Academia.eduAcademia.edu

La Toponomastica dell'Alta Valle del Giovenco

2021

Il presente lavoro intende essere uno studio monografico sulla toponomastica dell’Alta Valle del Giovenco, un’area dell’Appennino abruzzese situata in provincia dell’Aquila. La ricerca si basa sull’analisi storico-etimologica dei nomi di luogo desunti in massima parte dalle tavolette in scala in 1:25000 dell’IGM (Istituto Geografico Militare). Questo contingente di nomi rientrante all’interno della toponimia ufficiale è stato integrato con toponimi raccolti attraverso inchieste condotte sul campo nell’estate del 2020. Per quanto concerne la struttura del lavoro, esso è caratterizzato da un capitolo introduttivo (Capitolo Primo) dedicato ad un inquadramento generale dei comuni di Bisegna e di Ortona dei Marsi e delle rispettive frazioni di San Sebastiano dei Marsi e di Aschi. Nel capitolo seguente (Capitolo Secondo) sono riportate brevi note di metodo corredate dalle modalità di presentazione delle informazioni. Nel Terzo Capitolo, prima dell’elenco in ordine alfabetico di tutti i 210 nomi di luogo raccolti, è stato inserito un Glossario iniziale per analizzare separatamente le denominazioni che compaiono più spesso all’interno della toponimia del territorio dell’Alto Giovenco. Per ultime sono allegate le Carte, che consistono in immagini satellitari dei territori comunali indagati; su di esse i numeri corrispondenti ai toponimi del corpus sono stati inseriti nella loro collocazione topografica più precisa possibile.

Davide Boccia LA TOPONOMASTICA DELL’ALTA VALLE DEL GIOVENCO TORINO 2021 Davide Boccia LA TOPONOMASTICA DELL’ALTA VALLE DEL GIOVENCO TORINO 2021 In copertina: veduta aerea dell’Alta Valle del Giovenco (fotografia di Michele Fallucchi). Per la stesura di questo lavoro non posso fare a meno di ringraziare tutti gli informatori: Donato Buccini e Katia Subrizi (Bisegna); Aldo Grassi, Lidia Conte e Agostino Lucci (San Sebastiano dei Marsi); Andrea Scipione e Franco Conte (Aschi); Emilio Roselli (Casali d’Aschi); Angela Maggi, Maria, Nevia, Leda (Ortona dei Marsi) e Armando (Sulla Villa). A loro va una forte gratitudine per avermi accolto e avermi dedicato parte del loro tempo ma, soprattutto, per avermi raccontato le loro storie dalle quali il presente lavoro trae il proprio insegnamento. Indice Indice Premessa IV Segni e abbreviazioni V Segni, V; Abbreviazioni, VI. 1. Introduzione 1 1.1. Il territorio dell’Alta Valle del Giovenco 1 1.1.1. Profilo geografico 1 1.1.2. Profilo economico e sociale 2 1.1.3. Cenni storici 3 1.2. Profilo linguistico dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco 9 1.2.1. Collocazione dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco all’interno del panorama linguistico abruzzese 9 1.2.2. Fonetica 11 1.2.2.1. Vocalismo 11 1.2.2.1.1. Vocalismo tonico 11 1.2.2.1.2. Vocalismo atono 13 1.2.2.2. Consonantismo Betacismo, 14; I 14 Indice Assimilazione, 14; Sonorizzazione, 15; Palatalizzazione dei nessi consonantici con /l/ come secondo elemento, 15; Palatalizzazione di /s/ ante consonantica, 16; Esiti di /l/ davanti consonante, 16; Sviluppi di /g/, 17; Palatalizzazione di /s/, 17; Consonanti geminate, 18. 2. La ricerca 19 2.1. Metodo 19 2.2. Informatori 20 3. Il corpus toponimico 21 3.1. Glossario 21 3.2. I toponimi 24 3.2.1. Bisegna 24 3.2.2. San Sebastiano dei Marsi 47 3.2.3. Aschi 56 3.2.4. Ortona dei Marsi 61 Conclusione 83 Bibliografia 86 II Indice Sitografia 94 Cartografia 95 Indice dei toponimi 96 Tavole 106 Carte 106 III Premessa Premessa Il presente lavoro intende essere, senza alcuna pretesa di esaustività, uno studio monografico sulla toponomastica dell’Alta Valle del Giovenco, un’area dell’Appennino abruzzese situata in provincia dell’Aquila. La ricerca si basa sull’analisi storico-etimologica dei nomi di luogo desunti in massima parte dalle tavolette in scala 1:25000 dell’IGM (Istituto Geografico Militare). Questo contingente di nomi rientrante all’interno della toponimia ufficiale è stato integrato con toponimi raccolti attraverso inchieste condotte sul campo nell’estate del 2020. Uno studio sistematico dei toponimi compresi all’interno del territorio dell’Alta Valle del Giovenco non è stato effettuato prima d’ora, anche se molte spiegazioni etimologiche si possono rinvenire nel TAM (Toponomastica abruzzese e molisana) di Ernesto Giammarco e in Profilo di storia linguistica della Marsica di Walter Cianciusi. Per quanto concerne la struttura del lavoro, esso è caratterizzato da un capitolo introduttivo (Capitolo Primo) dedicato ad un inquadramento generale dei comuni di Bisegna e di Ortona dei Marsi e delle rispettive frazioni di San Sebastiano dei Marsi e di Aschi. Nel capitolo seguente (Capitolo Secondo) sono riportate brevi note di metodo corredate dalle modalità di presentazione delle informazioni. Nel Terzo Capitolo, prima dell’elenco in ordine alfabetico di tutti i nomi di luogo raccolti, è stato inserito un Glossario iniziale per analizzare separatamente le denominazioni che compaiono più spesso all’interno della toponimia del territorio dell’Alta Valle del Giovenco. Per ultime sono allegate le Carte, che consistono in immagini satellitari dei territori comunali indagati; su di esse i numeri corrispondenti ai toponimi del corpus sono stati inseriti nella loro collocazione topografica più precisa possibile. IV Segni e abbreviazioni Segni e abbreviazioni Segni Per quanto riguarda il sistema di trascrizione fonetica dell’IPA, vengono forniti qui di seguito alcuni esempi: it. védo: [ˈveːdo] it. tanfo: [ˈtaɱfo] it. sènto: [ˈsɛnto] it. fango: [ˈfaŋgo] it. tòpo: [ˈtɔːpo] it. gnòcchi: [ˈɲɔkːi] it. tórre: [ˈtorːe] it. cacio: [ˈkaːtʃo] sic. beddu «bello»: [ˈbeɖːu] it. gènte: [ˈdʒɛnte] it. sci: [ʃi] it. zappa: [ˈtsapːa] it. aglio: [ˈaʎːo] it. chjaro: [ˈcaːro] it. zero: [ˈdzɛːro] nap. chiavə «chiave»: [ˈcaːvə] Nelle rappresentazioni fonetiche, nella descrizione di regole fonologiche sincroniche e di mutamenti diacronici si fa uso dei seguenti segni: […] fra le parentesi quadre sono racchiuse le trascrizioni fonetiche /…/ fra le barre oblique sono racchiuse le trascrizioni fonologiche ː la vocale o la consonante che precede è lunga o “doppia” ˈ la sillaba che segue è accentata (non si usa per le parole piane) ̴ (…) “si alterna con” fra le parentesi tonde sono racchiusi i foni o le sillabe soggette ai fenomeni di sincope o di apocope V Segni e abbreviazioni * forma non attestata ma ricostruita > “da luogo a” < “deriva da” Sigle delle località As. Aschi Bis. Bisegna Or. Ortona dei Marsi Seb. San Sebastiano dei Marsi Abbreviazioni a. anno abr. abruzzese a.C. avanti Cristo accr. accrescitivo ant. antico b. bosco ca. circa casc.a cascata cfr. confer, confronta c.le colle class. classico cogn. cognome crist. cristiano c.sta costa VI Segni e abbreviazioni d.C. dopo Cristo dim. diminutivo E. etimologia f. femminile; fiume fr. francese fr. ant. francese antico f.so fosso f.te fonte germ. germanico ibid. ibidem, (in quello stesso luogo) id. idem, lo stesso (Autore, fatto) ie. indoeuropeo ipoc. ipocoristico it. italiano lat. latino lat. med. latino medievale lat. volg. latino volgare lett. letteralmente long. longobardo m. maschile; metri; monte med(iev.) medievale medit. mediterraneo merid. meridionale m.o mulino m.te monte n. nome; nota VII Segni e abbreviazioni nap. napoletano ne. non esistente ni. non identificabile O. osservazioni onom. onomatopeica p. pagina; plurale parl. parlato pp. pagine p.so passo p.te ponte p.zo pizzo rud.ⁱ ruderi s. singolare; santo sal. salentino sec. secolo s.d. senza data s.e. senza editore sic. siciliano sorg.te sorgente spagn. spagnolo st.zo stazzo t. torrente ted. tedesco top. toponimimo topp. toponimi tosc. toscano VIII Segni e abbreviazioni v. valle; vedi; voce var. variante vb. verbo v.co valico v.ne vallone vol. volume volg. volgare voll. volumi IX Capitolo Primo Introduzione 1. Introduzione 1.1. Il territorio dell’Alta Valle del Giovenco 1.1.1. Profilo geografico L’area della Valle del Giovenco, descritta nel presente lavoro, è compresa all’interno dei Monti Marsicani, i quali, appartenenti all’Appennino abruzzese, costituiscono il sesto gruppo montuoso più elevato dell’intera catena appenninica. La Valle del Giovenco è situata in provincia dell’Aquila e confina, a nord, con l’altopiano del Fucino, a sud con l’area dell’Alto Sangro, ad est e a nord-est con la Valle Peligna e ad ovest con la Vallelonga. Può essere raggiunta percorrendo l’Autostrada A25, attraverso gli ingressi di Cocullo e di Pescína, la Strada Statale 83, provenendo dall’altopiano del Fucino o da Castel di Sangro, mentre presso il valico di Forca Caruso, percorrendo la Strada Statale 5 (l’antica via Tiburtina Valeria), è possibile raggiungere la Valle Subequana. Quest’area montuosa dell’Italia centro-meridionale dista circa 100 km da Pescara e 140 km da Roma. Il Comune più popoloso dell’Alta Valle del Giovenco è quello di Ortona dei Marsi, con poco più di 400 abitanti. Se a questi ultimi si vanno a sommare quelli del vicino Comune di Bisegna si raggiungono le 660 unità.1 Per i più importanti servizi, i paesi dell’Alta Valle del Giovenco gravitano intorno alle cittadine di Avezzano e di Pescína. Quest’ultima, fino al 2008, è stata anche la sede della Comunità Montana Valle del Giovenco che ha esercitato la sua giurisdizione su 10 Comuni circostanti: Aielli, Bisegna, Cerchio, Collarmele, Gioia dei Marsi, Lecce nei Marsi, Ortona dei Marsi, Ortucchio, Pescína e San Benedetto dei Marsi. Nel complesso, i territori comunali di Bisegna e di Ortona dei Marsi si estendono su 103, 69 km², dei quali circa la metà è compresa all’interno dei confini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Territorialmente, quest’ area dei Monti Marsicani si presenta come una massiccia catena montuosa, con alcune vette che superano o sfiorano i duemila metri di altitudine, i cui rilievi principali sono La Terratta (2.208 m), il monte Argatone (2.149 m), il monte Pietra Gentile (1.979 m) e il Codone (1.929 m). 1 Dato ISTAT, in Wikipedia, Bisegna; San Sebastiano dei Marsi; Aschi; Ortona dei Marsi, Evoluzione demografica, (sito consultato il 28/09/2020). 1 Capitolo Primo Introduzione Il corso d’acqua principale della zona è il Giovenco, che ha le sorgenti alle pendici di monte Pietra Gentile, nel comune di Gioia dei Marsi. Il Giovenco è stato l’unico immissario del lago Fucino, prosciugato, ad opera del Principe Alessandro Torlonia, tra il 1852 e il 1878. Di conseguenza, al giorno d’oggi, il fiume Giovenco costituisce il principale affluente naturale dei canali della conca del Fucino. Le vette e i boschi dei monti dell’Alta Valle del Giovenco hanno rappresentato per secoli l’ultimo estremo rifugio di numerose specie animali, spesso endemiche dell’Appennino centro-meridionale, tra le quali è possibile menzionare l’orso bruno marsicano e il lupo appenninico.2 Carta 1 – Posizione dei comuni di Bisegna e di Ortona dei Marsi all’interno della provincia dell’Aquila. 1.1.2. Profilo economico e sociale L’economia dell’area è quasi interamente votata al turismo data la vicinanza a Pescasseroli, principale centro del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La pastorizia è stata quasi del tutto abbandonata, mentre, per quanto riguarda il territorio di Ortona dei Marsi, alcune attività tradizionali, quali l’apicoltura e la melicoltura, sopravvivono per l’iniziativa di privati. Inoltre, ad Ortona dei Marsi, fino 2 www.parcoabruzzo.it, Natura, Fauna, (sito consultato nel mese di settembre del 2020). 2 Capitolo Primo Introduzione alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, era praticata la lavorazione della canapa.3 L’attaccamento al territorio ed il senso di appartenenza alla comunità sono ancora fortemente radicati negli abitanti dell’Alta Valle del Giovenco. Questi sentimenti sono visibili soprattutto in occasione delle principali festività religiose. Ancora oggi, le comunità si riuniscono per celebrare i loro santi patroni, festeggiati tra maggio e settembre. Le date di tali feste non sono casuali poiché seguono i ritmi della transumanza che fino alla metà del XX secolo ha costituito una delle principali attività economiche della zona.4 Si può così comprendere come la situazione sociale ed economica di questa area sia analoga a quella di molti altri territori di montagna. Difatti, negli ultimi cinquanta anni, le aree montane hanno sofferto i repentini cambiamenti avvenuti nelle aree pianeggianti che più favorivano la nascita di grandi agglomerazioni urbane e lo sviluppo dei nuovi modelli economici. I territori, come quello dell’Alta Valle del Giovenco, che non sono riusciti a competere con queste dinamiche, hanno visto impoverirsi il loro tessuto sociale e ciò ha determinato un processo che ne ha accentuato la perifericità. Attualmente, i paesi dell’Alta Valle del Giovenco stanno cercando di salvaguardare la loro identità socio-culturale, confrontandosi quotidianamente con le ennesime sfide di una lunga storia di sopravvivenza in un ambiente ostile. 1.1.3. Cenni storici Le prime testimonianze certe che documentano una sporadica presenza umana nell’Alta Valle del Giovenco risalgono al paleolitico inferiore medio.5 Tant’è vero che nei pressi di Bisegna sono stati rinvenuti alcuni manufatti particolarmente erosi dal tempo.6 Difatti, in epoca preistorica, i gruppi di cacciatori e raccoglitori, che vivevano durante la maggior parte dell’anno lungo le sponde del lago Fùcino, risalivano, con la bella stagione, la Valle del Giovenco in modo da raggiungere l’Alto Sangro per scopi venatori.7 Per quanto riguarda l’inizio della presenza stabile dell’uomo nell’Alta Valle del Giovenco, questa può essere collocata nel primo millennio a.C. Riguardo a ciò, nel territorio di Bisegna sono stati effettuati diversi ritrovamenti che hanno portato Giuseppe Grossi ad ipotizzare l’esistenza di un vicus nella località Bisegna vecchia8 e a localizzare nel fondovalle, in località Le Prata, i resti di una villa romana di età giulio3 Per questa informazione si ringrazia la sig.ra Angela Maggi. Le maggiori feste erano concentrate nel periodo estivo allo scopo di farle godere anche ai pastori di ritorno dalla Puglia. 5 Grifoni Cremonesi (1988:21). 6 www.valledelgiovenco.it, Bisegna, Cenni storici, (sito consultato nel mese di settembre del 2020). 7 Radmilli (1993:53-54). 8 Grossi (b) (1988:128 n. 53). 4 3 Capitolo Primo Introduzione claudia,9 non molto distante dal santuario di Fonte delle Prata, frequentato, probabilmente, dalla prima età del ferro al VI sec. a.C.10 Per quanto concerne, invece, il territorio di Ortona dei Marsi, bisogna menzionare l’antico insediamento di Milonia, giustamente collocato, nella seconda metà del XIX secolo, da Andrea Di Pietro e da Antonio De Nino nell’area di Colle Cavallo, Rivoli e Casale.11 L’abitato preromano di Milonia viene menzionato da Tito Livio, all’interno degli Ab urbe condita libri (Decade I, Libro X, Cap.2°), insieme alle città di Plestinia e di Fresilia nel contesto della terza guerra sannitica. Secondo lo storico romano, nel 302 a.C., le tre città marse furono conquistate per mano del console Marco Valerio Massimo.12 Effettivamente, un insediamento antico, posto strategicamente all’accesso della Valle del Giovenco, sembra essere realmente esistito almeno fino all’età costantiniana.13 Inoltre, nel territorio di Ortona dei Marsi furono rinvenute due importanti iscrizioni antiche: una, scoperta alla fine del XVIII secolo, dedicata a Vesune Erinia, divinità marsa simile a Cerere (CIL IX, 3808),14 l’altra (CIL IX, 3826), trovata nel 1814 in località le Rosce, è riferibile a Poppedia Secunda,15 esponente della gens dalla quale nacque Quinto Poppedio Silone, uno dei due condottieri italici della guerra sociale.16 Altre testimonianze di vita passata provengono dal monte di Césoli dove De Nino individuò un tratto di mura in opera poligonale e dal Monte Civitella, presso il quale il ritrovamento di una porzione di testa votiva in terracotta farebbe pensare all’esistenza di un antico luogo di culto, sul quale sarebbe poi sorta, in epoca medievale, la chiesa di Sancti Angeli in Parasano.17 Nel territorio della frazione ortonese di Aschi, nonostante Di Pietro vi collocasse l’Asylum dei Marsi ed il tempio della dea Bellona (presso Valle Fredda),18 sono affiorate finora poche tracce archeologiche. Sembra comunque probabile come, in epoca antica, l’area dell’attuale frazione di Aschi fosse attraversata da tracciati viari in grado di collegare il Fucino con le aree circostanti.19 In età italica, lungo il versante orientale della Valle del Giovenco passava il confine che divideva il territorio dei Marsi da quello dei Peligni.20 9 Grossi (b) (1988:128 n. 53). Grossi (a) (1988:80). 11 Di Pietro (a) (1869:57, 60); De Nino (1891:240-242). 12 V. Salmon (1985:282); Letta (1994:162). 13 Ceccaroni (2020:126). 14 Ibidem, 126-127. 15 L’iscrizione di Poppedia Secunda è oggi visibile ad Avezzano, presso l’Aia dei Musei, nella sezione del Museo Lapidario Marsicano. 16 Ceccaroni (2020:128-129). 17 Ibidem, 128. 18 Di Pietro (a) (1869:64, 68). 19 Ceccaroni (2020:130). 20 Cianciusi, Irti, Grossi (1980:132). 