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Il restauro della Cappella privata del re Carlo Alberto

2019, Memoria e invenzione nel Palazzo Reale di Torino a cura di G. Careddu, F. Gualano, M. Pigozzi, L. Santa, Sagep, Genova

Abstract

restauro della cappella privata di Carlo Albero, adiacente alla sala Sala d'udienza del re, nel Palazzo Reale di Torino, realizzata nel 1837 dall'ebanista Gabriele Capello detto il Moncalvo su progetto di Pelagio Palagi

Pelagio Palagi Memoria e invenzione nel Palazzo Reale di Torino Pelagio Palagi Memoria e invenzione nel Palazzo Reale di Torino Pelagio Palagi Memoria e invenzione nel Palazzo Reale di Torino Progetto di allestimento Barbara Vinardi con Mariella Fumarola Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda 9 novembre 2019 – 9 febbraio 2020 Direttrice Enrica Pagella Consiglio di Amministrazione Cristina Acidini Ilaria Ivaldi Daniele Jalla Marco Magnifico Collegio dei Revisori Silvia Chicca, presidente Marco Ricciardiello Margherita Spaini Comitato Scientifico Gianfranco Adornato Arnaldo Colasanti Costanza Roggero Alberto Vanelli Amministrazione e risorse umane Eliana Bonanno, responsabile Giovanna Abbruzzese, coordinatore Patrizia Cratere Gaetano Di Marino con Maria Giovanna Lai Assistenti Valeria Cafà Elisa Massetti Rita Lucia Mitrione Matilda Tamburlini Strutture e sicurezza Gennaro Napoli, responsabile Rosella Arcadi Marina Feroggio Filippo Masino Sergio Petracci Barbara Vinardi Assistenti Paolo Calvetto Sergio Fiorentino Sabrina Russo Cura del patrimonio artistico e archeologico Annamaria Bava Giorgio Careddu Franco Gualano Elisa Panero Gabriella Pantò Lorenza Santa Sofia Villano Assistenti Simona Contardi Valentina Faudino Cura del patrimonio librario Giuseppina Mussari, responsabile Antonietta De Felice Assistenti Davide Cermignani Pier Franco Chillin Eliana Angela Pollone Maria Luisa Ricci Delmastro, Fabrizio Ferla, Serena Manfredi, Alessia Monticone, Valerio Mosso, Federica Pepi, Sabina Sergio, Daniela Speranza, Stefania Spinazzola, Alessandro Uccelli Assistenti e Operatori alla Fruizione, Accoglienza e Vigilanza dei Musei Reali. Assistenza allestimento e movimentazione opere Angelo Carlone Strutture e sicurezza Filippo Masino Sergio Petracci Logo Archiginnasio Promozione e comunicazione Barbara Tuzzolino, responsabile Francesca Ferro Protocollo Mariella Pepe, responsabile Angela Audino Segreteria di direzione Claudia Macchi Servizi educativi Giorgia Corso, responsabile Assistenti Patrizia Petitti Fabiana Borla, Sara Comoglio, Gianluca Amministrazione Eliana Bonanno Gaetano Di Marino Documentazione Simona Contardi Valentina Faudino Con il patrocinio di Restauri e manutenzione Angelo Carlone Beatrice De Filippis Tiziana Sandri Assistenti Alessandra Curti Cristina Meli Restauri Alessandra Curti Linda Lucarelli Cristina Meli Tiziana Sandri Con Gaia Caula, Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale Formula Servizi, Forlì - M. Roberta Stanzani, Silvia Bondi Progetto grafico Caterina Di Felice Realizzazione grafica Squillari Arti grafiche Mostra a cura di Giorgio Careddu Franco Gualano Lorenza Santa Con la collaborazione di Marinella Pigozzi Testi in mostra Francesca Romana Gaja Giulia Grassi Maria Stella Ingino Nadia Nached Prieto Clara Seghesio Puntamento luci M.I.T. s.r.l. Cornici opere Cienne s.n.c. Campagna fotografica Mariano Dallago Giacomo Gallarate, Studio Gonella Formula Servizi, Forlì - Francesca Bandini Trasporti Fercam Gondrand Assicurazioni Reale Mutua Ufficio stampa laWhite ufficio stampa e dintorni Servizio di prevenzione e protezione Marco Blancato Alberto Porro Assistenza impianti M. I. T. S.r.l. Servizi