museo Archeologico di Napoli e l’Ermitage di San Pie- troburgo, la rassegna vede esposte 130 opere tra dipinti, sculture e oggetti di arredamento. Come le precedenti, anche questa sfrutta al meglio gli ampi spazi espositivi: nel grande salone centrale troneggiano alcuni capolavori di scultura antica dal museo napoletano come la grande Artemide Efesia in alabastro e bronzo o il Mercurio seduto in bronzo, rinvenuto nella villa dei Papiri di Ercolano nel 1758, che vent’anni dopo ispirerà ad Antonio Canova la sua prima opera importante, Teseo sul Minotauro. Proprio gli scavi di Pompei ed Ercolano, iniziati nel 1738 con i con- Quest’anno le Gallerie d’Italia festeggiano i dieci anni di apertura al pubblico. Era il 3 novembre 2011 quando fu inaugurata la prima parte degli oltre 8mila metri quadri espositivi dedicata all’800. Quattro i palazzi in cui si snoda il percorso a partire da palazzo Beltrami, sede storica della Banca commerciale italiana, con l’ingresso principale in tinui ritrovamenti di reperti, spinsero i viaggiatori del Grand Tour in una discesa lungo la penisola che proseguiva fino alla Sicilia. «L’Italia, senza la Sicilia, non lascia nello spirito nessuna immagine. Qui è la chiave di tutto», scriverà un altro illustre viaggiatore come Goethe. Cuore del percorso, la sequenza di cinque ritratti di Pompeo Batoni con i rampolli delle famiglie aristocratiche inglesi (i "milordi", come li chiamavano i romani) a grandezza naturale con le sculture dell’antichità - come il Galata morente o l’Ares Ludovisi - ridotte a comparse. Quasi u- A dx P. Batoni, “Ritratto di Henry Peirse”; in basso a dx, P.J. Volaire, “Eruzione del Vesuvio”; a sin. A. Ducros, “Il granduca Paolo e il suo seguito al Foro romano” / Foto uff. stampa mostra na via di mezzo tra le cartoline o i souvenir in vendita nei mercatini; ma in fondo il Grand Tour ha anticipato tutto questo. Lo si vede bene dai tanti paesaggi in mostra di piazza della Scala; all’interno, centinaia di opere tra cui capolavori di Canova, Hayez e Boccioni. La collezione di Intesa Sanpaolo e fondazione Cariplo è stata incrementata dalla donazione della famiglia Agrati (a cui è stata dedicata una mostra nel 2018): ben 500 opere dei principali artisti del ’900 come Warhol, Fontana, Melotti e Burri. (A. D’A.) campagne e città (Firenze, Venezia, Roma): da quelli fedeli di Gaspar van Wittel, inventore del vedutismo, alle ricostruzioni ideali di Giovanni Paolo Panini, ai capricci architettonici di Hubert Robert e Canaletto. E lo si comprende ancora meglio ammirando le tante riproduzioni in piccolo dei monumenti antichi - colonna Traiana, archi e obelischi - fino alle reinvenzioni di Luigi Valadier e Giovanni Battista Piranesi: vasi, candelabri, tavoli, per un mercato internazionale sempre più esigente. Il più scenografico è il grande centrotavola con il Trionfo di Bacco e Arianna realizzato da Giovanni Volpato nel 1785 per l’ambasciatore veneziano a Roma, un esercito in miniatura di statuine in porcellana. Dopo lo stop delle guerre napoleoniche a fine ’700, il Grand Tour riprenderà nell’800 in una versione più borghese, come si vede dall’immagine scelta per la copertina del catalogo, La famiglia Tolstoj a Venezia. Info e orari: www.gallerieditalia.com. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dicembre 21, 2021 8:37 pm (GMT +1:00) Powered by TECNAVIA