10 4 Capitolo Primo Introduzione Con la conquista romana, l’Alta Valle del Giovenco subì tutti i mutamenti sociali, politici ed economici che questo processo comportava. Così, i Marsi della Valle del Giovenco vennero assegnati alla tribù Sergia e l’intero territorio fu inserito nella IV regione augustea Sabina et Samnium.21 Il lungo periodo di pace interna assicurato dalla conquista romana si interruppe tra gli ultimi decenni del VI secolo e la metà del VII secolo, quando il territorio corrispondente all’attuale Abruzzo venne diviso fra i ducati longobardi di Spoleto e di Benevento. Dall’Alta Valle del Giovenco, compresa nella gastaldia dei Marsi, parte del ducato di Spoleto, non sono giunte, fino ad oggi, testimonianze della dominazione longobarda, che nella seconda metà dell’VIII secolo venne sostituita da quella franca. Durante l’Alto Medioevo, la Valle del Giovenco faceva parte della Contea dei Marsi, la quale, governata dalla famiglia di origine franca dei Berardi, conobbe il periodo di massima autonomia dalla metà del IX secolo fino alla conquista normanna, avvenuta intorno alla metà del XII secolo. Proprio verso la metà del XII secolo, all’interno del Catalogus Baronum, vengono menzionati per la prima volta l’abitato di Bisignum, all’epoca costituto da un castello-recinto situato nell’attuale centro storico di Bisegna,22 e l’insediamento di Ortonam.23 All’epoca normanna risalgono anche le prime attestazioni scritte delle chiese di Sancti Cristophari in Fumegna e di Sanctae Agnetis in Fumegna, poste sul sito dell’attuale frazione di Santa Maria, di Sancti Felicis in Vado Albonis, legata all’odierna frazione di Sulla Villa, di Sancti Nicolai in Carreto (oggi Carrito) e di Sancti Angeli in Parasano o in Parasepe (oggi Parasano).24 Con la conquista normanna, l’Alta Valle del Giovenco venne unificata al resto del Mezzogiorno del quale condividerà l’assetto politico nei secoli a venire. Nel frattempo, sul trono del Regno di Sicilia, alla dinastia normanna seguì quella sveva che regnò fino al 1266 quando venne sconfitta da Carlo d’ Angiò. Nel 1273, il primo re angioino spezzò l’unità amministrativa del Justitiaratus Aprutii creando due nuove province: l’Abruzzo Ulteriore e l’Abruzzo Citeriore. L’Alta Valle del Giovenco, nel XVI secolo, faceva parte dell’Abruzzo Citeriore con capitale Chieti, mentre, successivamente, venne compresa all’interno dell’Abruzzo Ulteriore fino al 1807.25 In questo modo, l’Alta Valle del Giovenco fu attraversata da una linea di confine poiché, pur facendo parte della Diocesi dei Marsi, il cui territorio era compreso all’interno dell’Abruzzo Ulteriore, appartenne, per un lungo periodo, all’Abruzzo Citeriore. 21 V. Letta (1994:162-165). Grossi (a) (1988:80). 23 Gasca Queirazza (1990:93, 541). 24 Ceccaroni (2020:127-128). 25 www.antoniosciarretta’stoponomy.it, Geo-storia amministrativa d’Abruzzo, Provincia di Abruzzo Ulteriore II o dell’Aquila, Area Marsicana, (sito consultato nel mese di settembre del 2020). 22 5 Capitolo Primo Introduzione Intanto, la dinastia dei Berardi si estingueva nella linea maschile e tra il XV secolo e il XVIII secolo furono le famiglie dei Cantelmo, dei Piccolomini Todeschini, dei Peretti, dei D’Afflitto e dei Massimo ad avvicendarsi sul dominio dei feudi dell’Alta Valle del Giovenco.26 Nella seconda metà del XV secolo, l’industria armentizia, in seguito al riordino attuato dall’ amministrazione aragonese, rappresentava la principale fonte di reddito per le popolazioni dell’Abruzzo montano. Emerge, però, il quadro di un’economia prevalentemente di sussistenza che rendeva omogenea la condizione di vita della maggior parte della popolazione. La diffusa povertà costituì la causa principale del fenomeno del brigantaggio, che nei monti boscosi di quest’area trovò sempre un naturale territorio di elezione. L’instabilità provocata dall’azione di bande armate crebbe sensibilmente con gli stravolgimenti politici del 1798, anno in cui le truppe francesi occuparono Roma e, proseguendo verso meridione, invasero il Regno di Napoli. Durante l’occupazione francese, l’abolizione della feudalità favorì coloro che possedevano la liquidità necessaria per impossessarsi dei demani e dei beni ecclesiastici. Le conseguenze delle riforme francesi furono avvertibili anche nella montagna abruzzese dove una nuova oligarchia di possidenti terrieri aveva sostituito il vecchio potere ecclesiasticonobiliare. Ciò contribuì in maniera determinante a mantenere i paesi dell’intero Centro-Sud d’Italia in una condizione semifeudale fino al secondo dopoguerra.27 Nella prima metà del XIX secolo, le condizioni di vita delle popolazioni dei paesi di montagna non migliorarono così come non beneficiarono di alcun cambiamento dall’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia. Verso la fine del XIX secolo, il processo di affrancamento dei canoni del Tavoliere pugliese, cominciato già all’inizio del secolo, continuava e sottraeva sempre più nuove aree al pascolo. Così, lo stato di profonda crisi in cui si trovava l’economia pastorale perdurò e contribuì alla comparsa del fenomeno dell’emigrazione verso gli Stati Uniti d’America. Questo periodo, difatti, fu caratterizzato dalla prima sensibile flessione demografica poiché la popolazione dell’Alta Valle del Giovenco passò dalle 4.751 unità del 1911 alle 3.709 unità del 1931.28 Tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, i comuni dell’Alta Valle del Giovenco cominciarono la costruzione di quella serie di infrastrutture utili ad un migliore collegamento della zona con i territori vicini. Per tale motivo risultò particolarmente 26 V. Colapietra (1988:284, 286, 291). Per comprendere meglio quale fu l’assetto sociale vigente nei paesi del Centro-Sud Italia è utile riportare le parole di Ernesto Giammarco: “A livello umano sussistono le differenziazioni di «mestiere» tra il «cafone», il «mastro» e il «pecoraio» e al livello di vita comunitaria, nell’interno del comune, (…), resiste il concetto di «razza» con il significato di «appartenenza a un medesimo gruppo familiare». Il frazionismo, all’esterno, contrappone la «terra» al «paese», che sono usate con il significato originario. Nella gerarchia sociale il «borghese» è visto con la veste del «signore», quasi fosse il discendente e l’erede del feudatario «padrone»”. (Giammarco (a), 1973:24). 28 Dato ISTAT, in Wikipedia, Bisegna; Ortona dei Marsi, Evoluzione demografica, (sito consultato nel mese di settembre del 2020). 27 6 Capitolo Primo Introduzione importante l’inaugurazione, nel 1888, della stazione di Carrito Ortona, ubicata lungo la ferrovia Roma-Sulmona-Pescara, costruita fra il 1873 ed il 1888. Per quel che riguarda il terremoto della Marsica del 1915, il centro dell’Alta Valle del Giovenco che venne colpito più duramente fu quello di Aschi dove perirono 700 persone, l’equivalente del 70% della popolazione aschitana del tempo. Le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale furono sofferte dagli abitanti dell’Alta Valle del Giovenco anche dopo la fine del conflitto. Basti pensare alla strage del 26 marzo 1946 quando, nel territorio comunale di Bisegna, lungo la strada Provinciale 17 del Parco Nazionale d’Abruzzo, una mina anticarro tedesca esplose uccidendo 7 giovani operai intenti nella ricostruzione del ponte sul fiume Giovenco, fatto precedentemente saltare in aria dalle forze di occupazione tedesche in ritirata. Tuttavia, la ripresa della zona fu lenta ma costante. Gli anni compresi tra il 1948 e il 1950 registrarono un incremento delle nascite e nel 1951 la popolazione di Bisegna e di Ortona dei Marsi raggiunse il numero di 3.711 unità.29 Il flusso emigratorio, però, riprese. Durante gli anni Cinquanta e Sessanta, la meta di molti abitanti dell’Alta Valle del Giovenco non era rappresentata soltanto dagli Stati Uniti d’America, ma anche dalla Svizzera, dalla Germania, dalla Francia, dal Canada, dal Venezuela e dall’Australia. Ad un’emigrazione verso l’estero se ne affiancò una interna. Difatti, nella maggior parte dei casi, interi nuclei familiari si trasferirono nell’area di Roma. Singolare è il caso di San Sebastiano dei Marsi da cui negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso c’è stata una emigrazione verso Cisterna di Latina, comune in provincia di Latina, dove al giorno d’oggi risiedono ancora circa 20 famiglie originarie della frazione bisegnese.30 Nel frattempo, l’Alta Valle del Giovenco fu influenzata dalla crescita dell’economia italiana che portò alla crisi della tradizionale società agro-pastorale. All’inizio degli anni Settanta, il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo scoprì la propria vocazione turistica. Nonostante ciò, durante questo decennio continuò la flessione demografica poiché la popolazione dell’Alta Valle del Giovenco passò dalle 3.178 unità del 1961 alle 1.924 unità del 1981.31 Nel 1984, l’ennesimo forte terremoto colpì quest’area altamente sismica. In tutti i paesi dell’Alta Valle del Giovenco non ci furono vittime e i centri storici furono solo parzialmente danneggiati. 29 Ibidem, (sito consultato nel mese di settembre del 2020). Per questa informazione si ringrazia il sig. Aldo Grassi. 31 Dato ISTAT, in Wikipedia, Bisegna; Ortona dei Marsi, Evoluzione demografica, (sito consultato nel mese di settembre del 2020). 30 7 Capitolo Primo Introduzione Anni Abitanti Abitanti totali Bisegna Ortona dei Marsi 1861 1.288 2.086 3.374 1871 1.353 2.325 3.678 1881 1.450 2.462 3.912 1901 1.526 2.727 4.253 1911 1.739 3.012 4.751 1921 1.201 2.536 3.737 1931 1.073 2.636 3.709 1936 1.032 2.887 3.919 1951 1.041 2.670 3.711 1961 940 2.238 3.178 1971 693 1.686 2.379 1981 634 1.290 1.924 1991 467 988 1.455 2001 342 803 1.145 2011 261 592 853 2019 209 451 660 fonte ISTAT Tav. 1 – Evoluzione demografica dei comuni di Bisegna e di Ortona dei Marsi dal 1861 al 2019. 8 Capitolo Primo Introduzione 1.2. Profilo linguistico dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco 1.2.1. Collocazione dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco all’interno del panorama linguistico abruzzese Giovan Battista Pellegrini, nella Carta dei Dialetti d’Italia, situa i dialetti parlati entro i confini amministrativi della regione Abruzzo all’interno dell’ampio sistema centromeridionale, più precisamente nella sezione mediana e nella sezione meridionale intermedia. In Abruzzo, l’estensione della sezione mediana è determinata dalla presenza del gruppo linguistico cicolano-reatino-aquilano (IV) mentre la sezione meridionale intermedia è suddivisa in marchigiano meridionale (Ia), in teramano (Ib), in abruzzese orientale adriatico (Ic) e in abruzzese occidentale (Id).32 Anche la classificazione di Ernesto Giammarco individua nel dialetto aquilano e nel dialetto abruzzese due blocchi linguistici differenziati sia negli esiti fonetici che nelle strutture fonologiche.33 Il dialetto aquilano appartiene al gruppo dei dialetti dell’Italia mediana ed è parlato nell’Alta Valle dell’Aterno, nella città dell’Aquila e nella Marsica occidentale, da Carsoli fino alle prossimità di Avezzano.34 L’abruzzese è invece proprio del gruppo dei dialetti centro-meridionali e si estende sulla restante parte del territorio abruzzese, che rappresenta la porzione più ampia. Secondo Giammarco, la differenza fondamentale tra i due domini si trova nell’esito della vocale finale atona: “nell’aquilano si continuano le vocali originarie latine: la desinenza -u dell’accusativo dei nomi maschili della 2ᵃ declinazione, distinta da -a dei nomi femminili della 1ᵃ decl., da -e dei nomi maschili e femminili della 3ᵃ decl. e da -o degli avverbi, della 1ᵃ pers. sing. dell’indicativo presente e del gerundio; nell’abruzzese la finale è sempre indistinta (-ə), qualunque sia quella originaria”.35 Inoltre, Giammarco delinea i confini della varietà palentino-carseolana, costituente un altro dominio linguistico situato nella parte occidentale della provincia dell’Aquila e accomunata al sabino dal medesimo sistema fonetico.36 Secondo il glottologo abruzzese, il tratto peculiare di quest’area è rappresentato dalla mutazione di -u in -o, attestata nel territorio che si estende dai Piani Palentini fino alla estremità meridionale di San Pelino, frazione di Avezzano, quindi a diretto contatto con l’area abruzzese della Marsica.37 32 Nella Carta, Pellegrini attribuisce le quattro varietà appena elencate al gruppo linguistico del marchigiano meridionale-abruzzese (Pellegrini 1977:30-31). 33 Giammarco (1979:22). 34 Avolio (2002:580). 35 Giammarco (1979:22). 36 Ibidem, 84. 37 I centri dove la varietà palentino-carseolana è stata registrata sono: Antrosano, Albe, Capistrello, Castelnuovo, Massa d’Alba, Alba Fucente, Sante Marie, Scurcola Marsicana, Tagliacozzo e Carsoli (Ib., 84). 9 Capitolo Primo Introduzione Per quanto riguarda il dominio linguistico abruzzese, Giammarco distingue il gruppo occidentale, formato dalle varietà dialettali del marso, dell’alto sangrino, del peligno e del chietino occidentale,38 dall’abruzzese orientale, parlato invece in tutto il territorio compreso tra i fiumi Tronto e Trigno, ovvero nella provincia di Teramo, nella parte settentrionale di quella di Pescara e nella parte orientale di quella di Chieti. Dopo aver compiuto una descrizione del panorama linguistico abruzzese, è possibile comprendere più agevolmente le peculiarità dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco. Difatti, sulla Carta del Pellegrini, i dialetti parlati in questa parte della Marsica si trovano nell’area linguistica dell’abruzzese occidentale (Id). fonte Wikipedia, Dialetti italiani meridionali (http://it.wikipedia.org/) Carta 2 – L’area dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco all’interno della classificazione del sistema «centro-meridionale» operata da Giovan Battista Pellegrini. 38 Ib., 88. 10 Capitolo Primo Introduzione 1.2.2. Fonetica 1.2.2.1. Vocalismo I dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, in analogia con il resto dell’area abruzzese, possiedono alcuni tratti, come l’intonazione della parola e della frase, che li differenziano dai dialetti della zona reatino-aquilana. Difatti, generalmente, le pronunce dei dialetti della Valle del Giovenco utilizzano un accento di natura discendente che regola e condiziona il sistema fonologico poiché realizza la vocale tonica con tale intensità che spesso non sono avvertibili i confini tra vocali e consonanti. Inoltre, la tendenza a dare primaria importanza alla vocale tonica porta a un calo di tono nella pronuncia delle vocali atone, quindi a un loro indebolimento. 1.2.2.1.1. Vocalismo tonico Il sistema vocalico tonico dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco è costituito dal sistema vocalico a quattro gradi, detto Sistema A o «napoletano», composto da sette vocali originatesi dal sistema vocalico latino volgare nel seguente modo: Ī í Ĭ Ē é Ĕ è Ā Ă à Ŏ ò Ō Ŭ ó Ū ù Si può notare come nel precedente sistema vocalico latino a cinque gradi sia avvenuta una semplificazione, mediante la quale l’antica ĭ e l’antica ē si sono fuse nella forma é e le antiche ō e ŭ nella forma ó.39 Successivamente, nel dialetto di Ortona dei Marsi, le vocali toniche é ed ó hanno rispettivamente subito la dittongazione discendente in ai̯ e in aṷ: lai̯në «legna» < *léna < lĭgna; catai̯na «catena» < *caténa < catēna(m); sai̯rë «sera» < *sérë < lat. tardo sēra(m); Artaṷna «Ortona (dei Marsi)» < Ortona(m); vaṷcë «voce» < *vócë < vōce(m); nëpaṷtë «nipote» < *nëpótë < nepōte(m); frëssaṷra «padella di rame» < *frëssóra < frixōria(m); šcaṷpa «scopa» < *šcópa < scōpae; craṷcë «croce» < *crócë < crŭce(m); naṷcë «noce» < *nócë < nŭce(m). Nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, così come in molti dialetti dell’Italia settentrionale e centro-meridionale, sono presenti dinamiche riconducibili a quelle della metafonia. Questo fenomeno consiste in un mutamento di timbro della vocale tonica di una parola, condizionato dalla presenza, in fine di parola, di una vocale 39 Rohlfs (1966:6). 11 Capitolo Primo Introduzione chiusa. Tale sviluppo fonetico è causato dalla riduzione a indistinta della vocale finale latina, che va a condizionare la possibilità di riconoscere le categorie grammaticali di numero e di genere. Di conseguenza, i dialetti compensano l’ammutimento delle vocali finali esercitando una «assimilazione a distanza».40 I dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, eccetto la varietà di San Sebastiano dei Marsi, condividono gran parte dei loro sistemi metafonetici con quello di tipo arpinate, afferente all’area aquilana-cicolana-marsicana,41 che sotto l’influsso delle vocali latine finali -i ed -u metafonizza é e ó rispettivamente in í e ù, così come le vocali toniche è e ò diventano é e ó.42 Il dialetto di San Sebastiano dei Marsi, invece, condivide il proprio sistema metafonetico con quello di tipo «napoletano», che sotto l’influsso delle vocali latine finali -I ed -U metafonizza é e ó rispettivamente in i e u, così come le vocali toniche è e ò dittongano in jé e ṷó.43 Inoltre, nelle parlate dell’Alta Valle del Giovenco anche a tonica viene colpita da metafonia,44 in particolar modo nella varietà di San Sebastiano dei Marsi. In tutti i dialetti indagati, queste vocali toniche subiscono la chiusura o la dittongazione appena descritte sia in sillaba aperta che in sillaba chiusa.45 Ciò nelle varietà oggetto dell’indagine ha avuto rilevanti conseguenze anche sul piano morfologico, dando luogo a coppie oppositive tra maschile e femminile e tra singolare e plurale. A dimostrazione di quanto spiegato è possibile fornire alcuni esempi (dove non ci sono specificazioni, l’esempio è stato raccolto in tutte le località dell’inchiesta): néra, nírë «nera, nero» < nĭgra(m), nĭgru(m); védëva, vídëvë «vedova, vedovo» < vidŭa(m), vidŭu(m); bbòna, bbónë (Bis. - Or.) / bbʊnë (As.) / bbṷónë (Seb.) «buona, buono» < bŏna(m), bŏnu(m); bbèlla, bbigglië (As.) / bbéllë (Bis.) / bbéjjë (Or.) / bbjéllë (Seb.) «bella, bello» < bĕlla(m), bĕllu(m); róšša, ruššë «rossa, rosso» < rŭssa(m), rŭssu(m); córta, curtë «corta, corto» < cŭrta(m), cŭrtu(m); canë, chénë «cane, cani» < căne(m), *căni(s) < cănes; pannë, pénnë «panno, panni» < pănnu(m), pănni; cavallë, cavèllë (Bis. - Seb.) / cavègglië (As.) / cavèjë (Or.) «cavallo, cavalli» < cabăllu(m), cabălli.46 Inoltre, la -i finale delle terminazioni plurali conduce in molti casi alla metafonia, sia che si tratti di una -i maschile che di una -i femminile: nëpótë, nëputë «nipote, nipoti» 40 Grassi, Sobrero, Telmon (1997:98). La metafonia di tipo arpinate è penetrata nell’Alta Valle del Giovenco dal Lazio, lungo la via Tiburtina e la valle Roveto (Giammarco (b), 1973:149). 42 Ibidem, 145. 43 Ib., 145. 44 Cfr. Rohlfs (1966:44-45); De Giovanni (1974:235-236); Giammarco (1979:25-26); Bigalke (1996:8); Avolio (2002:586, 618). 45 Rohlfs (1966:14). 46 Nella parlata di San Sebastiano dei Marsi sono numerosi gli esempi nei quali la a tonica viene colpita da metafonia sia in sillaba aperta che in sillaba chiusa: jènna «ghianda» < glānde(m); bbiènghë «bianco» < germ. blank; piègnë «piangere» < plangĕre; pièttsa «piazza» < platĕa(m); piènda «pianta» < plănta(m); fiètë «fiato» < flātu(m); šchèla «scala» < scāla(m); Ggëvènnë «Giovanni» < Iohannes; jattë, jèttë «gatto, gatti» < găttu, gătti < căttu(m), cătti; jallë, jèllë «gallo, galli» < găllu(m), gălli; jamma, jèmmë «gamba, gambe» < lat. tardo gămba(m), gămbae. 