di pulizia Samsic Italia S.p.a. Ringraziamenti Clara Maldini, Irene Ansaloni, Matteo Solferini - Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna Catalogo a cura di Giorgio Careddu Franco Gualano Marinella Pigozzi Lorenza Santa Saggi Giorgio Careddu Franco Gualano Clara Maldini Mariella Pigozzi Tiziana Sandri Lorenza Santa Matteo Solferini Barbara Vinardi Maria Carla Visconti Schede Francesca Romana Gaja Giulia Grassi Maria Stella Ingino Nadia Nached Prieto Clara Seghesio Albo dei prestatori Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio Con il contributo di Si ringraziano: Firenze, Galleria degli Uffizi Bologna, Museo d’Arte Moderna Crediti fotografici Bologna, Biblioteca comunale dell’Archiginnasio Bologna, Museo d’Arte Moderna Firenze, Gabinetto fotografico, Gallerie degli Uffizi, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Torino, Archivio di Stato Musei Reali di Torino Traduzioni Simon Turner Realizzata da Musei Reali di Torino in collaborazione con Biblioteca comunale dell’Archiginnasio di Bologna Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Dipartimento delle Arti Con il patrocinio di Regione Piemonte Città di Torino © 2019 Sagep Editori www.sagep.it ISBN 978-88-6373-xxx-x Sommario Enrica Pagella xx Alessandra Curti xx Francesco Ubertini xx Fondazione CRT xx Pelagio Palagi, memoria e invenzione xx Marinella Pigozzi Pelagio Palagi e gli stili di Palazzo Reale xx Franco Gualano Le mani al servizio delle idee. L’équipe di Palagi al Palazzo Reale di Torino xx Lorenza Santa Pelagio Palagi e l’Armeria Reale di Torino xx Giorgio Careddu La Biblioteca dell’Archiginnasio per Pelagio Palagi xx Clara Maldini e Matteo Solferini Il restauro della Cappella privata del re Carlo Alberto xx Maria Carla Visconti Il restauro del dipinto di San Michele xx Tiziana Sandri L’allestimento xx Barbara Vinardi Schede xx Regesto dei disegni palagiani per il Palazzo Reale di Torino xx Bibliografia xx Indice dei nomi xx Marinella Pigozzi Il restauro della Cappella privata del re Carlo Alberto Maria Carla Visconti Cappella privata del re Carlo Alberto, dopo il restauro, Torino, Palazzo Reale. Il minuscolo ambiente sacro – poco più grande di un pregadio (m 2,11 x 2,95, h 4,40 circa) – si affaccia sulla Sala delle Udienze dell’Appartamento dinastico al primo piano di Palazzo Reale. La sala – che mantiene il segno del suo primitivo assetto decorativo legato alle nozze tra Carlo Emanuele II e Francesca d’Orléans-Valois (1663) solo più nel prezioso soffitto ligneo dorato, intagliato da Bartolomeo Botto su disegno di Carlo Morello, e nei venti quadretti del fregio realizzati dai pittori G. Luigi Buffo e G. Battista Grattapaglia – è uno dei tanti ambienti trasformati da Pelagio Palagi dopo la nomina, nel 1834, a «pittore preposto alla decorazione de’ Reali Palazzi» da parte di Carlo Alberto. Della sala, il poliedrico artista bolognese ridisegna boiseries, porte, arredi e stoffe e in modo analogamente radicale opera anche nella piccola cappella annessa di cui restano cinque belle tavole progettuali oggi conservate all’Archiginnasio di Bologna: una pianta, due sezioni, il prospetto dell’altare e alcuni particolari decorativi oltre a tre studi preparatori per la pala d’altare1. Consuetudine della corte sabauda era affiancare alla Sala d’Udienza un piccolo ambiente sacro e l’Inventario del 1815 già ne attesta l’esistenza negli anni in cui Maria Teresa d’Austria, moglie di Vittorio Emanuele I, abitava l’appartamento verso piazza e, di quello che era stato nel secolo XVII il Gran Gabinetto, ne aveva fatto la propria Sala d’Udienza2. Destinazione poi confermata anche da Carlo Alberto al momento in cui