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La scienza antica e la sua tradizione

2011

La storia della scienza e della tecnica antiche in Italia non è certo priva di figure di rilievo; risalendo a tempi abbastanza lontani, non si può fare a meno di citare il nome di G. Venturi – primo studioso moderno della diottra di Erone – o, ancor meno, quelli di G. Schiaparelli, l’autore della autorevolissima (e accettata da tutti gli studiosi per più di un secolo) ricostruzione dell’astronomia di Eudosso, e di G. Vailati, al principio del secolo scorso uno dei principali interlocutori della discussione della teoria aristotelica del moto. Né questa tradizione di studi può dirsi esaurita; tra i nomi di studiosi più recenti ci limitiamo a citare quelli di M. Vegetti, di G. Cambiano, di V. Di Benedetto e di I. Garofalo e dei loro allievi. Tuttavia si può riscontrare una certa discontinuità in questo ambito, soprattutto negli anni più recenti; gli studiosi oggi attivi sembrano essere abbastanza pochi, e rischiano in più di un caso di venire a trovarsi in una situazione di relativo isolamento.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA Quaderni di Acme 126 Dipartimento di Filosofia LA SCIENZA ANTICA E LA SUA TRADIZIONE IV Seminario di studi (Gargnano, 13-15 ottobre 2008) a cura di Ferruccio Franco Repellini e Gianni Micheli INDICE Premessa di Ferruccio Franco Repellini e Gianni Micheli . . . . . . . . . p. 7 Un’argomentazione di Filolao di Alessandro Lami . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11 Perché una dimostrazione geometrica greca è generale di Fabio Acerbi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 25 Alcune osservazioni sull’uso di lovgo~ in Aristotele di Monica Ugaglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 81 Embriogenesi e trasmissione dei caratteri ereditari in Aristotele di Annalisa Arci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 119 La misurazione delle montagne in Dicearco di Messene di Federica Cordano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 169 La tradizione tecnico-artigianale e l’influenza orientale: lo Pseudo-Democrito alchimista di Matteo Martelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 175 Botanica e/o mineralogia? La “pianta” della luna e i suoi segreti di Paola Carusi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 215 Una anomalia nella storiografia: la teoria del remo e della voga dall’antichità a oggi di Gianni Micheli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 237 Bernardino Baldi entre Simon Stevin et Gregorio a Sancto-Vincenzio: quelques points de comparaison di Patricia Radelet de Grave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 257 La “forza della percossa” da Aristotele a Giovanni Alfonso Borelli di Adriano Carugo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 315 Indice dei nomi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 381 PREMESSA La storia della scienza e della tecnica antiche in Italia non è certo priva di figure di rilievo; risalendo a tempi abbastanza lontani, non si può fare a meno di citare il nome di G. Venturi – primo studioso moderno della diottra di Erone – o, ancor meno, quelli di G. Schiaparelli, l’autore della autorevolissima (e accettata da tutti gli studiosi per più di un secolo) ricostruzione dell’astronomia di Eudosso, e di G. Vailati, al principio del secolo scorso uno dei principali interlocutori della discussione della teoria aristotelica del moto. Né questa tradizione di studi può dirsi esaurita; tra i nomi di studiosi più recenti ci limitiamo a citare quelli di M. Vegetti, di G. Cambiano, di V. Di Benedetto e di I. Garofalo e dei loro allievi. Tuttavia si può riscontrare una certa discontinuità in questo ambito, soprattutto negli anni più recenti; gli studiosi oggi attivi sembrano essere abbastanza pochi, e rischiano in più di un caso di venire a trovarsi in una situazione di relativo isolamento. All’aspetto quantitativo va collegato forse un aspetto culturale ed istituzionale. Nell’università italiana l’insegnamento della storia della scienza è stato inizialmente presente quasi soltanto nelle facoltà scientifiche; solo in tempi relativamente recenti (dopo gli anni ’70) insegnamenti di storia della scienza sono stati attivati in molte facoltà ad indirizzo storico e filosofico. Questa tendenza si sta consolidando; uno dei suoi effetti principali è che i nuovi ricercatori provengono da tipi di studi sensibilmente diversi. Nell’ambito generale delle ricerche di storia della scienza ciò ha determinato certamente un arricchimento delle prospettive di indagine, cui ha fatto seguito anche un sensibile aumento del numero degli studiosi; in particolare, ha avuto una significativa diffusione lo studio della scienza e della medicina moderne. Nell’ambito più ristretto della storia della scienza antica tuttavia non appare esserci stata una crescita parallela, forse perché il fattore 8 Ferruccio Franco Repellini e Gianni Micheli innovativo costituito da questi cambiamenti non ha avuto efficacia fino ad essa. È apparso quindi utile promuovere delle iniziative intese a superare questa situazione. L’intento dei seminari sugli studi italiani di storia della scienza antica, il primo dei quali ha avuto luogo nel 2002, è stato quindi quello di riunire i membri della piccola comunità di studiosi, in modo da favorire l’interscambio di conoscenze e soprattutto di creare le condizioni che favorissero una loro collaborazione, anche in base a discussioni aperte sulle differenti concezioni storiografiche. In questa prospettiva, è apparso subito opportuno ampliare cronologicamente l’ambito di riferimento, estendendolo fino all’età rinascimentale e agli esordi della scienza moderna; un riflesso di questa decisione è stato dato dalla sua denominazione: “Seminario sugli studi italiani sulla scienza antica e la sua tradizione”. Alla base di questa decisione c’è stata non solo l’esigenza di allargare il numero degli studiosi presenti, ma anche il riconoscimento dell’importanza degli scienziati e studiosi medievali e soprattutto rinascimentali per la moderna storiografia della scienza antica: come si constata immediatamente leggendo la letteratura critica contemporanea, per gli scienziati medievali e rinascimentali il riferimento alla tradizione scientifica greca e romana era insieme un abito mentale e un obbligo. Seguendo questo intento, negli ultimi seminari si sono inseriti anche il gruppo di ricerca, che sta lavorando alla pubblicazione delle opere di Francesco Maurolico, diretto da Pierdaniele Napolitani, e il gruppo milanese, diretto da Gianni Micheli, che ha portato a termine la pubblicazione di una nuova edizione del commento di Bernardino Baldi alle Questioni meccaniche pseudoaristoteliche. Alcuni degli studi relativi alla pubblicazione dell’opera di Baldi sono contenuti tra i contributi presenti in questo volume. Inizialmente gli inviti sono stati rivolti soltanto a ricercatori italiani. Si è tuttavia manifestata una certa tendenza a coinvolgere anche studiosi di altre lingue, dato l’interesse di questa iniziativa; possiamo perciò dire che al momento si tratta di una tendenza embrionale, che però appare destinata ad aumentare. Possiamo allora prevedere che la denominazione di questi seminari perderà rapidamente l’aggettivo “italiano”. Dato il riconoscimento favorevole che ci è sembrato che questa iniziativa abbia avuto, e data l’atmosfera familiare delle discussioni e il tono aperto e franco, e poco accademico, con cui si sono svolti i dibattiti, pensiamo e auspichiamo che essa si possa ripetere e allargare nei prossimi anni. Ferruccio Franco Repellini e Gianni Micheli