41 12 Capitolo Primo Introduzione < nepōte(m), *nepōti(s) < nepōte(s); crócë, crucë «croce, croci» < crŭce(m), *crŭci(s) < crŭces; nócë, nucë «noce, noci» < nŭce(m), *nŭci(s) < nŭces. Al contrario, i plurali femminili della classe in -a, derivante dalla terminazione latina -ae, generalmente, non prendono parte al fenomeno della metafonia: pòrta, pòrtë «porta, porte» < pŏrta(m), pŏrtae. Allo stesso modo, le vocali aperte è ed ò non vengono di solito influenzate dalla desinenza del plurale del femminile: vècchja, vècchjë «vecchia, vecchie» < vĕcla(m), vĕclae; nòttë, nòttë «notte, notti» < nŏcte(m), *nŏcti(s) < nŏctes. Inoltre, data la presenza di altre forme non metafonetiche, è possibile ipotizzare che in passato le forme metafonetiche siano state numericamente maggiori e che in molti casi siano state progressivamente sostituite da forme non metafonetiche. Questa ipotesi viene incoraggiata dalla coesistenza dei casi precedentemente elencati con i seguenti: léttë, léttë (Bis. - Or.) «letto, letti» < lĕctu(m), lĕcti; véndë, véndë (Bis. - Or.) «vento, venti» < vĕntu(m), vĕnti; vaṷcë, vócë (Or.) «voce, voci» < vōce(m), *vōci(s) < vōces. 1.2.2.1.2. Vocalismo atono Generalmente, nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, per effetto dell’accento dinamico, le vocali atone protoniche, postoniche e finali tendono a indebolirsi ma non a dileguarsi. Per quanto riguarda le vocali atone in posizione protonica, in tutti i dialetti dei centri indagati rimane intatta la a: crapìttë «capretto» < căpra(m) + *-ĭttu(m); cammíša «camicia» < camīsia(m); candà «cantare» < cantā(re). Per tutte le altre vocali protoniche, nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, è rilevabile lo scadimento nell’indistinta ë: fërbeciùnë (Bis. - Seb.) «forbicioni» < *forbĭce(m) + -ōne(m); fërëštérë (Bis. - Or.) / fërëstɪrë (As.) / fërëštjérë (Seb.) «forestiero» < fr. ant. forestier < lat. fŏris; dërmì (Bis. - Seb.) / dërmé (As. - Seb.) «dormire» < dormī(re). Per quel che riguarda le vocali postoniche, quelle di sillaba interna subiscono generalmente lo scadimento in ë: médëchë (Bis. - Or.) / mɪdëchë (As.) / mjédëchë (Seb.) «medico» < medĭcu(m); ddùdëcë «dodici» < duodĕci(m). Allo stesso modo, le vocali postoniche finali, eccetto la vocale a, scadono nell’ indistinta ë: canë, chénë «cane, cani» < căne(m), *căni(s) < cănes; névë «neve» < nĭve(m); jèrva «erba» < hĕrba(m); uva «uva» < ūva(m); ardíca (Bis. - Seb.) / rëddëca (As.) / rëddìca (Or.) «ortica» < urtīca(m). Si può quindi affermare che nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco esistono due vocali finali, la a e l’indistinta ë.47 Tale fenomeno è riscontrabile anche nelle parlate molisane del circondario di Campobasso e della zona dell’Alto Volturno,48 nelle 47 48 Cfr. Avolio (2002:615). De Giovanni (1974:11). 13 Capitolo Primo Introduzione parlate del Lazio Meridionale e in quelle della Basilicata settentrionale, con le quali i dialetti dell’Alta Valle del Giovenco condividono l’influenza ricevuta dal campano.49 1.2.2.2. Consonantismo Il sistema consonantico dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco è caratterizzato dalla conservazione delle consonanti in posizione iniziale di parola. Questo fenomeno coinvolge in particolar modo le consonanti bilabiali /p/ e /m/, la fricativa labiodentale /f/ e le consonanti alveolari /l/, /d/, /t/, /r/, /n/ e /s/. Per quel che concerne le consonanti in posizione intervocalica, è possibile osservare il medesimo fenomeno di conservazione già riscontrato per le consonanti iniziali. Invece, nella maggior parte dei casi, le consonanti in posizione finale di parola sono cadute. Il consonantismo dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco è caratterizzato da una serie di fenomeni comuni all’intero sistema centro-meridionale. I principali sono: • Betacismo - Il fenomeno del betacismo consiste sia in un’attestazione della fricativa labiodentale sonora /v/ in posizione debole, ovvero in posizione intervocalica, precedente r o iniziale assoluta, sia in un’attestazione dell’occlusiva bilabiale sonora /b/ in posizione forte, ovvero in posizione postconsonantica o successiva a raddoppiamento fonosintattico.50 L’esito in v- risulta essere in forte regresso. Ciò è osservabile nei seguenti esempi raccolti in tutti i dialetti dell’area indagata: bbašë «bacio» < basĭu(m);51 bbassë (Bis. - Seb.) / vassë (As. - Or.) «basso» < băssu(m); bbévë «bere» < bibĕ(re); vócca «bocca» < bŭcca(m); vràccë «braccio» < brachĭu(m). Per quanto riguarda gli esiti in b- o in bb-, il primo è in regresso mentre il secondo può rimanere conservato all’interno di parola, soprattutto dopo il raddoppiamento fonosintattico, provocato dalla originaria preposizione latina ăd:52 abbàllë «in basso» < ăd- + vălle(m); abbëlà (Seb.) / rabbëlà (Or.) «coprire con terra o con cenere» < ăd- + velā(re), ma sbëlà (Seb.) «togliere la terra o la cenere». • Assimilazione - Nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, nella maggior parte dei casi, il fenomeno dell’assimilazione si manifesta per contatto, nella sua variante totale progressiva. I nessi coinvolti in questo sviluppo sono -nd-, -mb-, e -ld-, nei 49 Merlo (1920:236). Avolio (2002:583). 51 Riguardo alla pronuncia delle generazioni più anziane, ad Ortona dei Marsi, un informatore intervistato di novanta anni, ha asserito di ricordare la forma vašë «bacio» in luogo di bbašë, quella attualmente usata. Questa testimonianza dimostra come un tempo l’esito in v- fosse molto più diffuso tra i parlanti. 52 Avolio (2002:583). 50 14 Capitolo Primo Introduzione quali il primo elemento assimila il secondo: munnë «mondo» < mŭndu(m); glianna (Bis. - As.) / janna (Or.) / jènna (Seb.) «ghianda» < glānde(m); jamma (Bis. - Seb.) «gamba» < gambă(m); pjummë «piombo» < plŭmbu(m); callë «caldo» < căldu(m). • Sonorizzazione - Nelle parlate centrali e meridionali, già coinvolte dal fenomeno dell’assimilazione, è presente anche quello della sonorizzazione.53 Nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, a subire questo sviluppo sono principalmente le occlusive /p/, /t/ e /k/ dopo le nasali /m/ e /n/: témbë (Bis. Or.) / tɪmbë (As.) / tjémbë (Seb.) «tempo» < tĕmpu(s); cambana «campana» < campāna(m); sandë «santo» < sănctu(m); déndë (Bis. - Or.) / dèndë (As. - Seb.) «dente» < dĕnte(m); bbiànghë (Bis. - As.) / bbiènghë (Seb.) «bianco» < germ. blank; jènga «giovenca» < iuvĕnca(m). • Palatalizzazione dei nessi consonantici con /l/ come secondo elemento - Nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, i nessi latini, con la laterale /l/ come secondo elemento, non si conservano ma subiscono la palatalizzazione: - In molti dialetti dell’Italia meridionale l’originario nesso /pl/ si sviluppa in /kj/ in seguito ad un processo di assimilazione parziale. In Abruzzo questo esito è attestato principalmente nelle estreme propaggini meridionali della regione, ovvero nella valle del Trigno e nella zona dell’Alto Sangro.54 I dialetti dell’Alta Valle del Giovenco possono offrire sia esempi di esiti in /kj/ che esempi di esiti in /pj/: chjínë (Bis. - Seb. - Or.) / pjínë (Or.) «pieno» < plēnu(m); chjanë (Bis. - As.) / chjénë (Seb.) / pjanë (Or.) «piano» < plānu(m); pjjóppë (Bis. - As. - Seb.) «pioppo» < *plōppu(m); chjagnë (Bis.) / pjagnë (As. - Or.) / pjègnë (Seb.) «piangere» < plangĕ(re); pjàttsa (Bis. - As. - Or.) / pjèttsa (Seb.) «piazza» < platĕa(m); pjànda (Bis. - As. Or.) / pjènda (Seb.) «pianta» < plănta(m).55 - Anche l’originario nesso /kl/ subisce la palatalizzazione in /kj/: sícchjë «secchio» < sĭclu(m); spécchjë (As.) / špécchjë (Bis. - Or.) / špjécchjë (Seb.) «specchio» < specŭlu(m); pëdócchjë (Bis.) / pëdʊcchjë (As.) / pëdṷócchjë (Seb.) «pidocchio» < peduc(ŭ)lu(m). - L’originario nesso /fl/ subisce sempre la palatalizzazione in /fj/: fjénë (As. - Seb. - Or.) «fieno» < *flēnu(m); fjàtë (Bis. - As.) / fjètë (Seb.) «fiato» < flātu(m); fjùmë «fiume» < flūme(n). 53 Giammarco (1979:65). Avolio (2002:588). 55 Per quanto riguarda le forme pjínë «pieno» e pjanë «piano», è possibile che queste abbiano perso la palatalizzazione in /kj/ a causa dell’influsso operato dalla pronuncia della lingua nazionale. 54 15 Capitolo Primo Introduzione Nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, oltre a quelli appena descritti, vi sono altri fenomeni che coinvolgono le consonanti: • Palatalizzazione di /s/ ante consonantica - Nei dialetti in questione, il fenomeno della palatalizzazione di /s/ ante consonantica si manifesta davanti l’occlusiva bilabiale sorda /p/, l’occlusiva alveolare sorda /t/ e l’occlusiva velare sorda /k/. Per quanto riguarda la palatalizzazione che coinvolge il nesso /st/, questa si verifica costantemente in tutte le località indagate eccetto quella di Aschi, dove è del tutto assente: štaggiónë «stagione» < statiōne(m); štélla «stella» < stēlla(m); ggnòštrë (Bis. - Seb.) / ggnòštra (Or.) «inchiostro» < (e)ncaustu(m); jaštëmà (Bis. - Seb.) / bbjaštëmà (Or.) «bestemmiare» < *blastimā(re). Per quel che riguarda la palatalizzazione che coinvolge i nessi /sk/ e /sp/ tutti i dialetti indagati offrono i seguenti esempi: šchjàppa (Bis. - As.) / šchjèppa (Seb.) «striscia sottile di legno»; šchjaríca (As. - Or.) / šchjarèlla (Bis.) «legna sottile per accendere il fuoco»; sfìšchjë (Bis. - Seb.) / sfìšchja (As.) «fessura» < fissilis < fĭssu(m), part. pass. di findĕre «fendere»; šchjùma «schiuma» < long. skūm; šchína «schiena» (Bis. - Seb. - Or.) < long. skëna; špécchjë (Bis. - Or.) / špjécchjë (Seb.) «specchio» < specŭlu(m). Inoltre, nel dialetto di San Sebastiano dei Marsi vi sono anche alcuni esempi a dimostrazione della perdita della palatalizzazione del nesso /sk/: scarpa «scarpa» < germ. *skarpa; scríma (Seb.) «scriminatura, scrÌmolo» < (di)scrīme(n). • Esiti di /l/ davanti consonante - Nei dialetti abruzzesi, gli esiti di /l/ originaria davanti consonante sono vari. Difatti, oltre alla conservazione, possono verificarsi casi di rotacizzazione, di velarizzazione oppure di dileguo.56 Nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco la conservazione di /l/ è frequente in tutte le località indagate: sulëchë (Bis.) / sulchë (As. - Or.) / sulcrë (Seb.) «solco» < sŭlcu(m); altë (Bis. - As.) «alto» < ăltu(m); aldrë (Bis. - Seb.) «altro» < al(t)ĕru(m); calgia (Bis.) / calgë (As.) «calce» < călce(m); falgia (Bis. - As.) «falce» < fălce(m); falzë (Bis. - Seb.) «falso» < fălsu(m); pulzë (Bis. - As.) «polso» < pŭ(l)su(m); aldzà (Bis. - As.) «alzare» < altiā(re). L’esito che compare più di rado è quello della rotacizzazione, a cui viene spesso aggiunta una -ë- di appoggio: curtéllë (Bis.) / cwërtjéllë (Seb.) / curtɪgglië (As.) / curtéjjë (Or.) «coltello» < cultĕllu(m).57 56 Avolio (2002:588-589). Secondo Avolio, la rotacizzazione in questo caso è provocata dalla natura velare della vocale che precede la laterale alveolare sonora [l] (Ibidem, 588). 57 16 Capitolo Primo Introduzione Sono invece più numerosi gli esempi di velarizzazione in -u semiconsonantico: àutë (Seb. - Or.) «alto» < ăltu(m); càucia (Seb.) / càucë (Or.) «calce» < călce(m); fàucia (Seb. - Or.) «falce» < fălce(m); fàuzë (Seb. - Or.) «falso» < fălsu(m); autàrë (Seb.) / autàlë (Or.) «altare» < altāre(m); auzà (Seb. - Or.) «alzare» < altiā(re). Inoltre, nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, è possibile osservare anche la recente fase del dileguo della laterale, successiva a quella della labializzazione: pùzë (Seb. - Or.) «polso» < pŭ(l)su(m); atrë (Seb.) «altro» < al(t)ĕru(m); ššṷótë (Seb.) / ššótë (Or.) «sciolto» < (e)xsŏ(l)ūtu(m). 58 59 • Sviluppi di /g/ - Per quanto riguarda gli sviluppi della originaria occlusiva velare sonora /g/ davanti i fonemi /a/, /o/ ed /u/, nei dialetti di Aschi e di Ortona dei Marsi si ha una fricativizzazione: a(gh)ùštë «agosto» < au(g)ŭstu(m); frà(gh)ula (As.) «fragola» < *fragŭla(m); (gh)àttë «gatto < găttu < căttu(m); prë(gh)à «pregare» < *pregāre < lat. volg. *precāre; pa(gh)à «pagare» < *pagāre < pacā(re). Invece, nei dialetti di San Sebastiano dei Marsi e, in misura minore, di Bisegna e di Ortona dei Marsi può avvenire il dileguo: aùštë (Bis. - Seb.) «agosto < au(g)ŭstu(m); fràula (Or.) / frèula (Seb.) «fragola» < *fra(g)ŭla(m). Inoltre, nelle varietà di Bisegna e di San Sebastiano dei Marsi si può osservare la prostesi di nuovi suoni. I nuovi foni che possono comparire sono /j/ e /v/, i quali possono assolvere anche ad una funzione epentetica:58 jòbba (Seb.) «gobba» < gŭbba(m); jùvë «giogo» < iŭgu(m); jattë «gatto < găttu < căttu(m); pajà «pagare» < *pagāre < pacā(re); prijà «pregare» < *pregāre < lat. volg. *precāre; frèvëlë (Bis.) «fragole» < *fragŭlae. • Palatalizzazione di /s/ - Per quanto riguarda l’ originaria fricativa /s/ davanti i fonemi /i/ ed /e/, nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco agisce il fenomeno della palatalizzazione, dando vita a degli sviluppi analoghi piuttosto a quelli umbro-marchigiani che non a quelli apulo-campani:59 ši «sì» < sī(c); càšë «cacio» < casĕu(m); cammíša «camicia» < camisĭa(m); cëràša «ciliegia» < *ceresĕa(m); acchëší (Bis. - Or.) / accʊší (As.) / auší (Seb.) «così» < eccŭ(m) sī(c); chë šši, chë ššétë (Seb.) «che tu sia, che voi siate» < si(s), siti(s). Questo esito palatalizzato, però, non è presente in tutti i termini aventi la fricativa alveloare sorda /s/ davanti i fonemi /i/ ed /e/: përtusë (Seb. - Or.) «buco» < pertusĭu(m); símëla (Bis.) / símmëla (Seb.) / sëmmëla (As.) «semola» < *simŭla(m); síndachë (As. - Seb. - Or.) / síndëchë (Bis.) «sindaco» < syndĭcu(m). Così la presenza anche di un esito non palatalizzato potrebbe essere ricondotta Avolio (2002:587, 618). Ibidem, 584-585. 17 Capitolo Primo Introduzione alla sopravvivenza di un antico sviluppo /sj/ > s, ancora dominante nelle aree poste più a sud, quali la Campania, la Puglia e la Basilicata.60 • Consonanti geminate - Generalmente, nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, le consonanti geminate latine si sono conservate: óssë (Bis. - Or.) / ʊssë (As.) / ṷóssë (Seb.) «osso» < ŏssu(m); vacca «vacca» < văcca(m); férrë (Bis. - Or.) / fɪrrë (As.) / fjérrë (Seb.) «ferro» < fĕrru(m); vóttë (Bis. - Or.) / vòttë (As.) / vòtta (Seb.) «botte» < bŭtte(m). Invece, per quanto riguarda il nesso /ll/, quest’ultimo rimane intatto nei dialetti di Bisegna e di San Sebastiano dei Marsi, mentre può subire la palatalizzazione in -ggli- nel dialetto di Aschi e in -jj- nel dialetto di Ortona dei Marsi: jallìna (Bis. - Seb.) / (gh)ajjìna (Or.) «gallina» < gallīna(m); bbéllë (Bis.) / bbjéllë (Seb.) / bbéjjë (Or.) / bbigglië (As.) «belli» < bĕlli; cavàllë (Bis. - Seb.) / cavàjjë (Or.) / cavàgglië (As.) «cavallo» < cabăllu(m).61 60 61 Ib., 584-585. Ib., 587. 18 Capitolo Secondo La ricerca 2. La ricerca 2.1. Metodo L’indagine è stata condotta raccogliendo dalla voce di alcuni informatori le varianti dialettali dei toponimi presenti sulle tavolette in scala 1:25000 dell’IGM. Ciò è stato svolto mediante conversazione guidata sulla base di un’intervista, allestita a seconda della situazione, atta a far emergere informazioni di interesse. In questo modo è stato possibile anche riscontrare eventuali discordanze tra la toponimia dialettale e quella ufficiale. Il lavoro si è articolato in due fasi: la prima è consistita nella raccolta delle varianti dialettali dei toponimi dell’IGM, la seconda nell’analisi storico-etimologica di questi ultimi. La scelta di basarsi sulla toponimia delle tavolette dell’IGM ha permesso sia di fornire un quadro generale dei nomi di luogo dell’Alta Valle del Giovenco che di localizzarli esattamente. All’interno di ogni comunità, l’indagine non è stata limitata ad una sola testimonianza, ma è stata estesa almeno ad un’altra persona allo scopo di evitare la mancata registrazione di molti toponimi. Per quel che concerne la scheda, elaborata affinché non mancassero gli elementi fondamentali per una descrizione esaustiva del corpus toponimico, questa è stata strutturata nel seguente modo: x) Toponimo [Toponimo IPA] Genere, numero e quota (Variante italiana) (Variante/i dialettale/i) Traduzione; (E.) etimologia: analisi storico-etimologica. (O.) osservazioni: eventuali osservazioni grammaticali. 19 Capitolo Secondo La ricerca (Cfr.) confronti: eventuali confronti. I toponimi sono stati registrati con o senza l’articolo determinativo a seconda della versione registrata più spesso nelle interviste. 2.2. Informatori I dieci informatori intervistati sono prevalentemente individui aventi un’età superiore a 60 anni. Tutti hanno trascorso la vita, o almeno parte di essa, sul luogo. Anche gli informatori aventi un’età inferiore a 60 anni possiedono un’ottima competenza toponimica. Durante le interviste di raccolta, è emerso che ogni informatore, sulla base dell’attività svolta, ha una competenza diversa sia sul piano spaziale, poiché ciascuno conosce in primo luogo i nomi della porzione di territorio che più frequenta, sia sul piano della consistenza del repertorio di nomi forniti. Inoltre, la condivisione di molte delle conoscenze, sia a livello linguistico che a livello culturale, ha notevolmente agevolato lo scambio spontaneo di informazioni tra il raccoglitore e le persone intervistate. 20 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 3. Il corpus toponimico 3.1. Glossario acqua [ˈakkwa] f. ̴ «acqua, pioggia, ruscello, torrente»; lat. ăqua(m). ara [ˈaːra] f. ̴ «aia, cortile, spiazzo, spianata». Dal lat. arĕa(m).1 Nei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, il termine ara indica sia l’ampio cortile centrale presente all’interno delle masserie e avente funzione di aia che una distesa di terreno pianeggiante. cèsa [ˈtʃɛːsa] f. ̴ «radura, piccolo bosco ceduo». Dal lat. cæsa(m), part. pass. di caedĕre. Originariamente, il termine cèsa veniva impiegato per designare porzioni di bosco soggette a taglio periodico.2 cóllë [ˈkollə] m. ̴ «colle»; lat. cŏlle(m). cóppë [ˈkoppə] m. ̴ «dolina»; lat. tardo cŭppa(m).3 fóndë [ˈfondə] f. ̴ «fonte, sorgente, abbeveratoio»; lat. fŏnte(m). fórca [ˈforka] f. ̴ «valico fra due monti»; lat. fŭrca(m).4 fòssa [ˈfɔssa] (Bis. - Or.) f. / fóssë [ˈfossə] (Or.) / fussë [ˈfussə] (As.) m. ̴ «fosso, avvallamento»; lat. fŏssa(m). grótta [ˈgrotta] f. ̴ «grotta, caverna». Da grotta < lat. tardo crŭpta(m).5 jèccë [ˈjɛttʃə] (Bis.) m. ̴ «stazzo, ricovero pastorale». Dal lat. volg. *jaciu(m) (cfr. REW 4566).6 1 Cfr. Giammarco (1960:131); Pellegrini (1990:169); (TAM 18); Massimi (2005:17). Cfr. (TAM 105). 