commissiona a Palagi l’aggiornamento delle sale, ribaltando l’uso dei due appartamenti reali del primo piano. Ad oggi, non è stata reperita alcuna testimonianza di come potesse essere la cappella prima dell’intervento palagiano: nella pianta e nelle due sezioni, Palagi indica «stibio già esistente» e «soffitto già esistente» solo sulla paretina esterna e sulla copertura della sacrestia che si apre sul lato sinistro della cappella, pur stendendo identico colore grigio su tutte quante le sottili pareti che definiscono i due ambienti. Il vano che li racchiude, realizzato con pareti in struttura lignea e cannicciato intonacato, si sviluppa all’interno di un ben più vasto ambiente “orbo” destinato al ricovero delle torciere per l’illuminazione del palazzo e da queste prende appunto il nome. La felice e sapiente mano del Sig Cavaliere Palagi si conferma ancora nei disegni di progetto del piccolo ambiente sacro, in particolare nel bel prospetto dell’altare che differisce solo per lievi dettagli da quanto poi realizzato dalle abili mani dell’ebanista Gabriele Capello, detto il Moncalvo, e dello scultore Giovan Battista Ferrero che 95 Maria Carla Visconti realizzano tutte le opere lignee – soffitto a plafone, zoccolo, altare e due porte di cui una finta, insieme alle quattro porte con chiambrane e alla specchiera della Sala delle Udienze – impiegando legno di “alberone” per la predella e i fondi, noce per le fasce e traverse di irrigidimento e tiglio per decori ad intaglio, tutto minutamente descritto, cornice per cornice, decoro per decoro, nell’Atto di sottomissione datato 5 luglio 1837 e controfirmato dall’architetto di corte Ernest Melano3. Non si fa cenno invece ai profili dei quattro Evangelisti posti sulla predella alla base della pala, né alla Cena in Emmaus che troviamo scolpita nel pannello sottostante la mensa ma le tavole palagiane, così puntuali nei particolari, erano comunque chiaramente interpretabili. Il lavoro viene realizzato velocemente a partire dal 19 giugno e completato entro il 15 agosto. Solo qualche anno più tardi, nel 1845, Palagi completa l’altare con la soave pala della Sacra Famiglia con san Giovannino (olio su tela, inv. n. 255, 172 x 122 cm) dove sono evidenti i richiami ai modi pittorici del Correggio4. Clemente Rovere nella sua Descrizione del Palazzo indica che precedentemente era collocato un quadro con analogo soggetto, opera di «Daniele Seyter», ma in realtà si trattava del dipinto Sacra Famiglia di Jan Miel (1659) scaricato dall’Inventario di Palazzo Reale nel 1930 e ora conservato al Castello di Racconigi5 . È attestato in numerose guide ottocentesche della città che Carlo Alberto assistesse alla celebrazione della messa ogni mattina in quella minuscola cappella. Il restauro della cappella, condotto fra il settembre e il dicembre 2016, è stato possibile grazie ad un Protocollo d’intesa fra i Musei Reali e il Consiglio Regionale del Piemonte che ha finanziato l’intervento, accordo che prosegue nel tempo con progetti di recupero e valorizzazione di spazi, decorazioni e arredi del Palazzo. Nel complesso lo stato di conservazione delle opere lignee era discreto seppur tutto l’insieme fosse interessato da un forte deposito superficiale polverulente, coerente e incoerente, che attutiva il risalto delle dorature peraltro superbamente realizzate. Con grande abilità, l’équipe coordinata da Pelagio Palagi, aveva applicato l’oro in foglia, su bolo rosso e preparazione bianca, sia con la tecnica “a guazzo” – nelle parti più estese per consentirne la successiva brunitura – sia “a missione” per le decorazioni più minute dove non occorreva la lucidatura finale. Erano presenti