3 Cfr. Ibidem, 134. 4 Cfr. (Ib., 169); Aprile (2001:26). 5 Cfr. (TAM 192). 6 Cfr. Ibidem, 197. 2 21 Capitolo Terzo Il corpus toponimico lama [ˈlaːma] f. ̴ «smottamento»; lat. lāma. 7 Secondo Alessio e De Giovanni, il termine lama farebbe parte di quel contingente di relitti lessicali, esistenti in area centro-meridionale, anteriori al latino: “lāma ‘terreno acquitrinoso’ è un elemento del sostrato balcanico, entrato in letteratura con Ennio, che verosimilmente lo prese dalla sua lingua nativa, il messapico; diffusa dal latino, ove lāma -ae indicava ‘depressione del terreno ove l’acqua ristagna’, ‘palude, stagno’”.8 macchja [ˈmacca] f. ̴ «radura»; lat. macŭla(m).9 mandra [ˈmandra] f. ̴ «recinto». Dal lat. măndra(m) < gr. mándra «ovile, recinto».10 Il termine abruzzese mandra mantiene l’originario significato greco-latino. móndë [ˈmondə] m. ̴ «monte, montagna, altura»; lat. mŏnte(m). padùra [paˈduːra] f. ̴ «stagno, acquitrino». Da *padula < lat. palūde(m) (cfr. REW 6183).11 La forma padùra si è originata in seguito alla metatesi di d e di l. Quest’ultima, inoltre, ha subito anche la rotacizzazione. péšchjë [ˈpeːʃcə] (Bis. - Or.) / pɪšchjë [ˈpɪːʃcə] (As.) m. ̴ «masso, macigno, roccia scoscesa». Dal lat. med. pesclu(m) «cima rocciosa» (cfr. REW 6441).12 Carla Marcato, all’interno del Dizionario di Toponomastica, riporta la teoria dell’origine italica di péšchjë / pɪšchjë: “Voce dei dialetti meridionali, anche con la variante peschio, (…) è ben rappresentata nella toponomastica centro-meridionale compresi Lazio ed Umbria (ove è marginale) e con l’ esclusione di Sicilia e Salento; è più frequente nel Sannio (Abruzzo e Molise). Corrisponde a pessulus, pesclus, plescus nei documenti medievali e rappresenta verosimilmente un relitto lessicale italico (depone per tale interpretazione anche l’area di diffusione della voce). Pare essere la continuazione del termine osco peesslúm / péstlúm, attestato col significato di ‘podio’; formalmente può ben essere l’antecedente delle varianti medievali citate. Quanto al significato, (…) l’evoluzione successiva a ‘roccia’ dei dialetti meridionali è motivata dalle caratteristiche dell’orografia dell’Italia centro-meridionale”.13 préta [ˈpreːta] f. ̴ «pietra, masso» < lat. pĕtra(m). Nella forma préta ha avuto luogo la metatesi di r. 7 Cfr. Giammarco (1960:101); (DAM, II:968); (TAM 207); De Giovanni (1995:192); Aprile (2001:31-32). Alessio, De Giovanni (1983:168). 9 Cfr. (TAM 221); Aprile (2001:34-35). 10 Cfr. Giammarco (1960:161). 11 Cfr. Giammarco (1960:124, 140); Pellegrini (1990:193-194); (TAM 278); Aprile (2001:43); Chiappinelli (2002:75). 12 Cfr. Giammarco (1960:88); Pellegrini (1990:194-195); Chiappinelli (2002:79-80). 13 Gasca Queirazza (1990:484). 8 22 Capitolo Terzo Il corpus toponimico sèrra [ˈsɛrra] f. ̴ «cresta, crinale di monti o di colli posti di seguito»; lat. sĕrra(m).14 vàllë [ˈvallə] f. ̴ «valle»; lat. vălle(m). vallónë [valˈloːnə] m. ̴ «canalone, fossato». Dal lat. vălle(m) + -ōne(m).15 14 15 Cfr. Giammarco (1960:107); Pellegrini (1990:201-202); Aprile (2001:58-59); Chiappinelli (2002:79-102). Cfr. Giammarco (1960:109-110); Aprile (2001:68). 23 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 3.2. I toponimi 3.2.1. Bisegna 1. a Mmóndë [a ˈmmondə] ni 1210 m Var. it. Via Vittorio Emanuele E.: «a monte». A Mmóndë denomina la parte alta dell’abitato di Bisegna. 2. l’Andèra [l anˈdɛːra] fs 1625 m IGM: C.le Lantera E.: v. Sottopar. 3.2.3. v. l’Andéra. 3. j’Argatónë [j argaˈtoːnə] ms 2149 m IGM: M. Argatone Ant. monte de Argatone a. 1067.16 E.: ? 4. l’Atéssa [l aˈtessa] fs 1798 m 16 Caranfa (2007:144). 24 Capitolo Terzo Il corpus toponimico IGM: l’Atessa E.: il significato del toponimo è opaco. Vi si può forse rintracciare il tema prelatino *at- come designazione idronimica? Cfr. lat. lătex «1. acqua 2. acqua corrente, fonte, ruscello». Cfr.: Àtena Lucana (Sa) < Atĭna; Atessa (Ch); Atina (Fr) < Atīna.17 5. Bbëségna [bbəˈseɲɲa] ni 1210 m Var. it. Bisegna Ant. *Vesennia18, Bisignum aa. 1150-1168, Bisenie sec. XIII, Bifenie a. 1308, Bisine a. 1324, Bisengne aa. 1312-1328.19 E.: secondo Alessio e De Giovanni il toponimo Bisegna deriverebbe dai personali latini Vesen(n)ius / Vesin(n)ius.20 Al riguardo, Giammarco propone anche una provenienza dal lat. med. vicinia «proprietà comune dei vicini».21 6. Bbëségna Vécchjë [bbəˈseɲɲa ˈveccə] ni 1109 m Var. it. Bisegna Vecchia E.: si tratta di un’area, posta poco più a valle rispetto all’odierno abitato di Bisegna, che si estende lungo la strada che conduce al fondovalle. Secondo la tradizione locale, vi sorgeva anticamente un insediamento poi distrutto da un cataclisma, ovvero dall’esondazione di un lago, di cui resterebbe traccia nella profonda spaccatura che separa Il Monte da La Morgia.22 17 Gasca Queirazza (1990:53-54). Alessio, De Giovanni (1983:89). 19 Gasca Queirazza (1990:93). 20 Alessio, De Giovanni (1983:89 n. 364). 21 (TAM 38). 22 Per questa informazione si ringrazia il sig. Donato Buccini. 18 25 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 7. lë Bbianghë [lə ˈbbjaŋgə] fp 1346 m IGM: le Bianche E.: «le bianche». Il toponimo lë Bbianghë sembrerebbe riferirsi ad un elemento territoriale di colore bianco.23 8. Capa llë Prata [ˈkaːpa llə ˈpraːta] ni 1157 m IGM: Capo le Prata E.: «testa ai prati». Il toponimo in questione indica una zona di pascolo estivo per il bestiame. 9. i Carpënë [i ˈkarpənə] ms 1803 m IGM: C.le del Carpino E.: «il carpino». Il nome allude alla presenza di alberi di carpino nella zona. 10. la Carròttsa [la karˈrɔttsa] fs 1803 m IGM: la Carrozza E.: per quanto riguarda l’origine del toponimo la Carrozza, è di ausilio contemplare alcune teorie riportate da Giammarco all’interno del TAM: “P. Rolla ammette due ipotesi: a) da quadra secondo la forma quadrata del terreno; b) da lat. tardo carrotus 23 Cfr. Massimi (2005:17). 26 Capitolo Terzo Il corpus toponimico ‘viottolo’ (Avolio). 2. da lat. med. carrotia (a. 1363 Roma; DEI I 783), nel signif. di carrotia (via) sul modello di carrāria (via); cfr. carriera.” (TAM 78).24 11. lë Casèttë [lə kaˈsɛttə] fp 1210 m Var. it. le Casette E.: Giammarco definisce la voce casètte come «frazione, agglomerato di case in campagna». 25 In seguito al terremoto della Marsica del 1915, le Casèttë furono costruite con criteri antisismici. Difatti, furono tra i primi edifici della zona ad essere eretti in calcestruzzo armato. 12. lë Cèsë [lə ˈtʃɛːsə] fp 1252 m IGM: le Cese E.: «le radure»; lat. cæsae.26 Il nome in questione costituisce un riferimento al taglio periodico degli alberi, un tempo praticato in questo luogo.27 13. la Ciòcca [la ˈtʃɔkka] fs 1803 m IGM: la Ciocca E.: «la testa». La motivazione del nome dipende dalla conformazione tondeggiante del rilievo.28 24 Cfr. Pellegrini (1990:213); Chiappinelli (2002:28). Giammarco (1960:156). 26 Glossario v. cèsa. 27 V. lë Cèsë. 28 (TAM 48, 120). 25 27 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 14. Cóllë Bbërnardë [ˈkollə bbərˈnardə] ms 1507 m IGM: C.le Bernardo E.: «colle Bernardo». Il toponimo potrebbe contenere al proprio interno il nome personale di un vecchio proprietario dell’appezzamento di terreno posto sulla sommità del Colle. 15. Cóllë dë Ggiulië [ˈkollə də ˈddʒuːljə] ms 1103 m IGM: C. di Giulio E.: «colle di Giulio». Il toponimo potrebbe contenere al proprio interno il nome personale di un vecchio proprietario dell’appezzamento di terreno posto sulla sommità del Colle. 16. la Còna [la ˈkɔːna] fs 1212 m IGM: la Cona E.: «l’(i)cona». Dal lat. tardo icŏna(m), deriv. dal gr. eikṓn -kónos «immagine». La motivazione del nome dipende dall’esistenza, nel passato, di un’immagine sacra o di un’edicola votiva.29 17. Cóppë d’Urtsë [ˈkoppə d ˈurtsə] ms 1825 m IGM: Coppo dell’Orso 29 Cfr. Pellegrini (1990:176); (TAM 132, 199); Chiappinelli (2002:37); Massimi (2005:21). 28 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «dolina dell’orso». Si tratta di uno uno zootoponimo poiché si riferisce alla presenza di orsi nell’area in questione.30 18. i Crëvéllë [i krəˈvellə] ms 1135 m IGM: C.le Crivello E.: lett. «il crivello». Secondo Ernesto Giammarco questo nome di luogo è da mettere in relazione con l’abr. crë/cruvèllë «crivello» (DAM, I: 620) in quanto allude alla corrugazione e agli avvallamenti del terreno.31 19. Dragonara [dragoˈnaːra] fs 1660 m IGM: Dragonara E.: da drago in quanto il terreno di questa area è soggetto a smottamento. In toponomastica il tipo drago / dragone / dragonara indica località con impaludamenti per via della personificazione nella figura favolosa del drago di fenomeni naturali.32 Cfr.: Dragoni (Ce).33 20. llë Fëlarèlla [llə fəlaˈrɛlla] fp 1698 m IGM: V.ne Filarello E.: «le Fëlarèlla». La forma Fëlarèlla (dim.) potrebbe indicare un rigagnolo d’acqua? 30 Cfr. Pellegrini (1990:363); (TAM 273). (TAM 142) 32 Cfr. Giammarco (1960:100); Pellegrini (1990:371); (TAM 150); Chiappinelli (2002:40); Massimi (2005:22). 33 Gasca Queirazza (1990:297). 31 29 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 21. lë Fënduccë [lə fənˈduttʃə] fp 1109 m IGM: la Fontuccia E.: «le piccole fonti». Si tratta di un chiaro riferimento a dei punti di abbeveraggio per il bestiame al pascolo nell’area. 22. la Fërchétta [la fərˈketta] fs 1190 m IGM: Forca di S. Sebastiano E.: «il valico (dim.)».34 23. la Fërrèra [la fərˈrɛːra] fs 1014 m IGM: la Ferriera (rud.i) E.: «la ferriera».35 24. i Fiumë [i ˈfjuːmə] ms 1310-901 m IGM: F. Giovenco Ant. Iuvencus fl. (Plinio)? E.: «il fiume». Per quanto riguarda l’origine del nome Giovenco, Ernesto Giammarco, all’interno del TAM, sostiene la teoria secondo la quale questo idronimo proviene dal pers. rom. Juventius. Di differente parere sono, invece, Alessio e De Giovanni: “Il nome 34 35 Glossario v. fórca. Sottopar. 3.2.2. v. la Fërréra. 30 Capitolo Terzo Il corpus toponimico è indoeuropeo: cfr. lat. iuvencus «giovenco», umbro iveka «iuvencās» (…)”. 36 Di conseguenza, per i due linguisti appena citati il nome Giovenco sarebbe da accostare al tema degli animali sacri.37 25. Fóndë d’Appia [ˈfondə d ˈappja] fs 1354 m IGM: Fonte d’Appia E.: «fonte di Appius». La forma Appia sembrerebbe costituire una formazione prediale dal nome personale latino Appius.38 26. la Fóndë dë Bbëségna Vécchjë [la ˈfondə də bbəˈseɲɲa ˈveccə] fs 1109 m E.: «la fonte di Bisegna Vecchia». Il nome si riferisce all’area nella quale si trova la fonte. 27. la Fóndë dë lla Vallë [la ˈfondə də lla ˈvallə] fs 1242 m IGM: F.te Valle E.: «la fonte della valle». Si tratta di una fonte situata nell’area denominata la Vallë. 28. Fóndë dë llë Cëraša [ˈfondə də llə tʃəˈraːʃa] fs 1230 m IGM: F.te Cerasa 36 Alessio, De Giovanni (1983:95 n.389). Cfr. Chiappinelli (2002:50). 38 (TAM 17). 37 31 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «fonte delle ciliegie»; lat. tardo cerasĭa, n. pl. di cerasĭum «ciliegia». Il toponimo si riferisce alla presenza, nella località in questione, di alberi di ciliegio selvatico.39 29. la Fóndë dë llë Cèsë [la ˈfondə də llə ˈtʃɛːsə] fs 1323 m IGM: F.te delle Cese E.: «fonte delle radure». Si tratta di una fonte situata nell’area denominata lë Cèsë.40 30. la Fóndë dë llë Prata [la ˈfondə də llə ˈpraːta] fs 1086 m IGM: F.te delle Prata E.: «la fonte dei prati». Questo toponimo indica un fontanile per l’abbeveraggio del bestiame situato nell’area denominata le Prata. 31. la Fóndë dë Tra ll’Ara [la ˈfondə də tra ll ˈaːra] fs 1202 m E.: lett. «la fonte presso lo spiazzo». Il nome si riferisce ad un fontanile situato nell’area di Tra ll’Ara. 32. Fóndë Duna [ˈfondə ˈduːna] fs 1227 m IGM: Sorg.te Duna 39 40 Cfr. Pellegrini (1990:334); (TAM 98-99); Manzi (2001: 153-154); Massimi (2005:19-20). V. lë Cèsë. 32 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: Giammarco ipotizza un collegamento con il lomb. Duno, dalla voce gallica dunum «monte, poggio» (TAM 150).41 33. Fóndë Martinë [ˈfondə marˈtiːnə] fs 1141 m IGM: Sorg.te Martino E.: «fonte Martino». Probabilmente, il toponimo conserva al proprio interno il nome di un vecchio proprietario del terreno sul quale si trova questa sorgente. 34. la Fòssa [la ˈfɔssa] fs 1671 m IGM: V. della Fossa E.: «la fossa». Si tratta di un geomorfismo poiché allude alla morfologia del terreno della località in questione. 35. laccióttë [jatˈtʃottə] ms 1350 m IGM: Iacciotto E.: «lo stazzo (dim.)». 42 Il toponimo è motivato dall’esistenza, nel passato, di uno stazzo. 36. Iavatónë [javaˈtoːnə] ni 1670 m 41 42 Cfr. Chiappinelli (2002:41). Glossario v. jèccë. 33 Capitolo Terzo Il corpus toponimico IGM: Iavatone E.: ? 37. i Jèccë d’Anginë [i ˈjɛttʃə d anˈdʒiːnə] ms 1450 m IGM: C.le Stazzo d’Ancino E.: «lo stazzo di Anginë». Secondo Luigi Chiappinelli, all’interno della forma Anginë si potrebbe forse rintracciare il tema med. ang- «la strettoia». 43 Invece, Ernesto Giammarco ipotizza una derivazione da un soprannome oppure da un personale romano *Ancinus, da Ancus o Lancinius / Lancinus.44 Cfr.: abr. anginə «uncino» (DAM, I:139). 38. la Lungara [la luŋˈgaːra] fs 1453 m IGM: Lungara E.: lett. «la forma di terreno allungata». Il toponimo si riferisce alla forma dell’appezzamento di terreno che si estende in questa località. Difatti, per toponimi simili a quello in questione, Giovan Battista Pellegrini fornisce la seguente etimologia: “longara -oria (o longurius ‘pertica, stanga’, ‘forma di terreno allungata’): (…); Longara -e -arina frequente nel Veneto; Longhere (Vittorio Veneto TV) = de Longariis; Longarone (BL); (…).”45 39. Macchia dë Rósë [ˈmacca də ˈroːsə] fs 1891 m IGM: Macchia di Rose 43 Chiappinelli (2002:13-14). (TAM 198); 45 Pellegrini (1990:188). 44 34 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: ? 40. lë Macchië [lə ˈmaccə] fp 1350 m IGM: le Macchie E.: «le macchie»; lat. macŭlae. Il nome si riferisce al tipo di vegetazione presente in questa località. 41. i Macërónë [i matʃəˈroːnə] ms 1924 m IGM: C.le Macerone E.: «il mucchio di pietre (accr.)»; lat. macēria (per maceries) «1. mucchio 2. rovine di una costruzione in muratura». 46 Per toponimi simili a quello in questione, Giovan Battista Pellegrini fornisce la seguente etimologia: “maceries -a: (abr. macere ‘mucchio di pietre’) (…), Macerie (Segni Roma) (‘ruderi murari’), Macerone (frequente nel Lazio) (‘muri a secco’), Macera (Orsomarso CS; Mongiana CZ), cfr. cal. macera ‘muro a secco’, Macèra (Canzano TE)”.47 42. i Marrónë [i marˈroːnə] ms 1210 m E.: da marra «cumulo, mucchio di detriti, di sassi». 48 Si tratta di un antico geomorfismo, il quale, secondo gli studiosi Alessio e De Giovanni, farebbe parte del sostrato preindoeuropeo: “marra ‘pietra, ciottolo’, ‘cumulo, mucchio di detriti, di sassi’, per cui vedi marrūca, Marrucīniī, Marruvium, è voce di ampia diffusione nel lessico e nella toponomastica, cui si connettono il lat. medioev. maretum ‘terreno incolto’ (a. 1313, a Treviso), collettivo del tipo sabulētum, saxētum, ecc., il perug. ant. 46 Cfr. macère «mucchio di pietre» (Giammarco 1960:86); Massimi (2005:26). Pellegrini (1990:189). 48 Cfr. Giammarco (1960:48); De Vecchis (1978:67); De Giovanni (1995:233); Massimi (2005:26). 47 35 Capitolo Terzo Il corpus toponimico (a. 1526) marrone ‘pietra’, il molis. (Cerro al Volturno) marrə m. ‘masso di pietra’ (DAM II 1089) col top. M. Marrone (29 E 3; m. 1513) (…).”49 Il toponimo in questione indica il versante settentrionale dello sperone di roccia sul quale sorge l’abitato di Bisegna. 43. la Mëndagna [la mənˈdaɲɲa] fs 2149-1918 m IGM: Montagna Grande E.: «la montagna». Il nome indica il gruppo montuoso della Montagna Grande, sottogruppo dei Monti Marsicani. 44. la Mëndagna [la mənˈdaɲɲa] fs 1483 m IGM: il Monte E.: «la montagna». Si tratta della cima ai piedi della quale si trova la spaccatura che, secondo la tradizione locale, sarebbe stata provocata dall’esondazione di un antico lago. 45. la Padùra [la paˈduːra] fs 1130 m IGM: la Padura E.: «la palude»; *padula < lat. palūde(m). 50 La motivazione del nome dipende dall’esistenza di un acquitrino in questo luogo. 49 50 Alessio, De Giovanni (1983:174-175). Glossario v. padùra. 36 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 46. la Palma Pattsa [la ˈpalma ˈpattsa] fs 1045 m IGM: Palma Pazza E.: potrebbe trattarsi di un fitotoponimo in quanto Giammarco, all’interno del TAM, registra per l’elemento toponimico palma il significato di tralcio di vite o di ramo d’albero. 51 Per quanto riguarda l’aggettivo pazza, quest’ultimo se riferito a fiore, pianta o frutto ha il significato di spontaneo, selvatico, inutile o non commestibile (DAM, III:1463-1464). 47. lë Pëttsèllë [lə pətˈtsɛllə] fp 1135 m IGM: le Pezzelle E.: «gli appezzamenti (dim.)». Secondo Ernesto Giammarco il toponimo lë Pëttsèllë deriva dal lat. med. abr. petia / peccia «tratto, pezzo di terreno» (TAM 300).52 Cfr.: Pecetto Torinese (To); Pezzolo Valle Uzzone (Cn).53 48. i Póndë dë San Ggëvènnë [i ˈpondə də san ddʒəˈvɛnnə] ms 1111 m Altre denom: - i Pëndëcillë E.: «il ponte di San Giovanni». Si tratta del piccolo ponte sul fiume Giovenco situato nel fondovalle, lungo la strada che porta alla Chiesa di San Giovanni. 51 (TAM 281). Cfr. Giammarco (1960:142, 183); Pellegrini (1990:346-347); Massimi (2005:29). 53 Gasca Queirazza (1990:564, 575). 52 37 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 49. lë Prata [lə ˈpraːta] fp 1086 m IGM: le Prata E.: «i prati». Quest’area ha da sempre costituito una zona di pascolo estivo per il bestiame. O.: nel toponimo lë Prata è possibile notare la forma plurale in -a, in grado di esprimere un concetto collettivo. Inoltre, con le forme plurali in -a, originatesi dai plurali neutri latini della seconda e della terza declinazione, viene sempre usato l’articolo determinativo femminile plurale lë. 50. lë Prata di Lupë [lə ˈpraːta di ˈluːpə] fp 1576 m IGM: Prati del Lupo E.: «i prati del lupo». Il nome di questa località potrebbe conservare al suo interno il nome personale di un vecchio proprietario del terreno. Difatti, per quanto riguarda il cognome Lupi e la sua variante Lupo, De Felice, nel suo Dizionario dei cognomi italiani, scrive: “Alla base è il nome Lupo, che continua in parte il cognomen e quindi nome personale latino di età imperiale tarda Lupus (da lupus “lupo”), e in parte viene formato nuovamente nell’alto Medio Evo da lupo (…), affermatosi anche per il prestigio e la diffusione dei corrispondenti personali germ. in Wolf- (da *wulfa-, in tedesco Wolf, “lupo”, v. Adinòlfi) e del longobardico Lupo Lupone (prestito dal latino o dal volgare italiano).”54 Ma, data la storica presenza del lupo in quest’area dell’Appennino abruzzese, potrebbe trattarsi anche di uno zootoponimo.55 51. la Préta di Prìngëpë [la ˈpreːta di ˈprindʒəpə] fs 1800 m 54 55 De Felice (1978:155). Cfr. Pellegrini (1990:361-362); (TAM 220); Massimi (2005:26). 