numerose, anche se contenute, lacune nei partiti decorativi delle varie cornici presenti, riscontrabili anche sugli elaborati intagli – alcuni realizzati in cartapesta e in pastiglia dorate e fissati con sottilissimi chiodini – dei due battenti della gran porta di accesso dalla Sala delle Udienze e della cornice della pala d’altare. Sulla pannellatura delle più semplici porte interne e sul soffitto era invece evidente la presenza di notevoli fenditure da ritiro sul supporto, verosimilmente causate dalle variazioni termoigrometriche subite dai manufatti. L’opera di pulitura, condotta con tecniche e materiali tradizionali, ha ripristinato senza particolari difficoltà l’originaria brillantezza della doratura ottocentesca. Sulle porte interne e sul plafone di soffitto sono state richiuse le fenditure ripristinando la continuità del supporto e riapplicando la doratura finale ove mancante. 96 Il restauro della Cappella privata del re Carlo Alberto L’impossibilità di rimuovere il manufatto, ha reso particolarmente complesso e delicato l’intervento sul soffitto, concluso felicemente anche grazie alla ricollocazione in sito di diversi tratti di cornici originarie ritrovati nei depositi consentendo così un limitato l’impiego di elementi ex novo. Più contenuti sono stati i ripristini occorsi per l’altare che nel suo insieme risultava meno compromesso. L’intervento ha interessato anche una lastrina di marmo bianco, rivestita di tessuto in lino chiaro, posta al centro della mensa a chiusura di un reliquiario ancora sigillato con ceralacca e il restauro ha reso evidente la scritta ad inchiostro nero «Cappella privata di Sua Maestà Carlo Alberto / 1837» con croce centrale in corrispondenza della sottostante sigillatura in ceralacca. Il dipinto su tela raffigurante la Sacra Famiglia con san Giovannino, inserito all’interno di una cornice modanata, intagliata e dorata in parte “a guazzo” e in parte “a missione” (194 x 144 cm), mostrava fenomeni di degrado a carico del supporto tessile e problematiche legate all’alterazione di restauri precedenti (ultimo nel 1961) particolarmente visibili sul corpo del Gesù Bambino, sulla testa di san Giuseppe, sul volto della Vergine, sul braccio e sulla fronte di san Giovannino. La superficie appariva anche segnata da crettature diffuse con alcune piccole cadute di film pittorico e strati preparatori lungo il margine estremo destro. Il film protettivo non mostrava particolare ingiallimento, tuttavia la superficie era interessata da consistenti depositi superficiali di polveri grasse. Il supporto presentava diffuse deformazioni e allentamento della tensione al telaio. In laboratorio si sono potute appurate meglio le condizioni in cui si trovava la tela di supporto al dipinto e il sistema telaio/cornice che non hanno richiesto particolari interventi se non di normale manutenzione e una leggera ritensione che ha ricondotto l’opera nella condizione originaria eliminando deformazioni e allentamenti. La superficie del dipinto ha richiesto un delicato intervento di pulitura e restauro, condotto con sistemi tradizionali sulla base di quanto le analisi propedeutiche avevano indicato. Rimuovendo il dipinto dalla cornice è anche emersa, accanto alla data «1845» già visibile, la scritta «gennaio». L’intervento si è concluso con la consueta applicazione del film protettivo e l’opera palagiana ha ripreso appieno le sue delicate tonalità coloristiche. Anche i quattro candelabri ad un lume, il Crocifisso centrale e le tre cartagloria in bronzo dorato risultavano in buono stato di conservazione ma tutti segnati da depositi superficiali incoerenti diffusi, eliminati senza difficoltà con il restauro