38 Capitolo Terzo Il corpus toponimico IGM: la Pietra del Principe E.: «la pietra Del Principe». Per quanto riguarda il determinativo Del Principe, quest’ultimo potrebbe trattarsi del cognome di un vecchio proprietario di un terreno posto in quest’area (cfr. De Felice 1978:202).56 52. lë Prétë Ggëndìlë [lə ˈpreːtə ddʒənˈdiːlə] fp 1979 m IGM: M. Pietra Gentile E.: lett. «le pietre nobili». Il nome si riferisce a giacimenti di préta ggëndìlë. Ovvero, un tipo di roccia calcarea particolarmente adatta alla lavorazione per fini edili. 53. la Quaglia [la ˈkwaʎʎa] fs 1230 m IGM: la Quaglia E.: cfr. abr. quàgglïë «banco di nebbia fitta che si forma in zona umida»; quaglië «acqua stagnante» (Giammarco 1960:56). Il toponimo in questione potrebbe, però, trattarsi anche di un soprannome.57 54. i Quëdónë [i kwəˈdoːnə] ms 1929 m IGM: il Codone E.: cfr. il top. (Pizzo di) Coda, nel comune di Roccaraso (AQ), che secondo Giammarco avrebbe il significato di “striscia / linea di terreno a forma di coda” (TAM 121).58 56 Nel confinante territorio comunale di Pescasseroli è presente il toponimo zë Cóppë da Prìngëpë (Boccia 2017:33). (TAM 324). 58 Cfr. Pellegrini (1990:174); Massimi (2005:20). 57 39 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 55. Rósa Pinnëla [ˈroːsa ˈpinnəla] ni 1809 m IGM: Rosa Pinnola E.: secondo Giammarco il toponimo Rósa Pinnëla deriva da un cognome. 59 Walter Cianciusi, invece, in Profilo di storia linguistica della Marsica, reputa l’elemento Pinnëla traducibile come pinnacolo in quanto forma diminutiva del lat. pĭnna «penna».60 56. San Ggëvènnë [san ddʒəˈvɛnnə] ni 1185 m IGM: S. Giovanni E.: «San Giovanni». Il toponimo si riferisce alla Chiesa di San Giovanni, di fondazione medievale, dove ogni anno, all’alba del 24 giugno, vengono celebrati i riti della “guazza purificatrice” e del comparatico. 57. Sanda Vaštianë [ˈsanda vaˈʃtjaːnə] ni 1120 m Var. it. San Sebastiano dei Marsi E.: «San Sebastiano».61 Si tratta dell’unica frazione del Comune di Bisegna. 58. i Sërbatóië [i sərbaˈtoːjə] ms 1342 m IGM: Serb.io 59 (TAM 342). Cianciusi (1988:102). 61 Sottopar. 3.2.2. v. Sanda Vaštiènë. 60 40 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «il serbatoio». Il toponimo in questione è dovuto alla presenza di un serbatoio per la raccolta dell’acqua in tale località. 59. lë Sërièndë [lə səˈrjɛndə] fp 1320 m IGM: la Sorgente E.: «le sorgenti». Questo toponimo costituisce un chiaro riferimento alla presenza di acqua sorgiva nell’area in questione. 60. la Špina dë lë Cërréta [la ˈʃpiːna də lə tʃərˈreːta] fs 1310 m IGM: Spina Cerreto E.: «la spina delle Cerreta». Il toponimo allude alla presenza di alcuni arbusti all’interno di un bosco di cerro. O.: nell’elemento toponimico Cërréta è presente il suffisso -éta, originatosi dal suffisso latino -ētu(m), particolarmente utilizzato nella creazione di fitotoponimi. Oltre a ciò, è possibile notare la forma plurale in -a, in grado di esprimere un concetto collettivo. Inoltre, con le forme plurali in -a, originatesi dai plurali neutri latini della seconda e della terza declinazione, viene sempre usato l’articolo determinativo femminile plurale lë. 61. i Špórtë [i ˈʃportə] mp 1210 m Var. it. Via Mazzini Altre denom: - Pë Sóttë 41 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «i viottoli». V. abr. spòrtë «vicoletto che passa sotto l’arco delle case e mette in comunicazione una via con l’altra» (DAM, IV:2087). 62. i Štaccë [i ˈʃtattʃə] fs 1750 m IGM: Stazzo E.: «lo stazzo». È un antico ricovero pastorale oggi ristrutturato e adibito a rifugio di montagna. 63. lë Štallë [lə ˈʃtallə] fp 1200 m IGM: le Stalle E.: «le stalle». Il toponimo si riferisce all’insieme delle stalle del paese edificato poco lontano dall’abitato di Bisegna. 64. Tagliaréccia [taʎʎaˈrettʃa] fs 1890 m IGM: M. Tagliareccia E.: «tagliareccia»; da tagliare. Il nome in questione costituisce un riferimento al taglio degli alberi, un tempo praticato in questo luogo.62 65. Tèrra Lónga [ˈtɛrra ˈloŋga] fs 1315 m IGM: Terra Lunga 62 (TAM 375). 42 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «terra lunga». Il toponimo in questione indica un lungo appezzamento di terra. 66. la Tërratta [la tərˈratta] fs 2208 m IGM: la Terratta E.: «terra alta». Si tratta di un chiaro geomorfismo.63 67. Tra ll’Ara [tra ll ˈaːra] ni 1202 m E.: lett. «fra lo spiazzo». Il nome si riferisce ad una distesa di terreno pianeggiante dove fino agli anni Sessanta del secolo scorso la comunità di Bisegna si riuniva per svolgere i lavori agricoli in comune quali la trebbiatura del grano e la battitura dei fagioli e dei ceci.64 68. i Vadë [i ˈvaːdə] ms 1212 m E.: «il passo»; dal lat. vădu(m) «guado», connesso con vadĕre «andare, passare», con gu- iniziale tipica delle voci di orig. germanica.65 Questo toponimo indica la curva della SS 83 situata in prossimità della profonda spaccatura che separa il Monte da la Morgia. 69. la Vallë [la ˈvallə] fs 1345 m IGM: la Valle 63 Chiappinelli (2002:108). Per questa informazione si ringrazia il sig. Donato Buccini. 65 Giammarco (1960:109). 64 43 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «la valle»; lat. vălle(m). 70. Vallë Acquara [ˈvallə akˈkwaːra] fs 1523 m IGM: Valle Acquara E.: «valle acquara»; lat. ăqua(m). Il toponimo è motivato dall’esistenza di un rigagnolo d’acqua in questa area.66 71. la Vallë dë Fóndë d’Appia [la ˈvallə də ˈfondə d ˈappja] fs 1460 m IGM: Valle di Fonte d’Appia E.: «la valle di fonte d’Appia».67 72. Vallë dë Lèprë [ˈvallə də ˈlɛːprə] fs 1460 m IGM: Val di Lepre E.: «val di lepre». Si tratta di uno zootoponimo poiché si riferisce alla presenza di lepri in quest’area.68 73. Vallë dë Tërraégna [ˈvallə də tərraˈeɲɲa] fs 1693 m IGM: Valle di Terraegna 66 Cfr. De Vecchis (1978:35-36); Pellegrini (1990:168); (TAM 5); Chiappinelli (2002:11); Massimi (2005:16). V. Fóndë d’Appia. 68 Cfr. Pellegrini (1990:361); Massimi (2005:16). 67 44 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «valle di Terraegna». È una valle situata nell’area di Terraegna.69 74. Vallë Pëlósa [ˈvallə pəˈloːsa] fs 1473 m IGM: V. Ombrosa E.: lett. «valle pelosa». Si tratta di un chiaro riferimento alla ricca vegetazione che ricopre quest’area. Difatti, per toponimi simili a quello in questione, Giovan Battista Pellegrini fornisce la seguente etimologia: “pilōsu (‘ricco di vegetazione, boscoso’): Piloso (Bagni di LU), Pilosetto (Stazzema LU), (…), Montepeloso (in Lucania), Montispilosi (Corato BA) a. 1245; Piluso (Majerà, CS).”70 75. i Vallónë dë ll’Atéssa [i valˈloːnə də ll aˈtessa] ms 1660 m IGM: V.ne dell’Atessa E.: «il vallone dell’Atessa».71 76. i Vallónë dë Pèquëra Mòrta [i valˈloːnə də ˈpɛːkwəra ˈmɔrta] ms 1607 m IGM: V.ne di Pecora Morta E.: «vallone di pecora morta». Secondo Giammarco il determinativo dë Pèquëra Mòrta è da mettere in relazione con il cognome Pècora (TAM 289).72 69 Per il toponimo Terraegna v. (TAM 379); Chiappinelli (2002:108). Pellegrini (1990:253). 71 V. l’Atessa. 72 Cfr. De Felice (1978:191). 70 45 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 77. Vallónë dë Quëštandinë [valˈloːnə də kwəʃtanˈdiːnə] ms 1460 m IGM: V.ne di Costantino E.: «vallone di Costantino». Questo toponimo conserva al suo interno il nome di una persona legata in qualche modo a questa località, probabilmente poiché proprietaria, nel passato, di un appezzamento di terreno situato nell’area in questione. 78. la Via di Fiašchë [la ˈviːa di ˈfjaːʃkə] fs 1213 m E.: «la strada del Fiašchë». Si potrebbe ipotizzare che questo toponimo conservi al proprio interno il cognome o il soprannome di un individuo legato in qualche modo alla via di comunicazione in questione. 79. la Vëcènna [la vəˈtʃɛnna] fs 1366 m IGM: Vicenna Grande E.: lett. «la vicenda». La forma Vëcènna, dal lat. med. vicenda, 73 costituisce un riferimento alla rotazione agraria, un tempo praticata su questo terreno. 73 Cfr. vecènne «terreno fertile, pianura; ed anche vicinato di mezzo» (Giammarco 1960:153); Massimi (2005:35). 46 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 3.2.2. San Sebastiano dei Marsi 1. ggl’Acciṷóttë [ʎʎ atˈtʃṷottə] ms 1350 m IGM: Iacciotto E.: «lo stazzo (dim.)». 1 Il toponimo è motivato dall’esistenza, nel passato, di uno stazzo. 2. l’Andèra [l anˈdɛːra] fs 1625 m IGM: C.le Lantera E.: v. Sottopar. 3.2.3. v. l’Andéra. 3. Bbëségna [bbəˈseɲɲa] ni 1210 m Var. it. Bisegna E.: «Bisegna».2 Si tratta del Comune del quale San Sebastiano dei Marsi costituisce l’unica frazione. 4. ël Calvarië [əl kalˈvaːrjə] ms 1125 m IGM: Mad.na del Calvario 1 2 Glossario v. jèccë. Sottopar. 3.2.1. v. Bbëségna. 47 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «il Calvario». Il nome è motivato dall’esistenza, in tale località, della Chiesa della Madonna del Calvario. 5. la Casa dë lla Sëgnóra [la ˈkaːsa də lla səɲˈɲoːra] fs 1099 m E.: «la casa della signora». Si tratta del colle boscoso situato a Sud dell’abitato di San Sebastiano dei Marsi, a monte de la Cëllarèlla. Il nome in questione potrebbe riferirsi ad un personaggio o ad un aneddoto del passato dei quali si è persa memoria. 6. ël Cavùtë [əl kaˈvuːtə] ms 1119 m E.: «il buco». V. abr. caùtë / cavùtë «buco, foro, crepaccio» (DAM, I:463). Si tratta di un arco ricavato dalla roccia presente in un nucleo abitativo nell’area sottostante via Fontana. 7. la Cëllarèlla [la tʃəllaˈrɛlla] fs 1119 m E.: «la cella (dim.)»; lat. cĕlla «cameretta, dispensa, cantina».3 È lo slargo lungo Via per Bisegna dove il servizio pubblico di linea effettua la fermata. 8. Còllë dë Rjéndzë [ˈkɔllə də ˈrjendzə] ms 1461 m IGM: C.le Arienzo 3 Cfr. Giammarco (1960:157); De Vecchis (1978:45); Pellegrini (1990:215); (TAM 96). 48 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: secondo Ernesto Giammarco il toponimo Ariènza (variante italianizzata) deriva dal lat. *arentia (sott. praedia) «(terreni) aridi», su arens -entis «arido», part. pres. di arēre «essere arido», sul mod. dei sost. astratti in + -ENZ|A. La forma Rjéndzë potrebbe, però, essere messa in relazione o con il cognome Ariènzo, originario del Napoletano e formatosi dal toponimo Ariènzo (CE),4 oppure con il personale latino Arentius.5 9. Cóllë Pëttsutë [ˈkollə pətˈtsuːtə] ms 1594 m IGM: C.le Pizzuto E.: «colle aguzzo». La motivazione del nome dipende dalla cima aguzza di questo monte. 10. la Cóna [la ˈkoːna] fs 1212 m IGM: la Cona E.: «l’(i)cona».6 11. Còšta Bbërnardë [ˈkɔːʃta bbərˈnardə] fs 1642 m IGM: C.ta Bernardo E.: «costa Bernardo». Il toponimo potrebbe contenere al proprio interno il nome personale di un vecchio proprietario dell’appezzamento di terreno posto nell’area in questione. 4 De Felice (1978:61). Gasca Queirazza (1990:45). 6 Sottopar. 3.2.1. v. la Còna. 5 49 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 12. Fèmmëna Mòrta [ˈfɛmməna ˈmɔrta] fs 1631 m IGM: Femmina Morta E.: ?7 13. la Fërchétta [la fərˈketta] fs 1190 m IGM: Forca di S. Sebastiano E.: «il valico (dim.)».8 14. la Fërréra [la fərˈreːra] fs 1014 m IGM: la Ferriera (rud.i) E.: «la ferriera». Si tratta dei ruderi della ferriera, costruita da una società francese nel 1843 e adibita alla lavorazione della bauxite fino agli anni Ottanta del XIX secolo quando venne interrotta ogni attività di produzione. 15. ël Fjèštë [əl ˈfjɛːʃtə] ms 1661 m IGM: Festo E.: forse dal pers. lat. Festius?9 7 Cfr. (TAM 161). Glossario v. fórca. 9 Cfr. (TAM 162). 8 50 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 16. ël Fiumë [əl ˈfjuːmə] ms 1310-901 m IGM: F. Giovenco E.: «il fiume».10 17. Grótta d’Urzë [ˈgrotta d ˈurzə] fs 1232 m IGM: Grotta d’Orso E.: «grotta d’orso». Si tratta di uno uno zootoponimo poiché si riferisce alla presenza di orsi nell’area in questione.11 18. la Madònna dë Llërita [la maˈdɔnna də lləˈriːta] fs 995 m IGM: Mad.na di Loreto E.: «la Madonna di Loreto». Il nome è motivato dall’esistenza, in tale località, della Chiesa della Madonna di Loreto. 19. Móndë Migglië [ˈmondə ˈmiʎʎə] ms 1711 m IGM: M. Miglio E.: «monte del miglio»; dal lat. mīliu(m) «miglio».12 10 Sottopar. 3.2.1. v. i Fiumë. Cfr. Pellegrini (1990:363); (TAM 273). 12 (TAM 241). 11 51 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 20. la Pëcèra [la pəˈtʃɛːra] fs 1022 m IGM: Sorg.te Pulciara E.: lett. «la pulciaia»; indica una località infestata dalle pulci.13 O.: nella forma Pëcèra è presente il suffisso -èra, originatosi dal suffisso latino -āria(m), utilizzato per esprimere una relazione o una pertinenza e in grado di indicare anche dei nomi di luogo. 21. la Pëngèra [la pənˈdʒɛːra] fs 1070 m IGM: le Pincere (rud.i) E.: lett. «la tegolaia». Dall’abr. pìngë «tegola» + -èra. Il toponimo si riferisce alla presenza, nel passato, di una fornace dove si fabbricavano ed essiccavano tegole.14 21. ël Pratónë [əl praˈtoːnə] ms 1048 m IGM: Pratone E.: «il prato (accr.)»; lat. prātu(m). 22. Prétë dë lla Lama [ˈpreːtə də lla ˈlaːma] fp 1124 m IGM: Pietre della Lama 13 14 Cfr. (TAM 322). Cfr. (TAM 306); Massimi (2005:30). 52 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «pietre dello smottamento». 15 L’elemento toponimico Lama ricorda come nel passato questo terreno sia stato soggetto ad un processo di smottamento. 23. la Quërëcétta [la kwərəˈtʃetta] fs 1212 m IGM: le Crocette E.: «la croce (dim.)». La motivazione del nome potrebbe dipendere dall’esistenza, nel passato, di una croce votiva. 24. ël Quërtìlë [əl kwərˈtiːlə] fs 1119 m E.: «il cortile». Si tratta del cortile antistante il palazzo nobiliare della famiglia Sforza. 25. Rapinnëlë [raˈpinnələ] ni 1602 m IGM: Costa Rapindola Ant. in Vallerapindula a. 1303. E.: secondo Giammarco il toponimo Rapindola è da mettere in relazione con il lat. rapīna «frana».16 26. Sanda Lëcìa [ˈsanda ləˈtʃiːa] fs 1066 m IGM: F.te Lucia 15 16 Glossario v. lama. (TAM 329). 53 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «fonte Lucia». Il nome è motivato dall’esistenza, sul muro di sostegno della fontana in questione, di un’icona votiva dedicata a Santa Lucia. 27. Sanda Vaštiènë [ˈsanda vaˈʃtjɛːnə] ni 1120 m Var. it. San Sebastiano dei Marsi E.: «San (Se)bastiano». Il nome deriva dal santo patrono al quale è dedicata anche una piccola chiesa situata nel fondovalle, lungo il fiume Giovenco. 28. ël Sërbbatóië [əl sərbbaˈtoːjə] ms 1119 m IGM: Serb.io E.: «il serbatoio». Il toponimo in questione è dovuto alla presenza di un serbatoio per la raccolta dell’acqua in tale località. 29. Sóttë lë Štallë [ˈsottə lə ˈʃtallə] fp 1118 m E.: lett. «sotto le stalle». Il toponimo si riferisce all’insieme delle stalle del paese situato nell’area sottostante via Fontana. 30. la Tórrë [la ˈtorrə] fs 1119 m E.: «la torre». Il nome allude alla antica presenza di una torre nell’area soprastante via S. Angelo.17 17 Per questa informazione si ringrazia il sig. Aldo Grassi. 54 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 31. ël Vallónë dë Malabbrìna [əl valˈloːnə də malabˈbriːna] ms 1054 m IGM: V.ne Malabrina E.: «il vallone di vallebrina». Secondo Chiappinelli la forma Malabrina potrebbe costituire una deformazione dei cognomi Malafrina o Mambrini.18 O.: il termine mala/ë potrebbe essere stato coinvolto dal fenomeno della dissimilazione che in posizione iniziale ha comportato il mutamento della fricativa labiodentale /v/ nella nasale bilabiale /m/.19 Nella varietà attuali dei dialetti dell’Alta Valle del Giovenco, la forma mala/ë, rimasta fossilizzata in alcuni toponimi, convive con la variante vallë. Si può così notare come il dialetto abbia ripristinato lo stadio iniziale. Ovvero, quello precedente il fenomeno della dissimilazione. 32. ël Vallónë dë Nṷófrë [əl valˈloːnə də ˈnṷoːfrə] ms 1493 m IGM: V.ne d’Onofrio E.: «il vallone di (O)nofrio». Questo toponimo conserva al suo interno il nome di una persona legata in qualche modo a questa località, probabilmente poiché proprietaria, nel passato, di un appezzamento di terreno situato nell’area in questione. 18 19 Chiappinelli (2002:63). Cfr. (TAM 227). 55 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 3.2.3. Aschi (Alto) 1. l’Andéra [l anˈdeːra] fs 1625 m IGM: C.le Lantera E.: questo nome potrebbe essere spiegato con il termine abruzzese andë «terreno coltivato in forte pendio; striscia di fieno che si raccoglie dietro il falcaiatore» (DAM, I:134). 2. Artóna [arˈtoːna] fs 1003 m Var. it. Ortona (dei Marsi) E.: «Ortona».1 Si tratta del Comune del quale Aschi (Alto) costituisce una delle sette frazioni. 3. Ašchië [ˈaːʃcə] ni 1139 m Var. it. Aschi (Alto) Ant. Asclo a. 1028, Asculo fine sec. XIII, Asclum a. 1324. E.: secondo i linguisti Alessio e De Giovanni il toponimo Aschi contiene al suo interno l’antica base idronimica aus- e sarebbe quindi da mettere in relazione con Ascoli (Satriano) (Fg) e Ascoli (Piceno).2 Invece, Francesco Sabatini, in Riflessi linguistici della dominazione longobarda nell’Italia mediana e meridionale, propone una derivazione dal pers. longobardo Asco.3 1 Sottopar. 3.2.4. v. Artàṷna. Cfr. Alessio, De Giovanni (1983:123); Chiappinelli (2002:17). 3 Cfr. Sabatini (1963:85); Pellegrini (1990:278). 2 56 Capitolo Terzo Il corpus toponimico Un’ulteriore tesi è stata formulata dalla cultura umanistica locale la quale ha affermato, senza alcun fondamento scientifico, la provenienza della forma Aschi da Asylum dato che “gli antichissimi popoli Marsi aveano stabilito l’asilo per accrescere col loro numero anche le forze”.4 Cfr.: Ascoli Piceno; Ascoli Satriano (Fg).5 4. i Casalë Ašchië [i kaˈsaːlə d ˈaːʃcə] mp 682 m Var. it. Casali d’Aschi Altre denom: - i Casalë E.: il toponimo in questione dimostra la dipendenza, nel passato, di Casali d’Aschi, dal 1948 frazione di Gioia dei Marsi, da Aschi. 6 Difatti, in seguito al terremoto della Marsica del 1915, diversi superstiti di Aschi si trasferirono nell’area di Casali, le Grippe e le Grette dove possedevano casali e terreni agricoli.7 5. la Cëvëtélla [la tʃəvəˈtella] fs 1310 m IGM: M. Civitella E.: «la città (dim.)»; lat. civitāte(m). In genere, in toponomastica l’elemento civitella indica un abitato molto antico, per lo più in posizione dominante, oggi abbandonato.8 6. i Fiumë [i ˈfjuːmə] 4 Di Pietro (a) (1869:69-70). Gasca Queirazza (1990:50); (TAM 24). 