che ha riguardato anche minime sistemazioni strutturali. Il restauro della coeva tappezzeria in velluto di seta rosso scuro è stata, invece, una delle operazioni più complesse: i teli di circa 50 cm di larghezza per 3,5 m di altezza, cuciti fra loro ovviamente a mano, erano ancorati alle pareti tramite chiodature agli estremi superiore e inferiore, su listelli di legno murati. Fra la muratura e i teli era stato applicato uno strato intermedio di protezione in tessuto di lino cerato, anch’esso intriso di polvere e detriti dovuti a distacchi dell’intonaco sottostante. In un angolo della tappezzeria è stata ritrovata la tesserina cartacea con il numero 576 relativo all’Inventario Dotazione Corona del 1908. Il velluto si presentava in condizioni decisamente critiche dovute a un consistente 97 Maria Carla Visconti Il restauro della Cappella privata del re Carlo Alberto forse esito di un restauro degli anni Sessanta del Novecento – fissate dal retro con colla animale insieme sia altre in semplice carta colorata. L’opera è stata importante e complessa, ma la tappezzeria carloalbertina, ora ricollocata in sede, ha ripreso decisamente consistenza e dignità ma, soprattutto, le sue condizioni conservative risultano assolutamente migliorate per garantirne la durata nel tempo. Interventi manutentivi hanno interessato anche il pavimento ligneo – che portava segni di passate integrazioni non coerenti – ripristinandone la complanarità, sostituendo alcuni listelli e provvedendo ad un’accurata pulitura con ceratura finale, così come è stata risanata e pulita la struttura esterna della cappella in affaccio sulla retrostante sala cieca delle Torciere. Progetto e Direzione Lavori: arch. Maria Carla Visconti con la collaborazione in fase operativa del dott. Franco Gualano per il restauro del dipinto e degli apparati tessili. L’intervento di manutenzione e restauro è stato affidato alla ditta Doneux e soci – Restauro d’opere d’arte scrl di Torino. deposito particellare di superficie – che formava una patina grigiastra rendendo l’ordito di pelo del velluto fragile e rigido al tatto – e a diffusi fenomeni di perdita del pelo, abrasioni, tagli e lacerazioni che minavano la stabilità strutturale dell’insieme. Solo a ponteggio allestito è stato possibile visionare in modo completo e puntuale l’effettivo stato di conservazione del tessuto ottocentesco e si è dovuto prendere atto dell’impossibilità di operare il delicato restauro senza smontare i teli dalla loro sede come inizialmente previsto. Per la conservazione del prezioso tessile è risultato infatti indispensabile l’applicazione di un supporto – una tela ausiliaria di sostegno in cotone e di colore adeguato, fissata con resina termoplastica in sottile film riattivata a caldo – sia per ridare consistenza ai teli, sia per poter risarcire i tanti tratti lacerati o consunti. Ai numerosi tagli sono state applicate sul retro strisce di leggero tessuto d’organza mentre le abrasioni più evidenti sono state abbassate cromaticamente con colori a tempera e pigmenti in polvere. Erano presenti anche numerose toppe sia di tessuto damascato proveniente dalla vicina Sala del Trono – 98 1. Cappella privata del re Carlo Alberto, dettaglio dell’altare, dopo il restauro 1 BCABo, GDS, raccolta Disegni Palagi, nn. 2458, 2730, 2733, 2949, 2950, 732, 907, 921. 2 ASTo, Inventari, mazzo 12853, Inventario de’ mobili esistenti ne’ Reali Appartamenti del Palazzo di Torino, 1815. Barbero 2016, pp. 202-203. 3 ASTo, Fondo Real Casa, Azienda Generale della Real Casa, Regno di Carlo Alberto, mazzo 2026, busta 73, 5 luglio 1837 4 Pescarmona 1980, scheda n. 412, pp. 440-441. 5 Rovere 1858, p. 196. 99