6 www.asciatopo.altervista.org, Geo-storia amministrativa d’Abruzzo, Provincia di Abruzzo Ulteriore II o dell’Aquila, Area Marsicana, (sito consultato nel mese di ottobre del 2020). 7 La popolazione di Casali d’Aschi è di origine aschitana tant’è vero che i dialetti delle due frazioni condividono i medesimi tratti fonetici (per le informazioni riguardanti il dialetto di Casali d’Aschi si ringrazia il sig. Emilio Roselli). 8 Cfr. (TAM 119); Massimi (2005:20). 5 57 Capitolo Terzo Il corpus toponimico ms 930 m IGM: F. Giovenco E.: «il fiume».9 7. Fóndë i Adavìna [ˈfondə i adaˈviːna] fs 1236 m IGM: F.te Davina E.: «fonte di Adavìna». Secondo Giammarco il toponimo conserverebbe al proprio interno il cognome di un vecchio proprietario del terreno sul quale si trova questa sorgente.10 8. i Fussë [i ˈfussə] ms 1067 m IGM: F.so d’Aschi E.: «il fosso». Il toponimo in questione denomina un avvallamento del terreno formato da un rigagnolo d’acqua.11 9. Pɪšchjë Pëcurarë [ˈpɪːʃcə pəcuˈraːrə] ms 1250 m IGM: Peschio Pecoraro E.: «masso pecoraro». 12 Per quanto riguarda l’elemento Pecoraro, quest’ultimo potrebbe essere connesso con l’attività della pastorizia ovina (da *pecorārius «luogo da pascolo delle pecore») oppure potrebbe trattarsi di un cognome.13 9 Sottopar. 3.2.1. v. i Fiumë. (TAM 148). 11 Cfr. Chiappinelli (2002:17). 12 Glossario v. péšchjë / pɪšchjë. 13 Cfr. De Felice (1978:191). 10 58 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 10. i Pratónë [i praˈtoːnə] ms 1048 m IGM: Pratone E.: «il prato (accr.)».14 11. lë Prétë ë lla Lama [lə ˈpreːtə ə lla ˈlaːma] fp 1124 m IGM: Pietre della Lama E.: «pietre dello smottamento».15 12. la Pundaróla [la pundaˈroːla] fs 940 m IGM: Puntarolo E.: «la punta (dim.)». Da punta, per via della forma dell’appezzamento di terreno. 13. la Vallë [la ˈvallə] fs 1218 m IGM: la Valle E.: «la valle».16 14 Sottopar. 3.2.2. v. ël Pratónë. Sottopar. 3.2.2. v. Prétë dë lla Lama. 16 Glossario v. vallë. 15 59 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 14. Vallë Frédda [ˈvallə ˈfredda] fs 1183 m IGM: Valle Fredda E.: «valle fredda». Il nome si riferisce alla rigidità del clima di quest’area. 15. Vërrìgglië [vərˈriʎʎə] ni 938 m IGM: Verrella E.: Giammarco per il toponimo (Prato) Verrèlle, nel comune di Sant’Angelo del Pesco (Is), propone un’alterazione della forma latina vĕrrēs «cinghiali».17 17 (TAM 406). 60 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 3.2.4. Ortona dei Marsi 1. l’Acquëtìnë [l akkwəˈtiːnə] ms 931 m IGM: Accodino E.: ?1 2. l’Andèra [l anˈdɛːra] fs 1625 m IGM: C.le Lantera E.: v. Sottopar. 3.2.3. v. l’Andéra. 3. Artàṷna [arˈtaṷna] ni 1003 m Var. it. Ortona (dei Marsi) Ant. in, de Ortona a. 1324.2 E.: da confrontare con Ortona (a Mare), in provincia di Chieti. Secondo i linguisti Alessio e De Giovanni, data la presenza della formante -ōna (cfr. Cortōna, Cremōna), si tratta di un nome di “struttura mediterranea”, quindi prelatino, di cui si ignora il valore semantico.3 Sembrano, invece, da escludere le teorie secondo le quali il nome Ortona possa derivare o dal lat. ortus «sorto, nato», agg. verb. di orior., oppure dall’osco húrz (lat. hortus). 1 (TAM 2). Ibidem, 274. 3 Alessio, De Giovanni (1983:54-55). 2 61 Capitolo Terzo Il corpus toponimico Cfr.: Ortona (Ch).4 4. Ašchië [ˈaːʃcə] ni 1139 m Var. it. Aschi (Alto) E.: si tratta di una delle sette frazioni del Comune di Ortona dei Marsi.5 5. Bbócca dë Mëddzànë [ˈbbokka də mədˈdzaːnə] fs 1475 m IGM: Bocca Mezzana E.: «bocca di Mëddzànë».6 Si tratta di un passo situato nei pressi di M. Mezzana. 6. la Bbóttë [la ˈbbottə] fs 940 m IGM: la Botte E.: «la botte». Il toponimo deriva dall’esistenza, nel passato, di un serbatoio d’acqua utilizzato per l’irrigazione dei campi della zona.7 7. Cambë Taštìnë [ˈkambə taˈʃtiːnə] ms 1495 m IGM: Campo Castino 4 Gasca Queirazza (1990:541); (TAM 274-275). Sottopar. 3.2.3. v. Ašchië. 6 V. Móndë Mëddzànë. 7 Cfr. De Vecchis (1978:37-38); Massimi (2005:18). 5 62 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: secondo Giammarco la forma Castino potrebbe derivare o dal pers. lat. Castius oppure dal german. Autin. Inoltre, per il dialettologo abruzzese non è da escludere nemmeno un accostamento con l’agg. castanus.8 Osservando però la variante dialettale del toponimo si potrebbe ipotizzare anche la presenza del personale Agostino: Cambë t’Aštìnë «campo d’A(go)stino». O.: per quanto riguarda una possibile derivazione della forma Aštìnë dal pers. Agostino (dal lat. Augustinus), è utile ricordare come nel dialetto di Ortona dei Marsi può verificarsi il dileguo dell’originaria occlusiva velare sonora /g/ quando quest’ultima si trova davanti il fonema /u/ (es. fràula < *fra(g)ŭla(m).9 8. Cambë Tattsànë [ˈkambə tatˈtsaːnə] ms 850 m IGM: Tazzano E.: secondo Giammarco l’elemento Tazzano deriva dal pers. latino Tattius.10 O.: l’elemento toponimico Tattsànë costituisce una formazione prediale per via della presenza del suffisso denominale -anë, originatosi dal suffisso latino -ānu(m). 9. la Cammënàta [la kamməˈnaːta] fs 890 m Var. it. la Camminata E.: «la camminata»; cfr. lat. camīnāta «camera con camino» (REW 1548).11 Indica la strada di collegamento tra Ortona dei Marsi e la frazione di Cesoli. 10. Carritë [karˈriːtə] ni 892 m 8 (TAM 91, 105). V. p. 17. 10 (TAM 377). 11 Cfr. Conti (1984:108); (TAM 56). 9 63 Capitolo Terzo Il corpus toponimico Var. it. Carrito Ant. Carreto a. 1273, clerici castri Carreti a. 1308.12 E.: si tratta di una delle sette frazioni del Comune di Ortona dei Marsi. I linguisti Alessio e De Giovanni ipotizzano una derivazione da *Carrētum con valore generico di saxētum «sasseto».13 11. Casalóttë [kasaˈlottə] ms 925 m IGM: Casalotto E.: «casale (dim.)». Il toponimo costituisce un chiaro riferimento all’esistenza di un agglomerato rurale ancora oggi esistente. 12. i Casìnë [i kaˈsiːnə] ms 892 m Var. it. il Cassino E.: «il casale (dim.)»; abr. m. casìnë «casa rurale isolata, villa di campagna» (DAM, I:453).14 13. i Caštéjë [i kaˈʃteːjə] ms 1003 m Var. it. il Castello d’Ortona E.: «il castello»; lat. castĕllu(m), dim. di căstrum «fortezza, luogo fortificato». 12 Alessio, De Giovanni (1983:123). Ibidem, 123-124. 14 Cfr. De Vecchis (1978:43). 13 64 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 14. Caštijàṷnë [kaʃtiˈjaṷnə] ni 852 m Var. it. Castiglione E.: «castello (dim.)»; da castellio, -ōnis «piccolo castello». Si tratta di una delle sette frazioni del Comune di Ortona dei Marsi.15 15. Césëië [ˈtʃeːsəjə] ni 867 m Var. it. Cesoli Ant. Cesule.16 E.: dal lat. reg. *cesulae, dim. di cæsa(m).17 Si tratta di una delle sette frazioni del Comune di Ortona dei Marsi.18 16. Chërchëmèlla [kərkəˈmɛlla] ni 1334 m Var. it. Corcumella E.: ? 17. Cóllë Cavèjë [ˈkollə kaˈvɛːjə] ms 870 m Var. it. Collecavallo 15 Gasca Queirazza (1990:198); (TAM 90). Ceccaroni (2020:128). 17 Glossario v. cèsa. 18 Cfr. (TAM 106). 16 65 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «colle cavallo». Il nome di questa località potrebbe conservare al suo interno il nome personale di un vecchio proprietario del terreno. Difatti, per quanto riguarda il cognome Cavalli e la sua variante Cavallo, De Felice, nel suo Dizionario dei cognomi italiani, scrive: “Largamente diffuso in tutta l’Italia, ha alla base nomi personali già comuni nell’alto Medio Evo che continuano soprannomi, nomi di mestiere, titoli e gradi, formati o derivati da cavallo, cavallaro (…).”19 Ma, il toponimo in questione potrebbe trattarsi di uno zootoponimo pertinente all’utilizzo o all’allevamento di cavalli.20 18. Cóllë d’Artàṷna [ˈkollə d arˈtaṷna] ms 840 m IGM: Colle d’Ortona E.: «colle d’Ortona». Il nome dipende dal fatto che dal colle in questione è visibile l’abitato di Ortona dei Marsi. 19. Cóllë dë Césëië [ˈkollə də ˈtʃeːsəjə] ms 890 m Var. it. Colle Cesoli E.: «colle Cesoli». Il nome dipende dal fatto che dal colle in questione è visibile l’abitato di Cesoli. 20. Cólla Fóndë [ˈkolla ˈfondə] ms 1172 m IGM: C.le della Fonte E.: «colle fonte». Si tratta di un chiaro riferimento ad una sorgente nell’area in questione. 19 20 De Felice (1978:99). Pellegrini (1990:360); Massimi (2005:19). 66 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 21. Cóllë Pallëttèra [ˈkollə pallətˈtɛːra] ms 950 m IGM: Colle Pallettera E.: ? 22. Cóllë Sandë Štéfanë [ˈkollə ˈsandə ˈʃteːfanə] ms 1151 m IGM: C.le S. Stefano E.: «colle Santo Stefano». Il toponimo potrebbe riferirsi all’esistenza di un antico luogo di culto oggi scomparso. 23. lë Còppara [lə ˈkɔppara] fp 1587 m IGM: le Coppette E.: «gli avvallamenti»; lat. tardo cŭppa(m).21 Il toponimo lë Còppara costituisce un geotoponimo poiché indica alcune depressioni del terreno. O.: nel toponimo lë Còppara è possibile notare la forma plurale in -ara, in grado di esprimere un concetto collettivo. Inoltre, con le forme plurali in -ara, originatesi dai plurali neutri latini della seconda e della terza declinazione, viene sempre usato l’articolo determinativo femminile plurale lë. 24. la Còšta [la ˈkɔːʃta] fs 874 m IGM: la Costa 21 Glossario v. cóppë. 67 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «la costa»; lat. cŏsta «costa, costola, fianco».22 25. Còšta i Plèjë [ˈkɔːʃta i ˈplɛːjə] fs 1245 m IGM: Costa di Pleia E.: «costa del declivio».23 26. i Cullë Cijjë [i ˈkullə ˈtʃijjə] ms 1470 m IGM: C.le del Ciglio E.: «il colle rialzo». Nella toponomastica abruzzese, i toponimi derivanti dal termine latino cĭliu(m) indicano generalmente un rialzo del terreno.24 27. Curnɨtë dë Sàṷprë [kurˈnɨːtə də ˈsaṷprə] ms 950 m Var. it. Cornito di Sopra E.: «cornioleto di sopra»; lat. cornu(m) + suff. -ītu(m).25 O.: nell’elemento toponimico Curnɨtë è presente il suffisso -ìtë, originatosi dal suffisso latino -ētu(m), particolarmente utilizzato nella creazione di fitotoponimi. 28. Curnɨtë dë Sóttë [kurˈnɨːtə də ˈsottə] 22 Cfr. Giammarco (1960:99); De Vecchis (1978:50-51); Gasca Queirazza (1990:275); Massimi (2005:21); Pellegrini (1990:178); (TAM 140). 23 V. lë Plèjë. 24 Cfr. cïejje «ciglio rialto» (Giammarco 1960:97); Massimi (2005:20). 25 Cfr. Massimi (2005:21); Pellegrini (1990:335); (TAM 136-137). 68 Capitolo Terzo Il corpus toponimico ms 850 m Var. it. Cornito di Sotto E.: «cornioleto di sotto».26 29. i Fajìtë [i faˈjiːtə] ms 1465 m IGM: M. Faito E.: «il faggeto»; da fagus + suff. -ītu(m). Si tratta di un fitotoponimo poiché allude alla presenza di alberi di faggio in questa zona.27 O.: nel toponimo i Fajìtë è presente il suffisso -ìtë, originatosi dal suffisso latino -ētu(m), particolarmente utilizzato nella creazione di fitotoponimi. Cfr.: Faeto (Fg).28 30. Farrónë [farˈroːnə] ni 1235 m Var. it. Vallone Farrone E.: secondo Giammarco il toponimo Farrone deriva dal germ. - lat. Farō -ōnis, alt. di Fáro29.30 31. la Fëndana dë Sandë Nëcòla [la fənˈdaːna də ˈsandə nəˈkɔːla] fs 1150 m IGM: Font.na S. Nicola 26 V. Curnɨtë dë Sàṷprë. Cfr. De Vecchis (1978:53-54); Massimi (2005:22); Pellegrini (1990:337); (TAM 155). 28 Gasca Queirazza (1990:310). 29 (TAM 159). 30 Cfr. Sabatini (1963:87-88). 27 69 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «la fontana di San Nicola». Il toponimo potrebbe riferirsi all’esistenza di un antico luogo di culto oggi scomparso. 32. lë Fënnéllë [lə fənˈnellə] fp 852 m Var. it. Fonnelle E.: lett. «i terreni bassi (dim.)»; lat. fŭndu(m) «fondo». Il nome indica dei terreni in bassura.31 33. i Fiumë [i ˈfjuːmə] ms 942-863 m IGM: F. Giovenco E.: «il fiume».32 34. la Fóndë dë Jèmma [la ˈfondə də ˈjɛmma] fs 1059 m IGM: F.te Gemma E.: «la fonte di Gemma». Il toponimo conserva al proprio interno il nome di una vecchia proprietaria del terreno sul quale si trova questo fontanile. 35. la Fóndë dë Salë [la ˈfondə də ˈsaːlə] fs 855 m 31 Cfr. fënnóṷne m. «terreno in bassura» (DAM, II:783); fònnë m. «il letto del mare (dei laghi, dei fiumi)» (Giammarco 1960:80). 32 Sottopar. 3.2.1. v. i Fiumë. 70 Capitolo Terzo Il corpus toponimico Var. it. Fonte di Sale E.: per quanto riguarda l’elemento toponimico Salë, quest’ultimo, data la presenza di una fonte, potrebbe essere collegato al termine prelatino *sala «canale, acquitrino».33 36. Fóndë Jušta [ˈfondə ˈjuːʃta] fs 965 m IGM: C.se Fonte Giusta E.: «fonte Giusta». Per quanto riguarda l’elemento Jušta, potrebbe trattarsi del pers. Giusta, dal lat. Iusta / Justa. 37. Fóndë Majùra [ˈfondə maˈjuːra] fs 1050 m Var. it. Fonte Maiora E.: «fonte maggiore»; lat. maiōre(m) «maggiore». 34 Si tratta di uno dei principali abbeveratoi dell’area dato che è composto da tre vasche in pietra. 38. Fóndë Mandìlë [ˈfondə manˈdiːlə] fs 1050 m Var. it. Fonte Mandili E.: secondo Giammarco la forma Mandili deriva dal cognome abruzzese Mantini, originatosi dal pers. Mante (attestato a Pistoia nel 1219).35 39. Fóndë Sanda 33 Cfr. Pellegrini (1990:272); Chiappinelli (1994:142). Cfr. Chiappinelli (2002:62). 35 (TAM 229). 34 71 Capitolo Terzo Il corpus toponimico [ˈfondə ˈsanda] fs 1079 m E.: «fonte santa». Si tratta di una fonte, ormai secca, situata nei pressi della frazione di Sulla Villa. La credenza popolare ritiene che, nel passato, una giovane pellegrina di Scanno, in visita alla Madonna di Sulla Villa, si fermò a riposare e scavando la terra con le mani fece sgorgare miracolosamente dell’acqua. Alcuni anni dopo una donna lavò il proprio cane nella fonte e tale gesto sacrilego fece seccare improvvisamente la fonte. 40. la Fóndë Sandë Fëlìcë [la ˈfondə ˈsandə fəˈliːtʃə] fs 920 m IGM: Font.na S. Felice E.: «la fonte San Felice». Il toponimo potrebbe riferirsi all’esistenza di un antico luogo di culto oggi scomparso. 41. Fórca Carùsë [ˈforka kaˈruːsə] fs 1107 m Var. it. Forca Caruso E.: «forca calva»; v. abr. carùsë m. «tosatura, taglio di capelli» (DAM, I:446).36 42. i Fóssë d’Ašchië [i ˈfossə d ˈaːʃcə] ms 1067 m IGM: F.so d’Aschi E.: «il fosso d’Aschi».37 36 37 (TAM 79). Sottopar. 3.2.3. v. i Fussë. 72 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 43. Fóssë Palangàrë [ˈfossə palaŋˈgaːrə] ms 1115 m Var. it. Fosso Palancaro E.: per quanto riguarda l’elemento Palangàrë, v. abr. palanghë f. «1 lungo palo, palanca 2 valanga» (DAM, III:1399). 44. lë Frajìnë [lə fraˈjiːnə] fp 917 m IGM: Fraino E.: «i terreni seminati a segale»; lat. farrāgo -ĭnis «1. mescolanza di biade per il bestiame; 2. qualità di grano scuro».38 V. abr. fërràinë f. «ségale, ferrana, erba nata dall’orzo e d’altri cereali, seminati per foraggio» (DAM, I:790).39 45. la Fratëccióla [la fratətˈtʃoːla] fs 870 m Var. it. la Fraticciola E.: «la fratta (dim.)»; abr. fratta f. «fratta, sièpe, macchia, luogo intricato di pruni e sterpi» (DAM, II:828).40 46. lë Frëššéitë [lə frəʃˈʃeːitə] fp 875 m Var. it. Fresciete 38 (TAM 173). Cfr. De Vecchis (1978:57-58); Massimi (2005:23). 40 Cfr. Giammarco (1960:136); De Vecchis (1978:58); Pellegrini (1990:245); Massimi (2005:24). 39 73 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «i cespuglieti»; abr. fruššë f. pl. «foglie» (DAM, I:843).41 O.: nel toponimo lë Frëššéitë è presente il suffisso -éitë, originatosi dal suffisso latino -ētu(m), particolarmente utilizzato nella creazione di fitotoponimi. 47. la Léšca [la ˈleːʃka] fs 1350 m IGM: la Lesca E.: «la striscia (di terreno)». V. abr. lésca f. ̴ «striscia di terreno» (DAM, II:997-998).42 48. Móndë Mëddzànë [ˈmondə mədˈdzaːnə] ms 1791 m IGM: Monte Mezzana E.: «monte Mëddzànë». Per la forma Mëddzànë Giammarco ipotizza una derivazione dal lat. medianus, der. di medius «mezzo» (REW 5452), oppure un’origine dai pers. latini Medius o Metius.43 49. Móndë Mijjë [ˈmondə ˈmijjə] ms 1711 m IGM: M. Miglio E.: v. Sottopar. 3.2.2. v. Móndë Migglië. 41 Cfr. De Vecchis (1978:58); Massimi (2005:24). Cfr. (TAM 213). 43 (TAM 240). 42 74 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 50. Móndë Parašànë [ˈmondə paraˈʃaːnə] ms 1422 m IGM: M. Parasano Ant. Parasape / Parasano sec. XII.44 E.: secondo Giammarco il toponimo Parasano costituisce la forma con metatesi di Passaràno, dal lat. *Passerianu(m), dal lat. pers. rom. Passerius, che indica il podere di un Passerio.45 51. Panëcàllë [panəˈkallə] ni 1675 m IGM: Serra di Panecaldo E.: la forma Panecaldo potrebbe forse derivare da un cognome a sua volta originatosi da un soprannome?46 52. la Pëngèra [la pənˈdʒɛːra] fs 963 m E.: lett. «la tegolaia»; abr. pìngë «tegola» + -èra. Il toponimo si riferisce alla presenza, nel passato, di una fornace dove si fabbricavano ed essiccavano tegole.47 53. lë Plèjë [lə ˈplɛːjə] fp 1376 m IGM: S.ra Plaia 44 Ceccaroni (2020:128). (TAM 284, 286). 46 In Emilia Romagna è attestato il cognome Pancaldi (www.gens.info). 47 Cfr. (TAM 306); Massimi (2005:30). 45 75 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: «le piagge». Cfr. abr. plajë f. ̴ «piaggia, declivio», dal lat. mediev. plagia(m) «pendio», nato prob. dall’incrocio del lat. PLĂGA «regione» col gr. plághios «laterale» o plághia «fianchi»48.49 54. Póndë dë lla Mandra [ˈpondə də lla ˈmandra] ms 927 m IGM: P.te della Mandra E.: «ponte del recinto»; lat. măndra(m) < gr. mándra «ovile, recinto». 50 La motivazione del toponimo dipende dall’esistenza, nel passato, di un recinto in questa località. 55. Pratë Bbaràṷnë [ˈpraːtə bbaˈraṷnə] ms 960 m Var. it. Prato Barone Altre denom: - Pratë Bbarónë E.: «prato Barone». Il toponimo conserva al proprio interno il cognome di un vecchio proprietario del terreno. 56. Prétë dë lla Lama [ˈpreːtə də lla ˈlaːma] fp 1124 m IGM: Pietre della Lama E.: «pietre dello smottamento».51 48 Cfr. Giammarco (1960:104-105); Pellegrini (1990:196); (TAM 309). V. Còšta i Plèjë. 50 Cfr. Giammarco (1960:161). 51 Sottopar. 3.2.2. v. Prétë dë lla Lama. 49 76 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 57. lë Rëšbbòtë [lə rəˈʃbbɔːtə] fp 1450 m IGM: le Svolte E.: «le svolte»; v. abr. rëšbbóta f. ̴ «svolta, curva» (DAM, III:1737). Il toponimo in questione sembrerebbe un riferimento alla conformazione del terreno. 58. Rìuië [ˈriːujə] ni 857 m Var. it. Rivoli E.: «fossi (dim.)»; dal lat. rīvus «ruscello». Si tratta di una delle sette frazioni del Comune di Ortona dei Marsi.52 59. lë Ròšë [lə ˈrɔːʃə] fp 985 m IGM: le Rosce E.: «le terre erose». Il toponimo lë Ròšë denomina una zona soggetta al fenomeno della carsificazione.53 60. Sa lla Villa [sa lla ˈvilla] ni 1079 m Var. it. Sulla Villa Ant. Vado Albonis sec. XII.54 52 Cfr. (TAM 336). Cfr. Pellegrini (1990:257); (TAM 342). 54 Ceccaroni (2020:127-128). 53 77 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: v. abr. villë «villaggio, casale», dal lat. vīlla(m) «casa di campagna».55 Si tratta di una delle sette frazioni del Comune di Ortona dei Marsi.56 61. Sanda Maria [ˈsanda maˈriːa] ni 1079 m Var. it. Santa Maria Ant. Fumegna secc. XI-XII.57 E.: il nome è motivato dall’esistenza, in tale località, della Chiesa di Santa Maria. 62. i Šcrëmónë [i ʃkrəˈmoːnə] ms 1050 m IGM: Scrimone E.: «la roccia a picco (accr.)». V. abr. scrëmónë m. ̴ «crinale, cresta di monte, colle ripido a due spartiacque» (DAM, IV:1939). 63. la Šféssa [la ˈʃfessa] fs 1050 m E.: «la fessura»; dall’agg. lat. fissilis «fendibile» (REW 3327).58 Si tratta di una profonda fessura nella roccia, visibile dall’abitato di Ortona dei Marsi, situata lungo il fianco nord-orientale di M. Civitella. 55 Giammarco (1960:168). Cfr. De Vecchis (1978:94); Gasca Queirazza (1990:827); Pellegrini (1990:235); Massimi (2005:35). 57 Ceccaroni (2020:127). 58 Alessio, De Giovanni (1983:108 n.445). 56 78 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 64. Sóprë la Sélva [ˈsoːprə la ˈselva] ni 1235 m IGM: Sopra la Selva E.: «sopra la selva». 65. Sóttë la Sélva [ˈsottə la ˈselva] ni 1000 m IGM: Sotto la Selva E.: «sotto la selva». 66. la Štatsiónë [la ʃtaˈtsjoːnə] fs 896 m Var. it. Stazione di Carrito - Ortona E.: «la stazione». Si tratta della stazione di Carrito - Ortona, posta lungo la ferrovia Roma - Pescara. 67. Tèrra Grandë [ˈtɛrra ˈgrandə] fs 1000 m IGM: Terra Grande E.: «terra grande». Si tratta di un chiaro riferimento ad un appezzamento di terreno di grandi dimensioni. 79 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 68. la Tórrë [la ˈtorrə] fs 1003 m E.: «la torre». Si tratta della torre, di forma cilindrica, del castello di Ortona dei Marsi. 69. i Vallàṷnë [i valˈlaṷnə] ms 1015 m Var. it. Vallone E.: «la valle (accr.)»; lat. vălle(m) + suff. -ōne(m). 70. la Vallë [la ˈvallə] fs 930 m IGM: la Valle E.: «la valle»; lat. vălle(m). 71. la Vallë dë Carritë [la ˈvallə də karˈriːtə] fs 1202 m IGM: Valle di Carrito E.: «la valle di Carrito». 72. Vallë Frédda [ˈvallə ˈfredda] fs 1183 m IGM: Valle Fredda 80 Capitolo Terzo Il corpus toponimico E.: v. Sottopar. 3.2.3. v. Vallë Frédda. 73. Vallë Pašquéië [ˈvallə paˈʃkweːjə] fs 910 m IGM: V. Pasquale E.: «valle Pasquale». Il toponimo conserva al proprio interno il nome di un vecchio proprietario del terreno. 74. Vallë San Ggiòrgë [ˈvallə san ˈddʒɔrdʒə] fs 910 m Var. it. Vallone di San Giorgio E.: «valle San Giorgio». Il toponimo potrebbe riferirsi all’esistenza di un antico luogo di culto oggi scomparso. 75. Vallónë dë Ggijjë [valˈloːnə də ˈddʒijjə] ms 1235 m IGM: V.ne del Ciglio E.: «vallone di Ciglio».59 Si tratta di un vallone situato nei pressi di C.le del Ciglio. 76. Vallónë dë Mëddzànë [valˈloːnə də mədˈdzaːnə] ms 1276 m IGM: V.ne di Mezzana E.: «vallone di Mëddzànë». Si tratta di un vallone situato nei pressi di M. Mezzana.60 59 60 V. i Cullë Cijjë. V. Móndë Mëddzànë. 81 Capitolo Terzo Il corpus toponimico 77. Vallónë Malabbrìna [valˈloːnə malabˈbriːna] ms 1054 m IGM: V.ne Malabrina E.: «vallone Malabrina».61 78. la Vërmënéšca [la vərməˈneːʃka] fs 892 m Var. it. la Verminesca E.: «il vermicaio»; vermine + suff. -isca. Secondo Giammarco il toponimo in questione indica un luogo infestato da vermi.62 79. Vërréjë [vərˈreːjə] ni 938 m IGM: Verrella E.: v. Sottopar. 3.2.3. v. Vërrìgglië. 80. lë Viggnë dë Césëië [lə ˈviɲɲə də ˈtʃeːsəjə] fp 868 m Var. it. Vigne di Cesoli E.: «le vigne di Cesoli». Il toponimo si riferisce all’esistenza, nel passato, di vigneti in quest’area. 61 62 Sottopar. 3.2.2. v. ël Vallónë dë Malabbrìna. (TAM 406). 82 Conclusione Conclusione Il corpus, redatto a seguito sia delle interviste che dello studio delle tavolette in scala 1:25000 dell’IGM, è composto da 210 toponimi riferiti a 188 luoghi. In esso, mediante una prospettiva diacronica e un’analisi etimologica, è possibile individuare le tracce dell’evoluzione storico-culturale e socioeconomica del territorio dell’Alta Valle del Giovenco. Fra i nomi di luogo inseriti all’interno del corpus sono presenti alcuni elementi toponimici per i quali si ipotizza un’origine prelatina: Prétë dë lla Lama: lāma «terreno acquitrinoso»; i Marrónë: marra «cumulo, mucchio di detriti, di sassi»; Pɪšchjë Pëcurarë: lat. med. pesclu(m) «cima rocciosa» < peesslúm / péstlúm «podio». Dopo la fine delle guerre sannitiche (III sec. a. C.), l’Alta Valle del Giovenco subì la romanizzazione, con tutti i mutamenti politici e socioeconomici che questo processo comportava. A livello linguistico, il latino cominciò lentamente a soppiantare le lingue delle popolazioni italiche. Per quanto riguarda un esame del sistema toponomastico dell’Alto Giovenco di età antica, questo appare del tutto impossibile a causa della totale assenza di reperti toponimici risalenti a tale periodo storico. Difatti, l’attuale sistema toponomastico poggia su quello medievale. In ogni modo, lo strato più consistente dei toponimi dell’Alta Valle del Giovenco è rappresentato da quelli di formazione latina. Per quel che concerne i geotoponimi, ovvero la categoria dei nomi di luogo ispirati dalle caratteristiche del suolo, è possibile fornire i seguenti esempi: Tra ll’Ara: arĕa(m) «aia»; i Cullë Cijjë: cĭliu(m) «rialzo»; lë Còppara: cŭppa(m) «coppa»; la Còšta: cŏsta(m) «costola, fianco»; la Fërchétta: dim. di fŭrca «forca»; la Fòssa; i Fussë: fŏssa(m); Cóllë Pëttsutë: «monte aguzzo»; lë Plèjë: plagia(m) «pendio»; i Vallàṷnë; la Vallë: vălle(m). Egualmente rappresentati sono poi gli idronimi, i nomi riferiti alle acque continentali di superficie: lë Fënduccë: dim. di fŏnte(m); la Padura: *padula < lat. palūde(m) «palude»; lë Sërièndë: «le sorgenti». I fitotoponimi conservano al loro interno le voci relative alla flora e possono apparire o singolarmente o in forma collettiva: i Carpënë: cărpinu(m) «carpine»; i Fajìtë: fagu(m) «faggio»; Fóndë dë llë Cëraša: cerăsu(m) «ciliegio»; la Špina dë lë Cërréta: «i boschi di cerri» < cerru(m). Gli zootoponimi traggono la propria motivazione dalla presenza di determinate specie animali su un dato territorio: Cóppë d’Urtsë; Grótta d’Urzë: ŭrsu(m); la Pëcèra: «la pulciaia»; la Vërmënéšca: «il vermicaio». 83 Conclusione Le tracce degli interventi dell’uomo sull’ambiente, quali pratiche di lavorazione e coltivazione dei terreni, attività estrattive, presenza di aziende rurali e allevamento del bestiame, sono presenti all’interno degli ergotoponimi: Móndë Migglië: mīliu(m) «miglio»; lë Prata: prātu(m); lë Viggnë dë Césëië: vīnea «vigna»; la Vëcènna: lat. med. vicenda «terreno su cui si pratica la rotazione agraria»; Casalóttë; i Casìnë: lat. tardo casālem; laccióttë; i Jèccë d’Anginë: abr. jaccë «stazzo» < lat. volg. *jaciu(m), da jacēre «giacere, coricare»; i Štaccë: statĭo «sosta, fermata»; Póndë dë lla Mandra: măndra(m) < gr. mándra «ovile, recinto»; la Fërrèra: «la ferriera». Alcuni toponimi indicano le porzioni di bosco sottoposte nel passato alla pratica della ceduazione: lë Cèsë; la Fóndë dë llë Cèsë; Césëië: «bosco ceduo» < cæsa(m), part. pass. di caedĕre; Tagliaréccia: «tagliareccia (di alberi)». I riferimenti alle misure e alle tipologie di proprietà dei terreni possono essere desunti da nomi di luogo come la Lungara: longurius «forma di terreno allungata»; lë Pëttsèllë: lat. med. abr. petia / peccia «tratto, pezzo di terreno»; la Léšca: lésca «striscia di terreno»; Tèrra Grandë: «terra grande». Tra i toponimi derivati da nomi personali (antropotoponimi), è possibile individuare alcuni prediali, formatisi da personali latini indicanti il nome dell’antico proprietario di un podere e caratterizzati, nella maggior parte dei casi, dalla presenza del suffisso denominale -ànë (< -ānum): Cambë Tattsànë: Tattius; Móndë Mëddzànë: Medius / Metius; Móndë Parašànë: Passerius; Fóndë d’Appia: Appius. Nel corpus, sono presenti solo due toponimi che sembrerebbero derivare da personali germanici. Sono i casi di Farrónë < germ. - lat. Fáro e Ašchië < long. Asco. Invece, risultano essere numerosi gli antropotoponimi originatisi da soprannomi o nomi di persona più recenti: Cóllë Bbërnardë; Cóllë dë Ggiulië; Vallónë dë Quëštandinë; Còšta Bbërnardë; Fóndë Martinë; ël Vallónë dë Nṷófrë: (O)nofrio; Vallë Pašquéië: Pasquale. Lo studio degli agiotoponimi permette di attestare l’esistenza, nel passato, di luoghi di culto successivamente scomparsi: Cóllë Sandë Štéfanë; la Fëndana dë Sandë Nëcòla; la Fóndë Sandë Fëlìcë; Vallë San Ggiòrgë. Alla toponomastica sacra appartengono anche le denominazioni la Cóna e la Quërëcétta. Giunti al termine di questa disamina storico-etimologica della toponomastica dell’Alta Valle del Giovenco, è possibile affermare che il presente lavoro può fornire utili informazioni non soltanto per il linguista, ma anche per lo storico, per l’archeologo, per il geografo, per il geologo e per il botanico. In futuro, questa ricerca potrebbe essere approfondita oppure estesa ai territori limitrofi per indagare ogni singola realtà e per chiarire le diverse particolarità che vi si presentano. Proprio per l’esigenza di ricerche di maggiore approfondimento si asserisce che uno degli intenti di questo lavoro è stato quello di fornire una base comune per accrescere la mole di dati nell’ambito degli studi sulla toponomastica centro-meridionale. Difatti, la conformità strutturale connessa a un comune insieme 84 Conclusione di esempi rende più agevole la comparazione dei dati e di conseguenza favorisce il sorgere di altre ricerche simili. 85 Bibliografia, Sitografia e Cartografia Bibliografia (AIS) Jaberg Karl, Jud Jakob, Sprach- und Sachatlas Italiens und der Sudschweiz, 8 voll., Zofingen (1928-1940), Ringier. Alessio Giovanni, De Giovanni Marcello, Preistoria e protostoria linguistica dell’Abruzzo, Lanciano 1983, Itinerari. (ALI) Atlante linguistico italiano, VIII voll., Roma (1995-), Istituto poligrafico e Zecca dello Stato. Amendola Vincenzo, Ortona dei Marsi: 2300 anni di storia, Roma 1990, Dell’Urbe. Aprile Marcello, Fonti per la conoscenza del lessico medievale in Italia meridionale. 1. Il «Cartulario» del Monastero di Santa Maria delle Tremiti, in Mattesini Enzo e Vignuzzi Ugo (a cura di), Contributi di filologia dell’Italia mediana, XV, Perugia 2001, Opera del Vocabolario dialettale umbro, pp. 5-87. Aprile Marcello, Fonti per la conoscenza del lessico medievale in Italia meridionale. 2. Le carte del Monastero di San Modesto in Benevento, in Mattesini Enzo e Vignuzzi Ugo (a cura di), Contributi di filologia dell’Italia mediana, XVI, Perugia 2002, Opera del Vocabolario dialettale umbro, pp. 5-21. Avolio Francesco, Bommèspre. Profilo linguistico dell’Italia centro-meridionale, San Severo 1995, Gerni. Avolio Francesco, L’Abruzzo, in Manlio Cortelazzo et alii (a cura di), I dialetti italiani: storia, struttura, uso, Torino 2002, UTET, pp. 568-603. Avolio Francesco, Il Molise, in Manlio Cortelazzo et alii (a cura di), I dialetti italiani: storia, struttura, uso, Torino 2002, UTET, pp. 608-625. Bielli Domenico, Vocabolario abruzzese, Casalbordino 1930, De Arcangelis. Bigalke Rainer, Abruzzese, Languages of the world/materials, München - Newcastle 1996, LINCOM EUROPA. 86 Bibliografia, Sitografia e Cartografia (a) Boccia Davide, La toponomastica del Comune di Opi (AQ), Torino 2016, s.e. (b) Boccia Davide, Lessico dei termini geografici del dialetto di Opi (AQ), Torino 2016, pp. 1-51. Boccia Davide, La toponomastica dell’Alta Val di Sangro, Torino 2017, Tipografia Monti. Buccella Filippo, Ortona dei Marsi in una cronaca del XVIII secolo, Roma 1972, Fratelli Palombi. Caffarelli Enzo, Il rapporto etimologia-motivazione-uso in toponomastica, in Alberto Manco (a cura di), Toponomastica e linguistica: nella storia, nella teoria, Quaderni di AIΩN, Nuova Serie I, Collana di Studi diretta da Domenico Silvestri e Alberto Manco, Napoli 2013, pp. 33-56. Caranfa Angelo, Alcune note su due toponimi medievali dell’Alto Sagittario, in Gatta Maria Rosaria e Grossi Enrico Domenico (a cura di), Villalago dall’XI al XIV secolo: la mane de l’ova!, Villalago 2007, Associazione “Villalago in Flaturno”, pp. 143-148. Castiglioni Luigi, Mariotti Scevola, Il vocabolario della lingua latina, Torino 1990, Loescher. Ceccaroni Emanuela, Dalle antichità marsicane all’archeologia della Marsica, Avezzano 2020, Kirke. Chiappinelli Luigi, Lessico idronomastico del casertano, L’Italia dialettale. Rivista di Dialettologia Italiana, L, Pisa 1989, pp. 83-134. Chiappinelli Luigi, Microtoponimi della Basilicata, L’Italia dialettale. Rivista di Dialettologia Italiana, LIV, Pisa 1993, pp. 199-246. Chiappinelli Luigi, Nomi di sorgenti nel salernitano, L’Italia dialettale. Rivista di Dialettologia Italiana, LV, Pisa 1994, pp. 137-152. Chiappinelli Luigi, Lessico idronomastico della Campania, Quaderni di AIΩN, Nuova Serie-2, Collana di Studi diretta da Domenico Silvestri, Napoli 1999. Chiappinelli Luigi, Microtoponimi della Puglia, L’Italia dialettale. Rivista di Dialettologia Italiana, LXII, Pisa 2001, pp. 147-200. Chiappinelli Luigi, Lessico idronomastico dell’Abruzzo e del Molise, Quaderni di AIΩN, Nuova Serie-7, Collana di Studi diretta da Domenico Silvestri, Napoli 2002. 87 Bibliografia, Sitografia e Cartografia Chiappinelli Luigi, Nomi di luogo in Campania. Percorsi storico-etimologici, I Quaderni di «Le Radici & il Futuro», Collana di studi, documenti, testimonianze dal e sul Sud diretta da Guido D’Agostino, 5, Napoli 2012. Cianciusi Walter, Grossi Giuseppe, Irti Umberto, Profili di archeologia marsicana, Avezzano 1980, Rotary Club di Avezzano. Cianciusi Walter, Profilo di storia linguistica della Marsica, Banca popolare della Marsica, Roma 1988, Tipografia Graziani. (CIL) Mommsen Theodor, Corpus Inscriptionum Latinarum. Consilio et auctoritate Academiae Litterarum Regiae Borussicae, IX-X voll., Berlino 1883, Reimerum. Colapietra Raffaele, L’articolazione feudale di Abruzzo, Molise e Capitanata in età moderna in rapporto al sistema della dogana, Studi storici meridionali, anno VIII, III, Bari 1988, pp. 283-295. Conte Lidia, Grassi Aldo, M’ r’cord’ quand’…C’era una volta…a San Sebastiano, Cisterna di Latina 2012, s.e. Conti Simonetta, Territorio e termini geografici dialettali nel Lazio, Roma 1984, Istituto di Geografia dell’Università. Corsignani Pietro Antonio, Reggia Marsicana, ovvero Memorie topografiche-storiche di varie Colonie e città antiche della Provincia dei Marsi e di Valeria, II voll., Napoli 1738, Parrino. Cortelazzo Manlio, Marcato Carla, Dizionario etimologico dei dialetti italiani, Torino 2005, UTET. Coscetta Pino, Grassi Ermanno, Il paese della memoria. San Sebastiano dei Marsi dalle origini ai giorni nostri, 1997, s.e. Crognale Luigi, Dizionario dei termini e dei concetti usati nel dialetto castellino (1855), in Nicola Fiorentino e Michele Scioli (a cura di), Quaderni di Rivista Abruzzese, 23, Lanciano 1997. Cusan Federica, Rivoira Matteo, Conoscere i nomi, conoscere i luoghi: dinamiche di trasmissione dei saperi toponimici, in Gretter Alessandro, Porcellana Valentina e Zanini Roberta Clara (a cura di), Alpi in mutamento. Continuità e discontinuità nella trasmissione delle risorse in area alpina, Mondi locali, villaggi globali, 5, Alessandria 2015, Edizioni dell’Orso, pp. 97-127. 88 Bibliografia, Sitografia e Cartografia D’Acunti Gianluca, Zamboni Alberto, Formazione e tipologia delle strutture onomastiche, in Serianni Luca, Trifone Pietro (a cura di), Storia della lingua italiana, II vol. Scritto e parlato, Torino 1994, Einaudi, pp. 795-878. (DAM) Giammarco Ernesto, Dizionario abruzzese e molisano, I-V voll., Roma 19681985, Edizioni dell’Ateneo. De Felice Emidio, Dizionario dei cognomi italiani, Milano 1978, Mondadori. De Giovanni Marcello, Studi linguistici, Verona 1974, Anteditore. De Giovanni Marcello, Kora. Storia linguistica della provincia di Chieti, Chieti 1989, Vecchio Faggio. De Giovanni Marcello, Studi linguistici, Pescara 1995, Istituto di Studi Abruzzesi. (DEI) Battisti Carlo, Alessio Giovanni, Dizionario etimologico italiano, Firenze (19501957), Barbera. (DELI) Cortelazzo Manlio, Zolli Paolo, Dizionario etimologico della lingua italiana, Bologna 1979, Zanichelli. De Nino Antonio, Ortona, in Notizie degli Scavi di Antichità comunicate alla Reale Accademia dei Lincei, Roma 1891, pp. 240-242. (DETI) Cappello Teresa, Tagliavini Carlo, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna 1981, Pàtron. De Vecchis Gino, Territorio e termini geografici dialettali nel Molise, Roma 1978, Istituto di Geografia dell’Università. Devoto Giacomo, Giacomelli Gabriella, I dialetti delle regioni d’Italia, Firenze 1972, Sansoni. Devoto Giacomo, Gli antichi italici, Firenze 1977, Vallecchi. (a) Di Pietro Andrea, Sulle Principali Antichità Marsicane, Aquila 1869, Tipografia Aternina. (b) Di Pietro Andrea, Agglomerazioni delle popolazioni attuali della Diocesi dei Marsi, Avezzano 1869, Tipografia Marsicana. 89 Bibliografia, Sitografia e Cartografia Di Vasto Leonardo, Stratificazioni linguistiche negli idronimi del Parco del Pollino, in Caffarelli Enzo (a cura di), RION – Rivista Onomastica Italiana, XIX, 2, 2013, pp. 533570. Du Cange Charles, Glossarium mediae et infimae latinitatis, I-X voll., Niort 1883-1887, Favre. Faré Paolo, Postille italiane al «Romanisches Etymologisches Wörterbuch» di W. Meyer-Lübke. Comprendenti le «Postille italiane e ladine di Carlo Salvioni», Milano 1972, Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Ferrante Giulia, Grotte e ricoveri pastorali: la microtoponomastica montana di Pennapiedimonte (CH), Università degli Studi di Torino (Tesi di Laurea), Torino 2015. Finamore Gennaro, Vocabolario dell’uso abruzzese (parlata di Gessopalena), rist. anast. della prima edizione del 1880, Lanciano 1991, Carabba. Finamore Gennaro, Vocabolario dell’uso abruzzese (parlata di Lanciano), rist. anast. della edizione di Città di Castello del 1893, Bologna 1967, Forni. Francipane Michele, Dizionario ragionato dei cognomi italiani, Milano 2005, BURRizzoli. Gasca Queirazza Giuliano et alii, Dizionario di toponomastica: Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino 1990, UTET. Genre Arturo, Jalla Daniele, L’Atlante Toponomastico del Piemonte Montano, in ATPM Aisone (area occitana), 2, Torino 1993, Vivalda, (testo pubblicato in tutti i volumi successivi). Giammarco Ernesto, Lessico dei termini geografici dialettali dell’Abruzzo e del Molise, Centro di Studi Abruzzesi, Roma 1960, La Rotografica romana. (a) Giammarco Ernesto, Abruzzo antico e nuovo. Abruzzo italico e romano, Istituto di Studi Abruzzesi, Pescara 1973, Tipografia Ferretti. (b) Giammarco Ernesto, Abruzzo dialettale, Istituto di Studi Abruzzesi, Pescara 1973, Tipografia Ferretti. Giammarco Ernesto, Toponomastica e storia del Fucino, in Abruzzo. Rivista dell’Istituto di Studi Abruzzesi, anno XV, n. 1-3, Roma 1978, Edizioni dell’Ateneo e Bizzarri, pp. 1-11. 90 Bibliografia, Sitografia e Cartografia Giammarco Ernesto, Abruzzo, Pisa 1979, Pacini. Giammarco Ernesto, Il dominio longobardo in Abruzzo, Roma 1994, Gruppo Editoriale Internazionale. Grassi Corrado, Sobrero Alberto, Telmon Tullio, Fondamenti di dialettologia italiana, Roma-Bari 1997, Laterza. Grassi Corrado, Sobrero Alberto, Telmon Tullio, Introduzione alla dialettologia italiana, Roma-Bari 2008, Laterza. Grassi Ermanno, San Sebastiano dei Marsi. Cento anni di storia in immagini, Sulmona 2001, La Moderna. Grifoni Cremonesi Renata, L’area del Parco Nazionale d’Abruzzo e del Pre-Parco dal Paleolitico all’età del Bronzo, in Il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo nell’antichità, Atti del 1˚ Convegno nazionale di Archeologia di Villetta Barrea 1-3 maggio 1987, Civitella Alfedena 1988, Edizioni L’ORSA, pp. 19-26. (a) Grossi Giuseppe, Il territorio del Parco nel quadro della civiltà safina (X-IV sec. a.C.), in Il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo nell’antichità, Atti del 1˚ Convegno nazionale di Archeologia di Villetta Barrea 1-3 maggio 1987, Civitella Alfedena 1988, Edizioni L’ORSA, pp. 65-109. (b) Grossi Giuseppe, Topografia antica del territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo (III sec. a.C. – VI sec. d.C.), in Il territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo nell’ antichità, Atti del 1˚ Convegno nazionale di Archeologia di Villetta Barrea 1-3 maggio 1987, Civitella Alfedena 1988, Edizioni L’ORSA, pp. 111-135. Iacobucci Renzo, La diffusione dei sostantivi e dei toponimi derivati da plescu(m) in Campania: l’esito c(i)esco, in De Blasi Nicola e Sornicola Rosanna (a cura di), Bollettino Linguistico Campano, 3/4, Napoli 2003, Liguori, pp. 25-61. Jamison Evelyn (a cura di), Catalogus baronum, Roma 1972, Istituto storico Italiano. (LEA) Giammarco Ernesto, Lessico etimologico abruzzese. Vol. V del DAM, Roma 1985, Edizioni dell’Ateneo. Letta Cesare, ‘Oppida’, ‘vici’ e ‘pagi’ in area Marsa. L’influenza dell’ambiente naturale sulla continuità delle forme di insediamento, in Geografia e storiografia nel mondo classico, Milano 1988, Vita e pensiero, pp. 217-233. 91 Bibliografia, Sitografia e Cartografia Letta Cesare, Una popolazione italica: i Marsi dalla formazione dell’ethnos alla romanizzazione, in Stoduti Piero (a cura di), Miscellanea archeologica in onore di Antonio Mario Radmilli, XII, Pisa 1994, ETS, pp. 153-170. Letta Cesare, I culti di Vesuna e di Valetudo tra Umbria e Marsica, in Bonamente Giorgio, Coarelli Filippo (a cura di), Assisi e gli Umbri nell’antichità, Atti del Convegno Internazionale, Assisi 18-21 dicembre 1991, Assisi 1996, Società Editrice Minerva, pp. 317-339. Loporcaro Michele, Profilo linguistico dei dialetti italiani, Bari 2009, Laterza. Manzi Aurelio, Flora popolare d’ Abruzzo, Lanciano 2001, Rocco Carabba. Massimiani Antonio, Le chiese nel territorio di Ortona dei Marsi, L’Aquila 2004, Graphitype. Massimi Gerardo, Toponomastica, minoranze linguistiche e paesaggi tra Abruzzo e Molise: il caso dell’isola alloglotta croata, in Minoranze linguistiche e Italiano L2 in area abruzzese e molisana. Tra sociolinguistica e glottodidattica, Atti del Convegno internazionale di studi dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di ChietiPescara 6-8 aprile 2005, pp. 1-41. Massimi Gerardo, Le voci ricorrenti in Abruzzo nella toponomastica di fonte IGM (serie 25//V), Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi “Gabriele D’ Annunzio” di Chieti-Pescara, Pescara 2008, pp. 1-35. (a) Massimi Gerardo, Luoghi e toponimi delle regioni agrarie d’ Abruzzo. Regione agraria AQ 14 Alto Sangro, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi “Gabriele D’ Annunzio” di Chieti-Pescara, Pescara 2011, pp. 1-21. (b) Massimi Gerardo, Luoghi e toponimi dalla Conca del Fucino alla Conca Peligna, Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi “Gabriele D’ Annunzio” di Chieti-Pescara, Pescara 2011, pp. 1-44. Maturi Pietro, I suoni delle lingue, i suoni dell’italiano, Bologna 2006, Il Mulino. Merlo Clemente, Fonologia del dialetto di Sora, rist. anast. dell’edizione di Pisa del 1920, Sala Bolognese 1978, Forni. Olivieri Dante, Dizionario di toponomastica piemontese, Brescia 1965, Paideia. 92 Bibliografia, Sitografia e Cartografia Ortolano Pierluigi, Ernesto Giammarco e la questione dei longobardismi nell’abruzzese, in Poli Diego (a cura di), Rivista italiana di linguistica e di dialettologia, XVIII, Pisa-Roma 2016, Fabrizio Serra Editore, pp. 105-114. Pansa Giovanni, Saggio di uno studio sul dialetto abruzzese, rist. anast. dell’edizione di Lanciano del 1885, Sala Bolognese 1977, Forni. Passigli Susanna, L’ambiente naturale delle zone umide nella toponomastica del Lazio medievale, in Caffarelli Enzo (a cura di), RION – Rivista Onomastica Italiana, II, 2, 1996, pp. 320-353. Patota Giuseppe et alii, Dizionario italiano, Varese 2008, Garzanti. Pellegrini Giovan Battista, Carta dei Dialetti d’Italia, Pisa 1977, Pacini. Pellegrini Giovan Battista, Toponomastica italiana: 10.000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, fiumi, nomi spiegati nella loro origine e storia, Milano 1990, Hoepli. Poccetti Paolo, Considerazioni sul tipo toponomastico Pesco nell’Italia centromeridionale, L’Italia dialettale. Rivista di Dialettologia Italiana, XLVI, Pisa 1983, pp. 245-254. Radmilli Antonio Mario, L’Abruzzo dal Paleolitico inferiore alle genti Italiche, Cerchio 1993, Polla Editore. (REW) Meyer-Lübke Wilhelm, Romanisches Etymologisches Wörterbuch, Heidelberg 1935, Winter. Rivoira Matteo, Il patrimonio toponimico del Piemonte montano: percorsi di lettura della banca dati dell’Atlante Toponomastico del Piemonte Montano (ATPM), in Arena Renato (a cura di), Atti del Sodalizio Glottologico Milanese, V, Milano 2011, Nuova Serie, pp. 168-186. Rivoira Matteo, Classer l’espace: le patrimoine toponymique oral d’une communauté de la Vallée du Pélis: Rorà (Piemont – Italie), in Dalla Bernardina Sergio (a cura di), Analyse culturelle du paysage: le paysage comme enjeu, (135e Congrès des sociétés historiques et scientifiques, Neuchâtel, 2010), Parigi 2012, Éditions du CTHS, pp. 113125. Rohlfs Gerhard, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, I vol. Fonetica, Torino 1966, Einaudi. 93 Bibliografia, Sitografia e Cartografia Sabatini Francesco, Riflessi linguistici della dominazione longobarda nell’Italia mediana e meridionale, Firenze 1964, Leo Samuele Olschki. Salmon Edward Togo, Il Sannio e i Sanniti, Torino 1985, Einaudi. Semplice Federica, La microtoponomastica del comune di Lucoli (AQ): raccolta sul campo, trascrizione e analisi, Università degli Studi dell’Aquila (Tesi di Laurea), L’Aquila 2017. Silvestri Domenico, Il tipo toponomastico Gioia nell’Italia meridionale, L’Italia dialettale. Rivista di Dialettologia Italiana, XXXVII, Pisa 1974, pp. 167-179. (TAM) Giammarco Ernesto, Toponomastica abruzzese e molisana, Roma 1990, Edizioni dell’Ateneo. (TCI) Touring Club Italiano, Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in Marco Laurini (a cura di), L’Italia - Abruzzo e Molise, 22 vol., Milano 2005, Touring Editore. Tito Livio, Ab urbe condita libri, Decade I, Libro X, Cap.2° (la numerazione delle pagine è data in base alla ristampa del titolo). Villa Eligio, Grammatica e ortografia dei dialetti abruzzesi, L’Aquila-Roma 1992, Japadre. Vitte Pierre, Le campagne dell’alto Appennino. Evoluzione di una società montana, Edizione italiana a cura di Angelo Turco, Milano 1995, Unicopli. Sitografia Academia.edu, http://www.academia.edu (consultato il 10/12/2020). Toponomastica-Toponymy, 10/12/2020). http://asciatopo.altervista.org 94 (consultato il Bibliografia, Sitografia e Cartografia IPA for English, http://it.wikipedia.org./wiki/Help:IPA for English (consultato il 10/12/2020). Parco Nazionale d’ Abruzzo, Lazio e Molise, http://www.parcoabruzzo.it (consultato il 10/12/2020). Valle del Giovenco, http://www.valledelgiovenco.it (consultato il 10/12/2020). Vocabolario Treccani, http://www.treccani.it/vocabolario (consultato il 10/12/2020). Wikipedia, http://it.wikipedia.org/ (consultato il 10/12/2020). Cartografia CARTA ESCURSIONISTICA DEI MONTI MARSICANI (Pescasseroli - Opi- Villetta Barrea Civitella Alfedena - Barrea): Scala 1:25.000. Carta aggiornata al 31/03/2005 - “Dai tipi dell’Istituto Geografico Militare (Autorizzazione N.6001 in data 28/02/2005)”, Sulmona 2005, Il Lupo. CARTA ESCURSIONISTICA MONTI MARSICANI - MAINARDE - VALLE DEL GIOVENCO MONTI DELLA META (Pescasseroli - Opi - Villetta Barrea - Civitella Alfedena - Barrea): Scala 1:25.000. Elaborazione cartografica dai tipi dell’Istituto Geografico Militare, Sulmona 2013, Il Lupo. CARTA TURISTICO - ESCURSIONISTICA (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise): Scala 1:50.000. Carta aggiornata al 01/01/2018, Firenze 2018, S.E.L.C.A. Google Maps, http://maps.google.it/ 95 Indice dei toponimi Indice dei toponimi* ggl’Acciṷóttë Iacciotto Seb. 47 l’Acquëtìnë Accodino Or. 61 a Mmóndë Via VittorioEmanuele Bis. 24 l’Andèra C.le Lantera Bis. 24; Or. 61; Seb. 47 l’Andéra C.le Lantera As. 56 j’Argatónë M. Argatone Bis. 24 Artàṷna Ortona (dei Marsi) Or. 61 Artóna Ortona (dei Marsi) As. 56 Ašchië Aschi (Alto) As. 56; Or. 62 l’Atéssa l’Atessa Bis. 24 Bbëségna Bisegna Bis. 25; Seb. 47 Bbëségna Vécchjë Bisegna Vecchia Bis. 25 lë Bbianghë le Bianche Bis. 26 Bbócca dë Mëddzànë Bocca Mezzana Or. 62 * Nella prima colonna sono elencate, in ordine alfabetico, le varianti dialettali dei nomi di luogo; nella seconda le varianti italianizzate presenti sulle tavolette dell’IGM; nella terza il/i comune/i o la/le frazione/i di appartenenza seguito/i dal numero di pagina. 96 Indice dei toponimi Or. 62 la Bbóttë la Botte ël Calvarië Mad.na del Calvario Cambë Taštìnë Campo Castino Or. 62 Cambë Tattsànë Tazzano Or. 63 la Cammënàta la Camminata Or. 63 Capa llë Prata Capo le Prata Bis. 26 i Carpënë C.le del Carpino Bis. 26 Carritë Carrito Or. 63 la Carròttsa la Carrozza Bis. 26 la Casa dë lla Sëgnóra ne. Seb. 48 i Casalë Casali d’Aschi As. 57 i Casalë Ašchië Casali d’Aschi As. 57 Casalóttë Casalotto Or. 64 lë Casèttë le Casette Bis. 27 i Casìnë il Cassino Or. 64 i Caštéjë il Castello d’Ortona Or. 64 Caštijàṷnë Castiglione Or. 64 Seb. 47 ël Cavùtë ne. Seb. 48 la Cëllarèlla Via per Bisegna Seb. 48 Césëië Cesoli Or. 65 la Cëvëtélla M. Civitella As. 57 lë Cèsë le Cese Chërchëmèlla Corcumella 97 Bis. 27 Or. 65 Indice dei toponimi la Ciòcca la Ciocca Bis. 27 Cólla Fóndë C.le della Fonte Or. 66 Cóllë Bbërnardë C.le Bernardo Bis. 28 Cóllë Cavèjë Collecavallo Or. 65 Cóllë d’Artàṷna Colle d’Ortona Or. 66 Cóllë dë Césëië Colle Cesoli Or. 66 Cóllë dë Ggiulië C. di Giulio Bis. 28 Còllë dë Rjéndzë C.le Arienzo Seb. 48 Cóllë Pallëttèra Colle Pallettera Cóllë Pëttsutë C.le Pizzuto Cóllë Sandë Štéfanë C.le S. Stefano Or. 67 la Còna la Cona Bis. 28 la Cóna la Cona Seb. 49 lë Còppara le Coppette Or. 67 Cóppë d’Urtsë Coppo dell’Orso Bis. 28 la Còšta la Costa Or. 67 Còšta Bbërnardë C.ta Bernardo Seb. 49 Còšta i Plèjë Costa di Pleia Or. 68 i Crëvéllë C.le Crivello Bis. 29 i Cullë Cijjë C.le del Ciglio Or. 68 Curnɨtë dë Sàṷprë Cornito di Sopra Or. 68 Curnɨtë dë Sóttë Cornito di Sotto Or. 68 Dragonara Dragonara Bis. 29 98 Or. 66 Seb. 49 Indice dei toponimi i Fajìtë M. Faito Or. 69 Farrónë Vallone Farrone Or. 69 llë Fëlarèlla V.ne Filarello Bis. 29 Fèmmëna Mòrta Femmina Morta la Fëndana dë Sandë Nëcòla Font.na S. Nicola Or. 69 lë Fënduccë la Fontuccia Bis. 30 lë Fënnéllë Fonnelle Or. 70 la Fërchétta Forca di S. Sebastiano la Fërrèra la Ferriera (rud.i) Bis. 30 la Fërréra la Ferriera (rud.i) Seb. 50 ël Fjèštë Festo Seb. 50 ël Fiumë F. Giovenco Seb. 51 i Fiumë F. Giovenco As. 57; Bis. 30; Or. 70 Fóndë d’Appia Fonte d’Appia Bis. 31 la Fóndë dë Bbëségna Vécchjë ne. Bis. 31 la Fóndë dë Jèmma F.te Gemma Or. 70 la Fóndë dë lla Vallë F.te Valle Bis. 31 Fóndë dë llë Cëraša F.te Cerasa Bis. 31 la Fóndë dë llë Cèsë F.te delle Cese Bis. 32 la Fóndë dë llë Prata F.te delle Prata Bis. 32 la Fóndë dë Salë Fonte di Sale la Fóndë dë Tra ll’Ara ne. Bis. 32 Fóndë Duna Sorg.te Duna Bis. 32 99 Seb. 50 Bis. 30; Seb. 50 Or. 70 Indice dei toponimi Fóndë i Adavìna F.te Davina As. 58 Fóndë Jušta C.se Fonte Giusta Or. 71 Fóndë Majùra Fonte Maiora Or. 71 Fóndë Mandìlë Fonte Mandili Or. 71 Fóndë Martinë Sorg.te Martino Bis. 33 Fóndë Sanda Fonte Santa Or. 71 la Fóndë Sandë Fëlìcë Font.na S. Felice Or. 72 Fórca Carùsë Forca Caruso Or. 72 la Fòssa V. della Fossa Bis. 33 i Fóssë d’Ašchië F.so d’Aschi Or. 72 Fóssë Palangàrë Fosso Palancaro Or. 73 lë Frajìnë Fraino Or. 73 la Fratëccióla la Fraticciola Or. 73 lë Frëššéitë Fresciete Or. 73 i Fussë F.so d’Aschi As. 58 Grótta d’Urzë Grotta d’Orso Seb. 51 laccióttë Iacciotto Bis. 33 Iavatónë Iavatone Bis. 33 i Jèccë d’Anginë C.le Stazzo d’Ancino Bis. 34 la Léšca la Lesca Or. 74 la Lungara Lungara Bis. 34 Macchia dë Rósë Macchia di Rose Bis. 34 lë Macchië le Macchie Bis. 35 100 Indice dei toponimi i Macërónë C.le Macerone la Madònna dë Llërita Mad.na di Loreto Bis. 35 Seb. 51 i Marrónë ne. Bis. 35 la Mëndagna Montagna Grande Bis. 36 la Mëndagna il Monte Bis. 36 Móndë Mëddzànë Monte Mezzana Móndë Migglië M. Miglio Seb. 51 Móndë Mijjë M. Miglio Or. 74 Móndë Parašànë M. Parasano Or. 75 la Padùra la Padura Bis. 36 la Palma Pattsa Palma Pazza Bis. 37 Panëcàllë Serra di Panecaldo Or. 75 la Pëcèra Sorg.te Pulciara la Pëngèra ne. la Pëngèra le Pincere (rud.i) Or. 74 Seb. 52 Or. 75 Seb. 52 lë Pëttsèllë le Pezzelle Bis. 37 Pɪšchjë Pëcurarë Peschio Pecoraro As. 58 lë Plèjë Póndë dë lla Mandra S.ra Plaia P.te della Mandra Or. 75 Or. 76 i Póndë dë San Ggëvènnë ne. Bis. 37 i Pëndëcillë ne. Bis. 37 Pratë Bbaràṷnë Prato Barone Or. 76 Pratë Bbarónë Prato Barone Or. 76 101 Indice dei toponimi lë Prata le Prata Bis. 38 lë Prata di Lupë Prati del Lupo Bis. 38 ël Pratónë Pratone Seb. 52 i Pratónë Pratone As. 59 Prétë dë lla Lama Pietre della Lama Or. 76; Seb. 52 lë Prétë ë lla Lama Pietre della Lama As. 59 la Préta di Prìngëpë la Pietra del Principe Bis. 38 lë Prétë Ggëndìlë M. Pietra Gentile Bis. 39 la Pundaróla Puntarolo As. 59 la Quaglia la Quaglia Bis. 39 i Quëdónë il Codone Bis. 39 la Quërëcétta le Crocette Seb. 53 ël Quërtìlë ne. Seb. 53 Rapinnëlë Costa Rapindola Seb. 53 lë Rëšbbòtë le Svolte Or. 77 Rìuië Rivoli Or. 77 Rósa Pinnëla Rosa Pinnola Bis. 40 lë Ròšë le Rosce Or. 77 Sa lla Villa Sulla Villa Or. 77 San Ggëvènnë S. Giovanni Bis. 40 Sanda Lëcìa F.te Lucia Seb. 53 Sanda Maria Santa Maria Sanda Vaštianë San Sebastiano dei Marsi 102 Or. 78 Bis. 40 Indice dei toponimi Sanda Vaštiènë San Sebastiano dei Marsi i Šcrëmónë Scrimone Or. 78 i Sërbatóië Serb.io Bis. 40 ël Sërbbatóië Serb.io Seb. 54 lë Sërièndë la Sorgente Bis. 41 la Šféssa ne. Or. 78 Sóprë la Sélva Sopra la Selva Or. 79 Sóttë la Sélva Sotto la Selva Or. 79 Sóttë lë Štallë ne. Seb. 54 la Špina dë lë Cërréta Spina Cerreto Bis. 41 i Špórtë Via Mazzini Bis. 41 Pë Sóttë Via Mazzini Bis. 41 i Štaccë Stazzo Bis. 42 lë Štallë le Stalle Bis. 42 la Štatsiónë Stazione di Carrito - Ortona Or. 79 Tagliaréccia M. Tagliareccia Bis. 42 Tèrra Grandë Terra Grande Or. 79 Tèrra Lónga Terra Lunga Bis. 42 la Tërratta la Terratta Bis. 43 la Tórrë la Torre Or. 80 la Tórrë la Torre Seb. 54 Tra ll’Ara ne. Bis. 43 i Vadë ne. Bis. 43 103 Seb. 54 Indice dei toponimi i Vallàṷnë Vallone Or. 80 la Vallë la Valle As. 59; Bis. 43 la Vallë la Valle Or. 80 Vallë Acquara Valle Acquara Bis. 44 la Vallë dë Carritë Valle di Carrito Or. 80 la Vallë dë Fóndë d’Appia Valle di Fonte d’Appia Bis. 44 Vallë dë Lèprë Val di Lepre Bis. 44 Vallë dë Tërraégna Valle di Terraegna Bis. 44 Vallë Frédda Valle Fredda As. 60; Or. 80 Vallë Pašquéië V. Pasquale Or. 81 Vallë Pëlósa V. Ombrosa Bis. 45 Vallë San Ggiòrgë Vallone di San Giorgio Or. 81 Vallónë dë Ggijjë V.ne del Ciglio Or. 81 i Vallónë dë ll’Atéssa V.ne dell’Atessa Bis. 45 ël Vallónë dë Malabbrìna V.ne Malabrina Seb. 55 Vallónë dë Mëddzànë V.ne di Mezzana Or. 81 ël Vallónë dë Nṷófrë V.ne d’Onofrio i Vallónë dë Pèquëra Mòrta V.ne di Pecora Morta Bis. 45 Vallónë dë Quëštandinë V.ne di Costantino Bis. 46 Vallónë Malabbrìna V.ne Malabrina Or. 82 la Vëcènna Vicenna Grande Bis. 46 la Vërmënéšca la Verminesca Or. 82 Vërréjë Verrella Or. 82 104 Seb. 55 Indice dei toponimi Vërrìgglië Verrella As. 60 la Via di Fiašchë ne. Bis. 46 lë Viggnë dë Césëië Vigne di Cesoli Or. 82 105 Tavole Tavole Carte 70 23 16 72 77 33 65 60 7 14 46 6 5844 79 35 25 50 53 21 71 68 78 30 49 8 74 2 15 18 47 28 22 48 56 38 32 59 27 6940 45 19 55 36 3 43 34 13 9 10 73 76 74 37 12 29 62 64 75 52 17 41 66 51 54 39 ©2020 Google Maps © 2020 (http://maps.google.it) Carta 3 – Collocazione dei toponimi del territorio del Comune di Bisegna. 106 Tavole 21 32 11 19 12 2 22 26 9 25 21 17 1 4 8 San Sebastiano 28 18 20 5 15 ©2020 Google Maps © 2020 (http://maps.google.it) Carta 4 – Collocazione dei toponimi del territorio della frazione di San Sebastiano dei Marsi. 107 Tavole 5 9 14 8 15 12 10 13 7 1 ©2020 Google Maps © 2020 (http://maps.google.it) Carta 5 – Collocazione dei toponimi del territorio della frazione di Aschi. 108 Tavole 50 21 45 46 9 51 6 29 70 52 64 65 47 26 60 62 24 63 48 40 59 73 31 22 75 44 11 34 72 1 61 ©2020 Google Maps © 2020 (http://maps.google.it) Carta 6 – Collocazione dei toponimi del territorio del Comune di Ortona dei Marsi. 109 57 Tavole 30 43 71 69 67 54 27 12 78 66 35 74 14 28 8 17 25 32 58 18 19 20 80 21 36 ©2020 Google Maps © 2020 (http://maps.google.it) Carta 7 – Collocazione dei toponimi del territorio del Comune di Ortona dei Marsi. 110